Cactus di Fuoco's Blog, page 29
September 1, 2021
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August 24, 2021
Recensione: Eragon - Christopher Paolini
Germoglietti, ma… ma è l’ora del fantasy!
*Coriandoli e ruggiti di drago*
Oggi trattiamo di un libro che, a modo suo, è riuscito a diventare un classico moderno del genere, il primo dei quattro libri del Ciclo dell’Eredità. Ci ha ispirati a scrivere le nostre prime storie di draghi, pensate! Ne sono passati di acqua sotto i ponti e di draghi in grafica 3D in televisione... Ma tornando al libro, l’abbiamo letto per la prima volta molti anni fa, quando alcuni di noi non erano altro che baby cactus, e ricordiamo di essere rimasti intrigati da questo libro… ma quanto bene regge Eragon alla prova del tempo? Le avventure del ragazzo con il nome da drago (è chiaramente Dragon ma con la E al posto della D) nel grande (si fa per dire) mondo di Alagaësia, oggi ci sembrerebbero tanto fighe tanto quanto ci sembravano da bimbi?
Per rispondere a questa domanda, abbiamo deciso di leggere nuovamente il libro e raccontarvi le nostre impressioni. Non ci siamo risparmiati, anzi: per essere precisi, siamo riusciti a ripescare in biblioteca la stessa, primissima copia che sia stata mai letta da qualcuno del gruppo. Era a pezzi, forse masticata da altri bambini avidi di lettura, ma era proprio lei.
L’abbiamo riletta, abbiamo ponderato, e siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo!
Oh, e per pura cattiveria, nel caso ve lo siate scordato o non lo sappiate, vi ricordiamo che da Eragon fu anche tratto un film trashissimo, che forse meriterebbe una recensione a parte. Qui il nome del regista, Stefen Fangmeier, non può essere pronunciato senza che partano occhiate di scherno e pietà tra noi, ai muri, al vuoto e verso gli animali domestici.
Il film fu un disastro tale che non solo non ci furono sequel, ma Fangmeier stesso non fu più regista di alcuna pellicola. Il film di Eragon è anche l’ultimo film di rilievo rilasciato per VHS in America, poi smisero di farli. Coincidenze? Non crediamo.
Ma ora basta cinecuriosità! Mettete su le vostre migliori scarpe d’avventura, nascondetevi dai nemici dell’Impero, rubate i viveri necessari al vostro vicino e preparatevi per un lungo viaggio di recensione, che parte proprio da…
1. La trama:
La nostra storia si svolge nell’immaginario continente di Alagaësia, dove troviamo deserti giganteschi, montagne gigantesche, foreste gigantesche e anche qualche isola e villaggio, ma di dimensioni adeguate. Ispirandosi al fantasy classico, a dividersi la mappa con gli esseri umani ci sono elfi, draghi e nani, ma in questa e nei sequel appariranno anche culture e creature nuove tipiche del mondo di Alagaësia.
La nostra storia parte in un bosco notturno, ove si aggira una figura flessuosa e pallidissima che ha occhi e capelli rosso vermiglio. È Durza lo Spettro, pronto all’agguato.
Durza lo Spettro è nervosetto: gli è stato affidato un compito dal potente Galbatorix, il tiranno che ha assoggettato un bel pezzo di Alagaësia, che è quello di recuperare un oggetto unico e importantissimo. Per ottenerlo, Durza dovrà acciuffare un’elfa ribelle che viaggia tra le montagne con il prezioso carico, ma il nostro creaturotto delle tenebre non è da solo: ai suoi ordini ha un manipolo di Urgali, mostroni umanoidi dotati di grandi corna, gambe storte e pelle grigia. Che belli. Ken il fidanzato perfetto.
Comunque al povero Durza non serve a niente essere spettrale e silenzioso se tanto gli Urgali pesticciano qualunque cosa possa scricchiolare e puzzano violentemente: l’elfa e le sue due guardie si accorgono di loro e cercano di fuggire, ma finiscono comunque nelle pallide grinfie di Durza che arresta la loro corsa appiccando un incendio magico alla foresta.
Durzettino brucia gli alberi, perciò è un infame. Ma tu lo sai quanti ettari di boschi vengono bruciati all’anno dagli incendi dolosi, brutto infame? Ah no? A ‘nfame!
