Alessio Brugnoli's Blog, page 209

April 4, 2017

Lampade a induzione magnetica

[image error]


Una delle cose più divertenti, nella diatriba sui LED, è confrontarsi con una controparte che poco conosce di tecnologia e che ripete frasi fatte, orecchiate a caso, spacciate come verità assolute.


Tra le più divertenti, è quella di spacciare i LED come una tecnologia superata dalle futuristiche lampade a induzione magnetica, che sarebbero la panacea per tutti i mali. In verità, la questione è assai è più complessa e variegata di quanto si cerca di millantare ai cittadini del I Municipio.


Per prima cosa, questa tipologia di lampade, il cui principio fu scoperto da Tesla a fine Ottocento e che non sono nient’altro che lampada a fluorescenza prive di elettrodi, con il gas ionizzato da un campo elettromagnetico prodotto da induttori, hanno già più di vent’anni sulle spalle: nacquero infatti come alternativa alle lampade ai vapori di sodio ad alta pressione.


Questo ne ha permesso la diffusione in Cina, dove ci sono i principali produttori e nei paesi anglosassoni. E questo ne ha permesso di valutare vantaggi e svantaggi: i primi, sono una durata vita media molto elevata, in normali condizioni operative è di circa un 15% superiore a quella dei LED e un decadimento ridotto nel tempo del flusso luminoso, intorno al 20%, di poco superiore alle lampade al sodio a bassa pressione, con il loro 10% (lampade che in teoria avrebbero la massima efficienza luminosa, ma sono poco utilizzabili, per la pessima resa cromatica).


I secondi, consistono in Intervallo di temperatura di colore ridotto, efficienza luminosa inferiore a quella dei LED (60 lumen/watt a fronte di 90 lumen/watt, facendo la media del pollo) e costi complessivi più elevati.


Perchè, se i costi unitari di una singola lampada a induzione magnetica sono un 25% inferiori a quelli del LED ed entrambe le tipologie hanno bassi costi ricorrenti di manutenzioni, i consumi delle lampade a induzione sono assai più elevati, per la minore efficienza luminosa. In più, i problemi legati alla loro alimentazione e ai loro attacchi, che, nonostante la pubblicità, ancora permangono, impongono una serie di investimenti sui lampioni, specie nei centri storici.


Concedetemi infine una battuta: non userò l’argomento dell’inquinamento elettromagnetico e dello smaltimento del mercurio, perchè sono entrambi minimali, però date un’occhiata alla foto, scattata in Cina.


Sul lato sinistro della strada, vi sono le lampade al sodio ad alta pressione, che conosciamo bene. Sul lato destro,non vi sono Led, le lampade a induzione magnetica. Già, perchéle considerazioni sull’illuminotecnica e sull’efficienza visiva valgono anche per loro…


E fare una guerra di religione per passare da una luce blu all’altra o significa che non si ha più pallida idea di cosa si stia parlando o che si è dei colossali dementi….


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 04, 2017 06:14

It: il video che mette a confronto la mini-serie del 1990 con il trailer del 2017

KippleBlog




Subito dopo essere stato pubblicato su YouTube, il trailer di It, film tratto dal romanzo capolavoro di Stephen King, ha in pochissime ore invaso la rete. Anche se al momento tutto ciò che si ha a disposizione sono solo alcune immagini, c’è chi ha deciso di metterle a confronto con quelle della mini-serie di Tommy Lee Wallace andata in onda nell’ormai lontano 1990. Il filmato mostra come il nuovo film abbia voluto essere fedele alla mini-serie degli anni ’90, non rinunciando però ad aggiungere nuovi elementi.  Segue il video, buona visione!






View original post


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 04, 2017 00:59

La nuova vela della JAXA verso gli asteroidi troiani di Giove

Il tredicesimo cavaliere 2.0


vela solare fotonica motore a ioni La vela dei Samurai




IKAROS , la prima vela solare al mondo, fu lanciata nel 2010 dall’agenzia spaziale giapponese JAXA . Di forma quadrata, misurava 14 metri per lato e dimostrò le capacità di manovra di quel nuovo sistema di propulsione su di una traiettoria interplanetaria. Fin da allora la JAXA aveva reso pubblico il suo interesse per Giove e i suoi satelliti troiani, e fu subito chiaro che si trattava di una sfida assai impegnativa, in primo luogo per la necessità di generare sufficiente energia elettrica per riuscire ad operare a oltre 5 UA dal Sole. I Troiani di Giove sono un gruppo di asteroidi che condividono l’orbita intorno al Sole con il gigante gassoso, raggruppati nei punti lagrangiani L4 e L5. Non ci dovrebbe essere mancanza di obiettivi di grandezza adeguata perché il numero totale dei Troiani di Giove con dimensioni maggiori di 1 kilometro è…

