Fabrizio Ulivieri's Blog, page 140

July 30, 2017

Parassiti (quarta parte) - Chi copre i jihadisti nel Regno Unito?



Farah aveva lasciato la famiglia, nel novembre 2013, a 19 anni. Viveva con i genitori in un quartiere periferico di Glasgow. Li aveva salutati dicendo che sarebbe andata a scuola e non era più tornata.
Quattro giorni più tardi aveva attraversato il confine con la Siria provenendo dalla Turchia.
Durante la sua permanenza in Siria aveva lavorato soprattutto sui social media all’indottrinamento esaltando l’ideologia del califfato e invitando ad attaccare l’occidente. Aveva postato foto AK-47 e esecuzioni capitali perpetrate dall’Isis.
“Seguite l’esempio dei vostri fratelli Woolwich, Texas, Boston ecc. Non abbiate timore Allah è sempre con i Credenti”
La famiglia leggendo quello che postava sui social aveva risposto con un post di orrore “Sei una disgrazia per la tua famiglia e la gente della Scozia. Se mai ci hai amato, ti preghiamo di fermarti.”.
Ma lei ormai faceva parte di un’altra famiglia e aveva dimenticato quella in cui era cresciuta naturalmente.

Nell’ultima telefonata a suo padre aveva detto:

- Voglio diventare una martire. Ti porterò in paradiso padre. Terrò la tua mano

Nella sua attività di indottrinamento era riuscita far entrare in Siria, sempre attraverso la Turchia, altre tre ragazze di Glasgow che frequentavano la sua stessa scuola facendo loro lasciare La famiglia come lei aveva fatto.
La cosa sorprendente era facilità con cui entravano in Turchia e da qui passavano in Siria.
La famiglia si era lamentata del comportamento delle autorità inglesi che avevano monitorato l’attività di Farah per mesi prima che scomparisse ma mai si erano curati di avvertire del pericolo di fuga della figlia. Erano rimasti completamente indifferenti alle vicende umane.
Si erano trincerati dietro ad un “No comment!” a causa di indagini in corso.
- Perché hai abbandonato la famiglia? – le chiese come se fosse una domanda inerente alle indagini
- Per amore di Allah. Abbandonare la famiglia che ti ha cresciuto ed amato è la cosa più orribile che     puoi fare ma lo puoi fare solo per amore di Allah. Nulla può farti tremare nell’amore di Allah. Un      genitore con poca fede in Allah mai potrà comprendere perché una loro figlia lasci una vita agiata  per andare in una nazione distrutta dalla guerra
- Perché le autorità secondo te non hanno mai avvertito la tua famiglia delle tue attività pro Daesh?
- Capitano, lei è un ingenuo
- Perché ingenuo?
- A loro fa comodo, non l’ha capito?
- A loro chi?
- Ma capitano che lavoro fa lei?
Il capitano pensò che stranamente finora non aveva ricevuto capi d’imputazione dalle autorità di Glasgow.
Che stranamente mai avevano impedito in qualche modo la sua attività di propaganda…era stata come dicono all'MI5, deprioritised?
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Published on July 30, 2017 11:53

July 29, 2017

Amore šaltibarščiai e pomodori rossi: biografia di un amore dall'interno"


Non è molto diverso un amore felice da un’opera d’arte che incontri il successo. Gli ingredienti sono gli stessi più la stessa fortuna di incontrare il soggetto giusto che funzioni.... (da "Amore šaltibarščiai e pomodori rossi")

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Published on July 29, 2017 12:40

Amore šaltibarščiai e pomodori: biografia di un amore dall'interno"


Non è molto diverso un amore felice da un’opera d’arte che incontri il successo. Gli ingredienti sono gli stessi più la stessa fortuna di incontrare il soggetto giusto che funzioni.... (da "Amore šaltibarščiai e pomodori rossi")

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Published on July 29, 2017 12:40

Recensione a "Rugíle" su Recensionelibri



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Il lettore sarà al fianco del protagonista provando un forte coinvolgimentoemotivo quando viene raccontata la sua malattia, la sua guarigione e tutte le conseguenze che quel tempo complicato ha lasciato sulla sua carne e sulla sua anima....vai alla recensione
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Published on July 29, 2017 09:00

July 28, 2017

Isole di felicità (Laimes salos ) - terza parte

Foto Zivile Abrutyte



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Spesso non si piaceva. Avrebbe voluto essere diversa. Più attiva, meno rassegnata. Avrebbe voluto creare. Progettare. Avere idee da cercare di mettere in pratica.
Si sentiva a corto di idee. A corto di iniziativa.
Dava colpa alle figlie. Si sentiva bloccata da loro, ma si rendeva conto che stava mentendo a se stessa.
Era un problema di carattere, di mancanza di fiducia, la sua scarsa motivazione a produrre.
“Avere successo” nella vita, questo era divenuto il suo più grande cruccio.

