Fabrizio Ulivieri's Blog, page 63
November 10, 2022
Il regalo del diavolo

Breve capitoletto dal mio romanzo in fase di scrittura "Gli ultimi incredibili anni
Prima di morire ". Inizialmente lo avevo chiamato "A New Normal". In questo capitoletto ci si interroga sul mondo in cui il diavolo opera nel mondo e su come gli angeli, questi esseri dai più dimenticati, ci possano salvare.
Non sono tempi per i santi, adesso. Non ci sono terre per i santi, oggi. Ricordiamocelo.
Ma una volta era il tempo dei santi e c'erano terre per i santi. E molti miracoli potevano accadere.
Poteva anche accadere il paradosso che, sospettati senza saperlo di essere a punto di commettere omicidio, si fosse affrontati da un monaco che cadeva in ginocchio toccando terra con la fronte davanti a te e chiederti scusa.
Una scena sconveniente irritante? Una messinscena? Una stramberia di un monaco per un omicidio che in fondo non era ancora stato commesso, che avrebbe potuto sì essere commesso ma ancora non lo era e tuttavia se esisteva ne esisteva solo la intenzione da qualche parte e in potenza.
Era dunque valida l’intenzione pur ignota a se stessi per essere condannati?
Per il santo monaco sì. Avresti potuto commetterlo senza ancora saperlo, tu non potevi nemmeno immaginarlo prima, ma quel monaco già lo sapeva e poteva prevederlo. Poteva vedere ciò che tu non potevi ancora vedere ma eri sulla via di commettere.
Non c'è spiegazione, tranne che quel monaco era appunto un santo. I santi fanno la storia e vivono sotto la mano di Dio. Vivono in una situazione di preghiera continua che sola può svelare una dimensione per molti inafferrabile. Possono vedere il passato, i morti, i regni della condanna, del patimento e della gioia…possono vedere il futuro e dimensioni che pochi vedono, dimensioni in cui già avviene ciò che mai qui avverrà o potrebbe non avvenire mai.
E perché quel monaco voleva allora umiliarsi al punto da dirti "Perdonami!" davanti a una condanna solo preordinata?
Perché non sarebbe riuscito a salvarti dallo spirito maligno che transmogrifatosi sarebbe saltato da un regno all’altro, dal già avvenuto all’ancora da avvenire, e che ti avrebbe corrotto nell’animo quando ancora la tua coscienza non era consapevole di uccidere.
Era un santo e non poteva salvarti? Sembra quasi una contraddizione…
Non lo è. Perché il male esiste e perché Dio lo lascia esistere. E quel monaco era perciò aggirato dalla volontà di Dio. E non poteva fare nulla contro la volontà di Dio.
Per quello avrebbe detto "Perdonami!"
Alla fin fine è un servitore di Dio. Deve obbedire a Dio. Di che doveva dolersi?
Perché è umano. Questo è il motivo. Ha la stessa radice di te ... Appartiene alla tua stessa carne e sangue. E prova compassione per te perché entrambi appartenete alla stessa razza, anche se la sua vita corre lungo un altro mondo, che non è ancora completamente il tuo e potrebbe non esserlo mai. Ma potrebbe, un giorno.
Sa infine che Dio non salverà l'intero genere umano. Ma solo una parte, quella che non cederà la sua coscienza all’intervento del maligno. I toccati dal sigillo divino, quelli salverà.
Ecco perché si sarebbe inchinato e avrebbe detto "Perdonami!". Sapeva che avresti ceduto al maligno e che per quello Dio non ti avrebbe salvato, ma tuttavia essendo uomo e la carne ha una radice unica per tutti, a ragione di ciò, la compassione lo avrebbe sopraffatto in virtù della sua santità.
La carne, il vessillo comune a tutti di tutta la nostra vita. La carne ci sostenta. La carne ci tradisce. La carne ci salva. La carne ci perde.
Ora però non sono più i tempi dei Santi. Ora non ci sono più terre per i Santi. E si è smesso di credere negli esseri transmogrificanti, si è smesso di credere nell’inferno, nel purgatorio…in Dio.Il tempo e lo spazio di questo mondo li ha tutti occupati Satana. E solo pochi cuori resistono. E non sono quelli dei santi che sono troppo pochi ma quelli dei risvegliati, che cercano nel cuore la forza per resistere. Ma Satana non dà loro requie. perché in quei cuori ancora è Dio, è vivo e vi opera e dà la certezza della speranza e tuttavia permette l’assalto del maligno perché si rafforzino e si elevino completamente attraverso l’ascolto dei piccoli segni insiti nelle piccole cose. Soffrendo per coglierli.