View original post 536 altre parole


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 04, 2017 00:55

April 3, 2017

Boldini e il prossimo romanzo

[image error]


Perché il buon Boldini sarà uno dei protagonisti del prossimo romanzo, assieme a Beppe e Andrea ?  Perchè, come scrive Penconi


Le donne di Boldini, sono nature flessuose e disinibite che mostrano senza reticenza un modello di bellezza erudito e, spogliandosi, affermano la loro autodeterminazione di individui maturi e emancipati, pienamente consapevoli della propria femminilità. Nature fantastiche e conturbanti, raggiungono eccitate lo studio dell’artista, impazienti di sfuggire al protocollo dei loro palazzi, di slacciare i rigidi corpetti di stecche di balena, per abbandonarsi, libere finalmente, nel tepore del boudoir, di sentirsi loro stesse protagoniste, ammirate e soprattutto comprese, di fronte al “fauno”, a quel piccolo uomo al quale non sanno tacere i loro più reconditi desideri.


Boldini non le giudica, perché giudicarle significherebbe rinnegare la sua natura dissoluta ma, anzi, le incoraggia a esprimersi, raccoglie le loro confessioni, le loro angosce e le induce a riflettere sulla fatuità del tempo e dell’amore che vive di un solo attimo.


L’artista sa cogliere a volo quel momento, quello irripetibile, in cui la bellezza appare più sfolgorante e in cui le sue muse si mostrano più disinvolte e naturali. Eppure questi ritratti ricolmi di tanta bellezza sono spesso perturbati da un senso di provvisorietà, che aleggia velata, che freme nell’aria e negli sguardi ora struggenti, ora superbi o malinconici, di femmine insoddisfatte e irrequiete, colpevoli di vanità, complici compiaciute e sopraffatte da quella immagine certamente sconveniente che il genio italiano darà di loro.


L’artista esalta il loro ego ritraendole spesso soltanto un attimo prima che, sopraggiungendo l’autunno della vita, la loro bellezza appassisca per sempre, che le loro foglie di rose profumate comincino a cadere. A volte, come uno stregone, raccoglie i fragili petali e con un gesto d’amore ricompone quei fiori appassiti restituendogli un attimo di eterna primavera.


Boldini, quindi, con tutti i suoi difetti, ama la femminilità, nel suo significato più ampio, e  ciò lo rende degno compare di Beppe, anche lui, almeno a chiacchiere, gran donnaiolo


[image error]


Entrambi, a differenza del serioso Andrea e del cardinal Colacchia, sono convinti che tutto nel Mondo sia burla: tutte le cose a cui noi diamo soperchia importanza, lo Stato, la Legge, la Religione non siano che strumenti tramite cui pochi possono controllare e rendere la vita difficile ai molti. L’apparenza, tramite noi cerchiamo di costruirci un buon nome fittizio nei confronti del prossimo, un inutile sforzo, perché prima o poi apparirà veramente ciò che siamo.


Tutti e due cercano di liberarsi da queste tirannie e incombenze, che ogni giorno ci vorrebbero schiacciare e rendere meno umani.


Beppe ride, mostrando l’esatta misura di ciò che il Potere vorrebbe imporre come importante. Boldini, invece, sorride con la Bellezza alle assurdità del Mondo


E Andrea li invidia, li ammira e li teme, consapevole dell’inadeguatezza con cui ci incateniamo, per non essere liberi…


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 03, 2017 05:02

April 2, 2017

Misoneisti

[image error]


Qualche giorno fa, per caso, ho trovato delle vecchie copie di Paese Sera, dal 1978 al 1981,

forse conservate perché da bambino andavo pazzo per la loro pagina di strisce di fumetti. Per curiosità, ho cominciato a sfogliarne la pagine, compiendo una sorta di viaggio nel Tempo, in una Roma che sembra tanto diversa dall’attuale.


A un certo punto, però, comincio a ridere come un idiota: c’è un articolone, infatti, sulla rivolta degli abitanti del Centro Storico sul passaggio dalle lampade a vapori di mercurio, dalla luce simile a quella dei tanti odiati LED, alle lampade ai vapori di sodio ad alta pressione. Scelta, come quella di oggi, fatta per risparmiare.


