Andrea Indini's Blog, page 78

March 19, 2020

Il corteo di morte

Andrea Indini







Coronavirus focus


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Published on March 19, 2020 08:57

March 16, 2020

March 13, 2020

Perché insieme è meglio

Andrea Indini




IlGiornale.it e InsideOver in smart working. Il modo di lavorare cambia ma l'obiettivo resta sempre lo stesso: informare i nostri lettori


Ore 11, tutti connessi. C'è ilGiornale.it al completo. Ci sono i redattori, la squadra di InsideOver, il marketing, il reparto tecnico, i commerciali e i collaboratori. Da lunedì scorso, quando il governo Conte ha deciso di blindare il Paese per far fronte all'emergenza coronavirus, ci siamo dati un nuovo strumento per restare in contatto. Si chiama Meet e ci permette di confrontarci, scambiarci idee e decidere su quali articoli puntare e quali iniziative intraprendere in un momento così difficile. Una video conferenza via l'altra e il risultato è quello che i lettori possono vedere quotianamente online sul nostro sito.


Anche in tempi di smart working la redazione de ilGiornale.it resta continuamente in contatto. Le misure del governo hanno portato anche noi a lavorare da casa. Smart working, ma con un confronto costante. E così, mentre da tutto il mondo arrivano senza sosta gli aggiornamenti sulla pandemia da coronavirus, la necessità di tenere i nostri lettori aggiornati su quanto succede ci ha spinto a "modificare" il nostro modo di lavorare. Non è facile come farlo dal quinto piano di via Negri, a Milano, dove lo scambio di idee inizia alle 8 del mattino, quando varchiamo l'ingresso della redazione, e finisce a mezzanotte quando gli ultimi di noi tornano a casa. Ci siamo adattati. E la squadra ha risposto compatta. Tanto che non stiamo abbandonando i nostri lettori nemmeno per un minuto.


Sono settimane difficili per il nostro Paese. E non sappiamo quanto durerà questa quarantena forzata. I lettori sentono il bisogno di avere un aggiornamento costante sull'evolversi della situazione. Nelle ultime settimane ilGiornale.it e InsideOver sono stati raggiunti da oltre 2,5 milioni di utenti unici al giorno (con punte anche ben oltre i 3 milioni!). Non lo scriviamo per vantarci (anche se ogni signolo lettore, che entra a far parte della nostra famiglia, è per noi motivo di orgoglio) ma per ringraziarvi della fiducia che ogni giorno ci accordate. È anche questo che ci spinge a non abbassare mai la guardia e a impegnarci a dare il meglio e a garantire sempre una informazione il più completa possibile.


Da questo continuo confronto in redazione è nata, tra le tante iniziative che abbiamo messo in cantiere negli ultimi tempi, anche una campagna a sostegno delle aziende che in passato hanno creduto in noi e che ora stanno soffrendo a causa della crisi generata dall'epidemia. Le abbiamo contattate tutte e ci siamo offerti di dar loro voce sulle nostre pagine. Nei prossimi giorni daremo, infatti, vita allo speciale "Together". "Le giornate che stiamo vivendo sono diventate improvvisamente più complicate e, molto spesso, sono attraversate dalla preoccupazione per le nostre famiglie, per quelle di chi lavora con noi e per le nostre aziende", ha spiegato l'amministratore delegato de ilGiornale.it, Andrea Pontini, che con questa iniziativa vuole "dare slancio e una prospettive alle nostre imprese". Perché, come lui stesso ha scritto nella lettera inviata a decine di imprenditori, "insieme è meglio, più lieve che soli".





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Published on March 13, 2020 06:57

March 12, 2020

La proposta choc dei 5 Stelle: ​"Requisiamo la sanità privata"

Andrea Indini




Le strutture ospedaliere private già impegnate nella lotta al virus. Ma Crimi e Toninelli vanno all'attacco: "Requisire i posti letto"


L'assalto è partito dei Cinque Stelle alla sanità privata. Mentre tutte le strutture ospedaliere sono impegnate a salvare vite umane e a combattere l'epidemia da coronavirus, il maggiora azionista del governo Conte ha lanciato l'idea folle di andare a "requisire i posti letto nella sanità privata". A lanciarla è stato ieri sera Vito Crimi a cui oggi hanno dato man forte sia il collega di partito, Danilo Toninelli, sia l'Anpi sia i comunisti. "È arrivato il momento che i privati, che tanto hanno avuto, si mettano a disposizione dello Stato", ha spiegato il capo pro tempore del M5s a cui evidentemente sfuggono gli sforzi che la sanità privata (soprattutto in Lombardia) sta portando avanti nella lotta al contagio.


