Fabrizio Ulivieri's Blog, page 69

April 24, 2022

The Photographer




From "Il Sorriso Della Meretrice" in Academia


The aperitivo with Astrid had become a metaphysical moment. It was something that transcended our intents beyond our will.

Every Wednesday I waited for her at the Café Strozzi. She was there around 6:30pm, arriving from work.

Each time we decided on a different bar.

-­‐ Change is good -­‐ I repeated every time almost monotonously Astrid was a photographer. She was from Mexico City.

I did not know much about her to be honest. But each time I discovered a bit of her remote world.

She was divorced. A normal married life until the moment she found out that her husband was gay and had a hermaphrodite lover. She said that Mexico has the highest percentage of hermaphrodites in the world.

She was shocked at that moment. She became depressed and gained twenty-­‐six pounds.

-­‐ Sometimes I happen to come across the photos from back then ... you know ... I looked like I had aged...like a woman of forty when I was only twenty-­‐five...

-­‐ I think you have well recovered. You are well now. You are thin and delicate to just the right point. You're beautiful, attractive ...

What I liked talking to Astrid about was her way of taking photographs. She loved to photograph naked women. Their open sexes.

-­‐ Are you a lesbian? -­‐ I asked her one day

-­‐ No, why?

-­‐ Well ... the subject of your photographs led me to think that...

-­‐ No, I am not a lesbian


She took pictures immediately after intercourses when their vaginas were still warm, moist, vibrant and a little dilated. Open.

-­‐ How do you take those photos? -­‐ I asked curiously

-­‐ They are often self-­‐portraits. Sometimes couples of friends or acquaintances ... sometimes ... I mean models, porn actors that I pay ... but generally I prefer real people, not models ... ordinary people in the end ...

-­‐ Yes, but I do not understand ...

-­‐ You don't understand what?


-­‐ I do not understand the meaning of this research. Why do you photograph these subjects? What does it mean for you...this search? ...

Astrid did not answer immediately. she was eating a panino. She took a sip of Vermentino. She smiled. Then she looked straight ahead

-­‐ In a sexual act you leave traces ... I want to track down these tracks

-­‐ ...?

-­‐ I look for that kind of dependency that is generated by a sexual act in both.

-­‐ ... ??

-­‐ For example ... do you know that receiving sperm into the uterus is a strong act that strengthens the emotional relationship between a man and a woman? which is fine if there is any love between lovers but it causes relational disorders if there is no love between them. Do you know this?

-­‐ Who said that?

-­‐ American scientific researches ... it is a Neoplatonic vision, in the end, an alchemical exchange of fluids, through contact and rubbing the flesh...

So this is how those days went. This was Astrid. And those meetings with her were so pleasant.

A wet spring was finishing and early summer was at the gates. Outside the café, through the window, I already saw the first girls with short hot pants which highlighted their asses and the shape of the front of their sex.

A bit by attraction and a bit as a joke I wondered what tracks I might find if I could just take off those shorts.

I smiled. Astrid looked at me and smiled back as if she had photographed my thoughts.
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Published on April 24, 2022 22:38

La Fotografa

 




Da "Il Sorriso Della Meretrice" in Academia


L'aperitivo con Astrid era diventato un momento metafisico. Era qualcosa che trascese poi i nostri intenti.

L'aspettavo il mercoledì al Caffè Strozzi. Verso le 18,30 arrivava dal lavoro.

Si andava ogni volta in un bar diverso.

 

«Cambiare fa bene» mi diceva.

 

Astrid era fotografa. Veniva dal Messico. Da Città Del Messico.

Non la conoscevo molto in verità. Ma ogni volta mi scopriva un po' del suo mondo.

Era divorziata. Una vita matrimoniale normale fino al momento in cui aveva scoperto che suo marito era gay e aveva un amante ermafrodito. Mi aveva detto che in Messico c'è la più alta percentuale al mondo di ermafroditi.

A quel punto era rimasta sconvolta. Era entrata in depressione. Ed era ingrassata dodici chili.

 

«Mi capita qualche volta di rivedere le foto di allora... e mi ero invecchiata, sai... sembravo una donna di quarant'anni e ne avevo solo venticinque.»

«Mi pare che ti sia ripresa bene ora. Stai bene. Sei magra al punto giusto. Sei bella, attraente...»

