Eva Fairwald's Blog, page 18

November 23, 2020

Libri sui vampiri: 10 titoli dark da non perdere


Sei stufo/a di vampiri pucciosi e glitterati? Vuoi leggere storie di VERI vampiri dark, pericolosi e sanguinari? Allora questo post fa per te.

Scopriremo molti tipi di vampiri: sensuali, fantascientifici, selvaggi, horror… e perfino REALI, esistenti in Italia e tutelati dall’Associazione Italiana Real Vampires.

Ma bando agli indugi. Iniziamo subito il nostro viaggio alla scoperta delle creature della notte.


Libri sui vampiri: 10 titoli dark da non perdere


1. “Il vampiro”, Polidori (1819)

È da questo racconto che è iniziato tutto. Polidori si è ispirato alle macabre leggende del folklore baltico, per regalare alla letteratura mondiale una delle creature più pericolose e affascinanti di tutti i tempi: il vampiro.

I vampiri che popolavano fino a quel momento i racconti dell’Europa dell’est erano dei corpi senza un’anima, bluastri, con le membra gonfie di sangue. Insomma, tutto fuorché creature affascinanti. Polidori, invece, introduce la figura del vampiro Ruthven: nobile, carismatico, ambito da tutti i salotti della buona società inglese. Ma, nello stesso tempo, Ruthven è sanguinario, crudele e pericolosissimo. Questo personaggio sarà la base di partenza per il vampiro più celebre di tutti i tempi, cioè Dracula.

Curiosità: l’idea del racconto nacque durante una vacanza in compagnia di Lord Byron, Percy Bysshe Shelley e Mary Shelley.


2. “Carmilla”, Joseph Sheridan Le Fanu (1872)

Se dovessero dare un premio alla “vampira più affascinante della letteratura”, la vincitrice sarebbe senza dubbio lei: Carmilla.




L’autore, l’irlandese Le Fanu, ha avuto l’intuizione geniale di declinare, per la prima volta, una storia di vampiri al femminile. Carmilla prova un amore appassionato e morboso per la giovane Laura, una ricca fanciulla inglese che abita in un castello immerso nei boschi dell’Austria. Laura ne è lusingata, a volte anche attratta, ma allo stesso tempo prova una sottile repulsione per gli slanci di affetto dell’amica. Ovviamente non immagina si tratti di una vampira. Ma quando un gran numero di giovani donne del circondario inizia a morire in circostanze misteriose, Laura comincerà a porsi inquietanti interrogativi.

Curiosità: siamo abituati a leggere “Carmilla” come un breve romanzo a sé stante, ma in realtà è l’ultimo di una raccolta di cinque racconti denominata “Il ciclo del dr. Martin Hesselius”, che ha un’unica cornice narrativa.


3. “Dracula”, Bram Stoker (1897)

Nell’immaginario collettivo, il vampiro per eccellenza è lui: Dracula. Tutti lo conoscono, tutti lo hanno visto in parodie comiche, film, serie TV, videogiochi, cartoni e fumetti. Ma quanti hanno letto il romanzo originale? Io mi auguro che l’abbiano fatto in tantissimi, perché è un autentico capolavoro.




Si tratta di un romanzo epistolare, in cui si alternano le narrazioni dei vari personaggi. La vicenda prende avvio quando il giovane avvocato inglese Jonathan Harker si reca in Transilvania per seguire l’acquisto di un immobile da parte del Conte Dracula. Il castello del nobile è la quintessenza della dimora gotica, e il Conte stesso nasconde un terrificante segreto…

Curiosità: tra le innumerevoli trasposizioni di “Dracula”, ce n’è una molto simpatica made in Italy: “Dracula di Bram Topker”, a cura di Bruno Enna e Fabio Celoni, maestri dei fumetti Disney Italia. Jonathan è interpretato da Topolino, Dracula da Macchia Nera… ma invece di vampirizzare le sue vittime, il pericoloso conte le trasforma in rape!


4. “Un vampiro”, Capuana (1906)

In questo breve racconto troviamo la figura del vampiro all’interno di un’ambientazione italiana. Lelio Giorgi ha sposato l’amata Luisa, e ha potuto farlo solo perché la donna è rimasta vedova da poco. Tragica fatalità o avvelenamento orchestrato dagli amanti? La situazione non è chiara. Inoltre, la coppia inizia a essere perseguitata da una specie di fantasma notturno, che non li lascia dormire e minaccia di uccidere il loro figlioletto neonato. Lelio si rivolge al medico Mongeri, in cerca di aiuto. Mongeri, all’inizio, si dimostra scettico. Ma il crescendo degli eventi spaventosi nella vita della coppia lo farà ricredere.

Il racconto, ormai svincolato da diritti d’autore, si può leggere qui: Un vampiro, Luigi Capuana

Curiosità: Capuana è celebre per le sue opere veriste, ma all’inizio della sua produzione ha scritto anche parecchi racconti fantastici come questo, nonché un saggio sullo spiritismo.


5. “Il vampiro della foresta”, Salgari (1912)

Salgari, famoso per le sue storie d’avventura, declina il tema del vampiro secondo i suoi stilemi: non ci troviamo in Transilvania, né nella Londra Vittoriana, ma nelle foreste dell’Uruguay. In mezzo a maestosi alberi di cocco e banani carichi di frutti, due cercatori d’oro siciliani si imbattono in un pericoloso indigeno, che è riuscito ad addomesticare un grosso pipistrello carnivoro. L’indigeno vuole scacciare gli invasori, e per farlo minaccia di farli dissanguare dal suo pipistrello “vampiro”. I fratelli non gli danno retta, ma la mattina dopo si svegliano privi di forze e imbrattati di sangue…

Se vuoi leggere il resto, forse ti interesserà sapere che “Il vampiro della foresta” è scaricabile gratis su Liber Liber.

Curiosità: la prima edizione di questo breve racconto è firmata con lo pseudonimo Guido Altieri, che Salgari usò per sfuggire ai vincoli contrattuali con l'editore Donath.


6. “Io sono leggenda”, Richard Matheson (1954)

Facciamo un salto temporale e scopriamo come si possono trasportare i vampiri in un contesto fantascientifico.

Richard Matheson parte da questo assunto: “Nel Dracula di Bram Stoker, un vampiro si muove nel mondo degli esseri umani. Cosa accadrebbe, invece, se ci fosse un solo essere umano in un mondo di vampiri?

Ecco quindi Robert Neville, unico sopravvissuto a un batterio che ha trasformato l’umanità in una schiera di vampiri.

Robert tenta di cavarsela come meglio può, barricandosi nella sua villetta e sterminando quanti più vampiri possibile. Allo stesso tempo, cerca un rimedio per il batterio che ha trasformato la specie umana.

Curiosità: nel 2007 è uscito nelle sale l’omonimo film con Will Smith, ma lo svolgimento e soprattutto il finale della storia sono molto differenti dall’originale.


7. “Le notti di Salem”, Stephen King (1975)

Ci troviamo nella piccola di cittadina di Jerusalem’s Lot (abbreviato “Salem’s Lot”, da cui il titolo).

Qui, lo scrittore Ben Mears precipiterà in un incubo simile a quello di “Io sono leggenda”, ma in scala più ridotta. Il processo di vampirizzazione non coinvolge, infatti, tutta l’umanità, ma solo Jerusalem’s Lot. Anche se meno numerosi, i vampiri di King sono comunque terrificanti: del resto, si sa che il Re del brivido riesce a descrivere in maniera mirabile le paure più profonde del genere umano.

Curiosità: si tratta del secondo romanzo di King, il quale non aveva ancora il potere contrattuale di oggi, infatti non poté opporsi a un pesante editing che eliminò le parti più crude della storia.


8. “Intervista col vampiro”, Anne Rice (1976)

Nel 1994 uscì nelle sale un film destinato a diventare cult: “Intervista col vampiro”. La sua fortuna non è dovuta solo al cast stellare (Brad Pitt, Tom Cruise, Christian Slater, Antonio Banderas e una giovanissima Kirsten Dunst), ma anche alla potenza della storia, tratta dall’omonimo romanzo di Anne Rice.

Il punto di partenza (geniale) è un’intervista fatta da un giornalista a un vampiro: il francese Louis de Pointe du Lac, vampirizzato nel XVIII secolo da Laestat de Lioncourt. Mentre Laestat è subdolo e spietato, Louis conserva ancora la sua umanità, infatti non riesce ad accettare il fatto di dover uccidere per nutrirsi. Laestat, inoltre, vampirizza Claudia, una bambina di cinque anni. E qui ci troviamo davanti a un interrogativo affascinante: cosa succede quando si diventa vampiri in così giovane età? Cosa si prova a diventare un’adulta perennemente imprigionata in un corpo di bambina?

Curiosità: questo è il primo libro della fortunata serie “Cronache dei vampiri”, che conta ben dodici volumi.


9. “Favole”, Victoria Frances (2012)

Quando la letteratura gotica incontra l’arte, nascono opere come “Favole” di Victoria Frances.

L’autrice è spagnola, ma è molto affascinata dall’Italia, infatti ambienta il suo libro tra Venezia, Genova e Verona.

Si tratta di una via di mezzo tra romanzo e graphic novel, dove la narrazione è arricchita da sontuose tavole illustrate. Cimiteri, fanciulle gotiche dal trucco sbavato, scene dark e sensuali si avvicendano in “Favole”: una gioia per gli occhi.

La storia ha per protagonista Favole, detta “la fata di Venezia”, una fanciulla che si innamora di un vampiro ed è disposta a ogni cosa pur di stare con lui, anche a morire. La vicenda si snoda in tre volumi: “Lacrime di pietra”, “Liberami” e “Gelida luce”.

Curiosità: oltre ad avere un immenso talento per il disegno e la scrittura, Victoria Frances possiede anche una bellezza mozzafiato. Per disegnare il personaggio di Favole si è ispirata a foto di lei stessa, in costumi gotici e scenari sepolcrali. Eccola all’Expocomic di Madrid del 2012.





10. Sunset Moon, Davide Santandrea (2020)

Fin qui abbiamo visto solo libri celebri e capolavori della letteratura, ma ora vi propongo qualcosa di diverso. Si tratta di una chicca: un libro scritto da una persona che si reputa un vero vampiro e, in quanto tale, assume regolarmente sangue umano.

