Paolo Attivissimo's Blog, page 566

July 9, 2012

Dietro le quinte di “2001”

Dietro le quinte di 2001 Odissea nello Spazio. Bonus: Arthur Clarke visita il modulo lunare. Quello vero

Se 2001 Odissea nello Spazio è uno dei vostri oggetti di culto, sopportate i sottotitoli e la pessima musica (ah, il copyright) di questo documentario strapieno di chicche: 2001 A Space Odyssey - The Making of a Myth. Il narratore è James Cameron; Arthur Clarke ha un monolite in giardino e va a visitare le sale della NASA dove si sta costruendo il modulo lunare Apollo; c'è anche la hostess della famosa scena della biro in assenza di peso, che spiega come fu realizzata senza effetti digitali (che all'epoca erano sostanzialmente inesistenti), e ci sono tutti i tecnici degli effetti speciali e del trucco. Ci sono anche un paio di sorprese che non voglio guastarvi. Se vi piace, comprate l'originale. Buona visione.















Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on July 09, 2012 22:53

July 8, 2012

Ancora immagini fantastiche dallo spazio: Marte in superpanoramica

Guardatevi intorno. Siete su Marte



Questa foto composita è una panoramica a 360°del suolo marziano come l'ha visto la sonda automatica Opportunity, che da più di cinque otto anni sta esplorando Marte. Si tratta di 817 fotografie scattate nell'arco di quattro mesi d'inverno marziano. I segni nel terreno sono le tracce lasciate dalle ruote della sonda semovente. In basso si scorgono, distorti dalla prospettiva, i pannelli solari di Opportunity coperti di polvere. I colori sono alterati per esaltare le differenze fra i vari materiali.



Potete scaricare una versione di questa foto a maggiore risoluzione (23096 x 7981 pixel) presso JPL.Nasa.gov, ma se volete la sensazione di essere su Marte e di potervi guardare intorno, non perdetevi questa versione interattiva di Nasatech.net. Fantastico. Grazie a @xfranky per la segnalazione.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on July 08, 2012 02:18

July 7, 2012

Antibufala: “lunedì nero” per Internet

La piantiamo con questi isterismi? Lunedì Internet non collasserà

"Internet oscurato da un virus - lunedì il rischio Apocalisse" . Il rischio imbecillità, invece Repubblica ce lo offre subito, con titoli assurdi e spudoratamente falsi come questo.



Non ci sarà nessuna Apocalisse o oscuramento globale di Internet lunedì. Molto, molto più banalmente, quei pochi che hanno il computer ancora infettato dal malware DNS Changer non potranno più collegarsi a Internet da lunedì. Tutti gli altri continueranno a navigare come sempre. Fine della storia.



Se vi interessano i dettagli tecnici, ho scritto un articolo apposito per la Radiotelevisione Svizzera,  che spiega anche come verificare se per caso siete infetti da DNS Changer.



Le probabilità che lo siate sono minime. Secondo i dati più recenti, in Italia ci sono circa 26.000 computer (Windows o Mac) tuttora infetti; in Svizzera sono meno di milleseicento. In totale, gli infetti nel mondo sono circa 300.000.



Fate comunque il test. Per dirla tutta, chi è così inetto da essere ancora infettato da DNS Changer (un malware di cinque anni fa, riconosciuto da tutti i principali antivirus) merita di essere scollegato. Purtroppo non si può fare la stessa cosa con i giornalisti e titolisti che scrivono bubbole catastrofiste e causano panico senza motivo.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on July 07, 2012 02:17

Un altro fantastico timelapse dalla ISS

Cliccate sull'originale HD a tutto schermo. Non ve ne pentirete



This is Our Planet from Tomislav Safundžić on Vimeo.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on July 07, 2012 01:38

Una piccola collezione di fotocamere

Avete un amico noioso che si vanta della propria fotocamera? Zittitelo con questa foto



L'astronauta Don Pettit mostra la collezione di fotocamere della Stazione Spaziale Internazionale. L'originale è qui.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on July 07, 2012 01:06

Disinformatico radio, podcast del 2012/07/06

Pronto il podcast del Disinformatico

È disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi e i rispettivi articoli di supporto:



Google Maps per Android naviga anche senza Internet
Un secondo manda in tilt mezza Internet
Le parole di Internet: TL;DR
Perché il bosone di Higgs è chiamato "la particella di Dio"?
Allarme blackout per il 9 luglio, mezza bufala
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Published on July 07, 2012 00:04

July 5, 2012

Conferenza sulle missioni lunari con Luigi Pizzimenti a Lugano il 14 luglio

Come sono gli astronauti lunari? Parliamone con chi li conosce di persona



Credit: Fausto Branchi
Il CICAP Ticino ha il piacere di ospitare a Lugano una conferenza di Luigi Pizzimenti, uno dei principali esperti e collezionisti italiani di cimeli delle missioni spaziali (Collectionspace.it), già organizzatore della mostra Esplorando, che ha presentato a Varese una straordinaria ricostruzione in scala 1:1 del modulo di comando Apollo 16, autore del libro Progetto Apollo: il sogno più grande dell'uomo e amico personale di molti degli astronauti delle missioni Apollo.



