Andrea Viscusi's Blog: Unknown to Millions, page 34

June 17, 2017

Andromeda n. 2

Più o meno sei mesi dopo l'uscita del primo numero, è in arrivo Andromeda n. 2 , la seconda uscita della rivista di fantascienza curata da Alessandro Iascy dopo l'esperienza della webzine Andromeda, peraltro vincitore del Premio Italia 2017 come miglior rivista amatoriale.
La rivista prosegue la linea iniziale, riunendo saggi, articoli, recensioni e narrativa. Anche stavolta ho il piacere di far parte dei racconti presenti con il mio Eredi, a fianco di altri autori come Pier Francesco Prosperi, Caleb Battiago (aka Alessandro Manzetti), Lorenzo Crescentini. Ogni racconto è inoltre illustrato da Gino Andrea Carosini.


La rivista è ordinabile direttamente all'editore Ailus, per il momento solo in edizione cartacea, al prezzo di 12 €.
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Published on June 17, 2017 02:25

June 13, 2017

Doctor Who 10x09 - The Empress of Mars

Torniamo su Marte, una delle destinazioni preferite per il Dottore all'interno del sistema di Sol, e incontriamo di nuovo gli Ice Warriors, una delle razze aliene più ricorrenti nei viaggi del Secondo e Terzo Dottore, che sono ricomparsi nella nuova serie nella settima stagione. E già che ci siamo, facciamo un'altra visitina all'epoca vittoriana, anche questa a quanto pare tra le preferite in assoluto per i viaggiatori nel tempo: d'altra parte sono ben sette puntate che non ci passavamo, se ne sentiva la mancanza.
The Empress of Mars (il cui titolo strizza l'occhio alla Princess of Mars che è il primo romanzo della serie di John Carter) è una storia abbastanza tipica per DW: uomini in un posto in cui non dovrebbero stare (soldati inglesi su Marte), scoprono qualcosa di pericoloso e rischiano di scatenare la guerra che distruggerà l'umanità. In questo caso il pericolo sono appunto i nativi di Marte, e in particolare la loro imperatrice, che una volta risvegliata dall'ibernazione (come nella migliore tradizione rimuovendo un gioiello dal suo sarcofago) non esita a usare la forza per ristabilire il suo dominio sul pianeta ormai morto.
A ben vedere questa storia presenta molti punti in comune con Cold War, l'episodio della stagione sette in cui un Ice Warrior isolato si trovava su un sottomarino durante la guerra fredda. Anche lì avevamo l'alieno liberato dall'iberanzione che apprende della morte del suo mondo e probabilmente di tutti i suoi simili, un corpo di soldati poco disciplinati e un ammutinamento da parte del più irruento del gruppo, che rischia di far precipitare la situazione. In questa puntata succede essenzialmente la stessa cosa con personaggi diversi.
Rimane comunque abbastanza piacevole da seguire, con alcuni scontri movimentati e il gusto di vedere una baionetta puntata su un alieno rettiloide. Forse discutibile il finale nel quale i soldati umani giurano allenza alla regina aliena, ma insomma, nella loro situazione forse era comunque la scelta migliore. Non ci sono particolari approfondimenti nello svolgimento della trama, e se inizialmente sembrava emergere il dubbio del Dottore incapace di decidere da che parte stare (in quanto gli umani sono in effetti gli invasori a questo giro), la cosa si risolve rapidamente.
Simpatico il cameo dell'Alphacenaturiano, alieno visto più volte dal Terzo Dottore, proprio in compresenza con gli Ice Warrior, anche se si tratta di un riferimento che saranno in pochi del pubblico odierno a cogliere.
Forse il punto su cui si possono sollevare maggiori dubbi è la presenza di Missy e il comportamento di Nardole. Colui che in precedenza ha mostrato più volte la sua assoluta contrarietà al contatto con la prigioniera, tanto da rimproverare il Dottore per la sua imprudenza, decide di sua iniziativa di liberarla e farle pilotare il Tardis, di cui peraltro non è spiegata la natura del malfunzionamento iniziale, a meno che non si tratti di un attacco di plot convenience. È ovvio che si sta preparando il terreno per il finale in cui Missy avrà sicuramente un ruolo, ma si sarebbe potuto fare con un pizzico di coerenza in più.
A parte qualche problema minore, The Empress of Mars è un episodio nella media, che non pretende tanto e riesce per lo più a ottenere i suoi obiettivi. Voto: 6.5/10
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Published on June 13, 2017 11:55

June 11, 2017

Rapporto letture - Maggio 2017

Il mese scorso mi era servito interamente per leggere un unico volume, a maggio invece siamo tornati su una media rispettabile di tre libri.

