Vera Q.'s Blog, page 6

June 23, 2018

Happy!

Ogni volta che, d'estate, mi immergo nella natura provo un profondo senso di malessere.
Non riesco a gestire l'esplosione di colori. Tutto è lucore. E mi soffoca. È smarrimento. E la potenza del bello mi dà vertigine.
E ne sono attratta in modo maniacale, come se mi trovassi sulla cima di un grattacielo. Perché ciò che mi tormenta non è il terrore dell'altezza, ma desiderio di buttarmi di sotto.

Vera Q.
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Published on June 23, 2018 09:34

June 22, 2018

Condensato.

Vivo secondo la mia natura. E mi mangio tutto. E sono il Nord - di chi ha perso la bussola - e come tale genero freddo.
E mai, mai ho creato qualcosa se non per dimenticarlo e sfamare, così, la mia infelicità. Perché, poi, mi mangio anche quella. Oltre alle mani.

Vera Q.
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Published on June 22, 2018 15:15

June 8, 2018

Oi dialogoi. (2)

Forse non mi crederai, però nella mia casa ho un secondo salotto. Una cosa modesta, niente di che. Un piccolo spazio che rivelo solo agli ospiti speciali.
C'è un divano, un tappeto, un tavolino, due poltroncine e un mobiletto dei liquori. Divano e poltroncine sono avvolti nel cellophane. I salotti di certe nonne o zie di qualche tempo fa.
Ogni tanto, qualcuno di questi "ospiti speciali" mi domanda - ma cara, non li scarti per paura di rovinarli?
Allora io faccio notare che anche il tappeto è imbustato per bene: È per non sporcare. Le persone macchiano, Dexter ha fatto scuola. Aggiungo.
Perché vedi, amico mio, è come quando pesti una merda di cane per strada e ti dici: porta fortuna.
Ma io lì vicino ti sorrido e ti rispondo: non è di cane.

Vera Q.
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Published on June 08, 2018 14:49

June 6, 2018

Questo è il problema.

La foto è ingiallita. E i colori tendono al pastello.
Ti sto baciando sulla guancia. Ho gli occhi spalancati. Distanti. E una frangetta liscia e biondissima. La nuca affonda nel colletto del pastrano. Boccoli su boccoli: sembro un putto. Tu indossi la pelliccia nera (la hai ancora?). Le labbra rosse, il trucco verde e i capelli cotonati.
Ricordo quel pomeriggio come se fosse ora: ho pianto fino al momento del click.
Tu lo ricordi? È stato il mio primo no. Mi hai costretta a mettermi quel ridicolo cappotto azzurro. Non volevo, ho sempre odiato l'azzurro. E non era un capriccio. Non ho mai fatto capricci. Ma hai vinto tu, ovvio. Eppure, adesso, associo quel colore alle lacrime. E guardo il cielo con diffidenza. Dal celeste non può giungere nulla di buono. E i dinosauri lo sanno.

6 giugno 2017.

Vera Q.
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Published on June 06, 2018 15:07

June 5, 2018

Mucchi di niente.

Non fumo da non so più esattamente quando. (Perdo interesse per ogni cosa, persino per me stessa.)
E so che il mio disamore per la sigaretta, dopo trent'anni, possa stupirti, ma questa sono io: inizio e finisco. Amori, amicizie, passioni. E non farti ingannare dalla graziosa confezione. Sotto la mia pelle c'è un cimitero d'ossa nel quale io pianto fiori soltanto per vederli appassire.

Vera Q.
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Published on June 05, 2018 18:15

May 31, 2018

Inciampi quotidiani.

Mi piacerebbe poter dire che mi manchi.
Ma io sono condannata al ghiaccio e vivo negli angoli angusti dove mi contendo lo spazio con l'Assenza. Ed anche se non ci sono regole che mi consentono di scegliere tra la bestemmia dell'Essere o dell'Avere, in questi squarci non c'è posto nemmeno per l'Importante. E figuriamoci per te, che non sei neppure il brutto ricordo di una medicina amara seppur utile. Perché vivo da ragno senza avere la sua pazienza. E le mosche, comunque, muoiono in autunno.

Vera Q.
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Published on May 31, 2018 19:10

May 30, 2018

Companatico.

Non sono qualcuno a cui affezionarsi: non sono magma, e il mio corpo è aspro. E sono capace di cambiare a seconda di quanto buona è la birra. - È il primo sorso ad arbitrare -
E non ritengo di conoscere davvero nessuno, neppure me stessa, ché all'interno c'è buio.
Ma sento una gioia immensa quando annego nel suono vischioso delle parole e il torbido mi accoglie sul fondo. E allora puoi chiamarmi Demonio persino se dormo.
E dunque, chi sono io veramente?

Vera Q.
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Published on May 30, 2018 10:14

May 26, 2018

Giorno 15.

