Csaba Dalla Zorza's Blog, page 1468
June 30, 2021
Alba Parietti conferma: «Farò Tale e Quale Show»
«Farò Tale e Quale Show proprio perché non sono mai rimasta tale e quale a me stessa», ha detto Alba Parietti, intervistata in occasione dei suoi primi sessant’anni. La showgirl, che nel fantasticare sulla propria partecipazione si è augurata di poter imitare diversi uomini («Mi sento molto fluida», la motivazione addotta), è diventata con ciò la prima concorrente dello show Rai, di ritorno nell’autunno prossimo.
Tale e Quale Show, la cui presenza nel palinsesto è stata confermata dal direttore di RaiUno, Stefano Coletta, non si sarebbe, però, fermato alla sola ufficializzazione della Parietti. Secondo Tv Sorrisi e Canzoni, il cast dello show Rai sarebbe in fase di sviluppo, e altri concorrenti sarebbero stati opzionati. Stefania Orlando e Pierpaolo Pretelli, reduci, entrambi, dal Grande Fratello Vip, avrebbero acconsentito a partecipare al programma, e come loro Federica Nargi, ex velina rimasta lontana dai riflettori. Ciro Priello, vincitore di Lol – Chi ride è fuori, sarebbe poi stato contattato, accettando di prendere parte allo show insieme alla cantante Deborah Johnson.
Tale e Quale Show, dunque, dovrebbe ripartire con un cast nazionalpopolare, già rodato in altri programmi televisivi. In attesa di capire se anche la giuria subirà uno stesso trattamento, venendo in toto o in parte rinnovata, la Rai ha promesso di escludere dalla prossima edizione dello show la pratica del blackface, rifiutando di colorare di nero i volti di chi si trovi ad imitare un artista afro.
LEGGI ANCHEPalinsesti Rai: Cattelan su Rai1 e la altre novità per l'autunno 2021LEGGI ANCHE«Tale e Quale Show 2021»: da Stefania Orlando ad Alex Belli, i primi rumors sul castAntonio Banderas, una serie tv sul Mostro di Firenze
Un volto noto, per ripercorrere uno fra i casi di cronaca più controversi della storia recente. Antonio Banderas, il cui ultimo ruolo televisivo risale al 2018, anno di Genius, è stato assoldato come protagonista e produttore di The Monster of Florence, miniserie televisiva tratta dal volume omonimo di Mario Spezi. Il giornalista, di cui Banderas sarà volto e voce, ha seguito le indagini delle forze dell’ordine, scritto dei duplici omicidi che, tra il 1974 e il 1985, hanno sconvolto la provincia toscana. Ma, di fronte alla verità processuale, ha deciso di non fermarsi.
Mario Spezi, cronista giudiziario del quotidiano La Nazione, ha seguito una propria linea di indagine e, insieme all’americano Douglas Preston, co-autore del libro-inchiesta, è arrivato a stabilire un’altra verità. In The Monster of Florence: A true story, pubblicato in Italia con il titolo di Dolci colline di sangue, Spezi e Preston hanno ipotizzato che dietro il Mostro di Firenze potesse nascondersi un uomo riconducibile alla pista sarda. Conclusione, questa, che è valsa a Spezi un arresto per depistaggio e calunnia. Il giornalista, morto a Firenze nel 2016, è stato recluso ventitré giorni, prima che la Corte di Cassazione facesse decadere ogni accusa nei suoi confronti.
«Il libro, e la serie basata su di esso, raccontano la vera storia della nostra ricerca – e identificazione – dell’assassino e la nostra spaventosa intervista con lui. Con una svolta bizzarra, Mario ed io fummo risucchiati in una straziante vendetta giudiziaria, i nostri telefoni intercettati, seguiti e minacciati dalla polizia, accusati di partecipare a riti satanici – che culminò con l’arresto di Mario e l’accusa di essere il Mostro di Firenze in persona», ha dichiarato Preston, il cui libro verrà adattato da Nikolaj Arcel e Anders Thomas Jensen.