La conferenza di Pizzimenti, intitolata Programma Apollo: le missioni, i protagonisti, le curiosità, si terrà a Lugano sabato 14 luglio 2012, alle 18, alla Sala Conferenze dell'Hotel Pestalozzi (piazza Indipendenza 9) per raccontare la storia di queste missioni e rispondere alle domande e alle curiosità del pubblico. Io sarò lì come moderatore e presidente del CICAP Ticino. L'ingresso è gratuito.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on July 05, 2012 04:58

Nasce il Museo del Falso [UPD 2012/07/08]

Il 7 luglio debutta il Museo del Falso a Verrone (BI). Ci vediamo lì?

Sabato 7 luglio alle 18 verrà inaugurato al Castello di Verrone, in provincia di Biella, il Museo del Falso, per il quale ho preparato del materiale interattivo sulle tesi di falsificazione delle immagini dello sbarco sulla Luna, sulle “scie chimiche”, sulle immagini ufologiche fasulle e su altri falsi celebri della storia, dal Mostro di Loch Ness alle fate di Cottingley. La mostra rimarrà aperta al pubblico nei weekend del 7/8, 13/14/15 e 20/21/22 luglio.



Io ci sarò il 7 per presenziare all''inaugurazione e di nuovo il 21 per tenere una conferenza: se vi va, venite a vedere insieme con me i video rimasterizzati della NASA dello sbarco lunare (che il 21 avrò con me in copia, per chi la vuole) e gli altri elementi di una mostra-gioco unica nel suo genere e pensata per divertire e insegnare come riconoscere le bufale e sviluppare il senso critico attraverso la possibilità di partecipare a un quiz su complotti e falsi miti e a presentazioni interattive con Kinect. All’interno del Palazzo Comunale ci sarà anche una seconda mostra sui sistemi elettromeccanici ed elettronici dell'Olivetti. Tutte le informazioni sono qui e su Museodelfalso.org.





2012/07/08

Gran bella giornata al Museo del Falso ieri: tanta gente, tanto interesse e un allestimento compatto ma molto intrigante. Se siete appassionati d'informatica, non perdetevi la Perottina e le altre chicche dell'esposizione di macchine per scrivere e computer Olivetti (funzionanti!) che si trova sempre nel Castello di Verrone.



In quest'intervista vedete qualche scorcio della mostra:



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Published on July 05, 2012 04:10

Nasce il Museo del Falso

Il 7 luglio debutta il Museo del Falso a Verrone (BI). Ci vediamo lì?

Sabato 7 luglio alle 18 verrà inaugurato al Castello di Verrone, in provincia di Biella, il Museo del Falso, per il quale ho preparato del materiale interattivo sulle tesi di falsificazione delle immagini dello sbarco sulla Luna, sulle “scie chimiche”, sulle immagini ufologiche fasulle e su altri falsi celebri della storia, dal Mostro di Loch Ness alle fate di Cottingley. La mostra rimarrà aperta al pubblico nei weekend del 7/8, 13/14/15 e 20/21/22 luglio.



Io ci sarò il 7 e di nuovo il 21 per una conferenza: se vi va, venite a vedere insieme con me i video rimasterizzati della NASA dello sbarco lunare (che avrò con me in copia, per chi la vuole) e gli altri elementi di una mostra-gioco unica nel suo genere e pensata per divertire e insegnare come riconoscere le bufale e sviluppare il senso critico attraverso la possibilità di partecipare a un quiz su complotti e falsi miti e a presentazioni interattive con Kinect. All’interno del Palazzo Comunale ci sarà anche una seconda mostra sui sistemi elettromeccanici ed elettronici dell'Olivetti. Tutte le informazioni sono qui e su Museodelfalso.org.Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

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Published on July 05, 2012 04:10

July 3, 2012

Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana

Volerà nel 2014 la prima astronauta italiana. Seguite qui il suo addestramento

[image error] Oggi è stato comunicato ufficialmente che nel 2014 volerà nello spazio Samantha Cristoforetti, che insieme a Luca Parmitano, Andreas Mogensen, Alexander Gerst, Timothy Peake e Thomas Pesquet forma la classe 2009 degli astronauti dell'Agenzia Spaziale Europea. Resterà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale per circa sei mesi.



