Paolo Attivissimo's Blog, page 567

July 2, 2012

Disinformatico radio, podcast del 2012/06/29

Pronto il podcast del Disinformatico

È disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi e i rispettivi articoli di supporto:



Facebook introduce la modifica dei commenti
Facebook attiva (e poi annulla) la ricerca degli amici vicini
Le parole di Internet: HTTP
Facebook vi ha cambiato di nascosto l'indirizzo di mail? Si rimedia così
Facebook usa il riconoscimento facciale. Ecco come bloccarlo
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on July 02, 2012 07:48

June 30, 2012

Chiude il Minitel, precursore di Internet

Adieu, Minitel



Credit: Wikipedia.
Ieri è stato formalmente disattivato il servizio francese Minitel, che per molti versi è stato un precursore di Internet. Nato nel 1978 e implementato in tutta la Francia nel 1982, quando il WWW era ancora un sogno, Minitel era basato su terminali semplici (solo testo) connessi via modem (1200/75) sulla rete telefonica fissa. Il suo prefisso 3615 era l'equivalente dell'epoca del nostro "www." o ".com": identificava subito il servizio agli occhi del pubblico.



La chiave del suo successo fu la cessione gratuita dei terminali, affidati agli abbonati in sostituzione della guida telefonica cartacea (i numeri di telefono di tutta la Francia erano cercabili gratuitamente tramite Minitel), che favorì una diffusione rapidissima. Il fatto che ci fossero servizi a pagamento (prenotazioni di biglietti ferroviari e aerei, per esempio) aiutò inoltre a creare un mercato dell'informazione e dell'intrattenimento digitale (chat e servizi d'ogni genere, anche a luci rosse).



Il sistema di pagamento era semplice: il fatto stesso di sfogliare una data pagina comportava un costo, che veniva addebitato direttamente sulla bolletta telefonica dell'abbonato. Un sistema gestito in regime di monopolio da France Télécom e che Internet non è ancora riuscita a implementare decentemente, nel bene e nel male.



Ci sono lezioni da imparare da questo antenato della Rete (e dal flop del suo omologo italiano, il Videotel), perché dalla libertà e flessibilità del personal computer stiamo tornando verso terminali “stupidi” e lucchettati sui quali non siamo più liberi di installare quello che desideriamo (iPad) e verso fornitori unici di servizi (Facebook, Google). Funziona, certo: ma è quello che vogliamo?



Ars Technica ha un bell'articolo sulla storia del Minitel.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on June 30, 2012 23:25

I “sette minuti di terrore” per scendere su Marte

La scommessa incredibile dello sbarco su Marte di Curiosity

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.



Questo video di JPLNews spiega, con una grafica e un montaggio vivaci ed entusiasmanti, la sfida tecnica straordinaria che sta per compiersi su Marte ai primi di agosto: far atterrare un veicolo esplorativo robotico di grandi dimensioni, Curiosity, calandolo dall'alto di una gru volante sostenuta da razzi. Sì, avete capito bene, e c'è di più.





Ecco la traduzione del video:



Adam Steltzner, ingegnere dell'EDL  Quando la gente lo guarda, sembra una pazzia. È molto naturale. A volte sembra una pazzia anche quando lo guardiamo noi.



[Didascalie  6 configurazioni del veicolo - 76 dispositivi pirotecnici]



È il risultato di un pensiero d'ingegneria ragionata. Ma sembra comunque una pazzia.



[Didascalie  500.000 righe di codice - Zero margine d'errore]



Dalla parte più alta dell'atmosfera fino alla superficie ci mettiamo sette minuti. Ci vogliono circa quattordici minuti perché il segnale dal veicolo spaziale arrivi sulla Terra. Questo vi dà un'idea di quanto sia lontano Marte. Quindi quando ci arriva l'avviso che abbiamo raggiunto la parte più alta dell'atmosfera, il veicolo è già morto o vivo sulla superficie da almeno sette minuti.



[Didascalia  7 minuti]



Tom Rivellini, ingegnere dell'EDL  Il rientro, la discesa e l'atterraggio, noti anche come EDL [da Entry, Descent and Landing, N.d.T.], noi li chiamiamo "i sette minuti di terrore", perché abbiamo letteralmente sette minuti per passare dalla zona più alta dell'atmosfera alla superficie di Marte, passando da 21.000 km/h a zero, in sequenza perfetta, con coreografia perfetta, con tempismo perfetto, e il computer deve fare tutto da solo, senza aiuto da terra. Se anche una sola cosa non funziona in modo perfetto, è game over.



