Iaia Guardo's Blog, page 95
November 26, 2015
Plenty di Yotam Ottolenghi – La Libreria di Iaia
Yotam Ottolenghi è uno scrittore di cucina, nato e cresciuto a Gerusalemme. Ha studiato all’Università di Tel Aviv. Yotam invece di arruolarsi nelle unità di combattimento (IDF) è entrato nell’Intelligence. Ha completato un master in letteratura e lavorato a Haaretz, uno dei più grandi quotidiani di Israele. Nel 1997 si trasferisce in Gran Bretagna per iniziare un dottorato di ricerca e nel frattempo (visto che aveva tanto tempo a disposizione *sbatte la testa sul muro) decide di frequentare Le Cordon Bleu, scuola di cucina prestigiosissima, a Londra. Il bello? Che è solo l’inizio di una piccolissima parte della sconvolgente e avventurosa, quanto incredibile, biografia di questo grande uomo a cui ho costruito saggiamente un altarino in casa. Lavora come pasticcere a The Capital, il ristorante stellato di Knightsbridge (vuoi dopo aver lavorato all’intelligence, al quotidiano più famoso di Israele, fatto un corso al Cordon Bleu, non diventare per hobby un pasticcere in un ristorante stellato? Su, via! Lo fanno tutti, no?). Diventa capo pasticcere (sempre per hobby eh!) e a quel punto decide di aprire qualche ristorante senza pretese che spopoli in giro per il mondo e fare giusto qualche libro meraviglioso. Così. Per mantenersi allenato (il suo vero mestiere -non so se posso rivelarlo ma rischio tutto- è quello di infilarsi il mantello la notte e salvare l’umanità. Altro che Batman e super eroi! Bazzecole!).
“La carne deve essere una celebrazione, non tutti i giorni. C’è così altro fuori”
Pure questa. Capisci? Come posso non adorarlo? Uno dei suoi libri più famosi -e lo sanno tutti- è chiaramente Jerusalem ma vorrei partire da Plenty. Così giusto per un colpo di scena (vabbè). Copertina rigida ma sai di quelle che rimangono leggermente imbottite e morbide morbide senza sprofondare? Bene. Le mie preferite. Edizioni Bompiani. Non tutte le ricette hanno una foto ma non se ne accorge nessuno tanto sono belle. Le foto mi piacciono e non sono particolarmente costruite ma alcune fanno la differenza. Molto ravvicinate con un bell’abuso di esaltazione del nero, sono ben lontane dalle scandinave-chiare-alla Donna Hay per intenderci. Hanno un’impronta che ricorda più Vega e Veggiestan. Che sono semplici e danno poco spazio alle ciotoline e oggetti intorno ma solo ed esclusivamente al vero protagonista. Il cibo. Le cipolle sembra quasi di toccarle e se ne intravede l’umidità. Un obiettivo macro che ti fa arrivare dritto alla pupilla il pinolo, la goccia di olio e la punta di asparago. Non si vede lo sfondo e neanche i fronzoli. Sa di casa e di molto curato nell’apparente voglia di far sembrare il contrario.
Per ogni capitolo c’è una grafica minimale con una sorta di skyline di verdure che mi piace moltissimo. Si comincia con una introduzione di radici e tuberi e le conseguenti ricette. Poi il capitolo delle Cipolle che chiama “Strane Cipolle”, Funghi, Zucche e Zucchine, Peperoni, Cavoli e broccoli, La possente melanzana, Pomodori, Foglie cotte e crude, Altre cose verdi, Fagiolini, Legumi, Cereali, Pasta-polenta-Cous Cous, frutta e formaggio. Perché è tutto vegetariano ma appartiene alla categoria di libri che ti fanno amare il concetto e la filosofia. Non ti fa fuggire lontano. Inutile negarlo, per quanto sia ovvio. L’appeal di certi libri di cui ho parlato qui, soprattutto vegani a dirla tutta, hanno poca “struttura visiva”. Non invogliano ma generalmente deprimono nonostante la bellezza contenuta. Questo è uno di quei pochi -ma stupendi- libri appositamente confezionati con cura proprio per catturare anche chi storce il naso ed è esasperato dalla continua e incessante propaganda lato veg. Francamente non fossi vegana poco importerebbe. Mi piacerebbe comunque. E sono sicura che questo tipo di sensazione l’avrà anche la stragrande maggioranza di quelli che se lo ritroveranno tra le mani. Un libro possente quanto il contenuto e la fantasia. Quanto gli estremismi e le sperimentazioni che Ottolenghi stesso in modo provocatorio dice di aver messo dentro. Un mix di odori mediorientali che si mischiano all’Occidente. Un tutto incredibile di spezie, vapore ed erbe aromantiche. Si parla di kisir e pilaf di bulgur di Itamar sino ad arrivare all’insalata di quinoa al lime iraniano secco. Ci sono le lenticchie verdi con gli asparagi e il crescione ma poi arriva il fico con il basilico e la cagliata di capra e vinaigrette alla melagrana che ti rimanda lì. In quei paesi che hanno incredibili bellezze che ci sogniamo e ahimé nefandezze che ci travolgono come incubi. Ma sono minori queste. Una percentuale talmente bassa che non può obnubilarci. I fratelli musulmani hanno molto da insegnarci in fatto di cucina e noi possiamo solo star lì a farci travolgere da questa incredibile cultura gastronomica senza fine e inizio.
Sfogliatine con lenticchie di Puy e l’immancabile Hummus con ful, Sautè di ceci con yogurt fresco e fagiolini bianchi di Lima con feta, acetosella e sommacco. Zuppa di ceci, pomodori e pane e insalata di cetrioli con aglio pestato e zenzero. I carciofi al limone e quelli con fave schiacciate e gratinate. La minestra di pomodoro e semolino con il coriandolo e le quesadillas. I pomodori con ripieno di erbe aromatiche e i soba noodle con melanzane e mango (che voglio provare prima che subito), la frittata affumicata e la zuppa di cavolo verza e crosta di parmigiano. I cavolini di bruxelles con il tofu (che adoro!!!) e il cavolfiore allo zafferano.
Rivoli lunghissimi di bava alla bocca. Che non è certamente uno scenario adatto a una signorina macchiseneimporta. Bava, vera. Un susseguirsi di bontà incredibili dove la paella di verdure non sembra quella un po’ smortina della Paltrow. Risotto al limone e melanzane (da fare prima che subito), riso al vapore con erbe aromatiche e focaccine allo yogurt con orzo e funghi. Riso al cardamomo con uova affogate e yogurt e insalata di riso con mango e cocco. Pizza con uovo, spinaci e pecorino e omelette con bietole e zafferano.
Devo continuare? Suppongo di no. Ti dico solo che il dodicesimo commento si aggiudica il libro. E’ il mio primo regalo di Natale per te. Anche perché ci sarà il Calendario dell’Avvento come ogni anno. Lo dovrò organizzare di notte e confesso con molta fatica ma non posso rinunciarci. Perché non posso rinunciare a voi.