L’uomo di oggi non sa la meraviglia che nasconde la sofferenza. Tutto ciò che nasce dalla sofferenza avvicina a quella immagine che ci si porta dentro come sigillo di Dio e Satana vuole distruggere ma la sofferenza rivela nella sua luce meravigliosa quella immagine, che prima della sofferenza quasi nessuno vedeva per decezione del demone ubiquo, cha a piccoli passi l’aveva occultata al mondo.
Fu così, per il compleanno di lei, che si mostrò l’opera instancabile e quotidiana dello spirito maligno di come agisca nelle piccole cose in maniera quasi inavvertita, come fosse invece il modo naturale di procedere delle cose.
Il loro legame era ormai divenuto non solo sentimentale e fisico, ma anche spirituale, soprattutto dopo le visite al brolis della chiesa francescana dove lui aveva avuto la visione e lei si recava di tanto in tanto per celebrare messe per il padre morto suicida che si purgava vicino a lei delle proprie colpe.
Insieme dormivano, mangiavano, pregavano. Il mondo fuori li minacciava e loro si univano sempre più profondamente.
Lui si arrabbiò.
Non capisco che regalo di merda è questo! Le disse.
Avevo paura a dirtelo. Rispose lei.
Non capisco…è gelosa di noi due? O è ispirata a dividerci?
Non posso dirle di no. È mia cugina. Mi ha regalato questo viaggio al mare, a Palanga, ma a condizione che siamo solo noi due. Io e lei.
Lui tacque, Era ferito. Era solo in quella città senza di lei. Con chi avrebbe parlato tutto il giorno? Forse solo con il barman al bar casotto di Lukiškių aikštė per dire Sveiki. Vieną espresso. Viengubą. Ačiū…Viso gero. Quelle probabilmente sarebbero state le uniche parole di tutto il giorno.
Avrebbe lavorato tutto il giorno solo in quell’ufficio freddo, perché era freddo e umido, anche se era giugno e sembrava novembre e il riscaldamento era spento perché è normale che a giugno il riscaldamento sia spento ma non è normale che giugno sia simile a novembre.
E poi dovevano lasciare quell’ufficio, non avevano più i soldi per pagarlo. Non gli apparteneva più. Era come lavorare sotto la spada di Damocle. Eppure aveva amato quel luogo. Ogni volta che chiudeva la porta gli diceva “Grazie”.
Lì c’erano anni della loro vita. Anni di gioie, amori, sofferenze, di piacere e dolore, di speranze e delusioni. Anni delle loro vite erano lì. Bastava aprire la porta o chiuderla. Erano lì racchiusi. E lì sarebbero rimasti in eterno, finché l’energia del mondo fosse esistita.
La sera prima di andare a letto, lui vide da una parte in camera una piccola valigia.
Quella? Chiese.
È per domani. Rispose lei.
Per domani?
Sì, dormiamo a Palanga.
Non tornerai a dormire?
No, non l’avevi capito?
No, non l’avevo capito. Pensavo cha andavi la mattina presto e tornavi la sera tardi…Tu mi dici le cose sempre a piccoli pezzi. Un po’per volta. Mai tutte insieme.
Più che arrabbiato era deluso. Aveva un baratro sotto i piedi che si apriva.
Mi dispiace, pensavo che l’avessi capito.
No. E lei, tua cugina, non la voglio più incontrare né ci voglio mai più parlare. Veramente non capisco il senso di questo regalo, se non quello di volerci separare e mettere zizzania fra noi. Farci litigare. Se voleva farti un vero regalo perché non ti ha dato dei soldi? Lo sa in che condizione sei. No? Un viaggio a Palanga per voi due, come due innamorati…ma che senso ha questo regalo?
Comunque accettò anche quello perché la amava.
Lei la mattina varcò presto la soglia, il taxi l’aspettava giù e gli profferì il suo amore con un bacio.
Anche lui l’amava, al di sopra di tutto, era sempre nei suoi pensieri e nelle sue preghiere.
Uscì e a lui non rimase che la solitudine delle ore.
Il giorno non fu facile. Il dubbio, la rabbia, il freddo, la solitudine pesavano e il tarlo dentro rodeva.
Superò tuttavia il giorno, anche con l’aiuto di lei, che via Viber cercava di trasmettere la sua lealtà verso di lui con continui messaggi e foto.
La mattina seguente lei gli inviò una foto della spiaggia di Palanga con il mare mosso.
Rimarrai ancora là a lungo? Quando partite? Le chiese via Viber.
Abbiamo il treno alle 18. Rispose lei.
Lui non ci vide più dalla rabbia. Sperava di vederla nel primo pomeriggio e invece non l’avrebbe vista certamente prima di mezzanotte.
