Costanza Miriano's Blog, page 6

November 29, 2024

Contro l’odio la vendetta dell’amore

Organizzano un incontro all’Università di Milano sul tema della libertà di scegliere se accogliere una vita, vengono boicottati con urla e bestemmie gridate, un dirigente viene buttato a terra, l’acqua addosso a chi parla, e loro come reagiscono? Con “uno struggimento mai sperimentato per chi non ha incontrato o ha respinto l’Amore che ha conquistato noi”. Oh, ragazzi, questa è roba grossa!!!! Amare il nemico non è una cosa di questo mondo. Grazie di cuore.Di seguito la lettera di alcuni universitari di CL presenti .Da clonilne.org

Quest’estate con alcuni amici che studiano con noi medicina è nato il desiderio di approfondire il tema estremamente complesso della maternità e dell’interruzione di gravidanza. Questo slancio si è concretizzato nell’organizzazione di un incontro pubblico, promosso dalla lista di rappresentanza universitaria Obiettivo Studenti. L’evento era previsto il 26 novembre scorso all’Università degli Studi di Milano, con il titolo “Accogliere la vita – Storie di libere scelte”.

Nei giorni precedenti all’evento c’erano già state intimidazioni da parte di alcune liste di rappresentanza e alcuni collettivi che sui social invitavano gli studenti a riunirsi fuori dall’aula per sabotare l’evento. Non abbiamo desistito, certi della bontà della nostra proposta. L’incontro si è aperto con il contributo di Costanza Raimondi, ricercatrice in Bioetica presso l’Università Cattolica, che tra fischi e urla è riuscita a concludere il suo intervento affermando che non può esistere libertà senza la possibilità di esercitare una scelta. «La libertà – ha detto – è la condizione della moralità». Ancora: «Talvolta su questo tema specifico (l’aborto, ndr), accade che pensiamo che sia la libertà di scelta l’oggetto della nostra azione e riflessione. Ma la libertà è un tramite: davanti all’inizio della gravidanza, davanti all’accogliere o no la gravidanza la scelta riguarda chi voglio essere io e chi è l’embrione: l’oggetto della scelta». Poco dopo avrebbe dovuto parlare Soemia Sibillo, direttrice del Centro di Aiuto alla Vita della Clinica Mangiagalli di Milano ma è stata interrotta da urla, bestemmie e proteste contro un presunto attacco ai diritti della donna da parte delle relatrici. Costanza, Soemia e Chiara Locatelli, neonatologa specializzata in cure palliative perinatali, hanno assistito in silenzio. Le proteste però sono peggiorate, fino a far cadere a terra un dirigente dell’Università e con lanci d’acqua contro gli organizzatori dell’incontro. Il riuscito tentativo di sabotare l’impianto elettrico dell’aula e il perpetuarsi del clima di odio hanno raggiunto il loro scopo, rendendo impossibile il proseguimento dell’incontro. Così siamo stati costretti ad abbandonare l’aula.

In quel momento abbiamo guardato i volti, oltre trecento, degli amici e dei compagni di corso che erano venuti per ascoltare l’incontro: qualcuno ribolliva, qualcuno era triste, ma nessuno era solo, perché in compagnia di altri che gli ricordavano di continuo in che modo desideriamo stare in università. Nessuno ha risposto alla violenza di cui siamo stati bersaglio per tutto il tempo che siamo rimasti in aula.

Non volevamo che la rabbia e la frustrazione prendessero il sopravvento e così subito dopo, spontaneamente, ci siamo ritrovati a fare una assemblea insieme, col desiderio di non lasciarci senza un giudizio su quello a cui avevamo appena assistito. Sono emerse moltissime domande: cosa vince la paura? Come tornare a guardare il giorno dopo chi collabora con noi negli organi di rappresentanza, ma che oggi ci ha ostacolato così violentemente? È davvero possibile un dialogo davanti ad un evidente rifiuto?