 

Quello di cui mi piaceva parlare con Astrid era la sua fotografia. Amava fotografare donne nude. O meglio i loro sessi.

 

«Sei lesbica?» le chiesi un giorno.

«No. Perché?»

«Beh... i soggetti delle tue fotografie mi inducono a pensarlo.»

«No, non sono lesbica.»

 

Le piaceva fotografarli subito dopo l'amplesso, quando ancora erano caldi, umidi, palpitanti e un poco dilatati.

 

«E come fai?» le chiesi incuriosito.

«Spesso sono autoscatti. Qualche volta coppie di amici, o conoscenti... qualche volta modelle... voglio dire attrici porno che io pago... ma in generale preferisco soggetti autentici... gente comune...»

«Sì, però non capisco...»

«Non capisci cosa?»

«Non capisco il senso di questa ricerca. Perché fotografi questo soggetto? Che senso ha per te questa ricerca?...»

Astrid non rispose subito. Mangiò una tartina. Bevve un sorso di Vermentino. Abbozzò un sorriso. Poi guardò davanti a sé.

«In un atto sessuale vengono lasciate tracce... io cerco queste tracce.»

« ...?»

«Cerco quel genere di dipendenza che un atto sessuale genera in entrambi.»

«...??»

«Per esempio... lo sai che una donna più sperma riceve nel suo utero più forte si rinsalda il rapporto affettivo fra lei e l'uomo? Che va bene quando c'è amore, ma che causa disturbi relazionali quando non c'è amore?»

«E chi lo dice?»

«Lo dicono delle ricerche mediche americane... e poi è comunque una visione alchemica neoplatonica di scambio di fluidi, di contatti e sfregamenti carnali...»

 

Così andavano quei giorni. Questa era Astrid. E quegli incontri con lei erano piacevoli.

Stava finendo una primavera piovosa e alle porte era l'inizio dell'estate. Fuori dal caffè, oltre la vetrina, vedevo già le prime ragazze con short attillatissimi che mettevano in evidenza i loro sederi dietro e la forma dei loro sessi davanti.

Io, un po' per attrazione e un po' per celia, mi interrogavo su quali tracce avrei potuto scoprire se solo avessi potuto togliere quei pantaloncini.

Sorrisi. Guardai Astrid che mi guardò e sorrise, quasi avesse fotografato i miei pensieri.

 

 

 

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Published on April 24, 2022 21:27

Il Mago Coreano

 



Da "Il Sorriso Della Meretrice" in Academia


Una volta ho conosciuto un mago che veniva dalla Corea. Si chiamava Pietro, come il primo degli Apostoli.
Passava nove ore al giorno in estasi per unirsi a Dio. Aspirava a divenire Uno con Dio. Dei nove livelli dell'estasi aveva raggiunto l'ottavo.

Si rasava la testa completamente perché i capelli gli rubavano energia nella concentrazione, come i nuotatori si rasano per acquistare velocità in acqua.

Io per un caso divenni suo discepolo.

«Dio ci ha creati ma noi siamo merda. Un sacco di merda».

Furono le prime parole di questa iniziazione fortuita.

Pietro qualche volta metteva le mani sulla fiamma del gas per cicatrizzare le ferite che misteriosamente si procurava durante l' estasi.

Ma la mia ferita, di quel "noi siamo merda", non trovò cura nemmeno nelle fiamme.

Poi Pietro scomparve e io molti anni dopo abbandonai il cattolicesimo e smisi di credere in Dio. Ma il Mago coreano ancora lo ricordo, quasi fosse un profondo taglio mai chiuso.

Ora sono epicureo. Un epicureo troppo epicureo per essere vero. Quella verità amara mi tormenta ogni volta che guardo un corpo, anche il più meraviglioso: siamo merda in fondo, pura merda.

I corpi son fatti di parti che decadono e si decompongono. Siamo composti di batteri e di liquidi.

Non c'è altro?

Guardo le braccia, le gambe, i glutei e non vedo che corpi di carne che aspirano alla vita come al punto di incontro degli assi di una croce.

La carne e il desiderio di vita si incontrano e si saldano in quella croce, a cui affidano ogni speranza. Quel punto di incontro è l'in-cui un essere di merda si fa spirito e volge gli occhi in alto a quel cielo dal quale secoli prima ha avuto in dono, o in dannazione, di stare qua su questa terra, come gettato in una fiera crudele.