Il prezzo è altino e si aggira intorno ai 35 euro ma credo si sia intuito che li valga tutti.
November 25, 2015
Postcard from Italy – Pasticcieria Cioccolateria del Giamberlano
Stella Tagliazucchi, nella vita e sul web non ha bisogno di una mia presentazione. Quello che non sapevo è che fosse legata alla Pasticceria Cioccolateria del Giamberlano. Il padre Valter Tagliazucchi sostiene che il suo sia il miglior mestiere del mondo, con 35 anni di esperienza, e che i dolci siano espressione di quanto l’uomo si voglia bene. “Nutrienti per gli occhi, per il palato e per l’anima”. Re del Panettone 2011, riesce ad eccellere anche in un prodotto che non appartiene alla tradizione dolciaria modenese. Quando Stella mi ha raccontato del progetto ne sono rimasta in un’unica parola: commossa. Per l’idea e il significato certamente ma soprattutto per l’amore profondo che la lega al suo amato papà. Gli ingredienti davvero vincenti per una indimenticabile magia.
Postcard from Italy è un viaggio attraverso l’Italia. Un microcosmo di cioccolato che contiene gli elementi principi del luogo, che sia nel ricordo del mare o della terra. Si unisce alla tradizione anche l’innovazione. Si mischiano poesia, sapori e luoghi. Dove perdersi e ritrovarsi. L’incanto si conclude con il supporto alla Fondazione Tommasino Bacciotti. Quando ho ricevuto il mio pacchettino di cioccolatini -sono onesta- la prima cosa che ho pensato è che necessitavano di delicatezza e tempo, che purtroppo scarseggia in questo momento. Dare dignità a qualcosa di così grande è un compito arduo assai. Per questo motivo ho davvero fatto ben poco, rispetto alla cura che merita. Postcard from Italy è un progetto che va supportato, divulgato e assaporato in ogni forma ed essenza. Per questo motivo compariranno sul mio account Instagram dei piccoli viaggi con protagonisti questi due deliziosi microcosmi, Taormina e Agrigento, che odorano di pistacchi e agrumi. Come il cuore e la terra.
Il viaggio può solo che partire da Modena -avia pervia’, ovvero dove l’inaccessibile diventa accessibile: Cioccolato e Aceto balsamico. Arriva a Venezia con una ganache delicata alla grappa che ricorda le più grandi distillerie venete. Ci si ritrova a Taormina con pistacchi e lava tra onde e panorami mozzafiato dritti per Roma con il sale per insaporire la vita di conoscenza immersi in tutta la sconfinata ed eterea bellezza di storia millenaria. Un piccolo salto e siamo a Bari con le mandorle di Toritto e via sulle nuvole veloci a Siena con il cioccolato e Vin Santo, connubio che fa incontrare più anime davanti allo scorcio del Castello di Ama. Arriviamo mai esausti di tutto questo a Cortina con una ganache ai lamponi per poi saltare su un sommergibile verso Sorrento con un ripieno morbido di limoni e noci dai sapori e colori forti come le sensazioni del mare che luccica. E via su una mongolfiera per Agrigento che odora di agrumi dove arriva una bora tutta speciale che ti fa approdare a Trieste con Xilitolo e Peta Zeta. Sono nella mia seconda casa. Nella Signora Torino con il dono più prezioso delle Langhe in uno strepitoso cremino che all’ultimo morso ci fa trovare a Napoli per il miglior caffè.
Un viaggio che non finisce, quello dell’amore. Stella mi ha dato il grande onore di poter pasticciare Agrigento e Taormina e qui la promessa che questi due microcosmi ci accompagneranno in questo Natale. Perché mi ci sono legata. Perché non sono solo dei cioccolatini. Perché ci sono dei legami, seppur impercettibili, che si rincorrono oltre il tempo, le distanze e la fastidiosa, qualche volta, realtà. Quindi se qualche volta vedi comparire Agrigento o Taormina su Instagram o improvvisamente spuntano questi due cioccolatini con delle valigie chiacchierare su di una nuova meta. O se compare un sommergibile. O se una nuvola cuce a maglia un po’ di agrumi e pistacchio per indossare maglioni intrecciati di poesia, beh. Sai che sono in viaggio. Viaggio che vorrei percorrere con te.
Postcard from Italy: il sito.
#postcardfromitaly. L’hashtag.


Sacrosante Risate – Pausa tè e fumetti
Chi mi legge sa che non sono avvezza a questo tipo di comunicazioni ma qui si tratta prima di tutto di un amico e in secondo poi di fumetti. Potevo non ticchettarci su? Giammai. Filippo Giurbino, oltre a essere una delle pochissime persone che stimo, è anche coordinatore UAAR Circolo di Catania. Confesso di non far parte di questo gruppo perché sono fedele a quello che ho fondato io sul Nano da Giardino come ragione di vita, ma semmai dovessi appartenere a qualcosa questo sarebbe in cima alla lista senza rivali. UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, credo non occorra aggiungere altro. A Gennaio scorso con uno mio scarabocchio -semplicemente sentito e non ragionato/programmato- sono finita sulla CNN in occasione di Je suis Charlie. Per quanto il discorso possa essere complesso, articolato e molto difficile da affrontare –perché non appartengo a gruppi e non mi identifico neanche. Sono una di quelle brutte persone che non mette la bandiera di Parigi sull’avatar di Facebook, per intenderci- c’è una grandissima e incontestabile verità: la libertà. La libertà di non credere. Di credere. Di esprimersi. Il sacrosanto diritto alla risata. Al sarcasmo. All’ironia. A uno dei pochi privilegi concessici: stare dalla parte che vogliamo. Che sentiamo. Che non è mai giusta o sbagliata. Nel rispetto delle idee sempre e comunque.
In quell’occasione mi sono sentita -solo dopo- combattuta perché è comprensibile che talvolta la libertà di espressione e il sarcasmo esasperato possano ledere in qualche modo -o offendere- il sentire di alcuni piuttosto che di altri. Se dovessi però scegliere tra le due sensazioni senza il minimo dubbio mai direi: libertà.
Su La Sicilia del 24 Novembre è uscito un articolo sulla mostra Sacrosante Risate che parla di “una manifestazione dedicata alla satira, parte integrante della Storia, chiave per codificare la realtà, mettendo a nudo usi e costumi, convinzioni o debolezze degli uomini e del potere”.