Siamo stati così obbligati a renderci conto che ci sono stati anche dei segni belli. Un esempio: durante l’incontro un ragazzo aveva cominciato a scandire cori contro Comunione e Liberazione, una cosa che ci ha ferito perché toccava la nostra appartenenza al Movimento. Ma abbiamo anche visto una ragazza che era tra i manifestanti avvicinarsi a lui dicendogli che non era quello il modo di dissentire e poi è venuta al tavolo dei relatori per scusarsi, raggiunta da una sua amica che ha spiegato che la sua idea di libertà era molto diversa da quella di cui Costanza aveva parlato e per questo dissentiva. Ci siamo presentate, e strette la mano. Questo ci ha aiutato a capire che se oggi non cediamo alla tentazione del rancore per l’ingiustizia subita è anche perché abbiamo visto che – comunque sia andato – l’evento è stato davvero l’occasione di incontrare queste persone, provocate in diverso modo dalla nostra presenza in università. I loro volti e la comunione con i 300 amici che erano lì, hanno reso possibile che uscendo da quell’aula, mentre i cori continuavano, regnasse in noi non l’odio ma uno struggimento mai sperimentato per chi non ha incontrato o ha respinto l’Amore che ha conquistato noi. Ed è stato immediato riconoscere che non si trattava di una posizione spontanea (di certo non ci siamo trovati uniti perché più bravi di altri o perché privi di istintività), ma di un dono di grazia.

In questi giorni siamo continuamente sorpresi dai frutti che questo incontro mai concluso ha dato. Due compagni di corso che erano presenti in aula, dispiaciuti per come era andata, hanno confermato la loro presenza al prossimo appuntamento per dialogare insieme su questi temi. Un amico del primo anno, indeciso se partecipare o meno agli Esercizi spirituali del CLU, appena uscito si è iscritto senza esitare: «Ora che ho visto questa unità tra voi, vengo anche io».  Non neghiamo di essere feriti dall’ostilità che altri amici sperimentano nelle loro università, tramite violenza o indifferenza da parte di compagni di corso con cui il giorno precedente si scambiavano appunti a lezione. Ma oggi siamo ancora più certi di vivere memori della grazia che abbiamo ricevuto, instancabili nel proporre un dialogo e quindi un rapporto a tutti coloro che abitano l’Università.

Anna e Maddalena, Milano

fonte: clonine.org

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Published on November 29, 2024 14:54

November 28, 2024

Nefarius, quando parla il diavolo

di Costanza Miriano

Qualche tempo fa un amico mi ha chiesto di vedere un film,  NEFARIUS, e mi ha mandato il link con la password per i giornalisti. Purtroppo però le tre parole insieme in una sola frase-film, link, password- in generano in me attacchi di narcolessia.

Qualunque cosa io mi sieda a guardare, mi addormento e per di più non ho mai tempo di vedere nulla, tantomeno di studiare come si fa a collegare un link al televisore… insomma ho chiesto a mio marito di dare un’occhiata, giusto per poter dire qualcosa al mio amico, fingendo di averlo visto tutto. Mio marito borbottando e protestando si è messo a guardare, probabilmente pensando anche lui che ci avrebbe perso giusto qualche minuto, tanto per darmi una opinione. Beh, è rimasto incollato.

Per giorni, dopo la visione di questo film, non ha parlato di altro. E per uno che non parla mai è tanta roba. Un film sul diavolo senza effetti speciali, proprio come è nella realtà, che mostra come la maggior parte delle volte il demonio agisca dentro le leggi naturali, in modo sottilissimo e subdolo, e ci minacci continuamente, ci tenga praticamente sempre sotto assedio. Un film per risvegliare la consapevolezza del combattimento al quale siamo tutti chiamati. Inoltre girato, montato recitato benissimo non il filmino apologetico da parrocchia, ma proprio una roba fatta bene, di alto livello. Insomma mi ha convinta.

Ma il problema narcolessia rimane quindi ho deciso che andrò al cinema il 4 dicembre a Roma (il 3 sarò a Cervia). Cerchiamo di spargere la voce e di andarci tutti, in modo che i distributori si accorgano del fatto che c’è un pubblico per la cultura dei credenti… un pubblico che secondo me va oltre la nostra cerchia, visto che il tema del demonio sicuramente provoca tanto (in fondo la locandina con le prime date italiane). Io arrivo a capire uno che dubiti dell’esistenza di Dio ma assolutamente non posso capire chi dubiti dell’esistenza del male, visto che ne vediamo gli effetti continuamente.

Insomma, ecco le prime date. Io ci sarò. Forse anche sveglia.