Steltzner  Urtiamo l'atmosfera e generiamo così tanta resistenza aerodinamica che il nostro scudo termico si scalda e diventa incandescente come la superficie del Sole. Milleseicento gradi [non si sa se °C o °F; probabilmente °C, secondo questo articolo].



Miguel San Martin, ingegnere dell'EDL  Durante il rientro, il veicolo non solo rallenta violentemente attraversando l'atmosfera, ma viene manovrato, come un aereo, per poter atterrare in uno spazio molto ristretto e ben delimitato. Questa è una delle sfide più grandi che dobbiamo affrontare, ed è una sfida che non abbiamo mai tentato prima su Marte.



[Didascalia  L'atmosfera di Marte è 100 volte più tenue di quella terrestre]



Rivellini  Marte è in effetti difficile per il rallentamento, perché ha appena abbastanza atmosfera da doverla gestire, altrimenti ti distruggerà il veicolo, ma non ne abbastanza da poter completare il lavoro [di frenata, N.d.T.]. Andiamo ancora a circa 1600 km/h, e così a quel punto usiamo un paracadute.



[Didascalia  paracadute supersonico]



Anita Sengupta, ingegnere dell'EDL  Il paracadute è il più grande paracadute supersonico e il più resistente mai costruito da noi. Deve poter sopportare 30.000 chilogrammi di forza anche se in sé pesa solo circa 45 chili.



Rivellini  Si apre talmente in fretta che genera 9 g, roba da spezzarti il collo.



Steve Lee, ingegnere dell'EDL  A quel punto devi togliere lo scudo termico. È come un grande tappo d'obiettivo, che blocca la nostra visuale del terreno per il radar. Il radar deve rilevare proprio le giuste misurazioni di quota e velocità al momento giusto, altrimenti il resto della sequenza d'atterraggio non funzionerà.



Rivellini  Quest'enorme paracadute che abbiamo ci rallenta soltanto fino a circa 320 km/h, non abbastanza da poter atterrare. Così non abbiamo scelta: dobbiamo tagliarlo via... e poi scendere usando dei razzi.



Una volta accesi quei razzi, se non facciamo qualcosa ci scontrereremo con il paracadute, per cui la prima cosa che facciamo è una manovra di deviazione molto radicale. Voliamo via lateralmente, allontanandoci dal paracadute e riducendo la nostra velocità orizzontale e verticale, facendo in modo che il rover si muova dritto su e giù, in modo che possa guardare la superficie con il suo radar e vedere dove atterreremo. Poi andiamo giù dritti verso il fondo di un cratere, proprio accanto a una montagna alta sei chilometri.



Sengupta  Non possiamo permettere che i razzi si avvicinino troppo al suolo, perché se scendessimo fino al suolo usando i motori genereremmo in pratica un'enorme nube di polvere che si depositerebbe sul rover, ne potrebbe danneggiare i meccanismi e potrebbe danneggiarne gli strumenti. Abbiamo risolto questo problema usando la manovra della gru volante.



Rivellini  A venti metri dal suolo dobbiamo calare il rover sotto di noi su un cavo lungo sei metri e mezzo e poi depositarlo delicatamente sulle sue ruote sulla superficie.



Lee  Quando il rover tocca il suolo, lo stadio di discesa è in rotta di collisione con il rover. Dobbiamo tranciare le briglie immediatamente e far volare lo stadio di discesa fino a una distanza di sicurezza rispetto al rover.



[Didascalie  osare cose potenti - Atterraggio di Curiosity 10:31 PM EDT 5 agosto 2012]


C'è anche una versione più lunga, senza commenti, dell'animazione della missione. Il Press Kit della NASA è qui (PDF). Emily Lakdawalla, della Planetary Society, ha uno spiegone dettagliato che descrive un aspetto poco evidente nel video: Curiosity effettuerà un rientro in volo planato, con manovre a S, per centrare la zona d'atterraggio. Fantastico.



In bocca al lupo, Curiosity!



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Published on June 30, 2012 05:21

Vuoi il futuro? Fattelo. Con Arduino

Arduino e la fabbricazione open: per fare cose meravigliose non servono i permessi

Questo TED Talk di Massimo Banzi, coinventore del microcontroller libero Arduino, è una bella dimostrazione della potenza educativa dell'open source, grazie al quale le idee circolano liberamente, tutti copiano da tutti (citando la fonte) e non ci sono i freni e i balzelli del copyright, delle licenze e della burocrazia. L'open source ha già trasformato l'informatica (Google usa Linux; Android usa Linux) e ora si appresta a rivoluzionare la fabbricazione di oggetti fisici.



