Fabrizio Ulivieri's Blog, page 73
February 14, 2022
February 13, 2022
Il concetto di "saeculum" in Sant'Agostino e i paralleli con la situazione attuale

Il male che si vede ovunque in questo mondo, e che ora ha raggiunto i suoi livelli massimi, è connaturato all'essenza del saeculum, ovvero di questa città terrena in cui l'uomo vive la sua esistenza materiale, come rileva Sant'Agostino; Mare enim in figura dicitur saeculum hoc, salsitate amarum, procellis turbulentum, ubi homines cupiditatibus peruersis et prauis facti sunt uelut pisces invicem se deuorantes » (En. in psalmos LXIV, 9: CCL 39, 832)[1].
I populi multi hominum turbantur, si agitano, perché il loro orizzonte è limitato e in quel limitato orizzonte devono saziare la loro fame di potere, denaro...di infinito nel finito.
E' evidente come dall'epoca di Sant'Agostino ad oggi nulla sia cambiato.
Nel saeculum di allora vi era in corso il crollo di un mondo (impero romano) nel passaggio verso un altro (fine dell'impero romano), e una contrapposizione fra pagani adoratori degli dèi e i cristiani, adoratori di Dio che venivano additati dai pagani come responsabili del crollo di Roma; come oggi si ha da una parte la fine di una civiltà. quella dell'umano, verso il transumano e una contrapposizione fra gli adoratori del dio vaccino e dall'altra la categoria dei no vax, una categoria vuota, trasversale, che raggruppa chiunque non si pieghi ad adorare il dio vaccino. In questa categoria cade anche chi crede in Dio e vive fuori del saeculum, nella loro aspirazione alla salvezza. E gli appartenenti alla categoria vuota e trasversale, i no vax, vengono additati come responsabili dei falsi contagi e dei falsi morti per covid dagli adoratori del dio vaccino.
Chi vive nel saeculum vive in un mondo circolare, in cui i bisogni vengono soddisfatti sempre ritornando all'interno dello spazio concesso, senza mai uscirne; chi vive fuori del saeculum vive invece nella città di Dio, vive in un linea retta che si proietta verso l'unico vero bisogno, Dio, alla cui immagine e somiglianza fa costante riferimento e lotta contro il satanismo del saeculum, perché non gli venga strappata via quella immagine attraverso inoculazioni e controllo nanodigitale.
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[1] Il mare, infatti, è figura del secolo presente, amaro di salsedine,turbato da tempeste, ove gli uomini, con le loro cupidigie perverse e disordinate, divengono come i pesci che si divorano a vicenda
February 12, 2022
Idiotas, Fiodorovas Dostojevskis. Tai tikrai pervertinta knyga

Idiotas, Fiodorovas Dostojevskis. Mano nuomone, tai tikrai pervertinta knyga.
Knyga turi gerą pradžią ir iki vidurio yra gera, bet paskui pasidaro labai nuobodi. Absurdiški, siurrealistiški, labai ilgi ir nuobodūs dialogai, kurie nervina, erzina, atitolina nuo skaitymo. Pradedi praleisti puslapius, pradedi žiūrėti, kiek dar puslapių liko iki pabaigos. Tau trūksta oro... tu nustoji ją skaityti.
Trumpai tariant, tai knyga, kuri tikrai pervertinta.
Vedere i morti

Aprì gli occhi e la porta di aperse.
Entrò.
Che emozione rientrare dopo quattro anni di assenza. Lì dentro il tempo era veramente fermo.
Appena entrato vide che la luce della sala che si trovava subito a destra, dopo la porta di ingresso, era accesa, la serranda della vetrata per il terrazzo e quella della finestra adiacente completamente abbassate. La televisione gracchiava in modo debole e passavano le immagini di un talk show con Giletti.
Fu colto di sorpresa, tuttavia. Quella casa era stata chiusa nel gennaio del 2018, e da allora non era più stata riaperta.
Vi era un certo odore di muffa e un’aria pesante.
Notò che la luce della cucina, che si trovava subito a sinistra rispetto alla porta da dove era entrato stava spenta e la stanza era completamente buia, a causa degli avvolgibili tirati completamente giù.