Davvero si sentiva troppo limitata alla casa, ai figli, a preparare i pasti per loro e cercare di essere bella. E bella per chi? Per Konstantin? Ma se nemmeno sapeva se lui ne era innamorato?
Forse avrebbe dovuto seguire l’istinto: aiutare gli altri. Aveva sempre avuto dentro di sé quel desiderio. Forse doveva fare qualcosa in quel senso. Qualche volta aveva pensato di dedicare il sabato a aiutare i bambini orfani.
Fare la volontaria in quei centri. Forse così sarebbe stata felice.

- Laimė nėra pinigų kiekis kišenėje – teko turėti, teko ir neturėti[1]

La vera felicità sentiva che per lei sarebbe stato fare qualcosa e vedere risultati. Forse ora turėjo pilną užpakalᶖ, forse ora aveva il culo pieno, aveva troppo di tutto, anche se non le pareva. Forse aveva troppo veramente, non si impegnava, non si guardava più attorno come prima, prima della separazione. Allora aveva un obiettivo, ora che quell’obiettivo era venuto meno anche lei si era troppo rilassata.
Suo marito si era rivelato un bambino e aveva finito per avere tre figli anziché due figlie. Il matrimonio, una lunga convivenza insieme rivela sempre una persona che non si era manifestata tale fino al matrimonio.
Ora cercava un uomo più maturo.
Sarebbe stato Konstantin?
Ne dubitava. Più o meno aveva la stessa età del suo ex marito. Forse innamorarsi di Konstantin sarebbe stato un altro errore, lo stesso che aveva fatto con Marijonas.
Forse era meglio rimanere nelle proprie abitudini. Raffreddare il rapporto con Konstantin. Dopo un calore iniziale ora ne capiva la pericolosità. Quel rapporto l’avrebbe riportata alla vita di prima.

Avrebbe fatto la fotografa. Aveva deciso. Da sempre il suo desiderio era imparare a fotografare. Avrebbe preso lezioni private di fotografia e avrebbe seguito il desiderio della sua vita.
Ora non poteva più nascondersi.
Quando hai capito che vuoi non puoi più nasconderti.

Ma come l’aveva capito? L'aveva capito il giorno che era entrata nella camera di Rebeka e Goda. Un caos totale. Biancheria per terra, sparsa ovunque, Pezzi di cioccolata, caramelle sul tavolo. Pettini pieni di capelli. Scarpe ovunque.

- O Dieve!

Si mise le mani nei capelli.
- Ma posso continuare così? E' giusto continuare cosi?

In quelle due domande si racchiuse l'essenza della sua decisione. Cambiare. Cambiare una volta per sempre.
Ma come?







La felicità non è avere soldi in tasca – il denaro oggi c’è domani non c’è….
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Published on July 28, 2017 01:08

July 27, 2017

IL sorriso della meretrice (Recensione di Matteo Gamba - Vanity Fair - Il diario di Adamo)



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Cecilia
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Ciao Matteo,
sono “una lettrice professionista”: faccio l’editor a Roma. Per il mio lavoro, mi sono imbattuta in un bel libro, un ebook: Il Sorriso Della Meretrice di Fabrizio Ulivieri. Parla di sesso (ma non solo di questo). E lo racconta in termini diversi da come ne parlano altri romanzi, anche famosi bestseller. Per questo volevo parlartene, visto che ti capita di affrontare anche questi temi, senza tabù, sul tuo blog.
Si tratta di un viaggio nel sesso come salvezza e redenzione da un mondo in crisi, attorno a cui la vita si organizza, si costruisce....vai a Vanity Fair - Il diario di Adamo
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Published on July 27, 2017 07:30

Rugìle (nuova recensione su "Libro Cafè")