E gli argomenti sono tali e quali a quelli di oggi: che la luce giallastra è contraria alla tradizione di Roma, che è urbanisticamente inadeguata, che vi sono studi che dicono che faccia male alla salute e che provochi problemi al sonno.


Poi, quasi rischio di soffocare: tra i nomi dei contrari alla luce ai vapori di sodio, trovo quella di un’ex politicante, che immagino all’epoca compisse i primi passi e che oggi è una pasionaria affinché queste rimangano.


A questo punto, comincio a sospettare che, tra venti o trent’anni, quando i led saranno

sostituiti da tecnologie più efficienti ed efficaci, ci sarà un’analoga alzata di scudi a loro difesa, magari guidata sempre delle stesse persone, se come auguro loro, saranno ancora vive e lucide.


Per cui, data la ciclicità della vicenda, questa è indipendente dalla tecnologia, dall’estetica e dalle preoccupazione per la salute: è figlia invece di due componenti, la prima, diffusa in tutto l’Occidente, è il Misoneismo, la seconda, tipicamente romana, è lo scontro tra due modelli di intendere il Centro Storico.


Benché l’Occidente stia applicando sottili strategie psicologiche per esorcizzare il cambiamento sociale ed economico indotto dalla Singolarità, questo comincia però ad essere percepita dal grande pubblico.


La possibilità che la nostra vita ci sfugga di mano, che cadano tutte le certezze che la

accompagnano ogni giorno, ci induce alla paura del diverso, ad abbandonare ciò a cui siamo abituati e che troviamo rassicurante. Al contempo, il dissolversi di modelli di interpretazione del Reale che consideravamo consolidati, il rifiuto della fatica di costruirne nuovi, crea un vuoto dentro di noi, che cerchiamo di colmare con la nuova forma di superstizione che che il complottismo, perché chi non crede in Nulla, tende poi a credere a tutto.


Cose che in Italia sono peggiorate dall’incapacità della scuola di fornire un’educazione

scientifica adeguata: ci riempiono la testa di formule e teoremi, che scordiamo appena abbiamo terminato l’interrogazione, invece di formare il nostro modo di ragione e invitarci a comprendere come quanto è scritto sulle pagine dei libri si rapporti con il Concreto.


A Roma, poi, come accennavo, si aggiunge questo scontro, che dura dal 1870, sul ruolo del suo centro storico. Da una parte vi è chi ha l’idea, secondo me distopica, di renderlo una sorta di resort, in cui i ricchi possano vivere tranquilli e circondati dall’arte, senza essere disturbati dalle persone comuni, con le loro incombenze e i servizi di cui hanno necessità.


Idea che in passato si è realizzata con il piccone risanatore, cancellando le zone popolari, e che ora invece, con la scusa del decoro, si cerca di mettere in pratica riducendo la vivibilità degli spazi comuni.


A questa idea, si contrappone un modello di rinascita urbano, basato sulla smart city,

sull’efficienza energetica, la pedonalizzazione, il modello sharing di trasporto urbano, in cui, in un’ottima transumanista, la tecnologia non è più vista come nemica, ma come strumento per realizzare una società più partecipata e più green.


Modello che non è utopico, visto che a Barcellona stanno già procedendo su questa strada. E la diatriba sui LED, non è che un piccolo scontro in una battaglia più ampia…


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 02, 2017 07:24

April 1, 2017

Piccoli passi nella Storia













Cosa che mi capita spesso di raccontare, forse perché invecchio e ricordo con i tempi in cui


eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati


e forse avevamo pure torto marcio, ma sempre con parecchi anni di meno, una volta mi ritrovai, nei miei vagabondaggi, al Festival d’Edimburgo, dove assistetti e commedia di Emlyn Williams, dal titolo Spring 1600, che narra storia di Richard Burbage, di sua moglie e di tutti gli attori gli attori della sua compagnia, compreso un certo Shakespeare; un branco di tizi strani, turbolenti ed indisciplinati, tenuti insieme solo dal rispetto per il buon senso del capocomico e per le capacità di mediazione di Will… Insomma, una sorta di Le Danze di Piazza Vittorio della Londra elisabettiana, a pensarci bene…


Commedia piena di intrighi e colpi di scena, che termina con Burbage seduto sul palco del Globe, buio e silenzioso. Lo raggiunge la moglie, che gli chiede


“Stai ascoltando qualcosa ?”


