Iaia Guardo's Blog, page 82
June 3, 2016
“Formaggi” e “Affettati” Vegan – Assaggi, considerazioni e deliri
Sul mio canale Youtube (se ti va iscriviti per non perderti i miei vaneggiamenti. Basta solo un account su gmail) ho da poco pubblicato il video su “formaggi” e “affettati” vegani. In sostanza ho provato dei prodotti -alcuni discutibili e altri meno- e delirando come sempre te ne ho parlato. Confesso che con i video ci sto davvero prendendo gusto. Una valvola di sfogo. Non avendo il tempo per scrivere e sostenendo dei ritmi un po’ bizzarri, posso riprendermi con calma quando ho qualche minuto o cucino durante la mia quotidianità e poi montare fotogrammi quando l’insonnia mi coglie e sproloquiare quando sono finalmente sola in casa. Diciamo che sto attutendo in questo modo il dolore di poter scrivere e disegnare poco.
Ho ricevuto ancor più email in questo periodo. Tendo di rispondere a tutti ma è davvero impossibile, a meno che la tempistica sia in modalità “iaia”, ovvero minimo un mese (sono pessima lo so). La cosa che mi dispiace di più è avervi fatto in qualche modo preoccupare. Non sto aggiornando il blog solo per mancanza di tempo e nulla di più. Perché gli impegni -come per tutti naturalmente- sono tanti e pur non mollando e non volendomi lamentare talvolta mi viene difficile.
Ripeto sempre che siete la mia forza più grande ed è vero. Non saprò mai ricompensarvi e ringraziarvi abbastanza. Insomma ci provo a programmare tutta la settimana qui sul Blog. Ho rinunciato al mio 2 Giugno di ferie proprio per questo, quindi: su le maniche e via! Comincio subito a mettermi a lavoro.
Grazie. Sempre.
Cosa mangio in un giorno e i miei 12 Cibi preferiti del periodo
Su Youtube -come accadeva un decennio fa su Splinder- c’è la moda dei tag, ovvero dei test. Quello che accadeva due-tre decenni fa con i test sul giornaletto, sì. Gira che ti rigira in fondo non cambia mai niente. E allora le domande: il tuo cibo preferito, il tuo colore preferito e cose neuronalmente impegnate tipo queste scatenano la fantasia in ogni dove. Premesso che non ho mai mai amato i test in genere o non ho mai partecipato a nessuna “catena” bloggereccia un decennio fa, c’è da dire che se non vengono seguiti degli schemi ben precisi da quell’idea può nascere qualcosa di utile o avvicinare semplicemente chi come me sta da questa parte e chi come me -allo stesso modo- sta dall’altra parte della schermo, quindi ben venga. Per quanto io mi sia esposta negli anni anche con argomenti che definire privati è un eufemismo, non è che mi sia messa totalmente alla mercé della rete. E quando dico rete non intendo di certo le anime belle che hanno deciso di seguirmi e tenermi compagnia. C’è sempre un confine che va rispettato ed è bello che ognuno stabilisca quale sia adatto alle proprie esigenze e al proprio modo di essere e ragionare. In fondo è sempre una questione di ciò che si è disposti a rinunciare e avere. Diciamo che non mi sono mai fatta troppi ragionamenti o elucubrazioni mentali. Semplicemente ho rispettato sempre chi mi è stato accanto e non ha deciso come me di esporsi senza che qualcuno abbia dovuto chiedermelo. Difficilmente sono apparsi volti dei miei amici, parenti e persone a me vicine per mia scelta esclusiva. Se poi qualcuno ha avuto il piacere di comparire non ha potuto che farmi felice ma sempre con parsimonia e attenzione. È già difficile essere responsabile della mia immagine, figuriamoci di quella degli altri. In fondo sono parsimoniosa pure con l’immagine di Koi, perché per quanto possa essere assurdo pensarlo lei è mia. Appartiene a qualcosa di talmente privato che esporla giusto per fare vedere un bel musetto sembra irrispettoso. Questo inutile chiacchericcio perché ci tengo tantissimo a sottolineare che il mio percorso su Youtube -appena cominciato- non ha uno schema o una linea ben precisa. Quello che so è però che avvicina pericolosamente e varca quei confini per me importantissimi. Se dai di più visivamente ci si aspetta di più. Un po’ come accade con Snapchat. È successo infatti -involontariamente- che io abbia ripreso anche delle parti della mia abitazione privata come -coscientemente- non mi era mai capitato di fare. Se da una parte questo “mi avvicina” a chi da anni mi vuole bene e segue con enorme affetto -che tento di ricambiare e moltiplicare nei modi a me disponibili e possibili- “mi allontana” dalla mia idea di rispetto non solo per me ma per chi mi sta accanto. L’esperienza visiva in movimento ho capito essere incontrollabile rispetto a quella statica come un’illustrazione o uno scritto. Scatta qualcosa che se non riesci a individuarlo fa sì che i confini si annientino e in principal modo sia tu stesso a cadere in tranelli finora impensabili.
