Cactus di Fuoco's Blog, page 30
July 1, 2021
Due dei nostri libri in offerta su kobo! YAY!
Kobo ha deciso di inserire due dei nostri titoli, Bloodhound e il Fiore e l'Artiglio, in una selezione scelta di libri creati da nuovi autori, in offerta in esclusiva a soli 1,49 €!
Siamo felicissimi di essere stati scelti dalla piattaforma (che goduria leggere "una selezione scelta") e speriamo di raggiungere un pubblico più ampio. E per giunta, per ora potete beccarvi le storie a prezzo ridotto! Approfittatene (e aiutateci a salire in classifica).
Qui il link diretto per l'acquisto dell'ebook di Bloodhound: https://www.kobo.com/it/it/ebook/bloodhound-20
Qui per il Fiore e l'Artiglio: https://www.kobo.com/it/it/ebook/il-fiore-e-l-artiglio
E qui l'intera lista (non si sa mai, magari scoprite nuovi autori fighi!): https://www.kobo.com/it/it/list/scopri-un-nuovo-autore-in-offerta-a-1-49/Uio35X5iMsfDfQjYlhGkcA?pageNumber=3
Buona lettura, germoglietti!
Giugno 2021 - Cosa abbiamo creato?
Giugno 2021 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!
Sara's fitness blog (webcomic)
CAN |
Furry, anthro and animals (not commissions)
Toad butt |
Commissions
Cherise | Tamarack | Chiro (front and back) | Chiro portrait | Tattoo artist | Chiro reference sheet | Bite flip | In the dungeon (black and white) | Two furries in a natural park | Inside the maze | Are you really twins? | Chibi hot proud balloon | Two dragons and a ship (black and white) | Don't wake the sleeping dragon |
Other
MIKA jump! | Iris Letalis cover 1 |
Iris letalis
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Shadowfawn - Finalmente acquistabile in ebook e cartaceo | |
Totale dei lavori pubblicati:36
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Recensione: Elianto (Stefano Benni)
Il caldo è sopraggiunto: è importante iniziare a guardarsi attorno, per capire quali nuovi libri potreste leggere mentre vi stravaccate sul divano a sciogliervi in un bagno di sudore o vi rifugiate sotto l’ombrellone. Noi Cactus di Fuoco, entità ultraterrene più che abituate a certi climi, sfruttiamo questa occasione per regalarvi un piccolo consiglio di lettura.
Perciò, oggi vi portiamo la nostra opinione su un libro strambo di nome “Elianto”! L’avevamo letto anche tanti anni fa, ma è stato bello riprenderlo in mano dopo tutto questo tempo e rinfrescarci la memoria.
Il libro in questione è stato scritto da Stefano Benni, un nome che, forse ve ne sarete accorti, non è nuovo qui, tra le Recensioni Spinose. È uno scrittore che ci è abbastanza caro e di cui abbiamo recentemente valutato anche “Bar Sport”; non sorprendetevi troppo se vedrete spuntare ancora il suo nome in futuro!
Partiamo dal dire che “Elianto” è un libro che abbiamo preso in una biblioteca nuova e diversa dal solito, di cui abbiamo dovuto imparare i meccanismi per l’occasione, e che il suo ritiro di per sé è stato… benniano. Per ritirare un volume, infatti, questo è l’iter:
1. Controllare sul sito apposito se il libro che gradiresti leggere è disponibile.
2. Se il libro c’è, recarsi in biblioteca e chiedere, a bassa voce per non spaventare il personale diffidente, il volume da prendere in prestito. Ideale sarebbe fare ampi gesti di pace per ingraziarsi i locali; se si nascondono dietro i banconi o strategici pertugi, possono essere condotti allo scoperto offrendo loro della frutta fresca o delle specialità regionali.
3. Guardare l’addetta ai prestiti confondersi mettersi al lavoro, aprire e chiudere tre volte la stessa pagina internet ma molto lentamente, ascoltarla asserire che “Elianto” in realtà non è mai esistito ma è frutto della nostra immaginazione, che brividi, il mistero si infittisce; poi provare pazientemente a convincere quest’addetta che no, non volete un libro che non esiste dal titolo “Massacri del 1967”, grazie, quando finalmente una collega della reception si impietosisce e dopo uno stanchissimo “Sì, ce l’abbiamo il libro”, si dirige a prenderlo lei.
Insomma, iniziamo bene.
Il nostro metodo è applicabile anche ad altre biblioteche. Se lo seguirete, presto qualunque libro potrebbe essere tra le vostre mani!
Una volta letto è ora di raccontarvelo attraverso le nostre personalissime opinioni, perciò partiamo a grandi linee con…
1. La trama:
Elianto è un ragazzino che vive a Tristalia (un gioco di parole che avrete certamente capito, ma noi ve lo spieghiamo lo stesso perché siamo degli insopportabili so-tutto-io: è un mix fra triste e Italia), un mondo ove il controllo del governo sulla popolazione si è fatto ormai quasi assoluto grazie all’ausilio di un supercomputer, il Zentrum, capace di dirigere la vita degli umani con precisione spaventosa.
Parte della libertà delle contee (che già non è che sia questo granché, a dirla tutta) è messa in palio durante i Giochi dell’Indipendenza, ma il governo ha schierato dalla sua campioni che sembrano imbattibili. Tra loro figura Baby Esatto, il piccolo re dei quiz, che solo Elianto potrebbe forse fronteggiare… Elianto, però, è affetto dal Morbo Dolce, una condizione rara e devastante che lo priva delle forze: sembra che l’unica speranza della contea non sia neppure in condizione di alzarsi dal suo lettino d’ospedale a Villa Bacilla.
Ma è davvero tutto perduto?
‘Nzomma, speriamo di no, però partiamo male.
Elianto è un libro in cui si vede che il caro Benni ha sguinzagliato la propria fantasia per seguirla in un susseguirsi di mondi e concetti surreali, neologismi, creature fantastiche, umani degni di nota (non sempre per motivi lusinghieri) e satira socio-politica che diventa tutt’uno con il worldbuilding.
Di certo non è un libro che l’autore serve su un piatto d’argento, ma fa della sua complessità anche un punto di forza. Basti pensare che le vicende del libro si sviluppano sull’intrecciarsi di pazze avventure vissute sull’enorme mappa di ben otto Mondi Alterei da tre gruppi principali di viaggiatori (nonché di un numero imprecisato di personaggi principali e secondari ricorrenti, tanto i personaggi sono e sembrano tutti importanti), che potremmo così suddividere:
- I Diavoli; trio composto dalla conturbante Carmilla, il raffinato Ebenezer e il… il Brot, ecco, tre demoni incaricati da Lucifero in persona di trovare un Kofs, creatura leggendaria in grado di sconfiggere, in teoria, il Zentrum e far cadere il nuovo sistema a cui son sottoposti gli umani, che giù all’Inferno non ne sono tanto contenti. Proprio come nei Viaggi nel Regno della Fantasia del buon Stilton, anche in Elianto ci sono diverse puzze e (pochi) profumi, ma li fa tutti Brot. Che, visto il ruolo (e l’odore) che ha, potrebbe pure chiamarsi “prot”, eh.
- I Ragazzi Intrepidi; trio composto da Boccadimiele, bella giovine che sventola in giro una lama per sconfiggerci di tutto, anche la nebbia, Rangio, che ha una chitarra con cui spara attacchi speciali (?) e Iri, camerawoman che li riprende tutti, gioventù amica di Elianto che sta cercando di radunare i rari ingredienti di un antidoto contro il Morbo Dolce.
- I Guerrieri-nuvola; Fuku Occhio di Tigre, che ha la pazienza di un santo, e i suoi minuscoli accompagnatori Visa e Pat (che mangiano al massimo un chicco di riso al giorno. In due), che mettono alla prova la pazienza di santo di Fuku, alla ricerca del leggendario maestro di arti marziali Tigre Triste, auto-esiliatosi dopo aver ucciso inavvertitamente un micio.
Riusciranno i nostri eroi a compiere la difficilissima impresa di guarire il piccolo Elianto e permettere alle loro contee di rimanere indipendenti? Lo scoprirete solo se vi immergerete in questo fantastico guazzabuglio di parole e vi lascerete portare per mano attraverso storie strane, bizzarre e terribili!
