Maricla Pannocchia's Blog

July 14, 2021

ARC AVAILABLE FOR MY UPCOMING YA NOVEL "LETTERS FROM AFGHANISTAN"

Hey everyone! I just wanted to share ARC copies are available in exchange of an honest review for my upcoming YA novel "Letters from Afghanistan."

The book will be released as a free downloadable PDF as my own choice since, due to its topic, I want as many readers as possible to read it.

I am on the lookout for readers and reviewers to read the book prior to its release date in exchange of an honest review. If you are interested just drop me a line at: mariclapannocchia@outlook.it

The book format is PDF. Lenght: 110 pages.
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Published on July 14, 2021 11:29 Tags: arc, book, contemporary, free, free-ebook, letters-from-afghanistan, review, young-adult

November 21, 2014

RECENSIONE DE "LA MIA AMICA EBREA" SUL SITO "INK BOOKS"

Recensione a cura di Alessandra Ditta.

LINK ALLA RECENSIONE:
http://inkbooks.altervista.org/recens...

TRASCRIZIONE:

È il 1943 e, ad Amburgo, Josepha conduce la tipica vita di una quindicenne tedesca ed ariana dell’epoca. Le sue giornate si dividono tra il tempo passato a casa con la sua famiglia e quello dedicato alle sue amiche – Anja, Trudi e Jutte – cercando di vivere una vita normale nonostante la seconda guerra mondiale sia in corso e il rischio di bombardamenti sia molto alto.
La mia amica ebrea, Rebecca Domino. Copertina.Quando una famiglia di ebrei busserà alla porta della sua casa ricevendo l’ospitalità da parte del padre di Josepha, la sua vita è destinata a cambiare. Ovviamente gli ebrei sono ricercati e chiunque li nasconda rischia la propria vita, ma il padre di Josepha, che ha già vissuto la guerra e non è d’accordo con l’ideologia nazista, decide comunque di ospitare la donna e i suoi due figli che sono venuti a chiedergli aiuto, nascondendoli in soffitta all’insaputa di suo figlio Ralf, nazista convinto.
Con il passare del tempo Josepha stringe un’amicizia proibita con Rina, la figlia minore della donna ebrea, con la quale scambia di nascosto delle lettere quando sale in soffitta a portar loro il cibo. Per far ciò Josepha deve mettere in discussione l’ideologia con la quale è cresciuta e le convinzioni alle quali è stata obbligata.
L’amicizia clandestina la farà crescere e maturare e la porterà a confrontare spesso la sua vita di ragazza libera (per quanto possibile in tempo di guerra), circondata dagli affetti e dalle amicizie, con quella dell’amica obbligata a passare le sue giornate al buio completo in una soffitta e costretta a non potersi nascondere in un posto sicuro nemmeno durante i bombardamenti delle incursioni aeree.
Il progredire della guerra che vede l’acuirsi dei bombardamenti e il rischio che i rifugiati possano venire scoperti porta ad una graduale esasperazione della vicenda, con numerosi colpi di scena negli ultimi capitoli fino all’indimenticabile finale.

Una storia toccante e forte è quella che prende man mano forma leggendo le pagine di Rebecca Domino, una storia di un’amicizia impossibile, ma soprattutto di speranza per qualcosa di bello che riesce a nascere anche nei momenti più terribili, di sacrificio per chi si ama e di libertà nel riuscire a svincolarsi dai pregiudizi e dalle ideologie.

Degna di nota è anche l’ottima capacità descrittiva dell’autrice, che è stata capace di raccontare una vicenda molto verosimile nonostante la sua distanza anagrafica dal periodo bellico, segno di un eccellente lavoro di ricerca e di grande sensibilità nei confronti di quei silenziosi eroi, dei quali molto spesso dimentichiamo l’esistenza, che hanno rischiato la propria vita per nascondere i ricercati da parte del regime.
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Published on November 21, 2014 12:47 Tags: amica, ebrea, ebrei, germania, guerra, hitler, indipendenti, italiani, la, mia, mondiale, nazisti, olocausto, scrittori, seconda

November 1, 2014

RECENSIONE DI "FINO ALL'ULTIMO RESPIRO" SUL BLOG "CHICCHI DI PENSIERI"

Recensione a cura di Angela Iacovello.


VALUTAZIONE: 5/5

LINK ALLA RECENSIONE:
http://chicchidipensieri.blogspot.it/...


TRASCRIZIONE:

Allyson Boyd ha poco meno di 18 anni, è una ragazza tranquilla, felice, con una bella famiglia alle spalle, composta dai genitori e dal simpatico fratello maggiore Neil, con cui ha un bellissimo rapporto.
Un giorno, inaspettatamente, la sua migliore amica Sheona le chiede di sostituirla in un un impegno che ha preso da un po' di tempo a questa parte: portare i compiti ad una ragazza in ospedale, una certa Coleen, malata di leucemia e, per questa ragione, impossibilitata a frequentare normalmente le lezioni a scuola.
Inizialmente un po' perplessa, Allie accetta di dare questo favore, credendo chi si tratti di qualcosa di temporaneo.., ma così non sarà.
I primi incontri con la dolce Coleen e la sua malattia sono qualcosa di emotivamente forte per Allyson, qualcosa davanti al quale lei non sa che fare, che dire; qualcosa che finora è stato tanto lontano da lei da coglierla impreparata... e il pensiero di avere di fronte a sè una sua coetanea ammalata, costretta a sottoporsi a chemio e radioterapie, a continui controlli, costretta a restare chiusa tra le mura di un ospedale per settimane, mesi..., mette Allie profondamente a disagio.
A spiazzarla ancora di più è l'atteggiamento dei suoi genitori, ma di sua madre soprattutto, una donna da sempre molto apprensiva verso i due figli e poco propensa ad approvare quet'impegno preso dalla figlia: lei vorrebbe che i suoi ragazzi non si avvicinassero al dolore, alla malattia, alla morte..., come a volerli preservare dalle sofferenze il più a lungo possibile.
E credo che, del resto, questo sia il desiderio di ogni genitore per i propri figli: poterli salvaguardare dalla brutte esperienze, da tutto ciò che possa farli soffrire!

Ma è possibile davvero?


-
Nessuno può impedire agli altri di fare un'esperienza, bella o brutta che sia; si possono dare consigli, cercare di "scoraggiare" l'altro a fare o meno una certa cosa, ma la decisione ultima spetta a ciascuno, personalmente.
Ed Allyson accetta di farsi carico di questo impegno: portare regolarmente i compiti a Coleen, in ospedale.