La pagina di Staino dell’Unità ha dedicato una pagina intera all’evento:
“Non è vero che tutti gli autori satirici e, tra questi i disegnatori, siano degli atei miscredenti e che ce l’abbiano per partito preso con le religione. E’ uno di quei tanti errati e insopportabili luoghi comuni e, a difesa della mia affermazione, potrei portarvi un piccolo elenco di colleghi che in realtà sono buoni e timorati e credenti. Non vi faccio i nomi per un naturale e in più obbligatorio diritto alla privacy. La realtà è completamente diversa, diversa di 180 gradi, poiché sono proprio le istituzioni fondamentaliste, e tra queste ovviamente le religioni, che sono aprioristicamente ostili alla satira”.
“Colpa di tutto ciò è il riso e, specificatamente, del riso che nasce dalle valutazioni sociali, politiche e culturali di determinate azioni o di determinate ideologie. In questo sta lo specifico della satira e per fare della buona satira c’è bisogno del lavoro di analisi e lettura scientifica della realtà che parta mettendo quindi in dubbio qualunque certezza rivelata. Non può esistere satira se prima non si è esercitato doverosamente il dubbio”.
“Andate a raccontare tutto ciò a chi esercita un potere ferreo e oscurantista, a chi conosce bene le sue debolezze e i suoi interessi inconfessabili e li maschera dietro paraventi di ineccepibile autorevolezza. E’ chiaro che reagirà in modo scomposto, cercando in tutti i modi di tacitare quel pericolosissimo virus che si chiama “dubbio”. Lo chiamerà blasfemia, offesa, calunnia, volgare, osceno e userà tutte le parole possibili per giustificarne il soffocamento ma in realtà l’unica cosa di cui ha davvero paura è il semplicissimo dubbio che potrebbe inoculare nel cervello del lettore”.
Staino sarà presente domani e ho detto tutto.
Io spero di poterci essere -impegni improvvisi/alieni/asteroidi sulla terra spero non accadano- e se qualcuno di voi andasse ci faremo due risate insieme.
Ovviamente qui si è tanto orgogliosi -ma tanto davvero- di Filippo, a cui va tutto il mio affetto.
La mostra Sacrosante Risate
Via S. Calogero 29 – Cortile Gammazita 14 Catania, dalle ore 18:00 alle ore 24:00.
Sacrosante Risate – Mostra di Vignette di Satira Religiosa. Inaugurazione con Sergio Staino Giovedì 26 Novembre alle ore 17:30
Filippo Giurbino
Coordinatore Uaar Catania
Vignette di: Altan, Bandanax, Bucchi, Ellekappa, Franzaroli, Vauro, Montt, Evans, Mangosi e altri.
Tartine al Salmone con crema di Avocado, Panna e Wasabi
Si vabbè non è che qualcuno stava aspettando me per fare delle semplicissime tartine. E fin qui, tutti d’accordo. La Canalis con il petto di pollo arrostito rimane imbattuta nella sua incredibile genialità. Giusto però ricordare quanto sia importante l’Avocado (ne ho parlato qui su RunLovers qualora ti facesse piacere approfondire l’argomento) nella dieta giornaliera, oltre a essere tra le cose più buone e versatili in cucina. Che ne sia drogata da anni -dopo il primo odio infinito insieme allo zenzero che è diventato fondamentale- non è un segreto per nessuno ormai. E che lo metta praticamente ovunque, neanche. Una crema deliziosa si può ottenere semplicemente frullandolo con qualche goccia di limone ma per creare una vera e propria mousse si può arricchire con panna (anche vegetale). Il tocco orientale e chic se vogliamo? Wasabi, che sia polvere o crema poco importa. I semi faranno il resto creando connubi interessanti e conferendo croccantezza. L’idea di inserire l’alga nori a pezzetti abbinata al sesamo rimane tra le prime da prendere in considerazione.
Cosa occorre?
1 Avocado maturo
1 cucchiaino di wasabi in crema (va bene anche in polvere)
succo di mezzo limone
5-6 cucchiai generosi di panna fresca
Pane di segale, pan carrè, salatini, pane del tipo che si preferisce
Semi di canapa, semi di chia, semi di lino, rosmarino fresco, erbette aromatiche
Salmone affumicato
Un’idea veloce e salutare per un Natale fatto di gusto sì ma anche di leggerezza all’insegna sempre del cibo sano. Una crema del genere si potrebbe pure sposare bene con il Salmone indiano allo yogurt (ne ho parlato qui); altra valida alternativa a un piatto leggero di origine indiana che durante queste feste potrebbe tornarci davvero utile. Idea semplice quanto coreografica per una botta di omega 3 sotto le luci sfavillanti del Natale (poi tutti verso il cesto di frutta secca a sfondarsi di noci. Che per caso si vede sono drogata pure di quello? A proposito: provato mai a frullare l’avocado con le noci? E con le mandorle? Uhm. Devi!). Versioni con il pesce spada affumicato -ma anche tonno- senza contare che tutto può essere frullato insieme. Una sorta di (orrendo) Spuntì – in memoria degli anni 80 più sfrenati- ma fatto con ingredienti che fanno la differenza. Scegliendo il meglio, come sempre.
Sulle tartine, se ci penso, ho tanti ricordi. Sanno sempre di festa liceale. O di semplice festa e basta. Quando si ha un tavolo imbandito e l’ultima cosa da pensare -onestamente- sarebbe proprio quella di stuzzicare l’appetito con un “piccolo antipasto” (di 23 portate). Eppure senza le tartine manca sempre qualcosa. Si possono fare composizioni coreografiche incredibili e panettoni gastronomici alti quanto i grattacieli di Dubai. Composizioni cromatiche e quant’altro ma.
Ma la tartina casalinga. Quella vera e sincera senza pretese. Ha quel quid che non si dimentica e sa di verità e casa. Magari un tocco glam in più e il giusto connubio è trovato, no?
E a te? La tua tartina preferita qual è? Ti stupirò dicendoti che nella mia vita precedente era senza ombra di dubbio quella così composta: pan carrè della peggiore marca industriale (non ti rinnego e ti continuo ad amare!), burro, caviale e limone. Uhm. Confesso che ne facevo fuori decine decine e decine.
Altre ricette con l’Avocado?
(e sono solo alcune. No, dai. Non ho un problema con l’avocado. NO!)