Il corridoio, che gli rimaneva dinnanzi, anch’esso completamente buio.
Non vide nessuno. La porta si richiuse alle sue spalle, con un leggero rumore, come chiusa da una mano invisibile.
Vide solo la TV, e una sedia a dondolo davanti alla tv che si muoveva avanti e dietro, lentamente, ma non c’era nessuno.
Ma era sicuro che erano lì. Non li vedeva ma erano lì.
Dove siete? Domandò.
Nessuno rispose.
Ma sentiva il loro odore. Erano lì.
Veni, Sancte Spiritus, et emitte caelitus lucis tuae radium... O lux beatissima, reple cordis intima tuorum fidelium…Mormorò.
Chiuse gli occhi. E sentì.
O[1]! Una voce maschile.
Sei tornato? Una voce femminile.
Aprì gli occhi. Erano li.
Lei sedeva sulla sedia a dondolo. Indossava una maglietta con il collo alla ciclista, porpora, e un paio di pantaloni marroni lunghi ma arrotolati fino alle ginocchia per lasciare le gambe arrossate scoperte e lenire il bruciore. Portava un paio di occhiali da sole. E con un braccio appoggiato sul bracciolo della sedia si sosteneva la testa leggermente piegata. Ma non guardava lui, guardava avanti come persa. E sapeva che dietro quegli occhiali scuri i suoi occhi erano chiusi e assonnati. I capelli arruffati, soprattutto dietro, alla nuca, dove erano radi e traspariva la cute grigia.
Lui, il marito, le sedeva davanti, su una poltrona, stava leggermente inclinato in avanti. Appoggiava entrambi gli avambracci sui braccioli delle poltrone e teneva i pugni delle mani stretti, in modo quasi violento.
Nessuno dei due lo guardava. Entrambi parevano guardare la TV ma in realtà nemmeno la vedevano.
Sì, sono venuto. Rispose lui.
Tacquero.
Tanto che siete qui? Insisté.
Sì. Rispose lui. Dal gennaio 2018.
Tuo fratello non viene mai. Aggiunse lei.
Da quando eravamo all’ospedale che non l’abbiamo più visto. Aggiunse lui.
Lavora sempre. Ribadì lei.
Poveraccio. Esclamò lui. So, che vuol dire lavorare, essere sempre in viaggio. Anche io ho lavorato tanto nella mia vita…continuò lui. Ero un cavallo. Mi alzavo alle 4 della mattina per andare a Roma e ritornavo la sera a mezzanotte. E ripartivo la mattina dopo alle 4.
E’ in pensione, ora. Gli rispose ad entrambi.
Mamma mia come passa il tempo. Disse lei.
A noi non passa mai. Rispose lui.
Mi mancavate. Tanto. Si rivolse a loro due con le lacrime agli occhi.
Te ne sei andato, vigliacco. Gli rispose lei. Ci hai lasciati soli.
Mi dispiace, ma non ce la facevo più. Vi chiedo perdono. Non ce la facevo più credetemi…tre anni a lavorare tutti i giorni senza mai dormire la notte, e accudire voi due tutt’e due, da solo, settimana dopo settimana, mese dopo mese.... Non ce la facevo più…mi dispiace. Ero distrutto. Forse impazzito…
Tacquero.
Rimarrete sempre qua? Domandò loro.
Non dipende da noi. Voi non pregate mai per noi. Disse lei.
Non è vero…le rispose. Io prego per voi quasi ogni giorno.
Tacquero.
Io ho cominciato a credere troppo tardi. Disse lui.
Io ho perso la fede alla fine. Non ci credevo più alla fine. Disse lei.
Ma che succede fuori? Chiese lui.
Che vuoi dire? Gli rispose il figlio.
Non capisco. Parlano sempre di morti alla TV. La gente è chiusa in casa. Non possono uscire. Vive impaurita. Hanno chiuso bar, ristoranti, alberghi…ma che sono tutti acciucchiti?
Sì, babbo, più o meno, il mondo è diventato pazzo.
Per fortuna non ci siamo più. Disse la madre.
Sì, mamma, avete vissuto gli anni migliori. Siete stati fortunati.