Se qualche mese fa mi avessero detto che avrei fatto “what I eat in a day” ci avrei riso su, parecchio. Poi ho capito che quando dai una minima parte di te è giusto anche mollare quello che stai cercando di trattenere. Sempre sotto stretto controllo. E lo devi fare più per non costringerti a darti sempre delle regole ferree che altro. So come funziona la rete sia da una parte che dall’altra e ogni mossa può dimostrarsi indimenticabile nell’accezione positiva e negativa del termine. C’è chi può ergerti a musa ispiratrice e nel mio caso -lato cibo- sbaglierebbe ed è per questo che tento sempre di mantenere una linea precisa e di distacco. C’è chi può recepire una porzione sbagliata e credere che tutto quello che viene visivamente offerto corrisponda alla realtà. Potrei continuare ad andare avanti per ore con questa chiacchierata tra amici ma la verità è che forse ho bisogno solo di giocare un po’. Essere meno rigida con me stessa. Ricominciare e trovare un altro tipo di equilibrio perché sono così tante le mie costrizioni che a volte faccio fatica a contenerle tutte. Per questo mi sono detta che sì. Il momento Cioè e test da quindicenne poteva pure starci.
E che forse poteva diventare una nota fuori dal coro. Poteva ricordare che questi sono giochi. Poteva sottolineare che è dal nutrizionista che si deve andare e non improvvisare e mangiare quello che una Youtuber o Blogger consiglia. Essere io stessa produttrice e spettatrice di qualcosa che inevitabilmente sta cambiando ancora una volta il modo di comunicare e percepire.
Non ho molte qualità e sono una distruttiva masochista per antonomasia ma semmai dovessi dire un mio pregio non farei fatica a sceglierlo. Anche perché credo di avere solo questo: l’autocritica. Ho una fortissima autocritica che credo possa essere un buon punto di partenza per crescere ed essere una nota stonata e accordata male. Individualista nell’omologazione. Credo si possa sintetizzare così. Ho scelto volutamente le due tipologie che mai avrei creduto di fare, ovvero “cosa mangio in un giorno” ipotetico e i 12 cibi preferiti del momento. Chi mi segue da anni conosce per certo il mio modo di pensare. Youtube non sarà mai un lavoro e non potrà essere per me una fonte di guadagno. Se lo fosse -come tutte le cose che ho fatto- finirebbe nelle tasche di qualcuno sicuramente più bisognoso di me.
Mi affascina tutto questo. Mi fa sentire come sempre aliena a un sistema. A un modo comune di pensare e ragionare. Lo faccio per una forma di voyeurismo anche nei mie confronti. Per testarmi, capirmi, analizzarmi e criticarmi.
Poi come ieri mi arrivano messaggi che ribaltano tutto. C’è chi mi ringrazia per dare un po’ più di me. C’è chi mi dice che da quando sono su Snapchat mi sente come un’amica. Che faccio compagnia in una situazione brutta con le mie adorabili sciocchezze. Che “non ti ho mai commentato ma so quanto ti costa esporti e allora lo faccio anche io” e. C’è che poi tutto scompare e mi dico: semplicità.
Forse se davvero prendo tutto con più semplicità ricordandomi e ricordando sempre e senza problemi chi sono e da dove vengo allora anche questa volta non mi perderò.
I 12 Preferiti *Food Edition*
Ho già fatto le doverose premesse nel video What I eat in a day. Che bisogna andare dal nutrizionista. Che queste vogliono essere chiacchierate. Che non saranno mai spottoni o prodotti ricevuti (per mia etica non ho mai ricevuto prodotti. MAI). C’è davvero l’ingenuità, la verità e la voglia di comunicare, condividere e imparare. Soprattutto da parte mia.
Non c’è niente di più importante che la comunicazione. Ed è nella comunicazione che molte volte si trova la salvezza. Perché il silenzio è un po’ come il buio, no? È non vivere. Nascondersi. Celarsi. Spaventarsi.
Dodici cibi preferiti e quello che mangio -ad esempio- in un giorno. Poi ci sono giorni che mi butto giù tre vaschette di gelato. Poi ci sono giorni che digiuno. Poi ci sono giorni che mi mangio otto panini con l’avocado e rantolo in un angolo. Poi ci sono giorni che mi dico: oh, ma lo sai che ti dico? Non lo voglio il tofu! Voglio tre barrette di cioccolato.
Perché in fondo nessuno è migliore di un altro. Siamo fondamentalmente una massa omologata uguale e diversa che cerca, spera e vuole la stessa cosa e il contrario. Un continuo movimento. Altrimenti sai che noia?
June 2, 2016
What’s in my carrello *Video Edition*
La Versione “Cosa c’è nel mio carrello” trasformata in “What’s in my carrello”, da leggere rigorosamente in uozzzinmaicarellooouuuwwww. Lo so. Forse sto esagerando e non era il caso che compissi questo scempio uditivo-visivo ma non ho saputo resistere. Produrre una gran mole di idiozia e inutili utilità è un mestiere difficilissimo e devo portarlo a termine fino alla notte dei tempi con estrema serietà, sobrietà e pure con tanto self (un)control. Questi due video sono usciti nelle settimane precedenti sul mio canale youtube (se ti fa piacere puoi iscriverti e lo trovi qui). Credo -seriamente- che rovistare e sbirciare nel carrello sia un ottimo modo per conoscere nuovi prodotti e fare due chiacchiere e considerazioni insieme. Divertente, sopra le righe e a tratti buffo come metodo ma se ci pensi è bello dire “ho comprato i crackers di avena perché li consigliava quella cretina di maghetta”. Entro nella tua vita e tu nella mia.
