Marco Manicardi's Blog, page 34
October 16, 2020
Dei ricordi (21)
Il 16 ottobre del 2009, ne è passato di tempo, ero a lavorare, molto probabilmente in pausa davanti ai distributori automatici, e scrivevo una cosa senza titolo che diceva così:
È una pessima giornata quella in cui selezioni una Fiesta al distributore automatico e ti esce un Balconi choco&latte
Ho ancora il nervoso.
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October 12, 2020
È un periodo
October 9, 2020
Dei ricordi (20)
Il 9 ottobre del 2014, poco dopo cena, scrivevo una cosa intitolata “truestory” e che diceva così:
Ero in pizzeria, nel tavolo di fianco c’era Achille Occhetto che mangiava una margherita. Che si sappia: non mangia la crosta.
E questi sono poi alcuni dei commenti che mi erano arrivati:
D’Alema, invece, mangia tutto, anche le croste degli altri.
Non mangiare la crosta della pizza è di destra.
Io ce l’avevo di fianco in treno tornando da Roma, quando siam stati a vedere i Kraftwerk.
Ho fatto un sogno: Occhetto con una margherita e Natta con una marinara con l’aglio che parlano di Cernenko a una Festa de l’Unità a Modena nel 1985. Occhetto vorrebbe una Coca-Cola. Natta gli dice “troppo riformista” e bevono una Henninger da 66 in due.
Sarà un fan di Report.
E poi mi è venuto in mente che nell’incipit di un libro che si chiama Secondo me, del 2000, Achille Occhetto inizia dicendo che c’era una volta a Torino un bambino nato senza respirare. Quel bambino era lui. Non voleva nascere, qualcosa doveva averlo insospettito.
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October 8, 2020
Funziona anche quest’anno
Una cosa che avevo scritto nel 2015 che diceva così:
A me il nobel per la letteratura piace un sacco perché tutti gli anni scopro uno scrittore nuovo.
Per amor di cronaca, devo dire che aveva funzionato anche nel 2017, nel 2018 e nel 2019; nel 2016, invece, no, non aveva funzionato.
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October 6, 2020
10 ottobre: presentazione di NovinBici a Novi di Modena
Era una cosa che dovevamo fare in marzo, poi è andata come è andata. Quindi la recuperiamo sabato 10 ottobre, dalle 17, nella Sala Civica E. Ferraresi (che per noi novesi sarà sempre il piano superiore dell’ex Coop della piazza) di Novi di Modena, il natìo borgo selvaggio. Parlo al plurale, ma la presentazione di un libro che racconta la storia dei ciclisti e della bicicletta a Novi di Modena, Rovereto sulla Secchia e Sant’Antonio in Mercadello, e che si chiama NovinBici (sottotitolo: tra Otto e Novecento. Storia, costume, sport e tempo libero), la fa l’autore, Claudio Malavasi. Io mi limito a leggere delle cosine ogni tanto in mezzo alla presentazione. Delle cose come quella che scriveva nel 1911 un giovane membro di un circolo socialista sulle pagine del giornale Luce:
Pare che un vento apportatore di malattia sia passato sopra la terra , lasciandovi ovunque i germi malarici ed insidiosi. Intendo parlare di quella malattia pericolosa che è lo sport. Si vedono infatti i nostri giovani (eccetto pochi) che lungi dall’interessarsi di tutto ciò che loro si svolge attorno, specialmente in questi giorni di scioperi economici e generali, in questi giorni di rinascenze militaresche e guerresche, si vedono questi giovani, dico, che quasi inconsapevoli del dovere che ha ogni libero cittadino, di dare il proprio e modesto contributo al continuo e fatale ascendere del progresso sociale; dedicano interamente la loro gioventù i loro sforzi muscolari ed intellettuali, al correre forte in bicicletta, ai balli di gara e di resistenza. Bisogna vederli questi giovani, come sono imbevuti di questa pericolosa follia sportiva, sono sempre assieme, sempre intenti a parlare di corridori, di ballerini e di tutto ciò che riguarda lo sport. E dire che in certi momenti osano dirsi più socialisti di noi. A meno che non si possa fare del socialismo correndo e ballando, io credo di no.
E questa è la locandina con tutte le informazioni per prenotarsi (se c’è ancora posto):
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October 4, 2020
Thoreau
E in un libro che si chiama Walden ovvero Vita nei boschi, del 1854, Henry David Thoreau, nato David Henry Thoreau, dice che avevano una gran fretta di costruire un telegrafo magnetico che collegasse il Maine al Texas; ma che poteva essere che il Maine e il Texas non avessero nulla di importante da comunicarsi.
E dopo dice che erano così ansiosi di costruire un tunnel sotto l’Atlantico e avvicinare di alcune settimane il vecchio mondo al nuovo; ma che forse la prima notizia che sarebbe trapelata attraverso il tunnel fino al grande e pendulo orecchio americano sarebbe stata che la principessa Adelaide aveva la tosse asinina.
