Giovanni De Matteo's Blog: Holonomikon, page 43
January 26, 2013
La memoria è un filo
La memoria è un filo che collega il passato al futuro e lega le nostre singole esistenze alla trama della storia. Ma è un filo sottile e troppo spesso rischia di spezzarsi, come dimostra la cronaca degli ultimi giorni. Per questo è bene che la ricorrenza odierna non passi sotto silenzio. Per il Giorno Internazionale della Memoria 2013 voglio quindi richiamare la riflessione sulla memoria di Alessandro Portelli postata in occasione del furto dell’iscrizione all’ingresso di Auschwitz, il post dello scorso anno e un brano di Primo Levi tratto da I sommersi e i salvati (1986):
La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace. È questa una verità logora, nota non solo agli psicologi, ma anche a chiunque abbia posto attenzione al comportamento di chi lo circonda, o al suo stesso comportamento. I ricordi che giacciono in noi non sono incisi sulla pietra; non solo tendono a cancellarsi con gli anni, ma spesso si modificano, o addirittura si accrescono, incorporando lineamenti estranei.
Ricordiamocene. Rinunciando alla memoria, cediamo ad altri il controllo sul nostro futuro.
January 25, 2013
Cloud Atlas
Tornando su Cloud Atlas (la mia recensione è apparsa l’altro giorno su Fantascienza.com), forse vale la pena aggiungere due righe a quanto dicevo in quella sede. Si tratta di riflessioni personali che esulano dall’effettivo valore della pellicola e che non aggiungono davvero nulla alla sua lettura critica, per cui le relego sullo Strano Attrattore.
Il film è arrivato in Italia con la tagline “Tutto è connesso” (che per alcuni siti specializzati è diventato addirittura parte integrante del titolo) e dunque l’associazione di idee viene piuttosto naturale: possiamo considerare il film alla stregua di un’opera connettivista?
La risposta, anche qui, come per il giudizio sugli effettivi meriti della pellicola, ha un doppio risvolto. Di primo acchito, Cloud Atlas è un’opera che potremmo di certo ricondurre alla sensibilità che permea il movimento e addirittura sembra racchiudere al suo interno posizioni eterogenee e anche molto diverse che hanno trovato voce tra i connettivisti: l’idea della connessione spirituale tra le anime dei diversi protagonisti operanti in epoche anche molto distanti tra loro, una certa - appena accennata - liaison tra la sfera empatica e i territori matematici della teoria del caos, la scorribanda attraverso lo spazio-tempo e - stilisticamente - l’attitudine a una varietà di registri che ben si attaglia alla contaminazione tra i generi (nel cui ambito, in ultima istanza, Cloud Atlas rappresenta un valido esempio di coesistenza).
Si ha la sensazione che i Wachowski & Tom Tykwer abbiano voluto tentare un’opera totale. E se sul piano della resa commerciale si può senz’altro sostenere la buona riuscita della loro operazione (su IMDB il film si attesta su una media di 7,9 quando il conteggio dei voti si avvicina ormai agli 80.000, per quanto il film non abbia ancora raggiunto i risultati di un blockbuster, ma mancano ancora i risultati di Regno Unito, Australia, Francia e Giappone, dove verrà distribuito nelle prossime settimane), sul piano della complessità del messaggio permane una certa resistenza a considerare l’opera come effettivamente riconducibile a ciò che cerchiamo di fare con il connettivismo.
La scelta degli autori di puntare tutto su una quintessenza vecchia come il mondo, che mi ha fatto accostare il loro lavoro al Quinto Elemento di Luc Besson, di certo risulta una semplificazione eccessiva, quasi forzata, che purtroppo non gioca un favore alla ricchezza dei contenuti fin lì offerti da Cloud Atlas. E questo riesce a disinnescare la portata di un film che, nel suo racconto totale, poteva ambire a proporre una formula di “fantascienza ripotenziata” alternativa a quella di cui parlavo tempo fa a proposito - per esempio - de La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo.
Certo, Audrey Niffenegger giocava su un piano diverso e la letteratura è confrontabile solo in parte con il cinema (come dimostra l’esito ben più modesto - per quanto comunque valido - del suo adattamento), ma in definitiva il paragone mi serve per motivare meglio la mia impressione: e cioè che, in ultima analisi, Cloud Atlas forzi un capovolgimento, volendo esaltare il candore e l’ingenuità (l’amore è la giustificazione di tutto) al di sotto di una fisicità potenzialmente straordinaria (la natura intrinseca della dimensione umana, la propagazione degli effetti delle nostre scelte, etc.), laddove The Time Traveler’s Wife riusciva con molti meno mezzi e con molta più naturalezza a valorizzare al meglio fattezze piuttosto comuni (la classica storia d’amore) attraverso un’attitudine innovativa (il punto di vista fantascientifico).