Le due guardie elfiche periscono nell’attacco, ma l’elfa capo, chiamando a raccolta le proprie energie, lancia un incantesimo che teletrasporta l’oggetto che stava proteggendo lontano dal campo di battaglia prima di svenire, rimanendo addormentata e in mano al nemico.
Durzettino è triste. Un infame triste.
Cambio scena e finalmente facciamo la conoscenza del nostro vero protagonista, colui che da il nome al libro: Eragon! Eragon è un quindicenne illetterato che divide il proprio tempo tra aiutare lo zio e il cugino a coltivare la verzura e la brassica e cacciare sulla Grande Dorsale, che è una catena montuosa dove nessun altro sale perché si dice ci siano gli spiriti, il malocchio, la morte, una misteriosa copia del film che sarà tratto da questo libro e ogni cosa brutta.
In effetti neanche una scena fa c’erano uno stregone non-morto e dei cornutoni assassini che giravano impuniti, quindi forse un fondino di verità, nel fatto che la Grande Dorsale possa essere pericolosa, c’è. Eragon però non ha paura, e poi sono giorni che segue le tracce di una femmina di cervo ferita ad una zampa ed è ormai deciso a prenderla.
Il giovane raggiunge la cerva, che si è riunita al suo branco… gli animali stanno tutti dormendo, vulnerabili alle sue frecce. Ora, Eragon non ha studiato, e quindi si guarda bene bene intorno e decide che la più bella idea è mirare alla femmina brutta zoppa che è pure lontana da lui, anche se potrebbe prendere più facilmente un maschio grosso e in salute che gli è vicino.
In fin dei conti, però, non prenderà nessuno dei due, perché proprio mentre scocca la sua freccia c’è un’esplosione di calore e luce che lo acceca e fa fuggire gli animali. Davanti a lui si è appena materializzata… una… ehm, una… una pietra! Evviva!
Sembra proprio essere una grossa pietra ovale, pesante e color blu zaffiro, forse una pietra magica.
Eragon la prende con sé e la porta al villaggio, sperando che almeno sia preziosa per poterla vendere, perché lui vuole mangiare, non vuole una pietra blu, ma dato che nessuno capisce cos’è (e viene per giunta dal posto brutto e malvagio), nessuno vuole comprargliela. Eragon chiede in giro, litiga con un macellaio, domanda a dei mercanti che vengono da lontano, ma niente da fare.
Apprende solo che non si capisce che pietra sia, che è più dura del diamante, e che gli tocca tenersela.
Nel frattempo a Carvahall (il villaggio dove abita Eragon) si sono presentati degli stranieri affiliati all’Impero. Tanto per farsi riconoscere subito come i cattivi si coprono il viso, fanno paura alla gente e puzzano. No, non sono Urgali, ma in questo libro c’è un sacco di gente fetente.
Sembra che i due stranieri stiano cercando informazioni su qualcosa di insolito avvenuto a Carvahall ma i cittadini, omertosi, tacciono. Eragon intuisce che avere una pietra magica apparsa dal niente potrebbe attirare l’attenzione degli stranieri, che non sono gente proprio tranquillissima… meglio stargli alla larga.
Una notte, però, qualcosa di straordinario accade: la sua pietra infrangibile inizia a rompersi, tremare, scuotersi. Una ragnatela di crepe si forma sulla superficie, poi da dentro l’oggetto spunta una testolina… è la testa di un piccolo drago, e la pietra blu è sempre stata un uovo!
Eragon è affascinato, ma non è certo di cosa fare. Quando prova ad accarezzare la creatura, però, accade un nuovo prodigio: Eragon viene percorso da un dolore terribile e c’è un lampo di luce, e, laddove la sua pelle ha toccato il draghetto, è rimasto un ovale argenteo che gli colora il palmo.
Come farà mai il nostro eroe a nascondere il marchio magico? Metterà un paio di guanti? Parlerà alla gente con le mani in tasca, come un ragazzo cool? Ma no, il nostro Eragon è un ragazzo molto più ingegnoso di così. La soluzione è: “non mi lavo più le mani” e “rimango zozzo”. Ah. Beh… stare con le mani sporche quando lavori tutto il giorno con gli animali e la terra e i fertilizzanti… sì, non c’è problema.
Attento Eragon, che mi diventi un servo dell’Impero, vediamo i primi segni.
