Fabrizio Ulivieri's Blog, page 88

June 2, 2021

Der Waldgang, la via della foresta






L'uomo si differenzia dall'animale per la dignità. Non per la ragione. La ragione senza dignità non fa l'uomo. Nella dignità l'uomo prova il rispetto, ovvero il riguardare se stesso come oggetto di decoro.

L'uomo dignitoso non delega ma vive in modo diretto la vita, non si costruisce aree di conforto (aree di pascolo) in cui vivere come vive il branco che si delega al copobranco pur di vivere pascolando in pace,

L'uomo di dignità non può sottomettersi perché sottomettersi è abbassare il livello di rispetto e di decoro.

L'uomo di dignità è un uomo trascendentale perché trascende il branco, la greggia, trascende le situazioni dove l'uomo manca di cura verso se stesso. La cura di se stesso è ciò che distingue l'uomo dalla greggia.

Zarathustra finì il discorso. Il popolo capì Zarathustra, è indifferente all'uomo dignitoso. Quel popolo a cui aveva parlato e aveva comunicato le verità scoperte nella vita da eremita, che aveva trascorso sulle montagne degli ultimi dieci anni, non aveva mostrato nessuna dignità nell'ascoltarlo. Chi mangiava, chi beveva, chi scoreggiava o ruttava, qualcuno aveva anche tentato di ascoltare ma alla fine si era adeguato. Ondeggiava, andava e veniva, e alcuni guardavano i fianchi sodi delle donne...era il popolo il riflusso di una grande marea che sempre ritorna al bruto e mai oltrepassa se stesso.
Lui tanto tempo fa aveva scelto la via della foresta, che è la via di coloro che hanno decoro e rispetto di sé, perché credono in quello che ritengono la verità e sanno che la via della foresta concede il rispetto e il tempo per il decoro.
Guardò di nuovo il popolo a cui aveva parlato. Ridevano e non lo comprendevano. La sua voce non era fatta per i loro orecchi, orecchi di vermi che sapevano solo strisciare lubrificati dell'unto animale che li avvolgeva.
E Zarathustra riprese la via della foresta.
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Published on June 02, 2021 21:59

May 31, 2021

Words they speak to your mind

 




Iustum esse quod latet
There are words sometimes, and they speak you.
They speak revenge because they long to revenge on you? They speak like pauses, among your will to be good, and they make you stop short. Like you need to breathe different air. And you feel mean, malevolent, shabby, vile.
But you know, it is that not you. It is a voice that owns you not you to own the voice.
Why am I, so-and-so? You ask yourself, but you know why. It's not you. That's it. It's a beyond you that is inside you. It stays in you, it abides in you.
And you feel this another being smiling malignantly and brazenly, but hesitantly though. You feel its eyes gleaming and positively quivering.
They look for you, they look for your acceptance. They need your overcoming your shame to admit them. Without your rehabilitation, they have no idea what they would do. You are their last resort to enter this world.
You can restrain them and they will be alive through your fight or you can let them go and they will die like voices in the wind.
They wait for you impudent, maliciously chuckling, looking at you boldly.
You thought we had gone, and here we are again, they speak to you.
For a moment you tempt to fight them, but you already know that the moment you start your battle something revolting, grotesque, scandalous will happen. You will pass immediately from the most positive frame of mind to the most savage. All the feelings that have subsided and died down will revive in your heart instantly.
Stay then, just stay and do nothing. They will go away if you stay and remain.
Don't go beside yourself. That is why they came for.

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Published on May 31, 2021 22:04

