Vera Q.'s Blog, page 21
May 11, 2015
Life, di Vera Q. - piccolo estratto dal primo capitolo.
Cari, care,
ci siamo.
Life sta per venire alla luce.
Devo soltanto preparare il .mobi.
E "soltanto" è una parolona: imprecherò come ogni volta, la tecnologia mi odia.
Prometto di non covare troppo a lungo.
Frattanto, vi propino un piccolissimo estratto.
Life, di Vera Q.
1. Ore sedici
In questo viaggio casuale chiamato Vita ci esibiamo in continue capriole così da distrarci dall'unica, fatale, caduta alla quale nessun gesso potrà porre rimedio.
Benché non fosse la prima volta che vi andasse, soltanto quel pomeriggio Norman notò, all’ingresso del parco, la bancarella di dolciumi.
Lo spiazzo di pertinenza era ombreggiato da un grande parasole sgargiante: un arcobaleno di tessuto. Violento, addirittura accecante. Una mezzaluna di flessuose stecche di legno sotto alle quali, a mo’ di salumi, penzolavano leccornie di ogni genere.
E il banco sottostante, rivestito con una cerata a fiori d’epoca antidiluviana, traboccava di ghiottonerie: macarons, chaussons aux pommes, chouquettes, bibite. Un’esplosione calorica e variopinta.
La dolcezza saturava il circondario. E si propagava, e sfidava l'atmosfera diffondendo l'appetito. Gli effluvi paradisiaci distendevano i loro artigli taglienti pronti a ghermire gargarozzi. L'acquolina. La Fame.
Un uomo anziano, al centro del soave Precipizio, ben vestito, dagli occhi e i capelli grigi, e seduto su uno sgangherato sgabello di legno, attendeva che i bambini, frusti dal gioco incessante, morissero di sete. Allora sarebbe divenuto il loro Salvatore e, con l’esborso di pochi spiccioli, li avrebbe sommersi di succhi zuccherini. L’Abisso del Diabete.
Una fine ben più crudele dell’arsura.
Erano quasi le sedici ma Norman, attratto dal Paese dei Balocchi, si lasciò sedurre dal cocco a fette.
Sicché si avvicinò di gran carriera alla cascatella briosa nella quale i frutti a pezzi, color del marmo e del cioccolato, nuotavano. Un placido idromassaggio. Un angoletto dal sapore tropicale.
«Tre!» travolse il vecchio puntando l’indice con precisione su specifici bocconi prelibati. Quelli più carnosi.
«Cinque euro» sigillò monocorde il commerciante.
E non ci fu alcuno scambio di sguardi tra i due. Il primo interessato ad imbottire lo stomaco, il secondo a riempire il portafogli.
«Non l’ho mai vista qui» aggiunse Norman in un francese stiracchiato. Il timbro compiacente, e con l’unico scopo di non sorprendersi smemorato. Eppure, la sola risposta in replica fu un grugnito di pancia. Un borbottio viscerale, e ben poco amichevole.
E in quel momento la strana coppia si squadrò.
Vera Q.
ci siamo.
Life sta per venire alla luce.
Devo soltanto preparare il .mobi.
E "soltanto" è una parolona: imprecherò come ogni volta, la tecnologia mi odia.
Prometto di non covare troppo a lungo.
Frattanto, vi propino un piccolissimo estratto.
Life, di Vera Q.
1. Ore sedici
In questo viaggio casuale chiamato Vita ci esibiamo in continue capriole così da distrarci dall'unica, fatale, caduta alla quale nessun gesso potrà porre rimedio.
Benché non fosse la prima volta che vi andasse, soltanto quel pomeriggio Norman notò, all’ingresso del parco, la bancarella di dolciumi.
Lo spiazzo di pertinenza era ombreggiato da un grande parasole sgargiante: un arcobaleno di tessuto. Violento, addirittura accecante. Una mezzaluna di flessuose stecche di legno sotto alle quali, a mo’ di salumi, penzolavano leccornie di ogni genere.
E il banco sottostante, rivestito con una cerata a fiori d’epoca antidiluviana, traboccava di ghiottonerie: macarons, chaussons aux pommes, chouquettes, bibite. Un’esplosione calorica e variopinta.
La dolcezza saturava il circondario. E si propagava, e sfidava l'atmosfera diffondendo l'appetito. Gli effluvi paradisiaci distendevano i loro artigli taglienti pronti a ghermire gargarozzi. L'acquolina. La Fame.
