Eva Fairwald's Blog, page 16
April 26, 2021
Avvistamenti di dinosauri: una testimonianza reale

È possibile assistere ad avvistamenti di dinosauri ai giorni nostri?
Sì. Accade di raro, ma può capitare che la scienza scopra ancora animali ritenuti estinti da millenni.
In questo articolo analizzeremo un caso reale e un caso presunto di questi avvistamenti. Detective del mistero, allacciamo le cinture e prepariamoci a un viaggio preistorico!
Ecco l’indice dei contenuti:
· Avvistamenti di dinosauri: la testimonianza di Brian Irwin
· Che aspetto hanno i dinosauri della Nuova Guinea?
· Ci sono prove tangibili degli avvistamenti di dinosauri riportati da Irwin?
· È davvero possibile assistere ancora oggi ad avvistamenti di animali ritenuti estinti?
· Sarà possibile assistere a nuovi avvistamenti di dinosauri nel futuro?
Cominciamo!
Avvistamenti di dinosauri: la testimonianza di Brian Irwin
Uno dei casi più chiacchierati degli ultimi anni riguarda gli avvistamenti di dinosauri in Nuova Guinea.
L’Australiano Brian Irwin ha raccontato la vicenda in un articolo sul magazine “Creation”, dopo aver raccolto numerose testimonianze sul posto.
Irwin si è recato nell’isola di Umbugi, dove si dice che si aggiri un gigantesco rettile.
Ha intervistato un giovane uomo di nome Robert, che ha visto la creatura tra il 2005 e il 2006. Il primo avvistamento è avvenuto a una distanza di circa cinquanta metri, nel tardo pomeriggio.
L’animale era intento a nutrirsi di erba, quindi possiamo supporre che fosse erbivoro.
Non era la prima volta che si faceva vedere nell’isola: nove persone l’avevano già incontrato agli inizi degli anni '90. Gli avvistamenti si verificano ogni quattro-cinque anni circa, di solito nel periodo natalizio. Irwin suppone che il dinosauro sia un animale notturno: questo spiegherebbe la rarità delle sue comparse in pubblico.
Che aspetto hanno i dinosauri della Nuova Guinea?
Robert ha descritto la creatura avvistata come un animale molto grande (10-15 metri), col corpo simile a quello di un canguro e la testa rassomigliante a quella di una tartaruga. La pelle era liscia e lucida.
Messo davanti a un libro illustrato sui dinosauri, l’ha identificato con il Therizinosaurus.

Purtroppo non ci sono ancora prove concrete, come potrebbero essere carcasse, escrementi e altre tracce.
Al momento, gli unici indizi sono dati dalle testimonianze degli abitanti del luogo. Solo il tempo ci potrà dire se la Nuova Guinea è abitata davvero da una specie di dinosauro non estinta: Irwin e altri detective del mistero non si sono ancora arresi e continuano a indagare!
Nella premessa dell’articolo, però, vi avevo promesso che avrei trattato un caso reale e un caso presunto di avvistamento. Il caso presunto l’abbiamo già visto… e quello reale? Scopriamolo subito!
È davvero possibile assistere ancora oggi ad avvistamenti di animali ritenuti estinti?
Nel 1938, un gruppo di pescatori sudafricani catturò uno strano pesce blu. Aveva sei pinne e una coda particolarissima, divisa in tre parti. Gli occhi erano rivestiti da una membrana riflettente e le squame risultavano dure come carta vetrata.
Marjorie Courtenay-Latimer, curatrice del museo di storia naturale di East London, fu subito incuriosita dal bizzarro esemplare pescato. Non riuscendo a classificarlo, chiese numi ai colleghi specializzati in animali preistorici. E a questo punto avvenne il colpo di scena: quel pesce era un celacanto, che si credeva fosse estinto da circa… 65 milioni di anni!

Il pesce è conosciuto dalla comunità scientifica come il “fossile vivente” e dimostra come anche nella modernità sia possibile imbattersi in animali appartenenti al nostro più lontano passato!
Sarà possibile assistere a nuovi avvistamenti di dinosauri nel futuro?
Da appassionata di dinosauri ci spero proprio!
Magari con tecnologie sempre più avanzate potremmo rilevare creature ritenute estinte da millenni negli abissi marini, o nelle profondità del sottosuolo. Sì, perché anche il mondo sotterraneo può celare molti segreti! Se volete approfondire l’argomento, potete leggere l’articolo Terra cava: abitanti e ingressi.
I dinosauri mi piacciono così tanto che li ho inseriti perfino nel mio romanzo fantascientifico “Dark Ghost”, che appartiene all’universo narrativo Stargarden. Popolano Nuova Eden, una società utopica governata da una saggia Matriarca.
Se invece vi appassionano gli avvistamenti di creature magiche (vampiri, chupacabra, fate, streghe e così via), potete leggere il mio urban fantasy “Playing with daggers”: troverete molto materiale adatto alla vostra sete di magia e avventura!
Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .
April 19, 2021
Avvistamenti lupi mannari: 3 casi italiani

Sai che in Italia ci sono stati molti avvistamenti di lupi mannari, nel corso dei secoli? E che un licantropo è stato addirittura arrestato a Roma nel 1949?
Proprio così: non occorre andare in luoghi esotici e lontani per avvistare creature leggendarie. Il nostro Paese offre molte opportunità per i detective del mistero affamati di conoscenza!
In questo articolo scopriremo 3 casi davvero interessanti!
1. Avvistamenti lupi mannari in Valdichiana (Toscana/Umbria)
La Valdichiana (o Val di Chiana) è una suggestiva valle che si estende tra la Toscana (nelle province di Siena e Arezzo) e l’Umbria (fra Perugia e Terni).
Oltre che per i bellissimi borghetti, il verde incontaminato e i reperti romani ed etruschi, questa zona è celebre per gli avvistamenti di lupi mannari.
Quali caratteristiche hanno i licantropi avvistati in Valdichiana?
Innanzitutto, il loro nome nel dialetto locale è “manari” o “marani”.
In secondo luogo, sono protagonisti di molte vicende raccontate dagli anziani contadini della valle. Parecchie testimonianze sono state raccolte da Alessandro Angiolini all’interno del libro “Lupi mannari e cavalieri coraggiosi. Storie crudeli e leggende popolari ai confini”.
Qualche esempio?
Un tale Zi’ Quinto fu contagiato da un “brutto male”, che lo costringeva a camminare a quattro zampe, correre senza meta e rotolarsi per terra. La sua pazzia fu così grande da spingerlo a buttarsi in un pozzo.
Poi c’è il caso di un farmacista di Torrita, che era solito ululare alla luna stando accovacciato come un lupo.
Gli abitanti della Valdichiana ritenevano che queste persone fossero affette da licantropia.
Ma come si diventava lupi mannari?
Secondo il folklore locale, potevano esserci diversi modi:
· nascere nella mezzanotte del 25 dicembre o del 6 gennaio;
· ricevere l’anatema di una strega;
· dormire all’aperto in una notte di luna piena:
· raccogliere fiori neri.

Questa è la storia (vera) di quella volta che la polizia romana catturò un licantropo, lo interrogò e registrò una testimonianza sorprendente: l’uomo ammise di essere un lupo mannaro. Un episodio che scioccò l’opinione pubblica dell’epoca.
Ma procediamo con ordine.
Siamo nel 1946. Durante una notte estiva di plenilunio, nei giardini di Villa Borghese fu avvistato un uomo dal comportamento a dir poco strano: ululava alla luna, raspava nel terreno, si nascondeva nei cespugli per poi balzare fuori all’improvviso e attaccare i poveri passanti.
Tra il 1946 e il 1949 la misteriosa apparizione tornò a terrorizzare i romani a più riprese, ma spariva ogni volta che la polizia accorreva per fare luce sul caso.
I suoi comportamenti erano sempre animaleschi: ringhiava, si abbeverava alle fontane, si scagliava contro chi volesse avvicinarlo. I maggiori quotidiani dell’epoca (come per esempio l’Unità) dedicarono molti articoli all’argomento.
Colpo di scena: il licantropo viene arrestato
Nel 1949 ci fu la svolta. Alcuni turisti riuscirono ad avvertire per tempo le forze dell’ordine, che finalmente furono in grado di arrestare il misterioso individuo.
Si trattava di tale Pasquale Rossi, che si autodenunciò come lupo mannaro. Ogni volta che c’era la luna piena, infatti, veniva pervaso da un misterioso calore in tutto il corpo, acquisiva una forza sovrumana e i peli/capelli cominciavano a drizzarsi sulla cute.
Pasquale finì prima in carcere, poi in manicomio, dove rimase internato per alcuni mesi. Quando uscì, fece richiesta della pensione d’invalidità per “licantropia”, ma gli fu negata (strano, eh?).
Poco prima di morire rilasciò un’intervista allo storico Cesare Bermani, il quale dedicò alla vicenda un capitolo del libro “Volare al Sabba, una ricerca sulla stregoneria popolare”.