LEGGI ANCHELe migliori serie tv da vedere a luglioLEGGI ANCHE«Sex/Life»: com'è la nuova serie-fenomeno di NetflixLady Diana, che vedeva Harry «più adatto» di William al ruolo di re (e il soprannome lo dimostra)
Mancano ormai poche ore all’inaugurazione della statua di Diana e i riflettori sono già tutti puntati su William e Harry. I due principi, reduci da una periodo di incomprensioni, parteciperanno infatti all’evento in ricordo dell’amata mamma, in quello che sarebbe stato il suo 60esimo compleanno. E sui tabloid, naturalmente, tornano in auge le indiscrezioni legate a Lady D che negli ultimi anni hanno fatto più discutere.
Il biografo Robert Jobson, ad esempio, è tornato sull’affettuoso nickname con cui Diana si mormora chiamasse il secondogenito: GKH, ossia «Good King Harry». «Usava questo nomignolo perché lo vedeva più adatto di William al ruolo di re», ha detto l’esperto, riprendendo una rivelazione del 2019 dell’autrice Angela Levin. «Pensava che Harry riuscisse meglio del fratello a gestire la pressione e farsi amare dal pubblico».
Ad avvalorare questa tesi, sono arrivate anche le parole del giornalista Jeremy Paxman: «William si sfogava spesso contro la madre», ha svelato tempo fa. «Un giorno, davanti anche ad altre persone, le urlò che sognava di diventare un campione e non voleva assolutamente fare il re. A quel punto Harry provava a consolare il fratello dicendogli che poteva concentrarsi sullo sport, tanto al trono ci avrebbe pensato lui».
Ovviamente le cose sono andate in maniera diversa, senza stravolgimenti alla classica linea di successione. Anzi, secondo la royal editor Katie Nicholl, il duca di Sussex avrebbe sofferto proprio le dinamiche del secondogenito a Palazzo: «La sindrome della ruota di scorta», ha affermato. «Quando stava con William e Kate, si sentiva il terzo incomodo, un po’ fuori posto. L’incontro con Meghan gli ha dato tanto sicurezza».
Ma all’inaugurazione della stata di Diana, Meghan non ci sarà. E neppure Kate. Sarà un nuovo faccia a faccia tra fratelli, come quando erano bambini.
LEGGI ANCHEI reali a Wimbledon, il lato casual dell'eleganzaLEGGI ANCHEHarry e William, una «tregua» per mamma DianaArea Marina: cosa ci insegna la vicenda di Britney Spears sul rapporto padre-figlia
Quella che inizialmente a molti sembrava solo una teoria del complotto ideata da alcuni fan si è rivelata invece essere una vita in ostaggio fatta di traumi e soprusi. Il movimento #FreeBritney aveva ragione: il 23 giugno Britney Spears ha parlato per la prima volta, raccontando alla giudice di un tribunale di Los Angeles tutti gli abusi e le forme di controllo subite dal padre. Da diversi anni la cantante sta cercando di liberarsi dalla conservatorship che fa di Jamie Spears il tutore legale in grado di controllare l’intero patrimonio e la vita della figlia.
Con l’uscita del documentario Framing Britney Spears, il passato della popstar ci è stato mostrato sotto una luce diversa. Episodi che l’hanno segnata (come quello in cui si rasò i capelli a zero) e che all’epoca venivano considerati semplicemente “lo sclero” di una celebrità, hanno cominciato a essere inquadrati nella loro complessità, punta di un iceberg che rivela quanto Britney Spears sia stata vessata dal sistema mediatico. Sono tanti i punti da chiarire ma dal documentario emerge in maniera nitida quanto la Spears non sia mai stata realmente libera di scegliere e il padre ha sicuramente avuto un ruolo cruciale in tutto questo.
La vicenda di Britney Spears mi ha fatto pensare molto all’impatto che può avere la figura paterna nella vita di una donna. Grazie ai movimenti femministi abbiamo imparato a riconoscere il predominio maschile a diversi livelli, eppure talvolta facciamo ancora fatica a riconoscere il potere esercitato dai padri.
