Fabrizio Ulivieri's Blog, page 6

July 10, 2025

Storia di un poeta (La linguistica è idologia)

 




Tante cose lo disturbavano della società italiana.
Soprattutto, poiché all’epoca frequentava il mondo universitario, era il chiudersi a riccio del mondo accademico, fino a rasentare l’ottusità.
E quando cominciò a leggere quel libro e lesse quella frase fu fulminato dall’aria nuova che avrebbe respirato in quelle pagine. L’accademico, lo specialista “a furia di assottigliare sempre più la sua area di ricerca, finisce col sapere tutto su nulla”.

Già a Pisa con il professor Poggi si era reso conto come certi specialisti, come lui, si siano talmente specializzati da non consentire a se stessi di pensare oltre quello che la loro fede nel proprio metodo gli consenta. Un fede solo di parte, non critica, che gli impedisce di pensare qualsiasi altro metodo, che non sia il loro, anche se quello palesa in modo fin troppo evidente di poter dimostrare verità innegabili.
In fondo quel mondo accademico non era così poi distante dal mondo rappresentato dal famoso medico aristotelico che portato davanti all'accurata dissezione dell'anatomico che mostrava chiaramente come i nervi originano dal cervello e dal midollo spinale, disse: voi mi avete fatto vedere questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il testo di Aristotile non fusse contrario, che apertamente dice i nervi nascer dal cuore, bisognerebbe per forza confessarla per vera.

La linguisitica aveva sempre bisogno di un positum per iniziare il propio ragionamento, e su quel positum costruiva le sue architetture che talora diventavano gioco di abile virtuosismo destinato a moltipicarsi per attestare il proprio progresso. Cosi la linguistica storica, che l’aveva fin lí affascinato, finiva per addentrarsi in perversi labirinti di echi e di suoni ipotizzati, senza che l’Indoeuropeo accennasse a essere una lingua reale.
Come diceva il professore si era passati da ipotizzare *avis "uccelload *owis, e poi ancora al posto di *owis l’attuale *h3 éwis quindi al posto di * varna “lana” si volle *wlna e quindi si fu propensi per *wlH2neH2 .
Il professor Semerano, seppur conosciuta la sua opera in un momento in cui aveva abbandonato la linguistica per il domandare metafisico, gli confermava che il suo abbandono era stato necessario.
Leggere I libri di Semerano acuí la distanza che nasceva fra lui e il mondo accademico. Curiosamente più si distanziava da quel mondo meno diventava timido.
Si sentiva di pari passo liberare da retaggi, da lasciti che da sempre gli avevano impedito di essere quello che avrebbe voluto essere.
Che fu il male della sua vita.
Larvatus prodeo, di Cartesio, poteva essere il motto della sua vita.
Era un fatto curioso che le due cose fossero collegate. Curioso ma non infondato.
Gli ci sarebbero voluti anni, decine di anni fino al giorno in cui volendo capire il perché di quel larvatus prodeo, il demone della sua vita, scandagliò a lungo dentro di sé fino a che un’immagine gli si parò innanzi, come la matrice di tutto.
Un bambino in braccio a una madre.
Un bambino vestito da bambina per Carnevale in braccio a sua madre
Un bambino rosso per la vergogna per essere vestito come una bambina ma che accettava quel travestimento per stare in seno a sua madre e respirare il profumo del suo petto che gli dava sicurezza e amore in cambio.
Una madre che voleva una bambina e invece era nato lui, il bambino con una testolina bionda e capelli ricci.
Così gli aveva lasciato i biondi capelli, lunghi con i riccioli d’oro e lo vestiva da bambina a Carnevale per vedere quella bambina che avrebbo voluto tanto ma non aveva avuto. E per la quale, convinta com’era di avere una femmina, aveva anche già scelto il nome: Fabrizia.
Lì, era tutto cominciato. Lì, aveva cominciato ad accettare di essere quello che in realtà non era e per tutta la sua vita larvatus prodiit.
Ma questo appunto lo capì molto più tardi - quando cominciò a capire come le ideologie sono idee nate e imposte al pensiero comune e globale che falsificano la realtà e sono dure a morire perché divengono i fondamenti della menzogna di chi le detiene e ne deriva privilegi e potere.
Così come Semerano che combatteva l’ideologia germanica che aveva plasmato il concetto di Indo-germanico prima e di Indoeuropeo poi (anche le ideologie devono democratizzarsi nel tempo) contro i professori universitari che difendevano idee errate sulla linguistica per difendere i privilegi e l’autorità delle loro cattedre che si fondavano su un’ideologia imperante e globale – così anche l’idea della madre, in privato, si era imposta all’Io di un piccolo bambino procurandogli, magari al di là delle intenzioni della madre, un disagio che lo avrebbe condizionato per decine di anni solo in virtù del potere che aveva la madre di dare sicurezza e protezione al piccolo bambino.
E forse proprio dalla linguististica era cominciato sotterraneamente un processo di analisi del mondo esteriore che si sarebbe poi riversato anche nel suo mondo interiore.
E Semerano fu il motore di quel movimento di ricerca, che all’inizio, a Pisa, era solo un disagio personale.
La linguistica agì come un fiume carsico che scorse sotterraneo sotto la superficie in cui si muoveva invece la filosofia per poi sfociare e ritornare in superficie e scorrere nella luce della filosofia sul finire della sua vita,

