Michele Orti Manara's Blog, page 28
July 3, 2015
il microbo con cui ti intossicano
Frivolezza, sarcasmo, improntitudine, inclinazione al sofisma, al depistaggio e al millantato credito, imprudenza, incapacità di valutare l’effetto d’ogni singolo atto, prodigalità, sessuomania, disinteresse per l’altrui punto di vista, riluttanza a riconoscere i propri torti, ostentato vigore caratteriale che è solo debolezza, e soprattutto una peculiare varietà di ottimismo che sconfina nell’irresponsabilità: non è che una piccolissima dose della miscela con cui abitualmente ti fregano, met...
June 29, 2015
fantasticare
Pronto? Sì, ok. Riferisco, grazie.Mi dicono dalla regia che ho una tendenza eccessiva a fantasticare. A dirla tutta, non c’è nessuna regia. Al telefono non ho parlato con nessuno. Cioè, se vogliamo essere sinceri, non c’è nessun telefono sul tavolo. E non c’è neanche il tavolo. Ci sono solo io che sto fantasticando. Che poi, “io”… Non c’è niente di niente di niente. Ecco.
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instabile
Capisco perfettamente che effetto poteva avere Warren Bogart su Charlotte Douglas perché l’ho incontrato, in seguito, una volta a New Orleans: aveva tutta l’aria di un uomo capace di far perdere la testa a una donna come Charlotte.
Non ho la più pallida idea di ciò che intendo per “una donna come Charlotte”.
Suppongo di voler semplicemente dire una donna profondamente instabile, ma ve l’ho riferito, Charlotte eseguì la tracheotomia, Charlotte lasciò il camice ai piedi del colonnello. Sono sem...
June 23, 2015
il respiro

Vittorio è nell’ingresso di casa dei suoi genitori. Ha appena rotto una lampada antica a cui sua madre tiene molto, i pezzi di vetro sono sparsi sul pavimento. Inginocchiato, Vittorio sta provando a nasconderli dentro a un pezzo di plastilina che si è ritrovato in tasca. I pezzi sono troppi, la plastilina è poca. Vittorio si sta guardando attorno per cercare un altro nascondiglio, quando qualcuno gli poggia una mano sulla spalla.
Sveglia Vittorio, dice una voce, sveglia.
Vittorio apre gli o...
June 21, 2015
Andre Agassi vs Hal Incandenza
Il mio soprannome nel circuito è il Castigatore, per il modo in cui faccio correre avanti e indietro gli avversari. […] Sono uno che sa ribattere. Non lascio passare niente. Poi lo faccio correre da una parte all’altra. Avanti e indietro. Comincia ad avere la lingua penzoloni. Quando lui e la folla pensano che non posso farlo correre più di così, lo faccio correre ancora un po’. È un metronomo. Poi è spacciato. Cade a faccia in giù come se gli avessero sparato in testa. È pieno di crampi. Chi...
June 19, 2015
la favola della stazione
C’era una volta una graaande stazione, piena di gente che arrivava e partiva. In questa stazione c’era un pannello con tutte le informazioni sui treni che arrivavano e partivano. Era un pannello graaande e luminoso, in modo che i viaggiatori potessero leggerlo anche da mooolto lontano. Poi, un giorno, la stazione venne restaurata, perché si prevedeva sarebbero arrivate e partite sempre più persone. Ma la strega Trenitalia, che amava il caos e la disorganizzazione, ci mise lo zampino, e sostit...
June 15, 2015
è stato il tipografo
Mentre morivo è un libro scritto da William Faulkner, non so di cosa parla, non l’ho mai letto. Ma mi sono sempre ricordato il titolo, Mentre morivo. Dà l’idea di un uomo, là per terra, che sta morendo perché gli hanno sparato. Oppure che è a letto che dorme, con una malattia incurabile.
Faulkner si chiamava Falkner in origine, è stato il tipografo a sbagliare col suo primo libro, La paga del soldato, ha aggiunto una “u” dove non c’era. Ma lui, William Falkner, non se l’è presa, ha accettato...
June 11, 2015
imbecilli
Io, delle volte, non capisco.
Stiam sempre qua a sghignazzare (spesso, per non piangere) coi “commenti ridondanti”, i beoti che insultano Giannone Morandi nostro, i fini pensatori sulla bacheca di Salvini, quelli che prendono la notizia sul Lercio come vera, e via dicendo. Poi, quando uno dice che è pieno di imbecilli (dicendo, al più, un’ovvietà, ed è questo semmai l’appunto che gli farei), è tutto un ribollire di reazioni più o meno indignate.
Io, delle volte, non capisco.
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June 8, 2015
da non credere
In Australia, per la precisione a Kangaroo Island, c’è questo signore che ogni giorno alle diciassette in punto dà da mangiare ai pellicani. Andare a vederlo costa cinque dollari. Esoso? Pareva anche a me, ma non potete immaginare quanto cacano i pellicani mentre mangiano, una roba da non credere. Il che spiega anche perché il signore dei pellicani ha addosso quel cappello impermeabile lì. Da quando l’ho visto in azione, ogni volta che sento dire “Ci si può abituare a tutto” a me vien sempre...
avere buon senso
«Dio mio, che storia. Che strana storia però – pensava il Supplente, – non ne ho sentita una così in ventott’anni».
E siccome anche lui non aveva mai in tasca un pfennig da far compagnia all’altro, fu tentato di scriverci un libro e farci un bel mucchio di soldi. Ma, in fondo, aveva buon senso, e finí che non fece poi niente.

Silvio D’Arzo
Penny Wirton e sua madre
Einaudi, 1978
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