Maricla Pannocchia's Blog - Posts Tagged "seconda"
DOMANI USCIRA' IL MIO ROMANZO "LA MIA AMICA EBREA"
Domani, in occasione della Giornata della Memoria, uscirà il mio romanzo “La mia amica ebrea”. Una giornata importante per non dimenticare gli orrori del passato, le vittime del nazismo e coloro che hanno rischiato tutto per aiutare gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Domani posterò il link per l’acquisto del romanzo e, se volete, fate un salto sul mio blog dove ci saranno gli aggiornamenti degli altri blog che continuano a parlare del romanzo, per ricordare tutti insieme quei terribili anni e il coraggio e la forza della razza umana.
LINK D'ACQUISTO: "LA MIA AMICA EBREA"
Il mio romanzo d'esordio "La mia amica ebrea" è disponibile su Lulu in versione ebook al prezzo di 1.99. Link:
http://www.lulu.com/shop/rebecca-domi...
http://www.lulu.com/shop/rebecca-domi...
PRIMA RECENSIONE PER "LA MIA AMICA EBREA"
Sul blog "Recensioni libri e tv" di Enrico Cardillo potete trovare la prima recensione del mio romanzo "La mia amica ebrea".
Questo e' il link:
http://recensioni-libri-tv.blogspot.i...
E questa la trascrizione:
Stavolta si tratta di un romanzo, scritto da una giovane autrice indipendente, Rebecca Domino.
Si tratta de La mia amica ebrea, che si può acquistare qui, in formato elettronico, a sole 1,99 euro.
Si tratta di un romanzo, come dicevo, ma di argomento storico.
La storia, ambientata ad Amburgo, nel 1943, è sostanzialmente quella di una trasformazione e di una crescita personale:Josepha, una ragazza tedesca di quindici anni di convinte vedute naziste, si trova costretta ad avere in casa, nascosta in soffitta, una famiglia di Ebrei.
La situazione risulta paradossale e pericolosa, perché il fratello è un deciso nazista, e quindi lei, la madre e il padre devono fare di tutto per cercare di nascondere a quest'ultimo la situazione.
Il contesto non favorisce la sua disposizione verso i rifugiati, ma, grazie all'aiuto e alla pazienza del padre, e ad una propria personale capacità critica, la ragazza riesce a superare i suoi preconcetti, e stringe una straordinaria, intensa amicizia con una ragazza coetanea del gruppo dei rifugiati.
Come si può vedere, la storia, molto tenera, ha alcune somiglianze con Il bambino col pigiama a righe, ma c'è un elemento in più: la forte prevenzione iniziale della protagonista, pienamente convinta del fatto che gli Ebrei siano degli stupidi e sostanzialmente inferiori.
La storia procede parallelamente a quella della guerra, con tutto il suo portato di violenza e drammaticità: grandi protagoniste del romanzo sono le bombe.
Sì, proprio le bombe, quelle che spaccano i timpani, incutono terrore, distruggono le case.
Compare la guerra in diretta!
Il testo (300 pagine) scorre in modo gradevole e veloce, ed è veramente ricco di suspence: tiene incollati fino alla fine. che tra l'altro riserva una sorpresa.
Lo consiglio.
Questo e' il link:
http://recensioni-libri-tv.blogspot.i...
E questa la trascrizione:
Stavolta si tratta di un romanzo, scritto da una giovane autrice indipendente, Rebecca Domino.
Si tratta de La mia amica ebrea, che si può acquistare qui, in formato elettronico, a sole 1,99 euro.
Si tratta di un romanzo, come dicevo, ma di argomento storico.
La storia, ambientata ad Amburgo, nel 1943, è sostanzialmente quella di una trasformazione e di una crescita personale:Josepha, una ragazza tedesca di quindici anni di convinte vedute naziste, si trova costretta ad avere in casa, nascosta in soffitta, una famiglia di Ebrei.
La situazione risulta paradossale e pericolosa, perché il fratello è un deciso nazista, e quindi lei, la madre e il padre devono fare di tutto per cercare di nascondere a quest'ultimo la situazione.
Il contesto non favorisce la sua disposizione verso i rifugiati, ma, grazie all'aiuto e alla pazienza del padre, e ad una propria personale capacità critica, la ragazza riesce a superare i suoi preconcetti, e stringe una straordinaria, intensa amicizia con una ragazza coetanea del gruppo dei rifugiati.
Come si può vedere, la storia, molto tenera, ha alcune somiglianze con Il bambino col pigiama a righe, ma c'è un elemento in più: la forte prevenzione iniziale della protagonista, pienamente convinta del fatto che gli Ebrei siano degli stupidi e sostanzialmente inferiori.
La storia procede parallelamente a quella della guerra, con tutto il suo portato di violenza e drammaticità: grandi protagoniste del romanzo sono le bombe.
Sì, proprio le bombe, quelle che spaccano i timpani, incutono terrore, distruggono le case.
Compare la guerra in diretta!
Il testo (300 pagine) scorre in modo gradevole e veloce, ed è veramente ricco di suspence: tiene incollati fino alla fine. che tra l'altro riserva una sorpresa.
Lo consiglio.
RECENSIONE DAL BLOG "PROFUMO DI CARTA"
Akami del blog "Profumo di Carta" ha recensito il mio romanzo d'esordio "La mia amica ebrea". Questo e' il link alla recensione direttamente sul suo blog:
http://carta-profumo.blogspot.it/2014...
E qui la trascrizione:
Il tema dell'Olocausto mi ha sempre colpita molto. Non so spiegare perchè, comunque ho letto molti libri sull'argomento, romanzi e non.
E nessuno era riuscito a farmi versare una lacrima.
Parlano tutti degli ebrei morti, come è ovvio che sia. Ma raramente ho incontrato un libro che ricorda anche i tedeschi morti. I tedeschi che erano semplicementi ottusi. Hitler usava i libri, la radio, la propaganda come mezzo per far dientare gli ebrei carne da macello e i tedeschi un branco di pecore che lo avrebbero seguito senza esitazione, senza farsi domande.
La mente ed i ragionamenti contorti che i tedeschi hanno nei confronti degli ebrei non sono giustificabili ma questo libro ci aiuta a comprenderli.
Lo stile dell'autrice mi è piaciuto molto, lineare. La vita di queste due ragazzine mi ha toccato il cuore ed è uno dei pochissimi libri che per poco non mi ha fatto versare delle lacrime.