Sinossi

Nel giorno previsto per la sua esecuzione capitale, il serial killer Edward Wayne Brady, è sottoposto ad un’ultima valutazione psichiatrica da parte del dottor James Martin; se questi lo dichiarerà incapace di intendere e di volere, Brady sarà risparmiato. In caso contrario, verrà giustiziato. Durante il colloquio, l’assassino afferma essere posseduto da un demone chiamato «Nefarius» e comunica al dottor Martin che, entro fine giornata, questi commetterà tre omicidi. Lo psichiatra, scettico uomo di scienza, respinge tali affermazioni fin quando il demone non rivelerà particolari incredibilmente accurati della sua vita privata. Posto d’innanzi la realtà oggettiva, lo scetticismo di Martin comincerà a vacillare ed un atroce dubbio, serpeggiare…

 

nefariusfilm.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Published on November 28, 2024 10:02

November 27, 2024

Botta e risposta con i giovani – Su sesso e altri argomenti scomodi

Passare la fede ai ragazzi secondo me è la cosa più difficile dell’universo. Penso che sia impossibile parlare la loro lingua e credo che l’unica via sia quella di parlare la lingua che conosciamo – la lingua dei vecchi – ma prendendo sul serio le loro domande. E’ quello che fa padre Maurizio Botta in questa collana voluta dall’editore, David, per cercare di dare una mano alla causa più importante del momento, la trasmissione della fede. Sul sito Cantagalli è già disponibile.C.M

Perché la Chiesa dovrebbe decidere ciò che deve fare una persona?

Perché un bambino innocente deve soffrire, dov’è Dio?

Perché dovrei seguire una religione? Non è un raccontino buono solo a consolare chi non capisce le cose?

Perché se Dio ci ha dato la possibilità di fare sesso questo è considerato un peccato?

Perché la Chiesa è contro i gay?

Queste sono solo alcune domande vere, di giovani veri che chiedono cose vere sulla vita, che si interrogano sulla concretezza dei rapporti, dell’amore, del sesso, della società, di Dio e di molto altro. Domande scomode, alle quali in molti preferirebbero non rispondere, ma che non possono più essere censurate o ignorate, espressione di un desiderio di verità potente e sincero. Dimmi perché è la nuova collana di libri interamente dedicata ai giovani e ai loro perché. Ai giovani e, perché no, anche ai loro genitori, a noi adulti che dalle domande dei nostri figli abbiamo ancora tanto da imparare, per comprendere le loro paure e i loro sogni, le inquietudini e le speranze.

Padre Maurizio Botta è prefetto dell’Oratorio Secolare San Filippo Neri e viceparroco a Santa Maria in Vallicella. Insegna religione nella scuola secondaria di primo e di secondo grado. È autore di libri per i ragazzi, tra i quali: Il ritmo della lumaca (Piemme); Quel cretino di un cristiano (San Paolo); Sto benissimo soffro molto (ESD).

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Published on November 27, 2024 04:34

November 19, 2024

Gesù à la carte – Cinque Passi al Mistero

Cari amici,

con il primo appuntamento di Sabato 23 Novembre, inizia il ciclo 2024-2025 dei Cinque Passi al Mistero! Negli incontri di quest’anno, in occasione del Giubileo della Speranza, verranno riproposti Cinque Passi di questo lungo cammino, iniziato nel lontano 2008, che hanno consolato e donato speranza a chi li ha ascoltati.

In “Gesù à la carte” verrà presentato il Gesù Cristo vero del Vangelo che rimane lo stesso ieri, oggi e per sempre, quel Gesù che non cambia per risultare gradevole a ogni palato moderno, inesorabilmente diverso!

Gesù non ha paura di rimanere solo. Gesù non risponde a tutte le domande. Gesù non ha paura di deludere. Gesù sta in silenzio. Gesù canta. Gesù è semplice. Gesù è intelligente. Gesù è un grande camminatore. Gesù scaccia i demoni…

Vi aspettiamo Sabato 23 Novembre 2024 alle ore 16:00 alla Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella).

Per chi non potrà partecipare in carne ed ossa, l’incontro verrà trasmesso in prima serata Mercoledì 27 Novembre 2024 alle ore 21:00 sul canale YouTube di Oratorium. Non mancate!

padre Maurizio Botta

***

questo link troverete TUTTI i Passi di questi diciassette anni già suddivisi per macro-temi. Buon ascolto!