Davide Santandrea (detto “Horus Sat”), infatti, è il fondatore dell’Associazione italiana “real vampires”, che si propone di tutelare i vampiri e altre minoranze come Real Werewolves, Therians, Otherkins, Witches. Ecco un brano tratto dalla quarta di copertina: “David, conosciuto col nome di Horus Sat, è un real vampire gay di 53 anni, residente nella città di Meldola (FC) in Romagna dove, assieme al fratello vampiro Daniel, ha fondato una vera e propria comunità di vampiri: la Lega Italiana Real Vampires. Ryan è un giovane real werewolf che si è trasferito, assieme alla sua fidanzata Gaya, da Norman a Monte Lupo dove farà parte della tribù dei Figli della Luna, discendenti dagli indiani nativi d’America. Claire è una vampira sanguinaria che, con i suoi compagni di clan Raul e Doug, miete vittime tra gli umani ma viene sempre fermata da David e dal fratello Daniel”.

Curiosità: per saperne di più sui “vampiri veri” in Italia, puoi leggere l’articolo Le 15 caratteristiche dei vampiri VERI in Italia.


Cosa ne pensi di questi libri sui vampiri? Ce n’è qualcuno che hai già letto? Scrivilo nei commenti!

Quando si parla di creature della notte, a me piace proprio il genere dark. Mi affascinano i vampiri pericolosi e sanguinari, non le versioni annacquate che non hanno nulla a che vedere con le originarie leggende balcaniche.

Parlo di vampiri sia nella mia trilogia paranormal romance “Le ombre di Dora”, che nel mio urban fantasy per adulti “Playing with daggers”. 

I vampiri che prendono vita nelle mie storie sono creature consapevoli del proprio potere, che non si vergognano di ciò che sono e che non hanno paura a scendere a compromessi per integrarsi nella società odierna. Infatti, non è detto che accettare alcune condizioni restrittive non possa comunque portare a situazioni vantaggiose. Ognuno di loro trova una via per restare al vertice della catena alimentare.

Mi piace scrivere di vampiri intelligenti e affascinanti… ma non senza difetti. A seconda della storia e dello sviluppo possono avere o non avere un’anima attiva, questo fattore influisce sul loro comportamento. Pur essendo immortali e con molta esperienza, non sono immuni a pulsioni animalesche e a errori talvolta grossolani che possono mettere a repentaglio la loro esistenza. Non voglio fare spoiler, ma non ho finito di scrivere di vampiri!


CHE COSA SEI DISPOSTO A FARE PER PROTEGGERE CHI AMI?
Leggi “L’ombra del sole” in formato cartaceo o sul tuo Kindle! 



Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog  Colorare la vita .



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Published on November 23, 2020 02:00

November 16, 2020

Le 15 caratteristiche dei vampiri VERI in Italia



In Italia esistono vampiri VERI. Ed esiste anche una lega che li tutela.

No, non è la trama di un romanzo urban fantasy. Di cosa stiamo parlando, allora? Della Lega Italiana Real Vampire, a quanto leggiamo nel sito un’associazione pienamente legale e riconosciuta dallo stato italiano.

La sua funzione? Tutelare i diritti civili dei Real Vampires, Real Werewolves, Therians, Otherkins, Witches ed altre minoranze sociali.


In un’intervista, il fondatore Davide Santandrea spiega: 

«Non è corretto né parlare di malattia né di patologia: ci definiamo una “specie parallela”, siamo umani ma con tratti fisici e biologici diversi. Tra l’altro abbiamo una forza più sviluppata, un processo di cicatrizzazione e ricostruzione ossea più veloci e siamo più longevi. E dimostriamo un'età fisica inferiore alla realtà».


Ma vediamo nel dettaglio le 15 caratteristiche dei vampiri veri in Italia:


1. Fotosensibilità. No, non vuol dire che si polverizzano al sole, come nella migliore tradizione gotica. Però l’esposizione alla luce del sole causa loro violente bruciature alla pelle, nonché la rottura dei vasi capillari degli occhi.

2. Doti sensoriali più sviluppate. Udito, vista, tatto, olfatto e gusto molto molto più evoluti rispetto ai comuni esseri umani.

3. Bassa temperatura corporea. Non supera mai i 35 gradi.

4. Ritmo circadiano invertito. Sono attivi soprattutto di notte; di giorno, hanno la necessità di dormire solo due-tre ore per ricaricarsi. 

5. Ricostruzione ossea veloce. In caso di fratture e ferite, anche gravi, i tessuti e le ossa hanno una velocità di ricostruzione molto più elevata rispetto ai non-vampiri.

6. Forza fisica. Sono capaci di sollevare grandi pesi, come il muso di un’auto (con una sola mano!).

7. Velocità nella corsa. Non una velocità supersonica da cartoon, ma sono comunque più veloci della media.

8. Velocità di pensiero. Hanno grandi capacità di ragionamento e percezione mentale.

9. Elevata empatia. Percepiscono con intensità le emozioni e i sentimenti delle altre persone.

10. Poteri ESP, ovvero poteri extra-sensoriali come telepatia e chiaroveggenza. 

11. Occhi ipnotici. Sono in grado di ipnotizzare le persone con un solo sguardo.

12. Gruppo sanguigno RH. Un vampiro vero presenta sempre nel sangue il fattore RH, sia positivo che negativo.

13. Quantità di enzimi nella saliva. Hanno un numero di enzimi nella saliva maggiore rispetto ai comuni esseri umani, che permette al sangue di non coagulare mentre viene succhiato.

14. Capacità di digerire sangue umano. Riescono a nutrirsi di grandi quantità di sangue umano, senza danni per il loro organismo.

15. Sete di energia. Le capacità elencate richiedono un gran dispendio di energia. Perciò hanno bisogno di immagazzinare notevoli quantità di prana.


Dato che hanno tutte queste notevoli caratteristiche, i vampiri veri italiani sono pericolosi?

Stando alle parole del fondatore, (per fortuna) no:

«I “vampiri sanguinari” si servono di persone consenzienti che attraverso dei normalissimi prelievi (o delle piccole punture) fanno le loro donazioni».


Quindi non se ne vanno in giro a succhiare sangue dai colli delle fanciulle, ma chiedono a volontari consenzienti di essere riforniti tramite prelievi.


L’avresti mai detto che il nostro dolce e soleggiato Paese ospitasse dei vampiri veri?

Io sì! L’ho immaginato nella trilogia “Le ombre di Dora”, nella quale ho inserito non uno, ma ben due vampiri con ruoli importanti. 

Centrale per questo romanzo è Antonio Dalbrando, capo dell’Unione Segreta e responsabile del ritrovamento e del trasporto di Dora nella dimensione parallela, nella quale è in preparazione un colpo di Stato. Accanto ad Antonio c’è la figlia Maira, che si occupa delle faccende più oscure dell’Unione Segreta; è legata sia al Decaduto Daemon (angelo custode caduto in disgrazia) che al Marchiato Connor (che padroneggia il potere del fuoco).

Non sempre padre e figlia vanno d’accordo, ma su tre cose non hanno problemi d’intesa: 

1. Dora (la protagonista del romanzo) è una grande rompiscatole ma è indispensabile per la loro causa.

2. Connor è il loro umano preferito.

3. Non riescono a liberarsi di Daemon.

Entrambi rifuggono la luce del sole e si nutrono di sangue. Nella dimensione parallela, il dittatore che guida l’Impero del Sole ha introdotto delle norme restrittive per le Creature della Notte, quindi Antonio e Maira sono costretti a sfamarsi grazie a dei donatori, pagati per il loro sangue. Nel romanzo “L’ombra del sole” c’è proprio una scena dedicata alla questione donazioni. 

I miei vampiri non si nutrono solo di sangue umano, da loro considerato “comune”. Per i palati più raffinati (Antonio) ci sono donatori speciali di altra natura. Per i canini più esigenti (Maira) c’è un sangue molto, molto particolare: quello angelico. Nella trilogia “Le ombre di Dora” l’importanza del legame fra Maira e Daemon passa anche per il sangue dell’angelo caduto.

Intelligente ma annoiata dalla vita, Maria sviluppa una dipendenza dal sangue angelico… ma sarà senza conseguenze? Scoprilo subito sul tuo Kindle o in cartaceo!



CHE COSA SEI DISPOSTO A FARE PER PROTEGGERE CHI AMI?
Leggi “L’ombra del sole” in formato cartaceo o sul tuo Kindle! 
Romanzo paranormal romance

Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog  Colorare la vita .


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Published on November 16, 2020 02:00

November 9, 2020

Vampirismo: leggenda o realtà?


Senza troppi indugi, rispondiamo subito alla domanda del titolo: il vampirismo non è una leggenda. È una verità confermata dalla scienza.


Ora che ti ho rivelato la risposta, non scappare subito! Ci sono tante informazioni da scoprire per capire cosa sia realmente il vampirismo.


Innanzitutto: di quali vampiri stiamo parlando?

Non sono i non-morti del folklore balcanico Non sono nemmeno i real vampires, persone che si ritengono vampiri e ogni tanto assumono piccole quantità di sangue, prelevate da volontari tramite trasfusioni.


No. Non siamo né nel territorio della leggenda, né tra innocui appassionati di vampiri. Il vampirismo riguarda assassini efferati, che si eccitano alla vista del sangue.


Il vampirismo, infatti, è una sindrome (o meglio una parafilia) che provoca un bisogno compulsivo di guardare, annusare e ingerire sangue umano. Per la precisione, si chiama “vampirismo clinico” ed è stato analizzato per la prima volta in uno studio del 1964.


Le persone affette da vampirismo clinico sono sempre esistite, ben prima che il termine fosse utilizzato in ambito psichiatrico. Le loro storie sono raccapriccianti, soprattutto se pensiamo che sono reali e non partorite dalla mente di uno scrittore horror.


Quindi, solo per lettori non impressionabili… ecco tre personaggi storici affetti da vampirismo:


1. Gilles de Rais (1405-1440)

Nobile francese, capitano dell’esercito, fu compagno d’armi nientemeno che di Giovanna D’Arco. E fu talmente brutale da diventate la fonte d’ispirazione per il personaggio di Barbablù.


Gilles de Rais ereditò dal nonno immense fortune, che però dissipò nel giro di pochi anni. Nel tentativo di tornare ricco, si interessò all’alchimia e alle pratiche occulte. Nel 1439 conobbe Francesco Prelati, monaco italiano dedito all’occultismo.


Prelati convinse Gilles che avrebbe potuto riottenere le sue fortune se avesse sacrificato giovani vite innocenti a un demone chiamato Barron. Iniziò così una lunga serie di crimini ai danni di bambini e adolescenti. Il tutto ebbe fine nel 1440, quando il nobile francese fu processato e condannato a morte. Tra le varie accuse, Gilles de Rais fu incolpato di nutrirsi del sangue delle sue vittime.