Fu portato a casa di Semerano da una critica della letteratura italiana di Lucca che aveva conosciuto tramite un suo amico poeta fiorentino andando alle presentazioni dei suoi libri.
La casa di Semerano era grande con grandi vetrate eppure forse per l’ampiezza delle stanze regnava un po’ di penombra.
Li ricevette nella sua immensa biblioteca.
Vedi giovane amico, io credo di aver fatto delle grandi scoperte, ma sono isolato. Non faccio parte del mondo accademico. Se ho avuto qualche riconoscimento l’ho avuto ma non dal mondo della linguistica comparativa che fa di tutto per escludermi. Addirittura vorrebbero impedirmi l’ingresso a certe biblioteche…
Stia attento professore, il nostro giovane amico ha un padre che è professore di sanscrito all’università di Pisa – intervenne la Carleschi, la critica che lo aveva accompagnato da Semerano.
Davvero? E come si chiama suo padre?
Saverio Santi.
Ma lo conosco perdinci! Ho letto I suoi libri sul Mahābhārata. Molto belli. Ma insegna ancora Suo padre? Dovrebbe essere più giovane di me di qualche anno…
No, è andato in pensione. Dopo la morte del professor Mazzarroni, l’istituto di Glottologia non era più lo stesso. Non vi si trovava più. Era un altro mondo. Chiuso, poco propenso alle innovazione come quando vi era il professor Mazzarroni…e così è andato in prepensionamento.
Oh, lo capisco. Lo capisco. Ma almeno Suo padre ha capito e si è fatto da parte. Qui a Firenze vi sono dei dinosauri che mai muoiono e anche se in pensione conntinuano a comandare su chi debba andare in cattedra o meno…
Ma professore, volevo chiederLe - chiese Giorgio - ma Lei è proprio solo? Non ha nemmeno un allievo, un discepolo?
Sì, in verità ne ho uno.

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Published on July 10, 2025 12:24

July 6, 2025

E se ti guardo negli occhi

 



Sempre accanto tu - mi sei stata
E cosí leggera sei passata
E non so se ti ho conosciuta
Ma amo la tua ultima parola
Amo il tuo orgoglio di essere
Il tuo esister quasi perfetto
Con te ho imparato la vita
Attraversare leggero lieve
Moderato non marcato andare
Il tuo corpo ad amare unico
Il tuo nel mio cresciuto insiemeNon so più quale amor ci tieneÈ un amor sublime -divinoE se gli occhi guardo lontanoLì vive uno star sovrumano.
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Published on July 06, 2025 09:27

July 5, 2025

La carne della mano

 



Mi guardo la mano
Vedo oltre la carne
Vedo oltre l' errare
Oltre cuore e pena
Il lungo andare
Ma ora d' amore
So il preparare
Tutto qua lasciare.
Nell'amore vivo
In lui mi confido La carne che vedo Sale della mano 
Su e poi lontano.


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Published on July 05, 2025 11:42

"Vėjas - Vento" di Salomėja Nėris

 


Vento e vento!
Vento e vento!
Sciogli i capelli e poi m' abbracci
E tutta mi baci nel volto, nel seno.
Papavero d'autunno
E foglia gialla
Ai miei capelli segreto intrecci.
L' amore d'autunno nel petto che brucia
E tu corri e corri
E nulla raggiungi...
Socchiusi gli occhi con il volto che ride
Mi porti, mi culli - vento che corri...

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Vėjas, oi, vėjas!
Vėjas ir vėjas!
Plaukus paleido ir apkabino,
Ir išbučiavo veidą, krūtinę.
Rudens aguoną —
Lapą geltoną
Į m ano plaukus slapta įpynė. —
Rudenio meile dega krūtinė.
Lėkti ir lėkti!
Ir nepasiekti...
Akys užmerktos, juokiasi veidas, —
Neša ir supa vėjas palaidas!