Le date di tutti i Passi di quest’anno 2024-2025 sono queste:

Sabato 23 Novembre 2024
Sabato 14 Dicembre 2024
Sabato 18 Gennaio 2025
Sabato 15 Febbraio 2025
Sabato 29 Marzo 2025

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Published on November 19, 2024 15:01

November 18, 2024

Tutti i video delle catechesi del 6° Capitolo del #monasteroWiFi

di Costanza Miriano

Con grande gioia condividiamo i link per riascoltare le catechesi sul digiuno a cui abbiamo avuto la gioia di assistere sabato 9 novembre a San Pietro, spacchettate, come si dice, cioè divise per singoli oratori e argomenti: Il digiuno nel Catechismo della Chiesa Cattolica, il senso cristiano dell’ascesi, la sete dell’uomo in sant’Agostino e non solo, il digiuno di Gesù, il digiuno come esorcismo, la gola spirituale e via dicendo.

Un’esplosione di bellezza che ci ha travolti e che vogliamo condividere con più persone possibile, anche se – per il prossimo appuntamento – vi ricordiamo che esserci è un’altra cosa, la scoppola di Spirito Santo e soprattutto la presenza viva e vera di Gesù con la sua carne sono proprio un’altra cosa.

Per quanto mi riguarda, sto cominciando a riascoltare (è per questo che guardo la gente con occhi vacui mentre cammino per strada con le cuffiette, sorridendo o ridendo proprio – a “pregà col pigiamone”, per esempio – o annuendo vigorosamente), e non posso riassumere qui tutte le perle di cui è stata costellata la giornata.

Voglio ricordarne solo due. La prima chi non è venuto non la può capire, ed è l’amicizia che ho visto tra le persone, il clima di comunione in generale, e tra i sacerdoti in particolare. La seconda è che – anche cercando di sperimentarlo – mi è scattato un clic, cioè ho capito davvero, con la carne, una cosa che è proprio una bomba. E cioè che il digiuno non è per Dio, ma è per noi. È una opportunità che Dio ci dà, uno strumento potentissimo non solo per ottenere grazie (la preghiera bussa, il digiuno ottiene, cit.) in modo sconvolgente, quasi incredibile, ma anche per il nostro combattimento spirituale. Il digiuno fa pulizia nella mente, chiarisce, combatte per noi, ci rende più forti nella lotta coi vizi, ci rende più capaci di relazione con Dio e con gli altri, ci cambia in modo miracoloso.

Buon ascolto!

Ricordo che sullo stesso CANALE YOUTUBE sono disponibile anche le catechesi degli anni passati.

 

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Published on November 18, 2024 02:29

November 8, 2024

VIDEO INTEGRALE del Sesto Capitolo Generale del MonasteroWiFi

Diretta streaming dalla Basilica di San Pietro in vaticano

Sesto capitolo generale Monastero wifi – Il digiuno – Basilica di San Pietro,

9 novembre ‘24

Don Luca Civardi – Il digiuno nel Catechismo della Chiesa Cattolica

Padre Marco Pavan – L’ascesi cristiana: fare spazio a Dio

Don Francesco Buono – Come ha digiunato Gesù

Don Matteo Nistri – Di cosa ha fame il cuore inquieto dell’uomo

Padre Serafino Tognetti – Come si digiuna per far crescere Cristo in noi

Santa Messa celebrata da S.E. Card. Mauro Gambetti

Don Roberto Liani – Certi demoni non si allontanano che con la preghiera e il digiuno

Don Gabriele Vecchione – La gola spirituale

Padre Maurizio Botta – Altre vie di mortificazione

Don Michele Berchi – Il digiuno come scuola di carità

Don Daniele Troiani – Lo Sposo colma il vuoto dell’attesa

 

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Published on November 08, 2024 23:49

DIRETTA STREAMING del Sesto Capitolo Generale del MonasteroWiFi

Diretta streaming dalla Basilica di San Pietro in vaticano

Sesto capitolo generale Monastero wifi – Il digiuno – Basilica di San Pietro,

9 novembre ‘24

Don Luca Civardi – Il digiuno nel Catechismo della Chiesa Cattolica

Padre Marco Pavan – L’ascesi cristiana: fare spazio a Dio

Don Francesco Buono – Come ha digiunato Gesù

Don Matteo Nistri – Di cosa ha fame il cuore inquieto dell’uomo

Padre Serafino Tognetti – Come si digiuna per far crescere Cristo in noi

Santa Messa celebrata da S.E. Card. Mauro Gambetti

Don Roberto Liani – Certi demoni non si allontanano che con la preghiera e il digiuno

