Andrea Indini's Blog, page 81

January 19, 2020

In difesa del politicamente scorretto

politicamente corretto
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Andrea Indini




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il politicamente scorretto
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Published on January 19, 2020 03:32

January 16, 2020

Governo pronto alla maxi sanatoria: così regolarizza i clandestini

Andrea Indini




Il ministro Lamorgese parla di ampia regolarizzazione degli immigrati in Italia: coinvolti almeno 700mila clandestini. La Lega insorge: "Così si rischia il caos"


L'assalto a smantellare la difesa dei confini del nostro Paese si sta facendo via via sempre più violento. E mentre in Aula il Partito democratico, sobillato dal violento invito di Repubblica a "cancellare" Matteo Salvini, studia il modo più efficace per abrogare i decreti Sicurezza e di fatto riaprire i porti italiani alle navi delle ong straniere cariche di migranti, il governo sta studiando una maxi sanatoria per regalare il permesso di soggiorno a buona parte degli irregolari che già si trovano sul nostro territorio. A svelare il piano, che secondo la Lega rischia di gettare il Paese intero "nel caos", è stato il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese rispondendo, ieri pomeriggio durante il question time alla Camera, a un'interrogazione sulle iniziative per la regolarizzazione degli stranieri già presenti in Italia.


A dare l'assist alla Lamorgese ci ha ha pensato il deputato Riccardo Magi di +Europa, il partito guidato da Emma Bonino nelle cui casse George Soros ha versato l'anno scorso 200mila euro per tenerlo in vita e permettergli proprio di portare avanti certe politiche. Dalla sua interrogazione è infatti venuto a galla il piano del governo. Se da una parte il Viminale ha già ultimato la revisione dei decreti Sicurezza, dall'altra ha compiuto un passo ulteriore per blandire gli ultrà dei porti aperti e i talebani dell'immigrazione. All'orizzonte si profila un vero e proprio colpo di spugna per regolarizzare gli irregolari già presenti in Italia che siano, però, in possesso di un contratto di lavoro. "L'intenzione del governo e del ministero dell'Interno - ha spiegato ieri il ministro dell'Interno - è quella di valutare le questioni poste all'ordine del giorno che richiamavo in premessa, nel quadro più generale di una complessiva rivisitazione delle diverse disposizioni che incidono sulle politiche migratorie e sulla condizione dello straniero in Italia". Durante il question time il progetto è stato presentato come un provvedimento straordinario. Un giro di parole per non usare il termine sanatoria.


Un intervento di questo tipo farebbe felici tutte quelle frange (dalle sardine alla sinistra immigrazionista) che da mesi premono sul governo giallorosso affinché dia prova dei "segnali di discontinuità" promessi. Andrebbe a inserirsi, come anticipa il radicale Magi, in una più ampia "revisione delle disposizioni che incidono sulle politiche migratorie e sulla condizione dello straniero". Le richieste dei fan dell'accoglienza non si fermano certo alla revisione dei decreti Salvini e alla sanatoria della Lomorgese. L'obiettivo ultimo è, infatti, arrivare a "una riforma strutturale che consenta la regolarizzazione su base individuale degli stranieri già radicati nel territorio", come previsto dalla proposta di legge d'iniziativa popolare "Ero straniero" che attualmente è in discussione in Commissione affari costituzionali alla Camera. I numeri degli immigrati che, con questo colpo di spugna, verrebbero regolarizzati sono impressionanti. Si parla almeno di 700mila persone. "Il governo vuole riportarci al caos", commenta ora con preoccupazione il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. "Sbarchi, permessi di soggiorno per tutti, ritorno al business dell'accoglienza, via i decreti Sicurezza e perfino la Bossi-Fini", continua puntando il dito contro il Movimento 5 Stelle che, dopo il patto di governo con il Partito democratico, si sta rimangiando tutto quello che ha fatto in quattordici mesi con la Lega".