“Sì”, risponde Richard


“I sussurri dell’ immortalità”.


Nel loro piccolo, ieri sera, coloro che hanno assistito alla presentazione del photo book di Guillermo Luna “In quel preciso istante, retroscena di un reportage in Kenya” avranno provato una sensazione simile…


Perché è stato presentata e realizzata nella pratica un’idea che potrà, nei prossimi anni, ridefinire il nostro concetto di libro e di come lo fruiamo… E magari, quando vedremo i nostri nipoti giocare con gli ologrammi e la realtà aumentata, potremmo sorridere dentro di noi, pensando un io c’ero…


Per cui, è necessario ringraziare tutti coloro che ne hanno permesso, in una sorta di corsa contro il tempo, la riuscita.


A Guillermo che ha avuto quest intuizione geniale… A Enrico Astolfi e tutto lo staff dell’Edizioni il Galeone, che vi hanno creduto. A mia moglie che ha dato un contributo importante all’iniziativa


Ad Andrea Fassi e tutti coloro che lavorano nel Palazzo del Freddo, la cui ospitalità, disponibilità e professionalità è la migliore risposta a chi continua a definirli coreani o in generale, a non riconoscere la grandi potenzialità e ricchezze dell’Esquilino…


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 01, 2017 06:47

Ecco il bando del Premio ShortKipple 2017

KippleBlog


Kipple Officina Libraria bandisce per l’anno 2017 la VII edizione del Premio Short-Kipple per i migliori racconti di fantascienza.



BANDO PREMIO SHORT-KIPPLE 2017

 1) Sono ammesse solo le opere in lingua italiana inedite, mai pubblicate su carta o in digitale, neppure parzialmente. I racconti devono avere la lunghezza minima di 5 cartelle dattiloscritte e massima di 20 cartelle (per cartella s’intende, all’incirca, una pagina da 60 battute di 30 righe, cioè 1800 caratteri spazi inclusi).



2) Il contenuto deve essere SOLO ed ESCLUSIVAMENTE fantastico.



I generi ammessi sono:



– fantascienza (hard science-fiction, post-cyberpunk, steampunk, bio-punk)

– narrativa di anticipazione

– neo-noir (thriller e new weird)

– horror

– urban fantasy



Testi di qualsiasi altra natura NON verranno presi in considerazione.



3) È possibile partecipare con più opere.



QUOTA DI PARTECIPAZIONE



La quota di partecipazione è fissata in 5 € perogni racconto, da accreditare entro il 31 luglio 2017…


View original post 253 altre parole


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 01, 2017 05:34

March 31, 2017

La diffusione della Realtà Aumentata

 


Come diceva bene mio nonno, per fare capire bene qualcosa, è meglio sbatterci il grugno, piuttosto che perdersi in mille chiacchiere.


Per cui, consiglio di dare un’occhiata al video delle Edizioni Il Galeone, che rende al meglio, più di qualsiasi mio post, cosa si intende per l’applicazione della Realtà Aumentata all’Editoria.


Una piccola nota a margine, però me la posso concedere… Nella narrativa di fantascienza, questa applicazione veniva realizzata con tecnologie più o meno esotiche, riconducibili alle interfacce neurali, che forse il buon Elon Musk riuscirà a industrializzare.


I tentativi di implementarla hanno portato allo sviluppo di apparati dedicati, esempio i Google Glass o il loro quasi defunto erede Project Aura, che per quanto mandassero in visibilio i nerd, non erano economicamente appetibili per il grande pubblico, né davano vantaggi tali, da poter essere competitivi nelle applicazioni industriali


Alla fine, come sempre accade, è prevalsa la soluzione più semplice, economica e a massima pervasività, che rende marginale il costo del servizio e permette di aggredire il mercato di massa, sfruttando un device già di uso comune, il nostro amato smartphone…


E questa disponibilità di massa, ha permesso alla creatività umana di sfruttarne a pieno le potenzialità, in ambiti inaspettati..