Il primo è Anniversario fatale , ucronia di Ward Moore sulla guerra civile americana (e per inciso uno degli ultimi Urania Collezione nella mia libreria che mi rimangono ancora da leggere). Come in molte storie alternative, il punto di svolta è un differente esito di una guerra, e in questo caso abbiamo la confederazione sudista che sconfigge gli unioni degli Stati del nord. Il libro è quasi interamente dedicato a raccontare la storia del protagonista, un giovanotto con la passione per la storia, in questa timeline alternativa, che in realtà sarebbe quella primaria della storia. Da questo punto di vista il libro è ben costruito perché mostra il contesto storico differente con estrema naturalezza, senza far pesare troppo la sua "alternatività". Il viaggio nel tempo e l'alterazione degli eventi avviene a poche pagine dalla fine, e non costituisce in effetti il centro della narrazione, che rimane invece il mondo in cui gli Stati Uniti non sono mai stati uniti: si tratta di un mondo più arretrato, quasi fermo alla prima rivoluzione industriale, dove non ci sono state le guerre mondiali a sconvolgere l'assetto degli equilibri internazionali. Interessante quindi dal punto di vita ucronico anche se la storia personale del protagonista in fin dei conti ha poco di memorabile. Voto: 6.5/10

Secondo del mese un titolo di cui si è parlato abbastanza negli ultimi mesi, anche per l'uscita del film prodtto da Netflix: La ragazza che sapeva troppo, titolo sfortunatamente adattato di The Girl with All the Gifts di M.R. Carey. Si tratta di un'ennesima storia di zombie, cosa di cui non si sentirebbe il bisogno, anche se in questo caso l'interpretazione del fenomeno "umani morti che mangiano altri umani" è per lo meno abbastanza originale rispetto al solito. Lo spunto è quello dell'infezione fungina che costringe prende possesso dei centri nervosi delle formiche, solo che stavolta sono gli umani a essere vittime dell'infezione, che in poco tempo porta al crollo della civiltà. La storia inizia dopo l'apocalisse, in un laboratorio dove una nuova stirpe di bambni infetti viene studiata da un team di scienziati. La protagnista Melanie è una di questi, e non conosce altro nella sua vita che il centro e le severe misure di sicurezza a cui è sottoposta dai militari che lo dirigono. Un attacco costringe poi Melanie e pochi altri a fuggire dal centro e cercare rifugio altrove, attraversando le strade deserte e le città intasate di zombie, qui definiti hungrie. La storia è abbastanza interessante anche se in certe parti prevedibile, il suo punto di forza maggiore è sicuramente l'aggiornamento della figura degli zombie, che non sono i soliti mostri apataci e ciondolanti, e sono comunque solo uno stadio intermedio dell'infezione fungina. Gli stessi bambini come Melanie sono in effetti una successiva evoluzione del rapporto uomo-fungo, e se qui ci vedete qualche affinità con il mio Spore non siete i soli (non sto accusando nessuno di plagio, figuriamoci, le idee volano in giro e possono infettare chiunque... come spore). Personalmente ho trovato però la scrittura un po' "immatura", poco capace di seguire la tensione nei momenti più importanti ed evidenziare le differenze tra i personaggi che nei diversi capitoli costituiscono il POV della storia. Potrebbe anche essere un problema di traduzione (come lo è la parola "hungrie": perché non tradurla con un equivalente, come d'altra parte è stato fatto nel film?), ma per quanto la storia mi appassionasse la scrittura non è riuscita a sostenerla adeguatamente. Comunque la lettura merita, e probabilmente a breve parleremo anche del film. Voto: 7/10

