Lessico famigliare Quotes
Lessico famigliare
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Natalia Ginzburg24,381 ratings, 3.90 average rating, 2,353 reviews
Lessico famigliare Quotes
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“Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. [...] Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza d'un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e risuscitando nei punti più diversi della terra.”
― Lessico famigliare
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“Anche a me la poesia delle rocce nere sembrava bellissima; e mi struggevo d’invidia, per non averla scritta io. Era semplice: prati verdi, rocce nere, ne avevo visti tante volte anch’io, in montagna. E non m’era venuto in testa che si potesse farne niente: li avevo guardati, e basta. Le poesie erano dunque cosí: semplici, fatte di niente; fatte delle cose che si guardavano. Mi guardavo intorno con occhi attenti: cercavo cose che potessero assomigliare a quelle rocce nere, a quei prati verdi, e che questa volta non mi sarei lasciata portar via da nessuno.”
― Lessico famigliare
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“La quotidiana solitudine è l’unico mezzo che noi abbiamo di partecipare alla vita del prossimo, perduto e stretto in una solitudine uguale.”
― Lessico famigliare
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“Ma mia madre era quanto mai mutevole nelle sue simpatie, e instabile nelle sue relazioni: e le persone, o le vedeva tutti i giorni, o non voleva vederle mai. Era incapace di coltivare conoscenze per puro spirito di urbanità. Aveva sempre una paura matta «di stufarsi», e aveva paura che la gente venisse a farle visita quando lei voleva andare a spasso. [...] Se una delle sue anziane conoscenze le mandava a dire che sarebbe venuta a farle visita, era presa dal panico. – Allora oggi non potrò andare a spasso! – diceva disperata.”
― Lessico famigliare
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“Un’altra volta capitò che io dovessi fare con gli Olivetti un viaggio in automobile, e ci fermammo per il pranzo in una trattoria; e mentre tutti loro ordina-vano tagliatelle e bistecche, io ordinai per me solo un uovo a bere, e dissi poi a mia sorella che avevo ordinato solo un uovo «perché non volevo che l’ingegner Olivetti spendesse troppo». Questa cosa venne riferita al vecchio ingegnere, che ne fu molto divertito, e usava riderne spesso: e nel suo riderne c’era tutta l’allegria d’essere molto ricco, di saperlo, e scoprire che c’era ancora qualcuno che non lo sapeva.”
― Lessico famigliare
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“Cade la pioggia lenta ed uniforme
Sui prati verdi e sulle rocce nere.
Nell’aria si dileguan vaghe forme
Velate di caligini leggere.”
― Lessico famigliare
Sui prati verdi e sulle rocce nere.
Nell’aria si dileguan vaghe forme
Velate di caligini leggere.”
― Lessico famigliare
“Vivevano così, in stretta amicizia, dividendosi il poco che avevano, e senza appoggiarsi a nessun gruppo, senza fare progetti per il futuro, perché non c’era nessun futuro possibile; probabilmente sarebbe scoppiata la guerra, e l’avrebbero vinta gli stupidi; perché gli stupidi, Mario diceva, vincevano sempre.”
― Lessico famigliare
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“Aveva parlato, per anni, di uccidersi. Nessuno gli credette mai. Quando veniva da me e da Leone mangiando ciliegie, e i tedeschi prendevano la Francia, già allora ne parlava. Non per la Francia, non per i tedeschi, non per la guerra che stava investendo l’Italia. Della guerra aveva paura, ma non abbastanza per uccidersi a motivo della guerra. Continuò tuttavia ad avere paura della guerra, anche dopo che la guerra era da tempo finita: come, del resto, tutti noi. Perché questo ci accadde, che appena finita la guerra ricominciammo subito ad aver paura di una nuova guerra, e a pensarci sempre. E lui temeva una nuova guerra più di tutti noi. E in lui la paura era più grande che in noi: era in lui, la paura, il vortice dell’imprevisto e dell’inconoscibile, che sembrava orrendo alla lucidità del suo pensiero; acque buie, vorticose e venefiche sulle rive spoglie della sua vita.”