May 30, 2021

Nessuno ti conosce così bene come me - Parte Settima









La notizia lo sorprese.
Erano stati trovati morti nella loro casa senza alcun motivo. Nessun scasso, nessun furto, non mancava nulla. Tutto era sistemato in modo ordinato, tutto era dove doveva stare.
Attacco di cuore?
La polizia e i medici legali stavano indagando. Così aveva detto la radio.
Naturalmente, quando sentì la notizia, era seduto nel suo ufficio a lavorare e la notizia gli diede una potente felicità interiore. Certo, era qualcosa che sperava. Qualcosa che aveva aspettato così a lungo.
Qualcosa è iniziato. Pensò di nuovo con un sorriso di soddisfazione. Ma era comunque sorpreso. Le sue parole erano state ascoltate? Lo credeva, ma faceva ancora fatica a crederci.
Gente così non erano umanità, erano feccia. Non meritavano di vivere.
Guardava il giardino fuori dalla finestra dell'ufficio. Oggi era il suo compleanno. Gli era stato fatto un grande regalo da parte di un grande donatore.
Gli piaceva guardare la strada dall'alto, dietro i vetri appannati della finestra, dal terzo piano del suo ufficio.
Era come fluttuare sopra i passanti, che continuavano a passeggiare come se fossero indifferenti a tutto e meccanici nel loro andare.
Lui era invisibile, guardava senza essere osservato. Era come ... come essere morto. E gli piaceva essere un uomo morto. C'era una libertà in esso. C'era un sottile indizio in esso che parlava di un altro mondo.
Ultimamente si era fatto come monaco nel suo modo di vivere per ottenere la santità, per ottenere più potere.
Proprio quando sei santo hai il potere di chiedere e ottenere. Questo è ciò che aveva imparato presto, sin dall'inizio.
Ora portava quell'arma alla sua sinistra, pronta per essere sfoderata come una spada. Quell'arma che fu data per la prima volta a San Domenico quando gli apparve la Signora.
Capì di avere tra le mani la più potente di tutte le armi del pianeta terra. Poteva combattere rimanendo al suo fianco nella sua battaglia, in comunione con il più grande centro di energia immaginabile.
Mr Thur era stato trovato seduto davanti al suo computer. Nessun segno sul suo corpo.
La signora Thur era morta sul water
Nessuna prova di omicidio. Erano solo in pigiama: costosi pigiami di seta.
L'unica cosa anomala che era stata rilevata era un persistente aroma di rosa, che rimaneva anche dopo aver aperto tutte le finestre. E non c'erano rose in casa. Niente rose nell'enorme parco che circonda la casa.
La morte della coppia aveva sollevato discussioni sulle cause. All'inizio la polizia sospettava che si fosse suicidata ma alla fine non era riuscita a trovare un motivo valido per la loro morte.
I media erano stati inondati dalle notizie sulla loro morte. Era diventato il soggetto globale.
Il signor Thur e la sua signora erano filantropi a tempo pieno. A loro piaceva essere chiamati filantropi. Avevano investito miliardi in filantropia. Tutto quello che avevano fatto lo avevano fatto per il bene dell'umanità.
Attraverso la loro fondazione, avevano profuso investimenti miliardari per aiutare le persone in tutto il mondo. Entrambi avevano agito come un messia. Il loro scopo principale era stato salvare il mondo dalla catastrofe del riscaldamento globale e soprattutto preservare l'umanità da malattie infettive e pandemie. Il mondo, l'intero pianeta li aveva definiti eroi e salvatori del genere umano.

Non avrebbe mai immaginato che questo accadesse. Ma era successo. Era davvero successo.
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Published on May 30, 2021 00:11

May 29, 2021

Nessuno ti conosce così bene come me - Parte Sesta

 


Velnio dovana[1]