L'ultimo libro di maggio è una raccolta di Gord Sellar pubblicata da Future Fiction. L'autore affronta tematiche molto attuali, collegate a molti -ismi di cui si discute con sempre più frequenza: dal longevismo al terrorismo, dal veganismo all'ambientalismo. Il racconto Il paese della giovinezza che dà il titolo alla raccolta è forse il più "ordinario", e per quanto valido e intenso viene surclassato per originalità dagli altri. In particolare Adescare Rasmussen, dove un gruppo di ambientalisti adotta tattiche di PNL da rimorchio per convincere pezzi grossi delle istituzioni sovranazionali ad adottare certe politiche di preservazione. Tutte le storie sono comunque di buon livello e riescono a trattare temi contemporanei con un approccio tagliente, e anche mantenendo un tono leggero riscono a colpire. Voto: 8/10
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Published on June 11, 2017 08:30

June 6, 2017

Doctor Who 10x08 - The Lie of the Land

Con questo episodio si conclude la "trilogia dei Monaci" iniziata con Extremis, e a posteriori si può affermare con una certa sicurezza che si tratta di una saga messa insieme a partire da storie tra loro scollegate. Non si spiega altrimenti come sia possibile che una razza tanto potente da pianificare un'invasione simulando l'intera storia dell'umanità si faccia fregare con tanta facilità, senza manifestare in altro modo le capacità e i mezzi straordinari di cui dispone. Questo episodio non contraddice solo Extremis , ma in una certa misura anche The Pyramid at the End of the World : lì infatti i Monaci si prendono tanto disturbo per poter avere il consenso e governare tramite la riconoscenza invece che con il terrore, ma in The Lie of the Land vediamo il classico regime dittatoriale che reprime il dissenso. È vero che i Monaci si impegnano a far credere agli umani di aver sempre vissuto sulla Terra e accompagnato l'evolversi della civiltà, ma all'atto pratico siamo alla polizia psicologica, deportazioni ed esecuzioni pubbliche. Niente che non si veda continuamente nell'average young adult movie.
Per la verità la puntata parte in modo interessante, con la favola dei Monaci bonari narrata dal Dottore stesso, promosso a frontman della propaganda. Questa prima parte culmina proprio nel momento in cui Bille Nardole raggiungono il Dottore nel suo ufficio/prigione, e scoprono le ragioni della sua alleanza coi Monaci. Bill nella sua frustrazione e perdita di punti di riferimento arriva a sparare al Dottore, per quanto ne sappiamo ignara del fatto che lui possa rigenerarsi ed evitare la morte: lei vuole ucciderlo. Ed è qui che si scopre che è tutta una messa in scena, pianificata dal Dottore, Nardole e alcuni soldati complici per testare su Bill la possibilità di rompere il legame inconscio che tiene soggiogate le persone agli invasori. Da qui in poi è la solita corsa verso il cervellone centrale per disattivare la macchina cattiva da cui dipende il dominio della Terra, il tutto grazie al Potere dell'Amore™.
Non è la prima volta che Doctor Who eccelle nella creazione iniziale della situazione per scivolare penosamente nella sua risoluzione, anzi diciamo pure che è un po' una delle caratteristiche distintive dello show. Per The Lie of the Land però è più difficile perdonare il peccato, soprattutto perché si sovrappongono una serie di occasioni sprecate che avrebbero potuto rendere memorabile (e degna conclusione di un three-parter) questo episodio. Per esempio:Sarebbe stato davvero tutta un'altra cosa se l'alleanza del Dottore con gli invasori fosse stata sincera. È ovvio che prima o poi il nemico sarebbe stato sconfitto, ma se per una volta il Dottore si fosse allineato dalla parte sbagliata e fossero rimasti i suoi compagni a combattere non solo senza, ma contro di lui, avremmo avuto una storia di tutt'altro impatto. D'altra parte pur essendo l'eroe della serie, abbiamo già visto in passato che il Dottore può sbagliare, di solito per eccesso di cinismo ed egocentrismo.La finta rigenerazione è un colpo basso. A parte il fatto che rimane da capire se si è trattato di un trucco ottico o se davvero il processo è stato avviato e interrotto solo per dare spettacolo (di fronte a un pubblico che nemmeno sapeva cosa stava succedendo). In ogni caso, sembra la classica scenetta girata apposta per finire nei trailer e generare hype, che in realtà non porta a niente.La cecità che il Dottore si porta dietro da Oxygen è stata completamente archiviata e non ha avuto in ultima analisi nessuna conseguenza rilevante (se non nell'universo simulato di Extremis). Ricollegandosi al punto sopra, quanto avrebbe potuto pesare se invece il Dottore fosse stato costretto a una rigenerazione parziale per curare la vista, invece di riottenerla magicamente dai Monaci?Missy: tutto qui il suo contributo? Una chiacchierata su come si può governare un pianeta diffondendo un'illusione collettiva? Ok, sicuramente è la persona adatta per una consulenza in materia, ma la disperata richiesta di aiuto alla fine di Extremis, di nuovo, faceva presagire un intervento molto più massiccio. Anzi, con un Dottore passato al nemico, Missy avrebbe potuto essere la forza opposta....e così via, inclusi altri aspetti minori (il Dottore non dice nulla a Bill vedendola pronta a sparargli?) che sono passati del tutto inosservati.