Avvicinarsi pian piano al mondo della malattia, e della leucemia in particolare, non sarà semplice: mille domande affioreranno, giorno per giorno, nella mente della ragazza; sentimenti contrastanti, divisi tra la paura suscitata già dalla sola parola "cancro" (e quindi da tutto ciò che ne consegue) e la curiosità, mista ad ammirazione, per Coleen, che da subito dimostra di affrontare il male che consuma il suo corpo, e che le impedisce di condurre una vita "normale", con un coraggio incredibile per un'adolescente.
Nonostante l'imbarazzo e il disagio iniziali, Allie decide di non tirarsi indietro, ma di proseguire con le sue visite all'ammalata, e questo segnerà l'inizio di una meravigliosa amicizia, che legherà le due giovani in maniera indissolubile.
Fino alla fine.

Seguiamo le vicende attraverso la prospettiva della giovane Allyson: ne conosciamo intimamente i pensieri, le paure, le mille domande; viviamo insieme a lei i suoi rapporti in famiglia, il non capire sempre gli atteggiamenti materni, l'ammirazione per il fratello maggiore - divertente ma saggio e comprensivo allo stesso tempo -, il non riuscire a comprendere i comportamenti di altre ragazze sue coetanee verso la malattia (davanti ad essa, infatti, esse si ritirano, smarrite, forse spaventate, apparentemente indifferenti), la sua cotta per il bello della scuola, Scott (che sembra non accorgersi di lei... Ma a volte la vita ci stupisce!), i compiti da fare..., ma più di tutto, il suo legame con la forte e dolce Coleen e con i suoi angosciati eppure coraggiosi genitori.
Stare vicino ad un malato di cancro non è semplice, immagino, e ne avvertiamo tutta la difficoltà attraverso la nostra protagonista, che però si lascerà trasportare dai propri sentimenti, dal proprio cuore, che prima ancora di dare scopre di poter ricevere tantissimo da una persona che combatte tra la vita e la morte, ogni giorno.

Ciò che stupisce Allyson è il constatare che Coleen sembri tanto... tranquilla, serena, a modo suo gioiosa, desiderosa di vincere il male e riappropriarsi della propria vita, dei propri hobbies, dei propri capelli...!
Dei propri anni.

E' forse giusto ammalarsi di questi mali per i quali esistono sì le cure...
ma non sempre la guarigione è garantita...?

E' giusto che una vita così giovane, nel fiore degli anni,
venga frenata da un male senza pietà?

Dov'è Dio, in tutto questo?

Troppe domande frullano nella testa di un'impreparata e smarrita Allie; domande cui lei non sa dare una risposta (ma c'è davvero una risposta che si possa definire razionale, esaustiva, che soddisfi la nostra "sete di giustizia"?) ma, grazie alla voglia di vivere della sua amica Coleen, imparerà man mano a comprendere che non a tutto ciò che ci accade possiamo porre rimedio...; non tutto possiamo tenere completamente sotto controllo, o possiamo fermarlo quando vogliamo...

Ci sono cose che semplicemente accadono e il cui corso non è possibile modificare; l'unica cosa che possiamo fare è accettarlo e fare la nostra parte, non abbandonando mai noi stessi in balìa di eventi più grandi di noi, ma tirando fuori quel coraggio, quella sana caparbietà, quella legittima sete di vita, quel bisogno di respirare... che sono nascosti in ogni essere umano, e che a volte proprio una circostanza complessa e difficile, come la malattia, è capace di far emergere.

Coleen non è un'eroina; è una ragazza come tante ma che ha dalla sua la consapevolezza di quel che sta vivendo, di come il suo corpo sia in balìa di un male che non sempre perdona e proprio tale consapevolezza, invece di abbatterla, la fortifica, facendole sentire l'urgenza di non perdere i minuti preziosi che ancora le sono concessi, ma di viverli appieno, perchè la vita continua ad essere bella e degna di essere vissuta e goduta pienamente nonostante le avversità.

La leucemia può togliere a Coleen i suoi capelli, gli hobbies di una qualsiasi adolescente, l'andare ai concerti della band preferita, la scuola, l'avere un fidanzato, le passeggiate con le amiche, il viaggiare per il mondo..., ma se potrà toglierle la serenità e il sorriso questo è soltanto Coleen a deciderlo.
Perchè la ragazza sa che, pur avendo un cancro, lei non è il cancro e non vuole che gli altri la vedano solo ed esclusivamente come una persona malata, fragile, debole, da compatire.

E questa sarà solo una delle lezioni che la giovane insegnerà a chi le è attorno, dai disperati genitori Jock e Malina, ad una spaventata Allie e ai dispiaciuti genitori d quest'ultima, che si ritroveranno, loro malgrado, ad accompagnare la figlia in quest'amicizia speciale.

Un'amicizia che tante volte avrà bisogno di parole, di risate, di progetti insieme fatti giorno per giorno, di pianti, di confessioni intime e preziose..., ma che altre volte sarà costellata da silenzi, sguardi e sorrisi carichi di speranza, di serenità, di fiducia, forse anche di paura e smarrimento..., ma che basteranno a sigillare e a rendere importante un legame che non solo porterà del bene a Coleen, ma che soprattutto insegnerà molto ad Allie, la arricchirà, la farà crescere, la renderà più forte e capace di tenere la mano della sua amica nel momento più difficile, affinchè lei senta che le persone che l'amano sono con lei e le resteranno accanto sempre.
Fino all'ultimo respiro.

Un romanzo molto bello, capace di commuovere e di avvicinare il lettore ad un argomento delicato e non semplice, qual è quello delle malattie terminali e dei giovani con il cancro, in particolare.
Scritto molto bene, con un linguaggio semplice, chiaro ma sempre accurato (si capisce che l'autrice s'è informata sull'argomento, cercando di essere attendibile senza scadere nella fredda descrizione della malattia e dei suoi sintomi), con sensibilità, in modo realistico, dando spazio ai momenti riflessivi, mettendo in luce la personalità dei personaggi (e non solo delle due amiche), i sentimenti di tutti davanti alla malattia, le paure legittime, le speranze, l'angoscia, le domande su "certi perché" legati all'esistenza, alla morte e alla vita dopo la morte, il saper imparare a dare valore al dono di ogni singolo giorno.

Non mi resta che consigliarvelo assolutamente: è una lettura che non può che arricchirvi.
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Published on November 01, 2014 04:20 Tags: adolescenti, all, cancro, fino, recensione, respiro, ultimo

October 12, 2014

RECENSIONE DI "FINO ALL'ULTIMO RESPIRO" SUL BLOG "ROSA DEL DESERTO"

Nuova recensione per il mio romanzo "Fino all'ultimo respiro".

LINK ALLA RECENSIONE:
http://rosadeldeserto.weebly.com/linc...