L'iter verso la sanatoria dei clandestini è già stato avviato. Come spiega il Sole24Ore, c'è già stato un prima via libera quando lo scorso 23 dicembre, in sede di approvazione della legge di Bilancio, è stato accolto un ordine del giorno sul tema. In quell'occasione il governo si era impegnato a "valutare l'opportunità di varare un provvedimento che, a fronte dell’immediata disponibilità di un contratto di lavoro, consenta la regolarizzazione di cittadini stranieri irregolari già presenti in Italia, prevedendo, all’atto della stipula del contratto, il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno per il lavoratore". A questa prima sanatoria, qualora dovesse passare la proposta di legge "Ero straniero", si aggiungerebbe la completa abrogazione del decreto flussi attraverso l'introduzione di quote di ingresso annuali e l'adozione di nuovi e più facili canali di ingresso. Uno scenario apocalittico, dunque, che con l'instabilità in Libia e in gran parte dei Paesi dell'Africa subsahariana richiamerebbe tutti quei disperati che già oggi stanno studiano il modo per raggiungere il nostro Paese tentando la sorte nel Mar Mediterraneo.





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immigrazione
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clandestini







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Matteo Salvini
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Published on January 16, 2020 01:15

January 14, 2020

January 10, 2020

La realtà non è come vi sembra. Ecco perché tuffarsi nella fisica

Andrea Indini




Parte la rubrica di fisica e scienza del Giornale.it. Le domande (e le risposte) alle leggi che regolano l'Universo


Spesso ci relazioniamo alla fisica, o alla scienza in generale, con la stessa incertezza con cui si tenta un'avance ad una bella donna. Ci affascina, ma "è troppo per me, non mi guarderà neppure". Meglio rinunciare e lasciare che altri provino al nostro posto. Il paragone potrà apparire poco aulico, ma è veritiero.


Quante volte vi sarà capitato di domandarvi il "perché" di tante cose, senza trovare una risposta dettagliata, ma di semplice comprensione. Avrete (forse) studiato a scuola che il tempo scorre al mare più veloce che in montagna, avrete sentito dire che esistono dei "buchi neri" dove tutto quello che ci finisce dentro, luce compresa, non esce più. Magari conoscete la gravità, senza però andare molto oltre la mela che cade dall'albero. E siete convinti che il mondo sia nato dal Big Bang, mentre gli scienziati sono già andati oltre sostituendo quella teoria con un'altra. Il problema, come con quella bella donna, è che capire la scienza fino in fondo non è cosa da comuni mortali. Forse neppure il Nobel per la fisica potrà dire di aver compreso nel dettaglio tutto quello che l’Universo può dirci. Ma è anche vero che un'idea delle leggi che lo muovono può riuscire ad averla anche chi non ha due lauree e un paio di master alle spalle. Basta che qualcuno le spieghi in modo accessibile.


Questa nuova rubrica del Giornale.it dedicata alla fisica (e alla scienza) nasce per questo. Per permettere al lettore di "intuire" fatti, regole, teorie che regolano l'Universo. Non sono cose "dell’altro mondo", ma di questo mondo. Più complicate di un romanzo, certo. E forse la matematica che le sostiene le fa apparire inaccessibili, ma è solo questione di allenamento (e di allenatore). Non è un caso, forse, se le "Sette brevi lezioni di fisica" di Carlo Rovelli sono diventate un caso editoriale in Italia. La voglia di comprendere c'è, serve solo il supporto giusto.


La rubrica si intitolerà "Spazio curvo". Un luogo - o meglio uno "spazio" - dove porsi delle domande e provare a dare delle risposte corrette, chiare ma accessibili su come la scienza regola l'Universo (e quindi le nostre vite). La cureranno Tommaso De Lorenzo e Marisa Saggio, marito e moglie, due "cervelli" italiani trapiantati all'estero. Lui, perugino, è laureato in fisica, ha lavorato nel gruppo di Rovelli (inserito tra i 100 migliori pensatori del mondo) ed è ora ricercatore negli Stati Uniti. Si occupa di buchi neri e onde gravitazionali. Lei, invece, è catanese, neuroscienziata e ha studiato come la matematica e la fisica possono applicarsi al trattamento dell'epilessia. A loro due potrete anche chiedere (scrivendo alla mail: spaziocurvo@ilgiornale-web.it) di rispondere alle vostre curiosità sui segreti della fisica. Proveranno a farvi avvicinare a quella bella donna che è la scienza.