Le bambine, come stanno? Chiese il padre.
Non lo so non le ho più viste. La più grande non mi parla più. Non capisco bene che le ho fatto. La più piccola la sento ogni tanto, per telefono. Ho paura per loro, si sono vaccinate tutt’e due. Ogni giorno prego la Madonna e Dio, che le proteggano, che non gli accada nulla. Ho tanta paura per loro…
Eh! Sospirò il padre.
Ritornerai a Vilnius?
Sì, mamma.
Ti sei sposato? Chiese il padre.
Sì.
Sei felice, ora?
Sì, ora sono felice.
All’inizio non mi piaceva lei. Ma un giorno mi si è avvicinata e l’ho vista bene. La vedevo sempre da lontano, da lontano non ci vedevo…com’era bellina! L’ho guardata negli occhi e ho visto che era buona…le ho accarezzato la faccia…hai fatto bene a sposarla. Hai trovato la donna giusta finalmente. Lei penserà a te.
Grazie, mamma.
Ritornerai a trovarci? Siamo qui sempre soli. Non ci viene mai nessuno a trovare.
Non dipende da me babbo. Lo sai.
Lo so. Rispose.
Prega per noi, ti prego. Chiese la madre. Solo le tue preghiere ci salveranno.
Prego, mamma. Prego per voi quasi ogni giorno. Pregherò ancora di più…Sapete, tutti i giorni cammino per una foresta vicino casa…come vorrei incontrarvi lì, improvvisamente svoltando da un sentiero…
Anche noi vorremmo…rispose il padre. Vorremmo, tanto ma non dipende da noi…
Poi lui si avvicinò al padre. Lo abbracciò. Sentì il suo buon odore, lo stesso del giorno che lo aveva abbracciato a letto, prima di partire per sempre. Si abbracciarono forte, tutt’e due. E piansero come bambini.
Mi mancherai, ragazzo. Gli disse il padre, pulendosi le lacrime con le mani rattrappite. Torna presto.
Poi andò dalla madre e abbracciò anche lei. E piansero, abbracciati stretti. Mamma e figlio.
Perdonami, mamma!
Ci provo. Ci provo…ma quando sei andato via, ho capito che sarei morta presto. Eri la nostra unica forza…ci davi la forza di vivere. Quando te ne sei andato, abbiamo perso la voglia di vivere. Io soprattutto. Tuo padre era rinciucchito, non capiva…ed è stato meglio così che se avesse capito….porta un bacio a tua moglie, e alla bambine di lei. Non le abbiamo mai viste. Come avrei voluto vederle…
Sono belle mamma. E brave.
Come si chiamano.
A… e E...
Che bei nomi…c’è la neve a Vilnius?
Tanta mamma, tanta. Ti sarebbe piaciuto se fossi venuta a trovarmi.
Peccato ero troppo vecchia, sono morta prima.
Ma io spero di incontrarvi ancora nella foresta, da me a Vilnius.
Ci garberebbe anche noi. Rispose il padre.
Vado, ora. Fra poco si sveglieranno tutti a Vilnius. E se non mi vedono in casa si impauriranno.
Ma non andrai un po’ nel centro di Empoli? Non vuoi vederlo, dopo tutto questo tempo? Chissà come sarà cambiato? Ma ci sarà sempre la pasticceria del Vezzosi? Oh, come mi piaceva andarci la mattina a fare colazione quando ero più giovane e lavoravo a casa della Scozzi a fare le pulizie.
Non credo, mamma, non ho molto tempo. Mi piacerebbe. Ma ti ho detto, tra poco a Vilnius si svegliano tutti e se non mi trovano nel letto si impauriranno.
Abbassarono la testa. Si ammutolirono. E ripresero la posa, di quando, lui, il figlio, era arrivato.
Si avvicinò alla porta, che si aprì. La varcò. La sentì chiudersi di nuovo leggera alle spalle e un macigno si posò sul suo cuore.
Avvertì un movimento verso l’alto e come essere rubato via.
La vita non è quello che pare. Peccato che lo sai solo dopo. Fu il suo ultimo pensiero.