Poetica come cosa. Come tutto quello che riguarda la condivisione di idee, esperienze e parole. Quindi bando alle ciancie e rovista nel mio carrello! Non dimenticarti di dirmi se hai provato qualche prodotto o hai intenzione di farlo e soprattutto se vuoi consigliarmene qualcuno da provare. Al grido di uooooozzzinmaiiiicarrellloouuwwwww premi play, che io vado a prepararti i pop corn. Non sarò fare il caffè ok, ma faccio dei pop corn da paura! (pure al wasabi!)
May 17, 2016
Zuppa di Miso *VideoRicetta* (prima variante: semplice)
Una delle Rubriche mi è dispiaciuto più abbandonare è quella Nihon. Saranno passati ormai cinque anni e la cosa mi terrorizza alquanto perché ne ho percepiti tre. Mesi però. Mi manca soprattutto scrivere di Katsuonushi, brodo dashi, brodo ichiban dashi e molto altro. Sulla zuppa di miso si dovrebbe scrivere un accurato e dettagliato trattato perché la base per questa zuppa, che fondamentale rimane un brodo arricchito, può essere declinato in diverse variazioni. Con il katsuobushi appunto, ovvero con i fiocchi di tonno essiccati che sono la base del dashi, fondamentale per la cucina giapponese.
Il brodo dashi è infatti l’ingrediente base -insieme alle alghe giusto per citare le regine indiscusse con il Re riso- per far sì che diverse preparazioni siano in linea con gli altissimi standard nipponici nella loro incredibile semplicità. Tutto quello che questa filosofia culinaria insegna. Per questo motivo mi sono convinta di dover fare le diverse preparazioni in formato visivo e quindi pubblicarle sul mio Canale Youtube. La prima -che vedi- è quella “a modo mio”, ovvero la più semplice. Non che le altre non lo siano, per carità. Questa però ha una sorta di battuto “occidentale” che non viene molto spesso contemplato nella cucina tradizionale. Per questo motivo ho voluto definirla “semplice”. Semplice per noi occidentale, ecco.
Al posto della kombu ho adoperato la mia amata wakame ma anche con la prima non è affatto male.
May 16, 2016
Le 5 Proteine Vegetali, il Cavolo e il “latte” vegetale. BINGO!
Fagioli bianchi, Ceci, Lenticchie, Tofu e Quinoa.Facciamo un gioco? Chi ha più proteine per 100 grammi? Dovremmo fare -io per prima- giochetti di questo tipo più spesso per testare il nostro grado di cultura alimentare. Se hai voglia di scoprire un po’ di più circa le proteine vegetali e hai voglia di leggere il mio ultimo articolo su RunLovers ecco il link:
5 Proteine Vegetali che non devono mai mancare nella dieta
Ti sei perso i miei ultimi deliri?
Facciamo un Riassunto anche per RunLovers? Oggi è la giornata dei riassunti, sì.
Col Cavolo che dimagrisco!
Frullalo, centrifugalo, mettilo nella vaporiera e nell’essiccatore. Fai le chips, tortine e cuocilo pure al gratin. Arrostito o nelle zuppe, nelle insalate o nei panini. Fai vellutate e abbinalo al tofu ma anche alle zucchine e il salmone. Frullalo con l’avena e le fragole e mettilo nella frittata da cuocere nel forno (sì lo so che si chiama frittata perché è fritta ma l’hai mai fatta al forno?). Nella pasta con lo spinacino fresco e nei noodles. Nella zuppa di miso o nel riso. In cocotte o con la salsa di soia. Con la frutta e con la quinoa ma anche con il grano saraceno e pure nel latte vegetale con i frutti di bosco.
Potrei continuare per ore ed ore. Il cavolo è uno degli alimenti più versatili, gustosi e generosi che la natura ci offre. Troppo spesso bistrattato, escluso e messo da parte solo perché non odora di Narciso Rodiguez o di Mademoiselle Miss Dior. Eppure ha carattere da vendere e l’odore del cavolo è forte, coraggioso e maschio. Altro che patchouli o legno. Un super verde di eccellenza che depura, fortifica e nutre. Vitalità e purificazione. Capacità rinfrescante ed energizzante. Il cavolo fa bene e bisognerebbe mangiarlo almeno -e sottolineo almeno mille volte- tre volte alla settimana. Un centrifugato di cavolo e limone è una bomba depurativa.
Latte di Mandorla e Avena da fare in casa
Qualcosa sul latte è stata detta. Se vogliamo proprio fare i pignoli il latte vegetale dovrebbe essere chiamato bevanda vegetale. Ho visto cose che voi umani.