In Sicilia, i lupi mannari sono chiamati “lupunari”.
Ci sono moltissimi racconti popolari incentrati su queste creature, ma uno dei casi più incredibili riguarda la vicenda del licantropo di Catania.
Siamo nel 1973. Il quotidiano “La Sicilia” riporta inquietanti segnalazioni da parte degli abitanti del quartiere Consolazione: riferivano di sentire strazianti ululati durante la notte, che impedivano loro di chiudere occhio. La vicenda proseguì per alcuni giorni, seminando il terrore e costringendo i cittadini a barricarsi in casa.
Da chi provenivano le grida? Secondo la diceria popolare, da un autentico lupunaro!
Voi credete agli avvistamenti di lupi mannari?
Le leggende toscane, umbre e siciliane sui lupi mannari sono molto affascinanti, per non parlare del caso di Pasquale Rossi… un autentico enigma!
Ovviamente non abbiamo nessuna prova concreta dell’effettiva esistenza dei licantropi… però volare con la fantasia è sempre bello, non trovate?
Cosa ne pensate, i lupi mannari esistono veramente? Scrivetelo nei commenti!
In attesa che tali avvistamenti si rivelino realtà (magari!) io sfogo la mia sete d’avventura scrivendo storie ricche di mistero ed elementi fantastici!
In “Playing with daggers”, per esempio, si possono incontrare nobili abitanti del popolo di Faerie, streghe, sciamane, vampiri e chupacabra.
Non sapete chi sono i chupacabra? Allora potrete approfondire l’argomento leggendo l’articolo “Chupacabra, Scooby-Doo e altre storie del terrore: cosa c’è di vero?”
Se invece volete leggere “Playing with daggers" e scoprire quali spaventose creature si celano nel nostro mondo... ecco la cover del romanzo!
Romanzo urban fantasy: "Playing with daggers"
Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .
April 12, 2021
Mothman a Chernobyl: ecco chi l’ha avvistato
Credits: Tim Bertelink
Chi è mothman? Una creatura mostruosa, metà uomo e metà falena.
Le sue apparizioni sono spesso legate ad atroci sventure, come la catastrofe nucleare di Chernobyl. Diversi testimoni hanno riferito di averlo visto volare nei pressi della centrale, poco prima della tragedia.
Ma quanto c’è di vero in queste notizie? Sono attendibili?
Scopriamolo insieme.
Quando iniziano gli avvistamenti di mothman?
Prima di arrivare agli avvistamenti di mothman a Chernobyl, analizziamo com’è nata la sua leggenda.
Tutto nacque nel novembre 1966 a Clendenin, nel West Virginia. Cinque uomini videro "una figura umana di colore marrone, dotata di ali", che volava sopra alle loro teste nei pressi di un cimitero.
Nei mesi successivi, la creatura fu scorta in altre zone del West Virginia. I testimoni erano concordi nel riportare caratteristiche ben precise:
· altezza di circa due metri
· occhi rossi e fosforescenti
· gambe umane
· ali simili a quelle di una falena (da qui il nome “mothman”, poiché “moth” significa “falena”)
· velocità raggiunta nel volo: 120–160 km/h.
Nel corso degli anni la leggenda dell’uomo falena sconfinò dagli USA, diffondendosi nel resto del mondo. Come abbiamo anticipato, uno degli avvistamenti più famosi di mothman avvenne a Chernobyl.

Mothman a Chernobyl: da chi è stato visto?
Mothman a Chernobyl è stato visto da cinque impiegati della sala di controllo.
Le voci su queste testimonianze sono state raccolte da Robert Maxwell, un archeologo di Sidney che indagò sul caso tra il 2010 e il 2012.
Gli abitanti del luogo spiegarono di aver sentito spesso gli impiegati raccontare di un essere sovrannaturale che volò sopra alla centrale nei giorni precedenti al 26 aprile 1986.
Che aspetto ha il mothman di Chernobyl?
Riporto le parole raccolte da Robert Maxwell (fonte: “The frightening supernatural story of the Black Bird of Chernobyl”):
“Because the workers apparently described the Blackbird as a headless, large-winged black creature with no head, but with fire red eyes — which most people take to mean the eyes appear in the torso, it sounded very similar to the Mothman sightings in the west”.
Riassumendo: si tratta di una grande creatura nera, dotata di ali, ma priva di testa. Poiché i testimoni hanno affermato di aver visto anche occhi rossi e scintillanti, si suppone che fossero ubicati nel busto.
Gli impiegati di Chernobyl non chiamarono l’apparizione mothman, ma “uccello nero”. Date le somiglianze con l’uomo-falena, però, gli appassionati di leggende metropolitane identificarono la creatura di Chernobyl con mothman.

Mothman a Chernobyl: realtà o isteria di massa?
È un po’ difficile verificare la veridicità degli avvistamenti di mothman a Chernobyl, visto che i cinque testimoni sono morti da parecchio tempo a causa delle radiazioni.
Comunque, se fossero ancora vivi e riferissero di averlo visto, la loro dichiarazione potrebbe essere dovuta a una sorta di isteria di massa?
Secondo la scienza… sì. L’aver vissuto una tragedia simile può aver portato gli impiegati ad autoconvincersi di aver assistito all’apparizione. È un fenomeno che può accadere in condizioni di forte stress.
Perciò, gli avvistamenti di mothman a Chernobyl sono realtà o illusione?
Non posso darvi una risposta certa, perché non ci sono sufficienti elementi a supporto né dell’una né dell’altra teoria.
Posso solo dirvi… quello che mi piacerebbe credere!
Mothman a Chernobyl: un avvertimento per l’umanità?
Se sei giunto fin qui, probabilmente condividi la mia passione per i misteri. Quindi mi comprenderai bene se dirò che… sì, sarebbe davvero bello riuscire a provare l’esistenza dell’uomo falena!
La presenza di mothman a Chernobyl potrebbe essere stata un avvertimento: magari la misteriosa creatura voleva avvisare gli impiegati dell’imminente catastrofe. Tutti vedono mothman come un’entità malvagia a causa dell’aspetto spaventoso… ma se fosse il contrario? Se fosse invece un alleato dell’umanità? Si potrebbe scrivere una bella storia a riguardo!
Nei miei romanzi ho spesso affrontato tematiche simili a questa, ispirate alle leggende metropolitane. Ne “L’ombra dell’anima”, per esempio, ho inserito i bambini dagli occhi neri. Per saperne di più puoi leggere l’articolo Bambini dagli occhi neri: chi sono realmente?
In “Playing with daggers”, invece, ho parlato dei chupacabra, di rune e di creature ispirate alla mitologia norrena, il tutto in chiave moderna e urban fantasy!
Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .
April 5, 2021
Chupacabra, Scooby-Doo e altre storie del terrore: cosa c’è di vero?

Chi sono i chupacabra?
Creature pericolose e sanguinarie, originarie del folklore messicano e statunitense. Il pubblico italiano le ha conosciute soprattutto grazie a cartoni, film e telefilm made in USA.
Facciamo qualche esempio:
· chupacabra in Scooby-Doo: compaiono all’interno del lungometraggio “Scooby-Doo e il terrore del Messico”.
· chupacabra in Hotel Transylvania: li vediamo nel terzo film, intitolato “Una vacanza mostruosa”.
· chupacabra nella saga di Harry Potter: appaiono all’interno di “Animali fantastici - I crimini di Grindelwald”, il secondo capitolo della saga.
Quale caratteristiche presentano i chupacabra in queste tre opere? E c’è qualcosa di vero nella loro leggenda? Scopriamolo insieme!
Ecco l’indice dei contenuti che troverete in questo articolo.
· Chupacabra in “Scooby-Doo”
· Chupacabra in “Hotel Transylvania”
· Chupacabra in “Animali fantastici e dove trovarli”
· La vera leggenda dei chupacabra
· Bonus: i chupacabra nell’urban fantasy contemporaneo
Cominciamo!
Chupacabra in “Scooby-Doo” (2003)
Chupacabra e Scooby-Doo: un’accoppiata perfetta, che ha dato vita al lungometraggio animato di Scott Jeralds intitolato “Scooby-Doo e il terrore del Messico”.
Scooby-Doo e i suoi amici Fred Jones, Daphne Blake, Velma Dinkley e Shaggy Rogers partono per quella che dovrebbe essere una rilassante vacanza in Messico. Ovviamente niente andrà come sperato, poiché si ritroveranno a fronteggiare una spaventosa minaccia: un chupacabra che ha scelto come vittima il loro amico Fred.
Che aspetto ha il chupacabra in Scooby-Doo? Appare come un grosso animale peloso, con le corna, denti aguzzi e occhi verdi fluorescenti. Una via di mezzo tra uno yeti e un succhiasangue.
Terrificante, vero?
Ma ora vediamo quali caratteristiche può assumere questo mostro all’interno di altre opere di fantasia.

