Vera Q.'s Blog, page 19

Promemoria.

Cadrò, lo so.
In punta di piedi su me stessa, ho deciso di respirare.
Dritta. Un fuso.
Le mani al cielo.
Pronta.
Ed è primitivo. Ed è odore di bucato.
Ma il vento soffia dove vuole.
E mi riempierà la bocca di sabbia.

Vera Q.

Ancora.

Scolpito un altro sepolcro, sono in rivolta e senza sogni.
Priva di passione per ogni forma d'essere, mi separo perfino da me stessa.
E poso la borsa con tutto il suo contenuto.
E invidio quell'uomo che ride inconsapevole, miracolato dal Vuoto.
Mai conscio del più vasto dei domini, l'Inclemenza dell'Esistere.
Ché la Vita dura sempre troppo, o troppo poco.
E quando conosci l'Orrore, anche un refolo sibila.

Vera Q.

Oggi.

Ho pensieri di Morte.
E tutto attorno diventa quiete.
Sei triste? Mi domandi.
E allora ti bacio.
Ma il terribile mostro dentro di me, rovescia la testa verso la Luna e grida.

Vera Q.

Continuamente.

Non è perdere qualcosa quel che mi tormenta.
L'Assenza è un soltanto un alito freddo.
Il mio strazio è la memoria.
Ciò che è stato.
E vorrei dimenticare!
Il ricordo del dolore è dolore.
Un'altra volta. Si schiude. Di nuovo.
E punge.
E graffia.
E dilania.
Ed è come respirare l'Inferno.

Vera Q.

Dedicata. (sì, a te)

Pensami.
Sarò la tegola sulla tua testa.
Sarò il tombino aperto nella notte.
Sarò il chirurgo con la finta laurea.
Sarò il fulmine che non crede nella statistica.
Sarò il filo scoperto dell'abete natalizio.
Sarò il tuo cuore senza un battito, o il battito impazzito.
Pensami, mentre il pilota dice che state atterrando, ma intorno a te vedi solo montagne.
Pensami, mentre raccogli uno splendido fiore nella bocca di un alveare.
Pensami, perché anche io ti penserò, e raramente dimentico.

Vera Q.

Essi.

Sarebbe perfetto potersi addormentare. Un sonno eterno. Il non essere.
E nemmeno questo ci è concesso.
Torturati fino alla fine, vogliono che li sconti tutti i giorni. E su questa Terra.
Tanto dopo non c'è nulla, e tu vivi nel miraggio, e ti pieghi due volte.
Ma è così che funziona: tengono insieme questo Mondo sulle bugie che costruiscono su quell'Altro.
Perché, diversamente, sarebbe il Caos.
Chi te lo fa fare di farti schiacciare dalla Vita senza ricompense, senza un posto migliore dove andare?
E dunque, scrivetemi il vero nome di Dio che voglio leggerlo al contrario.

Vera Q.

Lineare.

Imprigionati in uno schematico garbuglio intrecciamo l'oggi per comporre il domani.
Curvi, con le dita consunte, impiliamo labirinti. Gabbie.
E in questo ruzzolare di giorni uguali è così complicato discernere passato da presente!
Ma il Mondo, amico mio, funziona soltanto se ognuno fa la sua parte.
E se hai davvero compreso questo concetto, non devi fare altro che chiedere, ed io ti indicheró da quale parte è il cimitero.

Vera Q.

Rovente!

Così mirerò al Sole.
Ché non è di questo mondo, non appartiene alla Terra e per questo è malvagio.
Il Buio, al contrario, non ha mai fatto male a nessuno.
È un tipetto riservato, schivo.
Non promette nulla. C'è, ma non si vede.
Al Buio non gliene frega un cazzo se tu vuoi alzare il naso al Cielo e guardare l'Universo. Non ti acceca, spocchioso. Non ti trivella le pupille.
E invece al Sole non gli va giù.
Devi vedere solo lui e la sua saliva di fuoco.
Come un grosso cocomero giallo su una tovaglia celeste.

Vera Q.

Pensieri estivi.

Ci ritroviamo tutti nello stesso punto. Biglie di vetro che ruzzolano sulla rena. Fragili.
Le nostre colpe ci hanno trascinati lì. Siamo raccolti sulla medesima riva.
A dare spettacolo. Pagliacci, menestrelli, teatranti, buffoni.
E viviamo male pensando che la Morte faccia ancora più male.

Vera Q.

Così è.

Tutto ciò che mi lega a questo Mondo è un verbo al condizionale.
Potrei. Ma io non voglio.
Quindi morirò in un giorno di nebbia, cosicché la bruma nasconda il mio peccato.
E siccome pentirsi davanti alla Nera Signora farebbe di me qualcuno fedele alla dottrina ma senza fede, tornerò più affamata che mai.

Vera Q.