Tuttavia sono molti gli aspetti da salvare nell’operazione del trio WW&T, in un’ottica di valorizzazione complessiva del cinema di genere, e questo rende ragione del mio giudizio complessivamente positivo su Cloud Atlas.
January 24, 2013
Audiobook - Prossimamente
Una nuova collana di audiolibri, curata da Francesco Verso per l’editore LA Case Books. Una nuova incarnazione per il mio racconto Orfani della connessione. Stay tuned!
January 22, 2013
Un passo verso l’infinito
100,000 Stars è uno degli ultimi progetti sviluppati alla factory di Mountain View. Fruibile con Chrome, mostra la posizione delle 100.000 stelle più vicine al sole e consente una crociera virtuale su un centinaio di queste (arricchite dalle relative schede tratte da Wikipedia). Il progetto mi richiama alla memoria un vecchio ma ricchissimo sito, Exosolar.net, che purtroppo però mi è risultato inaccessibile durante tutti i tentativi di connessione effettuati negli ultimi giorni.
A questo indirizzo è possibile consultare una guida di Michael Chang, del Google Data Arts Team responsabile dell’esperimento. Che stando a quanto si apprende potrebbe evolvere ulteriormente. E l’inserimento dei sistemi planetari scoperti finora (due archivi di riferimento: il NASA Exoplanet Archive e la Extrasolar Planets Encyclopaedia) potrebbe essere solo una delle possibili direzioni sul fronte degli sviluppi futuri.
January 20, 2013
Una questione di prospettiva
Rielaboravo le suggestioni scaturite da diverse letture e visioni degli ultimi giorni, anche alla luce dello spettacolo Dal Big Bang alla civiltà in sei immagini che segnalavo ieri. Viene davvero da pensare a come nell’universo eventi lontanissimi nel tempo e nello spazio siano tra loro connessi. Un po’ come se una trama segreta, invisibile, unisse i diversi punti dello spazio-tempo attraverso una rete di comunicazione, consentendo uno scambio ininterrotto di informazioni. Dal presente al futuro, al passato, e poi di nuovo al futuro, attraverso l’illusorietà dell’attimo presente.
Prendete questa immagine della SN 1604, l’ultima supernova registrata nella nostra galassia, manifestatasi il 9 ottobre 1604 nella costellazione di Ofiuco e oggetto di lunghi e approfonditi studi di Keplero a partire dal 17 ottobre. Una supernova talmente brillante da superare al culmine della sua luminosità qualsiasi altra stella del cielo notturno, restando visibile a occhio nudo nell’arco ininterrotto di diciotto mesi.
Essendo stimata in circa 20.000 anni luce la sua distanza dalla Terra, quando SN 1604 giunse alla fine della sua vita come stella sulla Terra stava volgendo al termine il Paleolitico, il periodo associato allo sviluppo della tecnologia, culminato nell’introduzione dell’agricoltura. Keplero la osservò mentre l’Europa si accingeva a mettere piede nella Guerra dei Trent’Anni (1618-1648), uno dei più sanguinosi conflitti che l’umanità abbia mai conosciuto (il conflitto che - secondo gli studiosi - forgiò la guerra moderna), a sbarcare sulle coste americane con i padri pellegrini imbarcati sulla Mayflower (1620), a portare a definitivo compimento la Rivoluzione scientifica. L’uomo a quel punto aveva la polvere da sparo (per i moschetti degli eserciti che si scontravano nel cuore del Vecchio Continente) e le lenti ottiche (per osservare i corpi celesti e svelare l’infondatezza delle teorie tolemaico-geocentriche). Quattro secoli più tardi, osserviamo quell’epoca con un brivido di orrore e un misto di sollievo e superiorità.
Adesso immaginiamo che oggi una supernova esploda a 20.000 anni luce dalla Terra. Come saranno gli umani che osserveranno la sua luce, tra 20.000 anni? E con quali sentimenti considereranno noi, l’umanità sulla soglia del terzo millennio, perennemente agli albori di qualcosa (l’era spaziale, la Singolarità Tecnologica, la prossima transizione sulla scala di Kardashev)?