In un momento difficile per tutto il Paese non c'è spazio per polemiche sterili che non aiutano a migliorare la situazione. L'ultima, assurda crociata dei grillini contro la sanità privata non fa altro che alzare la tensione. Un attacco inutile e dannoso perché non corrisponde con quanto sta accadendo. Il 29 febbraio, quando l'emergenza era scoppiata da una settimana, il sistema sanitario lombardo si era, infatti, già strutturato per gestire "un iperafflusso di pazienti" che già sapevano avrebbe preso d'assalto tutti gli ospedali della regione. L'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, si era subito impegnato per reclutare all'interno di tutti gli ospedali infettivologi, medici di medicina urgenza, pneumologi e internisti. "La sanità privata - aveva spiegato - sta rispondendo in maniera positiva". Qualche giorno dopo anche l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, aveva fatto sapere di "in costante contatto sia con il ministero della Difesa sia con le strutture della sanità privata". In Calabria stesso discorso: il 10 marzo, con una lettera inviata alla governatrice Jole Santelli, le associazioni rappresentative della sanità privata si sono offerte di mettere a disposizione i posti letto non utilizzati.


Nonostante le rassicurazioni delle Regioni, che sono in prima linea a combattere contro il coronavirus, la sinistra non ha perso l'occasione, soprattutto in Lombardia, per attaccare la sanità privata. Il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, per esempio, è stato tra i primi a polemizzare. "Lo stress test cui ci ha sottoposti il virus - ha spiegato ai microfoni di SkyTg24 - evidenzia che va fatta una riflessione anche sullo spostamento di risorse sulla sanità privata negli ultimi 20 anni". Sulla stessa linea anche l'Anpi che ha invitato il governo a lavorare a "un riequilibrio a vantaggio del servizio pubblico". Ad alzare i toni, però, ci hanno pensato (come al solito) i pentastellati usando toni saccheggiati dai manuali comunisti. "È arrivato il momento che la sanità privata lombarda, che tanto ha avuto negli anni precedenti, si metta a totale disposizione dello Stato e dei cittadini", ha scritto Crimi su Facebook ipotizzando "misure più drastiche". E quali misure avrebbero in mente i grillini? Le ha messe sul tavolo Toninelli in un video pubblicato oggi sempre su Facebook. "La parte privata non sta ancora facendo la sua parte e lo Stato glielo deve imporre", ha accusato (immotivatamente) il grillino proponendo di andare a occupare i posti letto delle terapie intensive delle cliniche private. "Se serve - ha minacciato - li requisiamo quei posti letto lì". Una battaglia, quella contro la sanità privata, che fa rivivere gli slogan degli anni Settanta e di cui, in questa emergenza sanitaria, non si sentiva affatto la necessità.





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Movimento 5 Stelle (M5S)
sanità






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Danilo Toninelli
Vito Crimi
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Published on March 12, 2020 09:34

March 10, 2020

Borse, Mes e pandemic bond: ecco chi si approfitta del coronavirus

Nei periodi di crisi scendono in campo gli squali, pronti a guadagnare. Ecco le due date da tenere bene a mente






coronavirus




Andrea Indini







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ecco chi si approfitta del virus


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Giuseppe Conte







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Italia
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Published on March 10, 2020 23:25

March 8, 2020

Il treno della vergogna

Andrea Indini







Coronavirus focus


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Published on March 08, 2020 06:59

March 7, 2020

Coronavirus, Conte chiude la Lombardia e 14 province

Andrea Indini




Il decreto del governo per fermare il coronavirus

Il premier firma il decreto a notte fonda: estesa la zona rossa. Spostamenti bloccati: permessi solo in caso di emergenza


È notte fonda quando il premier Giuseppe Conte firma il decreto che mette in quarantena la Lombardia e altre 14 province del Nord Italia dividendo, di fatto, il Paese in due (video). "È un'emergenza nazionale che stiamo affrontando con determinazione e coraggio. Ce la faremo", promette il presidente del Consiglio alle 3.30, dopo che l'ennesimo balzo in avanti nel conteggio dei contagiati e dei decessi ha obbligato l'esecutivo a introdurre restrizioni ancor più stringenti per provare a contenere l'epidemia da coronavirus.