― Lessico famigliare
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“Pavese spiegava che veniva là non per coraggio, perché lui di coraggio non ne aveva; e nemmeno per spirito di sacrificio. Veniva perché se no non avrebbe saputo come passar le serate; e non tollerava di passar le serate in solitudine.”
― Lessico famigliare
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“Quell’aria da cane bastonato, la conservò sempre; sfogava tuttavia su di noi, e in particolare su mia madre, una sua volontà sarcastica, dispotica e testarda. Intratteneva con mia madre, che amava teneramente e dalla quale era teneramente amata, un rapporto burbero, sarcastico e niente affatto servile. – Meno male che lui è una signora, se no come farebbe a guadagnarsi la vita, lui che non è buona di far niente, – diceva a mia madre. – Lui chi? – Lui, lei, lei!”
― Lessico famigliare
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“Persone o morte, o comunque antichissime anche se vive ancora, perché partecipi di tempi lontani, di vicende remote, quando mia madre era piccola, quando aveva sentito dire «la sorella della mia cagna» e «de cosa spussa l’acido solfidrico»; persone che non si potevano incontrare ora, che non si potevano toccare, e che anche se si incontravano e si toccavano non erano però le stesse di quando io le avevo pensate, e che anche se vive ancora erano state tuttavia contagiate dalla vicinanza dei morti, con i quali abitavano nella mia anima: avevano preso, dei morti, il passo ir-raggiungibile e leggero.”
― Lessico famigliare
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“Non sentì la mia mancanza in casa. Un poco perché io, come sempre diceva, non le davo spago; e un poco perché, essendo invecchiata, s’era ormai rassegnata al vuoto che lasciano i figli quando se ne vanno, e aveva difeso e ovattato la sua vita in modo da non sentire tanto l’urto di quel distacco.”
― Lessico famigliare
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“In any case, everyone soon forgot that brief, illusory moment of shared existence. Certainly, for many years, no one worked at the job he'd planned on and trained for, everyone believing that they could and must do a thousand jobs all at once. And much time passed before everyone took back upon his shoulders his profession and accepted the burden, the exhaustion, and the loneliness of the daily grind, which is the only way we have of participating in each other's lives, each of us lost and trapped in our own parallel solitude.”
― Lessico famigliare
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“It was necessary for writers to go back and choose their words, scrutinize them to see if they were false or real, if they had actual origins in our experience, or if instead they only had the ephemeral origins of a shared illusion. It was necessary, if one was a writer, to go back and find your true calling that had been forgotten in the general intoxication. What had followed was like a hangover: nausea, leathery, tedium. In one way or another, everyone felt deceived and betrayed, both those who lived in reality and those who possessed or thought they possessed a means of describing it.”
― Lessico famigliare
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“En cambio, después de la guerra, el mundo se presentaba enorme, ignoto y sin confines. Mi madre sin embargo volvió a vivirlo como pudo. Volvió a vivirlo con alegría, porque tenía un carácter alegre. Su espíritu no sabía envejecer y no conoció nunca la vejez, que consiste en quedarse humillado en un rincón llorando el desmoronamiento del pasado.”
― Léxico familiar
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“Al llegar a Roma respiré, y pensé que comenzaría una época feliz para nosotros. No tenía motivos para pensarlo, pero lo hice. Teníamos un alojamiento en los alrededores de la plaza Bologna. Leone dirigía un periódico clandestino y estaba siempre fuera de casa. Lo detuvieron a los veinte días de nuestra llegada y no lo vi nunca más.”
― Léxico familiar
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“Pavese casi nunca hablaba de Leone. No le gustaba hablar de los ausentes ni de los muertos. Lo decía. Decía: «Cuando alguien se marcha o se muere trato de no pensar en él, porque no me gusta sufrir»”
― Lessico famigliare
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“Si ella una noche no la encendía y se quedaba leyendo un libro en la butaca, él decía: «¿Cómo es que no enciendes la televisión? ¡Enciéndela! Si no, no sirve para nada tenerla. ¡Gino te la ha regalado y tú no la ves! ¡Le has hecho tirar el dinero! ¡Ahora por lo menos vela!».”