Chupacabra in “Hotel Transylvania” (2018)
El Chupacabra nella saga di Hotel Transylvania è un personaggio secondario.
Compare nel film “Una vacanza mostruosa” e, in linea con il clima generale del cartone, presenta tratti comici e parodistici.
Che aspetto ha?
È un buffo ometto vestito in modo elegante, con un gran ciuffo alla Elvis e baffetti da latin lover provetto. Ha la carnagione blu e grandi denti affilati.
La parte più divertente della sua comparsata è che lo vediamo sorseggiare un drink da un piccolo bicchierino che contiene… una capra! Questa caratteristica ironizza sul significato del suo nome: “chupacabra”, infatti, significa “succhia capra”.
Dunque il chupacabra in Scooby-Doo è mostruoso, mentre in Hotel Transylvania è un personaggio comico. Ora vediamo un’altra declinazione di questo mostro.
Chupacabra in “Animali fantastici e dove trovarli” (2016)
Abbiamo visto i chupacabra in “Scooby-Doo” e in “Hotel Transylvania”… ma non possiamo certo trascurare la loro presenza all’interno di una delle saghe fantasy più amate dei nostri tempi: Harry Potter.
Riporto il brano di Potterpedia che ne parla:
“Il Chupacabra per i Babbani è una creatura mitologica che si dice vivesse in Nord America e Porto Rico. A seconda della località dell'avvistamento, l'aspetto del Chupacabra (sempre per i Babbani) varia drasticamente. Ad esempio, a Puerto Rico, si dice che il Chupacabra sia un umanoide bipede e rettile, mentre in gran parte del Nord America si dice che assomigli di più a un cane senza peli o a un coyote”.
Per quanto riguarda la versione cinematografica, vediamo un chupacabra nel secondo film di “Animali fantastici e dove trovarli”.
Qui troviamo un’altra versione ancora del personaggio, ovvero il “chupacabra coccoloso” Antonio Chupacabra. Appare infatti come un cucciolo che assomiglia a un piccolo rettile, con sei zampe, piccoli aculei lungo tutto il corpo e grandi occhi nocciola.
L’aspetto è perciò molto carino, ma le sue abitudini un po’ meno… infatti ha la simpatica abitudine di attaccarsi al collo dei suoi padroni, per succhiarne il sangue.
La vera leggenda dei chupacabra
Facciamo ora il punto della situazione: il chupacabra in Scooby-Doo è una specie di yeti peloso, in Hotel Transylvania un ometto dalla pelle blu e in Harry Potter un piccolo rettile. Ma qual è il suo vero aspetto nel folklore latino-americano e statunitense?
La verità è che… può assumere fattezze diverse a seconda delle testimonianze. Non c’è uniformità tra le varie fonti.
Ma consideriamo la faccenda dall’inizio.
Dove e quando nasce la leggenda del chupacabra? Nell’isola di Puerto Rico, nel mese di marzo del 1995.
Numerosi contadini cominciarono a trovare capre e altri animali da cortile dissanguati. Iniziò così a circolare la voce che tali uccisioni fossero opera di un misterioso mostro dal nome “chupacabra” (cioè “succhia-capra”).
La prima testimone fu Madelyne Tolentino, un’abitante della città di Canovanas. Disse di aver visto un grosso animale bipede privo di naso e orecchie, con grandi occhi rossi e una cresta di aculei sulla schiena.

Dopo gli avvistamenti a Puerto Rico, le leggende sui chupacabra cominciarono a diffondersi anche negli USA.
Qui l’aspetto della misteriosa creatura mutò: diventò un animale quadrupede, simile a un cane o a un grosso gatto. Rimaneva però il fatto che il mostro venisse ritenuto responsabile del dissanguamento di numerosi animali da fattoria.
Cosa c’è di vero in queste storie?
Come avviene per tutte le leggende metropolitane, le prove principali sono le parole dei presunti testimoni.
In questo caso, però, ci sono anche le carcasse degli animali dissanguati: sarà stato il chupacabra a ucciderli, oppure qualche altro predatore più comune? Chi lo sa, tutto può essere!
Bonus: i chupacabra nell’urban fantasy contemporaneo
Da sempre affascinata dal folklore e dalle leggende metropolitane, ho deciso di utilizzare i chupacabra come personaggi secondari nel romanzo “Playing with daggers”.
Sono i primissimi avversari di Kara Schwert, protagonista della storia. Si tratta di uomini dal sangue fatato, che si aggregano per formare una gang di spacciatori mutaforma. Hanno la facoltà di trasformarsi in mostruosi animali succhiasangue, dotati di scaglie e denti affilati.
I chupacabra hanno la forza del branco, sono armati e pericolosi.
Kara, però, non è da meno. È decisa a dimostrare alla famiglia la propria forza, anche a costo di correre rischi azzardati. Una ragazza con un caratterino pepato, non c’è che dire… infatti la vediamo mettere a repentaglio la propria vita fin dalle prime pagine. Come riuscirà a cavarsela?
Non posso certo fare spoiler, ma troverete tutte le risposte nel romanzo!
Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .
March 22, 2021
Luna cava: è abitata dagli alieni?

Quando il primo uomo è andato sulla luna, abbiamo avuto le prove provate, definitive, certissime che la superficie del nostro satellite NON ospita alieni.
Che delusione, per tutti quelli che ci speravano!
Ma c’è ancora qualche possibilità! E se la luna fosse cava? E se gli alieni si nascondessero al suo interno?
Eh, sì. Ufologi, appassionati di fantascienza e perfino eminenti ricercatori hanno ipotizzato questa teoria: la teoria della luna cava.
Potrebbe avere qualche fondamento? Scopriamolo insieme.
La luna cava e la teoria dei ricercatori russi
In diversi siti web circola, da qualche tempo, la voce che due scienziati russi avrebbero scritto un sensazionale articolo per la rivista sovietica “Sputnik”, edita dal 1967 e il 1991.
Si tratta di tali Alexander Shcherbakov e Mikhail Vasin. Il titolo dell’articolo è “La luna è la creazione di un’intelligenza aliena?” e risale al 1970.
Secondo questi studiosi, la luna non è un satellite naturale, ma artificiale, creato milioni di anni fa da una civiltà extraterrestre super-avanzata.
Non solo: la luna sarebbe in realtà una navicella spaziale, cava al suo interno, usata dagli alieni per viaggiare nello spazio.
La teoria di Alexander Shcherbakov e Mikhail Vasin è attendibile?
Quanto c’è di vero in questo articolo? Ma soprattutto, è mai stato scritto?
Purtroppo la rivista, come abbiamo visto, ha cessato di esistere nel 1991. Reperire dagli archivi russi il numero incriminato risulta piuttosto difficile.
Come fonte abbastanza attendibile per certificarne l’esistenza, abbiamo la pagina Wikipedia “Hollow Moon”.
Quindi l’articolo sembrerebbe essere stato pubblicato davvero. Tuttavia, si tratta di una teoria datata e considerata poco attendibile già all’epoca. Una curiosità, più che una dimostrazione scientifica.

La luna cava secondo l’ufologo Tyler Glockner
Tyler Glockner è stato un ufologo molto attivo su Youtube, fino a qualche anno fa. Ha addirittura pubblicato un video che mostra una navicella aliena aggirarsi allegramente sulla superficie lunare.
Ma non si è limitato a ciò. Ha anche dichiarato di aver ottenuto un’intervista esclusiva da parte di un membro della missione Apollo 10: l’astronauta avrebbe dichiarato di aver urtato con la sua navicella la luna, e di aver sentito un rumore metallico provenire da essa. Proprio come se fosse una gigantesca sfera di metallo, cava al suo interno.
Da qui l’ipotesi che, come affermavano Shcherbakov e Vasin, la luna non sia altro che un ufo pilotato da alieni.
La teoria di Tyler Glockner è attendibile?
Mica tanto. Tutti i video di Tyler Glockner sono stati rimossi su Youtube. A quanto pare, l’ufologo sarebbe addirittura stato arrestato per il suo coinvolgimento in affari poco leciti.
Quindi ogni speranza di provare che la luna sia cava è vana?
No. C’è ancora qualche sognatore che ci crede, che vuole dimostrare la veridicità di questa teoria. E c’è chi vuole tornare in missione sulla luna, alla ricerca di nuove forme di vita.