Questa è infatti la rivoluzione prossima ventura: come cambierà il mondo quando avremo in casa una stampante 3D in grado di fabbricare qualunque oggetto? E prima che lo chiediate: sì, ci sarà ancora la possibilità di fare soldi con l'open source. Gli avvocati usano una base di conoscenza aperta (le leggi) ma non mi pare che muoiano di stenti. Si può fare il pane anche in casa, ma molti preferiscono farselo fare dal panettiere.





Mi chiedo quanti dei nostri politici e governanti siano pronti a capire che il mondo è già cambiato e sta per cambiare radicalmente, e che le leggi attuali hanno urgente bisogno di essere ripensate per non restare ancorate a un'idea ottocentesca della tecnologia.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on June 30, 2012 02:38

Ronaldo ha perso l’aereo? No, bufala; ci casca “Repubblica”

Ronaldo non ha perso l'aereo. Repubblica ha (ri)perso la faccia

Repubblica scrive che il calciatore Cristiano Ronaldo, “dopo l'eliminazione dagli Europei ai rigori è stato anche letteralmente lasciato a terra a Donetsk [...] '[...] sono andato a comprarmi una focaccia e quando sono tornato l'aereo era già decollato senza di me' [...] ha dovuto aspettare diverse ore per imbarcarsi su un altro volo [...]”



Bufala: la smentita arriva dai giornali portoghesi e da Abola.pt, che ne attribuiscono l'origine a un blog umoristico che è stato usato come fonte da un'agenzia di stampa.



Hanno abboccato anche Yahoo News, RT (che però ha poi smentito) e molte altre fonti giornalistiche. Yahoo ha anche pubblicato la smentita, elencando gli altri pesci che hanno abboccato in Spagna, Francia, Olanda e altri paesi.



E questi sono coloro che hanno la pretesa di essere depositari dell'informazione. Guardano i blogger dall'alto in basso, ma poi attingono a piene mani (e a scrocco) al loro lavoro, senza neanche verificarlo. Dicono che i blogger sono inaffidabili, però li copiano acriticamente. Complimenti.



Grazie a @MarcoRocchi0 per la segnalazione.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on June 30, 2012 02:06

Ronaldo ha perso l'aereo? No, bufala; ci casca Repubblica

Ronaldo non ha perso l'aereo. Repubblica ha (ri)perso la faccia

Repubblica scrive che il calciatore Cristiano Rolando, “dopo l'eliminazione dagli Europei ai rigori è stato anche letteralmente lasciato a terra a Donetsk [...] '[...] sono andato a comprarmi una focaccia e quando sono tornato l'aereo era già decollato senza di me' [...] ha dovuto aspettare diverse ore per imbarcarsi su un altro volo [...]”



Bufala: la smentita arriva dai giornali portoghesi e da Abola.pt, che ne attribuiscono l'origine a un blog umoristico che è stato usato come fonte da un'agenzia di stampa.



Hanno abboccato anche Yahoo News, RT (che però ha poi smentito) e molte altre fonti giornalistiche. Yahoo ha anche pubblicato la smentita, elencando gli altri pesci che hanno abboccato in Spagna, Francia, Olanda e altri paesi.



E questi sono coloro che hanno la pretesa di essere depositari dell'informazione. Guardano i blogger dall'alto in basso, ma poi attingono a piene mani (e a scrocco) al loro lavoro, senza neanche verificarlo. Dicono che i blogger sono inaffidabili, però li copiano acriticamente. Complimenti.



Grazie a @MarcoRocchi0 per la segnalazione.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on June 30, 2012 02:06

June 29, 2012

Il video dei risultati di Euro 2012 è falso

Il video con i risultati anticipati degli europei di calcio? Un falso da dilettanti


hacker-euro2012-bufala-7
Da Giornalettismo

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.



Ieri pomeriggio mi era stato segnalato via Twitter da @thankstothecat un video che sembrava mostrare un "hacker" che era riuscito a entrare in un server nel quale era misteriosamente già pronta la grafica con i risultati delle semifinali e finali degli europei di calcio.