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Published on July 05, 2025 07:31

Essere o Nulla





Sempre io penso
Che ovunque sonoTutto quello sono Che sempre divengoE perciò nell'EssereNon al Nulla vengo.
Seppur nati spintiAl Nulla andiamoAl senso espostiDal Nulla viriamo.

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Published on July 05, 2025 00:40

July 2, 2025

Quando l'inverno incontro verrà

 


Ho paura quando l'estate finirà
E un nuovo inverno incontro verrà
Sarà come un tunnel nero andare
Senza fine vedere e sempre patire
Dentro e fuori come tremore seguire
Come potrò - mi chiedo - in me durare?




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Published on July 02, 2025 22:07

Nascosta sempre qua resterai

 



Se penso la dignità dell'uomo
Quella sei tu - distesa nel letto
Occhi socchiusi preghi Iddío
Gl' Angeli e Gesù e Maria - rigida
Quasi immobile le labbra muovi
Ti ami lo vedo - io ti vedo
Come il tuo corpo tieni vivo
Nel destino che senti vicino
Sei di carne e non chiedi spirito
La carne sarà resurrezione
Non d' anima ma solo un suono
Il bisbigliare fra labbra chiuse
iI tuo giacer impronta la vita
Leggera qua resterai nel mondo
Nascosta sempre e non morta - mai.




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Published on July 02, 2025 21:41

June 30, 2025

"Sugrįžtu - Torno da te" di Salomėja Nėris (libera traduzione)






Torno da te mio bianco sogno
Da te ritorno...
Sono stata là dov'è gioia, dove i calici spumano
pieni di luce e fiori.
Ho visto - ridevi giovinezza al tuo banchetto
nuda e animale.
Ti ho visto giovinezza come nel riso sei poi sparita
Come il nero nella notte.
Ho pianto a vederti morire giovinezza
E nei fiori appassire.
Ho pianto - ché mi hai incantato
con i tuoi veleni dolci e mortali.
No, non qui sarai felice, fra corone e vino,
Non qua la strada che vai!
Orrido abisso sei eppure brillavi bella come le stelle
Della notte sei la strada!
Ti ho visto dai colli salutarmi
tu come donna la forma!
Torno da te mio bianco sogno
Da te ritorno...


--------------------
Sugrįžtu į tave, mano mūza baltoji!
Sugrįžtu...
Aš buvau ten, kur džiaugsmas, kur taurės putoja,
Kur pilna šviesos ir žiedų.
Aš mačiau kaip jaunystė svaigiam pokily juokės
Aistri ir nuoga.
Aš mačiau – tai jaunystė šypsodamos vyto
Po nakties uždanga.
Ir verkiau aš pamačius, kaip žūva jaunystė,
Kaip vysta žiedai.
Aš verkiau – ir mane mirtinai apkerėjo
Saldūs, saldūs nuodai.
„Tavo laimė ne čia, kur vainikai ir vynas,
Tavo kelias ne čia!
Ir klaikus, kaip bedugnė, ir skaidrus, kaip žvaigždynas,
Tavo kelias nakčia!
Ir išvydau – tai tu iš kalnų mane moji,
Mano motina tu!
Sugrįžtu į tave, mano mūza baltoji!
Sugrįžtu...

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Published on June 30, 2025 12:43

June 28, 2025

When I looked at you

 



When I looked at you, I looked as you ought look at me.
I watched you, and what I saw could be you.
Was what I felt what you felt?
Was my body ever given to you?
Was your body ever given to me?

With all the leaves gone almost from the trees,
I did not walk briskly away from the thought of you.
It was cold and icy outside, and soon it would be the snow.

I looked at the sky, at the high open place
Along the avenue where you were the last time I saw you
I tried to feel what you felt - before you left.
Leaving for there where all must go.


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Published on June 28, 2025 22:07

L'incompiuto di quei giorni

 




Io non so - eppure me lo chiede
fuori il vento la sua voce 
nel sole che freddo brilla
Fra nuvole grige e plumbeo
in questa terra lontana
che tutto qui raccoglie
l'incompiuto di quei giorni
lontani come ossessione
il tradire il non essere
lí con voi invisibile.

Fra foglie mosse agitate e scomposte
di raffiche impietose i fantasmi
a cielo aperto nell'aria stanno -
Perché tu ragioni e qui noi brami?



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Published on June 28, 2025 04:21