Un uomo anziano, al centro del soave Precipizio, ben vestito, dagli occhi e i capelli grigi, e seduto su uno sgangherato sgabello di legno, attendeva che i bambini, frusti dal gioco incessante, morissero di sete. Allora sarebbe divenuto il loro Salvatore e, con l’esborso di pochi spiccioli, li avrebbe sommersi di succhi zuccherini. L’Abisso del Diabete.
Una fine ben più crudele dell’arsura.
Erano quasi le sedici ma Norman, attratto dal Paese dei Balocchi, si lasciò sedurre dal cocco a fette.
Sicché si avvicinò di gran carriera alla cascatella briosa nella quale i frutti a pezzi, color del marmo e del cioccolato, nuotavano. Un placido idromassaggio. Un angoletto dal sapore tropicale.
«Tre!» travolse il vecchio puntando l’indice con precisione su specifici bocconi prelibati. Quelli più carnosi.
«Cinque euro» sigillò monocorde il commerciante.
E non ci fu alcuno scambio di sguardi tra i due. Il primo interessato ad imbottire lo stomaco, il secondo a riempire il portafogli.
«Non l’ho mai vista qui» aggiunse Norman in un francese stiracchiato. Il timbro compiacente, e con l’unico scopo di non sorprendersi smemorato. Eppure, la sola risposta in replica fu un grugnito di pancia. Un borbottio viscerale, e ben poco amichevole.
E in quel momento la strana coppia si squadrò.
Vera Q.
Published on May 11, 2015 06:56
May 9, 2015
Scuola di benessere.
Viaggio ai confini della notte cosicché il buio copra i miei passi.
Una piccola miseria dopotutto, attaccarsi al distacco.
Ed è come vivere su un'altra barca.
Ed è come scrivere sull'ardesia con un pennarello nero.
La consapevolezza d'essere ombra. Clinicamente senza luce.
E Cristo mi ha confidato che se i chiodi sulla croce li avessi apposti io, lui, oh no, lui non sarebbe mai sceso.
Vera Q.
Una piccola miseria dopotutto, attaccarsi al distacco.
Ed è come vivere su un'altra barca.
Ed è come scrivere sull'ardesia con un pennarello nero.
La consapevolezza d'essere ombra. Clinicamente senza luce.
E Cristo mi ha confidato che se i chiodi sulla croce li avessi apposti io, lui, oh no, lui non sarebbe mai sceso.
Vera Q.
Published on May 09, 2015 15:30
May 4, 2015
"Life", sinossi e copertina.
Cari, care,
nell'attesa di rileggere, vi stuzzico con la sinossi di "Life".
E vi propongo, a questo link , la copertina di Filippo Borghi. (che non ringrazierò mai abbastanza!)
Sinossi:
Per quanto transitoria, mutevole ed imprevedibile, chiamiamo "Vita" quell'insieme di momenti spesi nel tentare di comprenderla. Miserevole o piena che sia, poco importa: paghiamo costantemente un prezzo per ogni singolo respiro.
E questo, troppo spesso, ci distrae dal viverla.
Norman Sjöberg è un uomo soffocato dalla Vita che cerca di manipolare la propria esistenza architettando una spicciola rimonta.
Ma la Vita, a quanto pare, ha molta più inventiva di lui.
Life è un racconto efferato imperniato sulla definizione dell'Io. L'utopia dell'affermazione, sogno ricorrente che, anche ad occhi aperti, può trasformarsi in incubo.
Vera Q.
nell'attesa di rileggere, vi stuzzico con la sinossi di "Life".
E vi propongo, a questo link , la copertina di Filippo Borghi. (che non ringrazierò mai abbastanza!)
Sinossi:
Per quanto transitoria, mutevole ed imprevedibile, chiamiamo "Vita" quell'insieme di momenti spesi nel tentare di comprenderla. Miserevole o piena che sia, poco importa: paghiamo costantemente un prezzo per ogni singolo respiro.
E questo, troppo spesso, ci distrae dal viverla.
Norman Sjöberg è un uomo soffocato dalla Vita che cerca di manipolare la propria esistenza architettando una spicciola rimonta.
Ma la Vita, a quanto pare, ha molta più inventiva di lui.
Life è un racconto efferato imperniato sulla definizione dell'Io. L'utopia dell'affermazione, sogno ricorrente che, anche ad occhi aperti, può trasformarsi in incubo.
Vera Q.
Published on May 04, 2015 07:54
May 3, 2015
Impicci di forma.
Il fatto è che tu vuoi leggermi tra le gambe.
Ma si tratta di uno scritto incolonnato dall'alto al basso.
Un solco tracciato dall'aratro in un campo.
E i tuoi occhi, e le tue mani, non conoscono la fatica del contadino.