Preso di per sé, The Lie of the Land forse non sarebbe così terribile, ma inserito nell'arco narrativo dei Monaci, dell'universo simulato e della cecità, gioca male tutte le carte a disposizione, e da episodio solo mediocre diventa un chiario esempio di come le cose possano sfuggire di mano se non si gestiscono con un piano ben ordinato. Peccato, perché non vedevamo un three-parter dalla fine della stagione tre, e questo avrebbe potuto costituire il climax dell'era del Dodicesimo Dottore prima del suo abbandono. Voto: 5/10
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Published on June 06, 2017 04:04

June 4, 2017

Propulsioni d'improbabilità live @ Feltrinelli Firenze - 10 giugno

Dopo l'ingresso in società avvenuto il weekend scorso all'interno dell'Italcon, inizia il tour di Proupulsioni d'improbabilità , con una tappa doppia sabato 10 giugno: alle 12 il libro sarà presentato a Bologna alla libreria Trame, mentre alle 18 sarà a Firenze alla libreria Feltrinelli in via de Cerretani, appuntamento ormai consolidato per le novità di Zona 42.

 
Per ogni tappa del tour, oltre all'editore saranno presenti uno o più autori. In questo caso, a Firenze ci saremo io e Alessandro Vietti, e forse qualcun altro che si aggiungerà all'ultimo momento. Può anche darsi che riesca a fare io un salto a Bologna, ma ancora non sono sicuro.
In ogni caso, sarà l'occasione per parlare non solo dei testi, ma della raccolta nel suo complesso, del suo obiettivo e di come si può avvicinare la fantascienza al pubblico dei lettori italiani.
Per maggiori info potete seguire l'evento su facebook. Ci vediamo lì!
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Published on June 04, 2017 23:12

June 2, 2017

La app di Minuti Contati

Ogni tanto può essere utile segnalare qualche iniziativa interessante nel panorama della narrativa di genere, al di là delle semplici pubblicazioni. E quella che segnalo qui secondo me è una delle più innovative e meritevoli nel ristretto settore di cui mi occupo di solito.
Ho visto nascere Minuti Contati anni fa, sul forum delle Edizioni XII, e sono stato uno dei partecipanti più assidui delle prime edizioni, per poi lasciarlo da parte nell'ultimo periodo, cosa di cui mi rammarico, mi riprometto sempre di riprendere prima o poi. Molti dei racconti che si trovano in questo blog nella rubrica "storie" (anche questa abitudine che ho un po' abbandonato ultimamente) derivano da sessioni di Minuti Contati, e anche diversi racconti che ho pubblicato in giro nascono come storie-lampo concepite e buttate giù in poche ore. Negli anni Minuti Contati si è evoluto e ha ampliato il suo bacino di concorrenti e lettori, grazie al lavoro di pochi volenterosi collaboratori.
La novità è che nelle settimane scorse Minuti Contati ha lanciato una app per Android. È così possibile accedere ai racconti caricati sul portale in qualsiasi momento dallo smartphone, e cercare una storia da leggere filtrandola per genere, lunghezza, autore (ce ne sono anche di miei, risalenti appunto a quando ero un partecipante più assiduo del contest). Per il momento sono disponibili quasi 700 racconti, ma l'archivio è in continuo aggiornamento, come la app stessa, che verrà progressivamente migliorata seguendo i suggerimenti degli utenti.