January 19, 2013
6 mosse dal Big Bang alla civiltà
Stasera un interessante spettacolo a cura di Amedeo Balbi e Antonio Pascale chiuderà il Festival delle Scienze di Roma: Dal Big Bang alla civiltà in sei immagini è un racconto a due voci dalla nascita dell’universo alla nostra civiltà, scandito da sei immagini emblematiche delle tappe ritenute significative dai due autori in questo lungo percorso. Conosco Balbi attraverso i suoi libri e i suoi blog da diversi anni e mi basta per caldeggiare la partecipazione allo spettacolo ai fortunati amici di Roma e dintorni.
Se non bastasse la mia parola, ieri la divisione italiana del National Geographic ha dedicato ampio risalto a un’anteprima dello spettacolo, da cui l’immagine qui in basso - che ritrae le pitture rupestri delle grotte di Lascaux, vecchie di 17.500 anni - è tratta. Una galleria per provare la vertigine del tempo…
Altri attrattori
Con la consueta calma e ottimizzando gli sforzi, si riparte. Ormai ho messo da parte ogni speranza di tornare ai ritmi di pubblicazione della prima fase del blog, ma uno Strano Attrattore è ancora vivo e spero di tornare presto a dimostrare il suo contributo al dominio della lotta.
Nel frattempo, come sempre potete trovarmi su Twitter, cliccando sul logo frattale che campeggia in alto nella colonna dei link. Anche quando il blog sembrava entrato in una fase stagnante, sono riuscito - con la consueta irregolarità - a tenere il mio profilo Twitter aggiornato con segnalazioni di natura varia e accidentale, per cui se vi sembra che da queste parti il proprietario del blog latiti, fate un salto dall’altra parte dello specchio e magari troverete qualche spunto interessante.
Oltre allo Strano Attrattore, conto di tornare presto all’opera anche su HyperNext (secondo logo qui a destra), in un tentativo congiunto con la squadra redazionale di non dissiparne l’eredità.
Piano piano, si torna in azione. Anche su quel fronte.
January 15, 2013
Addio, Ric
Spiace riprendere l’attività sul blog dopo un mese e mezzo di silenzio con una così brutta notizia, ma non si può sorvolare sul ricordo di una persona come quella che ci ha lasciato ieri. Riccardo Valla è morto a 71 anni stroncato da un infarto (per i dettagli vi rimando alle notizie di Fantascienza.com e Fantasy Magazine, con i ricordi di Silvio Sosio ed Emanuele Manco). Dopo Ernesto Vegetti e Vittorio Curtoni è un altro durissimo colpo per la comunità letteraria di appassionati di fantascienza e fantastico: una colonna portante che viene meno.
Valla aveva esordito nel campo reclutato da Gianfranco Viviani nei primi anni ‘70 per curare le collane dedicate al fantastico e alla SF della casa editrice Nord. E Ric aveva lasciato il segno, contribuendo a plasmare il gusto e la consapevolezza di intere generazioni, svolgendo in libreria il lavoro che parallelamente veniva svolto - in epoche diverse - da collane come Galassia e riviste come Robot. In questa veste, la sua presenza incomberà sempre sulla mia collezione di libri.
Ma Riccardo era anche un fine traduttore e probabilmente milioni di lettori italiani hanno potuto apprezzare Dan Brown al di là degli effettivi meriti del Codice Da Vinci proprio grazie al suo lavoro di adattamento. Ric, con il sarcasmo che lo distingueva, dedicò all’opera anche una parodia, pubblicata a puntate su Carmilla. E soprattutto Ric era un appassionato eclettico, capace di spaziare a 360° su tutti i fronti del sapere: era capace di intrattenere per ore e ore l’interlocutore di turno saltando dalle illustrazioni d’epoca alla scienza di frontiera, dal cinema all’epica norrena. Un uomo rinascimentale, a tutti gli effetti. Brillante, curioso, colto, acuto.
Ricordo la prima sera della mia prima Italcon, trascorsa in compagnia sua e di Antonino Fazio, divagando dagli intenti del connettivismo (all’epoca ancora agli esordi) all’arte, alla fotografia. Ricordo che Ric ammetteva di aver smesso di leggere fantascienza da tempo e che negli ultimi anni il suo interesse si concentrava prevalentemente sulla protofantascienza (emblematico della sua rinnovata passione è questo articolo su Albert Robida) e forte dei suoi studi aveva accettato di contribuire a Next International con un articolo sul futurismo. Ma se la conversazione scivolava verso le frontiere del postumano, la sua cultura sconfinata e la sua sensibilità innata gli permettevano di supplire brillantemente alle letture mancate. Dopotutto, Valla aveva contribuito anche al successo di Greg Egan presso la comunità SF italiana, e dopo aver tradotto (e naturalmente capito - cosa fondamentale per poter renderli fruibile ai lettori) i suoi lavori poteva agevolmente proiettarsi verso le frontiere speculative esplorate dai suoi eredi.