2. La copertina:
Premettiamo di questo libro esistono due copertine, entrambe ben fatte ed entrambe che, tra i vari elementi della composizione, mostrano un girasole. Questo occhiolino artistico ci è sembrato davvero carino, considerando che i girasoli di per sé non sono prominenti nella trama, ma un “elianto” è una pianta appartenente al genere Helianthus, come lo sono i topinambur… e i girasoli!
Un’altra distinzione che va fatta tra le due copertine: c’è quella carina e quella degli incubi.
Visto che vi vogliamo bene, vediamo subito quella degli incubi.
Sappiamo questa informazione, quindi la buttiamo qui così, a caso: l’autore di questa immagine è Igort, un fumettista sardo!Non è poi troppo impressionante una volta che ti abitui, nonostante l’aspetto alieno di Elianto, dài. È solo un bimbo senza attaccatura dei capelli o lineamenti con un paio di occhi lunghi e gialli, possiamo volergli bene lo stesso.
Comunque questa copertina ci è piaciuta molto perché i vari elementi della composizione sono tutti riconducibili alla trama in un modo all’altro, è bellissimo rivederla quando hai finito di leggere il libro! Bellissimo il gioco di luci e ombre, che lavora benissimo con la palette di colori e la prospettiva, davvero una copertina ben fatta.
Quanto alla seconda…
Elianto viene minacciato con una fusciacca puzzolente, in compagnia di un diavoletto con un’ala sola. È dura la vita a Villa Bacilla.
Questa è un po’ più semplice, ma anche molto carina, non passa inosservata con un certo uso acceso dei colori e una bella mappa (nootica, se leggete il libro capirete) scintillante a parete.
Ecco, questo Elianto è molto grazioso, se si facesse la fusione delle due copertine si avrebbe quella perfetta, probabilmente. Però entrambe le copertine sono promosse!
3. Cosa ci è piaciuto:
Il modo in cui in Elianto non si ha paura di aprire un numero interessante di sottotrame, riuscendo in qualche modo anche a farle seguire al lettore e chiuderle tutte… se non esplicitamente, lasciando belli chiari dei puntini da unire. C’è tanto di non-detto ma di fortemente implicato, che secondo noi abbellisce e da nuove chiavi di lettura all’intera narrazione.
Molto bella anche la caratterizzazione dei personaggi, tutti decisamente uno diverso dall’altro, anche quelli che non compaiono mai ma vengono soltanto descritti. E poi, ovviamente, il punto di forza del libro è il suo worldbuilding! Le descrizioni dei Mondi Alterei, lo strano Kofs, le mappe nootiche, gli alberi magici, i campi di Mnemonia, i malibri e molto altro ancora.
È bello non solo quello che viene esplorato sotto i nostri occhi, ma anche le nozioni e i personaggi del passato (come Snailhand Slim o Cornelius Noon) che reiterati nella trama danno un’ossatura alla storia, per così dire, dando davvero l’idea che quel mondo abbia secoli alle spalle.
C’erano anche alcune descrizioni molto poetiche, esemplari, e delle scene ed estetiche di grande effetto, garantite dal registro ricchissimo ed a volte cangiante dell’autore.
4. Cosa non ci è piaciuto:
C’è stata carestia di personaggi femminili che non fossero lì per essere in qualche modo sexy, che abbiamo trovato inusuale per il Benni. Questo fa un po’ scendere il nostro punteggio, ci spiace, Stefano. Avrai occasione di rifarti un’altra volta, sappiamo che non ci deluderai.
Nel paragrafo su ciò che “ci è piaciuto” abbia citato il registro ricchissimo e cangiante. Ecco, il fatto è che ci sono diverse scene in cui cangiando cangiando è arrivato ad esagerare ed usare un modo di esprimersi troppo volgare, sia nell’enfasi su determinate cose che nel registro usato, che per noi doesn’t spark joy, anche per il contrasto con le scene che invece vanno di pura poesia.
Spoiler, tanto il voto alto te lo becchi lo stesso.
Voto complessivo: 86 su 100. Complimenti, sei maggioranza, libro bello!
A chi lo consigliamo:
Iniziamo col dire che non è un libro per bambini. Ci sono tante ma tante referenze e scene adulte, di qualunque tipo possibile. Non va sottovalutato anche il fatto che vengono adoperate spesso e volentieri parole “difficili” e che la trama non è linearissima, con frequenti salti per seguire il punto di vista di questo o quel gruppo (non preoccupatevi, in tanti sono subito riusciti ad adeguarsi al passo di narrazione). D’altro canto, la prima volta che qualcuno del nostro gruppo l’ha letto era ancora un soldo di cacio, quindi “non datelo ai bambini” è solo un’indicazione generale che vi sentiamo di darvi visti i contenuti espliciti e non sempre di facile comprensione.
Detto questo, se vi piacciono le storie avventurose, se vi appassionano i racconti che sono zeppi di fantasia, animali strani e luoghi nuovi, se amate trovare indizi e pezzetti di lore disseminati nella trama con un bel mix di tante referenze colte, se adorate le distopie che fanno frecciatine a delle vere situazioni socio-politiche… beh, allora pensiamo proprio che questo libro vi piacerà.
Dove potete trovare il libro?
È un libro che ha ricevuto un discreto successo, e il nostro consiglio è di cercare per prima cosa in biblioteca, dove quasi sicuramente potreste rinvenirne una copia. Nel caso vogliate sostenere l’artista o avere una copia di “Elianto” tutta per voi (perché i libri cartacei vi danno gioia o perché siete lettori possessivi e territoriali che vogliono essere liberi di mordere e le loro pagine preferite, fate vobis… nel qual caso vi consigliamo la collana “I MIEI primi classici” di cui abbiamo parlato nella recensione de Il Giardino Segreto), potrete sicuramente appropriarvene in diversi negozi fisici o online, come Ibs, Amazon, Mondadori Store, Feltrinelli e, almeno, mentre stiamo scrivendo questa recensione, anche sul Libraccio, come usato e nuovo. Insomma, ci siamo capiti: se lo cercate lo trovate.
E siccome abbiamo l'affiliazione con Amazon, se lo comprate a questo link qualche centesimo arriva pure a noi!
Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!
P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio se sono gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto). Nota: un sacco di gente si limita a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo.
Per fare un esempio: "Ehi, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate".
Vi aspettiamo ;)
June 25, 2021
Iris Letalis 1. Il fulmine di Beirut
"Hey, what's the big idea?
Yo, Mika!" Sua madre gli diceva sempre: «Mika, tu o diventi famoso o finisci in prigione». Questa era una visione delle possibilità, a dire il vero, piuttosto ristretta, perché la signora non era riuscita ad immaginare che l'amato e irrequieto figliolo fosse in grado di fare entrambe le cose contemporaneamente.Il primo arresto del ragazzo, per rissa e disturbo alla quieta pubblica, er avventura quando aveva solo sedici anni e da allora la fama di Mika, al secolo Michael Holbrook Penniman Jr., aveva iniziato a crescere... soprattutto in certi malfamati ambienti underground, frequentati da omacci in cerca di denaro, botte, donne o tutte e tre le cose allo stesso tempo.“Il picchiatore del Libano” lo chiamavano, oppure “il fulmine di Beirut”, il “pazzo Londinese”, il “rivoluzionario Parigino”, dimostrando che non c'era molta chiarezza riguardo all'effettiva nazionalità del giovane. C'era ancora meno chiarezza riguardo al suo aspetto fisico, perché di lui c'erano poche foto, molte leggende, e ognuno lo immaginava come voleva. Nei tetri bassifondi londinesi, uomini panciuti che indossavano vecchia giacche di tweed (probabilmente rubate ad alcuni professori di passaggio) raccontavano a giovani e sprovveduti aspiranti pugili (che fino ad ora avevano solo partecipato ad un imprecisato numero di risse da bar) di un gigante dallo sguardo tetro e gli occhi grigi, la faccia segnata di cicatrici, le nocche sempre spaccate e fasciate e i piedi che calzavano solo mocassini italiani di pelle di cavallo numero 44.«Mika» Dicevano «Sapete, è uno di quei figli di buona donna che non pagano mai da bere... non con i soldi, almeno. Lo fa con i pugni, con quelli paga lui».Nelle cantinacce di Roma, Mika era descritto come un matto con i capelli sale e pepe, invecchiato precocemente, ubriacone e collerico come una mangusta a cui avessero spruzzato del limone negli occhi, per i lottatori illegali della periferia di Parigi invece era un diciottenne scolpito come una statua, tutto nervi e muscoli, con la testa pelata e un'aquila tatuata sul petto, per altri ancora questo Mika era un ex-soldato tedesco con i denti d'acciaio che si era fatto impiantare dei dadi metallici al posti delle sue nocche, così che i suoi pugni fossero sempre letali.Si sorprendevano sempre tutti, quando vedevano com'era fatto il vero Mika.