L'ho guardato, ne ho salvato una copia e non ne ho parlato (a parte un tweet di risposta) per non regalare pubblicità a un fake maldestro. Aveva, quando l'ho visto io, soltanto trentasei visualizzazioni e c'era ancora la possibilità che restasse nell'oblio come si meritava.



Il video, però, è diventato popolare grazie al passaparola degli utenti e agli articoli del Fatto Quotidiano (non convinto della falsità del video), Fantagazzetta (possibilista) e Giornalettismo (sicuro della falsità).



Oversecurity ha pubblicato un'analisi tecnica dettagliata del perché si tratta di un falso: come avevo tweetato, il file hosts che si vede per un istante nel video (ora reso privato) sbugiarda tutta la messinscena, e Oversecurity ha notato anche altri dettagli tecnici. Aggiungo solo che c'è nel video anche un particolare che potrebbe facilitare notevolmente l'identificazione del suo realizzatore (a 3:48).



Il fatto che nel video sia stato indicato correttamente il risultato di Italia-Germania prima che si svolgesse la partita è semplicemente una dimostrazione del Principio dello Scoiattolo Cieco: ogni tanto, per forza di cose, qualche profezia, a furia di farne, ci azzecca. A proposito: il video "prevede" un 4 a 3 per la Spagna in finale.



Aggiornamento (23:50): l'autore ha ammesso in un nuovo video che si tratta di un fake.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on June 29, 2012 10:27

June 28, 2012

Tempesta solare fa ribollire l’atmosfera. Non la nostra, per fortuna

Prima osservazione di cambiamenti atmosferici in un pianeta extrasolare


This artist's rendering illustrates the evaporation of HD 189733b's atmosphere in response to a powerful eruption from its host star.
Credit: NASA.
Fantastico. Fino al 1988 non avevamo alcuna conferma dell'esistenza di pianeti al di fuori del nostro Sistema Solare, e neanche trent'anni più tardi ne abbiamo già contati quasi 800. Adesso stiamo cominciando ad analizzarne le atmosfere e osservarne anche i cambiamenti.



La NASA ha pubblicato oggi la notizia che per la prima volta è stato osservato, appunto, un cambiamento nell'atmosfera di un pianeta extrasolare. E che cambiamento: un'improvvisa evaporazione di idrogeno al ritmo di almeno 1000 tonnellate al secondo, che ha dato al pianeta HD189733b, a 63 anni luce dalla Terra, una vera e propria coda simile a quella di una cometa.



HD189733b, uno dei tanti esopianeti disperatamente bisognosi di un nome un po' meno impronunciabile e che pertanto battezzo d'imperio Hadunotto, è un gigante gassoso, grande poco più di Giove, che orbita vicinissimo alla propria stella, leggermente più piccola del nostro Sole. “Vicinissimo” non è un'iperbole: Hadunotto si trova a circa 5 milioni di chilometri dalla propria stella, ossia circa dodici volte più vicino di Mercurio al nostro Sole. Un anno di Hadunotto dura poco più di due giorni.



Questa vicinanza gli costa cara: quando la sua stella ha un'eruzione, come è successo in questo caso, Hadunotto la prende in pieno. S'è beccato un'ondata di raggi X talmente violenta che ha riscaldato la sua atmosfera, che già normalmente sta a circa 1000 °C, abbastanza da farla sfuggire in parte. Mille tonnellate al secondo sono trascurabili per un gigante gassoso, per cui non c'è rischio che Hadunotto rimanga a corto d'atmosfera, ma quello che trovo fantastico in questa notizia è che siamo stati capaci di osservare quest'evento, grazie all'esistenza dei telescopi spaziali Hubble e Swift.



Sono passati poco più di cent'anni dal primo volo dei fratelli Wright e già guardiamo le atmosfere di pianeti appartenenti ad altre stelle. Mica male, per delle scimmie sveglie.



Se volete saperne di più e vedere dei video esplicativi, trovate tutto nell''apposito articolo su Nasa.gov e su Bad Astronomy.









Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “bobshoes1” e “ebaysto*”.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on June 28, 2012 09:36

Tempesta solare fa ribollire l'atmosfera. Non la nostra, per fortuna

Prima osservazione di cambiamenti atmosferici in un pianeta extrasolare


This artist's rendering illustrates the evaporation of HD 189733b's atmosphere in response to a powerful eruption from its host star.
Credit: NASA.
Fantastico. Fino al 1988 non avevamo alcuna conferma dell'esistenza di pianeti al di fuori del nostro Sistema Solare, e neanche trent'anni più tardi ne abbiamo già contati quasi 800. Adesso stiamo cominciando ad analizzarne le atmosfere e osservarne anche i cambiamenti.