C’è chi si offende a morte se chiami latte una bevanda vegetale, ma io che sono una che ha cose cose ben più importanti da pensare -detto con fare antipatico e sarcastico- non voglio dilungarmi molto su questa inezia. Ognuno lo chiami un po’ come gli pare. Sono sicula e nel mio DNA scorre quel meraviglioso cromosoma che la mia migliore amica romana chiamerebbe “SCIALLO”. Il cromosoma sciallo che sorride a tutte le avversità della vita e che non sta lì a torturarsi per ogni fesseria. Filosofia di vita: sorridere di più e lamentarsi di meno per ogni sciocchezza
7 VideoRicette in un colpo solo. Dall’antipasto, al primo, al contorno, al dolce.
Il mio ultimo aggiornamento riguardante le Videoricette che sto caricando sul Canale Youtube risale alla zuppetta -che amo- con seitan e patate. Neanche lo dico più che non ho tempo perché sono talmente noiosa che mi viene voglia di prendermi a ceffoni (e lo faccio, sia chiaro. Quando trovo il tempo però). Da circa due settimane ne sto caricando uno al giorno; anche perché questi video erano pronti già da un po’. Qualora quindi non dovessi comparire qui sai che puoi trovarmi sul Canale e che se hai voglia di iscriverti (basta un account gmail) per ricevere aggiornamenti mi fai solo felice.
Visto che alcune di queste ricette sono già comparse sotto forma di articolo e foto sul Blog non mi sembra il caso di dedicare eccessivamente spazio a ripetizioni; al contrario lo farò con dei post appositi nel caso in cui le ricette siano più particolari o non siano state pubblicate qui. Sto per confonderti lo so. Lo sono anche io.
Insomma questo è un piccolo riassunto delle VideoRicette precedenti. Perché sono così fastidiosamente prolissa non lo so. Colgo l’occasione per ringraziarti. Siamo a 112.0o0 persone circa iscritte alla newsletter di questa cucina psicolabile, confusa e senza controllo. Io non so davvero -ma davvero- come ringraziarti. Vi voglio bene. Non per modo di dire o perché si deve dire ma proprio perché.
Vi voglio bene.
VideoRicette
Avevo già parlato delle patate con l’alga nori. Una ricetta tanto semplice quanto gustosa. Nessuno riesce a resistere a questa preparazione. Molto presto vorrei girare quella dell’insalata di patate con l’alga wakame che è strepitosa almeno quanto questa (che confesso essere una delle perversioni culinarie degli ultimi anni. Fosse per me mangerei solo questo).
Insalata drenante e purificante con i cetrioli e una salsetta facilissima da fare con la salsa di soia e il wasabi. Non digerisco il cetrioli (anche togliendo la buccia, sì) ma mi piacciono così tanto che non posso rinunciarci. Questa insalata nella sua assurda semplicità fa la differenza e se vuoi arricchirla con mais o qualsiasi altra foglia verde godrai di un piatto davvero fresco (diuretico), rinfrescante e buono.
La Frittata Giapponese più veloce dell’ovest! (perché a est stanno loro. Sì devo smetterla). Una frittata buonissima che unisce quel pizzico di nihon grazie alla presenza dell’onnipresente salsa di soia. Puoi arricchirla come preferisci e mettere verdure, tofu, seitan ma anche pezzotti di carne se fanno parte della tua dieta (con i gamberetti è molto apprezzata. Insieme alle zucchine che fa tanto anni ’80? yes!)
Un risotto davvero speciale -con quattro tipi di riso diversi- con verdure croccanti e speziate e gamberoni. Sono usciti diversi nuovi miei articoli su RunLovers e questa è una ricetta semplice quanto gustosa che può diventare anche piatto unico. Ho deciso di trasformarla in formato videoricetta giusto per non farmi dire che cucino solo alghe, oh. Che poi non è vero. Incredibilmente non me lo dice nessuno, e anche se fosse: come dar torto?
Mi piace solo fare una sacrosanta autocritica perché tutti sono così carini e gentili che a me non resta la maggior parte delle volte che piagnucolare commossa dietro lo schermo, attorcigliandomi dall’emozione.
Pomodori al forno ripieni di tofu strapazzato con erbette. Non mi esalto mai per le mie preparazioni, anche perché a casa ho un buon metro di misura, ovvero “ma finiscila! Mangiati la mortadella!”; posso quindi asserire con assoluta certezza che questi avranno successo anche per i palati più ostici e poco salutisti (mamma ha stranamente approvato, sì. Ha aggiungo solo 3 litri di olio e maionese ma va bene uguale). Buonissimi e facili da preparare sono tra le mie ricette preferite del periodo. Un piatto fresco e primaverile che si può preparare per tempo -riscaldarlo o mangiarlo freddo- e perché no portare pure in ufficio. Con l’aggiunta di qualche carboidrato e frutta può diventare un pasto completo e bilanciato.
Del Baba Ghanoush ho parlato e straparlato (e ho fatto anche la scheda grafica che puoi trovare qui). Mancava la Videoricetta? Sì. Eccola! Mi hanno consigliato di farlo con la zucca e questa cosa che non è Ottobre mi infastidisce alquanto. Fortuna che posso arrivarci sana di mente mangiando almeno tre chili di Baba Ghanoush al giorno perché pure con lo yogurt bianco naturale è buonissimo. Droga.