Verdetto finale
4
Non mi sono sentita di dare cinque ma per motivi futili, per me infatti, il cinque è la perfezione e questo libro ci è andato solo vicino.
http://carta-profumo.blogspot.it/2014...
E qui la trascrizione:
Il tema dell'Olocausto mi ha sempre colpita molto. Non so spiegare perchè, comunque ho letto molti libri sull'argomento, romanzi e non.
E nessuno era riuscito a farmi versare una lacrima.
Parlano tutti degli ebrei morti, come è ovvio che sia. Ma raramente ho incontrato un libro che ricorda anche i tedeschi morti. I tedeschi che erano semplicementi ottusi. Hitler usava i libri, la radio, la propaganda come mezzo per far dientare gli ebrei carne da macello e i tedeschi un branco di pecore che lo avrebbero seguito senza esitazione, senza farsi domande.
La mente ed i ragionamenti contorti che i tedeschi hanno nei confronti degli ebrei non sono giustificabili ma questo libro ci aiuta a comprenderli.
Lo stile dell'autrice mi è piaciuto molto, lineare. La vita di queste due ragazzine mi ha toccato il cuore ed è uno dei pochissimi libri che per poco non mi ha fatto versare delle lacrime.
Verdetto finale
4
Non mi sono sentita di dare cinque ma per motivi futili, per me infatti, il cinque è la perfezione e questo libro ci è andato solo vicino.
RECENSIONE DAL SITO "PRIMA PAGINA ONLINE"
Martina Mattone ha recensito sia il mio romanzo "La mia amica ebrea" sia quello di mia sorella "Quando dal cielo cadevano le stelle" nell'ambito di un articolo dedicato ai nostri libri e al tema dell'Olocausto.
Qui sotto potete leggere un estratto della recensione, che parla de "La mia amica ebrea", mentre questo e' il link alla recensione completa:
http://www.primapaginaonline.org/2014...
PARTE DELLA RECENSIONE DEDICATA A "LA MIA AMICA EBREA":
La mia amica ebrea è invece un romanzo di Rebecca Domino. Siamo nel 1943 e la quindicenne Josepha vive ad Amburgo e, nonostante le difficoltà della Seconda guerra mondiale, la sua esistenza trascorre tutto sommato in maniera normale. Tutto finché suo padre non decide di ospitare nella soffitta una famiglia di ebrei. Conosce così Rina, anche lei quindicenne, ma ebrea e, come per tutta la sua gente, costretta a nascondersi per non finire deportata in un campo di concentramento. Eppure, tra Josepha e Rina non ci sono barriere di razza e le due ragazze stringono una delicata e bellissima amicizia. Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l’unione fra le due ragazzine, in un Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza.
Entrambi i romanzi hanno come protagoniste delle adolescenti che si trovano a vivere uno dei periodi più bui della storia dell’uomo. L’argomento di base non è molto particolare e il rischio di incorrere nella banalità era dietro l’angolo, ma entrambe sono riuscite a rendere le storie leggibili e originali a modo loro. I romanzi sono corposi, ma piacevolmente scorrevoli e accattivanti. Tra i due, ho trovato più coinvolgente il secondo, forse perché descrive il dramma della Shoah visto dagli occhi di una ragazzina ariana e quindi permette di far capire al lettore com’erano sentite dagli “esterni” le leggi razziali e soprattutto perché credo abbia come intento quello di ricordare tutti coloro che, come la famiglia di Josepha, hanno rischiato anche la vita per proteggere gli ebrei. Tutti quegli “eroi silenziosi” che non hanno aderito alle barbarie del razzismo e hanno messo avanti le leggi umane della solidarietà e del rispetto verso persone che non avevano colpe, se non quella di essere di una razza considerata, erroneamente, minore.
Le autrici sono entrambe giovanissime ed esordienti, ma non per questo meno talentuose.
Qui sotto potete leggere un estratto della recensione, che parla de "La mia amica ebrea", mentre questo e' il link alla recensione completa:
http://www.primapaginaonline.org/2014...
PARTE DELLA RECENSIONE DEDICATA A "LA MIA AMICA EBREA":
La mia amica ebrea è invece un romanzo di Rebecca Domino. Siamo nel 1943 e la quindicenne Josepha vive ad Amburgo e, nonostante le difficoltà della Seconda guerra mondiale, la sua esistenza trascorre tutto sommato in maniera normale. Tutto finché suo padre non decide di ospitare nella soffitta una famiglia di ebrei. Conosce così Rina, anche lei quindicenne, ma ebrea e, come per tutta la sua gente, costretta a nascondersi per non finire deportata in un campo di concentramento. Eppure, tra Josepha e Rina non ci sono barriere di razza e le due ragazze stringono una delicata e bellissima amicizia. Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l’unione fra le due ragazzine, in un Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza.
Entrambi i romanzi hanno come protagoniste delle adolescenti che si trovano a vivere uno dei periodi più bui della storia dell’uomo. L’argomento di base non è molto particolare e il rischio di incorrere nella banalità era dietro l’angolo, ma entrambe sono riuscite a rendere le storie leggibili e originali a modo loro. I romanzi sono corposi, ma piacevolmente scorrevoli e accattivanti. Tra i due, ho trovato più coinvolgente il secondo, forse perché descrive il dramma della Shoah visto dagli occhi di una ragazzina ariana e quindi permette di far capire al lettore com’erano sentite dagli “esterni” le leggi razziali e soprattutto perché credo abbia come intento quello di ricordare tutti coloro che, come la famiglia di Josepha, hanno rischiato anche la vita per proteggere gli ebrei. Tutti quegli “eroi silenziosi” che non hanno aderito alle barbarie del razzismo e hanno messo avanti le leggi umane della solidarietà e del rispetto verso persone che non avevano colpe, se non quella di essere di una razza considerata, erroneamente, minore.
Le autrici sono entrambe giovanissime ed esordienti, ma non per questo meno talentuose.
RECENSIONE DAL BLOG "STORIES"
Sul blog di Federica "Stories, books and movies" potete leggere una nuova recensione del mio romanzo "La mia amica ebrea":
http://storiesbooksandmovies.blogspot...
TRASCRIZIONE:
Valutazione: 4/5
Tutto, tutto è diventato unico: domani a quest'ora potrei essere morta, questa è l'unica certezza in quella che chiamo "la guerra delle incertezze".