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Storie d'amore, di sesso senza tabù e di passione; storie raccontate alla fine di una vita con la lucidità di chi non ha più nulla da perdere. Il racconto di un uomo che vive rapporti intensi e logoranti, interrogativi sul senso stesso dell'esistenza che non è mai quello che appare in superficie, sempre più profondo, che non si vede ma prepara e organizza la realtà di personaggi ai limiti del normale che vivono di soli amori malati, passioni e istinti. L'istinto è il vero protagonista di questo romanzo; l'istinto che di primo acchito non è spiegabile, non si riduce a nulla di razionale, tuttavia ha una sua spiegazione che va oltre il mondo in cui viviamo, che fa parte di più universi e si origina dall'infinitamente piccolo...vai a "Libro Cafè"
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Published on July 27, 2017 06:32

July 25, 2017

Da "Cecilia" (un'aliena a Firenze)


"Cecilia" compra su Amazon

...Qui la gente viveva per strada. Si camminava a piedi per raggiungere qualsiasi punto della città. Nel centro non c’erano macchine. Se stavi in casa con le finestre aperte sentivi i vicini parlare dall’appartamento accanto, alla notte percepivi i passi sul lastricato dei pedoni e le urla di giovani che avevano alzato il gomito…qui la vita si muoveva nell’aria e nel sole che ti baciava la pelle…
Da quando le avevano chiesto di trasferirsi a Firenze la sua vita aveva cominciato a cambiare.
Non sapeva come, ma stava cambiando. Era felice e piú rilassata allo stesso tempo, inquieta però. Aveva un compito da svolgere qui. Era qualcosa di nuovo e non sapeva come. Studiava gli esseri di questa città. Li osservava. Li analizzava e li scannerizzava. Ne rubava i dati e li memorizzava. Aveva una capacità di memorizzazione eccezionale. Fuori dal comune. Il suo IQ era uno dei piú elevati della razza a cui apparteneva.
Poteva leggere la digitazione di un PIN da lontano ed alla rovescia. Le bastava puntare con gli occhi qualsiasi documento e subito poteva visualizzarlo in modo da ricordarlo.

A Firenze i sapori erano diversi. La lingua. Il modo di parlare. Gli odori per la strada. Ogni città ha i suoi odori, quasi avesse una vita a prescindere da chi la popola e l’abita. Qui parlavano soprattutto con le mani e con il corpo. Linguaggio dei gesti lo chiamavano...


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Published on July 25, 2017 03:58

July 23, 2017

Parassiti (terza parte) - La soffiata



La soffiata

Come fosse arrivata la soffiata non lo aveva saputo. Tuttavia un’idea ce l’aveva. Qualcosa che voleva inceppare i rapporti fra l’Isis e chi li sosteneva. Infatti il carico partito da New Delhi, era stato venduto a un importatore che era basato a Dubai, che lo aveva spedito dall’India a Sri Lanka. Era un Business da 75 milioni di euro, ogni pillola sarebbe stata rivenduta a 2 euro l’una ai combattenti.
A Sri Lanka erano scomparsi i documenti di accompagnamento del carico consegnati alla partenza. Da lì aveva fatto rotta verso Livorno. Mentre era in navigazione verso l’Italia era arrivata la soffiata.

- Comandante Petacchi se ne dovrà occupare lei insieme ai colleghi della Guardia di Finanza. Questo è un carico destinato ai combattenti dell’Isis di Tobruk. I colleghi della Finanza si occuperanno del carico e delle ispezioni. Lei deve occuparsi di cercare le connessioni con basisti italiani, cellule dormienti… in Francia e in Grecia ne hanno rinvenute grandi quantità in alcuni covi…sarà compito suo rintracciarne sul territorio toscano…Lei ha modi bruschi, duri, ma effettivi. Credo che Lei sia l’uomo adatto. Anche per via della sua lunga esperienza nella lotta al contrabbando di stupefacenti e lotta al terrorismo sempre più interconnessi…
Con queste parole il colonnello Lorenzini lo aveva informato riguardo al suo nuovo incarico.

Fece una cosa che non aveva mai fatto, durante il sequestro al porto di Livorno. Sottrasse una scatola di Tramadol dal carico e se la mise in tasca. Il Tramadol è un oppiode per il dolore, un painkiller. I combattenti dell’Isis lo prendono perché è un implementatore di energia, dà euforia e migliora le prestazioni sessuali. Lo usano come il Captagon o il Contramal perché combatte la paura e la stanchezza e li rende invincibili nel combattimento.