Mi pare un ottimo modo per facilitare e incoraggaire l'accesso alla lettura. Non sono un gran frequentatore di app, ma non credo che ne esistano tante (if any) di questo tipo. In genere non si esce di casa con un libro, ma il telefono lo abbiamo sempre a portata di mano, e i racconti di Minuti Contati per la loro brevità e immediatezza, sono perfetti per riempire tutti quei momenti di vuoto che capitano durante la giornata, dal passaggio a livello chiuso alla coda alla cassa, dalla fermeta del bus alla pausa pranzo.
La app è gratuita, quindi basta cercarla sull'app store e scaricarla. Per il momento è disponibile solo su Android ma non è escluso che verrà estesa anche ad altre piattaforme. Dategli un'occhiata e condividete le vostre impressioni, saranno utili per migliorarla e sviluppare nuove funzioni.
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Published on June 02, 2017 02:45

May 30, 2017

Doctor Who 10x07 - The Pyramid at the End of the World

Dopo il cliffhanger di Extremis che aveva rivelato il primo two-parter di questa stagione (salvo poi scoprire che in realtà è un three-parter), questo episodio aveva una responsabilità pesante: riprendere una storia intensa lasciata a metà e ricavarne una maggiore tensione e senso di pericolo, dal momento in cui la vicenda si sposta "nel mondo reale". Purtroppo, non è stato all'altezza.
La piramide del titolo è quella che compare dal nulla al centro di una zona di guerra contesa da russi, americani e cinesi. Il Dottore, informato dal suo alter ego simulato, sa che questa apparizione in prossimità dei tre eserciti più forti del pianeta non è un caso, e capisce che i nemici (i Monaci) vogliono attirare l'attenzione del pianeta. Richiamato al suo ruolo di Presidente della Terra come alla fine della stagione otto, il Dottore tratta con gli invasori e scopre cosa vogliono: dominare il mondo, chiaramente, ma solo quando l'umanità è disposta a cederglielo. È una sorta di ricatto al contrario: i Monaci prenderanno il comando quando gli uomini acconsentiranno al loro dominio, salvandoli dall'imminente catastrofe che si sta per scatenare per via di qualche bioingegnere distratto. Il Dottore è chiaramente contrario a affidare il pianeta alle mani dei mostri, quindi cerca di inviduare la causa dell'apocalisse che si sta avvicinando, per impedirla e invalidare così il ricatto dei Monaci.
Ci sono diversi problemi nel modo in cui la trama si svolge, divise tra superficialità, incoerenze e plot hole veri e propri. Innanzi tutto per quanto sia anomala la comparsa della piramide, il ricatto dei Monaci si basa su una proiezione da loro eseguita, per cui la distruzione del pianeta non è affatto credibile come moneta di scambio sulla quale basare l'offerta di dominio. Il fatto che poi il ricatto si basi su una circostanza fortuita (il classico scienziato che scatena accidentalmente la fine del mondo) piuttosto che su un piano ben costruito dei Monaci, riduce la portata della loro minaccia: se devono contare sulla presenza di un evento imprevedibile per poter portare avanti la loro conquista, non sono poi così onnipotenti, no? Possibile che nella loro simulazione perfetta non abbiano trovato occasioni più sostanziose di questa per intervenire?
Ma la cosa che forse mi irrita di più è come il potenziale della cecità del Dottore sia stato sprecato. Certo, alla fine si rivela determinante perché è questa a impedirgli di salvarsi e costringere Bill ad accettare il patto, ma il modo in cui l'handicap si manifesta è forzato e poco plausibile: una tastiera numerica con un quadrante analogico? Ma quando mai è esistito un dispositivo del genere, a maggior ragione in un laboratorio biologico che dovrebbe avere misure di sicurezza impenetrabili? Il momento della confessione del Dottore a Bill è comunque toccante, ma solo grazie (come sempre) all'interpretazione di Capaldi, perché la situazione è al limite del ridicolo.
Forse l'unico spunto degno di nota è quello dei Monaci che hanno bisogno di un esplicito e onesto consenso, non motivato dalla paura o dal calcolo strategico, per poter mettere in atto la loro invasione. Ma il resto dell'episodio è mal strutturato e totalmente in discesa dopo il climax di Extremis. Ma soprattutto, che fine ha fatto Missy? Pareva che il Dottore la stesse per liberare per aiutarlo a combattere la minaccia, perché non l'ha fatto prima di affrontare i Monaci?
A questo punto speriamo che il prossimo episodio sia all'altezza, probabilmente vedremo una sorta di distopia con il Dottore dalla parte dei cattivi, il che potrebbe essere interessante. Per adesso, il perno di questa ipotetica trilogia è poco efficace. Voto: 5/10
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Published on May 30, 2017 10:47