Era una mattina di Giugno quando Alessandro Cattelan, organizzatore di incontri clandestini di pugilato (e nel tempo libero scrittore di libri per bambini), venne a sapere che il fulmine di Beirut sarebbe presto arrivato in città.Era seduto al bancone di un bar, il MyMood, e stava sorseggiando il suo drink preferito, una mistura bizzarra di Martini, Jagermeister e camomilla che aveva lo stesso nome del locale e che veniva servito insieme ad un ombrellino di carta e ad un vero dente umano.«Ehi, Cattelan!» Lo richiamò la barista, una bionda dall'aria poco raccomandabile «L'hai sentita l'ultima?»«Dipende, cosa intendi?» rispose il signor Cattelan, parlando molto velocemente «Se parli delle solite sparate del politico con il farfallino, allora sì, le ho sentite tutte, ma magari ti riferisci alla zia Bettina che ha buttato suo nipote giù dal terzo piano, una notizia che mi ha molto turbato e...»
«Il picchiatore del Libano» lo interruppe la barista, sapendo che altrimenti sarebbe andato avanti per ore, impeterrito«Il picchiatore del Libano?»«Proprio lui»«Il fulmine di Beirut?»«Già»
«In che senso? Vuoi sapere se ho mai sentito parlare di lui, se so che esiste, oppure se in questi giorni ha fatto qualcosa di particolare che ti aspetti che io sappia e...»«Presto arriverà in citt໫Ah».Persino Alessandro Cattelan, noto sproloquiatore a ruota, era ammutolito. Pensieroso, si chiedeva se sarebbe stato in grado di incontrarlo e magari di organizzare un incontro clandestino, uno di quelli che avrebbero riempito la sua arena. O magari, sì, magari avrebbe anche avuto il coraggio di chiedergli di partecipare a quella cosa (non aveva neanche il coraggio di pensarne il nome, per scaramanzia), sempre se il fulmine di Beirut non gli avesse rimpastato i lineamenti per colpa del suo ardire.«Ha scritto sul suo Twitter che sta per venire qui a Milano» Continuò la barista, fingendo di accanirsi su una macchia che non c'era «E ora tutti i peggiori della palestra del Mandrillo sono su di giri, pensano che se uno di loro riuscirà a batterlo finirà per fare una grande pubblicità alla palestra. E poi potrà vantarsi con tutti, giusto?».Alessandro si riscosse come dal torpore.«Mika ha un account Twitter?» Domandò, spalancando gli occhi«Sicuro» rispose la barista «E anche una cosa come un milione di followers. Che, te non lo segui?».Alessandro Cattelan tirò fuori lo smartphone, veloce come un pistolero.«Com'è che si chiama il suo account?»«Mikasounds».In quel momento, un uomo che era appena entrato nel bar si sedette sullo sgabello vuoto, accanto a Cattelan. Lo accompagnava una donna tarchiata, anziana, dai capelli scuri, che vestiva un abito di cotone decorato con disegni floreali lungo fino alle caviglie.«M-i-k-a s-o-u-n-d-s» scandì Alessandro Cattelan «Eccolo qui»«Lo vedi? L'ultimo tweet» disse la barista«Ah sì. “Milano sto arivvando. Non vedo lora di manggiare il rissotto”. Si vede proprio che ha deciso di mollare la scuola per darsi alle risse illegali: scrive come un canguro che cerca di digitare una frase usando i piedi»«Veramente» intervenne l'uomo seduto accanto a lui, timidamente e con una vocetta acuta «La scuola l'ho fatta. Però sono dislessico e non è la mia madrelingua. Si dice madrelingua, vero?».Alessandro Cattelan sobbalzò, sentendo una scarica di adrenalina che partiva dal naso (neanche lui sapeva perché) e finiva nella parte bassa dell'intestino. C'era una sola cosa su cui tutti i resoconti su Mika andavano d'accordo: il fulmine di Beirut aveva un accento buffo, la cui provenienza era di difficile, se non impossibile, identificazione. L'uomo seduto vicino al bancone, timidino e dal timbro pre-puberale, aveva proprio quell'accento lì.Alessandro Cattelan alzò lo sguardo dal telefono, per incontrare il volto dello sconosciuto. “Non può essere” Pensò immediatamente. Quel coso non poteva essere Mika.«Ciao» Disse lo sconosciuto, amichevole, infantile, sorridente «Sono Mika».Tutto in lui, dai dentini davanti un po' più grandi che spuntavano nel bel mezzo di quel suo sorriso dolce, agli occhioni scuri da cerbiatto orlati di ciglia scure, passando per la zazzera di capelli riccissimi e castani, le mani da pianista, la corporatura slanciata e quasi efebica che si intuiva sotto i vestiti, fino alla magliettina con i personaggi dei cartoni animati, sembrava dire “eccomi, sono uno sfigato che i bulli prendono di mira”. Era bello, ma in un modo strano, come se il suo “design” fosse il risultato degli esperimenti di una sedicenne romantica e pasticciona; l'unica cosa vagamente minacciosa che lo contraddistingueva era l'altezza, ma il suo corpo era così sottile da sembrare pronto a spezzarsi.Cattelan rise. Prima due risatine brevi, stentate, poi una più forte. Mika rimase a guardarlo, perplesso.«Io sono Alessandro. E tu non sei quel Mika, giusto?»«Non lo so. Sono quello di Twitter» l'alto ragazzo riccio indicò il telefonino «Che Mika stai cercando?»«Clizia deve avermi dato il nome di Twitter sbagliato» Alessandro sorrise, guardando la barista.La barista non sorrise, guardando Alessandro. Mosse la testa lentamente a destra e poi a sinistra, in un cenno di diniego, mentre con la bocca mimava in silenzio le parole «È lui».«Mika?» Domandò Cattelan, indicando il petto dell'uomo«Sì» rispose quello, allegro«Michael Holbrook Penniman Jr.?»«S컫Dammi un pugno».Quando Alessandro l'aveva detto, in tono quasi di sfida, troppo sorpreso per pensare ad altro, non credeva che un pugno gli sarebbe arrivato davvero, né che gli avrebbe fatto saltare un dente. Il colpo era stato così veloce che quasi non l'aveva visto: si era solo ritrovato per terra, scaraventato giù dal suo sgabello con la faccia sul pavimento e un dolore pulsante alle gengive, mentre la bocca gli si riempiva di sangue.«Tutto bene?» Domandò Mika, preoccupato«Tu lui as fracassé le visage» disse la donna anziana accanto a lui, in toni di rimprovero «Ce n'est pas bon du tout, Mika. Maintenant, que ferez-vous si vous signalez à la police?»«Il m'a demandé!» le rispose Mika, un po' allarmato e un po' petulante «Ne me gronde pas, maman!».Alessandro Cattelan si toccò il volto con mano tremante, poi si asciugò un po' del sangue con il dorso della mano e provò a rimettersi in piedi, barcollando. Gli girava la testa.«Va tutto bene» Disse euforico, aggrappandosi al bancone per non cadere di nuovo <ei tu. Sei tu davvero»«Sì» Mika sollevò le sopracciglia, confuso«Ho da proporti una cosa! Ora o mai più. Un affare che ti porterà un sacco di soldi»
«C'est un masochiste, Mika» intervenne la madre «N'acceptez pas de contrats indécents de sa part»«Signora, ho capito solo “masochista”» disse Cattelan, allungando una mano in attesa di una stretta «Ma le assicuro che tutto quello che voglio fare è un sacco di soldi con suo figlio. Sempre se lei, come ho indovinato, è la madre. Comunque vi invito ad ascoltare la mia offerta»