La compagnia spaziale che vuole scavare nella luna
Si chiama “Moon Express” ed è una compagnia privata statunitense con una mission futuristica, quasi visionaria. Cito dal sito:
“La nostra missione è ridefinire il possibile ritornando sulla Luna e svelandone i misteri e le risorse a beneficio dell'umanità”.
Moon Express ha in programma di organizzare ben tre spedizioni sulla luna:
1. Lunar scout, il primo viaggio commerciale sulla luna, che dimostrerà i benefici dell’esplorazione spaziale per il mondo dell’imprenditoria.
2. Lunar oupost, il primo avamposto creato per esplorare il Polo Sud del nostro satellite. L’obiettivo principale è trovare acqua nelle profondità lunari. E, si sa: dove c’è acqua c’è vita…
3. Harvest moon si propone di ottenere campioni lunari, da utilizzare sulla Terra per scopi commerciali o a beneficio della scienza.
Riuscirà la Moon Express a prelevare campioni di acqua e magari qualche fossile? Riuscirà a trovare qualche forma di vita? Ma, soprattutto… scoprirà mai che la luna è cava e abitata, al suo interno, dagli alieni?
Non ci resta che aspettare per assistere alle prime missioni lunari!

Tu cosa ne pensi? Trovi affascinante la teoria della luna cava?
Io sì, molto! Adoro i misteri dello spazio, infatti non mi occupo solo di fantasy, ma anche di fantascienza: assieme agli autori Robert H. Gates e Keri Blake ho dato vita alla galassia Stargarden, un’innovativa serie di romanzi cybernature.
Ma non solo. La teoria della luna cava mi affascina, certo, ma sono sempre stata attratta anche da un’altra possibilità: quella che anche la Terra possa essere cava, e ospitare al suo interno misteriose civiltà nascoste.
Per saperne di più sull’argomento, ti consiglio di leggere l’articolo Terra cava: abitanti e ingressi.
Trovo l'argomento molto affascinante e non escludo in futuro di esplorare meglio anche le teorie che riguardano la Luna. Per ora mi sono concentrata sulla Terra cava e l'ho immaginata popolata dagli elfi oscuri!
Il pericolo viene dal sottosuolo, la minaccia incombe, gli elfi oscuri sono pronti a riconquistare la Terra. Riuscirà il Capitano Ella Dorsh a trovare il proprio posto nella guerra per la supremazia?
Leggi subito sul tuo Kindle o in cartaceo: QUI

Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .
March 15, 2021
Test: quale abitante del sottosuolo sei?

Secondo la teoria della Terra Cava, l’interno del nostro pianeta ospiterebbe misteriosi abitanti e perdute civiltà.
Ti piacerebbe scoprire quale creatura saresti, se vivessi nel sottosuolo? Allora questo test fa per te!
Scegli l’ambiente che più ti affascina tra quelli sottoelencati.
· Cunicolo sotterraneo: PROFILO 1.
· Cripta: PROFILO 2.
· Grotta sottomarina: PROFILO 3.
· Antro scavato nella montagna: PROFILO 4.
E ora, scopri il tuo profilo!
PROFILO 1: ELFO OSCURO

Descrizione
Nella mitologia norrena, gli elfi oscuri vivono all’interno di un regno sotterraneo chiamato Svartálfaheimr, uno dei nove mondi tenuti assieme dall’albero cosmico Yggdrasill.
Sono indicati come Dokkálfar, letteralmente “elfi scuri”, oppure Svartálfar, cioè “elfi neri”. Spesso gli studiosi di mitologia li contrappongono agli elfi della luce (Liósálfar), che abitano in superficie.
Secondo una visione molto comune, gli elfi della luce sono creature buone e compassionevoli, mentre gli elfi oscuri sono malvagi e senza scrupoli. Ma non è così! Sono due facce della stessa medaglia, perché nel mondo c’è bisogno sia della luce che dell’oscurità. Il fatto di risiedere sottoterra non rende un elfo cattivo in automatico.
Gli elfi oscuri vivono all’interno di una società molto progredita, sviluppata interamente nel sottosuolo. I loro palazzi, scavati nella roccia, sono imponenti.
I loro occhi e la loro epidermide, nel corso dei secoli, si sono adattati perfettamente alla mancanza di luce.
Sono una specie di elfi molto intelligente, coraggiosa e laboriosa.
Per approfondire
Se vuoi scoprire i segreti degli elfi oscuri, ti consiglio l’articolo Gli elfi oscuri nella mitologia norrena: l’origine del mito.
Il tuo alter ego letterario è…
Ella Dorsh, protagonista di “Trusting Darkness”.
Ella è una tipa decisamente tosta. Capitano dell’esercito, è rispettata e temuta da tutti i suoi sottoposti. Fin da piccola è stata allevata in seno alla società umana come un soldato. Il suo scopo è sempre stato quello di combattere gli altri elfi oscuri.
Ma tutto ciò in cui ha sempre creduto verrà messo a dura prova… qual è la verità che si cela nel Regno di Sotto? Cosa nascondono gli elfi del sottosuolo?
Nel corso del libro affioreranno tutte le risposte, in un crescendo di azione e avventura.
PROFILO 2: VAMPIRO

Descrizione
I vampiri sono creature notturne e pericolose.
Odiano la luce diurna, infatti durante il giorno devono nascondersi in luoghi chiusi per ripararsi dai raggi del sole.
Tutti li temono, eppure tutti ne sono attratti. Esercitano un innegabile magnetismo sulle loro vittime, che cadono tra le braccia degli intriganti succhiasangue con molta facilità.
La figura del vampiro è molto cambiata, nel corso dei secoli. I libri paranormal romance più recenti tendono a descriverli come creature dall’animo gentile, in grado di innamorarsi degli esseri umani.
Ma i vampiri veri, quelli della tradizione gotica, non erano altrettanto innocui. Erano nobili, scaltri ed eleganti, sì… ma anche letali.
Un vampiro (vero) sa quello che vuole, sa come ottenerlo e farebbe qualsiasi cosa pur di raggiungere il proprio scopo.
Per approfondire
Se vuoi scoprire i segreti dei vampiri, ti consiglio l’articolo Vampiri: caratteristiche succose e misteri affascinanti.
Il tuo alter ego letterario è…
Maira, personaggio della saga “Le ombre di Dora”.
Capelli lunghi e neri con le punte tinte di fuxia, occhi viola bordati di nero, pelle di porcellana e parole che feriscono tanto quanto i suoi canini: Maria è una vampira che non passa certo inosservata.
Nonostante non sia la protagonista, ha un ruolo fondamentale all’interno della storia. Nel corso della trilogia è forse il personaggio che compie il percorso di evoluzione più forte. Proprio per questo motivo, è molto amata dai lettori e dalle lettrici.
Sexy, determinata e senza scrupoli, Maira è fedele alla causa dell’Unione Segreta, ma non rinuncia ai lussi della sua esistenza eterna. Annoiata dalla banalità degli umani, ha bisogno di qualcosa di diverso… e lo trova. Ma sarà la scelta giusta?
PROFILO 3: SIRENA

Descrizione
Grazie a cartoni come “La sirenetta” di Disney, siamo abituati a immaginare le sirene come creature allegre, solari e canterine.
Ma sarà proprio così?
Decisamente… no! Le sirene non sono solo belle fanciulle che si pettinano sedute sugli scogli. Molte, come la Lorelei della tradizione germanica, si divertono ad attrarre i marinai verso letali tempeste.
Sono bellissime e affascinanti, ma hanno anche un lato selvatico, quasi animalesco, che le rende pericolose. Spesso agiscono d’istinto, senza curarsi delle conseguenze.
E parecchie non sono affatto felici di mostrarsi agli esseri umani, rischiando di venire catturate e diventare un fenomeno da circo. Preferiscono, quindi, nascondersi nelle profondità dei fondali marini. E qui troviamo le nostre “sirene sotterranee”, che hanno costruito le loro dimore in grotte, anfratti o cunicoli sabbiosi.
Alcune vivono addirittura all’interno di bunker sottomarini.
Bunker sottomarini?! Sì, proprio così: capirai meglio cosa intendo quando scoprirai il tuo alter ego letterario!
Per approfondire
Se ti affascinano i misteri delle sirene, ti consiglio l’articolo Scopri tutti i segreti delle sirene.
Il tuo alter ego letterario è…
Amanda, protagonista di “In fuga: amore dagli abissi”.
Amanda, all’inizio del libro, si trova in un bunker sottomarino.
Cosa ci fa lì? Come mai è in grado di trasformarsi in una sirena? Non sa darsi una risposta, poiché non ha nessun ricordo della sua vita in superficie.
Amanda vuole solo essere se stessa, ma il segreto della sua identità è celato da mille bugie e interrogativi.
Ho scelto di scrivere un romanzo sulle sirene per esplorare il senso di confusione generato dal non conoscere il proprio posto nella realtà circostante. Come ci si ritaglia uno spazio in un mondo dominato da giochi di potere? Come si fa a non essere pedine sacrificabili sulla scacchiera di qualcun altro?
La nostra eroina, nel corso del romanzo, troverà le sue risposte. A prima vista potrebbe sembrare un personaggio fragile, ma non è così. Dentro di sé possiede tutte le risorse necessarie per ribellarsi, con coraggio, a chi la vuole tenere chiusa in una gabbia.
PROFILO 4: STREGA