E dunque, pensi di esserne davvero capace?
Vera Q.
Ma si tratta di uno scritto incolonnato dall'alto al basso.
Un solco tracciato dall'aratro in un campo.
E i tuoi occhi, e le tue mani, non conoscono la fatica del contadino.
E dunque, pensi di esserne davvero capace?
Vera Q.
Published on May 03, 2015 06:35
April 30, 2015
Per essere chiari.
Di pietra, distogli lo sguardo.
E neghi, e rifiuti.
E spranghi gli occhi.
E piombi le palpebre.
Rimpiattato dietro un dito, ti scaldi con l'Oblio del Codardo.
Ragione per cui ti assegno la Notte. Nera.
Senza Stelle. E senza Luna.
E con un cieco a farti da guida nel cercare invano la tua Ombra invisibile.
Vera Q.
E neghi, e rifiuti.
E spranghi gli occhi.
E piombi le palpebre.
Rimpiattato dietro un dito, ti scaldi con l'Oblio del Codardo.
Ragione per cui ti assegno la Notte. Nera.
Senza Stelle. E senza Luna.
E con un cieco a farti da guida nel cercare invano la tua Ombra invisibile.
Vera Q.
Published on April 30, 2015 03:37
April 25, 2015
Risonanze.
Donna
che stendi nella valle
orde di drappi.
E frotte di lenzuola,
e mandrie di asciugamani,
e distese di federe.
Immacolate, candide, trasparenti.
Il riverbero
del tuo canto palpita.
Supera i cipressi, aggira il colle, scavalca e dribla ogni ostacolo.
M’invadete la casa.
Tu, l’eco e la Pausini.
E se ti brucio i panni, ben ti sta.
Vera Q.
che stendi nella valle
orde di drappi.
E frotte di lenzuola,
e mandrie di asciugamani,
e distese di federe.
Immacolate, candide, trasparenti.
Il riverbero
del tuo canto palpita.
Supera i cipressi, aggira il colle, scavalca e dribla ogni ostacolo.
M’invadete la casa.
Tu, l’eco e la Pausini.
E se ti brucio i panni, ben ti sta.
Vera Q.
Published on April 25, 2015 09:41
Intervista su Upspringer.
Ringrazio il blog Upspringer per questa chiacchierata sul mondo del selfpub!
Intervista a Vera Q., scrittrice fatta da sé
Vera Q.
Intervista a Vera Q., scrittrice fatta da sé
Vera Q.
Published on April 25, 2015 05:01
April 22, 2015
Introduzione al racconto "Life".
Cari, care, ce l'ho!
Ho l'introduzione al mio nuovo racconto "Life".
Ringrazio Luigi Pellini, amico, scrittore e martire al quale rovino SEMPRE tutti i miei finali dandogli anteprime, dettagli e parole in pasto.
Ti tocca, se sopravvivi tu a quel che scrivo, allora vale tutto.
Grazie, amico mio!
Introduzione
(di Luigi Pellini, scrittore)
Quello che è difficile far capire a chi non la conosce personalmente, è che Vera Q. non scrive semplicemente romanzi, lei mette in pratica delle tesi.
É come uno scienziato pazzo che estrae dal suo cilindro di tenebra affilate e mortali teorie da inchiodare sul mondo.
Per questo motivo, ogni volta che mi annuncia di avere le mani assetate di inchiostro, io mi sincero tutte le notti di aver ben sbarrate le porte e le finestre di casa.
Quando per la prima volta mi ha parlato di Life, è stato ad un appuntamento per un caffè al cimitero. Voleva che guardassi tutte quelle lapidi ordinate come fiori di campo, e che le dicessi cosa vedevo. Ovviamente, “Tombe” non era la risposta corretta.
Nella sua nuova prospettiva quelle erano rette, linee dritte che osservate da dietro diventavano punti.
La vita è lineare.
La vita è ineluttabile.
Tutto quello che deve accadere, accadrà. Non possiamo niente.
Non ci è concesso fermarla, riavvolgerla, cambiare le nostre scelte, fare meglio determinate cose.
Siamo in uno stato persistente di improvvisazione davanti agli eventi.
La corrente ci spinge, e se dobbiamo schivare, schiviamo, ma se dobbiamo prendere in faccia prendiamo in faccia, senza sconti. Mettendoci naso, denti, occhi. Viviamo nonostante la vita. Andiamo fin dove dobbiamo.
É come precipitare. Tutti precipitiamo, e poi ci fermiamo in un punto, la tomba. Anche se da un'altra prospettiva quel punto non è altro che una affilata, crudele, insensibile linea.