Eragon decide di prendersi cura dell’adorabile creatura ma, anche se gli piange il cuore, non può farlo nella fattoria perché ha paura della reazione di zio Garrow. Crea un rifugio al piccolo nel bosco, dove va a trovarlo, portandole da mangiare regolarmente.
Nutrendolo a carne e necessità di trama, il draghetto – che si rivelerà essere una draghetta! – cresce a velocità record, per essere pronta prima possibile ad affrontare le avventure che verranno.
Più passa il tempo più si scopre che la sua intelligenza sorpassa quella di un comune animale e che tra lei ed Eragon si sta formando un legame speciale, che gli consente di comunicare con la mente e di farlo in maniere sempre più complesse man a mano che lei cresce. L’essere una creatura dignitosa e senziente però non impedisce alla draghetta di fare un sacco di cacca ovunque, lasciando il suo umano a pulirla per celare la presenza della sua amica finché, giuriamo, non è così tanta che Eragon alza le mani e si arrende, del tipo “se ci scoprono ci scoprono, io non ce la faccio più”.
Preoccupato del fatto che la dragonessa stia diventando così grande da rendere difficile nasconderla, Eragon va a chiedere informazioni all’anziano cantastorie della città, tale Brom, sul conto dei draghi e dei Cavalieri dei Draghi, guerrieri leggendari che si diceva combattessero per mantenere l’ordine in Alagaësia. Però Brom si insospettisce, perché Eragon è al livello di dissimulazione di qualcuno che domanda “Come posso chiamare il mio drago? Chiedo per un amico”. Brom lo rintrona con due storie e un po’ di biologia, gli svela che gli stranieri sono Ra’Zac, dei sicari dell’Impero, ed Eragon torna a casa per condividere ciò che ha appreso con la dragonessa. Lei sceglie di chiamarsi Saphira, usando uno dei nomi da drago che Brom ha snocciolato ad Eragon. Cioè, siccome è blu zaffiro, si chiama Saphira, fosse stata marrone si sarebbe chiamata Nocciolosa o qualcosa del genere, no?
Nel frattempo, però, gli stranieri li trovano davvero: cercando di distruggerlo i due mostri fanno esplodere la fattoria di Garrow. Sia Roran che Eragon erano fuori quando il fatto avviene, ma il povero zio rimane gravemente ferito per poi, ahimè, spirare a causa delle complicanze.
È per vendicare lo zio che Eragon, ormai senza casa, intraprenderà un viaggio per trovare i Ra’Zac e ucciderli. Ad accompagnarlo, la sua amata Saphira e Brom, che si farà avanti come suo mentore e maestro per renderlo un vero Cavaliere dei Draghi, insegnargli l’arte della magia e della spada e portarlo alla vittoria.
Ma qualcosa di molto più grande di Eragon si è appena messo in moto, e questo è solo l’inizio…
2. La copertina:
Okay, lo ammettiamo, prima di preparare questa recensione pensavamo che, bene o male, Eragon avesse delle copertine molto simili in tutto il mondo. Noi abbiamo sempre visto la copertina “classica”, quella pubblicata in America con l’illustrazione di John Jude Palencar che ritrae la testa di Saphira. E invece… invece no.
Addirittura ci fu un’edizione italiana di Eragon la cui copertina era tutta rossa per qualche motivo che non si capisce (anche perché è Eldest, ovvero il secondo libro, che dovrebbe essere in rosso, e questo genererebbe un po’ di confusione…), ma tralasciamo questa particolare scelta dubbia e scopriamo insieme le copertine di Eragon around the world!
1. Classica
Iniziamo subito con la copertina che probabilmente tutti quanti conoscete: l’abbiamo vista forse con l’immagine più grande o più piccola, con un taglio leggermente diverso, ma è la più comune.
È anche quella uscita nella prima edizione, quella americana!
Saphira non è convinta. Saphira ti giudica. Di tecnica ce n’è, e, che siate o meno d’accordo col fatto che Saphira abbia il muso da cavallo, delle antenne mai descritte in quattro libri e che le sue squame si “comportino” come strane piume piatte, non c’è dubbio che questa illustrazione di Palencar sia la più popolare dell’intero Ciclo dell’Eredità.