Non sono tempi per i santi, adesso. Non ci sono terre per i santi, oggi.
Ma una volta era il tempo dei santi e c'erano terre per i santi. E molti miracoli potevano accadere.
Poteva anche accadere che tu, sospettato di aver commesso un omicidio, fossi affrontato da un monaco che poteva cadere in ginocchio toccando terra con la fronte davanti a te e chiederti scusa.
Una scena sconveniente. Irritante? Una messinscena?
E se quell'omicidio non fosse stato commesso in realtà ma avrebbe potuto essere commesso da parte tua?
Avresti potuto commetterlo tu stesso senza saperlo, e non potevi nemmeno immaginarlo, ma quel monaco lo sapeva perché poteva prevederlo. Poteva vedere ciò che tu non potevi ancora vedere.
Non c'è spiegazione, tranne che quel monaco era un santo. Viveva sotto la mano di Dio. Viveva in una situazione di preghiera continua che sola può svelare una dimensione per molti inafferrabile.
E quel monaco poteva allora umiliarsi al punto da dirti "Perdonami!"
È perché non sarebbe riuscito a salvarti dallo spirito maligno che ti avrebbe autorizzato quando sarebbe venuto il momento e avresti avuto bisogno di cancellare la tua coscienza per uccidere?
Era un santo e non poteva salvarti? Sembra quasi una contraddizione.
Non lo è. Perché il male esiste perché Dio lo lascia esistere. E quel monaco era perciò aggirato dalla volontà di Dio.
Per quello ha detto "Perdonami!"
Ma perché l’ha detto? Alla fin fine è un servitore di Dio. Deve obbedire a Dio.
Perché è umano. Questo è il motivo. Ha la stessa radice dell'altro ... Appartengono alla stessa carne e sangue. Ha provato compassione per te perché entrambi appartenete alla stessa razza, anche se la sua vita è dedicata a un altro mondo, che non è il tuo
Sa che Dio non salverà l'intero genere umano.
Ecco perché si è inchinato e ti ha detto "Perdonami!"

Ora però non sono più i tempi dei Santi. Ora non ci sono più terre per i Santi.
Il tempo e lo spazio li ha tutti occupati Satana. E solo pochi cuori resistono alla invasione globale. È non sono quelli dei Santi ma quelli degli Ultimi, che cercano nel cuore la forza per resistere. Ma Satana non dà loro requie. Perché in quei cuori ancora è Dio, è vivo e vi opera e dà la certezza della speranza.

Fu per il compleanno di lei, che si mostrò l’opera instancabile e quotidiana di quello spirito maligno.
Il loro legame era ormai divenuto non solo sentimentale e fisico, ma anche spirituale, soprattutto dopo le visite al brolis[2] della chiesa francescana dove lui aveva avuto la visione.
Insieme dormivano, mangiavano, pregavano. Il mondo fuori li minacciava e loro si univano sempre più profondamente.

Lui si arrabbiò.
Non capisco che regalo di m…a è questo? Le disse.
Avevo paura a dirtelo. Rispose lei.
Non capisco…è gelosa di noi due? O è ispirata a dividerci?
Non posso dirle di no. E’ mia cugina. Mi ha regalato questo viaggio al mare, a Palanga, ma a condizione che siamo solo noi due. Io e lei.
Lui tacque, Era ferito. Era solo in quel paese senza di lei. Con chi avrebbe parlato tutto il giorno? Forse solo al bar casotto per dire Sveiki. Vieną espresso. Viengubą. Ačiū…Viso gero. Quelle probabilmente sarebbero state le uniche parole di tutto il giorno.
Avrebbe lavorato tutto il giorno solo in quell’ufficio freddo, perché era freddo e umido, anche se era maggio e sembrava novembre e il riscaldamento era spento perché è normale che a maggio il riscaldamento sia spento ma non è normale che maggio sia simile a novembre.
E poi dovevano lasciare quell’ufficio, non avevano più i soldi per pagarlo. Non gli apparteneva più. Era come lavorare sotto la spada di Damocle. Eppure aveva amato quel luogo. Ogni volta che chiudeva la porta gli diceva “Grazie”.
Lì c’erano due anni della loro vita. Due anni di gioie, amori, sofferenze, di piacere e dolore, di speranze e delusioni. Due anni delle loro vite erano lì. Bastava aprire la porta o chiuderla. Erano lì racchiusi. E lì sarebbero rimasti in eterno, finché l’energia del mondo fosse esistita.

La sera prima di andare a letto, lui vide da una parte in camera una piccola valigia.
Quella? Chiese.
E’ per domani. Rispose lei.
Per domani?
Sì, dormiamo a Palanga.
Non tornerai a dormire?
No, Non l’avevi capito?
No, non l’avevo capito. Tu mi dici le cose sempre a piccoli pezzi. Un po’per volta. Mai tutte insieme.
Più che arrabbiato era deluso. Aveva un baratro sotto i piedi che si apriva.
Mi dispiace, pensavo che l’avessi capito.
No. E lei, tua cugina, non la voglio più incontrare né ci voglio mai più parlare. Veramente non capisco il senso di questo regalo, se non quello di volerci separare e mettere zizzania fra noi. Farci litigare. Se voleva farti un vero regalo perché non ti ha dato dei soldi? Lo sa in che condizione sei. No? Un viaggio a Palanga per voi due, come due innamorati…ma che senso ha questo regalo?
Comunque accettò anche quello perché la amava.