«Maman, le monsieur a dit qu'il a compris qu'il est masochiste et tout ce qu'il veut c'est m'utiliser pour gagner beaucoup d'argent et peut-être qu'il veut faire la moitié du butin avec nous» tradusse Mika«Quel fluage!» la signora guardò Cattelan con un'espressione furibonda «Battez-le, Mika»«Et si j'allais en prison?»«Cela devait être pour une bonne cause. En plus, ce criminel pervers ne les dénoncera pas, j'en suis presque sûr»«Ok, maman».Mika si alzò in piedi. Era ancora più alto di quello che sembrava, un lampione asciutto e solido di almeno un metro e novanta. Cattelan tese la mano anche verso di lui, credendo che stesse per accettarla. Tutti gli avventori del bar guardavano nella loro direzione, con il fiato sospeso.Dieci minuti dopo, Alessandro Cattelan stava fissando la lucina che un paramedico gli aveva puntato contro le pupille, mentre qualcuno preparava una barella. Gli avevano immobilizzato il collo con un affare di plastica e stavano per portarlo all'ospedale per un controllo approfondito.«Ma che è successo?» Domandò uno dei soccorritori, in tono atterrito «Sembra che abbia fatto un frontale con un camion»
«I-il f-fulmine di Beirut» riuscì a sussurrare Cattelan. Poi sorrise, compiaciuto.Tutti lo guardarono spaventati, pensando che quel poveraccio avesse subito un terribile danno cerebrale. Capitolo successivo>
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Iris Letalis - una fanfiction (Indice)
E vabbé, ammirate che capolavoro trash di copertina che vi abbiamo creato! Guardate che capolavoro di tostaggine. Non avete voglia di vedere il cantante di Grace Kelly che prende a cazzotti qualcuno, adesso? E che Alessandro Cattelan sia il suo allenatore?E poi, dove lo vogliamo mettere Fedez, eh? DOVE?A grande, grandissima richiesta, dopo l'acclamato Sunset (non più disponibile su Wattpad, ma ancora leggibilissimo sul nostro blog, se qualcuno se lo stesse domandando), i Cactus di Fuoco tornano con una nuova fanfiction! Questa volta non parliamo di letteratura americana, ma ci spostiamo nella nostra amatissima Italia per parlare di musica. E di talent show, ma senza davvero parlare di talent show.Antefatto:
E poi per ora ci stiamo guardando la seconda mitica stagione di un capolavoro dell'animazione giapponese, Megalo Box, un anime su una boxe "fantascientifica" dove i lottattori vestono un aggeggio che fa loro da potenziamento meccanico dei colpi, risultando in lotte estremamente cruente.E c'è questo protagonista, Junk Dog, che per fisico e volto ci ricordava un sacco Mika, il famoso cantante delle hits "Relax, Take it Easy" e "Grace Kelly", nonché giudice spietato (e adorabile, regà) di X Factor.
Insomma, noi eravamo lì tutti a ridacchiare e dire cose tipo "eh, se Mika fosse un pugile...". Poi uno dei personaggi, il vecchietto che lavora come meccanico dice una cosa. La cosa in questione suona più o meno come (perdonateci, non ce la ricordiamo in maniera perfetta) "I veri pugili hanno tutti il tuo aspetto, Joe".È stato allora che abbiamo deciso: scriviamo una fanfiction su Mika pugile, visto che ha l'aspetto di uno di loro. Negli ultimi anni, poi, è diventato sempre più simile ad un atleta... se avessimo scritto questa fanfiction nel 2012/2013 non saremmo stati credibili. Ora, invece, sarebbe credibilissimo:
A dire il vero è persino un po' più grosso di Joe.Stiamo svarionando e volando. Probabilmente tutto questo non frega a nessuno di voi.Quindi concludiamo dicendo quello che sicuramente vi interessa di più: ci sarà Mara Maionchi. Esatto. E anche Fedez, Emma Marrone, Mahmood, i Maneskin e una miriade di altre comparse. Sì, pure Hell Raton, che lo sappiamo che non vedete l'ora di leggere di lui, monelle (e monelli)! La trama: Alessandro Cattelan è un po' un perdigiorno e un po' un allenatore di pugili (che sarebbe pure bravo, se ci si mettesse). Le associazioni ufficiali non vogliono avere niente a che fare con uno come lui, così ha ripiegato sul mondo dei combattimenti clandestini. Ora che l'X-Factor, il più grande, importante e pericoloso torneo undergound d'Italia, si sta avvicinando, Alessandro sta cercando un nuovo protetto da condurre alla vittoria e non si accontenterà di un atleta qualunque: lui vuole Mika, il "fulmine di Beirut", un misterioso giovanotto che sembra imbattibile, ma anche indomabile e selvaggio. Ma anche riuscendo a ingaggiare il fulmine di Beirut, la strada è irta, pieni di pericoli e di avversari di insospettabile potenza, come il Klan di Mahmood, la brutale Emma Marrone o gli intelligentissimi protetti di Mara Maionchi. Riusciranno i nostri eroi a primeggiare? Male che vada, ci saremo divertiti tutti a guardarli provare. E magari anche a vederli trovare l'amore?
Cominciamo subito! Buona lettura:
Indice:
1. Il Fulmine di Beirut2.3.4.5.6.June 6, 2021
Shadowfawn - Finalmente acquistabile in e-book e cartaceo!
Siamo lieti di annunciare che, finalmente, Shadowfawn è disponibile per l'acquisto sia in versione ebook che cartacea!
Lo avete aspettato con trepidazione e questa volta non abbiamo perso tempo come al solito (lo sappiamo, lo sappiamo, per gli altri libri vi abbiamo fatto aspettare tantissimo tempo... e per Urban Legends sono ormai tre o quattro anni che attendete, ma non temete, pubblicheremo anche quello!), ma ci siamo immediatamente rimboccati le maniche e sbadabim sbadabam, ecco qui delle versioni complete e revisionate che potete portare sempre con voi!
Ehi, non avete mai letto Shadowfawn, né alcun libro ambientato nel Nuovo Mondo Oscuro? Qual'è la trama di Shadowfawn - La ragazza ipnotica?
"In un mondo dove tutti nascono con un potere unico (un potere che può essere del tutto inutile, come farsi allungare le ciglia di pochi millimetri, o strabiliante come la lettura del pensiero), i vincenti, quelli ricchi e famosi, sono in genere gli individui baciati dalla fortuna di possedere capacità migliori. Ma se esistesse qualcuno in grado di controllare gli altri? Di usare tutti i loro poteri per i propri scopi? Cherry Gale è una ragazza di campagna, apparentemente come tante altre: va a scuola, ha una cotta per un ragazzo della sua classe, ha un'amica un po' punk e da grande vorrebbe seguire le orme di sua madre, che è la sua eroina e con cui ha un rapporto profondissimo... ma ha un segreto. Un segreto che potrebbe cambiare e sconvolgere il mondo.
Il problema per lei è che non è la sola, ad averne uno."
Un incipit quasi classico, vero? Ma se conoscete lo stile dei Cactus di Fuoco... il nostro stile ;)... sapete che la storia andrà in direzioni inaspettate!
Quindi cosa aspettate? Acquistatelo adesso e divoratevelo ben bene (o, se l'avete già letto, gustatevelo piano insieme ad un bicchiere di Bianco d'Alcamo, che si abbina particolarmente bene al gusto di questa storia). Potete trovarlo:
[QUI SU AMAZON (ebook / cartaceo)]
(Hey, e i patrons più affezionati, quelli da +$30, potranno scaricare senza costi aggiuntivi gli ebook di Bloodhound e Shadowfawn QUI! In formato .epub, .odt, .doc and .pdf! Figata, eh?)
June 1, 2021
Maggio 2021 - Cosa abbiamo creato?
Maggio 2021 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!