2. Elisabetta Bathory (1560-1614)

Soprannominata la “Contessa Dracula”, Elisabetta Bathory (nome originale Erzsébet Báthory) era una nobile ungherese, cresciuta in Transilvania.

Fin da piccola assistette a pene capitali, mutilazioni e sanguinosi assassinii commessi all’interno del castello in cui viveva.

A quindici anni sposò Ferenc Nádasdy, un nobiluomo noto per il suo sadismo (si divertiva a punire la servitù con elaborate torture).


Ma cosa rese Elisabetta la “Contessa Dracula”, affetta da vampirismo? Ebbene, la dama si era convinta che il sangue umano, soprattutto se proveniente da graziose fanciulle aristocratiche, avesse il potere di mantenerla giovane e bella. Cominciò quindi a far uccidere innumerevoli giovani (gli storici stimano tra le cento e le trecento vittime), per poi bere il loro sangue o usarlo per farci il bagno.


Per fortuna, le voci sulle sparizioni delle fanciulle giunsero all’imperatore Mattia II, che ordinò ai suoi funzionari di investigare sul caso. Elisabetta fu colta in flagrante mentre torturava delle povere ragazze sventurate. Fu murata viva e morì nel giro di quattro giorni, all’età di cinquantaquattro anni.




3. Fritz Haarmann (1879, 1925)


Soprannominato "il vampiro di Hannover", Fritz Haarmann è stato un serial killer tedesco. Tra il 1919 e il 1924 uccise ventiquattro giovani. Adescava ragazzini senza tetto, per poi portarli in casa e assassinarli con un morso alla carotide. Beveva il loro sangue, ne era ossessionato: il suo è un caso di vampirismo in piena regola.


Il killer fu scoperto quando alcune ossa delle vittime emersero dal fiume Leine.



Il suo fu uno dei primi processi “mediatici” della Germania. Fu condannato a morte per decapitazione del 1925


Con Haarmann chiudiamo la nostra rassegna dei casi storici di vampirismo. 

Forse è stato un articolo pesante per te da leggere, almeno quanto lo è stato per me da scrivere. 

Scoprire che il vampirismo è una realtà, che esistono “vampiri” veri, ancora più crudeli di quelli creati dalla letteratura gotica non è una notizia facile da assimilare. Però anche questo, purtroppo, fa parte della natura umana.


Ma non ti preoccupare: nel mio Magical Magazine c’è spazio anche per temi più distesi e fiabeschi!





Angeli, demoni, sirene, magia… qui non ci si annoia mai! Per non perderti nessun approfondimento/curiosità/sondaggio/sorpresa sul mondo fantasy, continua a seguirmi su queste pagine e iscriviti al gruppo Facebook Eva Fairwald - Magical Magazine. Ti aspetto!



Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog  Colorare la vita .


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Published on November 09, 2020 02:00

November 2, 2020

Vampiri: caratteristiche succose e misteri affascinanti



In questo articolo non troverai le solite informazioni stereotipate che girano sul web a proposito dei vampiri. Faremo un viaggio immersivo nel loro mondo, partendo dall’etimologia del termine “vampiro” fino a rispondere alla domanda: “i vampiri sono tra noi?”.

Pronto per scoprire le caratteristiche più succose e i misteri più affascinanti dei vampiri?

Ecco l’indice degli argomenti che troverai nell’articolo:


Vampiri: caratteristiche generali 

Cosa vuol dire “vampiri”?Chi sono i vampiri?


Vampiri: caratteristiche comportamentali

Come si diventa vampiri?Cosa temono i vampiri?I vampiri sono morti?Cosa mangiano i vampiri?Perché i vampiri non possono vedersi allo specchio?


Vampiri: caratteristiche fisiche

Come riconoscerli?


Vampiri: i misteri più affascinanti

I vampiri sono mai esistiti veramente? I vampiri sono tra noi? Dove si trovano? Cosa significa quando sogni vampiri?


Bonus!

Quale vampiro sei?Maira, sensuale vampira sanguinaria


E ora… partiamo!


Vampiri: caratteristiche generali


Cosa vuol dire “vampiri”?

L’etimologia del termine vampiro, con molta probabilità, deriva dal serbo вампир/vampir.

Cosa significava questo vocabolo? Non è molto chiaro, ma un’interpretazione possibile è che fosse collegato al turco ubyr, che vuol dire "strega".


Vampiro” è un termine piuttosto recente: debutta nell’Oxford English Dictionary nel 1734. Questo non vuol dire che prima del 1734 nessuno parlasse di vampiri, anzi! Venivano però designati con termini diversi, a seconda dell’area di appartenenza:

In Grecia si chiamavano vrykolakasIn Romania strigoiIn Bulgaria vǎrkolakIn Polonia pierz In Turchia ubyrIn Russia upyrIn Serbia vukodlak


Chi sono i vampiri?


Il mito del vampiro è universale. Nelle culture mesopotamiche, greco-romane ed ebraiche troviamo molte leggende di creature che si nutrono di esseri umani.

Qualche esempio?

Nella mitologia greca esistevano le Lamie, bellissime fanciulle che adescavano gli uomini per poi nutrirsi del loro sangue.
Nella mitologia babilonese Lilith (che poi diverrà la prima moglie di Adamo nella Cabala ebraica) è un demone notturno succhia-sangue.




Tuttavia, il vampiro come lo intendiamo noi — un non-morto che di giorno riposa in una tomba e di notte esce per nutrirsi di sangue — deriva dai racconti orali dell’Europa dell’Est, diffusi a partire dal Medioevo.

La definitiva consacrazione sulla scena mondiale dei vampiri avvenne con il racconto “Il vampiro” di John Polidori, del 1819, che mise per iscritto i misteri e le paure legati alle creature della notte.


Vampiri: caratteristiche comportamentali


Come si diventa vampiri?


Per capirlo risaliremo alla radice del mito: i racconti del folklore balcanico.

Il vampiro non poteva scegliere il suo destino, ma diveniva tale perché riceveva delle maledizioni, che lo condannavano a condurre una vita eterna in forma di mostro assetato di sangue.


I vampiri sono morti?


Sì, infatti le maledizioni sopra citate aveva effetto dopo la morte. Si trattava soprattutto di individui che avevano condotto una vita dissipata, oppure erano morti in modo violento, o da suicidi

Si trasformavano quindi in cadaveri ambulanti, freddi corpi senz’anima, il cui unico pensiero era nutrirsi di sangue umano. Di giorno dormivano nelle tombe, di notte si svegliavano per andare a caccia.


Cosa temono i vampiri?


Come tutti sappiamo, uno dei rimedi più utilizzati per allontanare i vampiri era indossare o appendere in casa collane di aglio. Ma non solo: si usavano anche biancospino e verbena.

Potevano essere tenuti a bada anche da crocifissi, rosari e acqua santa.

Tutti questi metodi li allontanavano, ma non li sconfiggevano in modo definitivo. L’unica via per ucciderli era piantare loro un palo di frassino o quercia sul cuore, nello stomaco o in bocca (a seconda dei luoghi). Infatti, in molte tombe dell’Europa dell’est, sono stati ritrovati cadaveri con paletti o pietre conficcati in questi organi. L’isteria collettiva, derivata dalla paura che un morto potesse tramutarsi in vampiro, in alcune aree si protrasse fino al secolo scorso.



Cosa mangiano i vampiri?


La risposta è una sola: sangue umano.

La letteratura recente ci ha presentato vampiri più innocui, che si accontentano del sangue degli animali, ma la leggenda originale li vuole assetati solo e soltanto di sangue umano.


Perché i vampiri non possono vedersi allo specchio?


Perché, come spiegato in precedenza, i vampiri sono corpi senza anima. Perciò non si riflettono allo specchio e non proiettano nemmeno l’ombra.


Vampiri: caratteristiche fisiche


Come riconoscere i vampiri?


L’immaginario collettivo dei vampiri è stato influenzato dalla letteratura.

Tutti abbiamo in mente Dracula, descritto in modo mirabile da Bram Stoker come un uomo alto e aristocratico, pallidissimo, con occhi iniettati di sangue e labbra rosse.



Abbiamo la meravigliosa e sensuale “Carmilla” di Le Fanu, per poi arrivare ai più recenti vampiri fascinosi di Anne Rice e agli adolescenti di “Twilight”.


Si tratta quindi di personaggi che, pur presentando tratti peculiari come canini affilati e pallore mortale, potrebbero comunque essere confusi con esseri umani normali.


Risalendo all’origine del mito, le cose erano diverse. Forse potrà sorprenderti, ma i vampiri medievali dell’est Europa non avevano i canini appuntiti. Erano, però, molto riconoscibili: nessuno avrebbe mai potuto scambiarli per creature viventi. La loro carnagione era scura, bluastra oppure rossa, e le membra erano gonfie di sangue.


Vampiri: i misteri più affascinanti


I vampiri sono mai esistiti veramente?


Sì: lo dice la scienza.

Forse questa affermazione potrà sorprenderti, ma esiste davvero un disturbo del comportamento denominato “vampirismo”.

Chi è affetto da vampirismo si eccita sessualmente alla vista del sangue e sente il continuo bisogno di guardarlo, annusarlo e ingerirlo.

La prima presentazione del vampirismo clinico nella letteratura psichiatrica risale al 1964. Tuttavia, nel corso della storia ci sono sempre stati personaggi mossi da un’insana passione per il sangue umano. Qualche esempio? 


Vlad il Sanguinario, che con la sua crudeltà ispirò il Dracula di Bram Stoker.
La contessa Elisabetta Bathory, soprannominata “Contessa Dracula”. Era una nobile ungherese, che crebbe però in Transilvania. Si convinse che bere sangue di fanciulle di bell’aspetto la facesse ringiovanire: questo la rese una delle più terrificanti assassine della storia. Si stima abbia ucciso dalle cento alle trecento vittime.


I vampiri sono tra noi?


A parte le persone affette da vampirismo clinico, che sono realmente pericolose, esiste un’altra categoria di “vampiri”.

Sto parlando dei “real vampires”, persone con caratteristiche fisiche particolari (temperatura corporea bassa, fotosensibilità alla luce solare, gruppo sanguigno Rh, ecc) che sono convinte di essere vampiri

A quanto risulta dalle loro interviste, però, non sono pericolosi, dato che si nutrono di sangue ricevuto da donatori volontari tramite una semplice trasfusione.