Noi continuiamo a non immaginarci Saphira così anche dopo aver visto questa illustrazione sin da baby cactus, però fa niente.
2. L’occhio di iguana
Graphic design over nine thousaaaand! Massì, ma chissenefrega di chiamare un illustratore serio, in fondo? Un drago è tipo… un rettile, no? Tipo una lucertola! I graphic designer di questa edizione inglese hanno pensato bene che un’iguana sovraesposta su sfondo bianco sia una scelta appropriata per un fantasy.
Sarebbe l’occhio di Saphira, giusto? Noi non ce la immaginavamo proprio così, a dire la verità.
Copertina bocciatissima.
3. Edizione spesciale
È il Lagiacrus!
Questa è la copertina ideata per un’edizione da collezione nata per celebrare il decimo anniversario dell’uscita di Eragon.
Bel progetto grafico, con il blu e l’oro e le linee intricate sul fondo in simil pelle, secondo noi la composizione funziona bene. Qualcosa in questa copertina però si allontana un po’ dal sentore organico e ormai familiare di Alagaësia e ci ricorda invece le illustrazoni per Monster Hunter.
Comunque bella, per carità.
4. La Svedese
La faccia di Eragon manco si vede bene, ma, mentre si prepara all’avventura, si intuisce comunque l’espressione da “Ma chi me l’ha fatto fa’?”. I font non ci entusiasmano, ma l’illustrazione è azzeccata, molto fantasy.
Belli alcuni dettagli, come il fatto che la luce passi parzialmente attraverso la membrana delle ali di Saphira. Non troppo bello invece il fatto che la testa di Saphira sembri ritagliata male col mouse, basta dare un’occhiata a quei contorni tutti tremolanti e frastagliati.
Una curiosità: tra le internazionali, le copertine svedesi sono proprio le preferite dell’autore!
5. Nani?!
Questa copertina speciale è da sola il motivo per cui dovevamo mostrarvi le varianti internazionali di Eragon. Siete pronti a vederla?
SIETE PRONTI?
Eh. Eccola.
Quell’espressione, il rendering brutto del disegno di Palencar… niente, vederla ci ha un po’ spezzati. Dovevamo assolutamente mostrarvi la risposta giapponese alla copertina americana, perché sembra un poster strano per l’adattamento live action di un manga.
Tra l’altro ci sono anche delle varianti di questa, che sono semplicemente questo modello 3d ruotato per mostrare il profilo o il tre quarti un po’ più storto.
Meraviglioso. Spazzatura di qualità, copertina promossa già solo per il suo nipponico trash.
Oltre a queste ci sarebbero anche altre cover degne di nota, come quella ucraina che ha un’illustrazione adorabile da cartone animato in copertina o alcune recenti edite in Germania, ma dato che la recensione comincia a diventare lunghetta già così vi invitiamo a cercarle in solitaria se vi abbiamo suscitato un po’ di curiosità!
3. Cosa ci è piaciuto:
Lo stile di scrittura è semplice ma efficace nel descrivere le azioni e i sentimenti dei personaggi, che sono tutti diversi e ben distinguibili. Alagaësia ha un feeling unico e ben riconoscibile che è per metà una bella sensazione di fantasy nostalgico e dall’altra qualcosa di tutto suo, che puoi sperimentare quando ti rituffi nella lettura di uno dei libri della saga.
Parte di questo feeling è merito anche del fatto che lo scrittore si cimenti nel creare creature, culture, tradizioni e persino lingue nuove nei confini del continente di Alagaësia, da cui però non esce mai. Anzi, lo scrittore diventa spesso tecnico nelle sue descrizioni… che può essere un bene o un male, dipende dal tipo di lettrice/lettore che siete, ma a noi è piaciuto il suo entusiasmo.
Oh, ma spendiamo due parole sui draghi! Va detto che ci è piaciuto tanto tanto l’approccio di Paolini alla figura dei draghi, che li inquadra come creature di grande potere, intelligenti al pari (se non, molto spesso, decisamente di più) delle loro controparti umane. Gli dà dignità e potere, rendendo un piacere leggere di questi animali.
4. Cosa non ci è piaciuto:
Purtroppo molti degli eventi che accadono, soprattutto all’inizio, sembrano dipanarsi solo allo scopo di far proseguire la trama anziché accadere naturalmente. La crescita velocissima di Saphira, la morte di zio Garrow, il fatto che i Ra’Zac se ne vadano senza aver preso l’uovo, né Eragon, né essersi assicurati della sua morte, sembrano tutti pretesti per poter continuare la storia e mettere Eragon in viaggio.