Giorno 15. Niente sigarette.
E la vita è bella, dicono.
È che sbagli a viverla, dicono.
Devi goderti le piccole cose, le piccole gioie, i piccoli momenti. Insomma, devi pensare in piccolo, devi essere lillipuziano. E mi ricorda quello che si pestava le palle con un martello e aveva un orgasmo soltanto sbagliando mira. È così che devi improntare la tua esistenza: teso a schivare la sfiga.
E quando fai notare l'assurdità di tale concetto, sei uno stramaledetto ingrato, uno che pasteggia senza meritarsi il cibo.
E non pensi ai bambini malati? E almeno hai un tetto sulla testa! Ed hai la salute! E di cosa ti lamenti?
Esticazzi?
Non lo capisci da solo che è tutta una farsa? Che la Vita gioca con chiunque? Che è un dado lanciato nel mare dei se? E crea il botolo nordcoreano, e crea il bellicapelli americano, e riempie il tavolo di primizie illusorie e...

- ciccia...
- eh.
- fuma una sigaretta, sei insopportabile.
- sono pesantissima?
- l'isola di Pasqua, tesò.
- ah... vabbè vado a pulire le lettiere, ci sentiamo dopo?
- a dopo, sì.
- click.
- click.

Vera Q.
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Published on May 26, 2018 12:43

May 23, 2018

Giornata no.

Più bello del non fumare è rompere i coglioni a quelli che fumano. Fai come me: cercati un bersaglio e colpisci. Fitto, fittissimo.
E vai di pippone su quanto sia cambiata in meglio la tua vita. Di come adesso fai le scale, cinque scalini alla volta. (senza specificare se in salita o discesa)
《Mi sento anche più alta!》
E il mondo è un cazzo di arcobaleno senza fine.

Vera Q.
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Published on May 23, 2018 07:21

May 20, 2018

Diario di bordo.

12 Maggio 2018.
Non fumo da ieri sera.
Credimi, non è il momento giusto per rompermi le palle.
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Giorno 2. Ancora niente sigarette. Che stupida domenica senza il piacere di una bionda tra le labbra. L'ozio, il tramonto, persino i miei pensieri mancano di quel velo fumoso e cangiante che brilla e nasconde. Mi domando che senso avesse bere un caffè, fare l'amore ed anche scrivere, prima che qualcuno inventasse la sigaretta.
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Giorno 3. Voglio fumare, Dio quanto lo voglio. E giocherello con l'accendino. E tutto mi ricorda una sigaretta. Anche un pene, probabilmente. Non spogliarti e stammi lontano.
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Giorno 4. Ancora niente sigarette. Ed è tutto sbagliato. Tosse, naso che cola. Nessun sapore e nessun odore. E cerco la ressa per far scoppiare una rissa, ma picchierei anche una rossa russa che abita a Rassa. E con questi fottuti 6 euro che ho risparmiato dovrò comprarmi dello xanax ché sono isterica.
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Giorno 5. Ancora niente sigarette e bla, bla, bla.
E sono Zeno Cosini e vivo la sua coscienza.
Perché dentro sono catrame e nel catrame si trovano i fossili migliori. Non ti fa riflettere questa cosa? E valgo almeno come 1/4 della foresta amazzonica. Ed è amore assoluto quello del fumatore verso la sigaretta: si muore per lei.
Ma che vuoi saperne tu che non hai mai fumato? Tu non fumi neppure se ti brucio. E non immagini minimamente la mia attuale voglia di cenere.
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Giorno sette: niente sigarette. E spero nella fine.
La mia, la tua, la sua. Che cosa importa? In frantumi, e nel nome del disastro imminente, accetto qualsiasi cosa per spezzare questa serata che non posso riempire di fumo.
E non chiedermi perché ancora ho tre accendini in borsa: io ho smesso di fumare, non di dar fuoco alla gente.
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Giorno 8, ancora niente sigarette. E questo fa di me una non fumatrice. Non una ex fumatrice. Perché il mio cervello non ha mai smesso di fumare e mai smetterà. Ha smesso il mio corpo. Una separazione materiale da me stessa: la clausura.
Ma qui non troverò Dio e neppure il Diavolo. Il fumo è abitato dal silenzio di entrambi. Ed io so bene quanto sia illusorio.
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Giorno 9. Niente sigarette.
Confermo: gli odori si sono intensificati. Ed ogni cosa puzza.
Le ascelle altrui puzzano. Per non parlare dell'alito o dei vestiti. E persino l'aria puzza e porta con sé l'afrore di un mondo che puzza. Orina, rancido, sudore. Vita.
E vorrei non avere naso.
E l'aglio sa di aglio. E il cioccolato sa di cioccolato. Ma troppo, per Dio, troppo. Così insistente. Così violento. Un pugno.
E la gente impazzisce costretta ad assaporare questo fetido abisso, dove l'anima si incendia nel percepire il tanfo e cerca la fragranza di una rosa, addirittura contenta di straziarsi con le spine.

(TO BE CONTINUED?)

Vera Q.
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Published on May 20, 2018 16:12