Vampiri: dove si trovano?


Ebbene sì: i real vampires si trovano in Italia! Hanno fondato un’associazione riconosciuta dallo Stato, con un suo statuto e delle regole ben precise.

Se vuoi saperne di più, ti rimando all’articolo specifico sull’argomento: Le 15 caratteristiche dei vampiri VERI in Italia.


Cosa significa quando sogni vampiri?


Fermo restando che ognuno di noi è un individuo unico al mondo, e quindi bisogna conoscere bene il vissuto di ciascuno per dare un’interpretazione completa, possiamo individuare qualche spiegazione ai sogni che vedono come protagonisti i vampiri.

Il vampiro può essere l’emblema di una persona che ci succhia le energie, che pretende la nostra attenzione in modo ossessivo, senza darci nulla in cambioPuò significare voglia di trasgressione, per esempio in campo sessualePuò simboleggiare il desiderio di essere forte e potente come un vampiro.


Bonus!


Quale vampiro sei?


E ora una sorpresa che ho preparato per te: con quest’immagine potrai scoprire il tuo nome da vampiro!





Qual è il tuo nome vampiresco? Fammelo sapere nei commenti! E se vuoi conoscere altri giochi, curiosità, misteri e sondaggi legati alle creature leggendarie, iscriviti al gruppo Facebook Eva Fairwald – Magical Magazine.


Maira, sensuale vampira sanguinaria


Le caratteristiche e i misteri dei vampiri, se studiati in modo approfondito, ci restituiscono un’immagine terrificante di queste creature: esseri sanguinari, senza morale, senza anima.

Queste creature mi hanno sempre provocato un misto di fascinazione e inquietudine. E hanno dato vita alla vampira Maira, che compare nella Trilogia “Le ombre di Dora”.

Capelli lunghi e neri con le punte tinte di fuxia, occhi viola bordati di nero, pelle di porcellana e parole che feriscono tanto quanto i suoi canini. Indossa corsetti, stivali, fiocchi e rossetti scuri per completare un look d’ispirazione gotica.

In tutti e tre i romanzi della serie c’è una costante: se Maira entra in scena, ne diventa la protagonista. Nessuno degli altri personaggi può ignorarla, soprattutto gli uomini hanno difficoltà evidenti. Evitare lo sguardo di Maira è difficile persino per Connor…

Sexy, determinata e senza scrupoli, Maira è fedele alla causa dell’Unione Segreta, ma non rinuncia ai lussi della sua esistenza eterna. Annoiata dalla banalità degli umani, ha bisogno di qualcosa di diverso… e lo trova. Ma sarà la scelta giusta?

Inizialmente pensato come personaggio marginale, Maira ha acquisito sempre più importanza all’interno della storia. Si aggira per la Biblioteca Storica, per il cimitero di Airlinden e viaggia indisturbata da una dimensione all’altra con un chiodo fisso: il sangue. 

Il destino di Maira è fortemente legato a quello dell’angelo caduto Daemon perché sviluppa una dipendenza dal suo sangue, un disturbo che avrà conseguenze drastiche nel romanzo conclusivo “L’ombra dell’anima”. Nessuno può bere sangue angelico e restare immune, che effetti avrà su un vampiro?

Nel romanzo “L’ombra del sole”, Maira gioca le proprie carte in modo molto pericoloso. Sarà pronta ad aiutare Dora a sconfiggere l’Impero del Sole?



CHE COSA SEI DISPOSTO A FARE PER PROTEGGERE CHI AMI?
Leggi “L’ombra del sole” in formato cartaceo o sul tuo Kindle! 
Romanzo paranormal romance

Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog  Colorare la vita .


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Published on November 02, 2020 02:00

October 26, 2020

Chi sono gli angeli ribelli?


Gli angeli possono subire il fascino dell’oscurità?

Certo. Proprio come noi esseri umani.

Se un angelo cade in tentazione e pecca, la punizione è durissima: perde il suo posto nel cielo e precipita negli inferi, diventando un angelo caduto. Un demone, un rinnegato.


Ma quale motivo può spingere un angelo a ribellarsi? E quale aspetto assume un angelo, dopo aver perso l’innocenza?

In questo articolo esamineremo tutti questi quesiti.


Ecco l’indice dei contenuti:Il primo angelo ribelle della storiaAngeli ribelli lussuriosiChe aspetto assumono gli angeli ribelli?La ribellione degli angeli custodi


Il primo angelo ribelle della storia





Il primo angelo ribelle della storia, lo sappiamo tutti, fu Lucifero.

Era l’angelo più radioso di tutti, saggio, dotato di una bellezza perfetta. E proprio l’avvenenza e l’intelligenza lo insuperbirono. Iniziò a pensare di essere pari a Dio, di poter governare al suo posto. Così il Signore lo punì, scagliandolo sulla Terra. L’affronto subito trasformò Lucifero in un demone, IL Demone più terribile di tutti, l’eterno avversario di Dio.


Ma in quale passo della Bibbia troviamo la sua storia?

Questa notizia potrà sorprenderti, perché… la Bibbia non ne parla! Nel vecchio testamento il nome “Lucifero” non è attribuito a un angelo, ma al re di Babilonia:


“11 Negli inferi è precipitato il tuo fasto
e la musica delle tue arpe.
Sotto di te v'è uno strato di marciume,
e tua coltre sono i vermi.
12 Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?”


Brano tratto dal libro di Isaia.


Nel nuovo testamento, invece, l’epiteto Lucifero (letteralmente “portatore di luce”) è riferito alla stella del mattino e addirittura allo stesso Gesù.


Nella Bibbia, insomma, non c’è nessun collegamento tra Satana e un fantomatico angelo caduto di nome Lucifero. Si tratta di una versione diffusa nella tradizione orale e nei libri apocrifi, al di fuori del vecchio e del nuovo testamento.


Nei testi sacri, quindi, non esistono gli angeli ribelli?

Sì, esistono, solo che non hanno a che fare con un angelo di nome “Lucifero”. Conosciamoli meglio nel prossimo paragrafo.


Angeli ribelli lussuriosi




Una delle tentazioni più forti per un angelo? Cedere alla lussuria. Proprio così: siamo abituati a pensare agli angeli come a esseri imperturbabili, serafici (la parola stessa “serafico” deriva da “serafino”), ma in realtà anche loro sono vulnerabili al fascino dell’amore e della sensualità.

Ne troviamo testimonianza nella Genesi:

“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero”. (Gen 6,1-4).


Molti interpreti sono concordi nel dire che questi “figli di Dio” sono proprio gli angeli

Un passo del libro di Enoch conferma tale teoria, facendo il nome di uno di questi angeli lussuriosi: Azazel. La punizione per i suoi peccati è terribile:

“e il Signore disse a Raffaele: «Lega Azazel mani e piedi e ponilo nella tenebra, spalanca il deserto e ponilo là. E ponigli sopra pietre tonde ed aguzze e coprilo di tenebra. E stia là in eterno e coprigli il viso e che non veda la luce»”. (10,4-5).


Non solo. Uno dei manoscritti trovati nella “biblioteca del deserto” di Qumran, descrive anche la progenie nata dal legame proibito tra angeli ribelli e fanciulle mortali:


“Successe che quando in quei giorni i figli dell'uomo aumentarono, belle ed affascinanti figlie nacquero da loro. I guardiani, figli del cielo, le videro ed ebbero brama di loro e si dissero: "Andiamo e prendiamo delle donne tra le figlie dell'uomo generiamo dei figli per noi." [...] Loro ed i loro capi tutti si presero delle donne per sé. Esse divennero gravide di loro e diedero vita a giganti, alcuni alti tremila cubiti”. (frammento 4Q202).


Questi angeli, che hanno abbandonato i loro incarichi divini per scendere sulla terra e unirsi alle donne, sono diventati angeli decaduti.


Che aspetto assumono gli angeli ribelli?


Prima di rispondere a questa domanda, dobbiamo fare una distinzione tra i testi sacri e la raffigurazione tradizionale degli angeli nella storia dell’arte.


Nell’ambito dei testi sacri, non ha senso parlare di “aspetto degli angeli” in generale. Gli angeli non sono tutti uguali: le loro fattezze cambiano moltissimo in base alla posizione gerarchica, come possiamo leggere nell’opera De coelesti hierarchia.


Ad esempio, nella parte alta della gerarchia troviamo i Troni, le Dominazioni e le Potestà, che appaiono rispettivamente come ruote dentate, lampi di luce e nubi colorate.


Più ci allontaniamo da Dio e ci avviciniamo agli uomini, più gli angeli acquisiscono l’aspetto a noi familiare. Forse perché, dovendo manifestarsi agli esseri umani, assumono fattezze meno bizzarre ai nostri occhi. 

Gli arcangeli e gli angeli custodi, i quali occupano l’ultima posizione dell’ordine gerarchico, sono infatti bellissimi uomini con grandi ali piumate.


L’aspetto di partenza di un angelo, quindi, dipende dalla sua posizione gerarchica. Ma quando decade e passa dalla parte di Satana, come diventa?


Anche qui, occorre fare una distinzione. La cultura popolare dipinge il Diavolo e i suoi seguaci come esseri antropomorfi dotati di corna, coda e zampe caprine. Si tratta di un’iconografia mutuata dal paganesimo, per la precisione dai Fauni e dal Dio Pan.




Nella Bibbia non c’è niente di tutto questo. Satana non è descritto come un fauno, ma come un serpente o un drago. E gli angeli decaduti? Non ci sono descrizioni dettagliate al riguardo.


In ambito pittorico, invece, le cose sono più semplici.

Prendiamo ad esempio la Tavola degli angeli ribelli, opera anonima databile tra il 1340 e il 1345. Gli angeli “buoni”, quelli dalla parte di Dio, sono belli, biondi e con le ali piumate. Gli angeli ribelli, viceversa, sono neri, cornuti e dotati di ali da pipistrello. Questo tipo di raffigurazione è ricorrente nella storia dell’arte.


Infine, voglio mostrarvi un’opera molto interessante, perché ritrae quello che potremmo definire “l’anello mancante” tra angelo di Dio e angelo decaduto. Quella fase in cui l’angelo non è più bello e biondo, ma non è ancora completamente demoniaco. Si tratta della “Pala dei tre arcangeli”, di Marco d’Oggiono.