Samantha ha, fra i suoi numerosi talenti, quello di essere una geek blogger molto coinvolgente. Mi ha gentilmente concesso il permesso di ospitare qui la traduzione italiana dei suoi post, che descrivono l'avventura del suo addestramento e che per ragioni di tempo lei scrive in inglese.



Se volete conoscere da vicino cosa significa prepararsi per vivere nello spazio e vi interessa scoprire tanti dettagli poco noti di questa sfida tecnica e umana internazionale, seguite Samantha in originale (in inglese) nel blog degli astronauti ESA del 2009 e via Twitter (@AstroSamantha), oppure in italiano nei post che pubblicherò man mano qui. Qui sotto trovate il primo.





Sopravvivere all'inverno russo

di Samantha Cristoforetti, tradotto e pubblicato con il suo permesso dal post originale in inglese del 30 gennaio 2012. Le parentesi quadre indicano note del traduttore.



Il 18 gennaio Thomas [Pesquet] ed io abbiamo preso parte a un programma di addestramento di sopravvivenza di due giorni che è obbligatorio per tutti i membri degli equipaggi Soyuz e serve per dare agli astronauti e ai cosmonauti le competenze e la fiducia che servono per sopravvivere nei climi freddi. Anche se le squadre di soccorso di solito arrivano al sito di atterraggio della Soyuz ancor prima che la capsula abbia toccato terra nel caso di una discesa che si svolga secondo i piani, un rientro d'emergenza non pianificato può avvenire in qualunque momento durante il volo indipendente o mentre si è attraccati alla Stazione Spaziale Internazionale. Nel caso peggiore può capitare persino durante il decollo a causa di un'avaria del razzo lanciatore.



Questo è il mio tentativo di condividere con voi la nostra esperienza nei boschi intorno a Star City [il centro di addestramento per i cosmonauti a circa 180 km da Mosca].





Accendere il fuoco.

Credit: GCTC.
Potrei osservare per sempre la danza ipnotica delle fiamme. Ma il mio turno di veglia notturna di un'ora è finito: è ora di svegliare il mio collega d'equipaggio e cercare di dormire un po'. Mentre Thomas si stiracchia le membra irrigidite dal freddo e dallo spartano giaciglio di foglie e rami, faccio una rapida chiamata via radio per riferire che il nostro equipaggio sta bene. Ieri, durante la nostra prima notte di sopravvivenza, la procedura è stata diversa: bloccati e senza contatti con le squadre di soccorso, facevamo tre chiamate di MAYDAY alla cieca ogni ora a intervalli di due minuti. Procedura ora non più necessaria, dato che siamo stati localizzati!



Ieri notte abbiamo effettuato un contatto simulato con un elicottero di soccorso. Su loro richiesta abbiamo acceso il nostro fuoco di segnalazione e un bengala in modo che potessero definire con precisione la nostra posizione. Come previsto, ci hanno detto che saremmo stati recuperati soltanto l'indomani mattina, e così eccoci qui, nel nostro tepee [tenda in stile pellerossa], in quello che a questo punto è principalmente un esercizio di pazienza e di sopportazione del freddo.





Thomas raccoglie legna per il fuoco.

Credit: GCTC.
A dirla tutta non possiamo lamentarci. Stanotte ci sono -15°C, con pochissimo vento; la neve sul terreno arriva al ginocchio. Gioisco al pensiero di quanto siamo fortunati, rammentando i tanti resoconti di equipaggi che hanno affrontato l'addestramento con la neve alta fino al petto e -30°C. Anche così, sembrava una sfida molto impegnativa quando, due giorni fa, ci hanno aiutato a infilarci le tute di volo Sokol e ci hanno detto di salire a bordo di un vecchio modulo di discesa Soyuz coricato su un fianco nell'area di sopravvivenza. Dentro ci aspettavano il kit standard di sopravvivenza delle Soyuz e degli indumenti contro il freddo, impacchettati nel poco spazio disponibile. Fuori ci aspettavano la calotta e le corde del paracadute, tre fodere dei sedili che normalmente avremmo tolto dai sedili stessi e degli stivali impermeabili alti fino alla coscia che di norma avremmo ricavato tagliandoli dalla tuta di sopravvivenza in acqua Forel.