Insalata di Spinacino, Gamberoni, Avocado con semi di lino dorati e Spaghetti di Quinoa al Pistacchio
Tartare di Gamberoni con Avocado, Pesca tabacchiera, Mango, Papaya e olio alla menta
Insalata di Zucca, Avocado e Menta con semi di girasole e zucca sbriciolati con lievito alimentare
Goma Wakame con Avocado, Limone, semi di Lino e Lievito alimentare
Quinoa con alga Goma, Avocado, Limone e Zenzero
Panino nero ai semi di lino dorati con Tofu, Zucchine crude al limone, pesto di Avocado e wasabi e semi di Canapa
Frittelle di Avocado e Speck
Patate Viola e Avocado. E Mini Hamburger
Hamburger vegetariano di Lenticchie e Ceci con “maionese” di Avocado
Smoothie di Avocado, Spinaci, Lime e Arancia
Smoothie Avocado, Cavoletti di Bruxelles, Spinaci e Limone
Centrifugato di Asparagi, Avocado, Spinaci e Basilico
Spaghetti di Zucchine con Pesto di Avocado e Rosmarino e Insalata Wakame, Sesamo Nero e Salsa di Soia
Centrifugato/Smoothie Disintossicante/Detox Avocado, Spinaci e Limone
“Riso” Shirataki con Avocado, Lime, Sesamo e Wakame
Spaghetti di Zucchine con Pesto di Avocado, Basilico e Lime
Tortino di Piselli Secchi con Avocado agrumato, Fave fresche e Pachino verdi
Insalata di Avocado e Feta con chips di gamberi cinesi e dressing al sesamo
Involtini di Crepes con ripieno di salmone, menta e avocado
Insalata di Gamberoni con avocado e bresaola fritta
November 24, 2015
Vanille Kipferl. Oggi andiamo in Germania!
In tedesco Vanillekipferl, cornetto alla vaniglia, tipico biscotto natalizio diffuso in Germania, Austria e Alto Adige. Una frolla semplicissima con farina, burro e mandorle. Il tutto aromatizzato alla vaniglia. Alcuni utilizzano le nocciole al posto delle mandorle ma tradizione impone le seconde. Una volta ottenuti dei semplici bastoncini, si formano i cornetti e via. Una nevicata di zucchero a velo per un sapore antico che non si dimentica. I classici biscotti dei ricordi. Della Nonna. Dei momenti importanti e incancellabili che molte volte purtroppo non si possono vivere più se non attraverso l’immaginazione. Conservali in scatole di latta. Regalali. Infiocchettali. Prepara le dosi secche come si fa per la Torta/biscotti in barattolo (non sai cosa sia? Clicca qui) e datti al Do it yourself! (quanto mi piace dirlo con accento ammmeriggano manco fossi rimpatriata dopo trentatre anni a Nuovaiorc).
Ingredienti per una trentina di biscotti(dipende chiaramente dalla grandezza)
280 grammi di farina
100 grammi di farina di mandorle
200 grammi di burro
80 grammi di zucchero a velo
1 uovo
1 pizzico di sale
estratto di vaniglia
zucchero a velo per finire
Mescola tutti gli ingredienti e impasta rapidamente ottenendo una pasta liscia. Metti l’impasto nella pellicola trasparente e lascia riposare in frigo. Preriscalda a 170. Prendi l’impasto e forma tanti rotolini e piegali a mezzalune. Metti su una teglia con carta forno e inforna per 15 minuti circa. Cospargi i biscotti ancora caldi con abbondante zucchero a velo.
Si conservano benissimo nelle scatole di latta.
Stavo qui a sistemare tutto il Pappamondo. Poi una telefonata di lavoro. Poi un’altra (lo so è incredibile crederlo ma a volte rispondo *segue risatina isterica*). Dovevo fare una bella illustrazione e invece uff. Ieri con la Drizzle Cake siamo andati in Inghilterra e oggi? Germania! Lo scorso anno per Natale abbiamo fatto ben 23 tappe. Tocca davvero fare un riepilogo ed è giusto quello che sarebbe dovuto comparire oggi. Ma non demordo! Piuttosto che accantonare l’idea e autocommiserarmi in un angolino mentre Koi mangia l’ennesima pallina dell’albero (non sono finite ma manca poco), mi rimbocco le maniche e agisco. Del resto mica devo dormire per forza! Posso pure recuperare la notte. Dico questo perché i voice over delle Videoricette natalizie saranno con molta probabilità registrate la notte mentre Koi russa e il Nippotorinese collassa tra i cuscini. Mi ha minacciato di azionare le videocamere e i rilevatori di passaggio ma riuscirò come una novella Eva Kant (e 234 chili in più) a eludere le fasce rosse invisibili (al primo salto mi rompo un’anca, vabbè). Avremo le videoricette natalizie (come se qualcuno le stesse aspettando con tanta preoccupazione. Fingiamo come sempre ok?)! Mi diverte moltissimo fare le VideoRicette. Pacioccare. Sporcare l’obiettivo. E adesso spostare le luci che ho comprato perché mi sono incaponita. Volevo proprio provare con le luci –cosa che non ho mai fatto- e mi sono detta: è proprio il momento sbagliato adesso! Proprio per questo bisogna farlo. E allora le sposto e finiscono sul piano cottura. Pina inciampa e finisce sullo spigolo dell’isola. Io mi attorciglio con i fili e cado come una salama da sugo per terra. Sono veramente bei momenti. Retroscena inquietanti che dovrebbero essere documentati per ribadire -oltre la mia inettudine- la mia totale svampitaggine.
Nella speranza che tu abbia il passaporto rinnovato e che sia pronto a partire anche quest’anno con me e i miei amici immaginari beh: Il Giro del Pappamondo comincia ufficialmente oggi! (e io corro subito a fare il riepilogo dopo aver spaccato il telefono ed essermi rinchiusa in un bunker. Bastapococheccevò?)
Curiosità
I piatti appartengono a un servizio acquistato su Amazon
Il carillon è di Tiger- collezione dello scorso anno
La tovaglietta è una tenda da bagno della zia Immacolata ricamata a mano
Il cucchiaino “finto” vintage è di Zara Home
La tazza è Ikea
Il mio Canale Youtube
Se ti fa piacere iscriviti al mio Canale Youtube perché tantissime Videoricette, idee, apparecchiature e tantissimo altro sono in arrivo. Ti va di passare il Natale con me?
L’importanza della Frutta Essiccata? Su RunLovers.it
Ieri su RunLovers è uscito un mio articolo riguardante la Frutta essiccata e l’essiccatore (se ti fa piacere approfondire sul Canale Youtube trovi giusto qualche informazione in più riguardo questo elettrodomestico). Se ti fa piacere leggere l’articolo, eccolo:
L’importanza della Frutta Secca
Segui Runlovers
Segui Runlovers su Facebook
Segui Runlovers su Google +
Segui Runlovers su Twitter
Segui Runlovers su Instagram
Segui Runlovers su Youtube
Ti sei perso i miei Articoli su RunLovers?