La composizione è strutturata in modo che lo sguardo dello spettatore cada sull’angelo decaduto, che sta sprofondando negli Inferi. Il suo corpo è ancora roseo e scolpito, i tratti del viso attraenti — anche se il naso si sta facendo adunco — ma le ali sono nere, i piedi sono diventati zampe dotate di artigli, tra i capelli sono spuntate le corna. Una mano scompare nell’abisso, una si protende verso l’alto, vicino a una pianta di teneri fiori bianchi, come un ultimo tentativo di sfuggire al suo castigo. Nel volto possiamo leggere la rabbia e la frustrazione causate dalla caduta.


La ribellione degli angeli custodi


Lucifero, nella tradizione popolare, diventa ribelle a causa della superbia.

Gli angeli decaduti della Genesi, invece, peccano di lussuria.

Ma quali altre motivazioni possono spingere un angelo verso la caduta?


Nel mio libro “L’ombra dell’angelo” sono partita da questo presupposto: se ogni essere umano ha un angelo custode che lo protegge, perché molti uomini continuano a subire incidenti mortali?


Ho quindi pensato che un angelo custode possa difendere il suo protetto da determinati pericoli, ma non da altri. Ci sono delle leggi universali che governano il destino delle persone e non possono essere infrante. Se tali leggi stabiliscono la morte prematura di un essere umano, nessun angelo può contrastarle.


L’angelo protagonista del libro, Daemon, non ci sta. Prova in tutti i modi a salvare la giovanissima protetta Nina da una morte annunciata. Questo è il suo peccato.

Riuscirà Daemon a difendere Nina dal suo tragico fato? Non posso svelarvelo per non fare spoiler, ma potrete scoprirlo leggendo il romanzo. Se vi piacciono le atmosfere misteriose e dark, allora fa al caso vostro!

COSA SUCCEDE QUANDO UN ANGELO CUSTODE SI RIBELLA ALLE REGOLE PER AMORE? 

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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog  Colorare la vita .

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Published on October 26, 2020 03:00

October 19, 2020

10 affascinanti raffigurazioni di angeli guerrieri


Ti è mai capitato di usare l’espressione “sei un angelo”?

Indica una persona mite, buona, generosa e disinteressata. È proprio così che, di solito, ci si immagina gli angeli.


Eppure, nei testi sacri e nella storia dell’arte, abbondano angeli di tutt’altro genere: angeli guerrieri.

Il più famoso? San Michele, potente arcangelo presente nella tradizione cristiana, ebraica e musulmana. È l’angelo guerriero che ha guidato le milizie di Dio contro Lucifero, nonché la creatura destinata a squillare la tromba del Giudizio Finale.


Gli angeli guerrieri hanno scacciato Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre. Hanno sconfitto gli angeli che si sono ribellati a Dio. Puniranno i peccatori nel giorno del Giudizio Finale.


Ma com’è il loro aspetto? Per scoprirlo, ecco 10 affascinanti raffigurazioni di angeli guerrieri.


1. Giudizio universale: basilica di Santa Maria Assunta, Torcello (XI-XII sec.)


L’opera più antica della nostra rassegna è un imponente mosaico, composto da anonime maestranze veneziane.

Ci troviamo davanti a una scena molto inquietante. Due angeli guerrieri, armati di lance, spingono corpi mutilati di peccatori in mezzo alle fiamme infernali.

Sulla destra troviamo Satana, assiso su un trono dotato di teste di leone intente a divorare i corpi dei dannati. In grembo porta l’Anticristo.



 


2. Tavola degli angeli ribelli (1340-1345)

In quest’opera si cela un piccolo mistero: chi è l’autore? 

C’è chi ha attribuito la tavola a Giovanni da Milano, chi a Naddo Ceccarelli, chi a Giovanni Previtali. Non essendoci accordo accademico, l’anonimo artista è stato battezzato con l’affascinante nome di “Maestro degli angeli ribelli”.


La tavola, proveniente dall’ambiente senese, è ora conservata al Louvre.

È divisa in due parti. Sulla sommità della parte superiore troviamo Cristo. Appena sotto di lui, due schiere di troni: a sinistra sono seduti gli angeli che sono restati fedeli a Dio, mentre a destra si possono vedere le sedute rimaste vacanti dopo la caduta dei ribelli. Al centro, tre angeli guerrieri dotati di spade e armature assistono alla scena sottostante.


Nella parte inferiore, San Michele e gli altri angeli guerrieri stanno combattendo contro gli angeli ribelli. Armati di spade e lance, li spingono verso gli Inferi. Gli angeli decaduti hanno ormai perso la loro bellezza. Non hanno più la pelle chiara, i capelli biondi e le ali piumate come gli altri angeli, ma sono diventati neri, dotati di artigli e ali da pipistrello. Si sono trasformati in demoni.




3. Cacciata di Adamo ed Eva, Giusto de’ Menabuoi (XIV sec.):

Vediamo ora un affresco che si trova nel Battistero di Padova.

L’arcangelo Michele, grandioso con la sua armatura e l’aureola d’oro, brandisce la spada per scacciare Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre. I due sono ormai costretti a lavorare per guadagnarsi da vivere, come si evince dagli strumenti che hanno in mano (la zappa e la canocchia per filare).





4. Dannati all’Inferno, Luca Signorelli (1499-1502):


Siamo all’interno della cappella di San Brizio, a Orvieto. Nella seconda lunetta della parete di destra troviamo il nostro affresco, dipinto da Signorelli e dai suoi aiuti.


Si tratta di una scena dinamica, sensuale e grottesca.

È divisa in due parti. Nella parte inferiore, un groviglio di corpi nudi di peccatori si dibatte, tormentato da demoni dalla pelle rossa o blu. Uno dei demoni più accaniti sta mordendo l’orecchio di una bella donna bionda: è l’autoritratto di Luca Signorelli, che forse si è voluto vendicare in questo modo del tradimento subito da un’amante. 

La parte superiore è meno ingombra di personaggi, più distesa.

Le figure di serafici angeli guerrieri, bardati di tutto punto, contrastano con i dannati nudi e concitati della scena sottostante. Due di questi angeli conversano amabilmente, il terzo sguaina la spada per minacciare un demone.

Il punto focale dell’affresco, dove cade subito l’occhio dello spettatore, è un demone che porta sulle spalle una bella donna.



5. San Michele e il drago, Raffaello Sanzio (1505)

Il nostro infaticabile San Michele non si accontenta di sconfiggere peccatori e angeli ribelli, ma combatte anche i draghi. E lo fa in un’opera del grande Raffaello Sanzio, conservata al Louvre.

L’angelo guerriero ha una posa dinamica, sembra che sia appena atterrato al suolo per decapitare il drago.

Per l’interpretazione del dipinto, possiamo considerare questo passo dell’Apocalisse:

«Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli» (Apocalisse 12,7-9).





6. Apocalisse, Dürer (1496-1498):

Dopo Raffaello, eccoci alle prese con un altro celebre artista: il tedesco Albrecht Dürer. La raffigurazione che vi propongo è una xilografia in bianco e nero, proveniente da l libro “L’apocalisse”.

Si tratta del primo libro progettato e pubblicato su iniziativa personale di un artista… insomma, un esemplare di self publishing ante litteram!

L’opera ebbe grandissimo successo in tutta Europa.

In questa tavola, dal titolo “Battaglia degli angeli”, gli angeli guerrieri irrompono sulla Terra per punire i peccatori. Armati di spade, combattono con furore ogni genere di dannati, compresi re e pontefici.



7. Pala dei tre arcangeli, Marco d’Oggiono (1516):

Un’opera di grandi dimensioni e di forte impatto, conservata nella Pinacoteca di Brera.

Marco d’Oggiono era un allievo di Leonardo, cosa evidente nelle fattezze dei tre arcangeli, che richiamano “La vergine delle rocce” e “San Giovanni Battista”. L’angelo centrale, che brandisce la spada contro Satana, è San Michele, mentre gli altri sono Gabriele e Raffaele.

I volti soavi degli arcangeli contrastano con l’espressione corrucciata di Satana, che sta precipitando nelle profondità infernali.

La cosa notevole del dipinto è la raffigurazione di Satana: non è ancora diventato un demone completo, si trova in uno stadio intermedio tra angelo e diavolo. Il corpo è ancora roseo, le ali piumate, ma gli sono già spuntati artigli e corna.



8. San Michele scaccia gli angeli ribelli, Domenico Beccafiumi (1524):

Ancora un San Michele, questa volta conservato nella pinacoteca di Siena.

Sopra la sua testa incombe l’ombra del Signore, che sembra ispirarlo e incitarlo a combattere. Ai lati, altri angeli guerrieri brandiscono la spada.

Nella parte sottostante, più scura, si trovano Lucifero e i dannati dell’Inferno.




9. Caduta degli angeli ribelli, Bruegel (1562):

Un olio su tavola variopinto e immaginifico, conservato nel Museo reale delle belle arti del Belgio di Bruxelles.

Al centro del dipinto, un San Michele sempre più stacanovista non solo combatte gli angeli ribelli, ma allo stesso tempo sconfigge il drago dell’Apocalisse. Tutto intorno a lui, altri angeli guerrieri sono impegnati nella battaglia.

L’elemento più particolare dell’opera è la fantasia con cui Bruegel il Vecchio dipinge gli angeli ribelli. La loro caduta morale li trasforma in mostri, con ali e arti di pesci, insetti e altri animali.


10. San Michele che uccide il diavolo, chiesa di San Michele a Monaco (1558):

Per chiudere la rassegna, e per variare un po’, invece di un dipinto ho selezionato una scultura.

Un bel San Michele riccioluto è impegnato a trafiggere con la sua lancia Satana in persona. Quest’opera è conservata a Monaco di Baviera, la città in cui vivo.



La maggior parte delle opere descritte si può ammirare in Italia. Ne hai mai vista qualcuna dal vero? Se sì, fammelo sapere nei commenti!


La figura dell’angelo guerriero, così viva e presente nella storia dell’arte, mi ha sempre affascinata e ispirata.

Uno dei personaggi principali della trilogia “Le ombre di Dora” è un angelo di nome Daemon, tragico e tormentato. Nasce come angelo custode, ma nel corso del libro “L’ombra dell’angelo” diventa un angelo nero: ribelle e disperato. Più avanti, si trasforma in un angelo guerriero… ma combatterà per la luce o per le tenebre? Non posso spoilerare nulla! La risposta si trova nel volume conclusivo della saga: “L’ombra dell’anima”.


Può un angelo nero trovare la redenzione?

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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog  Colorare la vita .




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Published on October 19, 2020 02:00

October 12, 2020

Angeli: gerarchia e altri misteri svelati




Come immagini gli angeli? 