Descrizione
Gli antri delle streghe sono luoghi intrisi di misticismo e misteri.
Il più famoso è l’Antro della Sibilla, una galleria artificiale di epoca greco-romana, rinvenuta nell'antica città di Cuma. Qui la Sibilla Cumana, sacerdotessa d’Apollo, trascriveva in esametri le sue predizioni (dette “oracoli”).
La figura della strega è antichissima. Nella mitologia norrena si chiamava vǫlva e padroneggiava un particolare tipo di magia di nome “seiðr”. Col seiðr era possibile curare i malati, far innamorare le persone, trasformarsi in animale. Col seiðr, però, si poteva anche inaridire il raccolto altrui, trasferire forza e intelligenza da un individuo all’altro e dispensare morte e malattia. Perciò non si può incasellare né nella magia bianca, né nella magia nera, perché non era né positivo né negativo in sé e per sé. Tutto dipendeva da come veniva usato.
La figura della strega è quindi ambivalente. È potente e temuta, perché può utilizzare i suoi poteri per perseguire il bene o per scopi malvagi.
Ha una particolare connessione spirituale con la natura, gli animali e l’universo in generale.
Per approfondire
Se vuoi scoprire i segreti del seiðr, ti consiglio l’articolo Lo sciamanesimo femminile nella mitologia norrena.
Il tuo alter ego letterario è…
Kara Schwert, protagonista di “Playing with daggers”.
Kara è il personaggio più ambizioso fra tutti quelli da me creati (…finora!). Crede fortemente nel glorioso motto di famiglia: nessuna paura, nessuna sconfitta. E crede anche che lanciarsi da sola nella pratica del seiðr sia un’ottima idea! Avrà ragione?
La risposta non è così scontata, visto che nel suo universo magico il seiðr può essere padroneggiato solo da creature fatate, non da una “semplice” umana come lei.
Eppure questo non la intimorisce, né la ferma.
È un’eroina decisa, caparbia, e — diciamolo pure — anche parecchio testarda. Dove la porterà la sua indole temeraria? Non posso rivelarlo a chi non ha letto il libro, non voglio certo fare spoiler! Nel romanzo, comunque, si trovano tutte le risposte.
Bene! Ora che abbiamo esplorato i vari profili, sono curiosa di sapere le risposte di chi mi ha seguita in questo viaggio sotterraneo.
Tu quale creatura del sottosuolo sei?
Fammelo sapere nei commenti!
Premesso che a me piace il sottosuolo in generale… come si nota dal fatto che praticamente in ogni romanzo c’è almeno una parte ambientata sottoterra… io ho scelto l’antro scavato nella montagna e quindi il profilo 4, Kara Schwert.
Adoro Kara perché non si lascia imporre restrizioni da nessuno, nemmeno da se stessa. Non è che non le importi di correre dei pericoli, semplicemente guarda avanti e si fissa sul traguardo da raggiungere perché se il premio vale il rischio, allora procede e fronteggia le conseguenze.
Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .
March 8, 2021
Terra cava: abitanti e ingressi

Secondo la teoria della Terra cava, il nostro pianeta avrebbe un interno abitabile e popolato.
Cunicoli e sotterranei ospiterebbero misteriose civiltà, forse più progredite della nostra.
Ma c’è qualcosa di vero in tutto ciò, o è solo leggenda?
In questo articolo analizzeremo antichi racconti, testimonianze ed evidenze scientifiche sugli abitanti della Terra cava. E scopriremo quali sono i principali ingressi che porterebbero al mondo del sottosuolo.
Pronto per un viaggio al centro della Terra? Allora partiamo!
Terra cava: abitanti leggendari
Fin dall’alba dei tempi, i segreti del sottosuolo hanno affascinato l’uomo. Ecco una breve rassegna degli abitanti sotterranei raccontati da miti e leggende.
· Anime dei defunti: secondo moltissime tradizioni, sottoterra si trovano le anime dei morti. Pensiamo all’Ade degli antichi Greci, un vero e proprio regno fisico accessibile tramite grotte e altri passaggi sotterranei. E come non menzionare l’Inferno dantesco, che parte da una gigantesca voragine ubicata a Gerusalemme e giunge al centro della Terra?
· Nani ed elfi oscuri: passiamo alla mitologia norrena. Gli abitanti del sottosuolo si trovano nello Svartálfaheimr, uno dei nove mondi tenuti assieme dall’albero cosmico Yggdrasill. Qui abitano i nani e gli elfi oscuri. Per approfondire l’argomento puoi leggere l’articolo “Gli elfi oscuri nella mitologia norrena: l’origine del mito”
· Eschimesi: defunti, nani ed elfi oscuri non sono poi una gran una sorpresa… ma forse gli Eschimesi sì! Come mai sono annoverati tra gli abitanti della Terra cava? Perché in passato erano chiamati dalle popolazioni scandinave “Trolls”, come le creature del sottosuolo presenti negli antichi racconti norvegesi. Ma non è finita qui: gli stessi miti Inuit (modo più corretto per chiamare gli Eschimesi) affermano che il loro popolo è giunto nel nostro mondo da un luogo lontano e sotterraneo.
· Superstiti di Atlantide: gli abitanti della favolosa Atlantide sono morti tutti? Oppure, visto che possedevano una tecnologia avanzatissima, avevano previsto il disastro che si sarebbe abbattuto sulla loro isola, trovando anche un modo per salvarsi? Secondo alcune versioni del mito andò proprio così. Gli Atlantidei non solo sarebbero fuggiti dal loro regno prima della rovina, ma si sarebbero anche rifugiati in un luogo sicuro: sottoterra.
· Re del mondo: la leggenda più esoterica di tutte proviene dalla tradizione buddhista tibetana. Secondo questa visione, il sottosuolo celerebbe la città di Agartha, popolata da esseri semidivini detti “Argath” (“Illuminati”). Il più importante di essi è Manu, il Re del mondo, che svolge il ruolo di Legislatore Primordiale e Universale.