Il Pollo Magico (un po’ di me e la mia storia con la corsa)
La scarpetta di Iaia (l’introduzione e il perché)
Cocktail di Gamberoni con salsa al limone e zenzero (il Benvenuto ufficiale)
5 Ricette di Barrette Energetiche fai da te
3 Minutes Sandwich! Un Panino delizioso in 3 minuti: Hamburger in salsa worcester
Hamburger Vegetariano con Ceci e Lenticchie
Insalata di Tofu, Agrumi con dressing di Senape e Agave
Barrette (senza glutine) di riso (o altri cereali) e cioccolato
La Torta nella Tazza dentro il Microonde
La Colazione Perfetta per i Runner
Panino con Hamburger di Tacchino e Verdure Croccanti
Il Pranzo Perfetto per i Runner
Patatine chips al Microonde
La Cena perfetta per i Runner
L’Acqua Aromatizzata
Smoothie Centrifugati e Frullati
5 Regole per sentirsi leggeri mangiando (e l’immancabile insalata)
Hamburger di ceci con fesa di tacchino e burro d’arachidi
Gazpacho di pomodoro, fragole e menta con bruschetta
I Runner scelgono il gelato artigianale
Una ciambella facile e veloce
Il Miglior Buongiorno (tutte le mie colazioni su Instagram RunLovers)
Non semplici Ghiaccioli Fatti in casa
RunLoverella-Crema di cioccolato e nocciole
Il Panino Parmigiana
Drink, Soft Drink e tutte le Bibite e Bevande
Cous Cous con avocado e pomodoro (Il Pranzo di Ferragosto)
L’Avocado: benefici, proprietà e ricette
La RunLovers Cheesecake (banane, yogurt greco e mandorle)
L’Importanza della Frutta Secca
Il Pollo in mille modi
Biscotti con Avena e Anacardi senza burro e zucchero
Il Dramma: Lo zucchero Raffinato
La Tartare della salute (spada, salmone, mango, agrumi)
Meglio le proteine vegetali o animali?
Gli Gnocchi equilibrati
Il Runner al Supermercato. L’inizio
Torta con Corn Flakes, panna e frutta
I semi
Rigatoni con avocado e canapa. Un primo equilibrato
A fare subito la spesa con me!
Dimagrisci correndo con la matematica della salute
Il Sushi fa bene ed è sano e leggero
I dieci comandamenti della dieta sana
Il Panino di zucca con l’hamburger di tacchino
RunLovers Pizza con Noci e mela
I Dieci Comandamenti della Sacra Colazione
Zombie Runner
5 Alimenti Autunnali che fanno bene alla salute
Facciamola breve: perché è importante fare una colazione abbondante
Tre Frullati per restare in forma
Pane ai multicereali con farina di segale e semi di girasole
Torta di riso di Luisanna Messeri
November 23, 2015
Si comincia con il Natale: Drizzle Cake (VideoRicetta)
Cosa? Ho cominciato con il Natale?
Sììììììììììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Drizzle cake? La più famosa è la cugina con il limone arrivata al grande pubblico anche grazie a nostra Signora dei fornelli Benedetta Parodi. Questa è una versione ibrida al financier, sostiene Gordon Ramsay, padre delle dosi. Dice di averla elaborata con l’impasto di questi deliziosi dolcetti francesi che ho eseguito tanti anni fa. Il post se ti fa piacere lo trovi qui. Speziata e capace di profumare un ambiente enorme, è la classica merenda o colazione che ognuno brama in cuor proprio durante le vacanze natalizie (ammesso che le vacanze natalizie esistano in qualche luogo lontano lontano. Oh. Esiste davvero questa Galassia? E soprattutto accettano immigrati? Perché io quasi quasi andrei. La valigia Vintage di cartone ce l’ho. Trovata su Sasse and Belle; che il cielo benedica i londinesi shabby essential chic).
La Ricetta
Per 8-10 Persone
Drizzle Cake tratto dal libro Natale con Gordon (ne ho parlato qui)
250 grammi di burro leggermente salato
50 grammi di farina (più 1-2 cucchiai per spolverare)
2 cucchiaini di cannella in polvere (ma anche altre spezie se ti piacciono)
180 grammi di zucchero grezzo
250 grammi di farina di mandorle
100 grammi di melassa
6 albumi di uova grandi
Per la Glassa:
150 grammi di zucchero a velo
1 cucchiaio di succo di limone
2 cucchiai di panna da montare (facoltativi)
palline argentate o decorazioni natalizie
zucchero a velo per spolverareSciogli il burro in una casseruola a fondo spesso su fuoco basso. Alza la fiamma e cuoci il burro finché inizia a scurirsi. Non distrarti perché brucia in fretta. Togli subito dal fuoco e lascia riposare per cinque minuti almeno, in modo che le parti solide del latte si addensino. Versa lentamente il grasso in una ciotola lasciando nella casseruola le parti solide che butterai. Fai raffreddare il burro a temperatura ambiente. Scalda il forno a 160. Ungi lo stampo con l’olio (23 cm è perfetto) e infarina leggermente. Setaccia la farina e la cannella in una ciotola grande e incorpora lo zucchero e la farina di mandorle. Sbatti insieme la melassa e gli albumi usando uno sbattitore elettrico finché il composto è leggero e spumoso. Incorpora nel composto secco il burro raffreddato, seguito poi dagli albumi montati con la melassa. Versa l’impasto nello stampo e livella. Inforna 50 minuti finché lo stecchino di legno non esce asciutto. Per sformare il dolce chiaramente aspetta che si freddi. Per la glassa mescola gli ingredienti in una ciotola fino a ottenere un composto liscio e poi distribuiscilo sopra la ciambella, lasciandolo colare sui lati in modo coreografico. Completa con le palline e le decorazioni e poi se hai voglia cospargi ulteriormente di zucchero a velo.
Sono giornate di sole e di cieli fatti di rosa, viola e magenta. Ho coperto il terrazzo con un giardino di vetro (ancora non tanto giardino ma solo vetro) dove Koi può scorazzare libera e felice insieme a Vanessa (vi ho detto che ha un’amichetta -Dog sitter non ci piace- dagli occhi color mare che gioca con lei e le insegna tante cose?) distruggendo tutto quello che le capita a tiro. Gli alberi sono montati e non finiti e poi sì, alla fine sono tre. Quello piccolino della zona notte e quello piccolino davanti alla porta di casa non si contano, vero? C’è sempre più voglia di ricominciare e non soccombere. Di disegnare e inventare. Di “abbandonare” un po’ le ricette e dare voce agli amici che mi vengono a trovare. C’è voglia di abbracciare Cristiana, Alessandra, Ombretta e Giulia. Ma anche Luci, Chiari, Flo e non voglio dimenticare nessuno. Voglia di conoscere Nicol e di organizzare il calendario dell’Avvento. Di fare le tombolate natalizie, confondermi con i regali e scusarmi. Abbracciarvi e ringraziarvi per quest’anno che mi ha visto assente come mai. Che mi serviva per ritrovarmi e capire che direzione volessi davvero prendere, nonostante -a dirla tutta- i dubbi non ci siano mai stati. Non metto la bandiera di Parigi su Facebook e non proferisco parola. La mia opinione vale nulla. Il mio rispetto vale tutto. Continuo per inerzia mentre mi fermo e mi commuovo. Mentre ho paura e mi impongo di sorridere. Penso a Giulia che prende la metropolitana ogni giorno e le scrivo. Ti penso. Mi dice che ha paura di saltare in aria. Le dico di mandarmi un messaggio. Mi dice che lo leggerei tra un anno. Ridiamo e ci amiamo.