Furry, anthro and animals (not commissions)
Minis 280 - Cherise | Minis 281 - Zermit |
Commissions
Looking from Heaven | Kitchen mess | Power of Nature | A boss and three minions | Orion reference sheet | Biker boss | Fighting in front of a biker bar | Gentlefluff | Tamarack (black and white) | Tattoo artist (black and white) |
Other
Hats for toads [Patreon][Tumblr] | |
Patrons Only! Power of Nature (pack for patrons) | Bloodhound new cover (pack for patrons) | Story of the cactus (WIP) | Tamarack (WIP) | Chiro Reference sheet (WIP) | Tattoo artist (WIP) | In the maze (WIP) | In the wild nature (WIP) | Don't awake the sleeping dragon - page 1 (WIP) | The flip (WIP) |
Shadowfawn (Wattpad)
58. Shadowfawn | Epilogo |
Schede dei personaggi, specie, luoghi e varie (Blog)
Recensioni
Bar Sport (Stefano Benni) [Wattpad][Blog] |
Blog posts
Bloodhound - Nuova cover, libro migliorato, e ora disponibile anche su Kobo! |
+ Altro +
Totale dei lavori pubblicati:33
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May 27, 2021
[Racconto] Tu non sei mica normale!
"Tu non sei mica normale!"
Un racconto per tutti. Perché non sta a noi decidere chi deve leggere cosa. (Anche se c'è una parolaccia nel testo. E vabbé, vi abbiamo avvertiti 👅).
C'era una volta un politico iperconservatore, con i baffi e i capelli corti, che borbottava sempre. Da quando si alzava al mattino a quando si coricava la sera, dal primo sorso di caffé fino al momento in cui si infilava il pigiama, la sua vita era tutto uno sbuffo, un lamento.
«Questo non è normale» Diceva «Quello non è normale... e anche quello lì, quello, non è mica normale, eh».
Ma un giorno, ad un suo comizio elettorale, si presentò una bambina. Era una bimba che lui avrebbe definito “normalissima”, con un paio di trecce bionde, una salopette di jeans e le toppe sulle ginocchia a forma di fiori.
«Signor politico» Gli disse lei «Ma lo sa che le persone normali non esistono?»
«Ma che cosa dici, sciocca bimba? Che ne sai delle cose del mondo? Sei ancora troppo piccola»
«Piccolina ancora lo sono, ma anche io so bene che le persone normali non esistono, che tutti quanti, ma proprio tutti, hanno almeno una cosa strana...»
«Che sciocchezza, sciocca bimba! Ora torna da tua madre!»
«Ma io una madre non ce l'ho»
«Questa cosa non è normale» borbottò il politico, ma fu soddisfatto di vedere che la bimba con le trecce bionde se n'era comunque andata via.
Quando ebbe finito il suo comizio, il politico scese dal palco e si avviò verso casa. Mentre guidava la sua macchina nuova e ben pulita, vide per strada tre cose strane: un vecchietto dalla pelle nera che viaggiava sul dorso di un asinello bianco, una ragazza che viaggiava da sola con un grosso zaino pieno di toppe sulle spalle (noi sappiamo che non è una cosa così strana, ma a lui sembrava davvero bizzarra) e un ragazzo che portava in spalla un bulldog inglese (che però lui non sapeva cosa fosse, perciò lo catalogò come un maiale-cane).
Normalmente non ci avrebbe mai fatto caso, ma quel giorno era successo qualcosa, qualcosa che...
«Non è normale» Disse il politico brontolone.
Quel pomeriggio, il politico brontolone scese giù dalla sua casa in centro città, con le mura dipinte di bianco e il portoncino metallico, per andare a fare la spesa. Gli sembrava di aver visto anche troppa stranezza quel giorno e aveva deciso di combatterla e di dimostrare anche alla bambina con le trecce che si sbagliava: la normalità esisteva e lui l'avrebbe trovata! La normalità era ovunque, no? Altrimenti non sarebbe stata normale.
Cammina cammina, per strada incontrò una ragazza con una cresta da punk blu alta mezzo metro, un collare di borchie e un giubbotto di pelle nera, che camminava insieme ad una sua amica bionda che indossava un leggero e lungo vestito a fiori di lino. Il politico brontolone subito si rivolse alla giovane bionda, additando la sua amica.
«Ma ti sembra normale?» Le chiese, in tono saccente
«E come vuoi che sia, scusa?» rispose la biondina, aggrottando le sopracciglia
«Mah, non è che ce ne siano tante, di ragazze vestite così...»
«Veramente stiamo andando al concerto dei Sakki di Borkie, sono io la strana lì» la biondina si indicò il vestito stampato a fiori e fece una risatina «Una buona giornata, signore».
E le due se ne andarono, continuando a ridere fra loro e canticchiando pure uno dei testi dei Sakki di Borkie, che faceva così:
“Bello strabello il diverso su un palco
Ancora più bello in un vicolo scuro
Oh mamma mamma, occhi di falco,
chi ci giudica sbatterà contro un muro”.
Il politico brontolone brontolò un poco, ovviamente, e si sentì pure preso in giro, ma continuò la sua strada verso il supermercato.
Quando entrò, vide altri ragazzi punk che facevano la spesa, comprando dai cartoni di latte alle bottiglie di birra. Il politico brontolone fece scorrere lo sguardo su tutti, alla ricerca di qualcuno normale a cui confidare la sua paura che i ragazzi punk stessero per distruggere tutto, rovesciare a terra la candeggina e accecare il cassiere. Vide allora un'innocua nonnina con un fazzoletto in testa e le si avvicinò.
«Questi vandali!» Le sussurrò con veemenza «Ai nostri tempi non c'erano mica tutti questi qui, non è vero, signora? Dovrebbero cacciarli tutti a pedate, se ne vanno in giro tutti ricoperti di borchie negli stessi posti in cui ci sono cittadini per bene come me e lei...».
La vecchietta lo guardò con astio.
«Signore, non so quanto è vecchio lei» Rispose «Ma ai miei tempi ci stavano i gabber e gli hardcore warrior, e quelli lì se li mangiavano a colazione questi poveri bambini punk di nuova generazione»
«Come, scusi?»
«Mi ha sentito bene! Ai tempi miei pogavamo violento, non compravamo latte e sardine in scatola e qualche birretta, facevamo un fracasso infernale. Questi qui son bravi ragazzi, signore, e non se ne vanno in giro a giudicare gli altri come fa lei» e detto questo, la vecchietta schiacciò un piede del politico brontolone, gli fece una pernacchia e si allontanò.
Allora il politico andò dal cassiere.
«Se ha paura che la derubino» Gli disse, indicando discretamente con la testa i ragazzi punk «Posso chiamare la polizia per lei. Vuole?».
Il cassiere lo guardò perplesso.
«Mio nipote e i suoi amici dovrebbero derubarmi?» Chiese, grattandosi il collo «E perché mai? E poi non hanno tempo, si stanno preparando per il concerto dei Sakki di Borkie»
«Ah, è suo nipote?»
«Sì»
«E le sembra normale lasciare che si vesta così? Con quei capelli, poi?»
«E come dovrebbe essere?».
Borbottando terribili cose sul declino della civiltà occidentale, il politico brontolone andò alla ricerca della pasta, rigorosamente di una nota marca italiana, quando vide un ragazzo e una ragazza, con lunghi capelli raccolti in piccole crocchie alte, che leggevano i valori nutrizionali su una scatola di tofu.
Allora il politico si avvicinò a un omone peloso, con una barba rigogliosa e un cappellino in testa, che stava mettendo nel carrello pacchi di quella pasta di una nota marca italiana che piaceva tanto a lui, e gli disse: «Guarda un po' laggiù quei due hippy vegani... che ne sarà della nostra cultura? Quelli lì mangiano il tofu e tutte quelle altre schifezze fatte solo di vegetali, le sembra normale?»
«E come volete che sia? Che poi, io sono pure vegano» rispose l'omone, un po' perplesso «Guardi che la pasta è fatta con il grano, mica col maiale, eh. Non c'è niente di male!»
«Ah» disse il politico brontolone, ma siccome aveva paura dell'omone non replicò e andò a disturbare i due ragazzi con i capelli lunghi «Vi sembra normale?» disse loro, con le mani sui fianchi
«Sì» rispose la ragazza «Il suo completo ci sembra normale. Forse un poco sgualcito, ma non si nota tanto, se uno non ci fa caso...»
«Ma no!» esclamò il politico, diventando tutto rosso «Intendevo voi!».
Il ragazzo e la ragazza si guardarono.
«Noi cosa?» Domandò il ragazzo, grattandosi il collo
«Voi vegani! Non siete fieri italiani? Non vi piace la dieta mediterranea?»