Prima gli aveva fatto capire che era solo un giorno. Poi scopriva che era un giorno e una notte. Ora praticamente quasi due giorni.
Capì che era stato un dilazionare la verità, con l’inganno di una comunicazione falsata ed usata ad arte.
Capì che quella cugina era gelosa della loro relazione.
Se lei era infelice con il marito che era un uomo di natura infelice, voleva anche loro due infelici? Che altra spiegazione poteva esserci?
Tua cugina con me ha chiuso. Le scrisse. La odio. Lei può permettersi anche di non lavorare due giorni. Tanto lei la pagano ugualmente. E quando andrò in vacanza io da solo e tu a casa, sola, vedrai com’ è bello! In una cosa è riuscita tua cugina: a farci litigare. Complimenti.
Il suo, è sì un regalo, ma velnio dovana, un regalo del diavolo.
E lui non era un santo, non si sarebbe gettato ai piedi di lei e avrebbe detto “Perdonami”.
Non aveva intenzione di umiliarsi in nome di una carne.
Sapeva che avrebbe dovuto farlo e non lo fece.
Una notte seppe però che lei era il suo angelo. Gli angeli sono dappertutto e assmono mille forme.
Tante notti quando lei dormiva la guardava. E si chiedeva: ma chi sei tu veramente?
Per tante notti e giorni non trovò risposta.
E da quel sonno, da quegli occhi suoi, da quel respiro regolare, fu una notte che strappò il segreto, e lo ebbe chiaro.
…custos es mei,
me tibi commissum pietate superna
Per quello non si era gettato ai piedi, non poteva, non erano della stessa carne.
E il diavolo lo sapeva.
Frate
November 3, 2022
Los miserables y el problema de la dignidad frente a la muerte

Si aliquid prodest impio sepultura pretiosa, oberit pio vilis aut nulla. Praeclaras exsequias in conspectu hominum exhibuit purpurato illi diviti turba famulorum, sed multo clariores in conspectu Domini ulceroso illi pauperi ministerium praebuit angelorum, qui eum non extulerunt in marmoreum tumulum, sed in Abrahae gremium sustulerunt [1]"Si un entierro costoso fuera de algún beneficio para los malvados, entonces uno ordinario o nada dañaría al devoto. A los ojos de los hombres, la multitud de sirvientes hizo un funeral glorioso para aquel hombre rico que fue vestido de púrpura, pero mucho más glorioso a los ojos del Señor a ese hombre pobre con úlceras fue el servicio de los ángeles, que no lo pusieron en una tumba de mármol, pero lo pusieron en el seno de Abraham."
En este pasaje de San Agustín se ve fácilmente cómo el cristianismo busca la salvación de los humildes. La marca es ser humilde, pobre y miserable. No es un problema de color de piel o de raza, Es un problema de dignidad frente a la muerte.Como dice Tom Holland, un autor muy conocido que escribió muchisimo sobre el cristianismo, uno de los mayores logros del cristianismo fue dar dignidad a las personas que carecían de dignidad, y San Agustín no está diciendo nada diferente, solo está hablando de dignidad frente a la muerte, que será aún superior para los miserables.
[1] De Civitate Dei I, 12.1
November 1, 2022
Comment on "A new stage in the conflict between democracy and religion" by Alvydas Jokubaitis (second part) - Devil's strategies

There is also a YouTube video available: https://www.youtube.com/watch?v=9US3TFvA3uc&t=432s
Renesanso laikais krikščionybei buvo priekaištaujama dėl jos fantazijų apie nematomus dalykus. Modernieji filosofai ir mokslininkai žadėjo remtis faktais ir parodyti tikrąjį pasaulį. Tačiau šio pažado rezultatas priešingas – mes jau nežinome net to, ką žinojo mūsų pirmtakai. Mokslu grindžiamos Vakarų civilizacijos žmonės nebežino, kas yra šeima, moteris ar religija. Modernusis menas šiandien ne atvaizduoja pasaulį, bet kuria atskirą prasmių tikrovę. Tą patį galima pasakyti apie politiką. Parlamentarai ne reprezentuoja piliečius, kaip oficialiai teigiama, bet įrodinėja savo pačių reikalingumą. Kartais atrodo, jog pagrindiniu naujausios velnio kovos su krikščionybe strategijos tikslu yra skirtumo tarp tikrovės ir fantazijos [melo] pašalinimas.