Ah e l’hummus di piselli? Devo parlare dell’hummus di piselli. In questo periodo mangio così tanti legumi che mi sento un pallone aerostatico. Ma sono felice e in fondo c’è cosa più importante? No.
Di questi Brownies vegani con i fagioli ho parlato qui. Nessuno ha mai creduto che ci fossero dei fagioli dentro e che fossero senza zucchero. Nessuno ha mai creduto che fossero vegani. Tutti hanno chiesto il bis e il tris. La cosa che mi ha reso più felice? Il mio amato zio Benedetto e la mia bellissima (issimaissima) cuginetta (che ha fatto 20 anni ma non mi rassegno) Clelia hanno apprezzato tantissimo. Ricetta da provare indiscutibilmente. Senza alcun tipo di pregiudizio. Dopo l’assaggio ne riparliamo?
Buon inizio settimana!
Non ho più scuse adesso. Un aggiornamento veloce l’ho fatto e non sono così indietro, adesso. In realtà ne ho pubblicate almeno un’altra decina di videoricette ma sarà mia premura pubblicarle; molte di queste infatti -come dicevo poco più su- non sono mai state pubblicate all’interno del blog e meritano sicuramente qualche riga dedicata in più.
Non mi resta che ringraziarti infinitamente e invitarti a lasciarmi tue notizie. Perché io faccio sempre fatica a rispondere a tutti tutti tutti immediatamente ma. Pian piano come sempre (purtroppo) arrivo.
Un bacione!
(grande eh! Che i siculi i bacetti o li danno grandi e rumorosi o niente!)
May 6, 2016
La libreria di Iaia: Ducasse Bebè 100 Ricette semplici sane e buone dai 6 mesi ai 3 anni
Ducasse è uno di quei nomi che fanno tremare. Di rispetto e stima. Alain Ducasse non è solo un cuoco ma un grande artista francese naturalizzato monegasco. Giusto per dirne una, senza sminuire le altre, presta la sua opera al Jules Verne sulla Torre Eiffel. Bastano giusto due o tre foto del panorama mozzafiato anche solo da Google Map per sentirsi male. Il bello è che quello non è neanche l’apice di tutto quello che rappresenta Ducasse ma una semplice mollichina. Ha pubblicato tantissimo (e ho preso tutto, neanche a dirlo) e collabora “solo” con l’Agenzia Spaziale Europea per lo sviluppo dei cibi più adatti agli astronauti. Diciamo che Ducasse è uno dei pochi che non impallidisce davanti al curriculum di Ottolenghi, che già basta come metro di misura. Che ha avuto tre stelle Michelin in tre ristoranti diversi e che ha compiuto l’impresa di gestirli contemporeaneamente neanche lo dico perché sembra semplice routine quando si parla dell’incredibile Monsieur Ducasse. Ricordo -anche con tanta commozione- di averlo fatto comparire in una delle mie primissime fumettoricette, che apparvero su Grazia. Una delle mie prime grandissime soddisfazioni che ancora oggi mi provoca brividi a più non posso. Tra l’altro in concomitanza con la prima volta che vidi su un giornale il mio nome. Sospiro.
L’Arte in Cucina
Ducasse può piacere come no -e aggiungo come tutti e tutto- ma è il più grande cuoco presente sul pianeta e vanta una ventina di stelle Michelin sparse nei 27 locali (ultimo dato da me letto) che dirige per il mondo. Alla domanda “ma non è caro 400 euro il menu al Plaza-Athénée di Parigi?” risponde semplicemente “no. Non è caro”. Diciamo che è un cuoco eccezionale che cucina in rare occasioni. Un paradosso, no? Più che altro adesso è a tutti gli effetti un marchio. Una garanzia non solo di qualità ma di eccellenza suprema. Confesso che sto lì sulla sua pagina facebook a volte a guardarlo e ammirarlo. I volumi di Carne, Pesce, Verdure e Cereali (credevo di averne parlato ma dall’archivio non mi risulta. Sono sempre la solita insomma) contengono degli scrigni incredibili di meraviglie e bellezze mai viste. Va detto che sinora il mio metro di paragone è sempre e solo stato lui. Solo Leemann e lui riescono nell’intento di paralizzarmi la bocca. Una capasanta e un fagiolino diventano un Picasso e una zuppa pare che sia intervenuto Dalì. L’insalata di Ducasse -una banalissima insalata- sembra essere il sogno di Kandisky e che ci abbia messo il pennello pure Mirò. Arte pura da ammirare e da godere anche stando seduti a casa senza pagare 400 euro; che comunque pagherei senza batter ciglio fosse solo per poter toccare un suo piatto. Fotografarlo è uno dei sogni che spero di realizzare.
Ma dopo tutta questa lunghissima premessa la domanda è: cosa c’entra allora Ducasse con 100 ricette semplici, sane e buone dai 6 mesi ai 3 anni. Beh c’entra eccome. Perché se ho diritto io di parlare e straparlare di cibo e sono solo un’incompetente cretina perché mai dovrebbe tacere il più grande Cuoco vivente del pianeta anche se in un contesto apparentemente poco di sua competenza?