E continuo ad amare la mia vita e le vite di chi amo. Le fragilità che aumentano e le paure che per certi versi diminuiscono. Ricordo il primo Natale qui quando eravamo in tanti e poi mi ricordo che siamo più o meno sempre gli stessi. Questa terapia online ha cambiato la mia vita e mi rendo conto quella delle persone che amo. Trame fitte si sono attorcigliate come vischi e baci sotto questo sono stati la forza di ognuno per andare avanti e crederci. Che questo Natale avrà luci e sorrisi. Non ho veramente paura, sai? Mi basta arrotolare l’orecchio di Koi e darle bacetti. Rincorrerla gridando che mi arrabbio se non sputa la pallina. Mi basta guardarla mentre mi fissa con il naso glitterato. Ha rubato l’ennesimo addobbo. L’ha masticato. L’ha ingoiato. E finge di non aver fatto nulla. Ha le zampe glitterate, pure. Sembra Fantozzi quando va in discoteca all’insaputa di Pina e gettano quel fumo fluorescente nei capelli. Poi lui si infila a letto e Pina dice: Sei stato a lavoro? Sì. Sono stato a lavoro ed è stata molto dura. E Pina sorride infelice. E si addormenta.
Io al contrario non sorrido infelice. Lo sono davvero.
Ho ricominciato a fumare per un po’ di giorni e poi ho smesso. Poi ho ricominciato e poi ho smesso di nuovo. I miei vizi ormai durano poche settimane. Poi torna il regime. Non mi rende infelice neanche questo. Non sono più una macchina ma ho debolezze e le ammetto. Non sono più ligia al dovere e il panino, quando capita, lo mangio. Sono più flessibile. Mi perdono di più. Vivo di più.
Perché del resto forse è questa la felicità. Amare. Essere amata. Pensare di amarsi un po’. Più semplice di così.
Curiosità
Il Babbo Natale è stato acquistato su Amazon
Il centrino l’ho rubato a Nanda. Antico e bellissimo
La tazza è un regalo di Santa Signora Pina
L’alzata è di H&M Home
Pukka Original Chai è uno dei miei tè (senza teina) preferiti del momento
La casetta uhm. Non ricordo come sia finita in casa (‘nnamo bene)
Il mio Canale Youtube
Se ti fa piacere iscriviti al mio Canale Youtube (che trovi qui) perché per questo Natale ci saranno tantissime VideoRicette e molte sorprese. Credo proprio che comparirò anche io. Voglio proprio rovinarvelo. E’ deciso!
November 22, 2015
Torta di Riso di Luisanna Messeri
La semplicità e l’energia. Farina, burro, uova, latte, riso, zucchero e limone. Una torta dal sapore antico. Ingredienti semplici di una volta capaci di catapultarti a casa di nonna e mamma. Quando la crostata fatta in casa era una festa e ritrovarsi intorno a un tavolo era gioia pura. Scopri la Ricetta, splendida della mia adorata Luisanna Messeri, su RunLovers cliccando qui.
Segui Runlovers
Segui Runlovers su Facebook
Segui Runlovers su Google +
Segui Runlovers su Twitter
Segui Runlovers su Instagram
Segui Runlovers su Youtube
Ti sei perso i miei Articoli su RunLovers?
Il Pollo Magico (un po’ di me e la mia storia con la corsa)
La scarpetta di Iaia (l’introduzione e il perché)
Cocktail di Gamberoni con salsa al limone e zenzero (il Benvenuto ufficiale)
5 Ricette di Barrette Energetiche fai da te
3 Minutes Sandwich! Un Panino delizioso in 3 minuti: Hamburger in salsa worcester
Hamburger Vegetariano con Ceci e Lenticchie
Insalata di Tofu, Agrumi con dressing di Senape e Agave
Barrette (senza glutine) di riso (o altri cereali) e cioccolato
La Torta nella Tazza dentro il Microonde
La Colazione Perfetta per i Runner
Panino con Hamburger di Tacchino e Verdure Croccanti
Il Pranzo Perfetto per i Runner
Patatine chips al Microonde
La Cena perfetta per i Runner
L’Acqua Aromatizzata
Smoothie Centrifugati e Frullati
5 Regole per sentirsi leggeri mangiando (e l’immancabile insalata)
Hamburger di ceci con fesa di tacchino e burro d’arachidi
Gazpacho di pomodoro, fragole e menta con bruschetta
I Runner scelgono il gelato artigianale
Una ciambella facile e veloce
Il Miglior Buongiorno (tutte le mie colazioni su Instagram RunLovers)
Non semplici Ghiaccioli Fatti in casa
RunLoverella-Crema di cioccolato e nocciole
Il Panino Parmigiana
Drink, Soft Drink e tutte le Bibite e Bevande
Cous Cous con avocado e pomodoro (Il Pranzo di Ferragosto)
L’Avocado: benefici, proprietà e ricette
La RunLovers Cheesecake (banane, yogurt greco e mandorle)
L’Importanza della Frutta Secca
Il Pollo in mille modi
Biscotti con Avena e Anacardi senza burro e zucchero
Il Dramma: Lo zucchero Raffinato
La Tartare della salute (spada, salmone, mango, agrumi)
Meglio le proteine vegetali o animali?
Gli Gnocchi equilibrati
Il Runner al Supermercato. L’inizio
Torta con Corn Flakes, panna e frutta
I semi
Rigatoni con avocado e canapa. Un primo equilibrato
A fare subito la spesa con me!
Dimagrisci correndo con la matematica della salute
Il Sushi fa bene ed è sano e leggero
I dieci comandamenti della dieta sana
Il Panino di zucca con l’hamburger di tacchino
RunLovers Pizza con Noci e mela
I Dieci Comandamenti della Sacra Colazione
Zombie Runner
5 Alimenti Autunnali che fanno bene alla salute
Facciamola breve: perché è importante fare una colazione abbondante
Tre Frullati per restare in forma
Pane ai multicereali con farina di segale e semi di girasole
November 21, 2015
Cosa c’è nel mio carrello? Burger Vegani
Continua la Rubrichetta Cosa c’è nel mio carrello e come la scorsa ho volta –parlando delle tre maionesi vegane preferite- ho deciso di raggruppare la stessa tipologia di prodotto. Mi piace più “la confusione” e passare di palo in frasca (ma va!?) e sproloquiare quindi saltando dalla quinoa alla mandorella ma per certi versi in questo modo si possono pure confrontare diversi prodotti. Premetto che impazzisco per degli hamburger di seitan e cipolla (di cui non ricordo il nome. Quanto è brutta la vecchiaia?) e che non appena saranno reperibili -già da un po’ non li trovo purtroppo- saranno i primi a comparire all’interno di uozinmaicarella, ma chiaramente contenendo glutine mal li digerisco. Per ovvi motivi ho quindi dovuto cedere le armi, farmene una ragione e “ripiegare” su altri tipi di prodotto. Non sono una che se non mangia svariati “burger” a settimana dà di matto, anzi ne faccio un uso davvero minimo. E mi piace tantissimo mangiarli, con il pane di timilia raramente altrimenti sempre e solo gallette, che per quanto assurdo possa sembrare vengono amate da me in modo profondo e sincero (dovrei parlare di quelle alla quinoa che ho scoperto recentemente). Fatto sta che si tratta davvero di un uso molto limitato non per chissà quale motivo ma semplicemente perché non ne sento il bisogno. Due volte al mese è tanto, per capirci. Ma sempre per capirci quelle due volte ne devo fare fuori almeno tre o non sono contenta. Vorrei vantarmi pure del fatto che sono arrivata a quattro, ok? Campionessa di vegan burger. Ci sarà una sagra dove poter mettere in luce la mia abilità? Se sì e la conosci ti prego: segnalamela in qualsiasi parte del mondo si trovi.