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Published on April 24, 2022 12:48

Wer bin ich eigemtlich? ¿Quién soy yo, en verdad?

 





¿Qué pasa con esta ciudad, este estado donde vivo ahora?

He pensado en ello.

He reunido los pros y los contras.

Me encanta la calma, la falta de aglomeraciones, la tranquilidad.

Las personas son más reales, a veces también de forma animal.

La familia es un vínculo fuerte.

Y me enseñó a escuchar en sus bosques, donde aprendí el silencio de la espera.

Y me salió naturalmente aprender, caminando por sus takas, en los momentos más oscuros de los últimos dos años, cuando la locura ha reinado.

Y me volví más sagrado, porque me encontré en una ciudad de hombres lejos de mí, aislado. En ella desarrollé esos componentes que enseñan a escuchar, solo porque entonces las palabras se habían vuelto inútiles. Y entendí que tenía que mirar adentro para ver más allá del horizonte del saeculum en el que vivía, porque ahora yo soy inútil por las palabras.

Y el hombre que fui ahora es otro, que vive en un refugio donde las respuestas llegan después de un largo silencio sufrido.

Y vivo en tierra de nadie, donde me preparo para volar más allá del horizonte, en cualquier día por venir.

Ya no tengo tierra, idioma, patria, vivo en un lugar que es siempre el mismo y sin fundamento.

Y es más difícil reconocerse en un hombre que ya no está, que ya no soy más.

Wer bin ich eigentlich?

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Published on April 24, 2022 12:21

Ecce Homo

 




„Olà uomini" gridò un giorno Diogene e subito lo circondò una massa; ma egli la percosse col bastone, dicendo: "Uomini chiesi, non merde"



Una volta cercavo l'uomo in giro per le città, per i caffè, i supermercati. E mi illudevo che ogni sguardo che incontravo, ogni volta che lo incrociavo, fosse l'uomo che cercavo. Cercavo negli odori dei sessi, nei liquidi dei corpi, nel sudore e negli anfratti delle mie amanti una testimonianza dell'uomo che stava in profondità di ogni singolo individuo con cui condividevo la vita.

E allor mi piegavo, mi sforzavo di entrare negli interstizi e nelle piaghe delle loro carni. Di viaggiare dentro di loro verso il profondo. E mi interrogavo su quei segreti che mi pareva di scorgere in quella lacerante e straziante ricerca che portava solo a un nulla. Erano viaggi che compivo verso un vicolo cieco. E ogni volta tornavo indietro e ricominciavo.

Perché l'uomo è un nulla quando non sta nella luce che viene dall'alto, e vive coatto solo nel basso.

Solo un grumo di carne, sangue ossa e pelle, tutto quello era ed è.

E ora che non ho più gli occhi per guardare come guardavo, non distinguo più fra uomo e animale. Di solo animale è fatta la maggioranza degli uomini.

Sacchi di merda, che respirano, si muovono, si agitano e si abbracciano talora. Ma di più si odiano.



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Published on April 24, 2022 09:34

Wer bin ich eigentlich? Chi sono veramente io?




Che dire di questa città, di questo stato dove ora vivo?

Ci ho pensato.

Ho messo insieme i pro e i contro.

Ne amo la calma, la mancanza di affollamento, la tranquillità.

La gente è più vera, qualche volta in modo animale anche.

La famiglia è un legame forte.

E mi ha insegnato l’ascolto nelle sue foreste, dove ho imparato il silenzio dell’attesa.

Ed è venuto naturale imparare, camminando per i suoi takas[1],nei momenti più bui degli ultimi due anni, in cui la follia ha governato.

E sono divenuto più sacrale, perché mi sono trovato in una città di uomini da me lontani, isolato. In essa ho sviluppato quelle componenti che insegnano l’ascolto, solo perché allora le parole erano divenute inutili. E ho capito che dovevo guardare dentro per vedere oltre l’orizzonte del saeculum in cui vivevo, io inutile ormai alle parole.

E quell’uomo che io ero, ora è un altro, che vive in un rifugio in cui giungono le risposte dopo un lungo silenzio patito.