di Saint-Pierre-et-Saint-Paul de Nantes”
Gli abitanti della Terra cava secondo la testimonianza dell’ammiraglio Richard Evelyn Byrd
Una storia davvero affascinante riguarda la testimonianza dell’ammiraglio statunitense Richard Evelyn Byrd.
Tra il 1929 e il 1955, Byrd sorvolò più volte il Polo sud, durante quattro spedizioni che avevano lo scopo di conoscere meglio il continente antartico.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1957, fu scoperto un suo taccuino relativo a un volo effettuato il 27 febbraio del 1947.
Il contenuto di questo diario è a dir poco incredibile. L’ammiraglio afferma di essersi improvvisamente ritrovato a sorvolare pianure verdeggianti, al posto delle gelide distese antartiche. Era infatti precipitato all’interno di una voragine collegata alla Terra cava.
Nelle verdi distese vide animali ormai estinti in superficie, come i mammut, e futuristici mezzi volanti.
Byrd scese dall’areo e si trovò al cospetto di aitanti uomini biondi, dai tratti delicati. Costoro lo portarono a una scintillante città di cristallo. Qui, all’interno di un imponente palazzo, parlò con un tale che si definiva “Il Maestro”.
Il messaggio per l’umanità
Il Maestro disse che loro (gli abitanti della Terra cava), fino a quel momento non avevano mai interferito con il nostro popolo. Ma, a seguito dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, avevano deciso di darci un avvertimento: l’umanità deve cessare di combattere e produrre armi sempre più pericolose, pena l’autodistruzione. È invece necessario che persegua ideali di pace e fraternità.
Infine, il Maestro fece una predizione: in un futuro lontano verrà fondato un “Nuovo Mondo”. Solo allora gli abitanti della Terra cava ci raggiungeranno in superficie, per aiutarci a vivere in modo sereno e armonioso.
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Una testimonianza epocale?
Sarebbe tutto estremamente bello e sorprendente, peccato che… al 99%, il diario è una bufala. Non c’è alcuna prova che la testimonianza sia scritta da Byrd. Al contrario, sembra che il documento sia stato prodotto da qualche buontempone.
Ma allora, non c’è nemmeno una prova che il sottosuolo sia abitato? Non è proprio così: ci sono i rilevamenti del pozzo di Kola.
Le forme di vita rilevate dal pozzo di Kola
Dal punto di vista scientifico, abbiamo un indizio sulle forme di vita presenti nel sottosuolo grazie alle rilevazioni del pozzo superprofondo di Kola.
Cos’è il pozzo superprofondo di Kola? Un progetto di perforazione della crosta terreste intrapreso a partire dal 1970, ad opera di un gruppo di scienziati sovietici. Lo scopo era quello di analizzare la geochimica e la geofisica del sottosuolo.
Nel 1989 raggiunse la profondità di 12.262 metri. Si tratta del primato mondiale di profondità verticale rispetto alla superficie terrestre.
La perforazione fu interrotta nel 1992, a causa delle temperature troppo alte e della minore densità delle rocce raggiunte.
Dal pozzo sono state rilevate forme di vita fino a circa sei-sette chilometri di profondità. Purtroppo non si tratta né di elfi oscuri, né di nani, né tantomeno di aitanti uomini biondi. Sono state invece identificate ventiquattro specie di plancton fossili.
Terra cava: ingressi
Ma torniamo alla dimensione del mito.
Secondo le varie leggende diffuse nel mondo, ci sarebbero molti accessi alla Terra cava. Ecco i più famosi.
· Ischia. La nostra penisola non finisce mai di stupire. Uno degli ingressi più noti della Terra cava, infatti, si troverebbe nel Monte Epomeo, a Ischia. I Nazisti organizzarono addirittura una spedizione per cercare questo accesso, durante la Seconda Guerra Mondiale.
· Poli. A partire dal primo romanzo ispirato alla teoria della Terra cava (“Relazione di un viaggio dal polo artico al polo antartico attraverso il centro del mondo” del 1721), i poli divennero i luoghi più gettonati per collocare i portali verso il centro della Terra. Qualche anno fa cominciò anche a circolare una foto satellitare della NASA, scattata nel 1967 dal satellite ESSA 3, che mostrava un gigantesco buco al centro del Polo Nord. Tuttavia, l’immagine si rivelò un fotomontaggio.
· Piramide di Giza. Se si parla di misteri e di antiche civiltà, prima o poi spuntano fuori gli Egizi. Quindi, è perfettamente logico che uno degli ingressi ipotizzati per la Terra cava si trovi in una piramide. Per la precisione, parliamo della Grande Piramide di Giza (o di Cheope). La stanza più bassa, detta “camera ipogea”, è costruita nel sottosuolo: secondo la leggenda, potrebbe contenere un portale segreto collegato alla Terra cava.
· Isola di Pasqua. Quest’isola nasconde molti enigmi, tuttora irrisolti: come fecero i suoi abitanti a raggiungerla, dal momento che disponevano solo di canoe in legno? E come riuscirono a trasportare i blocchi di pietra per erigere le celebri statue? Secondo alcune teorie, gli antenati degli isolani provenivano da un’avanzata civiltà del sottosuolo.
· Rio della Plata. I Conquistadores spagnoli ipotizzarono che gli indigeni americani si procurassero i loro meravigliosi monili d’oro accedendo a un ricchissimo regno di nome El Dorado. Una teoria molto in voga sosteneva che tale luogo leggendario si trovasse sottoterra, nei pressi del Rio della Plata.
· Deserto del Gobi. Secondo l’occultista Helena Blavatsky (1831-1891), nella regione desertica del Gobi si troverebbe un accesso a Shamballa (o Śambhala), regno sotterraneo della tradizione buddhista tibetana.
Se vuoi approfondire i misteri del sottosuolo, puoi leggere anche l’articolo “Teoria della Terra cava: 10 cose da sapere”
Tutti i potenziali abitanti della Terra cava sono affascinanti, non trovi?
Quali sono quelli che ti hanno colpito di più?
Per quanto mi riguarda, un posto speciale nel mio cuore spetta a loro: gli elfi oscuri. Mi intrigano così tanto che ho deciso di renderli protagonisti del mio romanzo distopico “Trusting Darkness”.
Il pericolo viene dal sottosuolo, la minaccia incombe, gli elfi oscuri sono pronti a riconquistare la Terra. Riuscirà il Capitano Ella Dorsh a trovare il proprio posto nella guerra per la supremazia?
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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .
March 1, 2021
Teoria della Terra cava: 10 cose da sapere

Immagina che la Terra sia cava al suo interno, e che possa ospitare forme di vita intelligenti. Non dovremmo più andare nello spazio per scoprire nuove civiltà: ci basterebbe un viaggio al centro del nostro caro, vecchio pianeta.
Questa possibilità è stata vagheggiata da molte illustri personalità, nel corso dei secoli. Ma chi fu il primo esponente della teoria della Terra cava? E perché questo mito ci affascina così tanto? Scopriamolo insieme!
10 curiosità sulla teoria della Terra cava
1. Il primo teorico fu Halley… sì, proprio quello della cometa
L’idea che il sottosuolo sia abitato è molto antica: basti pensare al mito dell’Ade presso i Greci, oppure al regno degli elfi oscuri della mitologia norrena. Se ti interessa quest’ultimo argomento, puoi dare un’occhiata all’articolo Gli elfi oscuri nella mitologia norrena: l’origine del mito.
Ma il primo a elaborare una vera e propria teoria, in epoca moderna, fu Edmund Halley. Sì, proprio quello che diede il nome alla famosa cometa, poiché riuscì a predire il ritorno del corpo celeste per la fine del 1758.
Nel tomo “Philosophical Transactions of Royal Society of London” (1692), Halley sostenne che la Terra fosse formata da un guscio esterno spesso 800 km, contenete altri due gusci interni e un nocciolo.

2. I primi romanzi sulla teoria della Terra cava parlavano di poli e di Egitto
Il primissimo romanzo basato sulla teoria di Halley fu probabilmente “Relazione di un viaggio dal polo artico al polo antartico attraverso il centro del mondo” (1721), giunto a noi anonimo. Qui troviamo uno spunto che avrà in seguito molta fortuna: l’idea che l’ingresso per la Terra cava avvenga dai poli.
Il secondo romanzo fu “Lamekis” di Charles de Fieux (1734), un malloppone costituito da ben otto volumi. Anche in quest’opera troviamo un grande topos letterario, cioè lo zampino degli antichi Egizi laddove si parla di misteri e civiltà perdute. Lamekis, infatti, è il figlio di un sommo sacerdote dell’antico Egitto. Le stravaganti ambientazioni del libro includono un mondo sotterraneo abitato da uomini-vermi intelligenti e dai Silfi, esseri celestiali che possono accedere al regno dei cieli.
3. Anche Casanova fu affascinato dalla teoria della Terra cava
Lo avresti mai detto? Casanova non fu solo un seduttore, anche un self-publisher di romanzi fantascientifici.
Proprio così! Nel 1788 dedicò un intero libro alla teoria della Terra Cava, dal titolo “Icosameron”. Se lo autopubblicò, pagando da solo la stampa, ma non ebbe molto successo, per cui l’opera cadde presto nel dimenticatoio. Fu riscoperta solo nel 1921.
La storia parla di Edoardo ed Elisabetta, due fratelli che vissero per ottantun anni all’interno della Terra, presso una società utopica popolata da nani ermafroditi.
Il romanzo è un precursore del filone "mondo perduto", che diverrà molto popolare nella seconda metà del XIX secolo grazie Jules Verne, H. Rider Haggard e Arthur Conan Doyle.
4. La fortuna del mito polare
Il mito polare sostiene che gli ingressi alla Terra cava si trovino ai poli.
Il più famoso teorico di questa corrente di pensiero fu il veterano di guerra americano John Cleves Symmes Jr, che nel 1818 pubblicò “Circular No. 1”. In questo trattato dichiarava che la Terra è cava, proprio come teorizzato da Halley, e che l’interno del pianeta è accessibile attraverso grossi buchi ubicati nei poli.
5. I sostenitori odierni della teoria prendono il nome di “Terracavisti”
Pensavi esistessero solo i Terrapiattisti? E invece no! Esistono anche i Terracavisti.
Secondo il Terracavismo, i “poteri forti” sarebbero al corrente delle cavità presenti nel sottosuolo e delle civiltà nascoste in esse, ma per qualche oscura ragione vorrebbero tenerci tutto nascosto.
Uno dei più celebri Terracavisti è Rodney Cluff, autore di un saggio dal titolo piuttosto altisonante: “World Top Secret: Our Earth IS Hollow! The Scientific, Scriptural and Historical Evidence that Our Earth Is Hollow!”.
Per i più curiosi è possibile leggere il libro su Amazon, in lingua inglese.