Thomas è entrato per primo. Lo trovo bizzarramente appollaiato sopra il pannello di controllo, e così mi accuccio in un angolo, cercando di lasciare spazio affinché anche il nostro comandante, Sergey, possa entrare e chiudere dietro di sé il portello. Una veloce chiamata via radio e l'addestramento ha inizio.





Thomas entra nel modulo di discesa.

Credit: GCTC.
Ci hanno sottolineato che il consiglio numero uno per prevenire l'ipotermia è restare asciutti e muoversi senza fretta per non sudare, e ho ben chiaro in testa questo proposito. Ma nonostante tutto dopo pochi minuti siamo tutti sudati. Nello spazio ristretto cerchiamo e spacchettiamo i componenti dei nostri indumenti di sopravvivenza invernale, ciascuno contrassegnato con il nostro nome: la tuta leggera [jumper suit], il maglione, la giacca leggera, la tuta intera, la giacca pesante. E poi guanti, cappello, scarpe. Mentre aiuto Sergey a uscire dalla [tuta] Sokol e cerco di passargli gli indumenti adatti, non riesco a fare a meno di essere grata del fatto che nessuno di noi è particolarmente grande!



Quando riusciamo a incamminarci nel bosco, dopo aver raccolto dentro le fodere dei sedili l'attrezzatura di sopravvivenza e il paracadute, ci restano circa quattro ore di luce del giorno.





Il tepee.

Credit: GCTC.
Non dobbiamo preoccuparci del cibo, dato che abbiamo scorte per almeno tre giorni, ma dobbiamo lavorare in fretta per prepararci un riparo, un fuoco di segnalazione e la legna per il fuoco prima che cali la notte. Sergey individua un buon punto per il nostro accampamento: due alberi diritti a circa due metri dal nostro riparo a falda singola, e davanti spazio in abbondanza per costruire il nostro tepee l'indomani, sulla zona che verrà scaldata dal fuoco di stanotte, e una radura a circa 100 metri di distanza per il nostro fuoco di segnalazione.



Con lo stile di comando deciso ma irresistibilmente garbato che Thomas e io apprezzeremo ben presto, Sergey distribuisce i compiti e avvia il lavoro. È un ex pilota di Blackjack [Tupolev TU-160, bombardiere strategico supersonico] dell'Aviazione Militare Russa e ha un gran talento per la vita all'aria aperta e un istinto naturale di prendersi cura dei bisogni di tutti. È un'altra grande fortuna; una di quelle che saranno fondamentali nel creare fra noi l'atmosfera calorosa ed efficiente che ci resterà come ricordo da serbare con affetto.





Costruzione del riparo a falda singola.

Credit: GCTC.
Condividendo un coltello e un machete dell'equipaggiamento di sopravvivenza, usiamo rami di media grandezza e le corde del paracadute per costruire l'intelaiatura del nostro riparo a falda singola. Poi copriamo il fondo e il tetto con una notevole quantità di rami e foglie e avvolgiamo il tutto nella stoffa del paracedute e nella coperta di sopravvivenza riflettente. Non è una reggia, ma ce lo faremo bastare, e riuscirò addirittura a dormire qualche ora, a tappe di venti-trenta minuti.



Naturalmente non c'è paragone con il nostro riparo per la seconda notte. Avendo a disposizione l'intera giornata, le istruzioni sono di costruire un tepee. Dopo aver fabbricato l'intelaiatura conica usando sei tronchi lunghi, vi avvolgiamo intorno il paracadute: uno strato inferiore interno, alto all'incirca fino al petto, e uno strato superiore esterno, che lascia un'apertura in alto. Inserendo dei rametti lunghi una trentina di centimetri fra i due strati creiamo un varco dal quale può entrare aria fresca mentre il fumo esce dall'apertura in cima.




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Simulazione di una gamba rotta.

Credit: GCTC.
Ed eccomi qui che passo la radio a Thomas e cerco di addormentarmi. Tra poche ore verremo contattati dall'elicottero di soccorso e ci verrà dato un azimut da seguire fino alla zona di recupero. Sappiamo dal briefing che uno di noi dovrà simulare un arto rotto, per cui avremo approntato dei paletti per creare una barella improvvisata a partire da una fodera dei sedili.



Quando tutto sarà finito, mi viene l'idea che accenderemo un bengala per festeggiare. E ho un ultimo pensiero prima di scivolare in un sonno leggero: che quella sauna post-addestramento, domani, sia bella calda!





Si festeggia la fine dell'addestramento con un bengala.

Credit: GCTC.
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Published on July 03, 2012 13:51

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