TRASCRIZIONE:
- Se vivi nel momento, il tempo passerà così com’è. E non va misurato in minuti, ore e giorni, sai? -
- E come va misurato? – chiedo;
- In respiri -.
- In respiri? – non posso fare a meno di ripetere.
Lei poggia la sua mano sulla mia pancia e ridacchio, sorpresa, poi mi faccio seria quando la vedo in viso:
- Senti? – sussurra – io lo sento. Tu stai respirando. Ascolta il tuo corpo, ti sta parlando…-.
Abbasso lo sguardo sulla sua mano sulla mia maglietta, ne sento la pressione contro la pancia. La guardo alzarsi e abbassarsi impercettibilmente a ritmo del mio respiro.
- Che cosa mi sta dicendo? – sussurro – che cosa mi sta dicendo il mio corpo? -
Coleen mi guarda negli occhi, poi sorride:
- Che sei viva -.

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Ultimamente sto leggendo tutti libri che donano emozioni forti. Letture non facili da "digerire", ma che meritano di essere affrontate. Sono la tipica persona che sceglie le sue letture a periodo. Mi spiego meglio, se decido di leggere un determinato tema, allora per un po' scelgo tutte le letture che si occupano di ciò.

Rebecca Domino mi ha inviato il suo libro mesi fa e sono stata subito colpita dalla trama. Sapevo che dovevo sentirmi pronta per leggere una simile storia.

Fino all'ultimo respiro è una storia di dolore, tristezza e paura, ma anche di speranza, voglia di vivere e che invita ad amare le piccole cose che la vita e il mondo ci riservano. Il tutto è narrato da una giovanissima protagonista, Allyson, che vive in un piccolo paesino della Scozia. La sua vita è quella di una normale adolescente che si sta avvicinando all'età adulta, con i suoi problemi apparentemente frivoli, i suoi primi amori e le sue amicizie. Allie tende ad essere molto chiusa in se stessa. Ha una migliore amica, Sheona, molto più socievole di lei, amante della moda ed esperta di ragazzi, ma soprattutto è profondamente legata a suo fratello, Neil.
Tutto procede normalmente fino a quando, Sheona non le domanda un favore: portare al suo posto i compiti a una ragazza in ospedale. Quando Allyson incontra per la prima volta Coleen, tutto è destinato a cambiare.

Tra le due ragazze, infatti, pian piano si sviluppa un meraviglioso rapporto di amicizia. Allyson sarà sempre più legata a Coleen, e pronta a sostenerla in ogni momento, nonostante tutte le difficoltà e la paura di vederla morire, portata via da un male difficile da eliminare. Ci sono momenti durante il romanzo in cui si accende una fievole luce di speranza, altri in cui tutto sembra andar perduto.
Allyson, inoltre, entrerà in un mondo fatto di paura, sofferenza, di termini fino ad allora sconosciuti, ma quest'amicizia rappresenterà anche una spinta ad uscire dal guscio e iniziare realmente a vivere.

Coleen è il personaggio più bello del romanzo. Una ragazza che nonostante sia a un passo dalla morte, manterrà sempre il sorriso sulle labbra e occhi colmi di luce. Coleen non ha paura della morte, lei ha paura della sofferenza. Lei vuole vivere pienamente ogni attimo che le resta. Lei vuole amare, uscire, andare al concerto dei suoi ragazzi (i One Direction), e assaporare ogni istante che ancora le è concesso. Vuole fermarsi a guardare il cielo, perdersi ad ammirare tutti gli aspetti meravigliosi che il mondo ci offre. E questo messaggio cerca di trasmetterlo anche ad Allie.


... vivi, Allie! Non aver paura di vivere in maniera sbagliata, non c'è un modo sbagliato sino a quando rimarrai fedele a te stessa e farai del tuo meglio per aiutare gli altri e rispettare il dono che ci è stato fatto: questo splendido mondo!

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In questo romanzo non c'è quindi solo la malattia, che, come ho già detto, è presentata in ogni suo aspetto, bensì molti altri elementi.
C'è l'amicizia unica e profonda che unisce nel giro di poco tempo due ragazze molto giovani.
C'è la difficoltà dei genitori di affrontare la morte di un figlio. La disperazione nel non riuscire ad accettare che la Morte possa portar loro via il loro amore, la loro bambina.
Un genitore non dovrebbe mai seppellire un figlio, del resto.
C'è anche il tema della famiglia, sempre pronta a sostenersi a vicenda. E soprattutto mi ha colpito il rapporto bellissimo che lega Allie a suo fratello Neil. Fatto di comprensione, rispetto, e allegria.
C'è la fragilità di altri ragazzi di fronte a un male simile. Amicizie che si allontanano, incapaci di sostenere tutto questo. Ragazze che scelgono di vivere le loro vite, di andare avanti, ma che in fondo non si possono criticare. Non tutti hanno la stessa forza di Allyson di affrontare una tale sofferenza e tutti gli effetti che le cure comportano.
Quanti di noi, in fondo, riescono realmente a vedere un'amica morire lentamente sotto i propri occhi? Quanti sono capaci di lasciar andare chi si ama?

Ci sono anche le difficoltà dei giovani adulti di scegliere il proprio futuro. Università? Lavoro? Viaggi? Scelte non facili, ma che sono essenziali.


È un romanzo che desta emozioni e lacrime, ma che porta anche a sorridere.
Da ammirare sono sicuramente le due protagoniste, ognuna dotata di una forza incredibile.
Da un lato Coleen e il suo modo di affrontare la malattia. La scelta importantissima e dolorosa che prende, nonostante i suoi genitori - forse per egoismo e paura - non siano daccordo. Coleen non ha paura della morte, ha il terrore di non saper più vivere, di soffrire troppo. Coleen non sopporta che la gente resti al suo fianco per pietà, ed è per questo che non condanna mai le scelte prese dalle sue amiche che, pian piano, si allontanano da lei. Coleen dimostra di essere molto matura, di aver dovuto crescere in fretta e questo è un aspetto che condivido. Di fronte a certi eventi e malattie, a mio avviso è normale ritrovarsi a comprendere molte più cose, a maturare più velocemente di altri ragazzi che vivono la vita con più spensieratezza. Ma Coleen è anche una ragazzina con i suoi sogni, l'amore per la musica e il disegno, e il desiderio di amare ed essere amata.
Dall'altro lato abbiamo Allyson che si ritrova ben presto a vivere un'esistenza diversa e a dover crescere. Non sa nulla della leucemia, ma pian piano si lega in maniera così profonda a Coleen da non poter quasi vivere senza di lei. Questa situazione la porta a comprendere quali siano le cose più importanti della vita; ad aprirsi un po' di più, scoprendo di poter essere amata proprio da chi pensava non si sarebbe mai avvicinato a lei e a scoprire di essere forte. Incredibilmente forte.