Don Gabriele Vecchione – La gola spirituale

Padre Maurizio Botta – Altre vie di mortificazione

Don Michele Berchi – Il digiuno come scuola di carità

Don Daniele Troiani – Lo Sposo colma il vuoto dell’attesa

 

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Published on November 08, 2024 23:49

November 7, 2024

Sesto Capitolo del Monastero WiFi del 9 novembre, ultima chiamata!

di Costanza Mirano

Tutto ciò che poteva andare storto, ci è andato, e ancora non è finita. Alta velocità a singhiozzo, scioperi, mail che non partono, contrattempi di ogni tipo agli iscritti e anche a un relatore, file importantissimi che si autodistruggono, strane scritte che compaiono sullo schermo. Non sono una che vede il diavolo dappertutto, però questa volta ho l’impressione che se c’è uno che ha preso molto sul serio l’invito a trovarci a San Pietro a parlare di digiuno, è proprio lui, il gran cornuto. D’altra parte Gesù dice che certi demoni non si allontanano che con la preghiera e il digiuno (sì, lo so, è un versetto che manca in alcuni codici, ma è nella versione che la Chiesa ha accolto, e quindi è Parola di Dio), e anche se tanti non credono nel diavolo, lui crede molto in sé stesso. Sa che il digiuno è un’arma potentissima che Dio ci ha regalato per abbassare un po’ l’uomo vecchio, incontrare Lui, fargli spazio nella nostra vita. E funziona anche quando a essere insidiato dal nemico è qualcun altro: è la migliore intercessione per i nostri figli, per esempio.

Per questo sappiamo che ogni persona che sabato varcherà la soglia di san Pietro e si disporrà all’ascolto, è una sconfitta per lui. Comunque, in attesa del prossimo imprevisto (alluvioni, cavallette, unghie che si rompono), sabato mattina vi aspettiamo. Vi devo dare poche semplici informazioni, sennò ci si confonde.

La prima: CHI NON HA ANCORA RICEVUTO IL BADGE, o comunque chi vuole unirsi, può andare sul nostro sito https://www.monasterowi-fi.it/ e scaricare tutto: il badge innanzitutto, che serve non per entrare (nella Basilica di san Pietro entrano tutti!) ma per PASSARE DAI VARCHI DEDICATI, velocizzare l’ingresso, prendere possesso di una sedia e avere un sacchetto con i nostri piccoli regali. STAMPATELO E METTETELO DA QUALCHE PARTE VISIBILE (meglio di tutti con un portabadge legato al collo).

La seconda cosa è che volevo invitare chi può a venire prima possibile, anche alle 7.30, sempre per velocizzare gli ingressi, e magari salutarci prima dell’inizio della giornata. All’inizio sarà sicuramente tutto più scorrevole.

Terza informazione: rispetto agli anni scorsi avremo più bagni dedicati solo a noi (non ai turisti), ma in totale molti di meno a causa di alcuni lavori che si stanno facendo in Basilica, quindi tenetene conto. Io qualche anno sono riuscita a farne a meno per tutta la giornata, ma non sempre è possibile. In ogni caso, ecco, come dire, non bevete tre tazze di tisana prima di uscire.

Quarta informazione: per chi dovesse arrivare a Roma già da venerdì consigliamo di andare a San Giovanni in Laterano ad ascoltare tre stupendi sacerdoti della Diocesi di Roma: don Fabio che tutti conoscete e che è stato più volte dei nostri, don Andrea Lonardo e don Gabriele Vecchione che conoscerete sabato. Qui i dettagli.