La sua scomparsa improvvisa ci lascia tutti più poveri.
In memoria di Riccardo Valla la NeoRepubblica di Torriglia ha proclamato il 14 gennaio 2013 giorno di lutto nazionale, al pari del 17 gennaio 2010 (in memoria di Ernesto Vegetti) e del 4 ottobre 2011 (in memoria di Vittorio Curtoni).
December 1, 2012
Locus Online’s All-Centuries Poll: scheda di voto
Si è chiuso stamattina il sondaggio del secolo indetto dalla rivista Locus per eleggere le migliori opere di fantascienza e fantasy del ‘900, con un’appendice per la prima decade del XXI secolo. Dell’iniziativa dava notizia Fantascienza.com qualche settimana fa, grazie al sempre vigile Alberto Priora. Ovviamente, sono riuscito a inviare il mio voto solo nelle ultime ore.
Altrettanto ovviamente, nella foga degli ultimi giorni, ci è scappata la dimenticanza. Grave, in questo caso, anzi forse di più. Perché se da un lato ho compilato ogni selezione (a partire dalle ricchissime - ancorché incomplete - liste di riferimento redatte dalla rivista: per i romanzi del XX secolo, le opere brevi del XX secolo, i romanzi del XXI secolo e le opere brevi del XXI secolo) sacrificando inevitabilmente opere che reputo fondamentali per il mio personale percorso formativo e altre che giudico imprescindibili tout-court, alla ricerca di un equilibrio sostenibile tra gusto individuale ed ecosistema del genere (a farne le spese alcuni nomi illustri, quali Ursula K. Le Guin, Robert A. Heinlein, Frederik Pohl, Theodore Sturgeon, Jack Vance, A.E. van Vogt e, in tempi più recenti, Iain M. Banks, che solo in alcuni casi sono riuscito a “ripescare” cercando di applicare una logica compensativa), dall’altro in un campo di scelta tanto vasto era inevitabile che qualche disattenzione potesse scapparci. Peccato che nel mio caso sia saltato proprio il titolo che, se me ne fossi ricordato, avrei indicato come prima scelta tra le short stories del XX secolo.
Dopo la lista delle mie preferenze per il sondaggio di Locus, troverete l’imperdonabile dimenticanza. E adesso che l’ira del dio della short story si abbatta pure su di me senza misericordia…
20th Century SF Novel
20thsfnvl:1: William Gibson: Neuromancer (1984)
20thsfnvl:2: Alfred Bester: The Stars My Destination (1957)
20thsfnvl:3: Samuel R. Delany: Babel-17 (1966)
20thsfnvl:4: Frank Herbert: Dune (1965)
20thsfnvl:5: Philip K. Dick: Do Androids Dream of Electric Sheep? (1968)
20thsfnvl:6: Kurt Vonnegut: Slaughterhouse-Five (1969)
20thsfnvl:7: Kim Stanley Robinson: Red Mars (1992)
20thsfnvl:8: H. P. Lovecraft: At the Mountains of Madness (1936)
20thsfnvl:9: Isaac Asimov: The End of Eternity (1955)
20thsfnvl:10: Bruce Sterling: Schismatrix (1985)
20th Century Fantasy Novel
20thfnnvl:1: Fritz Leiber: Our Lady of Darkness (1977)
20thfnnvl:2: J. R. R. Tolkien: The Lord of the Rings (1955)
20thfnnvl:3: Ray Bradbury: Something Wicked This Way Comes (1962)
20thfnnvl:4: M. John Harrison: The Pastel City (1971)
20thfnnvl:5: Robert E. Howard: Conan the Barbarian (1950)
20thfnnvl:6: Samuel R. Delany: Tales of Nevèrÿon (1979)
20thfnnvl:7: Stephen King: It (1986)
20thfnnvl:8: Robert R. McCammon: The Wolf’s Hour (1989)
20thfnnvl:9: George R. R. Martin: A Game of Thrones (1996)
20thfnnvl:10: Tim Powers: Dinner at Deviant’s Palace (1985)
20th Century Novella
20thnva:1: Samuel R. Delany: The Ballad of Beta-2 (1965)
20thnva:2: Greg Egan: Oceanic (1998)
20thnva:3: H. P. Lovecraft: The Dream Quest of Unknown Kadath (1943)