Ho apprezzato, quindi, molto sia il tema e il modo in cui è stato impostato sia i personaggi e i rapporti che li legano. Li ho trovati tutti ben tratteggiati, ognuno con il proprio carattere e i propri pensieri.

Tuttavia c'è qualcosa che non mi ha permesso di donare un punteggio più alto e di apprezzare totalmente questo romanzo. Mi spiace dirlo, ma non ho molto apprezzato lo stile, il modo in cui tutto è scritto. Oltre ad esserci molti refusi, problemi con la punteggiatura e parole che, personalmente, non mi sembrano adatte, ci sono davvero tante, troppe, ripetizioni.
Frasi inserite anche più volte non solo all'interno di tutto il romanzo, ma anche in un unico capitolo. Frasi che, a mio modesto avviso, non sono poi così belle da leggere. Ammetto che non so se si possano usare per esprimere un determinato concetto, ma per quanto mi riguarda non mi sono piaciute (un esempio tra tutti son "le lacrime che mi bucano gli occhi"...).
Il ritmo poi è molto lento, in alcuni punti troppo lento. Se da un lato è vero che i giorni spesso si ripetono tutti allo stesso modo, perché l'unica cosa da fare è attendere novità, dall'altro queste ripetizioni allungano la trama e destano un po' di noia nella lettura.

Sono solo una lettrice e nulla più, quindi i miei sono solo consigli da parte di una ragazza che ama leggere ma che non ha gli strumenti e le competenze adatte per permettersi di dir troppo, però, secondo me un miglior editing del testo, alcuni tagli e miglioramenti, avrebbero portanto a un testo e una storia ancora più emozionante e ben scritta.

Per il tema e lo scopo di questo romanzo però, ho deciso di assegnare un mezzo punticino in più, perché nonostante tutto merita di essere letta e diffusa.
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Published on October 12, 2014 12:19 Tags: adolescenti, all, cancro, fino, recensione, respiro, ultimo

October 11, 2014

RECENSIONE DI "FINO ALL'ULTIMO RESPIRO" SUL SITO "NUOVE PAGINE"

Cristina Biolcati del sito Nuove Pagine recensisce il mio romanzo "Fino all'ultimo respiro".

LINK ALLA RECENSIONE:
http://www.nuovepagine.it/2014/09/fin...

TRASCRIZIONE:

Dopo La mia amica ebrea torna Rebecca Domino con Fino all’ultimo respiro, un nuovo romanzo scaricabile in forma gratuita, leggibile inviando una semplice mail all’autrice. In cambio, si può fare una donazione, anche in forma anonima, all’ente benefico inglese “Teenage Cancer Trust” che assiste gli adolescenti malati di cancro. Quello trattato è un tema molto difficile che, al tempo stesso, intende essere un messaggio di speranza. Un invito a non arrendersi di fronte alla malattia e alla morte.

Questo romanzo è un tributo agli adolescenti che vivono il cancro e agli amici che stanno loro vicino.

E infatti vi sono molteplici nozioni, frutto di studi clinici, volte ad aiutare i ragazzi a diagnosticare in tempo la malattia, a percepirne i sintomi. Il tumore viene descritto principalmente come evento invasivo, di cui si elencano, senza nulla celare, gli effetti devastanti che ha sul corpo umano.

Nonostante il soggetto non sia del tutto originale, infatti questo libro mi ha ricordato molto La custode di mia sorella di Jodi Picoult, e ancor più l’adattamento cinematografico realizzato nel 2009 con Cameron Diaz; e il fatto che forse, durante la lettura, un po’ di scongiuri vengano spontanei, il romanzo risulta interessante, proprio perché si presenta come una sorta di diario sulle condizioni fisiche di un malato di leucemia. Anzi, di una malata.

La trama si svolge ad Avoch, un piccolo paese della Scozia, dove vive la diciassettenne Allyson, voce narrante, insieme ad una madre ansiosa, un padre che gestisce una negozio di pesca e un fratello maggiore, Neil, iscritto all’Università di Glasgow. Le vacanze estive si avvicinano inesorabilmente, Allie frequenta l’ultimo anno delle superiori, è segretamente innamorata di Scott, il ragazzo più carino della scuola e non sa ancora cosa farà del suo futuro. Un giorno, all’improvviso, vive l’esperienza che cambierà per sempre la sua vita e, paradossalmente, le darà un senso. Per fare un favore all’amica Sheona, Allie si reca in ospedale a portare i compiti a Coleen Hameldon, una ragazza malata di leucemia. La conoscenza fra le due ragazze parte quasi in sordina, lentamente, ma col passare del tempo si solidifica, diventa preponderante. Attraverso quella che si trasforma in una storia di amicizia, il cancro, ovvero il nemico da sconfiggere e contro il quale ci si deve coalizzare, diventa un’occasione per mettersi in gioco, per cercare di capire i propri personali desideri e le prerogative che hanno una priorità. È una vera e propria scala di valori che viene rivoluzionata, un nuovo modo di concepire la vita. Coleen teme la morte nella misura in cui le impedisce di avere una vita normale, fatta di studio e uscite con le amiche, e di concerti di quel gruppo musicale che tanto ama, gli One Direction. Allyson dal canto suo, ha paura della morte, della perdita intesa come abbandono, nonostante comprenda che se a questo mondo tutto è precario, la forza dei sentimenti è invece eterna.

Sicuramente abbiamo colto l’invito dell’autrice a vivere l’esistenza “fino all’ultimo respiro”, godendo di ogni momento felice che ci è dato di condividere. Forse l’opera avrebbe potuto essere più stringata: l’importanza del messaggio non ne avrebbe risentito e la lettura avrebbe subito un effetto “rivitalizzante”.
Brava l’autrice ad affrontare un tema tanto doloroso e, ammettiamolo, spaventoso. Un argomento che solitamente si cerca di ignorare, per la paura di “sapere”. Coleen è un personaggio positivo, sempre pronta ad incoraggiare gli altri:

Dovete essere ottimisti, non ha senso passare la vita a pensare a tutti i rischi che una persona corre quotidianamente. Guardatevi intorno e godete delle meraviglie che vi circondano. Per favore cercate di non litigare per sciocchezze, state vicini ai vostri famigliari e impegnatevi per realizzare i vostri sogni, ma soprattutto non cercate la bellezza nell’eccezionale. Se ho capito una cosa, è che la bellezza della vita si nasconde nelle piccole cose, e basta uno sguardo con il cuore per vederle.