― Lessico famigliare
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“Desde la ventana lo veíamos aparecer por el fondo de la calle, alto, con su rápida forma de caminar: venía comiendo cerezas y arrojando los huesos contra la pared con un tiro seco y fulminante. Para mí la derrota de Francia quedó unida para siempre a aquellas cerezas que él nos hacía probar cuando llegaba, sacándoselas una a una del bolsillo con su mano parsimoniosa y huraña.”
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“A mí siempre me duele la cabeza. ¡Me siento cansada!». Y entonces él decía: «No estás enferma. Lo único que te pasa es que estás hecha de un material de mala calidad».”
― Lessico famigliare
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“«¡No tienes autoridad!», le gritaba mi padre despertándola por la noche. Pero por otro lado, él también demostró no tenerla, porque Paola continuó paseando durante años con aquel joven bajito, y lo dejó cuando la cosa se apagó sola, poco a poco, como se apaga la luz de una vela.”
― Lessico famigliare
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“El dar cuerda a alguien se decía en nuestra casa «dar cordel». Gino, efectivamente, daba poco cordel, porque siempre estaba leyendo, y cuando se le dirigía la palabra respondía con monosílabos y sin levantar la cabeza del libro.”
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“«Nuevo astro que surge», decía mi padre cada vez que nombrábamos a la señora Ghiran. «Nuevo astro que surge» o sólo «nuevo astro» era siempre su ironía cada vez que nosotros nos entusiasmábamos con alguien.”
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“Yo entraba en el comedor aún con mala cara por el jersey de Neuberg, y mi madre, al verme entrar sombría y enfadada, decía: «¡Aquí está María Temporal!».”
― Lessico famigliare
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“De niño había sido un poco endeble, y mi padre lo llevaba a caminar a la montaña para robustecerlo, como hacía, por otro lado, con todos nosotros. Mario acumuló un odio sordo por la montaña y, apenas pudo sustraerse al dominio de mi padre, dejó de ir totalmente.”
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“S’era messo a leggere Dante. Aveva scoperto che era bellissimo. S’era messo anche a studiare il greco, e a leggere Erodoto, e Omero.
Invece non poteva soffrire Pascoli, né Carducci. Carducci poi lo mandava in bestia. – Era monarchico! – diceva. – Era prima repubblicano, e poi è diventato monarchico, perché s’è innamorato di quella scema della regina Margherita!
– E pensare che è dello stesso tempo di Baudelaire, dello stesso secolo! Leopardi, sí, era un grande poeta. I soli poeti moderni sono Leopardi e Baudelaire! È ridicolo che nelle scuole italiane si studi ancora Carducci!”
― Lessico famigliare
Invece non poteva soffrire Pascoli, né Carducci. Carducci poi lo mandava in bestia. – Era monarchico! – diceva. – Era prima repubblicano, e poi è diventato monarchico, perché s’è innamorato di quella scema della regina Margherita!
– E pensare che è dello stesso tempo di Baudelaire, dello stesso secolo! Leopardi, sí, era un grande poeta. I soli poeti moderni sono Leopardi e Baudelaire! È ridicolo che nelle scuole italiane si studi ancora Carducci!”
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“Alberto andava dietro alle sartine; andava dietro, però, anche alle ragazze di buona famiglia. Andava dietro a tutte le ragazze, gli piacevano tutte; e siccome era allegro e gentile, corteggiava, per allegria e gentilezza, anche quelle che non gli piacevano.”
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“Quella sera, la sua faccia e i suoi pochi capelli erano come frustati da un colpo di vento. Aveva occhi spaventati, risoluti e allegri; gli vidi, due o tre volte nella vita, quegli occhi. Erano gli occhi che aveva quando aiutava una persona a scappare, quando c’era un pericolo e qualcuno da portare in salvo.”
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“Il signor Paolo Ferrari era in sala da pranzo che beve-va il tè. Nel vederlo io riconobbi Turati, che era venuto in via Pastrengo una volta. Ma siccome m’avevan detto che si chiamava Paolo Ferrari, credetti, per ubbidienza, che fosse insieme Turati e Ferrari; e di nuovo verità e menzogna si mescolarono in me.”
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