Oggi ticchetterò riguardo Burger di farro e carote (i miei preferiti tra i tre), Medaglioni di Tofu e riso e alghe (che si aggiudicano il secondo posto) e Medaglioni di tofu e miglio.
Burger di Farro e Carote
Ingredienti: Tofu 27%, acqua, soia, cloruro di magnesio, carote 14%, porri, farro 11%, glutine estratto di farina tenero tipo 0 Manitoba, olio di semi di girasole, polpa di soia, fiocco di patata, sale, aloe vera 1%. Per cento grammi di prodotto ci sono 217 Kcal con grassi 11,7 g e carboidrati 17,4g. Fibre 1,2g e proteine 9,9 g con sale 1,10g. Ho assaggiato tutta la linea di questa Bio Appetit comoletamente Vegan. La confezione è da 180 grammi e sazia tantissimo (ma io anche di due bei pacchi interi non ho mica così tanta paura, eh). Deliziosi anche scaldati al micro velocemente (mio metodo infallibile) ma ancor più sulla piastra calda. Mi piacciono senza alcun tipo di condimento che non sia un pizzico di wasabi. Se sono buoni così anche semplicemente scaldati figuriamoci se ci fosse dietro una sorta di elaborazione. Sono assolutamente da provare.
Medaglioni di Tofu, Riso e alghe
Amore a prima vista. Sarà perché contengono tre degli ingredienti base della mia dieta? Tre prodotti che amo. Le alghe purtroppo non si sentono come avrei pensato-immaginato-bramato ma va bene lo stesso. Semplicemente scaldati al microonde (come sopra) sono buoni. Il che è tutto dire. Mi piace piastrarli semplicemente e condirli con solo sale e limone ma con una base del genere ci si può scatenare davvero con decine di abbinamenti e accostamenti. Sogno di abbinarci una cremina leggera all’avocado e wasabi, giusto per dirne una. Vengono definiti “sfiziosa novità dal tocco esotico della linea Biolab”. Hanno un valore energetico per 100 grammi di 200 kcal tonde tonde con grassi 13,5g, carboidrati 6,3g, proteine 10,5g e sale 1,5 g. Viene definito un secondo piatto ma diventa tranquillamente un piatto unico se abbinato a una porzione di carboidrati e verdure. E quindi sì: un bellllllburgerrrrrrrr: paninozzo, verdura e burger (magari con la maionese vegana o la salsetta succitata).
Medaglioni di Tofu e Miglio
Quelli che mi sono piaciuti meno perché pesanti ma attenzione. Pesanti lo dice una che non digerisce a momenti la pera cotta, ergo un giudizio che vale praticamente niente, ok? Di base sono oggettivamente leggeri. Sul gusto non si discute e sono buoni. Un po’ meno morbidi e compatti di quelli di riso e dall’aspetto “più olioso”. Contengono tofu 28,8%, nigari, acqua, patate, miglio 11,5%, olio extra vergine di oliva, melanzane, fiocchi di patate, cipolla, carote, fibra di avena, fiocchi di avena, olio di semi di girasole, estratto di lievito, sale, addensanti, prezzemolo, aroma naturale, spezie, aglio (ahhhhhhhhokcapitotutto! Colpa sua!). Un’altra ottima alternativa che a prescindere ribadisco dal mio gusto rimane tra i migliori burger mai provati.
E tu? Hai qualche burger da consigliarmi? Ti va di raccontarmi la tua esperienza? Scopriamo insieme nuovi prodotti (oh! Pure io voglio sapere cosa c’è nel tuo carrello!)
Vuoi dare una sbirciata agli altri carrelli?
Gli alimenti che non mancano mai nella mia dispensa
Cosa c’è nel mio carrello (spesa #1) Crackers Raw al grano saraceno e al sesamo. Crackers senza glutine, Burro d’arachidi vegan e Crema di arachidi
Cosa c’è nel mio carrello (spesa #2) Dolcetti Raw cocco cioccolato e datteri, Noodles di Riso nero e Cioccolato Raw con i semi di chia
Cosa c’è nel mio carrello (spesa #3) Quinoa Rossa e Nera, Spaghetti di Quinoa, Crackers dolci Raw di Grano Saraceno
Cosa c’è nel mio carrello (spesa #4) Barretta Cocco zenzero, Dolcetti Raw vegan gluten free datteri e cocco, Chips di Cavolo Riccio
Cosa c’è nel mio carrello (spesa #5) Farina di Cocco, Lievito Alimentare, Biscotti Vegani al Sesamo
Cosa c’è nel mio carrello (spesa #6) Lievito Alimentare, Yogurt di Soia alle mandorle, Potato Crispies
Cosa c’è nel mio carrello (spesa #7) Pasta di Ceci, Pasta di Lenticchie, Tris di Riso integrale Basmati e rosso
Cosa c’è nel mio carrello (Spesa #8): Roo’Bar barrette vegan raw gluten free
Cosa c’è nel mio carrello (Spesa #9): Le migliori Maionesi Vegane
November 20, 2015
Natale con Gordon Ramsay (La Libreria di Iaia)
Dicevo che ho tutti i libri di Gordon Ramsay ma che per qualche oscura ragione ho ticchettato poco al riguardo, giusto qualche giorno fa qui a proposito di “Facciamola Facile”. Quale migliore occasione per riesumare questo volumotto che nelle prossime settimane potrebbe tornarci davvero molto utile? Si tratta di Natale con Gordon (ovviamente lui lo passa con la mia Cristiana e la cosa mi infastidisce parecchio perché vorrei che lei lo passasse solo con me, ma vabbè. Chedobbiamofare?). Direi che è giunto il tempo anche di pensare agli acquisti natalizi. A dirla tutta vorrei proprio fare delle liste. Un po’ come fanno le adorabili Fashion Blogger. Solo che al posto della 2.55 io ci piazzo il bimby in versione placcato oro. Che ne dici?