Infine, io avrò qualche minuto per parlare, e non so se riuscirò a dire tutto. Per questo già da ora voglio ringraziare con tutto, ma proprio tutto il cuore, le migliaia di persone che hanno contribuito a questo incontro di gente che cerca Dio. Prima di tutto Monica Marini che lavora come un mulo per mesi per organizzare tutto, controllando e gestendo una marea incredibile di cose, e con lei Laura Daretti, Giuseppina Ardoino, Federica Manzi, Maria Teresa Silvestri, Marisa Lucarini. Poi tutti i sacerdoti a cui dobbiamo tutto, quelli che verranno e quelli che svolgono il loro ministero nel posto a cui sono chiamati. Poi tutti gli amici che in tutta Italia hanno fatto nascere le realtà locali, e le curano e le custodiscono con tanto lavoro. Infine tutti noi, che abbiamo tolto qualcosa alle nostre vite per venire qui, alcuni anche con viaggi lunghi e faticosi e costosi, perché desideriamo cercare Dio nelle nostre vite nel mondo, ma con uno spirito da monaci. Il monaco è colui che è unitario, che qualunque cosa faccia o viva, cerca di ricordarsi di tendere a Dio. Il monaco però non è solo: io voglio stare in cordata con loro, perché c’è un regno da conquistare e il nostro piccolo esercito lo può espugnare solo se è unito, faccia a faccia con Dio, gomito a gomito con i fratelli. Quelli che ti ascoltano, ti cazziano se serve, ti prestano le cose e il tempo, insomma quelli che si fanno davvero compagni. E sabato spero che tanti di loro si incontreranno.

 

 

 

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Published on November 07, 2024 10:03

October 31, 2024

L’attesa di qualcosa che riempia il cuore

di Costanza Miriano

Di solito a casa quando qualcuno guarda la tv le sfreccio come una meteora, facendo altro. Oppure mi fermo qualche secondo, do il mio parere (non richiesto), faccio una veloce critica, predìco un finale (lo sbaglio sempre), e poi ricomincio a fare quello che stavo facendo. Qualche sera fa, però, i pochi secondi si sono allungati. Sono diventati un minuto, poi due, da in piedi mi sono messa seduta sul bracciolo del divano. I minuti sono diventati dieci e il bracciolo è diventato cuscino. Alla fine ho deposto il cesto dei panni, e mi sono lasciata risucchiare. Mio marito stava guardando la serie sugli 883, Hanno ucciso l’uomo ragno. Non mi capita mai di rimanere avvinta da qualcosa, di solito mi interessa più fare una telefonata, leggere qualcosa, sbrigare un arretrato oppure, più spesso, vince l’Adalgisa, la cattivissima allenatrice immaginaria che abita dentro la mia testa e che mi spedisce a correre anche alle 11 di sera, se non l’ho fatto prima.

Mi sono chiesta perché io stia persino aspettando la prossima puntata. Non sono mai neanche stata una fan degli 883, eppure sullo schermo li trovo irresistibili. È troppo simpatica la loro storia, la parabola che parte dal banco di un liceo di provincia, quando uno è accompagnato dalla mamma a tutti gli allenamenti, e l’altro, bocciato, per punizione in estate deve aiutare il padre fioraio e portare le corone ai funerali per tutto agosto. Eppure inseguono un sogno, e fa quasi tenerezza la tenacia con cui lo fanno, la cassetta coi soldi dei compleanni svuotata per comprare le tastiere, ma solo dopo un’estate di lavoro, le strimpellate sulla chitarra, le porte chiuse in faccia, il viaggio a RadioDeejay col furgoncino dei fiori, il nastro col demo col titolo a pennarello, il poco spazio rimanente per scrivere il nome del gruppo, la scoperta che il letto su cui stavano dormendo è di un loro mito. Un’avventura che ha il sapore degli inizi, dell’attesa, e credo che sia anche questo il segreto del successo di questa serie (bene scritta, ben girata).

Lascia stare che poi il loro sogno non mi dice nulla, non mi corrisponde. Lascia stare che è parecchio discutibile l’idea che “diventare famosi” o andare in tv sia considerato il traguardo massimo. È l’attesa che ispira simpatia, cioè che ci fa – come dice l’etimo – “sentire con” loro. L’attesa di qualcosa che riempia il cuore, qualcosa di non commisurato al proprio punto di partenza. Che poi il successo non potrà mai riempirlo, questo cuore sconfinato che tutti abbiamo, lo sappiamo. Ma l’attesa, è quella che ci accomuna.

Mi aveva colpito una volta in una meditazione di don Vincent Nagle proprio questo; diceva che lui amava fotografare gli sguardi, quando questi rivelavano un’attesa. Gli sguardi di quelli che dirigevano gli occhi verso quello che pensavano avrebbe potuto riempirle la mancanza. E spesso questi sguardi li hanno i bambini. Un’amica mi ha fatto vedere di recente il video di una bambina che spegne la candeline per il suo terzo compleanno, la figlia di una sua amica. La gratitudine con cui allarga le braccia e fa le giravolte dicendo “grazie, grazie a tutti, grazieeeeee, è il mio compleannooo” è qualcosa che mi ha lasciata un sorriso stampato in faccia per giorni. Ed è l’atteggiamento che mi sembra più di tutti mancare intorno a noi. Non so dire sinceramente se manchi in modo particolare, in questo momento storico, perché a me è dato di vivere solo questo, di tempo. Forse, a occhio, direi di sì.