Lei la mattina varcò presto la soglia, il taxi l’aspettava giù e gli profferì il suo amore con un bacio.
Anche lui l’amava, al di sopra di tutto, era sempre nei suoi pensieri e nelle sue preghiere.
Uscì e a lui non rimase che la solitudine delle ore.
Il giorno non fu facile. Il dubbio, la rabbia, il freddo, la solitudine pesavano e il tarlo dentro rodeva.
Superò tuttavia il giorno, anche con l’aiuto di lei, che via Viber cercava di trasmettere la sua lealtà verso di lui.
La mattina seguente lei gli inviò una foto della spiaggia con il mare mosso.
Rimarrai ancora là? Le chiese via Viber.
Abbiamo il treno alle 18. Rispose lei.
Lui non ci vide più dalla rabbia. Sperava di vederla nel primo pomeriggio e invece non l’avrebbe vista certamente prima di mezzanotte.
Prima gli aveva fatto capire che era solo un giorno. Poi scopre che è un giorno e una notte. Ora praticamente quasi due giorni.
Capì che era stato un dilazionare la verità, con l’inganno di una comunicazione falsata ed usata ad arte.
Capì che quella cugina era gelosa della loro relazione.
Se lei era infelice con il marito, voleva anche loro due infelici? Che altra spiegazione poteva esserci?
Tua cugina con me ha chiuso. Le scrisse. La odio. Lei può permettersi anche di non lavorare due giorni. Tanto lei la pagano ugualmente. E quando andrò in vacanza io da solo e tu a casa, sola, vedrai com’ è bello! In una cosa è riuscita tua cugina: a farci litigare. Complimenti.
Il suo, è sì un regalo, ma il regalo del diavolo.


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[1] Il regalo del diavolo

[2] Frate


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Published on May 29, 2021 01:48

May 28, 2021

Le ragioni di questo nuovo libro in via di elaborazione: "Nessuno ti conosce così bene come me"

 







Le ragioni di questo nuovo libro, Nessuno ti conosce così bene come me, continuano quelle messe in luce ne Il cuore immacolato della Madonna. Temi religiosi ed esistenziali che hanno bisogno di venire alla luce, in un momento in cui l'uomo, quello che cerca e vuole la verità, che professa la verità, è costretto a vivere dostoevskianamente nel sottosuolo, o cristianamente nelle catacombe. O seguendo Ernst Jünger, a percorrere la via del bosco. Perché pubblicamente impera il collaborazionismo e la censura spietata sia del mondo laico che religioso. Come molti lo definiscono: il pensiero unico.
Si indagano così le ragioni che resistono in quei cuori, sia spiritualmente che materialmente e che nel frattempo potrebbero anche attrezzarsi in una resistenza non più e non solo spirituale e convertirsi in modo analogo al seguire le orme di chi accanto al rosario usava la spada, come abbiamo imparato nei grandi esempi di Vienna e di Lepanto.
Ormai la lotta per la verità non può vedersi solo sul piano della materia ma coinvolge anche il lato dello spirito e della fede nell'imminenza dell'apocalisse che è stata annunciata più di duemila anni fa.Il diavolo è stata la grande rimozione dalla grande coscienza collettiva dell'uomo. La profonda decristianizzazione del mondo occidentale è stata compiuta dalla Massoneria, che togliendo di mezzo il Cristo lo ha sostituito con l'Anticristo, preparando una società dove regnano solo i valori satanisti.Ma l'Apocalisse è cominciata, ci siamo già dentro, e i cuori di cui parlavo sanno che devono prepararsi. E si preparano, hanno capito che, davvero, niente sarà più come prima.

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Published on May 28, 2021 07:52

May 26, 2021

Why a Saint might say you "Forgive me!"