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fisica
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scienza






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Spazio curvo focus
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Published on January 10, 2020 23:16

January 9, 2020

Il fallimento totale dell'Europa

Andrea Indini




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Ursula von der Leyen
Donald Trump







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Published on January 09, 2020 04:07

January 7, 2020

Le sardine si fanno partito: già pronto il primo Congresso

Andrea Indini




Avevano detto: "Non diventeremo mai un partito". Ma si comportano sempre più come tale. E vanno a braccetto con centri sociali e Mimmo Lucano


Adesso le sardine escono allo scoperto e si fanno partito. Non che ce ne fosse bisogno, ma all'indomani dell'abbraccio a Mimmo Lucano, eccole annunciare il primo Congresso nazionale. "A livello regionale siamo un po' divisi, nel senso che ogni regione pensa, giustamente, un po' per sé", ha spiegato ai microfoni di Agorà su Rai Tre la portavoce torinese del movimento, Francesca Valentini Penotti. La chiamano "la terza fase" e l'obiettivo, come anticipato in mattinata da Repubblica, è quello di "strutturarsi" maggiormente per rendere la propria protesta più incisiva a livello politico. "Bisogna stabilire una linea comune", è il mantra che serpeggia tra gli attivisti. Ma la verità è un'altra.


"Per il momento posso solo dirvi che entro il 26 gennaio uscirà una data". Francesca Valentini Penotti non si sbottona più di tanto. Si limita a dire che, dopo il 26 gennaio, verrà fissata la data in cui si terrà il primo Congresso nazionale con tutti i rappresentanti delle sardine e che probabilmente sarà una due giorni. Non dice molto di più. Eppure la decisione, che è stata presa in queste ore dal direttivo nazionale, rivela molto di più di quanto potremmo pensare a una lettura frettolosa della notizia. Già il giorno in cui comunicheranno la data non è stato scelto a caso. Il 26 gennaio è, infatti, il giorno in cui si terranno le elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Calabria. Su base regionale già qualcosa si sta muovendo. Ma, come ammette la stessa Valentini Penotti, si stanno muovendo "un po' divisi". Per questo, ha poi puntualizzato Mattia Santori all'agenzia Agi, cervirà "un contatto ancora più stretto con i vari referenti dei territori". Tra i temi sul tavolo anche la definizione della "strategia" in vista delle elezioni regionali. In Piemonte è già stato fissato una sorta di congresso-riunione il 25 gennaio. In l'Emilia-Romagna, invece, il fine settimana del 18-19 gennaio si terrà il "Sardina ospita Sardina".


Ora, a dispetto di quanto hanno detto in lungo e in largo ("Non diventeremo mai un partito"), stanno pubblicamente facendo il primo passo verso i Palazzi del potere. In barba a quando su Repubblica scrivevano che "dare una cornice" al loro movimento sarebbe stato "come mettere confini al mare". La due giorni che si terrà "ad inizio marzo" non è certo il primo incontro tra i capi delle sardine. Un primo appuntamento c'è già stato a Roma il 15 dicembre, il giorno dopo la manifestazione di piazza San Giovanni. Già in quell'occasione avevamo capito che (brutta) piega avrebbe preso il movimento anti Salvini dalla scelta del luogo del vertice, un palazzo occupato dai centri sociali, già balzato sotto i riflettori quando l'elemosiniere di papa Francescoi, Konrad Krajewski, si era calato nel pozzo per riallacciare la corrente dopo che gli era stata staccata per l'eccessivo numero di bollette non pagate. Mentre sguazzavano nell'illegalità dello Spin Time, le sardine avevano infatti buttato giù uno straccio di manifesto con un'infinità di pretese, che collimavano con l'attacco ai decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini, e il rifiuto di indire un Congresso nazionale. Nel frattempo, però, gli organizzatori ha stesso uno statuto e, soprattutto, fondato una associazione. E, mentre il Partito democratico continua a sbracciarsi per metterci sopra il cappello, loro abbracciano l'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, indagato per una sfilza di reati legati all'immigrazione clandestina. L'ultima accusa, che gli è stata mossa dalla procura di Locri, è di aver falsificato alcuni documenti di identità agli stranieri ospiti nei progetti di accoglienza. Insomma, visti gli slogan violenti e le minacce sui social, sembra che la direzione del "partito" delle sardine sia già tracciato e vada a braccetto con la sinistra più tradicale.