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September 30, 2020
Quando siete felici, fateci caso
Come quella sera che avevamo finito di leggere Lo Hobbit, che per finirlo ci avevamo messo dei mesi, a forza di tre o quattro pagine alla volta, al massimo dieci nelle sere più agitate, coricati nel letto prima di dormire, e quando eravamo arrivati all’ultimo capito, a pagina 406, la terzultima, dove Bilbo e Gandalf sono ritornati a casa e c’è una frase che dice:
E così percorsero il ponte, superarono il mulino sul fiume e si trovarono finalmente davanti alla porta di casa di Bilbo.
il Miny si era tirato su di scatto a sedere sul letto, e mi aveva detto: «Guarda, ho gli occhi bagnati, ma non sono triste.»
E io avevo annuito ed ero andato avanti con le ultime due pagine, e dopo, quando si era addormentato, mi ero alzato dal letto e avevo spento la lampada, ero andato di là in cucina, mi ero versato da bere e avevo un magone e un sorriso che a spiegarli si fa fatica.
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September 27, 2020
Canne al vento (prego)
Ho appena finito di leggere un libro che si chiama Canne al vento, del 1913, di Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, un libro che secondo me è bellissimo e molto importante, quasi gigantesco. Non lo avevo mai letto.
Quest’estate, in agosto, eravamo in Sardegna in provincia di Nuoro, sulle colline del Golfo di Orosei sotto il monte Tuttavista, e dormivamo in un paesello di duemila persone o poco più che si chiama Galtellì, dove noi eravamo quasi gli unici turisti del posto, a parte due tedeschi con cui scambiavamo solo un cenno di saluto con la testa tutte le volte che ci incontravamo al ristorante. Una sera, gugolando un po’, avevamo scoperto l’esistenza di questo libro ambientato proprio a Galtellì, anche se nel romanzo lo chiamano Galte, e il giorno dopo avevamo subito cercato una libreria. A Galtellì di librerie non ce ne sono, però c’era una cartolibreria, e Grushenka era entrata e, oltre a comprare una specie di Transformer componibile di marca russa e di dubbia provenienza su insistenza del Miny, si era guardata un po’ intorno e non vedendo libri o cose simili sugli scaffali aveva chiesto alla signora della cartolibreria: «Ce l’avete mica Canne al vento?»
La signora della cartolibreria le aveva risposto: «Eja, e ti pare che proprio noi non ce l’abbiamo Canne al vento?» E aveva infilato le mani in mezzo a uno scaffale tirando fuori un libro piccino stampato per una casa editrice locale, Il Maestrale.
Grushenka l’aveva comprato e l’aveva letto in spiaggia e prima di andare a dormire, e l’aveva finito mentre eravamo ancora là. Così un giorno abbiamo patteggiato col Miny una giornata senza mare per girare a piedi Galtellì e trovare tutti i posti citati nel libro.
Quando siamo tornati a casa l’ho letto io, e l’ho finito ieri sera.
(poi in giro per Galtellì è pieno di targhette vecchissime con qualche frase presa dal libro)
Ieri sera ho anche trovato su YouTube uno sceneggiato RAI per la TV del 1958 in due puntate, che è talmente brutto da fare il giro e diventare bello.
Ma comunque, che Canne al vento di Grazia Deledda fosse un libro bellissimo e molto importante, quasi gigantesco (e il servo Efix uno dei personaggi più belli di tutta la letteratura del mondo), non me l’aveva mai detto nessuno, quindi, nel caso, se anche a voi non l’ha mai detto nessuno, ve lo dico io adesso: Canne al vento di Grazia Deledda è un libro bellissimo e molto importante, quasi gigantesco (e il servo Efix uno dei personaggi più belli di tutta la letteratura del mondo). Ve lo consiglio.
Prego.
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September 21, 2020
Così va la vita (noiosa e allarmata)
E in un libro che si chiama La ragazza del secolo scorso, del 2005, Rossana Rossanda, parlando di quando era ragazza, dice che:
M’è rimasta la vergogna di non aver ballato una sola estate, non aver avuto quel che si dice una giovinezza vera. Che roba è avere quindici anni nel 1939 e ventuno nel 1945? Per questo sono noiosa. E allarmata. Tutto quel che non è successo è perduto, ma tutto quel che è successo può tornare a succedere.
Così va la vita.
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September 18, 2020
Una volta l’anno
Succede una volta l’anno, e per tre giorni filati, tutti gli anni, che tra Carpi, Modena e Sassuolo c’è l’uomo della strada che va in giro a piedi per le vie del centro con la faccia tirata e lo sguardo sagace, e lo senti usare delle parole insolite, come per esempio «ontologia».
(È iniziato il Festival di Filosofia)
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