 




Are not times for Saints, now. Are not lands for Saints, today.But once, it was time and there were lands for Saints. And many miracles could happen.
It could even happen that you, under suspicion to commit a murder, were confronted by a monk who might have sunk on his knee touching the ground with his forehead before you and begged your pardon.
An unseemly scene. Isn't it? A mummery?
What if that murder had not been committed but it might have been committed by you. You yourself might have committed it but you didn't know, you couldn't even imagine, but that monk knew because he could foresee it. He could see what you couldn't see.
There is no explanation in it, except that that monk was a Saint. He lived under God's hand. He lived in a dimension of continuous praying which can disclose a dimension that is ungraspable for many.
And that monk could humiliate himself to the point to say you "Forgive me!"
Is that because he couldn't save you from the malign spirit that would empower you when the moment comes and you need to cancel your conscience and kill?
Was he a Saint and he couldn't save you? It almost seems a contradiction.
It isn't. Because evil exists because God let it exist. And that monk was bypassed by God's will.
And he said "Forgive me!"
But why he said this? He is a God's servant in the end. He has to obey God. 
Because he is human. This is the reason. He has the same root as the other has...They belong to the same flesh and blood. He felt compassion for you because you both belong to the same race, even though his life is devoted to another world, which is not yours.
He knew that God is not going to save the entire human gender.
That is why he bowed and said "Forgive me!"
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Published on May 26, 2021 12:55

May 25, 2021

Nessuno ti conosce così bene come me - Parte Quinta







Ad te clamamus exsules filii EvæAd te suspiramusgementes et flentes in hac lacrimarum valle

Se rimani in lutto e pianto in questa valle di lacrime non puoi vedere chiaramente, non riesci a distinguere l'altra realtà attraverso le tenebre di questa realtà.
Ma se ho fede nella luce - si chiese - da dove viene? Nasce dalla sofferenza, dall'impossibilità di distinguere attraverso questa cortina di inganni?
Così quando seppe che il Cancelliere si era scusato davanti alla sua gente e aveva dichiarato che aveva cambiato idea, il suo cuore sussultò. Non era mai accaduta una situazione del genere.
Ma sapeva perché.
Era apparsa stregata durante la conferenza stampa. Tesa.
La tensione, il conflitto, sono il segno della mano di Dio. Ce lo insegna Dostoevskij, lo ha mostrato così chiaramente nelle sue opere, inconfondibilmente il segno di Dio è l'eterno conflitto nell'uomo. È un eterno mendicare con se stesso, il sentiero che conduce a Dio.
E il volto del cancelliere aveva indubbiamente l'aria di chi per tanto tempo aveva mendicato con se stessa.
Lo pensava mentre beveva un caffè in piedi sotto il tendalino metallico di un bar casotto, posto in fondo alla piazza vicino al semaforo, per ripararsi dalla pioggia che improvvisamente era iniziata.
E poteva solo peggiorare

Guardava le persone che passavano e si ricordava che quello era il suo modo preferito, e d’antan, di rimanere in questo mondo. Si sentì di nuovo libero e tornò per un attimo alla realtà precedente, che ora si era dissolta.
Le persone possono pensare quello che vogliono. Le persone possono anche pensare che quello che faccio non sia vero, e che sia vero solo quello che loro fanno e vedono. Ma loro con il loro modo di vivere accettano e adorano Satana, si consacrano a Satana giorno dopo giorno, accettando i suoi inganni per pigrizia, nequizia, ignavia, e praticano la dottrina di Satana e con il loro comportamento e le loro azioni, portano e fortificano il regno di Satana in questo mondo.
Si sentiva come in un parossismo di auto-castigazione mentre guardava con risolutezza di sfida quella pioggia feroce che non era più la pioggia che conosceva.
Quel crocifisso, quel Cristo inchiodato in esso, era stata una rivelazione.
L’uomo è un grande pericolo per se stesso. Pensò.
Può seguire la luce o le tenebre e tutto cambia. Molti infatti seguono le tenebre, e quei molti cercano di coprire il mondo di luce dei pochi che vivono nella verità di quella luce.
E i pochi dovranno combattere le tenebre perché la luce si affermi.
La visione di lei, che cercava sollievo in un prete e di quella croce gli era entrata dentro.
Da allora aveva cominciato a pensare alla migliore arma che potesse usare per combattere le tenebre. E si era ricordato della visione del vescovo nigeriano Oliver Dashe Doeme, a cui era apparso il Cristo quello stesso che lui aveva visto inchiodato a quella croce, mentre pregava. Quello stesso Cristo gli aveva porto una spada nelle sue mani che si subito si era mutata in un rosario. E gli aveva ripetuto Boko Haram is gone! Boko Haram is gone! Boko Haram is gone!