During the Renaissance, Christianity was criticized for its fantasies about invisible things. Modern philosophers and scientists promised to rely upon facts and show the real world. But the result of this promise is the opposite - we no longer know even what our predecessors knew. People of Western civilization based on science no longer know what family, woman or religion is. Modern art today does not reflect the world but creates a separate reality of meanings. The same can be said about politics. Parliamentarians do not represent citizens, as it is officially stated, but assert their own necessity. Sometimes it seems that the main goal of the devil's latest strategy to fight Christianity is to eliminate the difference between reality and fantasy [lie].
We add the word "lie" because the devil's main goal is only and especially to lie. The devil's fantasy is expressed only through lies, IT doesn't know another way to express ITSELF. In fact, politicians lie, lie all the time. They have no imagination because they are just kept repeating the lies they are told to tell.
October 30, 2022
Comment on "A new stage in the conflict between democracy and religion" by Alvydas Jokubaitis (first Part)

The article we are going to discuss is to be found here: https://m.delfi.lt/uzsakomasis-turinys/pt/article.php?id=90330401
There is also a YouTube video available: https://www.youtube.com/watch?v=9US3TFvA3uc&t=432s
As I said in other posts of mine, one of the most brilliant minds (probably the only one) of Lithuanian intelligentsia is the philosopher Alvydas Jokubaitis. Above all he is to be appreciated because of the freshness of the themes that he checks in with.
In the last months, he devoted his analysis to Christianity and democracy to finally land on the topic of how the devil insinuated itself and entered our society.
His analysis is noteworthy, but he is missing the last final step: he persists in considering the Valstybė, the state, as the certified centre that has the power to decide [1], when, in reality, the State has become, in the Unipolar World, just a mere executor of decisions that are made elsewhere by different powers completely unrelated to every single state.
Those centres are the same centres that rule(d) the finance and economy of the world, whose ideology, it has become undeniable at this point of the state of the Art, is Satanism, whose main aim was the infiltration of the Catholic Church and the substitution of the Christian religion with a different religion which we see Bergoglio is day by day elaborating [2]
[1] See for example this assertion Dabartinių visuomenių įstatymus leidžia krikščionybės suprasti nenorintys parlamentarai "The laws of today's societies are made by parliamentarians who do not want to understand Christianity". But I think, but it is of course just my personal supposition, that he may speak a sort of Ezopinė Kalba: a language which deliberately fails to mention its deliberate objectives to avoid censorship but which, within the limits allowed, manages to convey the fundamental concept/concepts. Ezopinė Kalba is well rooted in Lithuanian literature, at least since the Soviet occupation onward. See it in Nerija Putinaitė, Nenutrūkusi Styga, Aidai 2007, chapter V p. 160 etc...
[2] We refer to the attentive dissection that Bergoglio's unique and real opponent makes of this slow penetrating and changing attempt to eradicate Jesus from the Christian religion: that is Don Minutella. Passim you can find his impressive bringing-to-light analysis of Bergoglio's apostasy on his YouTube channel: https://www.youtube.com/c/RadioDominaNostra
October 27, 2022
Silvia si interroga: Il suo piacere di vivere si era da allora spento e come una foglia in balia della corrente del fiume in piena, come un palloncino tra le volute del vento, aveva cominciato a fluttuare verso la propria fine?

Da "Essere mio padre" Paragrafo XIVromanzo in fase di scrittura.
Babbo, non hai mai avuto paura di seguire i tuoi pensieri lungo i loro sentieri tortuosi, e io, io che ora ti sto incarnando su questa terra, ho paura di questa eredità che mi ha generato come tua materia vivente diretta a testimoniarti, al mondo .
Sono così spaventata, perché non so su cosa posso contare e cosa no.
E sento, in questo regno del tuo lascito, quanto è inquietante che siamo finalmente in grado di parlare ora, ora che sei oltre il regno in cui mi hai lasciata e tuttavia riempi il mio cuore con il tuo spirito perché non vuoi io vi vaghi, da sola, senza di te.
Svegliarsi la notte e cominciare a scrivere a suo padre era divenuta un’abitudine che acquisiva il tono dell’impellenza. Non poteva dire che le piacesse o le dispiacesse. Era un imperativo. Una chiamata a cui non poteva disubbidire.
Apriva gli occhi nel mezzo della notte. I primi attimi non rifletteva. Poi capiva e ubbidiva. Andava in cucina, si faceva il caffè, prendeva il diario, lei che mai aveva avuto un diario, e principiava a scrivere in quella lingua che non era la sua.
E finito di scrivere provava piacere. Piacere di essere in pace con se stessa, e con il mondo (forse). Ed era una buona sensazione. Una sensazione che non sentiva da tanto. Nemmeno ricordava di aver mai sentito. E le piaceva. E quel silenzio della notte e quella tazza di caffè caldo, quel mondo notturno che la avvolgeva la ispirava ad una vita migliore. E le dava abento, in cui finalmente intendeva cose che mai durante il giorno aveva tempo di intendere. In particolare, che la siua vita aveva bisogno di cambiare. Che necessitava un cambio.