Una società che ha sempre romanticizzato il rapporto padre-figlia ne ha anche avallato un’implicita forma di possesso. Lo vediamo nella frequente gelosia che molti padri hanno nei confronti delle figlie, nel costante controllo sul loro corpo e nella difficoltà a lasciarle andare per la loro strada. Se penso che nella nostra cultura chi deve accompagnare la sposa all’altare è il padre che letteralmente “cede” la figlia al futuro sposo, non posso fare a meno di ironizzare sull’efficienza di questo padre-corriere che te la consegna “integra”, “impacchettata” e nei “tempi previsti”. Certo magari non è esattamente un corriere economico visto il prezzo dei matrimoni, ma la consegna almeno è assicurata.
Di fatto quella che viene vista come protezione si rivela essere spesso una forma di dominio che inconsciamente si esprime considerando le figlie una proprietà, proprietà che molti padri vedono come diretta estensione di sé stessi. Ed è così che diventano riluttanti a far entrare le figlie nel mondo degli adulti, reagiscono in maniera ostile con i loro fidanzati e impongono una serie di regole che però non valgono per i figli maschi. Questi comportamenti difficilmente vengono considerati anomali proprio perché confusi con l’iperprotezione. Essere protettivo per un genitore è qualcosa di assolutamente naturale e sensato, la differenza sta quando quella protezione viene usata come pretesto per reprimere e censurare i desideri di una figlia solo perché si è a disagio con la sua libertà. Come scrive Jude Ellison Sady Doyle nel Mostruoso Femminile: “Se un mostro è un corpo spaventoso perché fuori controllo, una donna mostruosa è una donna libera dal controllo dell’uomo”.
Tutto questo ci dimostra che anche se ormai la vecchia figura di padre padrone vissuta dalla generazione di mia madre ha cominciato a sfaldarsi da tempo, non ci siamo completamente liberati da quella forma mentis. L’identità, i traguardi e i risultati di una figlia talvolta continuano ad appartenere a suo padre, che se ne prende il merito per il solo fatto di aver contribuito alla sua esistenza. E il caso di Britney Spears ne è la prova evidente.
LEGGI ANCHEJamie Lynn Spears, sorella di Britney, rompe il silenzio: «Sono sempre stata dalla sua parte»June 29, 2021
Fabio Fulco è diventato papà a 50 anni: «Il giorno più bello della mia vita»
Fabio Fulco è diventato papà, per la prima volta, a 50 anni. La fidanzata Veronica Papa, 25 anni meno di lui, ha dato alla luce una bimba chiamata Agnes. «Oggi é il giorno più bello della mia vita», ha scritto su Instagram l’attore napoletano annunciando la nascita della figlia, poi ritratta in un tenero scatto in bianco e nero postato dalla mamma: «Ieri mattina ho collaborato con Dio per la realizzazione di un miracolo», ha scritto la modella. In calce al post di Veronica è subito arrivata la romantica dedica di Fabio: «Mi hai reso l’uomo più felice del mondo! Da ieri non mi fa paura più nulla…. sono in Paradiso! Ti ameró finché avró vita».
Fulco e la Papa sono legati da due anni circa: «L’incontro con Veronica è stato un dono: ci siamo conosciuti tramite amici comuni durante una situazione di lavoro, ho cominciato a corteggiarla e piano piano ci siamo avvicinati, fino a ritrovarci dove siamo ora». Grazie alla modella, l’attore ha ritrovato il sorriso dopo la rottura con Cristina Chiabotto, che guardacaso è diventata mamma per la prima volta giusto un mese e mezzo fa. Anche lei di una femminuccia, Maria Luce, avuta dal marito Marco Roscio.
La fine della relazione con la Chiabotto, durata dodici anni e chiusa nel giugno 2018, aveva profondamente addolorato Fabio. «Non c’è nessuno da ricordare. La donna che avevo idealizzato non è mai esistita», aveva detto amareggiato accusando Cristina di averlo lasciato perché non voleva una famiglia. Dopo quella delusione l’attore napoletano, che aveva «sempre sognato di diventare padre», si era «rassegnato all’idea di restare solo». Poi però nella sua vita è arrivata Veronica, finalista a Miss Italia nel 2014, «ed è cambiato il mondo». I due non hanno perso tempo. Nel giro di due anni sono diventati genitori. La prossima tappa? Le nozze, come ha rivelato lui un anno fa: «Stiamo pensando seriamente al matrimonio».