May 26, 2017

Coppi Night 21/05/2017 - Air

Uno dei colpi più azzeccati di Lost fu ai bei tempi della seconda stagione, quando i naufraghi scoprono il bunker sotterraneo in cui un unico occupante vive in quarantena, a occuparsi di antiquati calcolatori anni 70 con il fine ultimo di salvare il mondo. Sembra che Air, film del 2015 in cui compare Norman Reedus (il Daryl di The Walking Dead) debba molto a questa idea, sia nello sviluppo della trama che nell'estetica. I due protagonisti vicono in un bunker sigillato, programmato per risvegliarli ogni tot mesi per verificare le condizioni di abitabilità della superficie esterna, dopo quella che si presume un'apocalisse nucleare. Non è specificato quando la storia è ambientata, ma dal livello tecnologico delle attrezzature si può supporre che la catastrofe sia avvenuta negli anni 80, o per lo meno una linea temporale alternativa in cui negli anni 80 esistevano celle per l'animazione sospesa.
La storia si svolge tra il bunker e i cunicoli che lo circondano e praticamente coinvolge solo questi due attori (salvo pochi secondi di apparizioni di una terza). È sempre rischioso basare un intero film su un unico set e la performance di un paio di attori. A volte funziona bene (vedi Moon), altre meno; Air rientra nel secondo caso.
Naturalmente in un film del genere il punto di interesse principale è il rapporto tra i personaggi e lo svilupparsi di tensione, inevitabile in un contesto di forzata convivenza e incertezza del proprio futuro. E infatti dopo un primo incidente all'interno della base, ecco che iniziano a emergere divergenze, diffidenze e sospetti. Ed è qui che sorge uno dei problemi principali: il film per qualche ragione decide che uno dei due è il "buono" mentre l'altro è egoista e folle. A mio avviso però quello che viene presentato come pericolo è in realtà il personaggio che si comporta in modo più razionale: è cinico, demotivato, ma estremamente coerente. D'altra parte la situazione non dà molto spazio alla speranza, a maggior ragione quando si scopre lo stato delle altre stazioni di monitoraggio. E infine, è lui a essere vittima del primo tentativo di attacco. Quindi quando verso la fine il conflitto esplode e il film fa di tutto per presentare l'altro come il virtuoso non mi sono più fidato di quello che vedevo.
Un altro grande problema è la noia. Molte scene si trascinano fino a diventare estenuanti, e molti tentativi di trasmettere claustrofobia e oppressione vanno a vuoto. Viene da pensare che con un montaggio più selettivo il film avrebbe potuto essere un cortometraggio senza perdere niente di quello che ha da dire. Una prova mediocre quindi, che non si salva né per originalità né per qualità tecnica.
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Published on May 26, 2017 00:49