Bene. Il volume in questione è edito da Ippocampo e ha come prezzo 19,90. Roba che quando l’ho visto mi sono detta: ah 199 euro! Economico! Lo prendo. Perché va detto che le pubblicazioni di Ducasse sono sempre molto costose. Poi quando sono riuscita a mantenere un momento di lucidità mi sono resa conto che non avevo davanti il solito malloppone di 34 chili ma un volume leggero con “sole” 100 ricette e che la copertina non era così bella da farti lacrimare. Per carità la trovo adorabile ma diciamo che Ducasse -come è giusto che sia- ha voluto fare qualcosa per noi poveri umani (mi dico inizialmente). Non è infatti un volume da tenere in salotto e fare vedere ai parenti (io faccio vedere sempre quello delle Verdure, per dire. E lo tengo in una teca. Tutti devono inginocchiarsi e. Ok la smetto), ma sorprende come siano riusciti a mantenere quell’eleganza che da sempre contraddistingue il nome Ducasse pur mantenendo un “profilo basso” (molto ma molto tra virgolette).
Ma procediamo con ordine che faccio confusione come sempre
In copertina c’è scritto Alain Ducasse e Paule Neyrat, dietologa. Le fotografie sono di Rina Nurra. Le illustrazioni sono di Christine Roussey. Il direttore della collana è Emmanuel Jirou Najou e i ringraziamenti li fa Jérome Lacressonnière. In un attimo è il panico e io non capisco che cosa abbia esattamente davanti. Chi lo ha scritto questo libro? Non ci sono tutte questi grandi spiegazioni. Quindi diciamo che io ho comprato il libro credendo fosse di Ducasse con l’aiuto di una dietologa. Poi mi sono detta: ah no, la dietologa con l’aiuto di Ducasse. Ah no. L’ha scritto Jérome Lacressonnière che non compare in copertina (ma dopo tre pagine insieme a Ducasse e Neyrat) e nei ringraziamenti. PANICO.
Si parte così. Con delle illustrazioni dal sapore di vignette. C’è PN e AD (giusto per farla ancora più complicata) e con guizzo di intelligenza capisco allora che trattasi di AlaineDucasse e Paule Neyrat raccontate da? Jérome o dall’illustratrice, ma ormai poco importa. Ci sono stata solo 39 minuti a capire l’autore. Me ne basteranno altri 987 per capire il resto, no? Fiduciosa proseguo.
PN: Passare dal biberon al cucchiaino e seguire le fasi della diversificazione non è scontato per le giovani mamme.
AD: Da qui viene Ducasse bebè, che fornisce loro la chiave per nutrirli in modo semplice, sano e buono senza impazzire.
PN: Uno chef del tuo calibro che si interessa di purè, composte e passati è quanto meno qualcosa di inatteso. Nei tuoi ristoranti stellati non servi questi piatti.
AD: È vero ma ciò non significa che non li sappia preparare. Quello che mi interessa prima di tutto è che questi bambini conoscano poco a poco i diversi sapori grazie ai prodotti di qualità, non a quelli industriali confezionati.
Continua con un’altra pagina di vignette e poi il gran finale di Monsieur Ducasse: Perché è nei primi mesi che si costruisce il gusto. Si imprime nel cervello e vi rimane per tutta la vita. Negli omogeneizzati non c’è amore. La cucina, pulizia delle verdure compresa, è un gesto d’amore. È importante.
E PN chiude con: hai ragione chef, come sempre. Poi partono le ricette e ne parliamo ma. Ho voluto appositamente raccontarla così perché è davvero l’unico libro al mondo che mi ha confuso. Che mi ha portato fuori strada. Sarà che sono davvero molto stressata e poco lucida, ergo se qualcuno lo ha acquistato e vuole farmi un disegnino gliene sarei grata, ma è l’unico difetto che ha. Quindi se siete maniacali e precise come me. Volete capire chi è l’autore. Chi ha disegnato. Chi fotografato e chi sviluppato sappiate che questo volume è degno di una puntata di un giallo condotto dalla mia amata Leosini.
Questo è quello che mi ha confuso e non mi è piaciuto moltissimo ma il resto è: idillio, amore a prima vista e venerazione. È un volume che vale molto più che 20 euro scarsi. Non so quindi esattamente quanto ci sia della dietologa, di Ducasse e di Jérome ma sta di fatto che qualsiasi creativo-chef-cuoco dilettante-cuoco professionista- nutrizionista-team ci abbia messo mano l’ha fatto in modo così perfetto che ti commuovi. Le foto sono molto belle e semplici e non hanno nulla a che vedere chiaramente con chi è abituato agli scatti presenti in libri dove compare il nome di Ducasse. Lucenti, molto bianche e poco gnegnegne. Ravvicinate ma che ti fanno venire l’acquolina in bocca e senza tanti fronzoli “bimbosi”. Non ci sono i cucchiaini con le paperelle per capirci (e un po’ mi dispiace perché mi piace sempre il cucchiaino con la paperella o quello con l’elicottero, uff).