Viene spontaneo chiedersi se un malato di cancro riesca a rimanere sempre così serafico, anziché inveire ogni tanto contro la sorte che ingiustamente lo ha punito. Purtroppo questo è un tema che ha scottato tutti, nella vita. E dentro di noi, conserviamo la risposta. Però è stato consolante crederci.
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Published on October 11, 2014 03:18 Tags: adolescenti, all, cancro, fino, recensione, respiro, ultimo

October 4, 2014

RECENSIONE DE "LA MIA AMICA EBREA" SUL BLOG "LE TAZZINE DI YOKO"

Ecco una nuova recensione per il mio romanzo d'esordio.

LINK ALLA RECENSIONE:
http://www.letazzinediyoko.it/la-mia-...

TRASCRIZIONE:

Veniamo a noi, ci ritroviamo ad Amburgo dove la giovane Josepha Faber, detta Seffi, vive in tranquillità con i suoi famigliari, certo la guerra è dura anche per loro, il padre, reduce di guerra, ha perso una gamba e le bombe, che cadono fin troppo spesso dal cielo, terrorizzano la ragazzina. E’ chiaro fin dall’inizio che, dopo il ritorno del padre dalla guerra, è stato il fratello maggiore, Ralf, a prendersi cura della famiglia.
ragazza e fiore-le tazzine di yokoNonostante la situazione precaria in cui è costretta a vivere Josepha cerca sempre di vivere felicemente ogni attimo della sua vita, passa molto tempo con le sue migliori amiche: Anja (la più “adulta” del gruppetto) Trudi e Jutte. La guerra e le bombe sono entrate nella quotidianità delle ragazze, Josepha è consapevole che lei e le sue amiche potrebbero morire in qualsiasi momento a causa di una bomba, per questo motivo cercano di trarre il massimo da ogni giornata. Ma, mentre la protagonista vorrebbe passare il tempo solo con le amiche, Anja, forse consapevole anche lei che il tempo loro concesso potrebbe essere poco, è impaziente di innamorarsi e preferisce passare il tempo a parlare di ragazzi, con grande irritazione di Josepha.
Una sera, una famiglia ebrea (madre e due figli) arriva a casa della protagonista. La ragazzina non riesce a capacitarsi di quello che sta succedendo quando il padre, invece di cacciarli via, acconsente a farli nascondere in soffitta all’insaputa di Ralf.
Lisabette (per molto tempo chiamata da Josepha semplicemente “la donna ebrea”) è la vedova di un caro amico del padre di Josepha. In passato, il marito della donna aiutò il padre della ragazzina ed ora quest’ultimo non se la sente di rifiutare di aiutarli. Oltre alla “madre ebrea” c’è una ragazzina della stessa età di Josepha, di nome Rina e il fratello più grande, il taciturno Uriel.
vecchie lettere-le tazzine di yokoNonostante le rimostranze della mamma di Josepha, comprensibilmente spaventata a morte all’idea di nascondere in casa degli ebrei, questi si sistemano in soffitta e toccherà alla ragazzina andare a portare loro da mangiare. Pian piano, Josepha comincia ad abituarsi a portare a termine quel compito e “abbassa la guardia”. Tutto cambia quando Rina, in modo esitante, le fa avere una lettera. Josepha la legge, vinta dalla curiosità, scoprendo che lei e Rina sono molto più simili di quanto ci si possa aspettare. Al contrario delle sue amiche (Anja in primis ma anche Jutte e Trudi) che ormai stanno crescendo a, al posto dei giochi tra amiche, preferiscono parlare di ragazzi, Rina la pensa come lei. Quando Anja comincia a frequentare il giovane Botho e, come sempre succede, la sue conversazioni verteranno solo su “quanto è splendido Botho, mi ha preso la mano, ieri mi ha baciata!” e simili il distacco tra Josepha e le sue amiche si farà sempre più profondo. In certi punti ho trovato l’atteggiamento di Josepha forse un pò troppo rigido nei confronti delle amiche. L’amicizia nascente tra Josepha e Rina deve rimanere segreta anche in famiglia, l’unico a intuire qualcosa è il padre che, in ogni caso, rimane il membro della famiglia con la mentalità più aperta e meno indottrinato dalla mentalità nazista.
Josepha, al compleanno di una delle amiche, viene notata da Curt un ragazzo molto carino, più grande di lei di alcuni anni. Sorprendentemente, Josepha scopre in Curt un’ottimo ascoltatore con cui parlare liberamente quasi di tutto, i due si vedono abbastanza spesso ma, purtroppo, la loro è destinata a rimanere un’amicizia a causa degli eventi drammatici che si susseguiranno da un certo punto in poi della storia.
I bombardamenti si fanno più frequenti, la paura, le notti interminabili passate nei rifugi e Josepha non può fare a meno di pensare a Rina. Le cose si complicano quando la madre ebrea, Lisabette, si ammala: come aiutarla? Sfortunatamente, nè il padre nè la mamma di Josepha conoscono un medico di cui fidarsi abbastanza. L’autrice descrive bene l’impotenza di Rina di fronte alla malattia della madre e il dramma di molti ebrei, tra l’altro viene anche detto che la sorella di Rina era stata mandata in Inghilterra, al sicuro ma le leggi razziali giunsero prima che anche Rina, Lisabette e Uriel potessero fuggire.
Nonostante la guerra e tutto il resto, appare evidente il desiderio di Jospeha e delle sue amiche di vivere normalmente e di cercare di non pensare sempre alla guerra. Grazie alla sua corrispondenza segreta con Rina, Josepha riscopre il piacere di scrivere racconti e storie per l’amica. Jospeha cerca di diventare gli occhi di Rina sul mondo raccontandole della sua vita quotidiana, delle due amiche e di quello che succede in famiglia. La piccola Josepha non sente il desiderio di crescere, a differenza delle sue amiche che, al contrario di lei, si affannano per trovare un ragazzo a provare tutte le esperienze possibili, tra cui l’amore, prima che la guerra possa portare via loro la vita.
Da un certo punto di vista posso capire il suo desiderio di passare il tempo con le amiche, senza dover ascoltaremigliori amiche-le tazzine di yoko Anja che racconta continuamente cosa ha fatto e cosa non ha fatto con Botho (il primo ragazzo di Anja) certe volte, ammetto per di aver trovato le lamentele di Josepha leggermente irritanti. Essere una buona amica vuol dire anche, se capita, sorbirsi i racconti della tua migliore amica su quanto è fantastico il suo fidanzato: è normale. Per contro l’amicizia tra Josepha e Rina continua a crescere, tanto che alla ragazzina non basta più scambiarsi lettere con l’amica: vorrebbe poterle parlare. Così, quando in casa non c’è nessuno, sale a trovare Rina e la sua famiglia e, ogni tanto, lascia uscire Rina di nascosto, arrivando addirittura a permetterle di sbirciare oltre la porta aperta che da sul retro. Tutto quello che per Jospeha è normale: alberi, fiori, il cielo… per Rina sono un regalo bellissimo.
Improvvisamente tutto cambia: Amburgo viene bombardata ancora una volta e, mentre fino ad allora, il quartiere di Jospeha era stato risparmiato, stavolta non è così. Josepha, la madre e Ralf scappano in strada mentre il padre (rimasto senza una gamba in guerra) non riesce a fuggire. Usciti dalla cantina, la ragazza assiste impotente a un terribile spettacolo di devastazione: la casa è distrutta e suo padre è morto.
Cosa ne è stato degli ebrei? Josepha scorge il corpo di Uriel tra le macerie ma non ci sono né Lisabette né Rina. Miracolosamente, Rina è sopravvissuta e Josepha convince la madre a portarla con loro per non abbandonarla a se stessa. Ralf, da sempre irrequieto dopo aver aiutato, come poteva, gli abitanti del quartiere, sparisce e, quando finalmente Josepha e sua madre trovano rifugio presso la casa di una brava donna (che si offre anche di nascondere Rina) non le raggiunge. Anja è sopravvissuta al bombardamento, mentre Jutte è morta sotto le bombe, la guerra costringe tutti a crescere in fretta, troppo in fretta. Josepha e la madre scopriranno solo dopo che Ralf si è arruolato ed è partito. I sentimenti della ragazzina son forse un pò esagerati, benchè Ralf fosse intransigente e fermamente convinto delle idee di Hitler, è pur sempre suo fratello dunque, sapendolo partito per la guerra, mi sarei aspettata un minimo di apprensione da parte di Josepha per la sua sorte, invece, nella ragazzina prevale un senso di sollievo all’idea che Ralf non venga ad abitare con loro.
Nella casa dove si sono rifugiati è ospite anche un ragazzo di poco più grande di Josepha, di nome Abelard. Abelard è molto carino e corteggia Josepha in modo delicato e non troppo invadente. Il ragazzo sembra pensarla come lei sotto molti aspetti e, finalmente, la ragazza comincia ad aprire il suo cuore. Ora, io ero contentissima di questo risvolto, se seguite un minimo il blog avrete capito che, per me, non è fondamentale la presenza di una storia d’amore SE la trama presenta molti colpi di scena, o battaglie all’ultimo sangue o, ancora, qualche elemento magico oppure intrighi etc… In romanzi come questo dove, tutto sommato, l’azione non è molta, apprezzo particolarmente se c’è una storia d’amore interessante e qui poteva esserci.
ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler
Onestamente mentre “sfogliavo” sull’ereader le ultime pagine pensavo: “beh dai questo finisce bene, ok un pò di sventure sono toccate sia a Rina che a Josepha (detta Seffi), però tutto sommato… Seffi e sua madre sono vive così come Rina, in più Seffi si è finalmente innamorata e Abelard sembra fatto apposta per lei”… ma c’era ancora un capitolo!
Seffi e Rina-le tazzine di yokoLe SS arrivano nella casa dove Josepha e la madre sono ospitate e catturano Rina. Ed è stato proprio Abelard a tradirla! Di fronte alla terrorizzata e rassegnata Rina, invece di tacere e far finta di non conoscerla, (come le aveva promesso di fare in caso venisse scoperta) Josepha chiede che la sua amica venga liberata. Con orrore, Rina assiste impotente mentre l’SS spara prima a Seffi e poi alla madre… Il libro si chiude con un capitolo ambientato diversi anni dopo: Rina è sopravvissuta ai campi di concentramento ed ora è in Inghilterra assieme alla sorella, non ha dimenticato che è viva solo grazie alla sua amica e che molti altri ebrei sono sopravvissuti grazie a persone coraggiose che li hanno protetti.
Tirando le somme: il libro è scritto bene e tratta un tema sicuramente meno conosciuto rispetto ai testi che raccontano storie di ebrei deportati. Una cosa che ho notato, anche nel libro di Sofia, è questa: le autrici cercano di far rimanere nella mente del lettore certe impressioni e ci riescono, il punto è che, per farlo, ripetono certe cose troppe volte. Del libro di Sofia, una cosa che avevo notato ripetuta spesso era “gli occhi crudeli delle SS” mentre nel libro di Rebecca il desiderio di Josepha di proteggere Rina. Comunque, a parte questo dettaglio, e alcune parti che ho trovato leggermente lente il romanzo è indubbiamente scritto e strutturato bene e si merita le sue 4 tazzine.
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Published on October 04, 2014 02:47 Tags: amica, ebrea, ebrei, germania, guerra, hitler, indipendenti, italiani, la, mia, mondiale, nazisti, olocausto, scrittori, seconda