Credo che sia un tempo in cui a mancare sia soprattutto l’attesa e la gratitudine per la bellezza che ci è dato di vivere, credo che sia il demone più insidioso, tra quelli che giorno e notte ci svolazzano attorno per perdere le anime. Cioè, per carità, ci sono tutti, ma forse altri hanno già vinto. Ed è anche per questo che in molti sembra rimanere solo la tristezza.

Quello sguardo di attesa, invece, mi sembra di vederlo in coloro che cercano l’incontro con Cristo. Spero di vederne tante paia, di occhi in attesa, pronti a ricevere, il 9 novembre. I miei sono sgranati, per non perdermi nulla.

 

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Published on October 31, 2024 11:35

October 18, 2024

Preparativi per il VI Capitolo Generale e nuovo ritiro per sacerdoti

di Costanza Miriano

Ieri ho letto -in poche ore – Brucia l’origine, il nuovo romanzo di Daniele Mencarelli, ancora una storia intrisa di desolazione, tristezza, una storia da cui Dio è completamente assente, persino come ipotesi. E mi veniva da alzarmi, andare nei luoghi del romanzo, in via Lemonia, al Quadraro, o in via Tuscolana, andare a strattonare la gente per strada, a cercare Lello e Vanessa e Francesco, a prenderli per la giacca (o la maglietta, visto lo strano caldo tropicale romano, peraltro come nel libro), a dire: no! Non è vero! È una bugia, è un inganno!

Non è vero che la vita è così, non è disperata, e squallida, anche se fai la cassiera, se non hai avuto i figli che volevi, se eri nella primavera del Milan ma poi non sei diventato un calciatore di serie A, se hai la mamma disabile o hai chiuso il negozio di parrucchiera. La differenza non la fa andare a Milano e avere successo. La differenza la fa se dai la vita o no. Se spendi la vita per qualcuno, se decidi di perderla perché sai che Qualcuno che poteva tutto, che è Onnipotente, l’ha persa per te, e se l’Onnipotente è tuo padre, allora certo che puoi essere felice ovunque tu viva, qualunque lavoro tu faccia. Di quella felicità che ho sentito nelle parole del camionista paralizzato, inchiodato al letto d’ospedale, ma perfettamente lieto perché padre Aldo gli portava la comunione tutti i giorni, perché c’era un fiore fresco sul suo comodino. Di quella che vivono i bambini messicani quando qualcuno gioca con loro, inventandosi giochi con le buste della spazzatura; e molto più felici sono quelli che vanno a spendere per loro un po’ di vita.

È la grande fregatura del nostro Occidente sazio e disperato (perché anche chi vive nella periferia più degradata in Italia in fondo è sazio, cioè tendenzialmente nessuno qui muore letteralmente di fame). Per essere ancora più precisi, è la fregatura del genere umano, che ha scritto dentro – col peccato originale – il comando di prendersi la vita, di tenersela, di stare più comodo possibile. Lo abbiamo scritto dentro tutti, ma in questa epoca – diversamente da quelle in cui un esoscheletro almeno formale ci teneva dritti – è diventato un manifesto di vita talmente esplicito e interiorizzato che non ce ne rendiamo neppure conto. E la fregatura è che più ci sembra che stare bene ci sia dovuto, più la gente sta male.

Il segreto è decidere di perdere la vita, e solo Cristo lo può dire in modo credibile, perché lui lo ha fatto, per me, per te. Ognuno di noi vale il sangue di Cristo, e sono grata a coloro che ce lo ricordano con la loro vita, cioè prima di tutto i sacerdoti. Per questo più che mai desideriamo sostenerli nel combattimento. Non solo perché vogliamo molto bene ad alcuni di loro, ma anche perché abbiamo bisogno della loro profezia. La loro vita data per amore nostro è un segno. Abbiamo bisogno di testimoni che dicano che Cristo è risorto con la loro vita, perché tu puoi decidere di morire solo se sai che la vita ti torna centuplicata già qui, adesso. Abbiamo bisogno di uomini veri, che siano virili non nonostante ma proprio grazie alla profezia del celibato.