Poi, il 3 luglio 2017, 700 membri di Boko Haram deposero le loro armi e si consegnarono alle autorità nigeriane.
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Published on May 25, 2021 01:05

May 23, 2021

Nessuno ti conosce così bene come me - Parte Quarta



Memorare, o piissima Virgo Maria, non esse auditum a saeculo quemquam ad tua currentem præsidia, tua implorantem auxilia tua petentem suffragia, esse derelíctum

Fu una rara tregua in cui le nubi e il cielo eternamente grigio cedettero a un sole inatteso, quel giorno che lei chiamò.
Sembrava finalmente pavasaris, primavera.
Il sole a cui in Calabria nemmeno rivolgeva un pensiero, se non di fastido per l‘eterno caldo, qui diveniva come il giorno del compleanno. La vita si faceva festa. E tutto sembrava più bello.
Anche gli imbecilli, i seguaci di Satana e figli delle tenebre come li chiamava lui, che giravano tuttora con la mascherina stampata sulla faccia e i guanti di lattice a coprire le mani, gli parevano meno imbecilli. La luce stingeva i contorni troppo netti che ormai dividevano la razza umana di quella parte del mondo. Tutt’intorno si liquefaceva, perdeva l’asprezza del nord e si sentiva un po’ a casa, anche se sapeva che era solo un’illusione.

Il prete al telefono le aveva dato appuntamento in una chiesa del centro, non distante da Vokiečių gatvė, che non nominiamo, ma è nota mèta di anime malate.
Accompagnarla lì fu meno greve, avvolti dalla benedizione di tanta luce.

Che l’ha spinta a cercare aiuto? Le chiese il sacerdote.
La mia sofferenza. E’ senza fine. Rispose.
Ma da quanto va avanti?
Da sempre. Ma negli ultimi anni è tutto peggiorato.
In che modo?
Grande stanchezza. Senso di oppressione. Negatività. Nulla funziona.
In chi ha cercato aiuto finora?
In persone che mi pulissero l‘energia. Che mi dessero energia. Mi manca energia. Non ho energia.
Come si sente quando si trova in luoghi sacri?
Prima, li avvertivo in modo scettico, ora li cerco, sento che ne ho bisogno.
Ha visitato la Piramide di Merkinė?
No.
E‘ mai stata sul monte dell‘Angelo?
No.
Ha dipendenze da alcol, nicotina, medicine, caffè, pornografia, sesso…?
Dal sesso, forse.
Da quando?
Fin da giovane, da quando avevo diciotto anni, forse.
Ha in casa segni che potrebbero essere attribuiti a spiriti maligni?
No, non mi pare
Nella sua famiglia sono successe cose strane?
Non ora, ma…quando ero bambina mia padre si suicidato….
In che modo?
Ha bevuto acido.
Suo padre era dipendente dall’alcol?
Sì.
Nella sua famiglia ci sono stati membri del KGB?
No,
Assassini di guerra?
No.
Criminali?
No


La conversazione avveniva su una panca della chiesa. Essenziale. Come l’esistenza di quei giorni.
Lui a distanza guardava le due figure minuscole del sacerdote e di lei perdersi nell’enormità dello spazio davanti all’altare.
Dal finestrone posto in alto sulla parete sinistra rispetto all’altare entrava la luce di quel sole straordinario che avevano lasciato fuori.
Al centro. Sopra l’altare. Pendeva una croce gigante con il Cristo inchiodato.
Il sole lo illuminava.
A lui venne voglia di pendere abbracciato in eterno ai piedi di quella croce.
Avrebbe voluto avere una visione. Una locuzione.
Perdersi in eterno in essa.
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Published on May 23, 2021 19:22