Ieri sera una strana fuga di notizie aveva già anticipato il contenuto del Dpcm che di lì a qualche ora Conte avrebbe firmato. In realtà le misure urgenti per contenere il virus cinese sono ancora più stringenti di quello che era circolata (qui il testo completo del decreto definitivo). Le aree messe in quarantena sono la Lombardia e 14 province (Parma, Piacenza, Rimini, Reggio-Emilia, Modena, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola, Novara, Vercelli e Asti) mentre restrizioni di natura preventiva sono previste per tutto il territorio nazionale. "Stiamo affrontando un'emergenza nazionale senza sottovalutarla, abbiamo scelto il criterio della trasparenza. Ci stiamo muovendo con determinazione e coraggio", ha spiegato il premier tracciando i due obiettivi perseguiti dall'esecutivo, e cioè "contenere la diffusione del contagio" ed "evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere". "Non possiamo dedicarci ad una sola modalità, servono entrambe", ha continuato spiegando, in conferenza stampa, il contenuto del decreto che, al di là delle province coinvolte, è sostanzialmente identico a quello anticipato ieri sera.


[[video 1837416]]


Le nuove misure, che entrano in vigore già oggi, varranno fino al 3 aprile, "salvo diverse disposizioni". Il decreto cancella le "zone rosse" e allarga l'area di quarantena. "Non c’è più motivo di tenere confinate le persone di Vo’ e del lodigiano", ha spiegato Conte stesso annunciando che in Lombardia e nelle 14 province confinate ci sarà "un vincolo" che limiterà "gli spostamenti nel territorio". I cittadini di queste zone potranno entrare e uscire soltanto "per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e di emergenza". A chi ne abbia l'esigenza sarà comunque consentito il rientro a casa. Non un divieto assoluto di movimento, quindi, ma "una ridotta mobilità". "Non possiamo più permetterci aggregazioni", ha avvertito il premier annunciando la sospensione delle attività didattiche nelle scuole e nelle università, delle cerimonie e delle manifestazioni e la chiusura dei luoghi di aggregazione come i musei e i luoghi di cultura. "Sono consentite attività di ristorazione nel rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro", ha continuato avvertendo, tuttavia, che i gestori "che non faranno rispettare le norme" incorreranno in pesanti sanzioni. Gli eventi sportivi di atleti professionisti e categorie assolute dovranno, infine, svolgersi, a porte chiuse o all'aperto senza presenza di pubblico.



"Ci rendiamo conto che tutte queste misure imporranno sacrifici", ha ammesso Conte invitando tutti i cittadini ad aderirvi e a non "pensare di essere furbi". "Dobbiamo tutelare la salute, dei nostri cari e soprattutto dei nostri nonni". La preoccupazione maggiore del governo è legata alle strutture ospedaliere che, in queste settimane, sono in prima linea nel contrastare il coronavirus. Alcune di queste sono già in difficoltà. Ieri sera i medici delle terapie intensive della Lombardia ha denunciato una situazione già al limite. "Se non si faranno interventi drastici - hanno lamentato - si rischierà una calamità sanitaria". Per far fronte all'emergenza è stato predisposto il vincolo obbligatorio della solidarietà interregionale. C'è, infatti, la possibilità di redistribuire pazienti tra le varie regioni. A fronte di tutto questo, però, Conte ha chiesto a ognuno di fare la propria parte e a tenere "comportamenti responsabili". "Dobbiamo entrare nell'ottica che ci sono regole da rispettare".





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contagio
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Giuseppe Conte
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Published on March 07, 2020 23:23

Coronavirus, le nuove misure: chiuse la Lombardia e 11 province

Andrea Indini




Il documento su cui sta lavorando il governo. Ingressi e uscite consentiti solo per "motivi gravi". Fino al 3 aprile chiuse scuole, discoteche, palestre e impianti da sci


A fronte del dilagare dell'epidemia, il governo sta lavorando a un nuovo decreto "per fermare il contagio da coronavirus". Le restrizioni, che dovrebbero restare in vigore almeno fino al 3 aprile, riguarderanno tutta la Lombardia e undici province di Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Da tutte queste zone gli ingressi e le uscite saranno consentiti soltanto per "motivi gravi e indifferibili". Di fatto non esistono più "zone rosse" ma "zone di sicurezza" in cui saranno in vigore limitazioni ferree tra cui anche la sospensione di matrimoni e funerali e l'obbligo di mantenere la distanza di sicurezza di un metro nei bar e nei ristoranti.