6. Perché la teoria della Terra cava ci affascina così tanto?
Ci possono essere varie risposte a questa domanda.
Gli amanti dei complotti la vedranno come uno dei modi per sfogare la loro fantasia cospiratoria.
Un’altra ragione è la possibilità di scoprire civiltà sotterranee a noi ancora ignote.
Ma forse la spiegazione più bella l’ha data Umberto Eco, nell’articolo “L'interno della terra, il mito polare e Agarttha” scritto per il CICAP.
Ecco le sue parole.
“Penetrare nel cuore del pianeta, sotto la crosta terrestre, ha sempre attratto gli esseri umani, e qualcuno ha visto in questa passione per grotte, anfratti, cunicoli sotterranei, una tensione verso un utero materno a cui tornare; ciascuno ricorda probabilmente come da piccolo, prima di addormentarsi, amasse rifugiarsi sotto le coperte per fantasticare di qualche viaggio sottomarino, isolati dal resto del mondo; la caverna poteva essere un luogo dove si incontravano i mostri degli abissi, ma anche il rifugio contro nemici umani o altri mostri della superficie; si è fantasticato, per gli antri, di tesori nascosti, si sono immaginati esseri del sottosuolo come gli gnomi; il Gesù di molte tradizioni non è nato in una capanna bensì in una grotta”.
7. Esiste anche la teoria della Terra concava
E se fossimo NOI gli abitanti della Terra Cava?
Secondo i teorici della Terra concava è proprio così.
Nel 1869 questa ipotesi fu sostenuta dall’alchimista Cyrus Teed. Secondo lui, l’intero universo è contenuto in un enorme guscio e noi vivremmo al suo interno.
Teed e i suoi seguaci fondarono addirittura una setta e si diedero il nome di “Koreshani”.

8. Il più famoso regno leggendario sottoterra è Agartha
Abbiamo parlato di quanto sia affascinante l’idea che il sottosuolo ospiti misteriose civiltà. Ma qual è il regno leggendario più famoso della Terra cava? Senza dubbio Agartha (o Agarttha/Agarthi).
Secondo alcune tradizioni dell’Asia Centrale, Agartha ospiterebbe il Re del Mondo: un semidio incaricato di fare da tramite tra gli esseri umani e le creature divine.
9. Uno degli ingressi della Terra cava potrebbe essere a Ischia
Sai che uno degli ingressi per accedere alla Terra Cava potrebbe essere in Italia?
Per la precisione a Ischia, sul Monte Epomeo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, le truppe tedesche organizzarono addirittura una spedizione per trovare questo ingresso.
Per saperne di più sui passaggi che potrebbero portare ai regni sotterranei, puoi leggere l’articolo Terra cava: abitanti e ingressi.
10. Esiste anche la teoria della luna cava
Quando il primo uomo è andato sulla luna, abbiamo avuto le prove definitive che la superficie del nostro satellite NON ospita alieni.
Che delusione, per tutti quelli che ci speravano!
Ma c’è ancora qualche possibilità! E se la luna fosse cava? E se gli alieni si nascondessero al suo interno? Eh sì, i complottisti sono arrivati anche a questo: la teoria della luna cava.
Se vuoi saperne di più, puoi leggere l’articolo Luna cava: è abitata dagli alieni?
È un’ipotesi priva di fondamento scientifico, però potrebbe essere un buon punto di partenza per un romanzo di fantascienza, non trovate?
E a proposito di idee per libri, devo confessarvi che la teoria della Terra cava è stata fondamentale per “Trusting Darkness: fidati dell'oscurità”, il mio romanzo distopico sci-fi.
Nel sottosuolo si cela il Regno di Sotto, abitato da una popolazione di elfi oscuri che vuole riconquistare il mondo. Gli uomini hanno colonizzato il pianeta, respinto ogni opposizione e ingabbiato la natura. Ma sono davvero i padroni della Terra?
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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .
February 22, 2021
Gli elfi oscuri nella mitologia norrena: l’origine del mito

Gli elfi oscuri hanno da sempre affascinato gli amanti del fantasy. Ombrosi quanto gli elfi della luce appaiono solari, queste creature sono viste come ribelli e rinnegate, quasi come angeli decaduti.
Ma dove nasce il loro mito? L’inizio di tutto è da ricercare nella mitologia norrena: scopriamo insieme l’affascinante mondo degli elfi oscuri.
Ecco i contenuti che troverai in questo articolo:
· Lo storiografo che per primo descrisse gli elfi oscuri: Snorri Sturluson
· Come si chiamavano gli elfi oscuri nella mitologia norrena?
· Dove vivevano gli elfi oscuri?
· Gli elfi oscuri della mitologia norrena erano malvagi?
· Un romanzo che parla di elfi oscuri
Cominciamo!
Lo storiografo che per primo descrisse gli elfi oscuri: Snorri Sturluson
Snorri Sturluson fu un poeta, storico e politico islandese, vissuto tra il 1178 (circa) e il 1241. È famoso per aver scritto l’ “Edda in prosa”, un manuale di poetica. Oltre a spiegazioni sulla poesia norrena, quest’opera contiene anche numerosi riferimenti alla mitologia. Ed è proprio qui che troviamo citati per la prima volta gli elfi oscuri, contrapposti agli elfi della luce (Liósálfar).
Come si chiamavano gli elfi oscuri nella mitologia norrena?
Sono menzionati come Dokkálfar, letteralmente “elfi scuri”, oppure Svartálfar, cioè “elfi neri”.
Genera confusione il fatto che il termine Dokkálfar sia usato anche per i nani, come vedremo meglio in seguito.
Dove vivevano gli elfi oscuri?
Nello Svartálfaheimr, uno dei nove mondi tenuti assieme dall’albero cosmico Yggdrasill. La composizione dei nove mondi è molto dibattuta, perché le fonti forniscono descrizioni incomplete e discordanti fra loro. Tuttavia, secondo le ultime ricostruzioni degli studiosi, l’ordine dei vari mondi dovrebbe essere questo:
1. Ásaheimr, dov'è situato Ásgarðr, dimora delle divinità Asi.
2. Álfheimr, regno degli elfi della luce.
3. Svartálfaheimr o Niðavellir, regno sotterraneo degli elfi oscuri, ma anche dei nani.
4. Mannheimr, dov'è situata Miðgarðr, la casa degli umani.
5. Jǫtunheimr, regno dei giganti (Jǫtunn) di roccia e ghiaccio.
6. Vanaheimr, regno delle divinità Vani.
7. Niflheimr, regno del ghiaccio e del freddo, abitato dai giganti di ghiaccio.
8. Múspellsheimr, regno del fuoco abitato dai giganti di fuoco.
9. Hel, regno dei morti su cui governa la dea Hel.
La parola Svartálfaheimr è composta da tre parti:
· Svart-, radice dell'aggettivo “svartr”, cioè “nero”
· -álfa-, genitivo plurale del sostantivo “álfr”, cioè “elfo”
· -heimr, sostantivo maschile “heimr”, cioè “casa, patria, mondo”.
Il termine significa, quindi, “casa degli elfi neri”. Perciò, in origine, designava un mondo abitato da elfi.
Trattandosi di una dimora sotterranea, col tempo ha cominciato a indicare anche la sede dei nani. Ma non solo. I nani stessi iniziarono a essere designati come Dokkálfar, il termine che indica gli elfi oscuri. Questo genera non poca confusione nello studio delle fonti.
Gli elfi oscuri della mitologia norrena erano malvagi?
È molto facile fare l’equazione “elfi della luce = buoni / elfi oscuri = cattivi”. In realtà, le cose non stanno proprio così.
Nella mitologia norrena (come anche in altre mitologie, ad esempio quella greco-romana) gli opposti sole/buio o vita/morte non simboleggiavano per forza coppie oppositive riferite ai concetti di bene/male. Erano due aspetti della stessa realtà. Se non ci fosse il buio, non esisterebbe nemmeno la luce, e viceversa. Così come la morte fa parte del ciclo della vita. Perciò è plausibile pensare che elfi della luce ed elfi oscuri simboleggiassero, all’inizio, due facce della stessa medaglia: da una parte il sole, la luce, la vita all’aria aperta, e dall’altra la notte, il buio, le caverne e i cunicoli sotterranei.