Il libro è diviso in:
Orto
Campi
Mare
Terra
Frutteto
E mi piace moltissimo questa impostazione. Quello che mi fa letteralmente impazzire è però l’indice. Mi commuovo sempre quando c’è un indice fatto bene per ingrediente. Si comincia con la tabella di diversificazione che va dai sei mesi ai tre anni. Ci sono le avvertenze dell’autore che dice di aver creato le ricette in base all’età del bambino ricordando che i nuovi ingredienti nell’alimentazione devono essere inseriti sotto il controllo di un pediatra che saprà adattarli ad ogni singolo caso, tenendo soprattutto conto degli eventuali rischi allergici. E ci sta pure la sacrosanta specifica che l’autore e l’editore non potranno essere considerati responsabili in caso di aggiunta di nuovi alimenti al regime alimentare del bambino senza parere preventivo del pediatra. Amen.
Una tabella chiaramente indicativa che non aveva bisogno certamente di queste specifiche ma è giusto considerato il fatto che non tutti a questo mondo se la sentono di attivare realmente i neuroni.
Parliamo un po’ delle ricette?
Nella sezione dedicata all’orto ci sono passati, minestre, patate, piattine di verdure fresche e delizie di ogni sorta. Va detto che non sono affatto pappette che fanno storcere il naso agli adulti, anzi. Il tocco di classe c’è e questo mi fa davvero e realmente supporre che Ducasse ci abbia messo ben più di uno zampino o comunque chi per lui. Non sono i classici abbinamenti che si trovano con le tipiche foto di cucchiaino a paperella di cui sopra. Si consigliano verdure esclusivamente bio che sono migliori da ogni punto di vista per formare il gusto dei piccoli e salvaguardare la loro salute. Si comincia con il “capitolo” Passato di carota e zucca in declinazioni diverse, perché il bello è che ogni ricetta (nel senso che sembra una ricetta e ha una solo foto ma si tratta di ricette nella ricette) nasconde diverse variazioni e quindi: passato di carote, passato di zucca, passato di carote e arancia, passato di carote e coriandolo, passato di carote e curcuma, passato di zucca e zenzero. Zucchine, bietole, insalata e prezzemolo: passato di zucchina e patate, passato di bietole e patate, passato di insalata e patate e passato di insalata o zucchina con prezzemolo e patate. Invidia, spinaci e finocchio: passato di indivia, patate e cerfoglio, passato di spinaci, patate e prezzemolo, passato di finocchio e patate e passato di finocchio e mela (connubio a mio avviso buonissimo).
A lato di ogni ricetta c’è una piccola illustrazione (quasi sempre uguale) con l’interscambio di AD e PN, ovvero dello Chef Stellato e della dietologa, quindi si fa sempre più chiaro in me il fatto che l’autrice sia Jérome e che poi Ducasse e PN intervengano in qualità di non so cosa precisamente e in che ruolo ma non importa: il risultato è bello assai. In questo caso Ducasse dice che le patate addolciscono il sapore un po’ intenso di queste verdure -indivia, spinaci e finocchio- e che si possono sostituire con quelle dolci americane. Al contempo la dietologa PN dice che dai 7 mesi si possono tranquillamente grattugiare sul passato 10 grammi di mimolette o di un altro formaggio a pasta dura.
Porro, sedano rapa: passato di porri e patate con erba cipollina, passato di sedano rapa con patate e cerfoglio e passato di rapa con patate e prezzemolo, senza dimenticare il passato di sedano rapa e mela. Anche qui la dietologa interviene dicendo che sedano e rape non sono il massimo della digeribilità e che il piccolo deve avere almeno 10 mesi. Le rape sono ricche di fibre ma vanno frullate accuratamente.
Sopra ogni ricetta c’è scritto quando la ricetta può interessare la mamma, il tempo di preparazione e il tempo di cottura. Nelle foto compaiono bambini bellissimi che girano l’insalata e anche momenti di gioco e gioia. Si va avanti con carciofi e piselli, asparagi verdi e uova a mimosa, capelli d’angelo, latte e funghi ma anche il pesto fatto di basilico e rucola o di erbe ma a partire dai nove mesi Ducasse ci consiglia di arricchire il passato con il pesto per renderlo ancora più gradevole al pargolo.