- Scusatemi un attimo – disse ai colleghi e si recò in bagno. Appena chiusa la porta principiò a orinare aprì la scatola del Tramadol e ne inghiottì un paio

La sera tornò a casa, si tolse la divisa si vestì di abiti civili e corse a fottere una puttana cinese in un centro massaggi.

- Vacca, troia! Godi vacca di merda – le urlava in faccia mentre la fotteva con violenza

Provò voglia di darle un pugno sul naso ma riuscì a trattenersi. Si limitò solo ad offese verbali di cui poi si scusò con se stesso per l’effetto Tramadol.
Ma funzionava, oh sì che funzionava.
Poteva ora immaginarsi lo stato di pazzia in cui collassavano i guerriglieri dell’Isis sotto l’azione di quelle pasticche.

- Deve capire capitano - aveva continuato il Colonnello Lorenzini - che l’Isis gestisce uno dei più grandi traffici di droga del mondo, pari ai cartelli del Messico o della Colombia…
Il capitano aveva imparato a non fidarsi nessuno, tantomeno dei superiori. Si tenne la sua opinione e non batté ciglio.La sua convinzione era che fosse disinformazione. Si voleva trasformare l’Isis in un nuovo cartello del commercio della droga ma lui aveva seri dubbi.
Sono più certi Stati che lasciano fare o sono talmente corrotti da permettere l’economia della droga e proteggere chi la controlla. Gli stati in buona parte vivono di quella economia. Se venisse completamente eradicata, crollerebbero.
Fu allora in una di quelle lunghe indagini alla ricerca di stupefacenti in mano ai terroristi e controlli di mesi di conversazioni telefoniche che sentì la sua voce.

…lavorare in rete, sui social media, è Jihad. E’ niente di meno di quello che fanno nei campi di battaglia in Siria, con il permesso di Allah…accompagnarsi ai Kafir (i miscredenti) è peccato. La miglior bevanda per noi è il sangue dei Kafir.

Era inespressiva, come teleguidata. Come parlasse ripetendo un mantra. Tuttavia quella voce la attrasse. Forse “attrarre” non era la parola corretta. Si sentì, per essere più preciso, spinto quasi contro la sua volontà verso quella voce
…voglio guadagnarmi il paradiso con il sangue dei miscredenti… furono le ultime parole che chiusero la conversazione fra lei e l’altro interlocutore, per il momento ancora sconosciuto.
Volevano farsi esplodere su Ponte Vecchio.
Sapevano dove lavorava. In un ristorante del centro, non molto distante da Ponte Vecchio.
Era rientrata da poco dalla Siria, dove aveva combattuto per l’ISIS. Probabilmente l’avevano inviata in Italia con questo proposito. Raramente le donne vengono lasciate libere di andarsene dal gruppo armato.

- Capitano che facciamo? Interveniamo?
- Sì, non perdiamo più tempo

Da tempo, sotto un falso profilo, Farah Rahman svolgeva un’attività frenetica su Facebook e Instagram di incitamento all’odio verso i Kafir. Ultimamente su Facebook aveva scritto “Chi combatte sulle strade di Allah e viene ucciso è martire o trionfa”.
Su Instagram aveva postato delle foto di cadaveri e rivolgendosi ai musulmani moderati d’Europa aveva scritto: “I musulmani vengono torturati e uccisi in tutto il mondo e in una moschea di Londra fanno un minuto di silenzio per gli attentati!”.
In contemporanea sotto la frase ripetuta “Onore ai martiri” aveva fatto passare su Facebook video propagandistici per entrare nel Daesh e combattere a loro fianco.
Forse droghe non ne usavano ma erano pericolosi, non si poteva più aspettare. Se si fossero fatti esplodere su ponte vecchio sarebbe stata una carneficina e un disastro per il patrimonio storico.
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Published on July 23, 2017 09:01