«Ma noi non siamo vegani, signore. E ci piace sperimentare con cibi di altre culture, non c'è niente di male!»
«Non siete vegani?»
«No»
«E allora perché comprate quella robaccia di soia?»
«Perché è buona. E perché la mia ragazza è celiaca, non digerisce il glutine, e questo è un alimento che lei può mangiare. Ma signore, perché lei non si fa i fatti suoi?».
Tutto rosso, il politico brontolone riempì il proprio carrello con dieci scatole di penne lisce e andò a pagare, mentre si lamentava di come la dieta mediterranea sarebbe presto scomparsa in favore di quella cinese. Uscì con la sua busta della spesa, incespicò sul marciapiede e per poco non cadde, ma due mani robuste lo sorressero.
«Grazie, buon uomo!» Esclamò, alzando lo sguardo e sentendosi tutto invadere da un calore di gioia: il suo salvatore era un giovane alto e robusto, con i capelli tagliati corti, ben sbarbato e vestito con una semplice camicia azzurra
«Dovere» rispose il ragazzo, con un gran sorriso
«Finalmente qualcuno sensato! Un giovanottone bello e sano e normale! L'hai visto, che siamo tutti circondati di quelli lì? Quelli con le creste e con le borchie? La pensano forse una cosa bella?»
«Ah, io non giudico» disse il ragazzo, ma dagli occhi si capiva che un po', invece, giudicava
«Oh, tranquillo» gli sussurrò il politico, con aria di complicità «Qui non siamo mica in quegli ambientacci “politically correct” del cavolo, qui siamo solo noi, finalmente uomini normali, e sai che c'è? È bello vederne uno come te»
«Grazie, signore. Ma davvero, anche se il punk non è il mio genere, e non mi piacciono tanto le cose appariscenti, io preferirei non giudicare»
«E chi giudica? La gente è libera di far quello che vuole, anche cose contronatura, ma non mi si venga a dire che queste cose sono normali, eh».
D'un tratto arrivò un altro giovane, vestito di nero e con i capelli tirati su con il gel, che reggeva in mano una busta piena di confezioni di latte scremato.
«Amo', ho preso tutto, mi accompagni al concerto?» Domandò, afferrando la mano del giovanottone che aveva salvato dalla caduta il politico brontolone.
Quest'ultimo divenne immediatamente rosso come un peperone, non tanto per la vergogna quanto per la rabbia.
«Ma... ma...» Balbettò
«Eh sì, il mio ragazzo ha un pessimo senso estetico» disse il giovanottone, alzando gli occhi al cielo «Insiste ancora con questa storia del punk»
«Amo'» sospirò il ragazzo con il gel «Mi hai fatto rinunciare alla cresta rossa, al piercing al naso e a farmi tatuare un bidone della spazzatura, più di così proprio non posso fare»
«Ma lo sai che anche se hai gusti scemi ti amo lo stesso, dài»
«E vabbò. Tipo che vestirsi come un'impiegato alla tua età fosse normale...»
«Ma è normale!» sbottò il politico brontolone.
I due ragazzi lo guardarono come se fosse matto.
«I topo'ini!» esclamò la bambina, felicissima «Bollicina maggia i topo'ini».
Il politico brontolone, ormai paonazzo, si allontanò dicendo a sé stesso che presto le donne avrebbero fatto cose terribili, come allevare lucertole e serpenti o giocare a calcio, sì, proprio come gli uomini, e che la civiltà occidentale stava per finire.
Era quasi arrivato a casa quando vide una ragazza con un borsone sportivo che camminava lungo la strada. Era bassina, fisico normale, capelli lunghi raccolti in una coda, e un filo di sudore sulla pelle.
«Bella partita di pallavolo, signorina?» Le domandò il politico brontolone, affamato di normalità
«Eh?» la ragazza sollevò un sopracciglio
«No, dico, è stata una bella partita?»
«Non gioco a pallavolo»
«Tennis?»
«No»
«Ah, certo! Fai balletto classico, giusto? Sei la figlia di Rosario, quella che va in palestra sempre, no?»
«La figlia di Rosario sono io, però non faccio balletto classico: faccio pugilato»
«E... e ti sembra... ti sembra normale per una ragazza?»
«Siamo in dodici a farlo solo nella mia palestra, faccia un po' lei»
«Ma non hai paura che ti rovinino quel bel visino d'angelo?»
«Tu non ce n'hai di sicuro, a dire 'ste cose ad una pugilessa per strada. Statti accorto, che se dici queste cose al pugile sbagliato quello ti spacca la faccia. Vallo a dire a Tyson, và».
E la ragazza superò il politico brontolone, lasciandolo tutto rosso e balbettante, a sproloquiare di come la femminilità del mondo occidentale stesse scomparendo.
Finalmente arrivò di fronte al portone di casa propria, e mentre cercava le chiavi in tasca, vide il buon vecchio vicino Marco, una persona per bene, ingegnere, senza tanti tarli per la testa, che se ne stava affacciato al balcone... eccolo! Eccola la prova che la normalità esisteva!
«Ciao, Marco!»
«Salve» Rispose educatamente il vicino
«Tutto bene?»
«Sì, tutto bene»
«Guarda, invece io ho avuto una giornata che non ti dico... il quartiere è tutto pieno di gente strana, fricchettoni in ogni dove, persino la figlia di Rosario, non ti dico, non ti dico... vabbé, ma almeno sono riuscito a comprare quello che mi serviva al supermercato!»
«Ah, che bello! E lo mangi stasera?»
«Sì»
«Che hai comprato?».
Tutto fiero, il politico brontolone estrasse una confezione dal sacchetto e la sollevò come se fosse il Sacro Graal.
«Penne lisce!» Disse.
Il vicino Marco aggrottò le sopracciglia, poi si imbronciò.
«Quelle lì le lasciano sugli scaffali pure quando ci sono le pandemie. Fanno schifo pure a mio figlio di tre anni... tu non sei mica normale, compa'» Disse, poi rientrò.
E in quel momento il politico brontolone si rese conto. Si rese conto di quanti sorrisi avesse visto quel giorno, mentre lui aveva passato il tempo a brontolare. Si rese conto di come la faccia amichevole, persino bella, del vicino Marco fosse diventata brutta di colpo quando lo aveva schernito.
Non aveva incontrato una sola persona normale, ma erano tutti felici quando facevano cose strane, quando tenevano serpenti o la mano del proprio ragazzo, quando canticchiavano canzoni punk, quando compravano il tofu. Solo lui, solo lui era arrabbiato e triste e ferito.
Sorrise. Entrò dentro e si cucinò un piatto di pasta, penne lisce con i gamberi (che gli vennero tutti gommosi, ma a lui piacevano così), e mentre lo mangiava si disse che era proprio buono.
Tutto nella norma, quindi: le cose normali non erano mai esistite. Le cose buone, invece, quelle sì.
«Marcooo! Oh Marcoooo, che sei in ritardo? Ti stai a perdere l'assolo di Gianni Fagiolo! Ecco. Te lo sei perso»
«Sono arrivato più in fretta che ho potuto. Sai che rompimento se il mio vicino, quello politico, mi vedeva uscire conciato così per venire al concerto dei Sakki di Borkie? Lo sai che è un conservatore, che pensa che siamo tutti drogati, figurati se non mi farebbe la guerra per mesi interi»
«Oh, quello lì non è normale, oh»
«Non è normale sì, non ci sta più con la testa. Sai che cosa ha portato a casa? Un sacco pieno pieno di scatole di penne lisce»
«Caspita, non è normale».
Sul palco, il chitarrista Gianni Fagiolo, con in mano la sua sparaflesciante Stratocaster fluorescente e urlante, gridò in quel momento, dando manforte al frontman Enrico Piattoloni:
«Cose che dico, cose che faccio
Tu non sei il mio capo, riccetto
Tu non mi dici la pasta che mangio
Come me pure tu non sei perfetto.
E vaffanculo».
Il pubblico esplose in un'ovazione selvaggia in risposta alla voce stridula di Gianni Fagiolo.
«Sai» Disse Marco «Forse le penne lisce non fanno così schifo...»