Alcune delle descrizioni non sono chiarissime, come quella degli Urgali che all’inizio danno l’impressione di essere semplicemente tizi con le corna e poi diventano più bestiali man a mano che il libro prosegue.
Oh – e questa è una considerazione del tutto personale – ma quando compaiono, i cani vengono trattati in maniera un po’ strana. Sembrano delle macchine per abbaiare e mordere, non animali. Paolini è una persona da gatto e si nota (di gatti ben scritti ce ne sono), ma ci dispiace un po’ perché a noi, invece, i cani piacciono parecchio.
Voto complessivo: 71 su 100. Complimenti, hai passato il test, libro bello!
A chi lo consigliamo:
A chi ama il fantasy!
Se volete leggere storie di maghi mentori, di draghi sputafuoco, di ambientazioni medievali con un twist, di contadini che hanno un glow up pazzesco e imparano a leggere (ma diventano anche cavalieri, eh), allora dovreste assolutamente provare a leggervi il Ciclo dell’Eredità.
Dove potete comprare il libro?
È un libro che è stato pubblicato un po’ di tempo fa, perciò, per quanto sia popolare, non è detto che riuscirete a trovarlo in un negozio fisico che non sia veramente ben fornito.
Dovreste avere molta più fortuna cercando online, dove sicuramente riuscirete a trovare quel che cercate, che sia un ebook o un libro cartaceo.
Caso vuole che noi Cactusini abbiamo anche un’affiliazione con Amazon, perciò se vi salta il ghiribizzo di volere in casa un libro con una dragonessa che ha qualche dubbio in copertina, potreste dare un’occhiata all’inserzione dal link che vi lasciamo qui! Voi pagate proprio gnente in più, quindi a voi non cambia nulla, tranne che è più comodo perché vi basta cliccare il link che vi lasciamo, mentre noi ci guadagniamo un paio di centesimi. Consideratelo.
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Se volete leggerlo prima di comprarlo, invece di piratarlo, non dimenticate di provare a fare un salto in biblioteca! Date amore alle vostre biblioteche!
Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!
Atra esterní ono thelduin!
August 16, 2021
Illustrazioni: Speciale Death Trio parte 2
1. Hawk Storm, in uno studio sul suo fisico (e sì, porta davvero le mutande decorate con un motivo paisley) disegnato in digitale. Normalmente mr. Storm non scopre mai il proprio corpo, e in particolar modo il torso, per nascondere accuratamente le cicatrici sui sui fianchi... ed è per questo che neanche i nostri lettori sanno del tatuaggio che ha dietro la testa, ovvero il nome "Britney". Secondo voi, perché ce l'ha? Una vecchia fiamma? Si tratta del nome di sua madre? Ha una figlia segreta? Oppure è solo un grandissimo fan di Britney Spears? (No, quest'ultima non può essere vera, perché nel Nuovo Mondo Oscuro, la cara vecchia Britney non esiste).
2. E dopo averlo visto spogliato, guardiamolo anche vestito! Hawk Storm ha un gusto in fatto di fashion leggermente particolare e tutto suo, con questi completi (nel 99% dei casi con la cravatta che fa pendant) colorati, spesso con inserti paisley, sui fianchi o, come in questo caso, nei revers. Orecchini a forma di teschio (quelli quasi sempre, raramente di colore diverse), pantaloni quasi-a-sigaretta e semplici scarpe brune, perché le scarpe sono, in assoluto, la cosa che gli importa di meno del suo vestiario, anche se non ne metterebbe mai di troppo sporche o rovinate (piuttosto a piedi nudi).
3. E diamo una rispettosa occhiata anche a Valder, dài! La forma base del nostro caro Valder Philippus è asciutta (non riesce proprio a mettere su più peso, per via delle continue trasformazioni) ma anche piuttosto forte. Dire a che etnia appartiene il ragazzo, da dove viene la sua pelle olivastra, è abbastanza difficile: il suo albero genealogico è un po' un pot-pourri di gente che viene da tutte le parti del mondo, di certo sappiamo solo che ha un po' di sangue cubano, un po' di ecuadoregno e un pizzico di... thailandese. Nella famiglia Philippus, praticamente il 100% delle persone hanno i capelli castani e la pelle scura, anche se a vari livelli.Quanto all'occhio mancante... quello invece sì, sappiamo esattamente come è successo! Ma se volete saperlo anche voi, dovrete leggere le storie della saga del Nuovo Mondo Oscuro... è interessante. Sul serio.