May 22, 2021

Nessuno ti conosce così bene come me - Parte Terza









An vero vitam polluit consortium nefariorum hominum, si se inserant affectionibus et assensionibus nostris, et vitam non polluit societas daemonum, qui coluntur criminibus suis?[1]
(Sant’Agostino)

Ma un mattino lui si alzò e si sentì demotivato. Sentì la carne sopra tutto, perché anche la carne ha le sue ragioni, perché il corpo è anima e l’anima è corpo.
E sentì che il suo modo di pregare era sbagliato, il suo modo di vivere anche. Che la sua anima-corpo aveva perso lo spirito del ribelle, lo spirito del guerriero, di Jan Sobieski alle porte di Vienna.
Ma dov’era finita la ribellione, i giovani ribelli?
Un‘onda quietista aveva travolto la gioventù, ne aveva depauperato gli ormoni.
Si scendeva in piazza per una squadra di calcio che aveva vinto il campionato ma non per la libertà. I popoli amano la schiavitù e non sanno gestirsi la vita da uomini liberi: quae dii expetant, populi exhibeant.
Fin da piccola che provo a distruggere me stessa...ricordo che mi sentivo così brutta che non potevo vivere...ora come ripenso...era tutta vita che mi tormentavo fino a farmi male…senza godere della vita…senza gioia. Lei non migliorava e sembrava peggiorare nelle sue sofferenze, acuite dalla situazione economica ormai oppressa anche dai debiti. Trovava sollievo tuttavia ad andare ad un laghetto, non distante dalla loro abitazione. Erano circa sei chilometri. Attraversava dei pezzi di foresta, passava lungo l‘autostrada, poi la scavalcava passando su di un ponte sopraelevato, infine allungava per dei campi dall‘aria desolata fino ad arrivare ad un quartiere residenziale che assomigliava in verità più ad una moderna caserma per soldati. Lì vicino, nascosto dagli alberi, vi era il lago. Si inoltrava lungo una stradina che induceva fra alti arbusti e pini sulla sinistra e una serie di ville sulla destra che cedevano poi spazio a una pineta e dopo la pineta finalmente si apriva la spiaggetta del lago, che era di vera rena.

Il lago si mostrava subito di autentica bellezza, e intensa poesia. Aveva colori morbidi in estate e da fiaba del nord in inverno quando la superficie si gelava completamente.
Rigavano le sue acque anitre e spesso planavano cicogne che impressionavano per la grandezza.
In estate molti vi andavano a bagnarsi e a prendere il sole. In inverno era consuetudine andarci da parte di coloro che amavano immergersi nelle acque gelate. Lo facevano per la salute. Un bagno nell’acqua gelida preserva dalle malattie perché rafforza il sistema immunitario. E dà energia. Per quel motivo lei vi si recava. Per ottenere energia. Era sempre deficiente di energia.
Dopo l’immersione nelle acque gelide del lago vedevi la trasformazione. Il suo volto acquistava luce, gli occhi brillavano. E soprattutto compariva il sorriso su un volto spesso triste e sofferente.

Tai yra mano rojus [2]– diceva in lituano.
 E quando guardavo negli occhi le sue figlie, vedevo lo stesso cuore incarnato che rideva negli occhio dopo il lago. Lo stesso cuore buono della madre che diceva čia mano merginos [3]. E capivo il mistero della carne e dei suoi spregiatori che non vedono in essa il corpo dello spirito, del bene e del male che agita l’uomo, lo scuote e lo espone alla decisione, alla libertà di decidere che molti, i più, si negano per paura e incapacità di andare oltre la carne e di essere a tu per tu con quello spirito che in essa convive. In lui però palpitava un altro cuore. Il cuore del padre ribelle. Mai domo, sempre inquieto. Carne antiqui seminis suscepta.
Un lignaggio etrusco il suo, indomito, istrionico, cinico, insofferente, sanguigno nato nei borri di Volterra, che il padre si era portato dietro nella rinascita dell’Italia dopo la guerra.
Quella sua carne dura, sfrontata, dallo spirito ribelle trovava ora pace in quei cuori femminili remissivi e dolci di una famiglia che non era la sua, che lui non aveva più famiglia, non aveva più passato. In essi si adagiava e riposava e a loro insegnava la ribellione che gli apparteneva per diritto di nascita. 
Lei, la madre, soprattutto imparava. E pur tra le continue quotidiane lacrime apprendeva lo spirito di quella ribellione che non era la sua, che apparteneva ad un popolo la cui volontà era stata immiserita da decenni di occupazione sovietica. E ora sotto il nuovo comunismo globale, imparava la resistenza che non aveva conosciuto prima ma non era più una resistenza solo politica, era resistenza al male, al male dell’inganno di una carne che aveva dimenticato lo spirito e voleva divenire lei stessa lo spirito che rinnegava. La carne del diavolo.