Per questo anche quest’anno, come lo scorso anno (quando tutto è partito su richiesta di un sacerdote milanese), stiamo organizzando un ritiro per tutti i sacerdoti che abbiano bisogno di qualche giorno di ricarica, di silenzio, di nutrirsi, di stare in comunione fra di loro perché dall’amicizia in Cristo vengono fuori grandi forze. Dal 7 all’11 gennaio dunque siamo riusciti a prenotare una struttura stupenda al Celio, al convento dei passionisti, tra Colosseo e Fori Imperiali. Il tema di questa seconda edizione di Sacerdoti secondo il cuore di Cristo sarà Virili e casti. Il dono del celibato (credo che ci voglia un sacco di testosterone a reggere una parrocchia, a dare la vita, altro che…). Abbiamo già aperto le iscrizioni e qui trovate il form.

Fate un regalo al vostro parroco, convincete un sacerdote, adottatene uno che secondo voi deve essere sostenuto nel suo prezioso ministero, o, se siete sacerdoti, iscrivetevi senza preoccuparvi dei costi, la provvidenza provvede. L’anno scorso siamo passati con un cestino e ognuno ha messo quello che ha potuto, qualcuno zero qualcuno troppo, e quello che mancava lo abbiamo messo noi con le offerte che ci avete inviato sull’Iban (MONASTERO WI FI:  IT70C0303201400010000709065 ) o che ci avevate dato a san Pietro, e anzi sono avanzate le solite dodici ceste. Grazie alla vostra generosità siamo anche riusciti a fare un regalo a tutti i partecipanti, oltre a un giro per Roma di notte (ma quest’anno non servirà il bus, saranno già al centro), e tante piccole attenzioni dovute alle mani femminili delle mie amiche bionde e non (cornetti la mattina, i dolci dell’antica Roma e molto altro). Una perla che cercheremo di offrire di nuovo, anche perché saremo a un passo, l’incontro dalle monache agostiniane dei Santi Quattro (l’anno scorso con don Fabio Rosini, quest’anno chissà).

Intanto continuano i preparativi per il capitolo generale di san Pietro, l’incontro del 9 novembre sul tema del digiuno, che sta sfidando il disastro dei trasporti in Italia (e a Roma soprattutto). Nonostante tutti gli impedimenti i partecipanti continuano a salire, seppure più a rilento di anni meno difficili da un punto di vista logistico. Chi non si è iscritto lo faccia, ma solo per permetterci di preparare le sedie e le buste con i regali in numero adeguato. Chi desidera che si preghi per qualche intenzione particolare ci scriva a preghiere.monasterowifi@gmail.com Tutte le preghiere verranno messe in un rotolo che sarà deposto sulla tomba di Pietro e la messa verrà offerta per quelle intenzioni. Ricordiamo che l’iscrizione, e la stampa del badge che arriverà a qualche giorno dall’evento, permette di saltare la fila. La mail con tutto il materiale da stampare vi arriverà a ridosso dell’evento! Qui metto di nuovo il form, che è diventato per me una specie di incubo. Ogni volta che provo a inoltrarlo mi si crasha il telefono, sparisce la linea, si blocca qualcosa. Qualcuno penserà che io sia pazza o credulona, ma sono convintissima – come del fatto che esiste la sedia sulla quale ora siedo – che al gran cornuto la nostra iniziativa sul digiuno proprio non piace, e quindi ci fa i suoi dispetti soliti (pare che sulla tecnologia abbia parecchio potere: files che spariscono, mail inghiottite nel nulla, link non attivi). Alla fine, il digiuno ci ricorda proprio quello che dicevo all’inizio: che se cerchi di tenerti la vita, la perdi, se invece cerchi – con la carità, la preghiera e qualche mezzo di ascesi tra cui il digiuno – di perderne qualche pezzo, te la ritrovi centuplicata, già qui su questa terra.

LOCANDINA DEL 6° CAPITOLO GENERALE DEL MONASTERO WI-FI

LOCANDINA DEL RITIRO DEI SACERDOTI DEL MONASTERO WI-FI

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Published on October 18, 2024 10:41

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Costanza Miriano
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