Guido Tommasi editore, 20 euro. Non ha la copertina rigida e non è pesante al tatto. La carta somiglia a quella di Facciamola Facile, che non apprezzo per mio gusto, ma le foto sono nettamente più strutturate e sono firmate da Chris Terry. La copertina recita:
” Le idee per il pranzo di Natale sono esaurite? La tradizione va bene, ma gira e rigira la tavola del giorno più atteso dell’anno ha sempre la stessa faccia. Fino ad oggi: questo è il momento della svolta, si cambia pagina, per davvero! E chi meglio di Gordon Ramsay potrà traghettarvi verso il successo culinario?”
In questo libro Ramsay a quanto pare raccoglie le sue ricette natalizie preferite. Ha pensato a noi compilando cinque menu diversi, ognuno incentrato su un classico rivisitato in chiave moderna. Per rassicurarci ha anche redatto una tabella di marcia per ogni menu. Insomma un po’ come avere un amico della portata di Ramsay che disquisisce sull’amletico dubbio “otto primi basteranno?” (intendo al Sud eh; perché il Nippotorinese con la storia di un primo-un secondo-un contorno pure a Natale nunsereggepiù). Vi è un abuso di cranberry che ama, dice, nei Cocktail e Smoothie ma anche nelle insalate, tortine e muesli. Ci consiglia gli alimenti irrinunciabili per la dispensa natalizia e i must dei formaggi da mettere in tavola per aprire le danze sorseggiando un bicchiere di vino. Per molti in Inghilterra non è Natale senza stilton che pare essere un must, ergo tutto si rifà bene o male -giustamente- alla sua tradizione natalizia. Ottima scusa per stravolgere un po’ le nostre abitudini? Direi proprio di sì. Tra consigli per i vini e abbinamenti di tacchino con Borgogna bianco o Chardonnay e filetto alla Wellington con Rioja Reserva senza dimenticare l’oca arrosto con il Riesling secco (arabo per quanto mi riguarda) si apre la prima sezione del libro ovvero:
Il Buffet
Frutta secca speziata e tostata come stuzzichino ideale, salmone affumicato con crema di avocado, tartellette alla zucca con salvia e timo, spiedini di manzo marinati, pollo alla paprika con salsa aioli, bignè allo Stilton, datteri ripieni con marzapane di pistacchi e miele e molte sfiziosità facilissime da preparare con ottimi abbinamenti che nella loro semplicità stupiranno eccome.
Il primo menu di Natale prevede Tacchino arrosto con limone, prezzemolo e aglio. Salsa gravy di tacchino con sidro e noci ripieno di maiale, albicocche e pistacchi. Salsa di mele e cranberry caramellati con patate arrosto curcuma e peperoncino e? E cavoletti di Bruxelles con pancetta e castagne (Iaia fatto senza castagne qui). Per chiudere il classico britannico: Pudding cotto al vapore con panna al whisky. Bingo!
Pianificare il Menu
Un’idea semplice quanto geniale questa. Perché ricetta a parte carpire l’organizzazione di un grande Chef come Ramsay è fondamentale no? Divide tutto in “con molto anticipo”, “il giorno prima”, “6-7 ore prima”, “4 ore e mezza prima”, “un’ora e mezza prima”, “circa quindici minuti prima”, “appena prima di servire”. Cosa ci spiega? Come mettere il tacchino e quando. Quando portarlo a temperatura. Quando è più comodo preparare la salsa e quando sfornare il tacchino per rendere tutto perfetto. Un modo utilissimo per farci sentire davvero la sua presenza. E lui in camicia che taglia il tacchino a pagina 33 vale tutto il libro, diciamolo. Dopo il tacchino per un perfect English Man poteva mancare il Filetto alla Wellington? Sia mai! E allora capesante saltate con vinaigrette ai capperi, uvetta e olive. Filetto alla Wellington natalizio, purè di crescione, purè di patate al tartufo e panna cotta con coulis di melagrana. Menu con prosciutto glassato è quello che segue. E si parte con il pesce, ovvero spigola, continuando.
Colazione e Brunch
Le feste sono anche questo perché checchesenevogliadiretuttattaccato il brunch è una festa. Lo è la colazione per certi versi (è già un terno a letto riuscirla a fare, diciamolo), figuriamoci una tavola imbandita di pancake, leccornie, scones e solo il cielo sa cosa. Ma a Natale si può sognare e sì, si può pure pensare di organizzare indimenticabili Brunch. Uova strapazzate con salmone affumicato su croissant tostati, polpette di patate e prosciutto, pancakes alla cannella con mele caramellate e pane di natale provenzale (che voglio provare assolutamente).
Pranzi e Cene
Zuppa di zucca con funghi selvatici, linguine ai funghi e tartufo e idee per rendere il salmone affumicato un piatto da tre stelle Michelin con piccoli accorgimenti e suggerimenti. Si può pure fare la zuppa! E mica lo sapevo io!
Che sia primo, secondo, contorno, stuzzichino, dolce, consiglio, colazione, pranzo o cena o brunch, Gordon nonostante non siano tante le ricette ci ha infilato dentro di tutto manco fosse un tacchino iper imbottito. Pure lo zuccotto di Natale. Che altro vogliamo? Un libro imperdibile perché il fatto che non ci sia una scelta vastissima gioca davvero -ma davvero eh- a nostro favore. Quello che c’è infatti basta e avanza. Va dritto al punto. Pur non appartenendo -la stragrande maggioranza- le ricette alla nostra tradizione poco importa perché alla fine “l’apertura mentale e la globalizzazione culinaria” ha portato anche questo: non soltanto tortellini in brodo al nord e scacciata e crispelle all’estremo sud. Una crema di avocado ci sta eccome e pure un pudding al posto del solito -santocielobasta- pandoro con la crema di mascarpone. Ok. Lo facciamo pure sì, ma un Natale in giro per il Pappamondo fa sempre la differenza, no?
Un libro imperdibile. Non costa molto. Si ottiene tantissimo. Sa di casa. E Gordon è stato così a carino a dirci minuto per minuto come muoverci che mancava poco ci dicesse: tre ore prima procedi con la depilazione dei baffetti, un’ora prima procedi con l’acconciatura, trenta secondi prima di aprire la porta ripassati il rossetto (e sono sicura che se avesse potuto ci avrebbe pure detto: 30 minuti prima non ripassarti la matita sulle sopracciglia che sembri Teo Teocoli).
(la finiamo con la storia della sopracciglia folte o no? Per piacere. Lo chiedo come regalo di Natale. Si può?)
Iaia Guardo's Blog
- Iaia Guardo's profile
- 1 follower