Amburgo, seconda Guerra Mondiale.
La guerra è ormai iniziata da qualche anno e i suoi segni devastanti ed indelebili si possono ritrovare nell'animo, non solamente nel fisico, dei soldati che tornano dal fronte, dove hanno vissuto in prima persona qualsiasi atrocità.
Uno di questi uomini è il padre di Seffi, una ragazzina tedesca dal carattere forte e deciso. È proprio lei la protagonista e voce narrante che, attraverso il fluire dei suoi pensieri e dei suoi dubbi, ci accompagna nella lettura de La mia amica ebrea.
All'apparenza la giovane vive un'infanzia felice, in compagnia delle sue tre amiche inseparabili ma dietro a tutto questo si nascondono le più grandi paure. La paura dei bombardamenti è una di queste, poichè ormai tutte le più importanti città tedesche sono soggette a degli attacchi aerei.
Seffi, però, appartiene a quella generazione di ragazzi e ragazze che ha visto scomparire sotto i propri occhi i compagni di classe ebrei e che ha dato una spiegazione a questi atti tramite le idee trasmesse con la martellante propoganda nazista finalizzata alla potenza ed alla grandezza della nazione tedesca. Si pensa, quindi, che la guerrà finirà, e finirà con una vittoria della Germania.
Tutte le certezze della protagonista vengono improvvisamente messe in crisi da un evento: l'arrivo di una povera famiglia ebrea in fuga dalle persecuzioni. Il padre di Seffi, che ha maturato un diverso pensiero riguardante la teoria delle 'razze', decide di nascodere i tre fuggiaschi nella soffitta nonostante la moglie e la figlia siano contrarie. Il tutto avviene all'insaputa del fratello della protagonista, convinto e strenuo sostenitore della Gioventù Hitleriana.
Seffi non sa spiegarsi la scelta del padre che ai suoi occhi appare incomprensibile: a lei è sempre stato insegnato che gli ebrei sono cattivi. Inizierà, in questo modo, uno strano e faticoso percorso che la cambierà e la farà crescere.
Era da molto che non leggevo un libro riguardante questo periodo storico. Ammetto che, inizialmente, la trama e soprattutto il titolo mi ricordavano "Il bambino con il pigiama a righe". Le prime pagine, però, mi hanno rapidamente smentito.
La vicenda è molto diversa e si focalizza sul pensiero di Seffi, un personaggio dinamico. La ragazza è tedesca, di razza "ariana", non ha nessun motivo di temere la Gestapo. Inoltre, Seffi sa che deve odiare gli ebrei perchè sono "inferiori". Non è una persona cattiva, è solo il prodotto della propaganda di Hitler che non lascia libertà di pensiero soprattutto alle generazioni più giovani.
Confrontandosi e - perchè no? - scontrandosi con il padre e con il fratello, la ragazza crescere ed inizierà ad avere consapevolezza delle sue opinioni, dei suoi pensieri e potrà finalmente riprendersi la sua vita.
Un ottima lettura :)
http://storiesbooksandmovies.blogspot...
TRASCRIZIONE:
Valutazione: 4/5
Tutto, tutto è diventato unico: domani a quest'ora potrei essere morta, questa è l'unica certezza in quella che chiamo "la guerra delle incertezze".
Amburgo, seconda Guerra Mondiale.
La guerra è ormai iniziata da qualche anno e i suoi segni devastanti ed indelebili si possono ritrovare nell'animo, non solamente nel fisico, dei soldati che tornano dal fronte, dove hanno vissuto in prima persona qualsiasi atrocità.
Uno di questi uomini è il padre di Seffi, una ragazzina tedesca dal carattere forte e deciso. È proprio lei la protagonista e voce narrante che, attraverso il fluire dei suoi pensieri e dei suoi dubbi, ci accompagna nella lettura de La mia amica ebrea.
All'apparenza la giovane vive un'infanzia felice, in compagnia delle sue tre amiche inseparabili ma dietro a tutto questo si nascondono le più grandi paure. La paura dei bombardamenti è una di queste, poichè ormai tutte le più importanti città tedesche sono soggette a degli attacchi aerei.
Seffi, però, appartiene a quella generazione di ragazzi e ragazze che ha visto scomparire sotto i propri occhi i compagni di classe ebrei e che ha dato una spiegazione a questi atti tramite le idee trasmesse con la martellante propoganda nazista finalizzata alla potenza ed alla grandezza della nazione tedesca. Si pensa, quindi, che la guerrà finirà, e finirà con una vittoria della Germania.
Tutte le certezze della protagonista vengono improvvisamente messe in crisi da un evento: l'arrivo di una povera famiglia ebrea in fuga dalle persecuzioni. Il padre di Seffi, che ha maturato un diverso pensiero riguardante la teoria delle 'razze', decide di nascodere i tre fuggiaschi nella soffitta nonostante la moglie e la figlia siano contrarie. Il tutto avviene all'insaputa del fratello della protagonista, convinto e strenuo sostenitore della Gioventù Hitleriana.
Seffi non sa spiegarsi la scelta del padre che ai suoi occhi appare incomprensibile: a lei è sempre stato insegnato che gli ebrei sono cattivi. Inizierà, in questo modo, uno strano e faticoso percorso che la cambierà e la farà crescere.
Era da molto che non leggevo un libro riguardante questo periodo storico. Ammetto che, inizialmente, la trama e soprattutto il titolo mi ricordavano "Il bambino con il pigiama a righe". Le prime pagine, però, mi hanno rapidamente smentito.
La vicenda è molto diversa e si focalizza sul pensiero di Seffi, un personaggio dinamico. La ragazza è tedesca, di razza "ariana", non ha nessun motivo di temere la Gestapo. Inoltre, Seffi sa che deve odiare gli ebrei perchè sono "inferiori". Non è una persona cattiva, è solo il prodotto della propaganda di Hitler che non lascia libertà di pensiero soprattutto alle generazioni più giovani.
Confrontandosi e - perchè no? - scontrandosi con il padre e con il fratello, la ragazza crescere ed inizierà ad avere consapevolezza delle sue opinioni, dei suoi pensieri e potrà finalmente riprendersi la sua vita.
Un ottima lettura :)
RECENSIONE DAL BLOG "SCRIVOLEGGO"
Roberto firma una nuova recensione per il mio romanzo "La mia amica ebrea", sul suo blog "Scrivoleggo".