«Scherzi?» gli domandò il suo amico «Fanno schifo davvero»
«Hai ragione. Fanno schifo».
May 26, 2021
Recensione: Bar Sport (Stefano Benni)
1. La tramaQuesto libro non ha una trama, ma piuttosto un'ambientazione. Come lo potremmo chiamare? Saggio umoristico? Raccolta di “vignette”? Molti dei libri di Stefano Benni (non tutti, ma i nostri preferiti sì) sono raccolte di racconti uniti a volte da un'ambientazione comune, altre volte... da niente; (Il nostro favorito è il Bar Sotto il Mare, ma di questo ne parleremo in altra sede) e anche questo non fa eccezione.Qui l'ambientazione è il bar, questo luogo in cui la gente comune si incontra per consumare un caffé, un gelato, una pasta... no, fermi, una pasta no! I dolci nei Bar Sport sono solo coreografici, destinati a rimanere in esposizione per il resto dell'eternità. Avete presente quei baretti di provincia, dove si ha l'impressione che le paste esposte siano fatte di pietra, con una bella glassatura di cemento fresco ancora da solidificare? Ecco, qualcosa del genere. Una volta siamo andati a Roma, in uno di questi posti, e leggere Bar Sport è stato un po' come riviverlo, giurin giurello. E vabbé, ovviamente, chiamandosi “Bar Sport” e non “Bar Rock”, si parla anche tantissimo di sport, in particolar modo dei favoriti dalla gente del popolo, ovvero il calcio e (questo almeno un tempo, visto che ora se ne parla sempre di meno) il ciclismo.
“L'attesa dello scontro diventò frenetica. Pozzi prese nella sua squadra, la Zamponi, due gregari fortissimi, i fratelli Panozzo, che oltre a pedalare fortissimo erano anche eccellenti portatori d'acqua. Oltretutto, uno dei due sapeva fare dei cocktail stupendi, l'altro era famoso perché una volta, sullo Stelvio, aveva preparato una carbonara per otto ai compagni di fuga senza smettere di pedalare. Poi c'era un certo Zufoli, laureato in medicina, che faceva i massaggi e operava di appendicite senza scendere di bicicletta, e oltretutto aveva inventato una “bomba” formidabile, di cui però non conosceva gli effetti collaterali. Infatti, durante una tappa di pianura cominciò a coprirsi di aculei e fu abbattuto a fucilate mentre cercava di mangiare un telecronista belga.”
Il Bar Sport è un luogo magico... anzi, no, di magico ha ben poco, nell'atmosfera e nei termini. È un luogo terreno, di quelli dove trovate gli sparaballe seriali, i pescatori che hanno sempre preso un pesce “grande così” (non credetegli mai!), i giocatori incalliti di briscola, quelli del flipper, gli scommettitori calcistici, quelli che si credono irriducibili esperti di tutto (i famosi “cuggini” di Elio e le Storie Tese, se qualcuno si ricorda ancora di quella canzone), i playboy in cerca di rimorchio (ma soprattutto di qualcuno a cui raccontare le proprie avventure, rigorosamente farcite di balle).Racconti e descrizioni insomma, di quello che avviene in un bar di provincia, dei buffi personaggi che lo popolano, degli amori e degli intrighi, degli scandali e delle intossicazioni alimentari, degli eventi memorabili, le trasferte, il rigore che c'era o non c'era, delle amicizie e dei dolori di questo spaccato dell'Italia che si sta estinguendo, quella degli anni '70. Purtroppo non possiamo darvi troppe informazioni sui contenuti, sulle trame di questi raccontini, favole e descrizioni, perché se lo facessimo rovineremmo la sorpresa: è un libro che va mangiato così, a caldo, e ogni boccone ha un sapore diverso e, si spera, vi farà ridere in modi diversi. Insomma, se il 99% della narrazione è composto da battute umoristiche, riportarle qui sarebbe solo un continuo spoiler. Però, che tentazione di condividere con voi tutti i nostri passaggi preferiti!
2. La copertinaDi copertine ce ne sono state diverse, come avviene con quasi tutti i libri famosi (tranne Twilight, Twilight ne ha solo una, casomai con piccole variazioni). Cominciamo con quella della nostra edizione, il libro che abbiamo comprato due giorni fa:
Variante con il tizio a testa di pallone (chi è? Forse il tecnico) e la Luisona (sì, il dolcetto ha un nome) in primo piano. Fra l'altro, vista la qualità della matite, scannerizzata pure con uno scanner da quattro soldi, prima di essere colorata (fortunatamente bene) in digitale.Vabbé, gradevole. Vabbé. Però non è male, per Bar Sport.
Ma solo a noi quel dolcetto fa un po' impressione? Perché ha labbra così carnose?Variante con la Luisona (che giustamente ormai è la mascotte di Bar Sport) in primo piano e tutti gli altri immangiabili dolcini sullo sfondo rosso/arancio. Ma se i dolci sono solo coreografici, nel Bar Sport, perché hanno tutti questa fissa per loro? Perché?Nessuno mette il bambino del gelato in copertina? Dov'è il bambino del gelato? PENSATE AI BAMBINI!
Ciao, sono un dolcetto con il doppio mento! YAY!Versione con... sì... di nuovo. La Luisona, lei, in primo piano. E poi, sullo sfondo, il cameriere con il braccio più lungo del mondo che regge delle birre e dei cocktail che, chiaramente, ballano. E con una... sigaretta... gigante. Una sigaretta gigante, sì, che bella! Però lo stile ben si adatta al libro. Perfetta! O almeno lo sarà quando finalmente capiremo perché c'è una sigaretta per giganti di Attack On Titans.
Anche questo illustratore fumava. Ma non sigarette.Versione che... sìììì! Sìììì, c'è anche il bambino del gelato! E la cassiera! E il nonno da bar! Che cover carina, anche se molto semplice nello stile del disegno, quasi per bambini. Questa è probabilmente la più vecchia cover esistente di Bar Sport e noi la troviamo semplicemente adorabile.Poi c'è il riquadrone sotto, molto sincero riguardo al contenuto della raccolta.
Tutti juventini.Versione "travestito da libro mistery/giallo tascabile svedese". Ma il grafico di questa versione è impazzito?
Sarà forse la versione crime di Bar Sport, con la Luisona killer?3. Cosa ci è piaciuto:Benni, per far ridere, non ha bisogno di ripetere tormentoni, non ha bisogno di usare parolacce e volgarità (anche se qualche “parolina”, in uno spaccato dell'Italia degli anni '70, ci sta eh), non ha bisogno di vessare nessuna minoranza, no: la sua comicità è quasi interamente basata sull'iperbole.Lui piglia cose vere (vi giuriamo che durante la lettura ci sembrava di vederli, alcuni di quei personaggi, ricordandoci di come li avessimo realmente incontrati), persone vere, e va forte di iperbole, esaltando quei lati di loro che rimangono impressi a fuoco nella mente di chi ci ha a che fare. È un vero piacere, soprattutto perché ci vedi sempre quel già detto fondo di verità, persistente, che ti fa sorridere pure se non vuoi. Te lo rivedi proprio, il vecchietto da bar, oppure il bimbo timido che non ha il coraggio di richiamare l'attenzione del barista per comprare il gelato, oppure... vabbé, niente spoiler.Oppure uno sì, ok. Uno piccolo piccolo, giusto per farvi capire il tipo di umorismo che a noi piace, e che ci ricorda pure, vagamente, quello dei Simpson. Non è neanche troppo spoiler, perché fa parte dell'introduzione, così, per darvi l'idea di cosa leggerete sin da subito:
“Il Medioevo fu uno dei periodi d'oro dei bar. Fu inventato il posto di ristoro, o stazione per cavalli, in cui i cavalli potevano riposarsi e i cavalieri rifocillarsi. In realtà la cosa andava così: il cavaliere chiedeva al cavallo: “Sei stanco, sì?”, si fermava a beveva. Questo avveniva anche trenta, quaranta volte in un chilometro. […] In queste taverne, che avevano nomi come “Il Gallo d'Oro” “L'Oca irsuta”, “Il Buco del diavolo”, si beveva in coppe pesantissime alte mezzo metro, intarsiate di rubini e zaffiri, con olive gigantesche come cocomeri.Una variante celebre di queste taverne erano quelle dei pirati, dove si beveva quasi esclusivamente rum. In verità i pirati andavano pazzi per il frappè: ma rozzi e adusi alla vita di mare, finivano sempre per piantarsi i cucchiaini negli occhi. Per questo il novanta percento portava la famosa benda nera”.