Mi si presentano dei defunti o degli angeli e mi accompagnano nei luoghi dove è necessaria la mia presenza. Vedo perfettamente i luoghi dove vado, posso parlare, essere udita, posso compiere delle azioni come aprire o chiudere le porte. Rimango sul posto il tempo necessario. Io sono cosciente che il mio corpo è a Paravati, ma è come se avessi un altro corpo.
(Natuzza Evolo)
[1] Il tipico saluto, poco educato, dei toscani. Ha la stessa pronuncia del francese eau
February 11, 2022
February 9, 2022
Bellissima catechesi di Don Minutella sul valore catecontico di Papa Benedetto XVI
About the universe contained in the Lithuanian word "įgimtas"

In this and the following posts (the posts that will follow up) I want to talk and discuss some subjects of the Lithuanian language: in my opinion a wonderful, incredible language in its structures. I will talk about it ad libitum, at my pleasure and will. I will choose the topics that tickle me, stimulate me, amuse me. They will not be posts for specialists but for curious people.
Today I would like to talk about the adjective įgimtas "congenital, innate". Which is formed by the prefix į + gimtas with the suffix - tas, productive of past participles and masculine (-tas) and feminine (-ta) adjectives.
Gimtas comes from gimti "to be born". Within a possible etymological interpretation of gimti, there is a possible correlation with the ancient Greek βαίνω "to go", Sanskrit गच्छति, gacchati, "to go", Latin venio "to come". Since the prefix į - also denotes "movement towards" [as in įeiti "go (walk) into], therefore įgimtas denotes" a movement towards a place that comes by nature, i.e. congenital, whose occupation belongs to him/her by birth ", and by occupying that place he/she is enabled to appear.
Also in Italian, it is well said "venire al mondo" to come into the world (ateiti į pasaulį) [to occupy a place and appear (parodyti)].
February 7, 2022
Why globalism and its priests are suffering from the failure of their plans

If we read the words of St. Augustine "Qui sunt qui descendunt in lacum? Omnes peccatores mergentes in profundum. Lacus est enim profunditas saeculi. Quae est ista profunditas saeculi? Abundantia luxuriae et nequitiae [1] "(En. In psalmos XXIX, II, 13), we see how the criminal psychopaths who are behind governments, and the clowns who represent them in governments, and we cannot help but see it, slowly, although they appear strong, powerful and invincible, they descend, though, towards the lacum, the vortex, which swallows them one by one mute.
They have chosen the saeculum, or Babylon, the city of Satan, in which to live of honour and power and money in the service of that Demon, and they live so immersed in that saeculum and in that service that they do not realize how the city of Christ is transversely emerging from afar, very far away, and like a slow tsunami, it wedges and crawls but threateningly through the inexorable breaches of Babylon, which increasingly tends to crumble down, under the apparently calm but continuous and uninterrupted work of that wave that will bring back the city of God to the saeculum, and we talk of the city of God which does not belong to the saeculum but abides above and more and more imposes again its laws on the earth city, the City of Satan.
And now we see, that that violent wave only promises itself, but then it will arrive in its power and will be destabilizing and justice will be everywhere.
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[1] Who are those who go down to the pit? All sinners who are immersed in the deep abyss: the pit is in fact the abyss of the century. What is this century-old abyss? The overabundance of lust and wickedness
February 6, 2022
Perché il globalismo e suoi sacerdoti stanno patendo il fallimento dei loro piani

Se si legge le parole di Sant'Agostino «Qui sunt qui descendunt in lacum? Omnes peccatores mergentes in profundum. Lacus est enim profunditas saeculi. Quae est ista profunditas saeculi? Abundantia luxuriae et nequitiae [1]» (En. in psalmos XXIX, II, 13), si vede come gli psicopatici criminali che stanno dietro i governi, e i clowns che stanno a rappresentarli nei governi, e non si può non vedere, lentamente, sebbene appaiano forti, potenti e invincibili, scendono verso il lacum, il gorgo, che li inghiotte uno ad uno muti. Essi hanno scelto il saeculum, ovvero Babilonia, la città di Satana, in cui vivere di onore e potere e denaro al servizio di quel Demone, e vivono talmente immersi in quel saeculum e in quel servizio da non rendersi conto come la città di Cristo trasversalmente emerga da lontano, molto lontano, e come un lento tsunami si incunei minacciosa nelle inarrestabili falle di Babilonia, che sempre più tende a sgretolarsi, sotto l'opera apparentemente calma ma continua e senza pausa, di quell'onda che riporterà la città di Dio nel saeculum, a cui non appartiene ma gli sta sopra e ora sempre più gli impone le sue leggi. E per ora quell'onda violenta solo si preannuncia, ma poi arriverà nella sua potenza e sarà destabilizzante.