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 31, 2017 02:04

March 30, 2017

A 80 anni dalla morte di H.P.Lovecraft

Il tredicesimo cavaliere 2.0


Necronomicon Nyarlathotep Arkham Miskatonic Dunwich


Ma perché un “solitario” è oggi tanto noto? Se si cerca  “Lovecraft” con Google – come ho fatto io poco prima di scrivere questo articolo – il suo algoritmo, come una modernissima Lampada di Aladino, risponde: circa 13.700.000 risultati; se si cerca invece “H.P.Lovecraft” risponde circa 524.000 risultati e infine “Howard Phillips Lovecraft” risponde circa 481.000 risultati. Inutile provare con “HPL”, come è anche universalmente noto, perché con questa sigla ci sono molte altre cose in rete. Insomma, un effetto inusitato per uno che viene ancora chiamato Il Solitario di Providence e che a 29 anni scriveva La breve autobiografia di un povero scribacchino e a 43 anni Alcune note su una non-entità (testi entrambi in Parola di Lovecraft, Società Editrice La Torre, 2012). Tanta poca considerazione aveva di se stesso. E invece il tempo gli ha dato torto, e fosse ipoteticamente vissuto sino ai nostri…

View original post 1.579 altre parole


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 30, 2017 23:50

Editoria e Realtà Aumentata

[image error]


Nonostante la accuse, che spesso arrivano da persone ben più ignoranti del sottoscritto, di essere un tuttologo, ammetto di avere tante lacune. Per esempio, capisco poco di fotografia e non so andare più di un mi piace o non piace.


Per cui, benchè sia affascinato dalla potenza espressiva e dalla drammaticità delle immagini del libro In quel preciso istante. Retroscena di un reportage in Kenya di Guillermo Luna, che sarà presentato domani nella Sala Giuseppina del Palazzo del Freddo, poco altro in più saprei dire.


Preferisco quindi concentrarmi su un aspetto che conosco meglio, data la mia esperienza professionale di scrittore di fantascienza, che è la Realtà Aumentata. Sotto molti aspetti, la sua diffusione è un ottimo indicatore dell’evolversi della Singolarità, il mutamento epocale, dagli esiti imprevidibili, causato dalla crescita esponenziale della nostra capacità di gestire e processare quantità sempre più grandi di Dati.


Dieci anni fa, la Realtà Aumentata era tema di romanzi di fantascienza. Cinque anni fa, si cominciava a parlare delle prime applicazioni che uscissero dall’ambito militare. Tre anni fa, arrivavano le prime applicazioni commerciali. Ora sono arrivate al grande pubblico, sia nell’ambito dell’intrattenimento e pubblicitario, sia in quello culturale, si pensi alle mostre dell’Ara Pacis o quella prossima, della Domus Aurea.


E grazie a Guillermo e Enrico, l’editore che ha creduto nel progetto, ora arriva nell’editoria, in un esperimento che si potrebbe definire connettivista, non solo perchè lega Passato, la carta, e Futuro, il virtuale, o rompe i confini che esistono tra diversi media, ma soprattutto perchè, a suo modo, rompe la semantica tradizionale della Fotografia.


Semantica, che può essere declinata in infiniti modi, ma che è basata su un principio base: quando eseguo scatto, scelgo, consapevolmente, di isolare dal flusso del Reale un istante e una porzione di spazio, rendendola eterna, trasformandola in un’idea platonica..


Cosa che in dei casi, specie nei reportage, che dovrebbero narrare storie, può creare fraintendimenti nell’osservatore, che decontestualizza l’immagine, rileggendola tramite la propria cultura, il proprio vissuto, la propria sensibilità estetica.


Cosa che a volte arricchisce il messaggio, a volte lo impoverisce, ma in ogni caso lo cambia, trasformando ciò che vorrebbe essere un documento in un’opera aperta.


Con la realtà aumentata, questo fenomeno di decontestualizzazione, che non potrà essere mai eliminato, perchè centrato sull’essere altro dell’osservatore rispetto al fotografo, muta, sostituendo all’osservazione distaccata la condivisione dell’esperienza, al distacco l’empatia.


Questo Essere nel Tempo, questo confrontarsi con la propria finitezza, inglobando la storia rappresentata con la propria, aiuta a rivivere, in una sorta di catarsi, il messaggio del reportage, contestualizzandolo più di mille commenti e parole.


E immagino le infinite potenzialità di questo approccio, se applicato, ad esempio, ai libri d’arte o ai fumetti..


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 30, 2017 06:27

Alessio Brugnoli's Blog

Alessio Brugnoli
Alessio Brugnoli isn't a Goodreads Author (yet), but they do have a blog, so here are some recent posts imported from their feed.
Follow Alessio Brugnoli's blog with rss.