Per tutti questi motivi, Life è un libro sulla linearità.
Nella scrittura, nell'architettura della trama, nello svolgimento, nella pervicace profezia degli eventi, che si annunciano giganteggiando sull'orizzonte, avvicinandosi pericolosi ai protagonisti, o meglio, a cui i protagonisti vanno violentemente incontro, nel binario inesorabile delle loro esistenze.
Vera è una persona a cui piace andare dritta al punto, percorrendo la strada sbagliata.
Vera Q.
Ho l'introduzione al mio nuovo racconto "Life".
Ringrazio Luigi Pellini, amico, scrittore e martire al quale rovino SEMPRE tutti i miei finali dandogli anteprime, dettagli e parole in pasto.
Ti tocca, se sopravvivi tu a quel che scrivo, allora vale tutto.
Grazie, amico mio!
Introduzione
(di Luigi Pellini, scrittore)
Quello che è difficile far capire a chi non la conosce personalmente, è che Vera Q. non scrive semplicemente romanzi, lei mette in pratica delle tesi.
É come uno scienziato pazzo che estrae dal suo cilindro di tenebra affilate e mortali teorie da inchiodare sul mondo.
Per questo motivo, ogni volta che mi annuncia di avere le mani assetate di inchiostro, io mi sincero tutte le notti di aver ben sbarrate le porte e le finestre di casa.
Quando per la prima volta mi ha parlato di Life, è stato ad un appuntamento per un caffè al cimitero. Voleva che guardassi tutte quelle lapidi ordinate come fiori di campo, e che le dicessi cosa vedevo. Ovviamente, “Tombe” non era la risposta corretta.
Nella sua nuova prospettiva quelle erano rette, linee dritte che osservate da dietro diventavano punti.
La vita è lineare.
La vita è ineluttabile.
Tutto quello che deve accadere, accadrà. Non possiamo niente.
Non ci è concesso fermarla, riavvolgerla, cambiare le nostre scelte, fare meglio determinate cose.
Siamo in uno stato persistente di improvvisazione davanti agli eventi.
La corrente ci spinge, e se dobbiamo schivare, schiviamo, ma se dobbiamo prendere in faccia prendiamo in faccia, senza sconti. Mettendoci naso, denti, occhi. Viviamo nonostante la vita. Andiamo fin dove dobbiamo.
É come precipitare. Tutti precipitiamo, e poi ci fermiamo in un punto, la tomba. Anche se da un'altra prospettiva quel punto non è altro che una affilata, crudele, insensibile linea.
Per tutti questi motivi, Life è un libro sulla linearità.
Nella scrittura, nell'architettura della trama, nello svolgimento, nella pervicace profezia degli eventi, che si annunciano giganteggiando sull'orizzonte, avvicinandosi pericolosi ai protagonisti, o meglio, a cui i protagonisti vanno violentemente incontro, nel binario inesorabile delle loro esistenze.
Vera è una persona a cui piace andare dritta al punto, percorrendo la strada sbagliata.
Vera Q.
Published on April 22, 2015 09:56
April 19, 2015
Dedicata a te.
Razzista della domenica, che non si capisce da cosa ti senti minacciato, tu hai quella fregola che - alcuni devono stare sotto -
Insita.
E malatissima.
E animalesca.
Le persone di sopra, le persone di sotto.
E se sposi questa scala di valori, sai che sopra di te c'è Dio e sotto di te i negri.
E la gerarchia va rispettata.
Ed è così facile quando gli altri ragionano per te.
Quando trovi lo slogan già fatto.
E devi solo mettertelo in bocca, come una sigaretta.
E quanto vorrei che fosse un candelotto di dinamite.
Vera Q.
Insita.
E malatissima.
E animalesca.
Le persone di sopra, le persone di sotto.
E se sposi questa scala di valori, sai che sopra di te c'è Dio e sotto di te i negri.
E la gerarchia va rispettata.
Ed è così facile quando gli altri ragionano per te.
Quando trovi lo slogan già fatto.
E devi solo mettertelo in bocca, come una sigaretta.
E quanto vorrei che fosse un candelotto di dinamite.
Vera Q.
Published on April 19, 2015 14:26
April 15, 2015
Farciture miste.
Belli,
davvero belli
i tuoi lunghi capelli,
barista.
Ma nel toast
ci volevo solo
cotto e fontina.
Vera Q.
davvero belli
i tuoi lunghi capelli,
barista.
Ma nel toast
ci volevo solo
cotto e fontina.
Vera Q.
Published on April 15, 2015 07:51