Prima di arrivare al Congresso nazionale, il calendario delle sardine è fitto di appuntamenti. Come ha ricordato la stessa Francesca Valentini Penotti durante la trasmissione condotta da Serena Bortone, il 19 gennaio saranno a Bologna in vista delle elezioni regionali che si terranno la settimana dopo. Per sostenere la manifestazione hanno già lanciato un crowdfunding sulla piattaforma Ginger che gli ha permesso di mettere in tasca oltre 60mila euro. Quando ci avevano provato il mese scorso per coprire le spese del corteo in piazza San Giovanni, avevano raccolto "solo" 19mila euro. La macchina da guerra, insomma, è già avviata. Ora non resta che capire dove approderà.





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sardine







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Mattia Santori
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Published on January 07, 2020 02:37

December 29, 2019

Ecco il grafico sugli sbarchi che sbugiarda i giallorossi

Andrea Indini




Conte e Lamorgese si vantano di aver dimezzato il numero di immigrati sbarcati in Italia. Ma è una balla colossale: ecco la prova che li inchioda


Solo qualche giorno fa dagli uffici del ministero guidato da Luciana Lamorgese erano stati fatti trapelare parte dei numeri sull'emergenza immigrazione che saranno ufficialmente resi pubblici il giorno di Capodanno. L'obiettivo era dimostrare che nel 2019 gli sbarchi sono stati pressoché dimezzati passando dai 23.210 immigrati clandestini arrivati nel 2018 ai 11.439 del 2019. Un'opera di bieca propaganda che tace la realtà più allarmante. E cioè che sì, nel suo complesso, gli arrivi sono diminuiti ma che da quando non c'è più Matteo Salvini al Viminale hanno ripreso di gran carriera. Tanto che sugli 11.439 disperati, che hanno raggiunto le coste italiane quest'anno, 6.304 sono stati accolti soltanto nei quattro mesi di governo giallorosso.


Che al Viminale tiri tutta un'altra aria, lo ha ammesso anche il premier Giuseppe Conte in occasione della conferenza di fine anno. Non solo ha ammesso che l'esecutivo giallorosso si metterà al più presto al lavoro per smantellare i due decreti Sicurezza voluti da Salvini (e votati anche dai Cinque Stelle) per dare un freno definitivo all'immigrazione clandestina, ma ha anche detto, in linea con la peggiore sinistra terzomondista, che il nostro Paese "ha bisogno anche dei migranti". "I migranti sono quelli che ci aiutano in tante attività che molti nostri concittadini non sono più disponibili a svolgere, non abbiamo sufficienti forze lavoro - ha poi spiegato - adesso dobbiamo lavorare per processi di integrazione più efficaci". Il punto è che, da quando non è più sostenuto dal Carroccio, il presidente del Consiglio ha fatto una piroetta incredibile riaprendo tutti i porti del Paese e allineandosi agli ultrà dell'accoglienza che adesso sostengono il suo esecutivo. Un'inversione di rotta che che ha permesso alla maggioranza delle navi delle organizzazioni non governative di tornare a sfilare davanti alle nostre coste e a riversarci migliaia di irregolari. L'ultima in ordine cronologico è stata la Alan Kurdi della ong tedesca Sea Eye che questa mattina ha portato al porto di Pozzallo i 32 imbarcati la notte di Natale (guarda il video). "Altri sbarchi, altri soldi...", ha commentato il leader leghista svelando il vero obiettivo della sinistra. E cioè far ripartire il business dell'accoglienza per dar da mangiare alle cooperative rosse e a tutte quelle sigle che gravitano attorno al loro bacino elettorale.