LEGGI ANCHECristina Chiabotto mamma: è arrivata la piccola Luce MariaLEGGI ANCHEFrancesco Totti e Ilary Blasi, vacanze a Mosca con tutta la famigliaLEGGI ANCHEL'estate d'amore di Tommaso Zorzi e Tommaso StanzaniSaldi estivi, le date per ogni regione e tutto ciò che c’è da sapere
Quella appena inaugurata ha tutte le sembianze di un’estate all’insegna della speranza. Finalmente, dopo un anno e mezzo di chiusure e stop, si inizia a vedere una luce fuori dal tunnel, e questo può significare solo una cosa: la voglia di celebrare e godersi la bella stagione – e la vita – è alle stelle, così come di tirare fuori dall’armadio tutto ciò che non abbiamo ancora indossato e, ovviamente, di acquistare nuovi capi e accessori che esprimano questo rinnovato ottimismo. La buona notizia è che mancano davvero pochissimi giorni al momento più atteso di luglio: i saldi estivi.
Come in occasione dei saldi invernali, l’ideale è recarsi nei negozi con un’alta dose di buon senso, cercando di evitare gli orari di affluenza maggiore e rispettare le dovute misure sanitarie: distanziamento sociale, mascherina per coprire naso e bocca e igiene delle mani prima di toccare qualsiasi prodotto in vendita. Decisamente meno accorgimenti invece, sono necessari per lo shopping virtuale, se non quello di assicurarsi che l’e-commerce abbia delle buone policy in termini di restituzione dei capi, qualora non fossero della giusta taglia o, dal vivo, non ci convincano. Ma quando si svolgeranno i saldi in ogni regione, e quanto dureranno?
Le offerte inizieranno in tutte le regioni tra il 1 e il 3 luglio, con l’unica eccezione della Campania, che nei prossimi giorni dovrebbe confermare la data del 23 luglio – a causa delle chiusure primaverili per l’emergenza sanitaria – della Puglia e del Trentino-Alto Adige, che faranno partire i ribassi rispettivamente il 24 e il 16 luglio. Ecco tutte le date:
Abruzzo: sabato 3 luglio, per 60 giorniBasilicata: venerdì 2 luglio, per 60 giorniCalabria: sabato 3 luglioCampania: 23 luglio (da confermare)Emilia-Romagna: sabato 3 luglio, per 60 giorni (con divieto di vendite promozionali nei 30 giorni precedenti)Friuli-Venezia Giulia: sabato 3 luglioLazio: sabato 3 luglio (con possibilità di vendite promozionali anche nei 30 giorni precedenti)Liguria: sabato 3 luglio, fino al 16 agosto (con divieto di vendite promozionali dal 24 maggio)Lombardia: sabato 3 luglio, fino al 31 agosto (con divieto di vendite promozionali nei 30 giorni precedenti)Marche: sabato 3 luglio, fino al 1 settembreMolise: sabato 3 luglio, fino al 1 settembrePiemonte: sabato 3 luglio, per 8 settimane (con divieto di vendite promozionali nei 30 giorni precedenti)Puglia: sabato 24 luglio, fino al 16 agosto (con divieto di vendite promozionali dal 24 maggio)Sardegna: sabato 3 luglio, fino al 15 settembreSicilia: giovedì 1 luglio, fino al 15 settembre (con possibilità di vendite promozionali anche nei 30 giorni precedenti)Toscana: sabato 3 luglio (con possibilità di vendite promozionali anche nei 30 giorni precedenti)Trentino-Alto Adige: venerdì 16 luglio, fino al 13 agostoUmbria: sabato 3 luglio, fino al 1 settembreValle d’Aosta: sabato 3 luglio, fino al 30 settembre (con divieto di vendite promozionali dal 7 giugno)Veneto: sabato 3 luglio, fino al 31 agosto (con possibilità di vendite promozionali anche nei 30 giorni precedenti)LEGGI ANCHEPride Month 2021, la moda celebra l'amore senza etichette e in ogni sfumaturaLEGGI ANCHEInvitata a nozze: 30 abiti per non sbagliareLino, cotone, bambù e rattan: il design fresco e naturale
Viaggiare ci arricchisce, ci ispira, ci fa crescere, ci permette di vivere esperienze e ci aiuta a conoscere noi stessi. Non importa dove andiamo, qualsiasi posto, vicino o lontano che sia, può diventare un luogo speciale. Ecco perché, in un anno in cui le restrizioni segneranno ancora in parte la nostra estate e le nostre vacanze, ci prepariamo a rivivere i ripidi pendii e le case bianche di Santorini nel giardino, ricreare un balcone balinese nella nuova casa o semplicemente trasformare il nostro spazio esterno nel chiringuito sulla spiaggia dove abbiamo passato tanti bei momenti.