Biondi, con gli occhi azzurri, un volto dolcissimo e due soffici ali bianche?

Be’, questa è un’iconografia che ha avuto molto successo nella storia dell’arte, ma è un po’ fuorviante.

Innanzitutto, gli angeli non sono tutti uguali: il loro aspetto muta a seconda dell’ordine gerarchico. E proprio studiando le gerarchie angeliche, possiamo scoprire molte curiosità:

Non tutti gli angeli hanno due ali. Alcuni ne hanno quattro, altri sei.Ci sono angeli con quattro facce, di cui una umana e tre bestiali. Certi angeli appaiono come lampi di luce o ruote dotate di innumerevoli occhi.


Pronto a scoprire queste e altre curiosità? Allora iniziamo il nostro viaggio alla ricerca delle gerarchie angeliche.


Angeli: gerarchia dei vari gruppi. Quanti ordini esistono?


Gli ordini gerarchici sono nove

Nove è un numero fortemente simbolico, perché è la trinità al quadrato: 3 volte 3 dà 9. Per dare un’idea dell’importanza di questo numero, basti pensare che Dante definiva l’amata Beatrice come “un nove”, cioè come la manifestazione della perfezione divina.

Le nove gerarchie, descritte nell’opera De coelesti hierarchia, sono raggruppate in tre sfere:

1. Prima sfera: Serafini, Cherubini e Troni.

2. Seconda sfera: Dominazioni, Virtù e Potestà.

3. Terza sfera: Principati, Arcangeli e Angeli.


Quali caratteristiche hanno i diversi tipi di angeli? Sveliamo questo mistero!




ANGELI: GERARCHIA DELLA PRIMA SFERA


1. SerafiniFunzione: occupano il gradino superiore della scala gerarchica, quello più vicino a Dio. Cantano eterne lodi al Signore e governano il movimento delle sfere celesti.Aspetto: hanno sei ali. Due servono per volare, due per coprirsi il volto e due per coprirsi i piedi. Emanano una luce così forte che nessuno può guardarli, a parte Dio.Collocazione: cielo Empireo, il più vicino a Dio.


2. CherubiniFunzione: guardiani della luce e delle stelle.Aspetto: nel libro di Ezechiele sono descritti con quattro ali e quattro facce: una umana, una di leone, una di toro e una di aquila. Hanno piedi di vitello e scintillano come bronzo appena lucidato.Collocazione: risiedono nelle profondità del firmamento.


3. Troni

Funzione: mettono in moto gli ingranaggi della giustizia divina. Il loro nome deriva dai troni su cui sono collocati. Aspetto: ruote dentate e intersecate tra loro, dotate di innumerevoli occhi.Collocazione: orbita di Saturno.


ANGELI: GERARCHIA DELLA SECONDA SFERA


1. Dominazioni

Funzione: Dio ha affidato loro il compito di dominare e coordinare gli angeli appartenenti agli ordini inferiori.Aspetto: appaiono come lampi di luce.Collocazione: orbita di Giove.


2. Virtù 

Funzione: governano i grandi cambiamenti che avvengono nella storia dell’uomo.Aspetto: lampi di luce, come le Dominazioni.Collocazione: orbita di Marte.


3. Potestà

Funzione: ispirano la filosofia, la teologia e la religione degli esseri umani.Aspetto: appaiono come nubi di colori vivaci e cangianti.Collocazione: Sole.


ANGELI: GERARCHIA DELLA TERZA SFERA


1. Principati

Funzione: governano le nazioni. Presiedono all’economia, alla politica e alle manovre militari.Aspetto: raggi di luce.Collocazione: orbita di Venere.


2. ArcangeliFunzione: sono chiamati “spiriti del popolo” perché ispirano e proteggono intere popolazioni. Sono il punto di riferimento per grandi gruppi di persone.Aspetto: si mostrano agli esseri umani come bellissimi uomini alati.Collocazione: orbita di Mercurio.


3. Angeli

Funzione: sono gli angeli custodi, i più vicini agli uomini. Ognuno di loro è preposto alla protezione di un essere umano, dalla nascita alla morte.Aspetto: bellissimi uomini alati, come gli arcangeli.Collocazione: orbita della Luna.


Gli angeli più simili alla forma che tutti noi immaginiamo (creature eteree dotate di ali piumate), quindi, sono quelli più vicini agli uomini: gli arcangeli e gli angeli. Forse hanno queste sembianze per non spaventare gli esseri umani, a cui eccezionalmente possono mostrarsi.


ANGELI: la mia versione

L’angelo è una figura prominente della nostra cultura, è stato detto di tutto e di più, eppure continua ad affascinarci. Ho inserito la mia personale versione di angelo in tutti e tre i libri della trilogia paranormal romance “Le ombre di Dora” ma è nel prequel “L’ombra dell’angelo” che ho deciso di dargli più spazio e di mostrare la sua trasformazione. Ho notato una certa tendenza a considerare gli angeli come presenze rassicuranti e immutabili oppure direttamente come vendicatori. Mi sembrava mancasse un’altra versione, più tormentata e dilaniata dai dubbi… ebbene, l’ho voluta creare io. 

Alexei/Daemon è il personaggio più controverso della trilogia. Alcuni lettori non lo sopportano perché vive in questo stato di “mai una gioia”, altri lettori sono invece attirati dalla sua malinconia e dalla sua persistenza e sognano per lui la redenzione finale. Arriverà? La risposta si trova nel romanzo finale “L’ombra dell’anima”.


La trilogia è disponibile sia in cartaceo che per Kindle Unlimited e i colori delle cover rappresentano anche il mood dei romanzi, proprio come le schiere angeliche hanno diverse caratteristiche. “L’ombra dell’angelo” è il più cupo, per questo ho scelto il blu da associare alla storia oscura di Alexei/Daemon (un angelo, due nomi per identificare il suo cambio radicale).

Ho pensato per Alexei un intero percorso che va dalla sua ascesa da uomo mortale ad angelo custode, fino alla sua discesa ad angelo caduto (Decaduto, nella trilogia) prima disperato e poi in cerca di redenzione. La storia di Alexei è drammatica e struggente e ho rappresentato tutto questo anche attraverso il suo aspetto, che muta da un romanzo all’altro.

Nell’articolo abbiamo visto come le varie categorie di angeli abbiano anche un aspetto diverso; anch’io ho contribuito a modo mio. Quando Alexei è un angelo custode, ha la facoltà di mostrarsi a Nina (l’umana che deve proteggere) in vari modi, quello che usa più spesso è sotto forma di ombra. In seguito si rivela a lei in tutto il suo splendore angelico, con ali bianche dai riflessi cangianti. 

Col procedere della storia, un evento chiave ribalta il mondo di Alexei

Subisce una punizione esemplare e perde il proprio ruolo di angelo custode. Diventa un Decaduto, un angelo dalle ali nere, privato dell’immortalità… forse. Ci sono altri modi che i Decaduti usano per mantenere delle abilità angeliche, ma qui niente spoiler! La sua trasformazione da Alexei a Daemon è segnata dal dolore e da un cambio visivo del suo aspetto, che nei libri successivi della trilogia si evolve. Prima ha le ali bianche, poi le ali gli vengono strappate e, quando ricrescono, sono nere. Nel primo romanzo della trilogia, “L’ombra del sole”, Daemon acquisisce anche un accessorio cruciale per la sua convivenza con gli umani: degli occhiali dalle lenti speciali. Nel romanzo conclusivo, “L’ombra dell’anima”, il cerchio si chiude e il destino dell’angelo caduto si compie.


Sei affascinato anche tu dagli angeli e credi che vivano fra noi? 


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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog  Colorare la vita .




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Published on October 12, 2020 02:00

October 5, 2020

Angeli custodi: chi sono e come ci parlano


 
L’idea che esista, lassù nel cielo, un angelo custode intento a vegliare su di noi è dolce e confortante. 
Tutti abbiamo in mente gli angeli custodi della tradizione cristiana. Pochi, però, sanno che anche in epoca precristiana esistevano spiriti alati preposti alla protezione degli esseri umani. 
Si tratta, insomma, di una speranza comune a moltissime culture. Un semplice desiderio, o qualcosa di più? Gli angeli custodi esistono veramente? Se sì, è possibile comunicare con loro?
In questo articolo cercheremo di fare luce su questi e altri misteri.
Ecco l’indice degli argomenti:
 
Chi sono gli angeli custodi nella tradizione precristiana?Chi sono gli angeli custodi nella tradizione cristiana?Gli angeli custodi esistono?Nonni come angeli custodiDove sono gli angeli custodi?Come contattare gli angeli custodi?La meditazione dell’angelo custodeI numeri angeliciQuando si festeggiano gli angeli custodi?Angeli custodi per mese di nascita: scopri il tuo nome angelico!Gli angeli custodi possono innamorarsi? 
Iniziamo!
 
Chi sono gli angeli custodi nella tradizione precristiana? 
La parola “angelo” deriva dall’antico greco “ἄγγελος” (pron. “angelos”), che significava “messaggero”.
Erano definiti “angeliHermes e Iride, gli Dei alati che trasportavano i messaggi delle divinità agli uomini.


Iride, di Pierre-Narcisse Guérin

Inoltre, nella cultura greca, i cosiddetti “demoni” erano molto simili alla concezione che abbiamo noi degli angeli. Il “daimon” (Δαίμων), infatti, era un tramite tra umani e divinità, spesso alato e benefico. Per Esiodo rappresentava la coscienza personale di ciascun uomo.
Il concetto di “daimon”, tuttavia, era molto esteso. Poteva anche simboleggiare un’entità malvagia che si impossessava dell’uomo. 
Passiamo agli antichi Romani. Essi credevano che ogni uomo fosse assistito fin dalla più tenera età da un “genio”, spesso raffigurato con le ali
I Romani pregavano i geni per avere prosperità. Lasciavano loro offerte di cibo e piccoli doni in occasione del proprio compleanno. Si trattava di entità benevole che proteggevano gli uomini dalle sventure.
Nella cultura etrusca i geni erano femminili e alati. Si chiamavano “lasa” e accompagnavano ogni essere umano dalla nascita alla morte.
Lasa sull'urna di Velimnas Aules, Perugia

 
La mitologia babilonese annoverava due figure simili agli angeli:
Gli shedu o lamassu, spiriti alati che proteggevano gli uomini
I karibu, il cui nome significa “colui che prega, invoca”’origine dell’italiano “cherubino”. Erano geni alati, con testa umana, ali piumate, corpo di leone e zampe di toro. Fungevano da tramite tra esseri umani e divini. Erano raffigurati all’ingresso dei templi. 
Completiamo la nostra rassegna con la dottrina zoroastriana, fondata dal profeta iranico Zarathuštra tra il X e l'VIII secolo a.C. 
Proprio come il Cristianesimo, l’ebraismo e l’islam, lo zoroastrismo era una religione monoteista. L’unico Dio aveva il supporto di spiriti immortali chiamati “amesha spentas”: veri e propri angeli, che annunciavano all’uomo i messaggi divini.
Contrapposti a queste figure angeliche troviamo i “daeva”, cioè i demoni al servizio del male.
 