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A furia di riaprire i porti alle organizzazioni non governative straniere, Conte ha di fatto vanificato il lavoro fatto da Salvini nei primi otto mesi dell'anno. Se diamo, infatti, un'occhiata al grafico diffuso dal Viminale stesso e qui sopra pubblicato, appare evidente come, da quando si sono insediati al governo il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle, il numero degli arrivi sia continuamente cresciuto. E questo nonostante ci troviamo in un periodo dell'anno sfavorevole, per le avversità climiatiche e le pessime condizioni meteorolooghie, alle partenze. I numeri del grafico sono aggiornati alle 8 del 27 dicembre, ma rendono già l'idea: in blu sono segnati gli arrivi nel 2017, in rosso quelli nel 2018 e in verde quelli nel 2019. Sugli 11.439 arrivi complessivi, come dicevamo poco fa, 6.304 sono appunto avvenuti con la Lamorgese al Viminale. Altro che sbarchi dimezzati, insomma. Tutte balle. Il vero dimezzamento si è, infatti, tenuto quest'estate. Come già spiegavano nei giorni scorsi, prima cioè che al Viminale si appropriassero di meriti non loro, da giugno ad agosto, cioè nei mesi considerati più caldi sul fronte migratorio per via delle condizioni meteo più favorevoli, sono stati registrati 3.574 arrivi a fronte dei 6.647 approdati nello stesso periodo del 2018. Qui sì è stata registrata diminuzione che, su base annuale, equivale a un vero e proprio dimezzamento.


[[video 1804997]]


Al di là del braccio di ferro tra Salvini e Conte, i dati sciorinati dal Viminale preoccupano per un altro motivo. L'aver riaperto tutti i porti dell'Italia alle Ong e più in generale alle imbarcazioni in difficoltà rischia di essere interpretato come un invito per tutti i disperati che vogliono prendere il largo dalle coste libiche in un momento in cui sul Paese grava la guerra civile tra il premier Fayez al-Sarraj e il generale Khalifa Haftar e in molti Stati del Nord Africa ha ripreso a bruciare il terrorismo islamico. Se andiamo avanti di questo passo e se i giallorossi dovessere effettivamente smantellare i due decreti Sicurezza ci ritroveremo a gestire un'ondata di sbarchi tanto imponente quanto quella quella (mal) gestita nella passata legislativa, quando al governo si sono alternati Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Basterà, infatti, il ritorno del bel tempo per far riprendere le partenze di gran carriera.





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Published on December 29, 2019 04:05

December 27, 2019

December 20, 2019

Gregoretti, la Lega svela le carte su Conte: "Abbiamo la copia dei contatti"

Andrea Indini




Il premier si chiama fuori: "Il caso Gregoretti mai trattato in Cdm". Ma Salvini ha in mano le carte che lo incastrano: Palazzo Chigi veniva informato di tutto


Sul tavolo del quartier generale della Lega ci sono le carte che inchiodano Giuseppe Conte. Nero su bianco ci sono tutti i contatti intercorsi tra il Viminale e Palazzo Chigi per decidere come redistribuire i 131 immigrati clandestini che si trovano a bordo della nave Gregoretti. Risalgono agli ultimi giorni di luglio. Il funzionario informa i colleghi di aver già incassato il via libera di un Paese del Nord Europa a prendersi una parte degli irregolari e di essere in attesa della disponibilità (già sondata) di altri Stati dell'Unione europea. Alla fine della mail si propone poi di risentirsi dopo il fine settimana per definire meglio l'accordo. Tutti questi passaggi, come molti altri che ora sono in possesso degli uomini di Matteo Salvini, rischiano di inchiodare definitivamente il presidente del Consiglio.