4. Ancora Valder, ma questa volta vestito! Il suo colore preferito, ormai l'avrete indovinato, è il verde acido. Poi lui è una fashion victim, avrà almeno un migliaio di felpe, quindi va da sé che porti un po' tutti i colori (tranne il rosa, quello no, e non è perché non gli piaccia... che ci volete fare, si fa influenzare dalla società), però il verde rimane il suo preferito ed è raro che non abbia almeno un dettaglio verde addosso! In questa mise, poi, esibisce la sua benda per occhio con l'occhio di drago, che fa pendant con il disegno della felpa: draghi, tigri e altri potenti animali, specie quelli che compaiono nella mitologia giapponese (sebbene lui non sia affatto un esperto di cultura nipponica) sono i suoi favoriti. E poi scarpe buffe (e questo è un parere personale: lui le trova fighissime), cappellino e pantaloncini sono un must. Voi che ne pensate del look di Valder?
5. Di nuovo Hawk Storm! Questa illustrazione, realizzata con la penna a sera su un cartoncino piccino piccino (sapete cosa sono gli ACEO?) lo ritrae con uno dei suoi cappelli da notte. Oltre ai colorati completi formali (o semi-formali?), mister Storm adora collezionare anche i pigiami! (Vi chiedete se dorme con gli orecchini? No, ovviamente, ma a volte organizza dei pigiama party e quando ha ospiti li tiene comunque addosso, ecco perché qui li ha!).
Prossima(???)>
August 1, 2021
Luglio 2021 - Cosa abbiamo creato?
Luglio 2021 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!
Hannibal
Furry, anthro and animals (not commissions)
Flowery hat | The cuddly bunch | Drizzle | Frof | King cat |
Commissions
The archer (black and white) | Two dragons and a ship | Don't wake the sleeping dragon page 2 | The archer | Don't wake the sleeping dragon page 3 | The guardian (black and white) | Run, young buck (black and white) | The guardian | Watermelon eating contest | Deer hunting |
Other
Chatham Padparadscha Sapphire | Emelia has muscles and wants to annoy people | Strange gentlemen | Ange! | Angry smoke | Rosaline |Patrons Only! Two dragons and a ship [Pack for patrons] | Anya Philippus 1/2 (WIP) | The hunters (WIP) | Cooling in the water (WIP) | The archer [Pack for patrons] | The Mysterious Second President of the Earth (WIP) | Emotional support chibis 1/2 (WIP) | It's Maneskin, babe! (WIP) | Paula (WIP) | The mage and the lycan lady [Pack for patrons] | The guardian [Pack for patrons] | Arturo the cat (WIP) | The garden of fear (WIP) | Three mages (WIP) | Deer hunting [Pack for patrons] |
Lo spazioporto
Intro + cover | Prologo |
Schede dei personaggi, specie, luoghi e varie (Blog)
Valder Philippus (English version) |
La Cattedrale di Millennio
20. La fede spezzata di un prete | 21. La parola di Gesù |
Recensioni
Elianto (Stefano Benni) | Cari mostri (Stefano Benni) | La Bussola d'Oro (Philip Pullman) |
Blog posts
Il primo capitolo di Shadowfawn... narrato a voce in un video! | Illustrazioni: Death Trio! | Urban Legends #1: il mago e la donna lupo |
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Totale dei lavori pubblicati:57
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July 31, 2021
Recensione - La Bussola d'oro (Philip Pullman)
«In questo abisso selvaggio,
Il grembo della natura e forse la sua tomba,
Né di mare, né terra, né aria, né fuoco,
Ma tutti questi al concepimento mischiati
Confusamente, e quindi sempre in conflitto,
Finché il creatore onnipotente ordini loro
Da queste oscure materiedi creare altri mondi,
In questo abisso selvaggio il cauto demonio
Sta ai margini dell'inferno e intanto osserva,
Ponderando la sua traversata...»