Ma, con l’avvento del Cristianesimo, queste figure cominciarono a essere assimilate agli angeli. Gli elfi chiari vennero associati agli angeli di Dio e quelli scuri agli angeli ribelli.
Questo parallelismo diede inizio all’idea che gli elfi Liósálfar fossero buoni e gli elfi Svartálfar cattivi.
Per esempio, se cerchiamo su Wikipedia la definizione di elfi oscuri leggiamo:
“Gli elfi oscuri o scuri sono in molte ambientazioni fantasy una particolare tipologia di elfi generalmente improntata alla malvagità e con la propensione alla ricerca del potere e agli atti moralmente deplorevoli.”
Quindi, sì: nella letteratura fantasy gli Svartálfar sono spesso connotati come malvagi, ma questo non significa che fossero tali anche nella mitologia norrena.
Un romanzo che parla di elfi oscuri
Gli Svartálfar sono stati una fondamentale fonte d’ispirazione per me. Adoro gli elfi e sono attratta da grotte, cunicoli e dimore sotterranee… quindi, per me, gli elfi che vivono sottoterra sono proprio il top!
Inoltre mi sono sempre chiesta quale fosse la loro vera natura: sono davvero così malvagi come si dipingono di solito?
Analizzando mitologia e letteratura la risposta non è univoca.
L’idea che gli elfi siano divisi in diverse stirpi, alcune residenti in superficie e altre sottoterra, è stata ripresa anche nell’opera di Tolkien. Per approfondire l’argomento, puoi leggere l’articolo 10 cose da sapere sugli elfi de “Il signore degli anelli”.
Per Tolkien non esistono elfi buoni o elfi cattivi: che siano biondi o bruni, che abitino sugli alberi o in fortezze sotterranee, si tratta sempre di creature nobili ed eteree, per quanto audaci e forti in battaglia.
Io, invece, confesso di essere affascinata dal lato “dark” degli elfi neri, che è emerso nella letteratura fantasy successivamente a Tolkien, oppure in celebri giochi di ruolo (ad esempio, i “drow” di Dungeons & Dragons sono ispirati agli elfi oscuri).
Queste riflessioni su leggende, miti e letteratura fantastica mi hanno spinta a scrivere “Trusting Darkness”, romanzo autoconclusivo distopico/sci-fi che parla proprio degli elfi oscuri e della loro volontà di rivalsa nei confronti degli esseri umani.
Il pericolo viene dal sottosuolo, la minaccia incombe, gli elfi oscuri sono pronti a riconquistare la Terra. Riuscirà il Capitano Ella Dorsh a trovare il proprio posto nella guerra per la supremazia?
Leggi subito sul tuo Kindle o in cartaceo: QUI

Ma non è finita qui! Per spiegare e approfondire al meglio l’origine della discordia tra elfi e uomini, ho scritto “Immortals”, che narra il ricordo più cupo della storia elfica.
L’immortalità è a portata di mano, ma gli elfi non vogliono condividere i propri doni. Che cosa succede quando soldati umani trovano il Giardino Sacro e le sue mele magiche? La risposta è in questo racconto epic-fantasy, scaricabile gratuitamente da Amazon!
Se non hai un lettore Kindle, non preoccuparti: puoi leggerlo da tablet, smartphone o pc tramite l’applicazione gratuita di Amazon.
Ecco il link: RACCONTO GRATIS

Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .
February 15, 2021
Gli elfi dei boschi che vivono in Italia

Hai sempre desiderato vedere un elfo, oppure sogni tu stesso di essere una magica creatura dalle orecchie a punta? Benissimo! Allora abbiamo molte cose in comune.
In questo articolo scoprirai che, proprio in Italia, esiste una zona famosissima per gli avvistamenti di elfi dei boschi. E che, dagli anni Ottanta, nell’Appennino pistoiese abita una comunità chiamata “Il popolo degli elfi”. Non ci credi? Be’… continua a leggere per scoprire tutta la verità!
Gli avvistamenti di elfi dei boschi nell’Appennino tosco-emiliano
Preparati a meravigliarti, perché questa è una notizia vera: da circa vent’anni, il Corpo Forestale italiano ha aperto un fascicolo intitolato “Gnomi e fate dei boschi”, dedicato agli avvistamenti di elfi, folletti, fate e gnomi in una particolare area dell’Appennino tosco-emiliano (grossomodo tra i comuni di San Piero in Bagno e Bagno di Romagna).
Il registro raccoglie testimonianze di persone che hanno visto creature appartenenti al Piccolo Popolo. Il pezzo forte del fascicolo è una foto sorprendente: un’istantanea che ritrae un elfo dei boschi! È stata scattata da G.F., banchiere di Cesena, “una persona seria e attendibile”, come testimoniano i suoi concittadini. L’uomo stava viaggiando in macchina di notte, insieme alla moglie, per raggiungere la sua baita all’interno della Foresta della Lama. A causa del maltempo G.F. è sceso dall’auto per montare le catene da neve… e in quel momento ha visto un essere umanoide, a carponi, intento a mangiare la neve. Il banchiere, allora, ha scattato una foto col cellulare. È molto sfocata, ma consente comunque di intravedere le orecchie a punta della creatura. Questo particolare ha permesso alla Forestale di classificare l’apparizione come “elfo” nel fascicolo.
Nel registro ci sono anche avvistamenti di gnomi e fantasmi. Si tratterà di suggestione collettiva o ci sarà del vero? Non ho una risposta, ma di sicuro il fascino di queste testimonianze è innegabile per ogni amante del fantasy che si rispetti!

Il Popolo degli Elfi
E ora passiamo a una comunità di uomini e donne che hanno deciso di vivere come autentici elfi dei boschi.
Esiste dagli anni Ottanta e si chiama “Il Popolo degli Elfi”: è una confederazione di piccolissimi villaggi ubicata nell’Appennino pistoiese, che in totale conta circa centocinquanta abitanti.
I membri vivono a stretto contatto con la natura, cercando di non impattare negativamente sull’ambiente. Hanno recuperato antichissimi ruderi abbandonati (alcuni risalenti addirittura al XVII secolo) e terreni incolti.
Ma di quali mezzi di sussistenza dispongono questi moderni elfi dei boschi? Oltre a raccogliere piante che crescono spontaneamente, coltivano piccoli orti e allevano capi di bestiame. Inoltre, vendono cibi autoprodotti in occasione di particolari manifestazioni, come ad esempio il “Pistoia blues”. Il denaro così ricavato viene messo a disposizione di tutta la comune. All’interno del Popolo degli Elfi, invece, vige il baratto.
E l’istruzione dei più giovani come funziona? Il villaggio dispone di insegnanti qualificati che applicano il metodo steineriano. Oltre a ciò, c’è un accordo con la scuola di un paese vicino, che sottopone annualmente gli studenti della comune a esami per certificarne il livello di istruzione.
E ora la domanda più pruriginosa: come vivono l’amore gli elfi dei boschi pistoiesi? La curiosità è legittima, poiché le comuni sono spesso viste come luoghi in cui vige una grande libertà sessuale. La risposta può essere data solo da chi ha vissuto nella comunità. Riporto quindi un brano di un’intervista a Giulietta, ragazza che ha abitato per quattro anni in un villaggio del Popolo degli Elfi:
“Ispirandosi all'amore libero degli anni '60, anche alla valle degli Elfi c'era molta libertà tra le coppie. Anche io l'ho sperimentato, ma ho capito che non funziona e anche molte persone della comunità sono giunte alla stessa conclusione. Ci sono molte coppie storiche nella valle che, nonostante la libertà sessuale, hanno sempre finito per tornare nella realtà di coppia. La condivisione deve riguardare la gioia, le emozioni: ma il cammino deve essere percorso all'interno della coppia; se si cerca qualcosa al di fuori di essa, probabilmente è perché nella relazione si è insoddisfatti.”

Gli otherkin, elfi intrappolati nel corpo di umani
Ma non è finita qui!
C’è un’ultima curiosità da esplorare, per quanto riguarda i moderni elfi che abitano in Italia… e non solo!
Nel mondo, infatti, esistono persone chiamate “otherkin” che si ritengono creature leggendarie, temporaneamente reincarnate in un corpo umano. Sono soprattutto elfi, ma anche angeli, draghi, vampiri, ecc.
Queste persone, da noi, sono tutelate dalla Lega Italiana Real Vampires, che oltre a proteggere i diritti dei vampiri (non sapevi esistessero autentici colleghi di Dracula nella nostra penisola? Allora leggi questo articolo: Le 15 caratteristiche dei vampiri VERI in Italia si occupa di salvaguardare Real Werewolves, Therians, Otherkins, Witches e altre minoranze sociali.

Anche tu sei affascinato dagli elfi dei boschi e vorresti essere uno di loro?
Allora ho preparato una sorpresa per te: ecco un giochino per scoprire il tuo nome da elfo!

Il mio è Elune di Avalon. E il tuo? Scrivilo nei commenti!
Ma le sorprese non sono finite qui. Per tutti gli appassionati delle creature con le orecchie a punta, ho messo a disposizione gratis su Amazon il racconto fantasy “Immortals”. Se non hai un lettore Kindle, non preoccuparti: puoi leggerlo da tablet, smartphone o pc tramite l’applicazione gratuita di Amazon.
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Articolo scritto in collaborazione con Ivana Vele Poletti del blog Colorare la vita .