Si chiese allora, lui, se quella unione, quella nuova unione di due carni diverse non avesse indebolito e fiaccato la sua.
Per quello decise che la sua preghiera non sarebbe la preghiera quietista dei cristiani quietisti ma la stessa preghiera che portavano nel petto i cuori di Lepanto e di Vienna. I cristiani della spada e del rosario.

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[1] Se può contaminare la nostra vita una società di uomini empi, facendo leva sui nostri affetti e sulle nostre scelte, non potrà allora contaminare la nostra vita un consorzio di demoni, che vengono pure onorati per i loro inganni?
[2] E’ il mio paradiso
[3] Sono le mie bambine
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Published on May 22, 2021 04:27

May 17, 2021

Nessuno ti conosce così bene come me - Parte Seconda






Lo chiamerò. Disse lei. Farò anche questo. Che altro posso fare non lo so.
La pandemia e la conseguente distruzione del lavoro si faceva sentire.
In una settimana erano entrati cento euro. Poco più.
Dovremo lasciare l’ufficio e lavorare da casa. Ormai i debiti sono troppi dobbiamo provare a non farne di più. Già dobbiamo due mesi di affitto. Un altro mese sarebbe troppo. Ti dispiace? Gli chiese.
No, ormai non saprei che altro fare, seguo solo il flusso. Faccio il possibile per riuscire nel lavoro. Metto tutto l’impegno. Rispose lui.
Ho fatto di tutto per ripulire la mia energia, ora non mi rimane che fare anche quello. Tutta la mia vita è sempre stato così. Problemi di soldi, non sono mai riuscita a cambiare la situazione. Disse lei a sua volta.
La strada pareva presa.
Avevano un deposito versato all’inizio quando erano entrati nell’ufficio. Con quello avrebbero pagato gli affitti arretrati. E se ne sarebbero andati. In questo mondo mai devi attaccarti a nulla e nessuno, ancor meno a quattro pareti, anche se confortevoli e benevole.
Questo era il loro universo, di quei giorni. Universo dei loro amori, degli odi, delle sofferenze, delle gioie e dei dolori, della loro quasi fame, che cominciava a profilarsi e della conseguente disperazione, che principiava.
Lui che era venuto dalla terra del sole, dal profondo sud delle spiagge della Calabria, ora aveva conosciuto la monotonia del lungo inverno, della neve senza fine, del vento, della pioggia che durava mesi, di un cielo grigio e deprimente che mai finiva e si ripeteva giorno dopo giorno.
E ora, lui che veniva da un paesino che si diceva povero, finalmente conosceva la vera fame, che nel sud in realtà mai aveva patito.
Giù al paesello aveva almeno i santi a cui aggrapparsi, qui anche quelli erano stranieri.
Ora nemmeno più si distingueva la vita vera da quella falsa, era divenuta tutta uguale, monotona, sotto una cappa di bugie.
E una nuova razza rinasceva, una di cui aveva una volta sentito parlare dai nonni, giù al sud. Quella dei cafoni. Quelli che non hanno nulla, neanche un po’ di sole a cui scaldarsi, perché in quel posto di sole non ce n’era.

Quelli che come i maiali prendono ciò che gli viene gettato e devono stare in branco e ubbidire in attesa del macello.
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Published on May 17, 2021 00:30