E vivo in terra di nessuno, in cui mi preparo, a volare oltre l’orizzonte, in un qualunque giorno a venire.

Non ho più terra, lingua, patria, vivo in un dove sempre uguale e senza fondamento.

Ed è più difficile riconoscersi in un uomo che non è più, che non sono più.

Wer eigentlich bin ich?

[2]

[1] Takas in lituano significa sentiero

[2] Chi sono veramente?

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Published on April 24, 2022 04:49

April 23, 2022

Una vez hubo el hombre

 



Una vez hubo el hombre.

Una vez.

¿Pero, en verdad, era un hombre?

Yo no sé. Pero hoy si miro hacia atrás y vuelvo mi mirada y atención a ese hombre, dudo.

Era un hombre esteta. Un hombre dedicado a seducirse a sí mismo, antes que a los demás. Solamente vivía de su placer. El hombre interior probablemente nació con San Agustín, pero también murió poco después. Tal vez tuvo algo de regurgitación después. Pero lo cierto es que Dostoievski fue la última ramificación de esto.

El hombre es esencialmente un animal y se dedica a la barriga cuando tiene poco. Cuando tiene mucho, cambia su atención a la piel, al cuerpo, pero el vientre sigue siendo el cerebro de su vida.

Esto es suficiente para él. No le importa la libertad cuando puede atiborrarse y engañarse de que nunca morirá porque puede cuidar de si mismo, del cuerpo, casi indefinidamente (cree). Tiene todo lo que necesita. Entonces, ¿qué significa esta palabra "libertad"?

Pero hay otra palabra que le inquieta, quizás más que "libertad".

Y esa es "verdad".

Ese hombre, el hombre dedicado sólo a seducirse a sí mismo ya su estómago, antes todo, odia la verdad, porque vive en la mentira.

Es más fácil vivir en la mentira. Porque ese hombre, que una vez fue, fue él mismo alimento de su mentira.

Hoy ese hombre desaparece. Su propia mentira casi lo devoró todo.

Pero él no lo nota. Es ciego. Él no lo ve. Él no lo escucha. El es sordo

Pero de su muerte, como el grano que muere en la tierra, nace el fruto.

Y eso es el hombre de hoy, el hombre que escucha, y cree.

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Published on April 23, 2022 08:59

Un'aporia insanabile

 



Da "Succhi Gastrici e effetti collaterali" in Academia

 

«La felicità nasce dal viver bene. E io vivo bene. Dunque son felice.»

«Si vede dalla tua rotondità che sei felice.»

 

Sorrise.

 

Mi parlava almeno quattro cinque volte al giorno. Era praticamente divenuto la mia ossessione. Mi attraeva. E alla fine penso di essermene innamorato.

Il mio sguardo era sempre concentrato su di lui quando passava. Il resto era puramente accidentale.

 

«Tu sei l'idea platonica della tua specie» gli mormoravo ogni volta che mi sorrideva felice passandomi davanti.

«Ma se Socrate fu persino contestato da Parmenide per ammettere certe idee escatologiche!»

«Forse perché Parmenide non ti aveva conosciuto» gli replicai.

 

Era un' ossessione. Sì era un'ossessione.

Quell'ossessione mi salvava. Il mondo era diventato difficile. Molto difficile. Inquietante.

La crisi globale non risparmiava nessuno Stato e nessun cittadino, a parte i pochi che possedevano tutto, anche le anime di chi era da loro posseduto.

E allora uno come me finiva per rifugiarsi in ciò che gli dava sicurezza, certezza. La certezza di un materiale caldo, morbido e soffice.

Ma l'ossessione viveva anche in virtù di un'aporia fra il tutto e la parte. Per il fatto che quell'entità non aveva sussistenza di per sé. Viveva in relazione al resto. Si sarebbe potuta concedere alla mia passione solo se anche il resto si fosse concesso.

Il tutto finiva per condizionare la parte, benché io fossi solo interessato alla parte.

Così dovetti cominciare a corteggiare il tutto.

 

«Ultimamente non porti più i pantaloni, vieni sempre con la gonna. Ma oggi, finalmente, ti sei messa i pantaloni per la mia gioia.»

«Ahh, ti piacciono i pantaloni» rispose il tutto.

«Sì, ti stanno bene modellano il tuo corpo» risposi al tutto,ma parlavo alla parte.