July 22, 2017

Parassiti (seconda parte) - L'iniziazione

Firenze abitazione privata ore 8




Davanti allo specchio si osserva il volto. Non notava alcunché di scomposto, di alterato o mutato.
Non avrebbe dovuto preoccuparsi se non che lui non era lui. Era solo una sensazione. Nulla di più. Una sensazione leggera, impercettibile, eppure presente ma che sicuramente sarebbe presto passata dal momento che non riscontrava nulla che non fosse quello di sempre in sé stesso.
Quel se stesso che l’aveva accompagnato fin da piccolo, fino all’entrata nell’arma dei carabinieri spinto da una sete di giustizia che era stata la fede di tutta la vita ma ora, come un prete che vacillasse, cominciava a sentirla venir meno e cominciava ad avere paura di perderla.
Per quella fede aveva rinunciato alla famiglia, non si era mai sposato. L’Arma era stata la sua unica famiglia. Un’altra non avrebbe potuto permettersela. Quella fede gli aveva fatto fare tutto in fretta. Aveva odiato essere un bambino per diventare adulto prima del tempo.

Era stata la vista, al quartiere Zen dove era cresciuto, di certi tipi che camminavano mezzo metro da terra con lo sguardo tronfio e sprezzante, intoccabili e prepotenti a fargli ribollire il sangue. Erano i “mafiosi” che tutti conoscevano ma di cui nessuno parlava. Nessuno poteva parlarne.
Lui non voleva appartenere a una delle tante insulae (blocchi abitativi) che compongono il quartiere voleva appartenere alla città tutta, al mondo intero.
Per questo affrontava la vita a testa alta e in modo sfrontato.
Ma con loro si era confrontato fin da bambino. Una voce dentro gli diceva di conoscerli
- Se li conoscerai li combatterai meglio

Così aveva finto di essere come loro. Aveva accettato le loro prove di coraggio.
Una volta aveva accettato di andare in uno dei tanti appartamenti che si sapevano appartenere a loro ma che nessuno mai avrebbe detto che erano di loro.

Al buio debolmente illuminati da una lampadina che pendeva dal soffitto scrostato uno chiamato “il padrino” si avvicinò al gruppo di ragazzi che lo aveva accompagnato.
- Ecco padrino è lui – disse il più grande che era già stato iniziato

Il padrino lo guardò con lo sguardo tipico di tutti loro.

Ti avverto… hai ancora la possibilità di tornare indietro, dopo sarà troppo tardi …

- Voglio - rispose

- Bene allora . Sappi che noi siamo un’ antichissima organizzazione che risale alla notte dei tempi , le nostre regole sono ferree, guai a chi le infrange! Uno di noi mai toccherà le donne di altri uomini d’ onore. Il nostro, il tuo comportamento sarà sempre improntato a serietà e rispetto. Non parlerai mai di Cosa Nostra davanti a estranei. Cosa Nostra non esiste. Mai dirai la tua qualifica. Lo accetti?

- Lo accetto

Il padrino prese un pacchetto di immagini sacre, un coltello e una scatola di fiammiferi.

- Vieni qua ragazzo

Si avvicinò.

Il padrino gli mise in una mano un santino con un’immagine dell’ Annunciazione.

Con un gesto deciso gli incise con il coltello il polpastrello dell’indice e gli fece colare il sangue sull’ immagine sacra, Che poi gli lasciò nelle mani.

Poi disse:

- Non dovrai mai tradire i nostri segreti. Si entra in Cosa Nostra con il sangue e se ne esce solo attraverso il sangue.”

Dopo queste parole il padrino diede fuoco all’ immagine sacra che lui teneva in mano. Lui dominò il dolore della fiamma che gli bruciava la carne.

- Ripeti con me ragazzo: giuro di non tradire mai i comandamenti di Cosa Nostra. Se mai dovessi tradirli, che le mie carni brucino come quest’ immagine santa. Noi siamo una sola e medesima cosa. La nostra cosa. Cosa Nostra!

- Giuro di non tradire mai i comandamenti di Cosa Nostra. Se mai dovessi tradirli, che le mie carni brucino come quest’ immagine santa. Noi siamo una sola e medesima cosa. La nostra cosa. Cosa Nostra!

Quando suo nonno gli vide la mano bruciata scosse la testa in segno di disapprovazione.

- Picciriddu che hai fatto? C’è un solo modo per diventare un uomo e non è quello…

Che volesse dire il nonno lo capì la prima volta a un campo di addestramento del Battaglione Tuscania, a Livorno, quando si apprestava a saltare da una torre di venti metri.
Un uomo è solo colui che sa dominare la paura, non colui che pensa di non avere paura.



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Published on July 22, 2017 07:43