20thnva:4: Lucius Shepard: Barnacle Bill the Spacer (1992)
20thnva:5: Ted Chiang: Story of Your Life (1998)
20thnva:6: Joe R. Lansdale: On the Far Side of the Cadillac Desert with Dead Folks (1989)
20thnva:7: Kim Stanley Robinson: To Leave a Mark (1982)
20thnva:8: Connie Willis: The Last of the Winnebagos (1988)
20thnva:9: Gene Wolfe: The Fifth Head of Cerberus (1972)
20thnva:10: H. P. Lovecraft: The Shadow Over Innsmouth (1942)
20th Century Novelette
20thnvt:1: William Gibson: The Winter Market (1985)
20thnvt:2: Philip K. Dick: A Little Something for Us Tempunauts (1974)
20thnvt:3: William Gibson: Burning Chrome (1982)
20thnvt:4: Roger Zelazny: A Rose for Ecclesiastes (1963)
20thnvt:5: Ted Chiang: Tower of Babylon (1990)
20thnvt:6: Cordwainer Smith: Scanners Live in Vain (1950)
20thnvt:7: Greg Bear: Blood Music (1983)
20thnvt:8: H. P. Lovecraft: The Call of Cthulhu (1928)
20thnvt:9: Arthur C. Clarke: Sunjammer (1964)
20thnvt:10: Bruce Sterling: Deep Eddy (1993)
20th Century Short Story
20thss:1: Fritz Leiber: Coming Attraction (1950)
20thss:2: Samuel R. Delany: Aye, and Gomorrah… (1967)
20thss:3: J. G. Ballard: The Terminal Beach (1964)
20thss:4: Lucius Shepard: Salvador (1984)
20thss:5: A. J. Deutsch: A Subway Named Mobius (1950)
20thss:6: Alfred Bester: Oddy and Id (1950)
20thss:7: Arthur C. Clarke: The Sentinel (1951)
20thss:8: Fredric Brown: Answer (1954)
20thss:9: Barry Malzberg: Understanding Entropy (1994)
20thss:10: Joe R. Lansdale: Not from Detroit (1988)
21st Century SF Novel
21stsfnvl:1: Richard K. Morgan: Altered Carbon (2002)
21stsfnvl:2: M. John Harrison: Light (2002)
21stsfnvl:3: Charles Stross: Accelerando (2005)
21stsfnvl:4: Michael Chabon: The Yiddish Policemen’s Union (2007)
21stsfnvl:5: Audrey Niffenegger: The Time Traveler’s Wife (2003)
21st Century Fantasy Novel
21stfnnvl:1: China Miéville: The City & the City (2009)
21stfnnvl:2: Ursula K. Le Guin: Gifts (2004)
21stfnnvl:3: Michael Swanwick: The Dragons of Babel (2008)
21stfnnvl:4: Jeff VanderMeer: Veniss Underground (2003)
21stfnnvl:5: Jasper Fforde: The Eyre Affair (2001)
21st Century Novella
21stnva:1: Charles Stross: Palimpsest (2009)
21stnva:2: Robert Reed: Truth (2008)
21stnva:3: Lucius Shepard: Stars Seen Through Stone (2007)
21stnva:4: Alastair Reynolds: Diamond Dogs (2001)
21stnva:5: Walter Jon Williams: The Green Leopard Plague (2003)
21st Century Novelette
21stnvt:1: Cory Doctorow: When Sysadmins Ruled the Earth (2006)
21stnvt:2: Ian McDonald: The Djinn’s Wife (2006)
21stnvt:3: Gregory Benford: Bow Shock (2006)
21stnvt:4: Neil Gaiman: A Study in Emerald (2003)
21stnvt:5: Benjamin Rosenbaum: Biographical Notes to ‘A Discourse on the Nature of Causality, with Air-Planes’ by Benjamin Rosenbaum (2004)
21st Century Short Story
21stss:1: Will McIntosh: Bridesicle (2009)
21stss:2: Benjamin Rosenbaum: The House Beyond Your Sky (2006)
21stss:3: Gwyneth Jones: The Tomb Wife (2007)
21stss:4: Ted Chiang: Exhalation (2008)
21stss:5: Eugie Foster: Sinner, Baker, Fabulist, Priest; Red Mask, Black Mask, Gentleman, Beast (2009)
La vittima collaterale della mia grave smemoratezza è purtroppo ‘Repent, Harlequin!’ said the Ticktockman, sublime racconto breve di Harlan Ellison del 1965, che avrebbe meritato di condividere il primo gradino del podio 20thss in un ideale ex-aequo con Fritz Leiber.
[Immagini tratte dal portfolio "Repent, Harlequin!" Said the Ticktockman, di Jim Steranko.]