Figata. Allora, con tutto questo ambaradan di epicità, teologia, filosofia e orsi urlanti, il contenuto non può, ripetiamo, non può, essere brutto. Passiamo quindi immediatamente a parlare de...
La trama: La protagonista del primo libro è Lyra Belacqua (come lo leggete voi, questo nome? Come Lira o come Laira?), una bambina ribelle che si diverte a correre sui tetti, infilarsi nelle cantine, menarsi per strada con bimbi straccioni casuali, non lavarsi mai, sputare, rubare barche ai gitani... ops, volevamo dire i gyziani... inventare storie (alcune assolutamente formidabili) e imparare poca, ma proprio poca, cultura dagli accademici presso cui vive.Bellissima la presentazione stessa scritta da Pullman:
“Per molti aspetti, Lyra era una selvaggia. Quello che più le piaceva era arrampicarsi sopra i tetti del College insieme a Roger, il garzone di cucina che era il suo amico del cuore, e poi sputare noccioli di prugna sulla testa degli Accademici di passaggio o ululare come gufi accanto alla finestra di un'aula dove si stava svolgendo una lezione; oppure fare corse lungo i vicoletti, o rubar mele al mercato, o fare la guerra.”
Ci troviamo in Inghilterra, in un mondo alternativo, ma molto simile al nostro (anche se non moderno, siamo tipo nell'epoca vittoriana, ma un po' steampunk), in cui ogni persona è affiancata da un proprio daimon, un animale (generalmente del sesso opposto al loro, ma esistono alcune curiose eccezioni) che li accompagna sempre ovunque e che rappresenta la loro personalità e, in un certo senso, la loro stessa anima. Quando gli esseri umani sono ancora piccoli, il loro daimon è in grado di cambiare forma, ma in genere dopo i dodici anni il daimon si stabilizza su una forma sola; quello di Lyra, che è ancora piccina (ha undici anni) si chiama Pantalaimon (abbreviato spesso come Pan) e la prima forma in cui lo vediamo è quella di una falena, ma le sue trasformazioni sono frequentissime e generalmente si tratta di animali di taglia piuttosto ridotta.Lyra viene cresciuta ed istruita dagli accademici del Jordan College di Oxford, che è anche il luogo in cui lei vive, per volere del famoso, potente, leonino e carismatico esploratore Lord Asriel (il cui daimon è un fighissimo leopardo delle nevi femmina di nome Stelmaria), suo zio.Malgrado sia istruita a spizzichi e bocconi, sappia un sacco di roba solo “per sentito dire” e fin da pagina uno pensa solo a fare birichinate e infilarsi in posti in cui non dovrebbe infilarsi, Lyra è una ragazzina estremamente furba e intelligente. E come usa questa intelligenza? Per fare il male, è ovvio! Infatti è sveltissima ad inventare bugie della peggio specie, pianificare ladrocinio in piena luce, rubare barche e altre cose che ci si aspetterebbe da un re dei ladri più che da un'undicenne.Nonostante tutto, Lyra ha in realtà un cuore buono: le sue bugie sono più d'intrattenimento che veri inganni e di quella volta che ha rubato una barca dei gyziani è pure un pochino pentita. Quanto alla sua capacità di infilarsi dove non dovrebbe, le permette di salvare la vita di suo zio, Lord Asriel, praticamente nel primo capitolo: da dentro un armadio, vede il Maestro (non chiedete, roba di accademici) che versa una polverina nel vino che suo zio Asriel avrebbe dovuto bere, per avvelenarlo, e in seguito informa proprio lo zio, che procede a versare (“ops, che incidente!”) la caraffa per terra, evitando che chiunque potesse consumare la bevanda.Da dentro l'armadio però vede anche una riunione segretissima, in cui si parla di informazioni tanto interessanti quanto oscure. Cosa sarà questa misteriosa Polvere, che fa brillare la gente (ma solo se fotografata con particolari macchine fotografiche) e che non si appiccica ai bambini? E perché sembra che nelle fotografie portate da Lord Asriel ci sia una città sospesa nel cielo? Ci sono davvero orsi corazzati e intelligenti che fanno da mercenari, su nel gelido nord? Perché i tartari praticano dei buchi nei crani dei loro nemici?Sembra che tutte queste informazioni comincino a diventare veramente importanti quando dei bambini iniziano a scomparire per colpa di misteriose figure chiamate “gli ingoiatori”. Circolano storie di infanti rapiti e portati al nord per essere sottoposti a chissà quali terribili esperimenti... ma quanto ci sarà di vero in tutto questo?