September 26, 2014

RECENSIONE DI "FINO ALL'ULTIMO RESPIRO" SUL BLOG "BOOKLOSOPHY"

Giada del blog "Booklosophy" recensisce il mio romanzo "Fino all'ultimo respiro".

LINK ALLA RECENSIONE:
http://www.booklosophy.com/2014/09/23...

TRASCRIZIONE:

Questo libro mi ha emozionata particolarmente.

Non si tratta della solita storia d’amore impossibile, stroncata da una malattia. Parla di una storia di amicizia impossibile. Questa è la prima impressione che ho avuto, alla fine del libro, due amiche che, nonostante tutto, cercano di stare insieme. Nonostante i pregiudizi, inizialmente, da parte delle famiglie e della società.

Questo atteggiamento nella storia è impersonato dalla madre di Allyson, che inizialmente cerca di arginare lo slancio della figlia nei confronti di questa amicizia che, secondo lei, è destinata farla soffrire. Posizione contrapposta a quella di Neil, fratello di Allyson, che invece non si lascia impressionare dalla situazione e sostiene, anzi loda la decisione della sorella di stare vicino alla sua amica, appunto, “fino all’ultimo respiro”.

Fanno da sfondo alla storia, le varie reazioni di chi sta intorno a Coleen, la piccolezza umana che spesso non è in grado, non solo di accettare la malattia, ma nemmeno di guardarla da spettatore, cercando di stare accanto a chi soffre.

Coleen è un personaggio controverso, leggendo la sua descrizione fisica risulta, ovviamente, debole, cagionevole e fragile. Ma quando diamo uno sguardo a quello che c’è dentro di lei troviamo solo tanta forza e tanto coraggio. Nonostante la malattia, infatti, è proprio Coleen a stare accanto a chi le sta intorno, e ad aiutare tutti ad accettare l’idea della sua possibile dipartita.

La voglia di vivere di Coleen, riempie le pagine del libro. La storia descrive minuziosamente ogni aspetto della vita dei personaggi, come un qualcosa che Coleen vorrebbe conquistare, ma che in realtà è già presente. La vita è, e non importa la sua lunghezza o brevità.