Le "zone rosse"

Il contagio da coronavirus avanza in Italia. Il bollettino di oggi parla di 5.061 casi positivi e 233 vittime. "Ora è fondamentale seguire le raccomandazioni per rallentare il diffondersi del Covid-19", ha spiegato il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, invitando tutti quanti a "un momento di responsabilità". "Altrimenti - ha detto - mettiamo a rischio soprattutto la parte più fragile della nostra comunità. Non pensiamo che siamo lontani o che non ci riguardi: il problema c'è ed è grave. Bisogna avere grande attenzione". A fronte di questa emergenza, che rischia seriamente di diventare ingestibile, il governo Conte ha messo a punto un nuovo decreto per cercare di arginare la diffusione dell'epidemia. Nel primo articolo del decreto che dovrebbe essere varato questa sera ed entreare in vigore da domani, il governo vieta "in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita" dalla Lombardia e da altre undici province in Emilia Romagna (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini), Marche (Pesaro e Urbino), Veneto (Venezia, Padova e Treviso) e Piemonte (Asti e Alessandria), nonché gli spostamenti all'interno degli stessi territori ad eccezione di quelli "motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza".



Le restrizioni

In Lombardia e nelle 11 province individuate saranno chiuse le scuole, i musei, i cinema, i teatri, le discoteche, i locali notturni, le sale bingo, le palestre, i centri sportivi, le piscine, i centri benessere, i centri termali e gli impianti sciistici. Saranno, poi, sospesi tutti i concorsi pubblici (ad eccezione di quelli per il personale sanitario, per l'abilitazione della professione di medico chirurgo e per la protezione civile). Verranno, inoltre, "sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina", "tutte le manifestazioni (...) di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso" e persino le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali. Anche l'apertura dei luoghi di culto dovrà essere strettamente condizionata all'adozione di "misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro". Per tanto, Le stesse restrizioni dovranno essere rispettate anche dai gestori di bar e ristoranti qualora vogliano tenere il proprio esercizio aperto. In caso di violazione verranno sanzionati con la sospensione dell'attività. Nei negozi, invece, dovrà essere garantito "un accesso (...) con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone". Qualora non fossero in grado di garantirlo, dovranno tenere chiusa la struttura. E ancora: nei giorni festivi e prefestivi daranno chiusi "le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali e dei mercati".


Le disposizioni per i malati

Le analisi che l'Istituto superiore di Sanità sta portando avanti sui pazienti morti mostrano come l'età media dei deceduti superi gli 81 anni. Sono prevalentemente maschi e più dell'80% ha due patologie, il 60% ne ha più di tre. Solo il 2% non ha altre patologie. "La sintomatologia è l'associazione di febbre e dispnea (difficoltà a respirare, ndr) - ha spiegato Brusaferro - le persone anziane che abbiano questo tipo di sintomatologia non affollino i pronto soccorso ma contattino il medico o il 112". La stessa raccomandazione è contenuta nel decreto del governo ed è estesa a tutti quei soggetti che presentano infezione respiratoria e febbre sopra i 37,5°. Le sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso sono, poi, inibite agli accompagnatori dei pazienti, "salvo specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto". Anche gli ingressi nelle strutture residenziali per anziani, negli hospice e nelle strutture sanitarie assistite (Rsa) saranno limitati ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura.


L'emergenza nazionale

Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali sono fondamentali per poter contrastare il virus. "Facciamo appello al senso di responsabilità di tutti", ha detto il commissario per l'emergenza, Angelo Borrelli, spiegando che in queste ore si stanno predisponendo trasferimenti di persone ricoverate in terapia intensiva dalla Lombardia in altre regioni. Proprio la Lombardia resta la regione maggiormente in difficoltà: le terapie intensive stanno già lavorando "oltre il limite", mentre i medici denunciano che "si rischia la calamità sanitaria".





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Lombardia
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Published on March 07, 2020 14:39

March 6, 2020

Basta lezioni da francesi e tedeschi

Unione europea (Ue)




Andrea Indini







Coronavirus focus


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(che ci prendono anche in giro)


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Published on March 06, 2020 08:18

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