LINK ALLA RECENSIONE:
http://scrivoleggo.blogspot.it/2014/0...
TRASCRIZIONE:
Una storia straziante...
Seffi e Rina...
1943, la seconda guerra mondiale è nel pieno del suo svolgimento, le bombe squarciano il cielo spesso, troppo spesso. Ad Amburgo, Josepha, detta Seffi, vive con i genitori e il fratello maggiore Ralf. Il padre è tornato dal fronte senza una gamba, fa il calzolaio ma riesce a stento a provvedere alle necessità della sua famiglia.
Un giorno, l’ennesimo imprevisto: la famiglia di un suo carissimo amico, composta dalla moglie e da due figli, maschio e femmina, bussa alla sua porta chiedendo, anzi, elemosinando, ospitalità. Non sarebbe un problema se non fosse per il fatto che sono ebrei, e la Gestapo è molto chiara, sull’argomento: gli ebrei devono morire e chi li aiuta deve morire con loro.
Tutta la famiglia è contraria ad aiutarli, Ralf in testa. Il padre, però, è stato un carissimo amico del capofamiglia ebreo e non se la sente di lasciare quella povera gente allo sbando. Decide di tenere quelle tre persone rinchiuse in soffitta, a una condizione: non potranno mai uscire, sarebbe troppo pericoloso. Ralf, addirittura, non verrà a conoscenza di questa soluzione estrema.
Tutti sono spaventati per quest’imprevisto, la stessa Seffi vedrà sotto una cattiva luce quelle persone descritte come inferiori, ignoranti e ritardate. Seffi è il tipico frutto della propaganda di Hitler, ha sempre creduto a ciò che i grandi le raccontavano e accetta malvolentieri quella convivenza forzata.
Poco alla volta, Seffi prenderà confidenza con Rina, sua coetanea. Un biglietto, una lettera, qualche parola detta a voce. In breve tempo la guerra unirà due cuori, due amiche che hanno le medesime paure e gli stessi sogni. Due vite che si uniranno nonostante l’odio creato dell’ignoranza tenti di dividerle a tutti i costi. Ma quando due persone si vogliono bene, nulla potrà mai dividerle…
Rebecca Domino affronta un tema lontano decine di anni ma purtroppo ancora attuale. Sembra impossibile che un essere umano decida di uccidere un proprio simile, eppure la storia ci ha riportato questo.
Persone ideate dalla scrittrice eppure reali, poiché milioni di ebrei hanno sofferto l’odio del razzismo.
Un libro che farete fatica a terminare, non perché scritto male o noioso, anzi. Faticherete a proseguire quando leggerete volenza e crudeltà gratuite, pagine che vi faranno male ma vi lasceranno qualcosa dentro.
Da leggere per ricordare. E per capire. Capire i buoni sentimenti, perchè l'idiozia dell'uomo è incomprensibile.
LINK ALLA RECENSIONE:
http://scrivoleggo.blogspot.it/2014/0...
TRASCRIZIONE:
Una storia straziante...
Seffi e Rina...
1943, la seconda guerra mondiale è nel pieno del suo svolgimento, le bombe squarciano il cielo spesso, troppo spesso. Ad Amburgo, Josepha, detta Seffi, vive con i genitori e il fratello maggiore Ralf. Il padre è tornato dal fronte senza una gamba, fa il calzolaio ma riesce a stento a provvedere alle necessità della sua famiglia.
Un giorno, l’ennesimo imprevisto: la famiglia di un suo carissimo amico, composta dalla moglie e da due figli, maschio e femmina, bussa alla sua porta chiedendo, anzi, elemosinando, ospitalità. Non sarebbe un problema se non fosse per il fatto che sono ebrei, e la Gestapo è molto chiara, sull’argomento: gli ebrei devono morire e chi li aiuta deve morire con loro.
Tutta la famiglia è contraria ad aiutarli, Ralf in testa. Il padre, però, è stato un carissimo amico del capofamiglia ebreo e non se la sente di lasciare quella povera gente allo sbando. Decide di tenere quelle tre persone rinchiuse in soffitta, a una condizione: non potranno mai uscire, sarebbe troppo pericoloso. Ralf, addirittura, non verrà a conoscenza di questa soluzione estrema.
Tutti sono spaventati per quest’imprevisto, la stessa Seffi vedrà sotto una cattiva luce quelle persone descritte come inferiori, ignoranti e ritardate. Seffi è il tipico frutto della propaganda di Hitler, ha sempre creduto a ciò che i grandi le raccontavano e accetta malvolentieri quella convivenza forzata.
Poco alla volta, Seffi prenderà confidenza con Rina, sua coetanea. Un biglietto, una lettera, qualche parola detta a voce. In breve tempo la guerra unirà due cuori, due amiche che hanno le medesime paure e gli stessi sogni. Due vite che si uniranno nonostante l’odio creato dell’ignoranza tenti di dividerle a tutti i costi. Ma quando due persone si vogliono bene, nulla potrà mai dividerle…
Rebecca Domino affronta un tema lontano decine di anni ma purtroppo ancora attuale. Sembra impossibile che un essere umano decida di uccidere un proprio simile, eppure la storia ci ha riportato questo.
Persone ideate dalla scrittrice eppure reali, poiché milioni di ebrei hanno sofferto l’odio del razzismo.
Un libro che farete fatica a terminare, non perché scritto male o noioso, anzi. Faticherete a proseguire quando leggerete volenza e crudeltà gratuite, pagine che vi faranno male ma vi lasceranno qualcosa dentro.
Da leggere per ricordare. E per capire. Capire i buoni sentimenti, perchè l'idiozia dell'uomo è incomprensibile.
RECENSIONE DAL BLOG "PENNA D'ORO"
Aquila Reale del blog "Penna d'oro" ha recensito il mio romanzo:
LINK ALLA RECENSIONE
http://pennadoro.blogspot.it/2014/03/...
TRASCRIZIONE:
Seconda Guerra Mondiale. Amburgo, 1943.
Siamo in Germania, la persecuzione contro gli Ebrei è in atto. La guerra comincia a frantumare le certezze di coloro che avevano creduto ciecamente nelle parole di Hitler. Il suo libro “Mein Kampf”, definito dal Times “la Bibbia laica”, fornisce la giustificazione al credo politico di ogni nazionalsocialista insegnandoli la via della salvezza nazionale. Gran parte della popolazione tedesca è conquistata dal carisma di questo uomo che definisce gli Ebrei “ funghi velenosi” che sottraggono spazio ed energia alla razza ariana.