La NASA ha pubblicato oggi la notizia che per la prima volta è stato osservato, appunto, un cambiamento nell'atmosfera di un pianeta extrasolare. E che cambiamento: un'improvvisa evaporazione di idrogeno al ritmo di almeno 1000 tonnellate al secondo, che ha dato al pianeta HD189733b, a 63 anni luce dalla Terra, una vera e propria coda simile a quella di una cometa.



HD189733b, uno dei tanti esopianeti disperatamente bisognosi di un nome un po' meno impronunciabile e che pertanto battezzo d'imperio Hadunotto, è un gigante gassoso, grande poco più di Giove, che orbita vicinissimo alla propria stella, leggermente più piccola del nostro Sole. “Vicinissimo” non è un'iperbole: Hadunotto si trova a circa 5 milioni di chilometri dalla propria stella, ossia circa dodici volte più vicino di Mercurio al nostro Sole. Un anno di Hadunotto dura poco più di due giorni.



Questa vicinanza gli costa cara: quando la sua stella ha un'eruzione, come è successo in questo caso, Hadunotto la prende in pieno. S'è beccato un'ondata di raggi X talmente violenta che ha riscaldato la sua atmosfera, che già normalmente sta a circa 1000 °C, abbastanza da farla sfuggire in parte. Mille tonnellate al secondo sono trascurabili per un gigante gassoso, per cui non c'è rischio che Hadunotto rimanga a corto d'atmosfera, ma quello che trovo fantastico in questa notizia è che siamo stati capaci di osservare quest'evento, grazie all'esistenza dei telescopi spaziali Hubble e Swift.



Sono passati poco più di cent'anni dal primo volo dei fratelli Wright e già guardiamo le atmosfere di pianeti appartenenti ad altre stelle. Mica male, per delle scimmie sveglie.



Se volete saperne di più e vedere dei video esplicativi, trovate tutto nell''apposito articolo su Nasa.gov e su Bad Astronomy.









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Published on June 28, 2012 09:36

Petizione per salvare l’istituto nazionale di ricerca alimentare INRAN

Rischia di chiudere l'istituto di ricerca italiano che ha promosso la dieta mediterranea

Ci sono già 3100 adesioni, molte di nomi ben noti per la difesa dei cittadini, alla petizione pubblicata su Il Fatto Alimentare per mantenere in vita l'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), che rischia di essere soppresso o accorpato.



Secondo l'articolo del Fatto Alimentare, “Il programma prevede una riduzione ulteriore dei fondi che porterebbero all’esaurimento di quel poco di ricerca indipendente nel campo alimentare che si fa in Italia... La ricerca nell’ambito della nutrizione deve continuare a essere pubblica, e non può rispondere a logiche produttive o a interessi di parte. Pensare di risparmiare chiudendo l’Istituto, oltre che eticamente inaccettabile, è un’operazione fallimentare, perché porterebbe all’aumento della spesa sanitaria nel medio termine.”



Mi sembra una chiusura ridicola in un paese come l'Italia, che ha fatto del buon mangiare e del ben mangiare un punto d'orgoglio e di successo internazionale oltre che di salute, per cui segnalo l'esistenza di quest'iniziativa (che mi è stata segnalata da un lettore, pgc) per invitare il ministro dell'agricoltura italiano a riconsiderare l'ipotesi di smantellare l'INRAN.



Non sono mai stato particolarmente favorevole alla raccolta di “firme” o adesioni via Internet, ma penso che valga la pena di approfittare della petizione corrente per scoprire cos'è l'INRAN, cosa fa a tutela dei cittadini e cosa può comportare la sua scomparsa; soprattutto in tempi nei quali impazzano bufale alimentari di ogni genere, serve un'autorità indipendente, per non finire nelle mani degli uffici marketing e dei pallonari di turno. Sapevate, per esempio, che l'INRAN pubblica delle linee guida per una sana alimentazione italiana liberamente scaricabili? Sapevate che il professor Carlo Cannella, quello di Superquark , era stato presidente dell'INRAN? Io no.



Pubblico queste righe anche per creare uno spazio di discussione sull'argomento. Intanto ho sottoscritto l'appello. Informatevi e valutate se è il caso che lo facciate anche voi.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on June 28, 2012 04:39

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Paolo Attivissimo
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