Come già in precedenza, quando altri scandali lo hanno trovolto, Conte prova a lavarsene le mani e a chiamarsi fuori dalla mischia. A questo giro, dopo l'ennesimo assalto giudiziario per "abuso d'ufficio", lo fa scaricando su Salvini qualsiasi responsabilità della scelta di bloccare la nave Gregoretti davanti al porto di Augusta. In una nota stringata, inviata al Tribunale dei ministri di Catania l'11 ottobre scorso dal segretario generale del governo giallorosso, Roberto Chieppa, Palazzo Chigi mette per iscritto che l'inchiesta sulla Gregoretti differisce da quella aperta su un'altra nave, la Diciotti, che nel 2018 era stata lasciata, dallo stesso Salvini, davanti al porto di Lampedusa per quasi una settimana. Per i giudici del tribunale dei ministri di Catania le due vicende sono pressoché sovrapponibili sia sul piano giuridico sia su quello giudiziario. Tanto che le accuse mosse contro l'ex ministro dell'Interno sono identiche. La reazione dei Cinque Stelle e di Palazzo Chigi è stata, invece, differerente. Mentre a inizio anno avevano votato contro l'autorizzazione a procedere, ora si preparano a dare il via libera al processo.


Per Luigi Di Maio e per Conte nel bloccare i 131 immigrati, soccorsi al largo della Sicilia il 25 luglio scorso, Salvini ha agito "per un interesse personale" e non collegialmente come aveva invece fatto quando aveva affrontato il caso della Diciotti. A riprova del fatto Palazzo Chigi spiega che "non figura all'ordine del giorno e non è stata oggetto di trattazione nell'ambito delle questioni 'varie ed eventuali' nel Consiglio dei ministri" del 31 luglio "né in altri successivi". La versione del premier cozza, però, con quella di Salvini. "Ci sono i fatti, le carte, le mail che dimostrano che fu una decisione collegiale - spiega - i decreti sicurezza li abbiamo approvati insieme...". Quindi anche con Di Maio e Conte. "Se poi qualcuno per amor di poltrona cambia idea...", insiste l'ex capo del Viminale.


Dal quartier generale del Carroccio fanno sapere che "per risolvere la vicenda Gregoretti ci furono numerose interlocuzioni tra Viminale, presidenza del Consiglio, ministero degli Affari Esteri e organismi comunitari" e "il via libera allo sbarco fu annunciato dal ministro dell'Interno, appena conclusi gli accordi per la redistribuzione degli immigrati in una struttura dei vescovi italiani e in cinque paesi europei". Il punto è che non si tratta solo di parole spese nei corridoi della politica. Dopo il colpo basso di Conte, gli uomini di Salvini hanno passato al setaccio i propri uffici e recuperato le mail che inchiodano Palazzo Chigi. Si tratta di numerosi contatti che dimostrano come sia Conte sia Di Maio siano sempre stati coinvolti nella gestione dell'emergenza. Non solo. In quei giorni di fine luglio era stata contattata anche la Cei per sondare la disponibilità ad accogliere un determinato numero di persone. Non a caso il 30 luglio, mentre la nave Gregoretti si trovava ancora davanti al porto di Augusta, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede faceva sapere ai microfoni di In Onda su La7 che era in corso "un dialogo tra i ministeri delle Infrastrutture, dell'Interno e della Difesa". "La posizione del governo è sempre la stessa - puntualizzava, poi, il Guardasigilli grillino - vengono salvaguardati i diritti, le persone che dovevamo scendere sono scese, sono monitorate le condizioni di salute, ma del problema immigrazione deve farsi carico tutta l'Europa". aggiungendo "ringrazio il presidente Conte che continua a porre la questione nelle cancellerie d'Europa".


Al momento tutta la documentazione, che è stata conservata da Salvini e che ora è al vaglio dei legali del Carroccio, non verrà diffusa per evitare di alzare ulteriormente lo scontro. Tuttavia, l'avvertimento a Conte è stato lanciato. E, dal momento che non è la prima volta che il premier viene pubblicamente smentito, un'altra bugia potrebbe costargli davvero cara.





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Published on December 20, 2019 08:12

December 19, 2019

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Andrea Indini
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