Protagonisti, un must della stagione: i materiali e i tessili naturali, freschi e dalle nuance delicate, dalle tovaglie in puro lino, ai complementi di design in rattan e bambù, passando per le imprescindibili zone verdi con piante e decorazioni artigianali.
Una fuga alle Baleari, ad esempio, è il must di ogni estate e, tra tutte le isole, Minorca si distingue per le sue case bianche, i suoi tramonti, la sua gastronomia… Proprio lo stile mediterraneo che tutti amano e che vorrebbero godersi anche a casa. Ecco perché basta qualche complemento in fresco e candido lino o cotone e un’amaca in rattan per trasformare il giardino nella propria spiaggia preferita di Minorca.
Per noi italiani, poi, non esiste posto migliore di un bar sulla spiaggia, dove rinfrescarsi nei mesi più caldi dell’anno. Senza dubbio, il pensiero dei chiringuito ci riporta alla bella stagione, ai piacevoli momenti con gli amici, al tempo in famiglia e alle tanto attese vacanze. E allora perché non creare il nostro punto di ristoro conviviale in giardino? Con qualche complemento in legno e bambù, un tavolo e qualche sgabello in rattan il gioco è fatto.
Se invece il vostro sogno – che magari presto si trasformerà in realtà – è la splendida Bali con le sue spettacolari spiagge e l’ambiente esotico, via libera alle decorazioni ispirate a questo paese, sia all’interno che all’esterno, con mobili di design in legno locale e accessori artigianali in rattan e materiali anche grezzi, senza dimenticare qualche pianta nel più puro stile urban jungle, per il giusto tocco di freschezza.
Ma scegliere arredi in fibre naturali oggi non è solo una tendenza, è anche sinonimo di attenzione per l’ambiente e riguardo verso il nostro pianeta, che si traduce in una scelta sostenibile.
Anche gli esperti in decorazione di habitissimo hanno stilato una serie di consigli, con l’obiettivo di mostrare come sia possibile abbinare questi materiali, perseguendo l’idea di una casa green, ma senza rinunciare alle comodità e allo stile.
Se tende di lino o cotone donano un tocco glamour a verande e pertinenze esterne, garantendo la privacy, divanetti e sedute in rattan si sposano alla perfezione con i colori del giardino e possono essere decorate da cuscini in tela colorata, ricreando un angolo living elegante e confortevole. Volendo trasformare l’ambiente esterno in un salotto sotto le stelle, è possibile ricorrere a tappeti in fibre di bamboo e decorare con piante in vaso e fili di luci.
Anche il mood scandinavo dettato da linee pulite, luce e calore integra alla perfezione i materiali naturali nel suo stile. Generalmente è prediletto il legno, ma si può optare per una versione più “mediterranea” sostituendolo con rattan e bambù, mantenendo però il contrasto di questi materiali con una scelta sui toni chiari di tutte le altre componenti d’arredo.
E anche gli interni dal design elegante e moderno possono essere il luogo ideale dove dar vita alle texture dei materiali naturali. Sul principio less is more, si possono creare ambienti estremamente rilassanti, privi di oggetti in eccesso, riportando il focus sui pochi elementi prescelti. Allora degli sgabelli alti in bambù possono diventare il pezzo forte di una cucina e la tenda in lino di una camera da letto si trasforma nel dettaglio che dona senso di relax e romanticismo a una stanza minimalista.
Per qualche ispirazione sul tema, non perdetevi la gallery qui sopra.