Concludo, riportando le parole del libro che mi hanno emozionata di più, non credo sia possibile riassumere meglio lo spirito di speranza che comunica l’intera storia:

“-Non è possibile che tu non abbia paura- dico, guardandola negli occhi- nessuno sa che cosa c’è dopo la morte e la paura dell’ignoto è una caratteristica della razza umana-.

-É vero- mi concede Coleen, poi mi cinge le spalle con un braccio- dov’eravamo prima di nascere?-

-Nelle pance delle nostre madri- rispondo, con un filo di voce; la vedo di profilo e mi sembra che il suo sorriso si allarghi:

-Ancora prima- mormora. Alzo le spalle.

-Chissà, forse, nel posto in cui eravamo prima, avevamo paura di nascere…”
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Published on September 26, 2014 12:18 Tags: adolescenti, all, cancro, fino, recensione, respiro, ultimo

September 20, 2014

RECENSIONE DI "FINO ALL'ULTIMO RESPIRO" SUL BLOG "READING OUT LOUDER"

Valentina del blog "Reading out louder" firma una nuova recensione per il mio romanzo "Fino all'ultimo respiro".

LINK ALLA RECENSIONE:
http://readingoutlouder.blogspot.it/2...

TRASCRIZIONE:

Visto che oggi è un giorno in cui ho più tempo libero a disposizione, lo sfrutto per benino e mi dedico anche alle recensioni. Il libro di cui vi voglio parlare l'ho scoperto grazie all'autrice stessa, la quale mi ha gentilmente contattata. Sono molto contenta di aver avuto questa opportunità, perché il romanzo in questione si è rivelato molto bello, toccante e, soprattutto, mi ha permesso di guardare ad una malattia terribile, quale la leucemia, da una nuova prospettiva.
Partiamo, come al solito, dalla trama ...

La protagonista è Allyson, una ragazza di diciassette anni, abbastanza timida e riservata, che trascorrere il suo tempo con l'amica Sheona oppure aiutando il padre con il negozio di pesca. La vita di Allyson, quindi, è come quella di tante altre adolescenti, ha perfino una cotta inconfessata per un ragazzo della sua stessa scuola, che però sembra non essersi accorto ancora di lei.
Un giorno, però, un incontro cambierà imprevedibilmente la sua vita. Ogni giorno, dopo la scuola, Sheona è solita portare i compiti ad una ragazza malata ricoverata all'ospedale; un pomeriggio, però, Sheona è occupata a badare ai cuginetti pestiferi, quindi chiede ad Allyson se può andarci al posto suo. Allyson, prima titubante, finisce per accettare e va in ospedale con l'idea di lasciare i compiti direttamente ai genitori della ragazza, come del resto fa sempre la sua migliore amica. Arrivata di fronte alla sua camera, non vede nessuno nei paraggi, quindi ad Allyson non rimane che entrare.

In quella stanza incontra per la prima volta Coleen. Coleen è una ragazza malata di leucemia da quando era poco più che una ragazzina, e da allora la sua vita è stata un vero inferno: controlli, esami, chemioterapia, radioterapia, con tutta la serie di effetti collaterali che comportano. Allyson, non appena la vede, rimane molto colpita da Coleen, che conosceva solo perché a scuola tutti si riferiscono a lei come "la ragazza con la leucemia". Le due ragazze scambiano poche parole, ma tanto basta per spingere Allyson a tornare l'indomani, e il giorno dopo ancora ...
Le due ragazze avvertono sin da subito un particolare legame che le unisce, che le porta inevitabilmente a diventare migliore amiche, o meglio ancora sorelle. Condividono tutto: pensieri, paure, sogni, speranze, momenti spensierati e divertimenti. Con Allyson, Coleen sente finalmente di potersi aprire, di poter parlare con qualcuno della sua malattia, cosa che non può fare con gli altri se non vuole metterli a disagio. Ed Allyson, anche se spaventata, la ascolta pazientemente, cerca di capire il mondo come deve apparire ai suoi occhi e la ammira per la sua forza e il suo coraggio.



Finalmente, per Coleen, arriva la notizia che sembrava non arrivare mai: il cancro è in remissione e può tornare a casa. La ragazza è entusiasta, non vede l'ora di tornare a scuola, ma soprattutto di ricominciare a vivere. Tutti, a partire da Allyson e dai genitori di Coleen fino ai semplici conoscenti, sono felici, pronti ad accettare che il peggio è passato. Ma un'amara verità è in agguato. Perché quando il cancro si ripresenta, sarà ancora più difficile combatterlo ...

Ciò che mi ha colpita più di tutto in questo romanzo è sicuramente il personaggio di Coleen. Prima della malattia, Coleen era una ragazza normalissima, con i suoi sogni e le sue passioni. Quando si ammala, tutto ciò le viene strappato via con violenza. Coleen è costretta a crescere in fretta in una triste realtà, fatta di ricoveri in ospedale e spiacevoli effetti collaterali dovute alle innumerevoli cure. Coleen si sente molto sola, le sue vecchie amiche a stento la vanno a trovare e se lo fanno non riescono più a trovare qualcosa di cui parlare. In tutto ciò, però, Coleen non molla, non si arrende alla malattia e continua a sperare. E' proprio questo l'aspetto che ho amato di Coleen, la sua forza incrollabile e il suo coraggio; Coleen è solare, dolce, spensierata, con una gran voglia di vivere, piena di entusiasmo per la vita e per tutto ciò che la circonda. Come le sue coetanee, anche lei ha le sue passioni: le piace studiare e adora i suoi idoli, gli One Direction.

Allyson riesce a vedere tutto ciò in lei, capisce che l'aver incontro Coleen è la cosa più bella che le potesse capitare. Da ingenua ragazzina, un po' spaurita, Allyson cresce grazie a Coleen, che pian piano le insegna a vivere e ad apprezzare ogni singolo momento. Vi devo confessare, però, che il personaggio di Allyson non mi ha conquistata come avrei sperato. Nel corso della storia, che è narrata proprio dal suo punto di vista, l'ho trovata sempre abbastanza sottotono e non sono riuscita a trovare un punto di contatto con lei, in definitiva non mi ha lasciato molto.

Lo stile dell'autrice è molto semplice e diretto. Mi sono piaciuti tantissimo certi dialoghi tra Allyson e Coleen, dove quest'ultima dimostra una saggezza, una profondità, una comprensione del mondo incredibili. Ho apprezzato anche la descrizione particolareggiata della condizione di Coleen e del decorso della sua malattia. Questo romanzo non è il primo che leggo su protagonisti malati di cancro, ma qui ho trovato qualcosa che in altri viene tralasciato. Fino all'Ultimo Respiro rappresenta una sorta di diario della salute di Coleen, nel quale vengono spiegati con chiarezza tutte le fasi della malattia e cosa avviene realmente nel corpo della ragazza. In ciò l'ho trovato molto realista, più di altri romanzi, i quali magari si concentrano di più sulla parte "romanzata" della storia. In generale, il ritmo del libro è abbastanza lento (forse un pochino troppo per i miei gusti), ci si addentra nella storia pian piano e così prosegue fino alla fine.