Solo gli stupidi non cambiano mai. Le ricordava la voce interiore.
E che poteva cambiare?
Era così lineare, strutturata la sua vita, che cambiare anche un piccolo componente avrebbe fatto crollare tutto il resto.
Voleva che crollasse tutto? Il lavoro, la famiglia, la vita che si era costruita negli ultimi venti anni, con fatica e...volontà...?
Non ne era sicura. Ma capiva che qualcosa doveva cambiare. Altrimenti che senso aveva svegliarsi la notte, tenere un diario e scrivere a un padre morto, ma vivo dentro di lei? Altrimenti che senso aveva quella tazza di caffè fra le mani, fumante? che si preparava alle tre del mattino, lei che di caffè ne beveva pochissimo durante il giorno?
Erano i segni che qualcosa si preparava, e magari lei ancora non vedeva, ma si preparava indipendentemente da che lei volesse o no?
Poi si lluminò. E trovò in quella calma notturna una sua colpa, dopo che di colpe al padre ne aveva trovate molte.
Man mano che un padre invecchia si volge sempre di più verso la figlia. Cerca in lei la sua salvezza.
Eppure lei gli aveva chiuso la porta in faccia. Gli aveva impedito di volgersi a lei, come forse aveva cercato - e si ricordò di tanti momenti in cui aveva avuto quella sensazione, che suo padre cercasse in lei conforto.
E si era rifiutata.
In particolare si ricordò di un giorno che l’aveva chiamata dall’aeroporto di Vilnius, mentre aspettava l’aereo per tornare in Italia.
Voleva parlare. Si sentiva.
Lei invece. provava disturbo. Lui insisteva, e si percepiva il suo bisogno di trovare parole di conforto in lei. Lei però si indispettiva e si negava.
Non ce la faccio più, disse lui, ad andare avanti e dietro. Mi devo trasferire qua. E’ un dolore immenso essere qua con Živilė e poi dover tornare, ogni volta. Il mio animo è a pezzi.
Lui pensava forse di poter parlare a lei a cuore aperto, e rifugiarsi in quello di sua figlia, la maggiore, e invece il cuore di lei si chiudeva davanti alle confessioni del padre, disperato.
Anzi si infastidiva. Soprattutto il nome di lei, detto così allo scoperto le generò quasi disgusto. Un urto di vomito.
Era gelosa? Allora nemmeno si era posta questa domanda. Ma ora sì, capiva che era gelosa.
E deve aver trovato un modo per troncare la comunicazione.
Non si ricordava come, ma qualcosa doveva aver fatto.
Perché poi lui mandò qualche messaggio via whatsapp, a cui lei non rispose, e poi lui tacque.
Forse ancora più disperato.
E lei non si curò mai più della sua disperazione.
Quando lui si sposò in Lituania senza dirle nulla, e lei troncò ogni rapporto, lui continuò a cercarla, a tentare un dialogo.
Ma lei fu irremovibile, e ora si rendeva conto dell’ostinata stupidità in cui aveva vissuto.
Provò, provò tante volte suo padre a riprendere il dialogo interrotto. Ma poi alla fine si arrese e non la cercò più.
Doveva aver capito quello che lei solo ora, dopo la sua morte, capiva, che non poteva più cercare il suo sostegno. Che lei avrebbe dovuto da sola nel suo muto accanimento contro di lui doveva trovare da sola il giorno e l’ora in cui sarebbe riuscita ad uscire da quel buco nero in cui era deplorevolmente caduta.
E lui certamente aveva intuito che quel giorno e quell’ora sarebbero stati solo dopo che lui se ne sarebbe dipartito.
Forse era stato anche quello che aveva influito nella sua decisione di non voler più vivere, un modo per abbreviare un’agonia, che per il padre, ripudiato dalla figlia maggiore, non deve essere stata leggera.
Il suo piacere di vivere si era da allora spento e come una foglia in balia della corrente del fiume in piena, come un palloncino tra le volute del vento, aveva cominciato a fluttuare verso la propria fine?
October 26, 2022
La vita conduce alla verità che sta oltre

In questo capitolo, il XXXVI, del mio romanzo A New Normal, in fase di elaborazione da più di un anno, e su cui mi sono parzialmente arenato per iniziare a scriverne un altro, Essere mio padre, si parla come in tutto il romanzo di un fenomeno preternaturale, che spesso accadono, e aiutano a scoprire che sta oltre questa vita e ci aspetta. E' uno di quei admonentia signa, di cui ho parlato nel mio precedente post in questo blog.