“La mia amica ebrea” , come traspare dal titolo, vuol essere una testimonianza di speranza. Quando intorno a noi tutto diventa “un gelido inverno” allora è arrivato il momento di aprire il nostro cuore a sentimenti puri come l’amicizia, l’amore, il desiderio di vivere e sperare in un domani migliore. Josepha è una ragazzina tedesca che vive in una famiglia segnata da un fratello, fervente sostenitore delle teorie di Hitler, e da suo padre, uomo onesto e pronto ad aiutare chi ha bisogno.
La mamma è una donna che combatte la sua personale guerra contro la paura, vive nel terrore che la Gestapo possa interessarsi alla sua famiglia e cerca di evitare ogni possibile comportamento che possa dare adito a ripercussioni negative. Ma se a chiedere aiuto è una famiglia ebrea, non ci si può sottrarre a un dovere morale nel rispetto di regole scritte nella coscienza di ogni uomo che pone il rispetto per tutti gli esseri umani, al di sopra di ogni cosa. Allora ecco che la soffitta di casa Faber diventa, all’insaputa del figlio Ralf, il nascondiglio per tre ebrei perseguitati dal regime.
Tra loro c’è Rina, 15 anni, sguardo spento dalla paura. Giorno dopo giorno cresce, tra le due ragazzine, il desiderio di conoscersi, di capire, di scoprire perché c’è tanto odio nei confronti degli Ebrei. Nasce una delicata amicizia, nasce uno scambio di lettere in cui le fanciulle descrivono il loro mondo, i loro pensieri, i desideri e le speranze. Ogni giorno è una sfida, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, ogni giorno segna la caduta nel baratro di una guerra che semina morte.
Ma tra le macerie dell’animo nasce una speranza, nasce un sorriso, che unisce due ragazzine e segna la sconfitta morale delle idee naziste.
Molto brava è stata la scrittrice nel trattare questo tema, così cruento, con molta sensibilità e delicatezza. Lo svolgersi degli avvenimenti vede la violenza presente ma relegata come sfondo all’azione di uomini e donne travolti dagli eventi della guerra. Le privazioni, la precarietà dell’esistenza, il godere delle piccole cose, rendono Josepha e Rina artefici di una rinascita: dalle macerie della distruzione morale nasce un’amicizia vera, pura come mai sarebbe stato possibile immaginare.
Rina vive attraverso gli occhi di Josepha, ritrova il mondo “oltre la soffitta” e anche le piccole cose diventano grandi e importanti. Il futuro, la grande incognita, si veste di una speranza accarezzata e sognata. In ogni pagina del libro traspare il desiderio dell’autrice, di trasmettere l’emozione della vita sofferta e vissuta nell’ingiustizia. Quando Amburgo verrà bombardata e la casa di Josepha ridotta a un cumulo di macerie, tra il dolore dei sopravvissuti brillerà un miracolo che a dispetto di tutti e di tutto porterà una luce di speranza, una tenue speranza, a riscaldare il cuore delle due ragazzine. Fin dalle prime pagine, questo romanzo mi ha preso per mano e portata tra le vie di Amburgo, tra la disperazione delle persone, tra la paura per i bombardamenti. Ho partecipato ai sogni di Josepha e delle sue amiche, ho ascoltato i loro discorsi sul significato dell’amore, sui primi turbamenti, sulla voglia di poter sperare in un domani. Ma c’è sempre la possibilità di un futuro?
” Saremo ancora vive tra un anno, un mese, un giorno?”
Quante volte le ragazze si son poste questa domanda. Ogni persona ha diritto di vivere una vita dignitosa, ogni ragazza deve poter fantasticare sulla realizzazione dei suoi desederi. Non sono, queste, frasi fatte, non ditemi che i temi trattati in questo romanzo appartengono a un passato ormai lontano, non stupitevi quando vi dicono che non sarà mai abbastanza “ricordare” per non dimenticare. La scrittrice è una giovane ragazza che ha saputo creare un romanzo dove Storia e Narrazione diventano un terreno fertile dove depositare il seme della speranza. Una speranza costruita sulla voglia di aiutare chi è in difficoltà. Naturalmente il concetto d’aiuto deve comprendere tutte quelle persone che sono vittima di abusi e maltrattamenti. Ancor oggi tanti sono gli atti di violenza. Non possiamo e non dobbiamo far finta di non vedere. Rebecca Domino ha condensato questi concetti in un romanzo la cui lettura è fluida e arricchita da vari colpi di scena. Il ritmo segna l’evolversi di una storia scritta molto bene, con la tensione che segna il trascorrere delle ore, dei giorni. Il finale è un pugno nello stomaco che toglie il fiato. Quando ho letto le ultime pagine mi sono ritrovata a dire :”NO!”. L’ho detto a voce alta, come se gridandolo avessi voluto liberarmi da un dolore che mi stringeva il cuore. Ecco, proprio per aver provato quel dolore voglio consigliarvi di leggere “La mia amica ebrea”. Quando un libro riesce a trasmettere delle forti emozioni vuol dire che la scrittrice è riuscita a trovare la via che conduce al cuore. Rebecca Domino ha trovato quella via, l’ha percorsa con coraggio e fierezza scrivendo dell’amicizia e dell’amore che hanno acceso una luce in fondo al tunnel dell’odio.
Non c’è Perfezione, non c’è Nullità. C’è solo l’uomo con la sua dignità!
VALUTAZIONE: 4/5
LINK ALLA RECENSIONE
http://pennadoro.blogspot.it/2014/03/...
TRASCRIZIONE:
Seconda Guerra Mondiale. Amburgo, 1943.
Siamo in Germania, la persecuzione contro gli Ebrei è in atto. La guerra comincia a frantumare le certezze di coloro che avevano creduto ciecamente nelle parole di Hitler. Il suo libro “Mein Kampf”, definito dal Times “la Bibbia laica”, fornisce la giustificazione al credo politico di ogni nazionalsocialista insegnandoli la via della salvezza nazionale. Gran parte della popolazione tedesca è conquistata dal carisma di questo uomo che definisce gli Ebrei “ funghi velenosi” che sottraggono spazio ed energia alla razza ariana.