4. Cosa non ci è piaciuto:Che, siccome il libro è umoristico e demenziale già di suo, per forza di cose la nostra recensione non fa ridere! Scherzi a parte, Bar Sport ha alcune piccole pecche, è ben lontano dall'essere un libro perfetto (che poi dài, i libri perfetti sono noiosi...) e si nota tanto che è uno dei primi, se non il primissimo lavoro di Stefano Benni, che raffinerà ulteriormente la sua capacità narrativa nei libri successivi.Che cosa non ci è piaciuto, quindi?
Alcuni racconti, che a furia di gonfiare e gonfiare, non fanno più ridere verso la fine. L'esempio più lampante è “il grande Pozzi”, che è al contempo uno dei racconti meno riusciti del libro e uno di quelli con gli esempi di comicità più demenziali in assoluto (ve ne abbiamo anche riportato un pezzettino ne “la trama”: è quello in cui c'è il dottore che cerca di divorare un telecronista belga); all'inizio è splendido, ma a furia di gonfiarsi con comicità sempre più demenziale finisce per essere prevedibile e non fa più ridere. Insomma, avrebbe dovuto finire alla prima tappa: ma perdoniamo Benni, perché anche noi abbiamo fatto questi tipi di errore. Lo capiamo, ragà, è divertente scrivere la cose demenziali, si finisce per prenderci la mano e ti rilassano come un massaggio in una spa. Però non sono bellissime per il lettore... non fanno schifo, ma neanche sono superlative. Ecco una piccola pecca.Ricordiamo inoltre che, al contrario di altri libri di Stefano Benni, questo non fa commuovere e non fa fare neanche riflessioni particolarmente profonde. Insomma, è un libro di puro e semplice intrattenimento, senza troppe pretese, e che potrebbe non piacere affatto a chi si infastidisce quando si parla di calcio. Voto complessivo: 70 su 100. Complimenti, hai passato il test, libro bello! A chi lo consigliamo: a voi, nostalgici degli anni settanta! Voi, che passavate le giornate al bar e che vi lamentate sempre che “i giovani d'oggi stanno sempre attaccati ai telefonini, quelli sì che erano bei tempi!”. In realtà erano tempi come tanti altri, ma visto che vi mancano tanto (e possiamo capirla, la nostalgia... anche a noi, oh oh, mancano gli anni novanta) potete riviverli, ridendo come matti, in questo bellissimo libriccino che chiaramente è più targettizzato a voi che a noi. Per il resto, chiunque può farsi delle sanissime risate, anche se nei '70 non era nato, leggendo “Bar Sport”. E per voi, le paste dolci in esposizione, specie se sono bianche e nere, avranno un nuovo appeal. Dove potete comprare il libro: lo beccate ormai ovunque! Ma se volete comprarlo su Amazon, lo trovate seguendo il nostro link affiliato, così un paio di centesimi ce li becchiamo pure noi (e siamo o non siamo stati bravi a farvi conoscere questo libro?)... oh no. Aspettate, su Amazon non lo trovate, se non con l'edizione in lingua olandese. Perché, esattamente? Perché, Amazon, dovevi decidere di non avere proprio il libro che recensiamo oggi, nonostante sia uno dei pilastri della comicità letteraria italiana? C'è un motivo per questa cosa? No?E vabbé, compratelo altrove, o trovatelo nella vostra biblioteca di fiducia: il libro è abbastanza vecchio da potersi beccare anche lì. P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio se sono gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto). Nota: un sacco di gente si limita a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo.
Per fare un esempio: "Hey, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate".
Vi aspettiamo ;) p { margin-bottom: 0.21cm; background: transparent }
May 21, 2021
Bloodhound - Nuova cover, libro migliorato, e ora disponibile anche su Kobo!
1. Ci sarà un seguito alle avventure di Cherry Gale? Insomma, Shadowfawn avrà un sequel?
- Sì. Assolutamente sì, ci sarà (almeno) un altro libro ambientato nel Nuovo Mondo Oscuro, l'universo in cui tutti hanno un potere speciale. Si intitolerà (molto probabilmente) Ice Wolves! E questa volta avrà più di un protagonista principale. Figo, eh?
2. Ma... ma quindi Cherry non sarà la protagonista del prossimo libro?
- No, lei non sarà la protagonista del prossimo libro. Proprio come è accaduto a Sheldon La Poer, che è stato protagonista di "Bloodhound - L'uomo senza silenzio", ma è riapparso come il supercattivo Bloodhound nel libro di Shadowfawn, anche Cherry ritornerà nel prossimo libro senza però esserne la protagonista.
3. Perché c'è sempre il gatto Bringo alla fine di ogni libro della saga? Ed è lo stesso gatto di cui parla il folle Teo nella sua storia?-Sì, è lo stesso gatto! E per sapere come mai Bringo è così importante dovrete aspettare il prossimo libro.
4. Nei commenti ci sono un sacco di riferimenti alla storia di Sheldon/Bloodhound, ma quindi esiste un altro libro della saga?- Sì! Si intitola "Bloodhound - L'uomo senza silenzio". Se fino ad ora non l'avete ancora letto è perché per quasi un anno è rimasto solo un capitolo visibile su Wattpad, visto che il libro doveva partecipare ad un contest e non poteva rimanere sulla piattaforma. Ma ora è tornato! O almeno, ne è tornata la versione originale, non-corretta, non-espansa, con un capitolo in meno e con la vecchia cover... però il succo c'è, se volete saperne di più su Bloodhound e Werhunter (e magari rispondere, oppure anche no, alle domande che abbiamo ricevuto pure nei messaggi privati: ma i due supercattivi sono una coppia? Ma che cavolo di potere ha Werhunter? Da dove saltano fuori questi due tizi overpowered?).
5. E se voglio leggere Bloodhound, dove lo posso beccare?- Su Wattpad, qui, se lo vuoi gratis! Ma ricordiamo che è la versione "vecchia" e che leggendola ti perdi un sacco di easter egg fantastici, il capitolo extra e altre chicche che sono presenti solo nella versione pubblicata. Perché sì, Bloodhound è stato pubblicato! E se vuoi comprarlo lo trovi sia su Kobo che su Amazon (e qui è in versione cartacea! WOW!).
6. E qual'era l'annuncio che volevate fare?- Eh, proprio questo: finalmente la versione finale di Bloodhound è disponibile sia su Amazon che su Kobo (e su altre piattaforme che vendono ebooks!). Acquistandolo, fra l'altro a prezzi davvero bassi per la media dei libri (sì, purtroppo ci guadagniamo poco, visto che è quasi tutto per i costi di stampa/distribuzione, ma almeno abbiamo la soddisfazione di pensare che qualcuno ha sborsato qualche monetina per farci sapere che il nostro lavoro gli è piaciuto!), ci permetterete di salire nelle classifiche e farci conoscere anche ad un pubblico esterno a quello delle piattaforme di scrittura online! E soprattutto, ha una nuova cover, completamente diversa da quella di Wattpad, eccola qui:
E come al solito la nuova cover è stata creata dalle nostre artiste ufficiali, Furiarossa and Mimma!
7. Last but not least... anche Shadowfawn verrà pubblicato? Insomma, se vogliamo comprare il volume cartaceo e portarlo con noi in vacanza, si potrà fare?
-Ma certo! Stiamo rileggendo tutto per correggere eventuali errori, aggiungendo qualcosina e ritoccando e poi anche Shadowfawn verrà pubblicato, proprio come Bloodhound!
Ricapitolando, per ora potete leggere:
Bloodhound [Qui, incompleto, su Wattpad][Qui lo potete acquistare su Amazon][Qui lo potete acquistare su Kobo]
Shadowfawn [Qui su Wattpad][E per le versioni e-book e cartacea dovete aspettare un poco]
Ice Wolves [Ancora no! Pazientate, lo dobbiamo ancora scrivere!]
Grazie a tutti per l'attenzione e speriamo di aver risposto alle vostre domande! Correte a leggere Bloodhound adesso ;)