LEGGI ANCHEStripes design: arredi e complementi sopra le righeLEGGI ANCHEVado a vivere in un giardino di designWired: un giorno #senzatitolo
I vaccini. Il DDL Zan o una qualsiasi scelta del Governo. L’inginocchiamento dei calciatori italiani in solidarietà al movimento Black Lives Matter. La pubblicazione del video della funivia del Mottarone. Sono solo alcune delle questioni sulle quali, nelle ultime settimane, l’opinione pubblica si è divisa a metà. E senza sfumature. Tutto questo avviene perché la formazione dei giudizi è legata agli slogan degli opinion leader (politici, influencer e così via) oppure alla sola lettura dei titoli dei giornali.
Per questo il 30 giugno Wired Italia insieme all’agenzia di comunicazione TBWA\Italia lancia una provocazione, #senzatitolo: per 24 ore tutti gli articoli che verranno pubblicati su Wired.it saranno titolati così: «Questo articolo non ha titolo». Un modo per invitare i lettori a non restare sulla superficie, ad approfondire. Gli slogan – come i titoli – spesso sintetizzano e banalizzano questioni complesse su cui i cittadini sono chiamati a farsi un’idea. A tutto questo vanno aggiunti i meccanismi tipici delle piattaforme social e del clickbaiting. Dietro ai pollici alzati, ai cuoricini e alle varie emoji c’è infatti un’enorme (e spesso dannosa) semplificazione delle discussioni che elimina quella complessità di cui sono fatti il mondo e le sue vicende.
Su questi temi è incentrato il numero di Wired in edicola, dedicato all’eccessiva polarizzazione delle discussioni che nascono e si diffondono online. «Sappiamo benissimo che i titoli sono fondamentali per un sito di news o un giornale: aiutano i lettori a orientarsi a scegliere cosa leggere. Quindi non vogliamo dare alcuna lezione di giornalismo. Ma per oggi vogliamo privilegiare la complessità delle questioni che affrontiamo. Ben consapevoli ovviamente che molto spesso è importante avere opinioni nette. Sulla vaccinazione e sul DDL Zan, solo per citare due esempi, qui a Wired abbiamo le idee chiare e siamo in entrambi i casi favorevoli. Ma è importante che il giudizio sia consapevole e arrivi quindi dopo un approfondimento. Perché tra i principali compiti di un organo di informazione come è Wired c’è quello di contribuire a un sano sviluppo della discussione pubblica. E oggi il nostro contributo vuole essere questo», afferma Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia.
Nel reboot di Gossip Girl rivedremo alcuni outfit iconici dei vecchi personaggi
È ufficialmente iniziato il conto alla rovescia perché, tra poco meno di una settimana, saranno disponibili tutti i nuovi episodi del reboot di Gossip Girl. Come sappiamo, non ci sarà nessuno dei vecchi protagonisti a parte Kristen Bell che sarà nuovamente la voce narrante di ogni puntata nei panni della nuova Gossip Girl. Ma i creatori della serie sanno bene che noi fan siamo degli inguaribili nostalgici e quindi hanno pensato bene inserire elementi a sorpresa – dei veri e propri easter eggs – che ci facciano ripensare alle precedenti stagioni. Il primo, notato dagli occhi attenti di un fan account Instagram brasiliano, riguarda i costumi. Infatti i nuovi personaggi indossano dei capi che hanno reso iconici quelli vecchi. Un esempio? Ricordate la prima puntata quando Serena torna dal collegio e approda alla Grand Central con maglia a righe e giacca color cammello?
Lo stesso identico outfit sarà indossato da Tavi Gevinson che interpreta Kate, già descritto come uno dei personaggi più misteriosi dell’intero cast che custodisce un segreto che sarà uno dei punti cardine della narrazione. C’è più dio qualche rimando a Serena, in effetti.
Vi ricordate, prima della svolta grunge, qual era il look preferito di Jenny Humphrey? La divisa scolastica impreziosita da dettagli bon ton. A vestire una versione un po’ più moderna sarà Zoya che, proprio come la sorella di Dan Humphrey, è la più piccola del gruppo e lotta per essere accettata dalle studentesse più popolari della Costance.