Il mio voto per questo libro è ...3 stelline e mezzo!

In definitiva, mi sento di consigliare questo libro a tutti coloro che vogliono leggere una bella storia di amicizia e che vogliono essere conquistati da un personaggio splendido come quello di Coleen, che non può non lasciare un segno.
Vi ricordo che Fino all'Ultimo Respiro è legato ad una iniziativa benefica, potete trovare tutte le informazioni sul sito di Rebecca Domino.
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Published on September 20, 2014 03:44 Tags: adolescenti, all, cancro, fino, recensione, respiro, ultimo

September 10, 2014

RECENSIONE DE "LA MIA AMICA EBREA" SUL SITO DI ELEONORA CASTELLANO

Eleonora Castellano firma una nuova recensione per il mio romanzo d'esordio.

LINK ALLA RECENSIONE:
http://www.eleonoracastellano.com/ind...

TRASCRIZIONE:

“La mia amica ebrea”(2014, pp 300), opera prima di Rebecca Domino, è un romanzo che colpisce per il modo in cui riesce a scuotere ed emozionare, nonostante l'apparente semplicità.
La storia è ambientata ad Amburgo, quando nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale, la vita della quindicenne Josepha trascorre fra le uscite con le amiche, le lezioni e i sogni. Le cose cambiano quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra loro c'è Rina.
Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino di tutta la sua gente.
Una sorta di Anna Frank, dunque, in cui il punto di vista dell’Io narrante è invertito: non più l’Io di una ragazzina ebrea, ma quello di una adolescente ariana, che impara a combattere i pregiudizi con cui la propaganda nazista ha plagiato la mente dei tedeschi, e che pian piano mette in discussione gli stereotipi di cui tutta la Germania è intrisa per pensare con la propria testa. Un romanzo, quindi, che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi": uomini, donne e giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.
“La mia amica ebrea” appassiona per il modo realistico e crudo con cui le vicende sono narrate ed emoziona perché tocca i tasti più delicati dell’esistenza umana: la voglia di vivere, il desiderio di attraversare con gioia le tappe della vita, di lasciarsi andare all’amicizia e all’amore, di crescere e di imparare, e, al contempo, la paura che le bombe, le macerie, la desolazione e, soprattutto, la miseria umana impediscano tutto ciò.
Un plauso alla giovane autrice, Rebecca Domino, che riesce a calibrare bene i passaggi più lenti, intimistici, con quelli più rapidi e incalzanti, che affascinano per il modo in cui gli eventi bellici e personali s’intrecciano con scioltezza.
Da leggere.
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Published on September 10, 2014 03:12 Tags: amica, ebrea, ebrei, germania, guerra, hitler, indipendenti, italiani, la, mia, mondiale, nazisti, olocausto, scrittori, seconda

September 8, 2014

RECENSIONE DE "LA MIA AMICA EBREA" SUL BLOG DELL'ASSOCIAZIONE "GLI SPACCIA LEZIONI"

Una nuova recensione per il mio romanzo d'esordio:

LINK ALLA RECENSIONE:
http://glispaccialezzioni.wordpress.c...

TRASCRIZIONE:

La recensione di questa settimana parlerà del libro “La mia amica ebrea” di Rebecca Domino e riporta l’attenzione sul tema dell’Olocausto e della seconda guerra mondiale.

Joespha Faber è un’adolescente costretta a crescere in fretta a causa della guerra. Per quanto la sua condizione di ariana pura nella Germania nazista possa sembrare vantaggiosa, la realtà è più dura di quanto si possa immaginare. Il padre di Josepha (Seffi) decide di sdebitarsi con l’ebreo Binner, per l’aiuto ricevuto al ritorno dalla guerra, nascondendo nella propria soffitta la moglie e i due figli dell’uomo, ormai deportato. Se, all’inizio, Josepha è terrorizzata e influenzata dalla propaganda nazista, piano piano, la sua mente si apre al dubbio e all’incertezza, fino a spalancarsi sulla consapevolezza che non ci sono razze, ma persone sole che devono combattere per avere diritto alla vita.

Tra Seffi e Rina Binner nasce una tenera e profonda amicizia, fatta di lettere nascoste, chiacchierate al buio e al caldo soffocante della soffitta. Un legame che supererà la violenza delle bombe, la crudeltà della fame e il tarlo del sospetto. Quando tutto sarà in bilico tra la sopravvivenza e l’amicizia, Seffi e Rina compiranno le loro scelte.

I personaggi semplici ma ben caratterizzati, non sono troppo numerosi e permettono al lettore di seguire con facilità le vicende di tutti. Tra flashback e racconti, ognuno di loro si fa amare e trova il proprio posto nella storia. Ho trovato molto interessante le due figure di contrasto dei fratelli maggiori. Ralph, fratello maggiore di Josepha, è un giovane attivista, membro della gioventù Hitleriana, convinto fino all’estremo della veridicità della propaganda nazista e pronto a distruggere la propria famiglia pur di “onorare” la razza ariana.

Uriel, invece, è il fratello maggiore di Rina. Essendo l’ultimo uomo di casa, cerca di protegge in ogni modo la madre e la sorella, restando riconoscente al signor Faber per il grosso rischio corso nell’ospitarli. Proprio per la sua figura misteriosa, ombrosa, che osserva senza intervenire, l’amicizia tra Rina e Seffi, approvandola con il proprio silenzio, credo che il nome Uriel sia molto adatto.

Lo stile di scrittura risulta scorrevole, ricco di dettagli e narrazioni non troppo lunghe , che permettono di immaginare scene o luoghi, senza togliere troppo spazio alle vicende. Unico difetto in questo testo è che, in vari punti, il cambio scena non coincide con il cambio capitolo. Il lettore viene spiazzato dal repentino spostamento di dialogo tra soggetti differenti, perdendo il senso della lettura e costringendosi a interrompere per capire chi stia parlando e con chi.

Essendo un libro auto pubblicato, considero i circa 5 errori di battitura, più che ovvi e giustificabili, su un testo di oltre 200 pagine.

Con questo concludo, consigliandone la lettura, ma solo ad un pubblico maturo e ben consapevole che non è una favola. Ciò che viene narrato è realmente avvenuto.
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Published on September 08, 2014 12:13 Tags: amica, ebrea, ebrei, germania, guerra, hitler, indipendenti, italiani, la, mia, mondiale, nazisti, olocausto, scrittori, seconda