Credo che sia effetto della luna piena. Durante la luna piena si fanno sogni che non hanno significato. Gli disse lei in risposta al suo: Sai da varie notti sogno cose orribili.
Cosa? Gli aveva chiesto lei. Spririti orribili, strani esseri, che mi stanno davanti e mi fanno paura. Le aveva risposto lui. Ma non aveva avuto il coraggio di pronunciare la parola, diavolo. Non aveva avuto il coraggio di dirle che lui sapeva chi erano quegli strani esseri che sognava la notte e che gli mettevano terrore e sparivano solo quando pronunciava, Ave Maria gratia plena...non le aveva detto che ora capiva finalmente che intendesse padre Pio quando diceva che la notte il demonio non lo faceva dormire. Ora aveva una fotografia chiara di come agisse. In modo indiretto, capiva.
Non le aveva detto che la prima volta che le era apparsa una di quelle orribili visioni, lui aveva tentato di urlare e la voce gli era morta in gola e che la solita voce dentro che di tanto in tanto gli parlava e gli faceva prevedere le cose che sarebbero avvenute gli aveva ordinato: Abbraccia lei. Ti salverà! Non le aveva detto che luisubito l‘aveva abbracciata e subito si era calmato. E lei dormiva, beata, e di nulla si era accorta.
Non le aveva detto che anche già all‘inizio dell‘ inverno sentiva una presenza nella notte e solo vicino a lei tutto si calmava.
Ora era estate, finalmente.
Un‘estate venuta tardi, solo ad agosto, e dormivano con le finestre aperte. E lui guardava sempre in quella direzione impaurito, oltre le užuolaidos, le tende trasparenti, che erano l’unico schermo fra sé e la paura.
E temeva la figura nera farsi dietro inquieta.
Poi ebbe dei giorni di pausa.
Le notti erano ridiventate tranquille. E tiepide. Finalmente si respirava l‘estate, così breve in Lituania. Fra poco si sarebbe di nuovo lasciata la luce e ricaduti nel buio e nel freddo dell’autunno e dell’inverno a venire.
E stava quasi dimenticando tutto, quando, come spesso succedeva appena entrato in bagno sentì la solita voce di donna.
Sopravviverai!
Fu sorpreso. Sopravviverò? Si chiese. Sopravviverò a che?
Ma la voce non rispondeva e non rispose più.
Di nuovo passarono i giorni e si era ormai al Ferragosto. Era conveniente, si disse, che riprendesse allora le sue passeggiate lunghe che da Justiniškės lo portavano al centro di Vilnius. E così fece.
Tutti i giorni perciò attraversava il semaforo dell‘incrocio che da Spaudos Rūmai mena dall‘altra parte, a Karoliniškės.
E‘ un passaggio pedonale abbastanza ampio, che taglia la doppia arteria di traffico costante che senza sosta percorre quella doppia arteria.
Fu attraversando, mentre guardava il telefono, distratto, che non vide il rosso e non vide più nulla poi. Solo sentì, un botto, forte, violento, e il corpo sollevarsi, in aria.
Silenzio.
Poi, una luce, si accese.
Una luce innaturale che mai aveva veduto.
In quella luce si trovò avvolto. Stava in alto. E in basso stava il corpo.
Su di un lato si spandeva una grande macchia di sangue.
Un piccolo capannello di gente e in lontananza già si udiva l’urlo di sirene.
Più avanti in mezzo alla strada, che bloccava, il traffico una macchina con la parte anteriore ammaccata e vetri dalla parte del guidatore spaccati e i frantumi erano ricaduti su di un lato nella strada. E mentre guardava senza capacitarsi si sentì tirare su verso l’alto e man mano che saliva il colore della luce cambiava e si faceva meno torba, più intensa e quasi carezzava.
Si sentì bene, meglio di quanto non si fosse mai sentito in tutta la sua vita. Era felicissimo, stupito, elettrizzato, eccitato. I suoi sensi erano acuiti. Poteva vedere meglio, sentire meglio, avere un sapore migliore. Si sentiva meglio, molto meglio di quanto non avesse mai avuto modo di esserlo.
E mentre saliva continuava e vedere quel corpo sulla strada, che ora era stato messo in un sacco blu e veniva caricato su un carro funebre, ma poteva vedere oltre il sacco blu. E si vide dentro quel sacco . O meglio, vide qualcuno che somigliava a se stesso. Capiva che era lui ma allo stesso tempo si dispiaceva nel riconoscersi in lui.