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[1] Chi sono coloro che scendono nella fossa? Tutti i peccatori che sono immersi nel profondo abisso: la fossa infatti è l'abisso del secolo. Che cosa è questo abisso delsecolo? Il sovrabbondare della lussuria e della malvagità
Segni di fuoco dal cielo

Questo è un capitoletto del mio nuovo libro in fase di scrittura "A New Normal". Che si svolge a Vilnius, in Lituania. E' LEGGIBILE LA PRIMA PARTE IN ACADEMIA
La notizia rimbalzava su tutti i media, TV, giornali, radio, internet…da una parte all’altra del mondo. Il parlamento italiano, la sua sede, Montecitorio, era stato avvolta da fiamme altissime, violente, mai visto niente di simile, sembrava l’Apocalisse, che in pochissimo tempo avevano divorato l’enorme palazzo. Il tetto era rapidamente crollato e seppellito tutti i parlamentari in seduta plenaria intrappolati. Un’ecatombe. Si narrava che solo una decina di persone si fossero salvate. Testimoni oculari che si trovavano all’esterno, nella piazza antistante il palazzo, giuravano di aver visto piovere dal cielo palle di fuoco improvvise. Le autorità non potevano né confermare né smentire queste testimonianze. Anche loro però ribadivano l’eccezionalità dell’evento.
E la cosa più strana di tutte era che il fuoco era rimasto circoscritto al palazzo di Montecitorio e non si era per nulla propagato agli edifici adiacenti.
Era stato dichiarato immediatamente, dal capo dello stato, lutto nazionale per tre giorni.
Era successo qualcosa di assolutamente inatteso, qualcosa che andava la di là delle normali cose che accadono.
Ma in fondo il fuoco aveva sepolto e sanato le faide che divoravano quei dannati che componevano il parlamento. I partiti che sostenevano il governo, quindi tutti, perché l’opposizione non esisteva più, erano profondamente divisi. Lacerazioni profonde che stavano portando il governo alla paralisi. Un fuoco divino pareva aver messo pace alle guerre intestine fra politici degenerati e invasati del solo diritto a esistere per sedere su una poltrona e ricevere uno stipendio, costasse quello che costasse. Il funesto destino che aveva avvolto l’Italia per due anni sembrava finalmente trovare abento.
Ormai più nessuno escludeva il soprannaturale da qualunque parte stesse; sia che stesse dalla parte di quelli che portavano le croci nel senso giusto, sia dalla parte di quelli che le portavano in senso capovolto.
E‘ scritto si diceva, fra sé e sé, nell‘Apocalisse
Et quartus [angelus] effudit phialam suam in solem; et datum est illi aestu afficere homines in igne. Et aestuaverunt homines aestu magno[1]
Di che ci si meraviglia? Si domandava.
Il diavolo agisce con la seduzione, Dio con le fiamme.
Il diavolo ha scelto e gli organi di stampa hanno ubbidito alla via del Diavolo, e per due anni hanno raccontato solo bugie e calunnie, specialmente contro i cristiani come il loro Padrone chiedeva. I giornalisti sono demoniaci; come il loro Padrone odiano la religione, odiano Cristo, odiano la preghiera. Adorano un dio diverso, il vitello d'oro che chiamano il Vaccino, e vogliono che tu riceva la comunione sotto forma di un'iniezione 3, 4, 5 o 6 o 12 volte l'anno. E Lo fanno perché bevono sangue. Vogliono che le persone muoiano, vogliono fare soldi, vogliono ridurre la popolazione. Come i loro padroni vogliono, loro vogliono.