Chi sono gli angeli custodi nella tradizione cristiana? 



 
Gli angeli custodi sono presenti in tutte le principali religioni monoteiste: Cattolicesimo, Cristianesimo Ortodosso, Protestantesimo, Islam ed Ebraismo.
L’angelo custode  è un angelo particolare, che non si dedica solo all’adorazione di Dio, ma interagisce con l’uomo. In che modo? Diventandone il protettore
Ma qual è il primo testo che ne parla, nell’ambito del Cristianesimo? L’Antico Testamento. Ecco un paio di passi dedicati agli angeli custodi.
1.    Nel libro dell’Esodo (VI sec. A.C.) Dio afferma:
“Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato”. (Esodo, 23, 20).
2.    Nel libro di Giobbe (33, 23), l’angelo custode è definito:
“un protettore solo fra mille, per mostrare all'uomo il suo dovere”.
Parlando di Cristianesimo, non possiamo fare a meno di citare Gesù. Nel Vangelo (Matteo 18, 1-5.10) egli parla così degli angeli custodi dei bambini:
“Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.”
In seguito, molti santi analizzarono l’importanza di queste creature divine. Uno dei primi a farlo fu San Basilio di Cesarea, che scrisse:
“Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo custode come protettore e pastore, per condurlo alla vita.”
(Da Adversus Eunomium, 3, 1)
 
Gli angeli custodi esistono? 

Fin qui abbiamo visto la teoria. Ma, in pratica, gli angeli custodi esistono veramente?
 
Io invito a diffidare da chi dà risposte nette sull’argomento. Si tratta di un tema delicato, che riguarda la sensibilità e le esperienze di ognuno.
In linea di massima, possiamo annoverare due correnti di pensiero, riguardo all’esistenza degli angeli custodi:
 
Alcuni pensano che vivano tra noi. Si tratta di persone speciali inviate da Dio (per chi ci crede) o dal destino per supportarci nei momenti difficili. In questaa grave malattia, ecc.Altri pensano che siano . Molte persone sono sopravvissute a incidenti terribili, in circostanze in cui era altamente improbabile rimanere illesi. Alcune di loro hanno percepito una “presenza” benevola nel momento di massimo pericolo, qualcuno che le ha salvate con una forza sovrannaturale. 
La prima interpretazione si presta a un’ulteriore specifica. Molti pensano che i nostri nonni, che ci sono stati vicini come angeli custodi in vita, continuino a proteggerci dopo la morte. Vediamo meglio questo concetto nel paragrafo successivo.
 
Nonni come angeli custodi


 
Nonni come angeli custodi” è una delle stringhe di ricerca più digitate, nell’ambito degli angeli. 
L’idea che gli antenati ci proteggano è antichissima. I romani veneravano i “Mani”, gli spiriti dei defunti della famiglia, che assistevano tutti i membri del nucleo familiare. 
Ancora oggi, i cari che non ci sono più (soprattutto i nonni) sono considerati come numi tutelari del nucleo familiare. Secondo questa interpretazione, il modo principale che hanno per darci consigli è apparire all’interno dei nostri sogni.
 
Dove sono gli angeli custodi?

 
Forse la risposta ti sorprenderà, ma gli angeli custodi sono… sulla Luna!
Se consideriamo le gerarchie angeliche cristiane, infatti, gli angeli custodi si trovano nella terza e ultima gerarchia, insieme a principati e arcangeli Ogni ordine di angeli si colloca in un preciso punto dell’etere. Quello degli angeli custodi è, appunto, la Luna. Sono le creature divine che si trovano nel punto più distante da Dio e più vicino agli uomini.
La collocazione degli angeli custodi nella sfera lunare deriva dal libro “De coelesti hierarchia”, il primo che ha definito le gerarchie angeliche nell’ambito del Cristianesimo. Ma, come abbiamo visto, ci sono anche altre interpretazioni. C’è chi crede che siano collocati in una generica dimensione parallela alla nostra, chi pensa si trovino nell’aldilà, chi dice che si manifestano in amici e conoscenti pronti a darci il loro aiuto in caso di necessità
 
Come contattare gli angeli custodi?Qui bisogna fare molta attenzione.
Il web (e non solo) pullula di sedicenti “specialisti” che promettono di metterci in contatto con i nostri angeli custodi, tramite presunti poteri speciali. Il tutto, ovviamente, dietro adeguato compenso economico.
Bisogna essere accorti, perché dietro a queste persone si nascondono spesso delle truffe.
In realtà la comunicazione col proprio angelo custode dovrebbe essere un atto intimo e personale. Per esempio, è possibile farlo con la preghiera o la meditazione.
Se non hai mai meditato, ecco una semplice pratica per te.
 
La meditazione dell’angelo custode 


 
Per iniziare questa pratica, devi essere tranquillo, in un posto comodo, lontano da rumori e interferenze. Per esempio, puoi farla a letto prima di addormentarti.
Sdraiati a pancia in su, con le braccia distese lungo il corpo e i palmi rivolti verso il soffitto. 
Comincia a rilassare le dita dei piedi, a una a una, poi i piedi nella loro interezza. Lascia che le loro punte cadano naturalmente verso l’esterno. Prosegui rilassando i polpacci, le ginocchia, le cosce, il bacino. Rilassa l’addome, il petto, i muscoli del collo e delle spalle, spesso contratti dallo stress. Rilassa le braccia, iniziando dagli avambracci per arrivare ai polsi e alle mani. Lascia che le dita si incurvino naturalmente. Poi risali con dolcezza lungo le braccia e giungi al viso. Stacca leggermente le due arcate dentali tra loro, in modo che anche la lingua trovi un suo spazio all’interno della bocca. Rilassa le palpebre, l’area tra le sopracciglia, i muscoli della fronte. Il tuo corpo è abbandonato sul materasso, come se potesse sprofondarci dentro. Percepisci tutti i punti di contatto con la superficie in cui sei sdraiata.
Ora, fai dei respiri profondi con il diaframma. Se non sai come fare, basta mettere una mano sulla pancia (all’altezza dell’ombelico). Quando inspiri ed espiri col il diaframma, senti la pancia gonfiarsi e sgonfiarsi.
Ogni volta che inspiri, immagina una luce bianca irradiarsi dentro di te. Ti purifica e ti trasmette benessere.
Ora, immagina che quella luce bianca sia l’essenza del tuo angelo custode. Se vuoi, puoi anche visualizzare dei particolari per concentrarti meglio sulla sua figura: volto, ali, capelli. L’importante è sapere che si tratta di un’immagine fittizia, mirata a focalizzarti meglio sul tema della meditazione.
Quando ti sentirai connesso con l’angelo, mettiti in ascolto. Concentrati sulla sensazione di protezione che ti infonde. Prova a sentire se ha dei consigli da darti.
Allontana tutti gli altri pensieri e concentrati solo sulla luce del tuo angelo. Non importa per quanto tempo: anche solo una manciata di secondi. Per iniziare va benissimo.
Quando senti di aver ricevuto la giusta carica di energia, puoi risvegliarti dalla meditazione. Molto lentamente, inizia a muovere le dita delle mani e dei piedi, per poi aprire gli occhi. Se vuoi, puoi scrivere su un quaderno le sensazioni provate, per non dimenticarle.
 
I numeri angelici 
Abbiamo parlato di come mettersi in contatto col nostro angelo custode, ma non bisogna sottovalutare il fatto che anche lui è interessato a parlare con noi, per proteggerci e mostrarci come operare al meglio.
Ma come fa un angelo custode a interagire con l’essere umano? Non può certo picchiettarci sulla spalla e dire: «Ehi, tu, guarda che dovresti fare così e non cosà».
Secondo una credenza molto diffusa, i nostri custodi si servirebbero dei numeri angelici per mandarci dei messaggi.
Cosa sono i numeri angelici? Dei numeri ricorrenti, che l’angelo custode mostra più volte al giorno al suo protetto.
Ti è mai capitato di vedere più volte, nel corso di una giornata, un numero doppio o triplo? O magari di sognarlo? Oppure di leggere nel quadrante dell’orologio ore doppie o simmetriche?
Se sì, magari il tuo angelo vuole comunicare con te!
Ma come interpretare questi messaggi? Ho preparato tre specchietti per riassumere i principali significati dei numeri angelici.
 
 



Quando si festeggiano gli angeli custodi? 
La festa degli angeli custodi è il 2 ottobre.
Sì, proprio ottobre, il mese che ho deciso di dedicare agli angeli nel mio Magical Magazine! Il bello è che, prima di avere l’idea del MESE DEGLI ANGELI, non sapevo nemmeno che esistesse questa ricorrenza. Un segno del destino?
In ogni modo, la festa degli angeli custodi  nacque a Valencia, nel lontano 1411. Da qui, si diffuse in Portogallo, in Austria e nelle regioni italiane dominate dagli Asburgo. Ma solo nel 1670 ricevette l’ufficialità, grazie a Papa Clemente X.
 
Angeli custodi per mese di nascita: scopri il tuo nome angelico! 
Siamo quasi alla fine del nostro viaggio in compagnia degli angeli custodi. Per salutarti, ho preparato un giochino: qual è il tuo nome da angelo? Scoprilo nell’immagine sottostante!



Il mio è Fanuelle La Guerriera. Se vuoi farmi sapere il tuo, scrivilo nei commenti! 
Gli angeli custodi possono innamorarsi? 
L’angelo custode accompagna il proprio protetto dalla nascita alla morte.
Lo guida, lo assiste, gioisce dei suoi traguardi e partecipa alle sue sofferenze.
Nel corso degli anni, di sicuro si stabilisce un legame fortissimo con la persona da custodire. Ma questo legame può trasformarsi in amore? Secondo il mio romanzo “L’ombra dell’angelo” sì, ma le conseguenze sono imprevedibili. Alexei ha ormai capito che i suoi sentimenti per Nina, la sua assistita, vanno oltre l’affetto professionale. Non sa se mostrarsi a lei o no… ma la vita lo spinge a prendere una decisione estrema.
Alexei si trova in una situazione impossibile: proteggere Nina o lasciare che le forze del male se la portino via per obbedire alle regole. 
Le regole che Alexei non riesce ad accettare sono state create per garantire l’equilibrio fra il bene e il male e ammettono una quota di “anime sacrificabili” che possono finire legalmente nelle mani dei demoni. 
Ma quando è proprio la sua Nina a finire fra le vittime designate, potrà restare fermo a guardare l’incubo divenire realtà davanti ai suoi occhi?
L'ombra dell'angelo Romanzo paranormal romance, leggilo subito su Amazon!
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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog  Colorare la vita .