“La mia amica ebrea” , come traspare dal titolo, vuol essere una testimonianza di speranza. Quando intorno a noi tutto diventa “un gelido inverno” allora è arrivato il momento di aprire il nostro cuore a sentimenti puri come l’amicizia, l’amore, il desiderio di vivere e sperare in un domani migliore. Josepha è una ragazzina tedesca che vive in una famiglia segnata da un fratello, fervente sostenitore delle teorie di Hitler, e da suo padre, uomo onesto e pronto ad aiutare chi ha bisogno.
La mamma è una donna che combatte la sua personale guerra contro la paura, vive nel terrore che la Gestapo possa interessarsi alla sua famiglia e cerca di evitare ogni possibile comportamento che possa dare adito a ripercussioni negative. Ma se a chiedere aiuto è una famiglia ebrea, non ci si può sottrarre a un dovere morale nel rispetto di regole scritte nella coscienza di ogni uomo che pone il rispetto per tutti gli esseri umani, al di sopra di ogni cosa. Allora ecco che la soffitta di casa Faber diventa, all’insaputa del figlio Ralf, il nascondiglio per tre ebrei perseguitati dal regime.
Tra loro c’è Rina, 15 anni, sguardo spento dalla paura. Giorno dopo giorno cresce, tra le due ragazzine, il desiderio di conoscersi, di capire, di scoprire perché c’è tanto odio nei confronti degli Ebrei. Nasce una delicata amicizia, nasce uno scambio di lettere in cui le fanciulle descrivono il loro mondo, i loro pensieri, i desideri e le speranze. Ogni giorno è una sfida, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, ogni giorno segna la caduta nel baratro di una guerra che semina morte.
Ma tra le macerie dell’animo nasce una speranza, nasce un sorriso, che unisce due ragazzine e segna la sconfitta morale delle idee naziste.
Molto brava è stata la scrittrice nel trattare questo tema, così cruento, con molta sensibilità e delicatezza. Lo svolgersi degli avvenimenti vede la violenza presente ma relegata come sfondo all’azione di uomini e donne travolti dagli eventi della guerra. Le privazioni, la precarietà dell’esistenza, il godere delle piccole cose, rendono Josepha e Rina artefici di una rinascita: dalle macerie della distruzione morale nasce un’amicizia vera, pura come mai sarebbe stato possibile immaginare.
Rina vive attraverso gli occhi di Josepha, ritrova il mondo “oltre la soffitta” e anche le piccole cose diventano grandi e importanti. Il futuro, la grande incognita, si veste di una speranza accarezzata e sognata. In ogni pagina del libro traspare il desiderio dell’autrice, di trasmettere l’emozione della vita sofferta e vissuta nell’ingiustizia. Quando Amburgo verrà bombardata e la casa di Josepha ridotta a un cumulo di macerie, tra il dolore dei sopravvissuti brillerà un miracolo che a dispetto di tutti e di tutto porterà una luce di speranza, una tenue speranza, a riscaldare il cuore delle due ragazzine. Fin dalle prime pagine, questo romanzo mi ha preso per mano e portata tra le vie di Amburgo, tra la disperazione delle persone, tra la paura per i bombardamenti. Ho partecipato ai sogni di Josepha e delle sue amiche, ho ascoltato i loro discorsi sul significato dell’amore, sui primi turbamenti, sulla voglia di poter sperare in un domani. Ma c’è sempre la possibilità di un futuro?
” Saremo ancora vive tra un anno, un mese, un giorno?”
Quante volte le ragazze si son poste questa domanda. Ogni persona ha diritto di vivere una vita dignitosa, ogni ragazza deve poter fantasticare sulla realizzazione dei suoi desederi. Non sono, queste, frasi fatte, non ditemi che i temi trattati in questo romanzo appartengono a un passato ormai lontano, non stupitevi quando vi dicono che non sarà mai abbastanza “ricordare” per non dimenticare. La scrittrice è una giovane ragazza che ha saputo creare un romanzo dove Storia e Narrazione diventano un terreno fertile dove depositare il seme della speranza. Una speranza costruita sulla voglia di aiutare chi è in difficoltà. Naturalmente il concetto d’aiuto deve comprendere tutte quelle persone che sono vittima di abusi e maltrattamenti. Ancor oggi tanti sono gli atti di violenza. Non possiamo e non dobbiamo far finta di non vedere. Rebecca Domino ha condensato questi concetti in un romanzo la cui lettura è fluida e arricchita da vari colpi di scena. Il ritmo segna l’evolversi di una storia scritta molto bene, con la tensione che segna il trascorrere delle ore, dei giorni. Il finale è un pugno nello stomaco che toglie il fiato. Quando ho letto le ultime pagine mi sono ritrovata a dire :”NO!”. L’ho detto a voce alta, come se gridandolo avessi voluto liberarmi da un dolore che mi stringeva il cuore. Ecco, proprio per aver provato quel dolore voglio consigliarvi di leggere “La mia amica ebrea”. Quando un libro riesce a trasmettere delle forti emozioni vuol dire che la scrittrice è riuscita a trovare la via che conduce al cuore. Rebecca Domino ha trovato quella via, l’ha percorsa con coraggio e fierezza scrivendo dell’amicizia e dell’amore che hanno acceso una luce in fondo al tunnel dell’odio.
Non c’è Perfezione, non c’è Nullità. C’è solo l’uomo con la sua dignità!
VALUTAZIONE: 4/5
RECENSIONE DAL BLOG "GIULIA'S WORLD"
Giulia del blog "Giulia's world" firma una nuova recensione per il mio romanzo:
LINK ALLA RECENSIONE
http://fcbgiulia92.blogspot.it/2014/0...
TRASCRIZIONE:
Altro libro sull'olocausto, per quanto questo sia diametralmente opposto al precedente che vi ho recensito. Infatti qui si ricordano i tedeschi che hanno aiutato in qualche modo gli ebrei a sfuggire ai campi di concentramento. Lo so, ora penserete che è tutta un'invenzione, non è mai esistito un tedesco nella Germania nazista che volesse aiutare gli ebrei. Forse è questo che mi fa più arrabbiare, abbiamo fatto di tutta l'erba un fascio! Visto che la maggior parte dei tedeschi era favorevole ad Hitler, pensiamo che nessuno li abbia aiutati, che nessuno la pensasse diversamente. Eppure se ci pensate nei campi di concentramento non c'erano solo ebrei, ma anche preti cattolici, dissidenti e chi era contrario alle parole di Hitler. Molti se ne dimenticano, ricordiamo solo la grande maggioranza dei tedeschi, li etichettiamo come dei mostri, eppure c'è stato qualcuno che ha cercato di aiutare i suoi connazionali ebrei.