Ovviamente non potevano mancare riferimenti al personaggio più stiloso di tutta la serie: Chuck Bass. Chi, se non lui, indosserebbe uno smoking o un completo elegante per andare a una semplice cena? Obi, interpretato da Eli Brown, sembra seguire la stessa linea e, in quello che dovrebbe essere un party informale, si presenta in papillon e cappello fedora.
Le chicche non finiscono qui. Un’altra immagine trapelata dal set dimostra che i costumisti stanno attingendo a piene mani dalla cultura pop degli ultimi tempi. Hanno riproposto esattamente gli stessi abiti indossati da Beyoncé e sua sorella Solange durante il Met Gala del 2014, quello passato alla storia per la lite in ascensore, a suon di calci e pugni, tra la seconda e Jay-z. Che anche in Gossip Girl ci sia aria di rissa?
Manca ancora poco e scopriremo tutti i dettagli!
LEGGI ANCHEGossip Girl: le nuove puntate dall'8 luglioVenezia, le grandi navi e il titolo di sito Unesco di nuovo a rischio
Non è la prima volta che succede. Venezia rischia di nuovo di perdere il suo status di patrimonio dell’umanità Unesco. I problemi sono sempre gli stessi: il transito delle grandi navi nella laguna in prima battuta, ma anche l’intera gestione della città. L’Unesco sta valutando se inserire Venezia nella sua lista nera dove ci sono i siti dove la tutela non è sufficiente. Perdere il titolo di patrimonio dell’umanità, che la città ha dal 1987, comporta un possibile calo di turisti e una certa diminuzione di fondi.
Secondo quanto scrivono i tecnici per le grandi navi serve una soluzione di lungo periodo che abbia come obiettivo principale quello di impedire totalmente l’accesso in Laguna. Dalla sessione di luglio il Comitato Mondiale del Patrimonio potrebbe arrivare una richiesta di soluzione entro febbraio 2022.
In teoria un decreto esiste già da aprile e dice che le navi non devono passare in laguna. «Forse non era un caso la data del decreto, primo aprile, il governo italiano ha fatto una fake news istituzionale con un decreto appunto secondo cui le grandi navi non sarebbero più passate a Venezia. Invece il 5 giugno è arrivata la prima nave e anche adesso ce ne è una vicina a casa mia», dice Tommaso Cacciari che è il portavoce del Comitato No Grandi Navi.
Le navi sono tornate a passare. Se prima della pandemia erano fino a un massimo di 16, adesso ce ne è una sola. «È però per un crollo del mercato, non per una scelta politica. Ogni sei mesi si propone un’ipotesi alternativa» aggiunge Cacciari che ricorda Marghera, ma anche la legge speciale per Venezia vieta ogni tipo di scavo in laguna. «La soluzione è il porto non off shore, ma prima del sistema Mose. Un progetto che esiste e che ha già superato la commissione di impatto ambientale. È fatto da una multinazionale che costruisce porti».
«Un’altra soluzione sarebbe quella di invertire i fattori del ragionamento. Il gigantismo delle navi non è ineluttabile, perché deve essere Venezia a doversi adeguare alle logiche di profitto delle compagnie armatoriali? Bisognerebbe costruire una nave modello Venezia, meno impattanti», aggiunge Cacciari.
L’Unesco affronta il problema Grandi Navi non come una questione a sé, ma come la contraddizione più grande di un sistema cittadino che ha superato ogni soglia di sostenibilità. A Venezia vivono appena 50mila persone e nell’ultimo anno prima della pandemia ci sono stati 32 milioni di turisti. Il problema che l’Unesco mette in luce non è solo legato alle navi, ma alla residenza, alla casa, al lavoro, all’economia cittadina. Venezia ha una sola economia quella legata al turismo e non funziona, come in agricoltura non funziona la monocoltura. «Venezia è una città, non un parco a tema da sfruttare».
LEGGI ANCHEVenezia, il Comitato No Navi: «Basta subito ai mostri in Laguna»LEGGI ANCHELEGGI ANCHEGrandi navi a Venezia, un altro incidente sfiorato. Le immaginiCsaba Dalla Zorza's Blog
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