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Published on October 05, 2020 02:00

October 1, 2020

OTTOBRE 2020 è il MESE DEGLI ANGELI!


Ogni mese una magia!  Benvenuto nel regno incantato di EVA FAIRWALD – Magical Magazine!

Hai sempre sognato di scoprire i misteri degli ANGELI? Hai mille domande che non hai mai osato chiedere? Gli angeli esistono? Cosa sono gli angeli custodi?

OTTOBRE 2020 è il MESE DEGLI ANGELI!Cosa trovi nel Mese degli Angeli (gratis)?

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Contenuti scritti in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita. 






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Published on October 01, 2020 01:00

September 21, 2020

Lo sciamanesimo femminile nella mitologia norrena


La magia, nella mitologia norrena, era un affare da donne. Per un uomo era molto compromettente padroneggiarla.

Le esperte dello sciamanesimo femminile potevano mutare il corso degli eventi, mettersi in comunicazione con gli Dei e predire il futuro. Lo stesso Odino si fece profetizzare le sorti del Ragnarǫk (battaglia finale tra bene e male) da una sciamana.

Ma si trattava di una magia buona o cattiva? Come veniva chiamata dai Vichinghi? Cosa rischiava un uomo sorpreso a usarla? Scopriamolo insieme con questo articolo!

Ecco l’indice dei contenuti:

·      Come si chiamava lo sciamanesimo femminile norreno?

·      Da chi era praticato lo sciamanesimo femminile?

·      Lo sciamanesimo femminile norreno era magia nera o bianca?

·      Lo sciamanesimo norreno era praticato anche dagli uomini?

·      La sciamana più potente: Freya

·      Una sciamana moderna: Kara Schwert

 

Come si chiamava lo sciamanesimo femminile norreno?

 

Questo tipo di magia era chiamato seiðr.

L’origine della parola “seiðr” si perde nella notte dei tempi. È stato ipotizzato che derivi dalla radice proto-indoeuropea ricostruita “*soi-to-”, che significava “corda”. Il nesso tra “corda” e “magia” è nebuloso, si pensa sia un’allusione ai legacci che forse venivano usati durante le prime pratiche, oppure può simboleggiare il legame che si crea tra la sciamana e il destinatario del seiðr.

 

Da chi era praticato lo sciamanesimo femminile?

 

Nella società vichinga, la figura preposta a padroneggiare il seiðr si chiamava vǫlva.

La parola vǫlva in antico norreno significava “portatrice della bacchetta” ed era collegata al proto-germanico “*walwōn”, cioè “bacchetta”. In effetti, le sciamane usavano un bastone magico durante i loro rituali. Ma di cosa si occupavano, nello specifico? Le fonti sono molto esigue e misteriose al riguardo. Tuttavia, possiamo fare qualche congettura.

La vǫlva, per poter esercitare le sue arti, doveva entrare in uno stato di trance. Ciò avveniva durante una cerimonia che prevedeva una danza circolare, al ritmo di musica incalzante. Durante la trance comunicava con gli Dei, prevedeva il futuro e acquisiva nuovi poteri magici. I suoi intenti erano buoni o cattivi? Scopriamolo nel prossimo paragrafo.

 

Lo sciamanesimo femminile norreno era magia nera o bianca?

 

Dipende. Nel mio libro “Playing with daggers”, Axel (nobile pretendente al trono di Faerie) dice:

«Il seiðr uccide, fortifica, indebolisce… ma non mente mai».

Questa magia sciamanica, quindi, poteva rendere gli altri più forti, più deboli o perfino ucciderli.

Col seiðr era possibile curare i malati, far innamorare le persone, trasformarsi in animale. Col seiðr, però, si poteva anche inaridire il raccolto altrui, trasferire forza e intelligenza da un individuo all’altro e dispensare morte e malattia. Perciò non si può incasellare né nella magia bianca, né nella magia nera, perché non era né positivo né negativo in sé e per sé. Tutto dipendeva da come veniva usato.

 

Lo sciamanesimo norreno era praticato anche dagli uomini?

 

Era molto raro, eppure poteva capitare.

Gli uomini che padroneggiavano il seiðr venivano chiamati seiðmaðr. Tuttavia, l’uso dello sciamanesimo femminile da parte di un uomo era considerato una cosa vergognosa. I seiðmaðr venivano additati come “effemminati”, accusa molto grave nella società vichinga, che poteva costare l’emarginazione dalla comunità.

 

La sciamana più potente: Freya

 

Freya era una delle divinità più importanti della mitologia norrena.

Dea dell’amore, della bellezza, della fertilità e della magia, fu proprio lei a portare il seiðr ad Ásgarðr.

Arrivò nella terra di Odino come ostaggio, ceduta dalla sua gente per sedare la lunga faida tra le popolazioni divine degli Asi e dei Vani. Ma, in breve tempo, divenne una stimatissima maestra di seiðr e acquisì un ruolo fondamentale nel pantheon vichingo.

Nonostante il seiðr fosse un “affare da donne”, Odino non si fece scappare l’occasione di apprenderlo. Ciò gli costò la scomoda etichetta di “effemminato” da parte di Loki, ma fu un prezzo che il re degli Dei fu disposto a pagare. Con la magia sciamanica, infatti, acquisì incredibili poteri. Non solo. Come leggiamo nel libro “Scopri la Dea che vive in te”:

“In una versione del mito, egli nacque come un essere umano: valoroso, carismatico, fortissimo in battaglia… ma pur sempre umano. Passò dall’essere un semplice condottiero al rango di Dio proprio in virtù del suo saper padroneggiare il seiðr. Quindi, tutta la sua fortuna era da ricollegarsi a Freya”.

 

Una sciamana moderna: Kara Schwert

Kara Schwert, protagonista del mio romanzo urban fantasy per adulti “Playing with daggers”, è il personaggio più ambizioso fra tutti quelli da me creati finora e crede fortemente nel glorioso motto di famiglia: nessuna paura, nessuna sconfitta. E crede anche che lanciarsi da sola nella pratica del seiðr sia un’ottima idea! Avrà ragione?

Kara, umana (suo malgrado), è nata in una famiglia ai vertici del traffico illegale di manufatti, sostanze e servizi di natura magica, paranormale e sovrannaturale. Fin da bambina è stata istruita e allenata in modo da poter assumere un ruolo adatto e compiere la propria parte negli affari di famiglia… ma c’è una cosa che nessuno ha considerato: ciò che Kara pensa.

Relegata a una posizione d’ufficio, lontana dalle negoziazioni, dai clienti e dal pericolo, Kara studia, impara e mette in pratica ciò che scopre durante le interminabili ore trascorse in compagnia di testi antichi, rune e misteri. Il suo lavoro è consegnare il frutto delle proprie ricerche al laboratorio, in modo che il fratello Konrad, il chimico di famiglia, possa sviluppare nuovi prodotti infusi di antica magia da immettere sul mercato.

Scontenta di essere stata lasciata così lontano dal potere, Kara non è il tipo che se ne sta con le mani in mano. Da impaziente autodidatta del seiðr, le sue capacità non si sviluppano al passo con i suoi sogni di gloria. Lo studio forsennato di poemi oscuri, l’uso delle rune e il costante superamento dei propri limiti sono un’ossessione che potrebbe costarle la vita… e allora serve un alleato, qualcuno già in grado di padroneggiare quel tipo di magia precluso agli umani, qualcuno di cui fidarsi: Axel von Steinfeld, creatura discendente dai Vani e da Freya, la maestra del seiðr per eccellenza!

Nel sistema magico ideato per questo romanzo, il seiðr differisce da ogni altro tipo di magia perché si basa sul sangue, in particolare sulla componente magica del sangue, per questo motivo il seiðr è sconsigliato agli umani, che in tempi moderni possono attingere a questa forza solo in modo marginale o per nulla. Nell’ambientazione di “Playing with daggers”, viene spiegato che gli umani hanno smesso di sfidare la potenza del seiðr perché il pericolo di morte istantanea è sempre dietro l’angolo!

Ho scelto di limitare in questo modo l’uso del seiðr per differenziarne l’uso rispetto alla magia che già tutti un po’ conosciamo, per esempio come succede per le streghe che lanciano incantesimi, per la magia elementale o per il potere derivato da manufatti mistici. Ho deciso di introdurre queste differenze e restrizioni in virtù della storia e della diffusione del seiðr. Approcciandomi a questa arte mi sono chiesta come mai fosse così poco conosciuta e perché già in epoca d’uso fosse ancora più misteriosa della “comune” magia legata alla forza degli elementi, o a una comunità di adepti, per esempio. Stando al materiale disponibile, la potenza del seiðr non proviene da una divinità o da un oggetto sorgente che la trasferisce al praticante. Si tratta di una energia disponibile a chi è in grado di sentirla e impiegarla. Per questi motivi ho capito subito che doveva essere il tipo di magia più adatto a Kara che, proprio come il seiðr, non aspetta di ricevere nulla. Kara prende ciò che le serve perché è disponibile e perché sceglie di farlo, non perché qualcuno intercede per lei. E allora, se Kara è umana e il seiðr è quasi una condanna a morte… come fa lei a carpirne i segreti? Una domanda che trova risposta nel romanzo, qui non si fanno spoiler!

Dunque, ho detto che Kara non si accontenta, giusto? Per questo motivo entra in scena Axel. Lui appartiene al popolo magico, quello che in inglese è noto come “fay”. In virtù della propria natura, che nella mitologia creata per questo romanzo risale a Freya, Axel è l’aiutante perfetto per Kara.

Tuttavia, ogni cosa ha un prezzo, soprattutto l’aiuto esclusivo di Axel… e anche il seiðr non scherza!


Riuscirà Kara a sopravvivere al seiðr? Scoprilo subito sul tuo Kindle con “Playing with daggers”.


Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog  Colorare la vita .


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Published on September 21, 2020 02:00