Questa è una cosa che ho sempre sostenuto, non possiamo credere che tutti fossero dei mostri. Almeno io non riesco a crederlo, forse perchè quando sono stata a Berlino non vedevo persone orgogliose del loro passato. Vedevo persone che si vergognavano per ciò che era stato fatto, ma che al tempo stesso erano desiderose di tramandare tutte queste crudeltà affinchè le generazioni future capissero l'importanza di non ripetere certi meccanismi. In Germania senti parlare di nazismo solo nei musei, eppure organizzano tantissime mostre, riunioni culturali, cose che in Italia purtroppo non ho visto se non un'estate a Riva del Garda (che bella mostra, molto bella ed istruttiva!).
Vorrei che si ponesse l'accento anche su quelle persone che hanno sacrificato la loro vita per salvare anche solo un ebreo.
In questo libro ci viene raccontata la storia di Josepha, una ragazzina che si trova a vivere ad Amburgo in uno dei momenti più terribili per la storia della città. Un giorno una famiglia di ebrei bussa alla porta della sua casa, suo padre decide di nasconderli nella soffitta della loro casa.
Per tutto il romanzo vediamo la crescita di Josepha, da ragazza spensierata a giovane donna spaventata e cresciuta troppo in fretta. Ma non solo, vediamo anche come avvicinandosi sempre di più a questa famiglia, soprattutto a Rina che ha la sua stessa età, comincia a chiedersi se quello che le hanno sempre detto fosse giusto, se veramente gli ebrei sono la più grande minaccia per la sua nazione. In questo libro non vediamo solo avvenimenti storici drammatici susseguirsi, come il bombardamento di Amburgo, ma anche la crescita di Josepha che comincia a pensare con la sua testa e non come le è stata imposto. La vediamo cambiare idea su molte cose, soprattutto su ciò che Hitler e il partito hanno sempre cercato di far diventare la normalità per i tedeschi.
La parte migliore di questo romanzo è appunto questa, vedere come due ragazze così diverse e che non sarebbero mai dovute venire a contatto, riescano a mettere da parte i rispettivi preconcetti e a diventare amiche. Non esistevano più ariani ed ebrei, erano solo due ragazze che avvicinandosi hanno scoperto che non erano diverse, che avevano molti punti in comune.
Una storia d'amicizia molto toccante, che ci fa riflettere su quanto siano stupidi certi preconcetti che la società ci impone.
VALUTAZIONE: 4/5
LINK ALLA RECENSIONE
http://fcbgiulia92.blogspot.it/2014/0...
TRASCRIZIONE:
Altro libro sull'olocausto, per quanto questo sia diametralmente opposto al precedente che vi ho recensito. Infatti qui si ricordano i tedeschi che hanno aiutato in qualche modo gli ebrei a sfuggire ai campi di concentramento. Lo so, ora penserete che è tutta un'invenzione, non è mai esistito un tedesco nella Germania nazista che volesse aiutare gli ebrei. Forse è questo che mi fa più arrabbiare, abbiamo fatto di tutta l'erba un fascio! Visto che la maggior parte dei tedeschi era favorevole ad Hitler, pensiamo che nessuno li abbia aiutati, che nessuno la pensasse diversamente. Eppure se ci pensate nei campi di concentramento non c'erano solo ebrei, ma anche preti cattolici, dissidenti e chi era contrario alle parole di Hitler. Molti se ne dimenticano, ricordiamo solo la grande maggioranza dei tedeschi, li etichettiamo come dei mostri, eppure c'è stato qualcuno che ha cercato di aiutare i suoi connazionali ebrei.
Questa è una cosa che ho sempre sostenuto, non possiamo credere che tutti fossero dei mostri. Almeno io non riesco a crederlo, forse perchè quando sono stata a Berlino non vedevo persone orgogliose del loro passato. Vedevo persone che si vergognavano per ciò che era stato fatto, ma che al tempo stesso erano desiderose di tramandare tutte queste crudeltà affinchè le generazioni future capissero l'importanza di non ripetere certi meccanismi. In Germania senti parlare di nazismo solo nei musei, eppure organizzano tantissime mostre, riunioni culturali, cose che in Italia purtroppo non ho visto se non un'estate a Riva del Garda (che bella mostra, molto bella ed istruttiva!).
Vorrei che si ponesse l'accento anche su quelle persone che hanno sacrificato la loro vita per salvare anche solo un ebreo.
In questo libro ci viene raccontata la storia di Josepha, una ragazzina che si trova a vivere ad Amburgo in uno dei momenti più terribili per la storia della città. Un giorno una famiglia di ebrei bussa alla porta della sua casa, suo padre decide di nasconderli nella soffitta della loro casa.
Per tutto il romanzo vediamo la crescita di Josepha, da ragazza spensierata a giovane donna spaventata e cresciuta troppo in fretta. Ma non solo, vediamo anche come avvicinandosi sempre di più a questa famiglia, soprattutto a Rina che ha la sua stessa età, comincia a chiedersi se quello che le hanno sempre detto fosse giusto, se veramente gli ebrei sono la più grande minaccia per la sua nazione. In questo libro non vediamo solo avvenimenti storici drammatici susseguirsi, come il bombardamento di Amburgo, ma anche la crescita di Josepha che comincia a pensare con la sua testa e non come le è stata imposto. La vediamo cambiare idea su molte cose, soprattutto su ciò che Hitler e il partito hanno sempre cercato di far diventare la normalità per i tedeschi.
La parte migliore di questo romanzo è appunto questa, vedere come due ragazze così diverse e che non sarebbero mai dovute venire a contatto, riescano a mettere da parte i rispettivi preconcetti e a diventare amiche. Non esistevano più ariani ed ebrei, erano solo due ragazze che avvicinandosi hanno scoperto che non erano diverse, che avevano molti punti in comune.
Una storia d'amicizia molto toccante, che ci fa riflettere su quanto siano stupidi certi preconcetti che la società ci impone.