Ma mentre saliva l‘ascesa si interruppe. E allora si sentì precipitare giù verso il basso. Come se ci fosse stato un cambiamento di programma.
La discesa sembrava non finire mai e più scendeva e più tutto attorno si faceva tetro.
A un certo punto la discesa terminò e udì persone che lo chiamavano. Vide un gruppo di persone in un corridoio angusto e buio, forse otto, che gli dissero: ‘Sappiamo tutto di te, ti stiamo aspettando da molto tempo, ed è ora che tu venga con noi.'”
Voleva credere che fossero amici, perché avevano nonostante tutto il tono di chi è amico, ma mentre seguiva il gruppo lungo il corridoio buio che diveniva un abisso oscuro, il loro comportamento amicale cambiò, il loro numero aumentò e le loro parole divennero crudeli, blasfeme, beffarde, vituperanti. Allora ebbe paura. E urlò “Torno indietro!” Ma le figure nere non volevano, glielo impedirono. A quel punto seppe chi erano. Erano persone che avevano vissuto di piacere, di prevaricazione, di crudeltà. Quelle che lui aveva voluto combattere e annientare. E ora avevano trasferito lì in quel luogo abietto il loro modo di vivere e cercavano di attirare persone come lui dal mondo per convertirle al loro credo, coloro che in vita non avevano potuto convertire, coloro che in vita si erano a loro opposti.
Era orribile. Non voleva ora diventare come loro. Non lo era stato in vita, come accettarlo ora? Ma la forza della loro mente era violenta, ineludibile.
Le sue labbra mormorarono istintualmente:
Sancte Michael Archangele,
Defende nos in proelio
Contra nequitiam et insidias diaboli esto
Praesidium
Imperet illi Deus...
Quelle figure nere presero ad urlare “Che preghi? Smetti o sarà ancora peggio per te! Che preghi? Non verrà nessuno in tuo aiuto, idiota!”.
Ma lui continuò e quelle si straziarono. E si disperarono ancor che mai.
E finalmente una luce. E apparve l‘Arcangelo Gabriele con la spada rivolta contro i neri esseri. E quelle figure nere urlando parole oscene, irripetibili, si ritirarono.
“Che succede?” Chiese lui.
“Dovevi vedere”. Rispose l‘Arcangelo, così ha voluto Maria.
“Vedere cosa?”
“Vedere come il mondo in cui vivi che qua continua e si riproduce, vive qua di quella stessa luce ma in modo aumentato. Il mondo in cui vivi anticipa solo quello che poi sarà ma con meno forza e nitidezza. Perciò dovevi vedere e capire.”
Parlava con dolcezza l’Arcangelo anche se la sua voce era perentoria. Lo toccò con una mano sulla spalla e disse: “Va‘ adesso. Torna a casa. Ti aspettano.”
Aprì gli occhi. Si guardò attorno. Fu accecato dalla luce al neon che veniva dal soffitto. Era una stanza bianca e fredda. Si trovò disteso su un tavolo di ferro. Freddo anch’esso. Si guardò attorno. Non c‘era nessuno.
Si alzò. Con sua sorpresa si accorse di essere vestito con gli stessi abiti di quando era uscito di casa.
Vi era uno specchio. Si guardò. I vestiti erano puliti. Non vi erano macchie di sangue. Né erano rotti o strappati. La sua faccia, le sue mani non avevano ferite. Non aveva ematomi. Lividi, Niente. Stava bene e camminava bene. Meglio di quando era uscito.
Uscì da quella stanza. Il corridoio era deserto.
Seguì le indicazioni ed uscì dall‘ospedale.
Appena fuori un taxi aspettava. Salì.
Quando entrò il taxista gli Chiese. Ponas...e lui rispose: Taip! Il taxista gli menzionò gli indirizzo dove portarlo. Era quello dicasa. Di nuovo rispose: Taip!.
Il taxi partì. Si accorse che accanto a lui sul sedile posteriore vi era un sacco della spesa pieno di cose.
Nel mentre suonò il telefono. Era lei. Ma dove sei? Ti ho chiamato due volte ma non rispondi.
Scusami, avevo il telefono in tasca e lo avevo silenziato senza accorgermene, rispose. Ho preso un taxi. Fra poco arrivo.
Hai fatto spesa, gli chiese lei.
Taip. Rispose inavvertitamente.
Guardò fuori dal finestrino e vide un cartello con fondo amaranto, con scritte in rilievo, bianche: Vilniaus Universiteto Ligoninės Santariškių Klinikos.
Capì che era finito dall’altra parte della città, nel quartiere ospedaliero di Vilnius all’inizio della città.