 

Mi accorsi che ero caduto in un'aporia insanabile. Avevo iniziato a dialogare con la parte, ma ora dovevo circuire il tutto per avere la parte.

Una situazione alienante. Praticamente la parte si era già concessa, ma il tutto ancora no.

 

Non vedevo soluzione. Non avevo soluzione.

Ma era un bel sogno quella rotondità soda che mi passava davanti alla scrivania e da dietro mi sorrideva a dispetto della legittima proprietaria che viveva lontana da quella inconsapevole relazione che io avevo instaurato con quella parte del suo corpo e che rischiarava lunghi pomeriggi noiosi.

Fu un bel sogno quel culo. Il sogno di un inverno freddo il cui unico calore fu quella meravigliosa idea di possessione.

 

 

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Published on April 23, 2022 04:28

Una volta esisteva l'uomo

 








Una volta esisteva l’uomo.


Una volta.

Ma era uomo?

Non lo so. Ma oggi se guardo indietro e volgo lo sguardo e l’attenzione a quell’uomo, dubito.

Era un uomo esteta. Un uomo dedicato a sedurre se stesso, prima che gli altri. Viveva di piacere. L’uomo interiore è probabilmente nato con Sant’Agostino, ma morto anche poco dopo. Forse ha avuto qualche rigurgito dopo. Ma è certo che Dostoevsky ne è stata l’ultima propaggine.

L’uomo per essenza è animale ed è dedito alla pancia quando ha poco. Quando ha tanto sposta la sua attenzione all’epidermide, al corpo, ma la pancia ancora è il mastermind della sua vita.

Questo gli basta. Non si cura della libertà quando si può ingozzare e illudersi che mai morirà perché può curare il corpo quasi all’infinito (lui crede). Ha tutto quello di cui ha bisogno. E allora che vuol dire codesta parola “libertà”?

Ma c’è un’altra parola che lo disturba, forse più che “libertà”.

Ed è “verità”.

Quell’uomo, l’uomo dedito solo a sedurre se stesso e la pancia, prima che gli altri, odia la verità, perché vive nella menzogna.

E’ più facile vivere nella menzogna. Perché quello che una volta era l’uomo era lui stesso il companatico della menzogna.

Oggi quell’uomo, scompare. La sua stessa menzogna lo ha quasi divorato tutto.

Ma non se ne accorge. E’ cieco. Non vede. Non sente. E’sordo.

Ma dalla sua morte, come il chicco che muore nella terra, nasce il frutto.

Ed è l’uomo che ascolta. E crede.
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Published on April 23, 2022 03:16

April 22, 2022

Ten cuidado con las Cassandras de la web que solo quieren infundir miedo y desánimo

 




Iudico che fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre,  ma che etiam lei ne lasci governare l'altra metà, o presso, a noi. (Niccolò Machiavelli)

Ten cuidado con las Casandras. La web está llena de Casandras, que presagian sólo desgracias, que muchas veces ni siquiera se cumplen o, si se cumplen, nunca lo son en la medida en que fueron profetizadas.

Busca a quien te da soluciones, a quien te abre perspectivas, a quien te dirige hacia el optimismo, hacia algo que hacer concreto para cambiar.

Lo sabemos que las cosas van a ir mal, que van a ir aún peor, no hacen falta Cassandras profesionales a sueldo o por vocación natural.

Ver los males del mundo no es difícil, no se necesita mucho; más difícil es dar respuestas, infundir confianza, decirle a la gente cómo reaccionar, cómo saber enfrentarse con decisión a las desgracias.

En cada uno de nosotros existe la posibilidad de reaccionar, de encontrar soluciones a las condiciones adversas. No seas perezoso, aprende a escuchar lo mejor de ti.

Evita mensajes que quieran infundir terror y miedo, construye tú mismo un mundo de luz y fuerza.

Lee y escucha solo a aquellos que te den positividad. Apague la televisión y la radio, deje de leer los periódicos, tire los libros sin sentido (el 95% es solo basura).

Ora si puedes y crees.

Los beneficios de la oración pueden ser inmensos. Van Más Allá de lo humanamente imaginable.

La oración os une a Ese Más Allá y os pone en comunicación con Eso.

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Published on April 22, 2022 05:40