Ci sono molti piatti unici come patate americane, pancetta e cipolla rossa ma anche patate, olive e orata. Patate vitelotte, nasello e mela. Clafoutis di porri con tè stagionato, Pomodoro al pomodoro dove ci comincia a parlare di concassè e tartare ma siamo già ai 18 mesi ed è giustissimo così. Polenta, zucchina e santoreggia. Risoni pollo e verdure estive. Risotto, cipollotto e zucca. Conchigliette al prosciutto e tartufo perché Ducasse dice che a 12 mesi è giusto iniziare il piccolo al sapore del tartufo (esselodiceducasse). E via con infinite meraviglie. I piatti mi piacciono davvero moltissimo. Compaiono illustrazioni -extra a quelle di AD E PN che sono pressoché sempre uguali- molto uguali di orsetti con facce da broccolo e funghetti. Sono bianche e nere e poco colorate, va da sé che diventano ai miei occhi perfette. Forse troppo verde per i miei gusti ma sono pur sempre quella che ha paura di un colore quindi la persona sbagliata sono io. Farro piccolo, finocchio e orata e Pasta di broccoli con cheddar. Scampi, rapanelli e arancia. Sandwich di sardine e verdure cresto con il pesto e tantissime indicazioni anche sulle verdure di stagione e come sceglierle. A pagina 118 c’è pure Ducasse dal pescivendolo. Granciporro, avocado e invidia ma anche maiale, pastinaca e pera. Tajine di agnello, albicocche secche e semola e pollo marinato con yogurt limone e mais. Quando si è intorno ai 18 mesi sfido chiunque adulto che stia lì a non leccarsi i baffi. Magari troppo semplici le prime (ma dipende sempre dai gusti) ma sul gran finale ci sono proprio i fuochi d’artificio. Va detto che non tutte le ricette hanno una foto.
I dolci ci sono ma non sono tanti: ananas e chiodi di garofano, clementine in camicia con anice, fromage blanc fichi e corn flakes, porridge con pescanoce e albicocca, clafoutis e crepes arrotolate con la frutta. Insomma dolci francesi classici né più né meno.
Lo compro o no?
Il libro tra variazioni sulla mela e i frutti invernali dà davvero infinite variazioni. Ce ne sarebbero ancora di cose da dire ma credo di essere andata già troppo in là con i tempi. La mia soglia dell’attenzione è svanita almeno 15 minuti fa e la tua sicuramente dopo il titolo. Come darti torto?
Fatto sta che 19,90 sono niente per ricette di questo tipo e per progetto grafico. La carta è bella e non troppo lucida. Le foto sono davvero molto belle e sfogliarlo è piacevole per gli occhi. Per il palato è un passo successivo. Ho provato diverse vellutate -perché ne vado pazza- e gli accostamenti seppur semplici sono quelli che ogni volta dici: uhhhh potevo pensarci! Quindi tanto semplici non sono.
Da comprare assolutamente per le mamme disperate ma anche per chi ha voglia di mangiare dei buonissimi piatti e ricominciare come avesse 18 mesi. Che c’è sempre tempo per imparare e soprattutto è sempre il tempo per tornare bambini.
Sempre, davvero.
May 5, 2016
VideoRicetta: Zuppetta primaverile con seitan, patate e pomodorini
May 4, 2016
Videoricetta: Patate alla Giapponese
Avevo parlato di queste patate -uno dei miei piatti preferiti- non troppo tempo fa. Visto che sto dedicando un pochino di tempo al mio Canale Youtube (se ti fa piacere iscriviti. Lo trovi qui) l’ho pubblicata anche in formato video, in modo da dimostrare quanto semplice sia la preparazione. La bontà di queste patate è indiscussa. Le alghe riescono a conferire un sapore prezioso e particolarissimo. Diventano morbide pur restando croccanti e sgranocchiarle con le patate è una delle mie attività preferite. Potessi farlo ventiquattro ore su ventiquattro firmerei il contratto senza rifletterci un nano secondo. L’alga nori calda e abbrustolita cambia totalmente gusto; che poi diciamocelo lo dice pure Jiro -il maestro mondiale di Sushi- che anche nella preparazione classica del sushi l’alga nori dovrebbe essere prima passata sul fuoco per pochi attimi. A proposito: su Netflix gira ancora il documentario spettacolare Dreams of Sushi che gli hanno dedicato. Imperdibile, commovente e poetico. Andare a Sukiyabashi Jiro del resto è nella mia personale lista “cose da fare assolutamente prima di andar via da questo pianeta”. Speriamo di poter depennare il sogno il più presto possibile. Per adesso mi accontento di sgranocchiare nori abbrustolita con patate al forno.
Che brutto non è.
VideoRicetta: La primavera di fave, carciofi e piselli con la menta
Di questa primavera ho parlato tantissimo in svariate occasioni, perché mi ricorda mamma ed evoca tanti di quei ricordi che riesco a trattenere a malapena. Una continua emozione mangiarla mentre vieni catapultata nei suoi tavoli super colorati fatti di tovaglie pieni di limoni e girasoli; che diciamolo ho sempre detestato perché sono una noiosa minimalista che concepisce la tovaglia al massimo con dei merletti e degli impercettibili pois. Eppure quanto erano belle le tavole di mamma tutte confuse e psichedeliche. Non erano vetrine ma deliziosi caos con quei coltelli che non tagliavano mai e che tanto facevano innervosire papà. Manici di coltelli fatto di legno grezzo con quella vite che a volte si staccava e ne perdevi pezzi. La primavera è uno dei piatti –insieme alla norma- che mi ricorda semplicemente i miei genitori. Da dove vengo e cosa sono.
Questa versione più aspra dove aggiungo il limone non è buona come quella di mamma né mai potrà esserlo. In fondo non voglio saperla fare come lei ma a modo mio. Ed è giusto così perché l’unicità ha un valore che non bisogna mai dimenticare.
Iaia Guardo's Blog
- Iaia Guardo's profile
- 1 follower