May 22, 2017

Doctor Who 10x06 - Extremis

Ci sono molti modi per raccontare una storia in cui quello che accade "non è reale", nel senso che si svolge su un piano diverso da quella che si considera la realtà condivisa da tutti. Che si tratti di sogno, universo parallelo, simulazione, se alla fine della storia si incappa nella rivelazione "niente era vero!" e finisce lì, allora siamo di fronte a una storia di merda; se invece ciò che avviene nell'altra dimensione, per quanto "non reale" ha comunque peso sullo svolgersi degli eventi, allora si parla di una storia ben costruita. Extremis prende la strada pericolosa (e già percorsa in altre occasioni) della simulazione: tutto ciò che si vede dopo i titoli di testa (tranne i flashback tra il Dottore e Missy) avviene all'interno della simulazione che il misterioso invasore della Terra ha messo in atto. Simulazione che contiente tutto, anche i simulati senzienti in grado di capire di essere all'interno di una simulazione.
Di per sé non è niente di originale. L'esempio più noto al pubblico è Matrix, ma ce ne sono di precedenti e più profondi, come Simulacron 3 di Daniel Galouye e che diamine, addirittura io ho scritto un racconto con questo tema. Non è quindi la scoperta della simulazione a costituire il perno dell'episodio, per quanto le modalità con cui si arriva a questa rivelazione sono comunque ben congegnate.
Il senso ultimo di Extremis sta nel motto proncunciato dal Dottore (quello "finto") al momento del suo confronto finale con l'invasore, quando ha ormai capito di non potere in alcun modo contrastare il nemico:
Without hope, without witness, without reward. Virtue is virtue only in extremis.
È questo il messaggio più importante: la dimostrazione di ciò che siamo veramente avviene solo nel momento finale, quando non c'è più speranza, non c'è nessuno ad assistere, non c'è niente da ottenere. Solo allora si possono esprimere gli ideali più puri, quando non c'è nessuna occasione di poter beneficiare delle proprie scelte. È un gran bel concetto, che non sfigurerebbe in un poema epico. E non si fatica a credere che il Dottore sia capace di un ragionamento del genere, soprattutto questo Dottore, quello che ha preso a pugni per quattro miliardi di anni una lastra di diamante sapendo che ogni volta sarebbe morto e tornato lì. Ho la sensazione che questo possa in qualche modo essere anche l'epitaffio del Dodicesimo Dottore, già menomato dalla cecità e come sappiamo in punto di cambiare nella sua prossima incarnazione. E non importa che a pronunciare le parole sia il Dottore simulato, perché lui è il Dottore, e non si possono davvero considerare come due entità separate quelle da un lato e dall'altro della simulazione.
Per questo Extremis non è soltanto un set-up per la prossima puntata, in cui la minaccia dei monaci alieni non-morti (in mancanza di nomenclatura ufficiale) si paleserà nel mondo reale. Perché ciò che accade nella simualzione rivela particolari importanti di cosa ci si può aspettare fuori di essa, nell'immediato o a breve termine. Da non sottovalutare anche il fatto che per riacquisire pochi minuti di vista il Dottore è stato disposto a sacrificare potenzialmente le sue future rigenerazioni: un baratto che potrebbe ripresentarsi presto in una forma simile.
Al di là del fine ultimo dell'episodio, Extremis colpisce bene anche in altre sezioni. Si scopre finalmente (senza grande sorpresa, ma meglio così) che è Missy/Master ad occupare la stanza sorvegliata dal Dottore, ed è in qualche modo confortante che la rivelazione arrivi a metà stagione invece di trascinarsi fino alla fine come succede di solito. I pochi momenti comici sono molto validi, e la coppia Nardole/Bill isolata dal Dottore funziona perfettamente. Interessante anche notare come questa sia a quanto mi ricordo la prima volta che il Dottore ha a che fare con un'autorità religiosa esistente, invece che una delle tante religioni inventate della serie: è un passo tutt'altro che scontato, visto quanto è sensibile la gente su questo argomento.
Un ottimo episodio che conferma la tendenza crescente di questa stagione, sicuramente molto Moffatiano, ma l'attuale showrunner si è sempre distinto per la sagacia delle singole storie. Vedremo se il confronto con i monaci sarà all'altezza della loro introduzione (sono davvero così pericolosi?), ma per il momento possiamo attestarci su un voto 7.5/10
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Published on May 22, 2017 11:30