October 25, 2022
De admonentibus signis

There are signs coming to this saeculum from what stays behind and beyond the visible reality of this saeculum, invisible to the eyes but not to the minds and hearts trained to listen, which is a quality of those people that are made of light and not opaque matter (the majority).
In this little paragraph (I, 10, 2) of the De Civitate Dei by Saint Augustine, you can track back to the nature of the signs which help to develop the training of listening.
Signum 1) Nudus exivi de utero matris meae, nudus revertar in terram. Dominus dedit, Dominus abstulit, sicut Domino placuit, ita factum est: Naked I departed from my mother’s womb, and naked I shall return. The Lord gave, and the Lord has taken away. Just as it pleased the Lord, so has it been done.
Being-toward-death, used to say Martin Heidegger, but we will say instead being-toward-nudity. Listen to your nudity, your being-human, and see yourself beyond the layers that are covering your nudity. Have as ultimate aim the vision of your nudity in front of your destination. To that destination, you will bring just your nudity and not your layers that are covering it to your conscience.
Signum 2) Magnas facultates...quas cito fuerat moriens relicturus: those things [layers] that, dying, [man] would soon abandon.Signum 3) Experimentorum disciplina: in the harsh experimentation of events, you learn the training to listen
Signum 4) Apprehendere veram vitam, in listening to, you will seize the real meaning of life, and the place of your heart
Signum 5) Ubi est cor tuum, illic erit thesaurus tuus, your heat will be there where is the goal of your listening (thesaurus)
Signum 6) Ubi enim sint omnia mea, tu scis, at that moment you will know where is all that it matters to you
Signum 7) Ibi enim habebat omnia, There, in fact, it was what you needed to know and you knew through the listening Signum 8) and this happens because si non praecedente sapientia, certe consequente experientia didicerunt, those attempts to develop your faculty of listening was taught to you if not by innate wisdom, certainly by a consequent experiencing.
October 23, 2022
Father, you don't want me to wander, alone, without you - Spiritus patris super Silviam descendit

Father you have never been afraid to follow your thoughts down their winding track, and me, me that I am now embodying you on this earth I am scared of this inheritance, that fathered me as your living matter steered to witness you, to the world.
I am so scared because I don't know what I can draw on, and what not.
And I feel, in this realm of your bequest, how eerie is it that we are finally capable of talking now, now that you are beyond the kingdom where you left me and yet you fill my heart with your spirit for you don't want me to wander, alone, without you.
October 22, 2022
Latin ablative absolute Greek genetive absolute and Lithuanian past participle in -ęs/-ę

Lithuanian has quite an "overgrown" participial system in comparison with the other Indo-European languages, like Latin, Greek and Sanskrit. In most of the Indo-European languages the inherited participial systems were reduced but Lithuanian not only kept all the inherited Indo-European participles, but it expanded their system.
In this short note we focus on the comparability of the past active participle in -ęs with some participial forms of Latin and Greek.
The Latin ablative absolute finds its counterpart in Lithuanian in the past participle in -ęs (singular masculine nominative) -ę (plural masculine nominative) -usi (singular feminine nominative) -usios (plural feminine nominative):
Dux, caesis hostibus, liberavit exercitum = vadas, priešą nužudęs, išlaisvino kariuomenę = The commander after slaughtering the enemy freed the army
Caesar, oratione habita, in Italiam profectus est = Cezaris, pasakęs kalbą, išvyko į Italiją = Caesar, having made a speech, set out for Italy
which in turn corresponds to the genitive absolute in Greek:
Ἡρπασμένης τῆς χώρας, οἱ πολίται ἐπί τούς πολεμίους ἐπορεύοντο = piliečiai, apiplėšę teritoriją, žygiavo į priešų pusę = after plundering the territory, the citizens marched against the enemies
Latin ablative absolute Greek genetive absolute and Lithuanian perfect participle in -ęs/-ę

The Latin ablative absolute finds its counterpart in Lithuanian in the perfect participle in - ęs (singular masculine nominative) - ę (plural masculine nominative) - usi (singular feminine nominative) - usios (plural feminine nominative):
Dux, caesis hostibus, liberavit exercitum = vadas, priešą nužudęs, išlaisvino kariuomenę = The commander after slaughtering the enemy freed the army
Caesar, oratione habita, in Italiam profectus est = Cezaris, pasakęs kalbą, išvyko į Italiją = Caesar, having made a speech, set out for Italy
which in turn corresponds to the genitive absolute in Greek:
Ἡρπασμένης τῆς χώρας, οἱ πολίται ἐπί τούς πολεμίους ἐπορεύοντο = piliečiai, apiplėšę teritoriją, žygiavo į priešų pusę = after plundering the territory, the citizens marched against the enemies