Ed era una mattina come le altre quella mattina che gli arrivò la notizia, una mattina di neve. Ormai nevicava da quasi quattro settimane, e stancava l’occhio, appiattiva la visuale, tutto quel bianco, e gli generava angoscia il candore della neve ovunque in terra e il grigio pastellato su in alto nel cielo. Guardava dalla finestra e sognava il sole, il mare e la brezza che sa di sale e ti lecca la pelle leggera mentre guardi lontano verso il mare e non sai bene che pensare, eccetto la pace nel cuore.
Quello gli mancava. E un pensiero gli frullò. Sentì quel battito nell’aria come il battito delle ali dei varnai, uccellacci neri come il maligno che impestavano il bianco ovunque alla ricerca di cibo, con il loro becco forte come spada. Di una maledizione ricevuta da piccolo. Che lo bloccava, lo impediva. E non gli dava la pace nel cuore che cercava.
Ora capiva meglio le domande del padre francescano nella chiesa dal grande crocifisso a cui avrebbe voluto vivere abbracciato, domande in apparenza senza senso: se lei aveva avuto criminali nella famiglia, uomini del KGB, criminali di guerra, dipendenze…le maledizioni nascono da lontano, dall’albero della famiglia, e possono tenerti prigioniero per il resto della tua vita, o almeno sempre sul margine di una possibile caduta, che non avviene ma potrebbe avvenire, e inconsciamente.
Ma qual era la sua maledizione?
La mancanza di pace. Che aveva afflitto il padre tutta la vita. La debolezza, soprattutto l’indecisione nel prendere le decisioni, che aveva perseguitato per la sua intera esistenza la madre. Ne aveva due allora?
Da dopo che pregava Nostra Signora, usando l’arma, la sua capacità nel decidere era largamente migliorata. Vi arrivava subito per intuito, e non aveva dubbi come in passato. Soprattutto aveva perso l’eccessivo rispetto per l’altro, la paura di deludere l’altro. Che gli aveva causato tanta infelicità nella vita.
Ogni respiro ogni parola di quelle anime che lui tratteneva in sé puntavano nella sua direzione. Egli era l’ultimo di quegli atti messi insieme anno dopo anno secolo dopo secolo da quella lunga fila di corpi e anime che erano prima di lui, erano con lui, e sarebbero stati dopo di lui nella sua discendenza.
Ma doveva eradicare quel male che teneva dentro, come fosse parte del suo DNA. E lo era in effetti. Non vi è solo un DNA biochimico ve n’è anche uno spirituale.
Ma come?
Se il mio male è non avere pace – si diceva - ed essere indeciso, allora io dovrò spezzare questo ultimo nodo, a beneficio di quelli che verranno dopo di me, o almeno per terminare con quei mali che tengono in vita la lunga catena, che va spezzata.
Fin dall’inizio, quando aveva scoperto il potere di quell’arma potente che ogni giorno teneva tra le mani, aveva invocato Nostra Signora, che gli desse la capacità di decidere e non sbagliare.
E ora decideva e non sbagliava, e tuttavia nei momenti di stanchezza e debolezza avvertiva il pericolo di ricadere in quello stato di indolenza, che lo faceva debole e da cui pareva fosse però fuggito.
Una volta che si supera un punto nodale non vi può essere ritorno allo stesso punto, questa non sarebbe l’insegnamento cristiano, che punta in avanti all’Unica Via possibile, che è una Via diritta che conduce alla vita beata e immortale.
E questi cristi, poveri dannati adepti consci o inconsci di Satana, grazie ai padroni che si erano dedicati a servire, e che erano dannatamente periti nell’incendio del parlamento erano certo stati vittime di molte maledizioni, e quel luogo dove trascorrevano la loro vita pubblica era certamente divenuto un luogo di grande maledizione che li aveva avvolti come le fiamme.
E pensò ai figli, a quei poveri figli che erano rimasti privi di un genitore, che avrebbero ereditato i mali, i danni, le maledizioni, la via di Satana che i loro miseri padri e madri avevano aperto loro per il resto della loro vita.
E per loro pregò. Sinceramente. Pregò con intensità e amore.
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[1] Il quarto [angelo] versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. E gli uomini bruciarono per il terribile calore.