VALUTAZIONE: 4/5
RECENSIONE DAL BLOG "VOGLIO ESSERE SOMMERSA DAI LIBRI"
Nuova recensione per "La mia amica ebrea" sul blog "Voglio essere sommersa dai libri", a cura di Marta.
LINK ALLA RECENSIONE:
http://sommersadailibri.blogspot.it/2...
TRASCRIZIONE:
LA RECENSIONE
"Io mi aspetto solo di vivere una bella estate. Poi ho cancellato le ultime tre parole: io mi aspetto solo di vivere"
Questa è la vita della tedesca Josepha negli anni della Germania nazista. Passa le giornate pregando di non morire o cercando di vivere al meglio come se ogni giorno fosse anche l'ultimo.
Vive in un mondo dove tutto e tutti la portano a credere che i tedeschi siano una razza superiore e che il popolo ebreo debba essere schiacciato come una colonia di formiche.
Un padre di mentalità aperta è il miglior amico per Josepha che porterà sempre con se' i suoi insegnamenti.
La sua vita viene sconvolta da Rina e la sua famiglia quando se li ritrova come fuggiaschi in soffitta.
"Se chiunque mi vedesse adesso! Io sono un'ariana, lei è un ebrea"
Un'amicizia che sconvolge il mondo quanto le protagoniste. Sembra sbagliato e senza senso. Ma perche'?
Perchè una tedesca non può essere amica di un'ebrea? La risposta e il coraggio di Josepha nel rispondere a questa domanda danno inizio ad una commovente e intensa amicizia più forte del destino e della guerra.
"Raccontami quello che vivi,provi,vedi,sogni.
Raccontamelo su questi pezzi di carta.
Vai la fuori Seffi e vivi.
Vivi anche per me."
Solo un mucchio di lettere su fogli di carta rimediati tengono insieme le due protagoniste. Rina deve vivere nascosta, Josepha lotterà fino alla fine per lei perchè ormai è libera. Libera dalla propaganda nazista, libera dalla paura della morte.
Tanti protagonisti marginali in tutto il romanzo alla fine rivelano il proprio valore, una schiera di "eroi silenziosi" che hanno aiutato con tutte le proprie forze e i pochi mezzi a disposizione centinaia di ebrei nascondendoli anche a costo della vita. Di loro non conosciamo i nomi, ma sappiamo che sono esistiti anche grazie a storie come questa.
Concludo con una citazione del saggio padre della nostra Josepha, un protagonista secondario ma mai fuori luogo nella sua infinita saggezza
"Ricordatelo sempre Josepha: una persona è viva solo quando è libera, ed è libera solo quando può far valere i propri diritti"
IL MIO GIUDIZIO
Come sapete non amo dare un voto ai libri; senza subbio è un libro da leggere. Un libro che nella sua semplicità ci fornisce una finestra su un periodo oscuro della storia dell'uomo. Finale commovente, forse la mia parte preferita di tutto il romanzo. Il coraggio e la forza di una ragazza di 15 anni che lotta per un'amicizia. Non lasciatevi spaventare dal tema e dall'argomento che sicuramente è stato ampiamente trattato in altri libri. "La mia amica ebrea" merita di essere letto perchè con leggerezza e , oserei dire, anche spensieratezza, riesce a raccontare una bella storia senza essere appesantita dal contorno.
LINK ALLA RECENSIONE:
http://sommersadailibri.blogspot.it/2...
TRASCRIZIONE:
LA RECENSIONE
"Io mi aspetto solo di vivere una bella estate. Poi ho cancellato le ultime tre parole: io mi aspetto solo di vivere"
Questa è la vita della tedesca Josepha negli anni della Germania nazista. Passa le giornate pregando di non morire o cercando di vivere al meglio come se ogni giorno fosse anche l'ultimo.
Vive in un mondo dove tutto e tutti la portano a credere che i tedeschi siano una razza superiore e che il popolo ebreo debba essere schiacciato come una colonia di formiche.
Un padre di mentalità aperta è il miglior amico per Josepha che porterà sempre con se' i suoi insegnamenti.
La sua vita viene sconvolta da Rina e la sua famiglia quando se li ritrova come fuggiaschi in soffitta.
"Se chiunque mi vedesse adesso! Io sono un'ariana, lei è un ebrea"
Un'amicizia che sconvolge il mondo quanto le protagoniste. Sembra sbagliato e senza senso. Ma perche'?
Perchè una tedesca non può essere amica di un'ebrea? La risposta e il coraggio di Josepha nel rispondere a questa domanda danno inizio ad una commovente e intensa amicizia più forte del destino e della guerra.
"Raccontami quello che vivi,provi,vedi,sogni.
Raccontamelo su questi pezzi di carta.
Vai la fuori Seffi e vivi.
Vivi anche per me."
Solo un mucchio di lettere su fogli di carta rimediati tengono insieme le due protagoniste. Rina deve vivere nascosta, Josepha lotterà fino alla fine per lei perchè ormai è libera. Libera dalla propaganda nazista, libera dalla paura della morte.
Tanti protagonisti marginali in tutto il romanzo alla fine rivelano il proprio valore, una schiera di "eroi silenziosi" che hanno aiutato con tutte le proprie forze e i pochi mezzi a disposizione centinaia di ebrei nascondendoli anche a costo della vita. Di loro non conosciamo i nomi, ma sappiamo che sono esistiti anche grazie a storie come questa.
Concludo con una citazione del saggio padre della nostra Josepha, un protagonista secondario ma mai fuori luogo nella sua infinita saggezza
"Ricordatelo sempre Josepha: una persona è viva solo quando è libera, ed è libera solo quando può far valere i propri diritti"
IL MIO GIUDIZIO
Come sapete non amo dare un voto ai libri; senza subbio è un libro da leggere. Un libro che nella sua semplicità ci fornisce una finestra su un periodo oscuro della storia dell'uomo. Finale commovente, forse la mia parte preferita di tutto il romanzo. Il coraggio e la forza di una ragazza di 15 anni che lotta per un'amicizia. Non lasciatevi spaventare dal tema e dall'argomento che sicuramente è stato ampiamente trattato in altri libri. "La mia amica ebrea" merita di essere letto perchè con leggerezza e , oserei dire, anche spensieratezza, riesce a raccontare una bella storia senza essere appesantita dal contorno.