May 17, 2017

Propulsioni d'improbabilità

La notizia sta iniziando a girare, quindi mi aggrego alle news in transito e annuncio anche dal mio blog l'imminente uscita di Propulsioni d'improbabilità , raccolta di 18 racconti pubblicata da Zona 42 e curata da Giorgio Majer Gatti che contiene una mia storia.
Il progetto che sta dietro questa antologia è piuttosto ambizioso. Come si può leggere nell'introduzione di Gatti (scaricabile con l'anteprima dalla pagina del libro), l'intento è quello di offrire uno stato dell'arte della fantascienza italiana di oggi, ma senza imporre ad autori e lettori limiti derivanti da definizioni, contesto storico, critica letteraria, per staccarsi dal paradigma del "noi contro loro" che vede spesso contrapposte la fantascienza (e tutta la narrativa di genere) e il cosiddetto mainstream. Il volume cerca l'attenzione tanto del pubblico di appassionati quanto di quello generalista, ma non ponendosi come un esempio contaminato di literary fiction come in passato qualcuno ha provato a fare, poiché non si parte dall'assunto che la fantascienza abbia bisogno di essere legittimata. Scrive il curatore: "Quello che sappiamo è che la fantascienza non ha bisogno di costruirsi quarti di nobiltà letteraria, così come non ha bisogno della consacrazione sociale della letteratura o della critica mainstream. Le basterà non prendersi troppo sul serio: Douglas Adams insegna."
Il riferimento ad Adams, già presente nel 42 della Zona, ritorna anche nel titolo: la propoulsione a improbabilità infinita è quella che permette all'astronave Cuore D'oro della Guida Galattica per Autostoppisti di attraversare gli spazi siderali in pochi istanti. E, incidentalmente, di essere ovunque in qualunque tempo e qualunque forma. Il che è una buona analogia per cosa la raccolta nel suo complesso cerca di dire al lettore.


I nomi presenti sulla copertina possono essere familiari ai lettori di fantascienza che si dedicano anche agli autori italiani contemporanei. Naturalmente ognuno sarà giudicato per la qualità delle sue storie, ma per chi crede in queste cose si potrebbe fare un medagliere di premi e nomination ricevute dall'intero gruppo: tra Premi Italia, Urania, Robot e così via si raggiunge una cifra ragguardevole. Ma non solo: nell'ipotetico medagliere si trovano anche dei Premi Strega, autori che possono essere sconosciuti all'appassionato di sf (per esempio io), ma con un profilo ben noto in altri ambienti. È anche questa la scommessa della raccolta, mostrare come la fantascienza non sia (e non debba essere) un piccolo orticello coltivato solo da pochi per quanto meritevoli fan, ma un modo di parlare delle cose che tutti possono praticare e comprendere.

Il mio contributo all'antologia è il racconto Infodump . Senza stare a dare particolari sulla storia, il tema di fondo è quello dell'onnipresenza delle informazioni, con qualche trucchetto metatestuale sul nozionismo di cui spesso è imputata la narrativa di fantascienza che è anche un po' un inside joke. Sono stato "invitato" a partecipare all'antologia verso la fine dell'anno scorso (l'annuncio del progetto è stato dato a Stranimondi 2016), ma questo non comportava in nessun modo un posto garantito per il mio racconto, pur costituendo fino ad ora la metà del parco autori italiani di Zona 42. Ho inviato prima la mia idea e poi la bozza del racconto a Giorgio Majer Gatti, con cui sono stato contento di lavorare di nuovo dopo l'esperienza con Parallàxis. Ho ricevuto i suoi suggerimenti e dopo qualche scambio di testi e idee siamo arrivati alla versione definitiva che troverete nel volume. So anche che lo stesso approccio è stato seguito con tutti gli autori, senza favoritismi di sorta e con qualche illustre escluso. Il livelllo qualitativo si preannuncia quindi medio-alto, così come la varietà di temi, registri e stili. Dice ancora Gatti nell'introduzione: "I racconti che leggerete hanno legami invisibili tra loro, che non sono stati mai voluti né decisi: lunghi e brevi, più o meno narrativi, immediatamente fantascientifici o più duri da scavare nel loro guscio fantastico, tutti i racconti esorcizzano tensioni narrative sottostanti, rivelano politiche, muovono critiche sociali, attraversano disturbi e ossessioni, mettono sul piatto felicità malinconiche o illuminate, psicologie pubbliche e oscurità private, timori storici e paranoie."

Il volume uscirà in cartaceo e digitale a fine mese, ma è già disponibile in preordine sul sito di Zona 42. La prima presentazione sarà fatta nell'ambito dell'Italcon, il 27 maggio a Chianciano Terme, ma ne seguiranno altre a cui con tutta improbabilità sarò presente anch'io.
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Published on May 17, 2017 23:40

Unknown to Millions

Andrea Viscusi
Il blog di Andrea Viscusi since 2010

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