Lyra decide di indagare, perché ovviamente una mocciosetta scatenata e geniale come lei cos'altro potrebbe fare?Si ritroverà a partire per il nord portando con sé un oggetto molto speciale, che le è stato regalato dallo stesso Maestro che ha cercato di uccidere suo padre: un aletiometro, qualcosa che somiglia ad una bussola (la bussola d'oro del titolo, ovviamente), ma è capace di una sorta di potere di predizione o comunque di comunicare la realtà del mondo, non importa quanto essa sia celata. Piccola curiosità: il nome aletiometro deriva dal greco alétheia, che significa verità. Grazie Izi per aver chiamato così il tuo terzo album, costringendoci ad andarci a cercare che cosa significa (e no, Izi non è un personaggio del libro, è un rapper italiano, quello che canta “Chic”).Anyway, riuscirà Lyra a ritrovare tutti i bambini rapiti, fra cui anche il suo amichetto del cuore Roger Parslow, oppure arriverà troppo tardi? Cosa c'è di tanto terribile e misterioso su nel gelido nord? Suo zio Asriel è davvero suo zio e ci si può fidare di lui?Boh. Leggetevi il libro e scopritelo, sennò questa non è più “la trama”, ma “lo spoiler”.Già che ci siamo, per intrigarvi ancora di più, citeremo a caso anche alcune cose che compaiono durante la narrazione, qui in ordine sparso e senza troppe informazioni rivelatorie:- Le streghe. Sì, le streghe, che volano nel cielo sull'equivalente di manici di scopa. Spettacolari;- Demoni intrappolati in insistenti insetti meccanici che vi faranno sembrare le zanzare d'Agosto come delle vere novelline. Hell yeah!- Metafore sul senso della vostra esistenza che vi manderanno in paranoia o quasi!- Un pallone aerostatico guidato da un texano;- Un palazzo pomposo e puzzolentissimo (ma davvero, puzzolente da far schifo) costruito dagli orsi;- La bellezza struggente dell'aurora boreale (e del grande nord);- Polvere. Tantissima polvere. Anche Polvere con la P maiuscola;- Altre puzze varie oltre a quelle molto variegate del palazzo degli orsi.(Perché abbiamo usato il punto e virgola in questo elenco invece della virgola e basta? Boh, ci sembrava appropriato).
La copertina: Di copertina per questo libro ce ne sono state a valanghe, essendo un fantasy figo e famoso. In effetti esistono pure fantasy famosi di cui di copertina ce n'è stata solo una (tipo Eragon, che c'ha solo la copertina blu con il faccione di Saphira, più o meno rielaborata in varie salse, ma alla fine sempre uguale), ma questo non è il caso della Bussola d'oro, che ha fatto venire agli editori un attacco di copertinite acuta (avete presente quando si tirano fuori 3432434234 copertine diverse per lo stesso libro, spacciandole per edizioni da collezione e roba così? Ecco, quella è la copertinite acuta) che ha dato vita a così tante versioni che non abbiamo né il tempo né la voglia di commentare tutte. Vediamone alcune così, a caso, per sorridere.
1. La versione che abbiamo noi:
Non abbiamo scannerizzato la cover del libro che abbiamo preso in prestito perché era tuta smangiucchiata, ma abbiamo comunque trovato facilmente su internet un'immagine della stessa copertina. Carina, senza dubbio, ma c'è un errore: Lyra dovrebbe avere i capelli biondi, una cosa che è stata ripetuta 342423424 volte nel libro. BIONDI. E poi dov'è Pantalaimon? Comunque un plauso per l'orso che urla, molto carino.2. Le edizioni tutte uguali:
Sfondo grigio scuro e anonimissimo
Sfondo golden per bussola golden
Sfondo un po' più figoCambia il colore di sfondo, a volte cambia leggermente il font con cui sono scritti titolo e nome dell'autore, ma essenzialmente sono identiche: una bussola al centro, titolo sopra, nome sotto. Non abbiamo avuto il tempo di approfondire se si trattasse delle edizioni americane o meno, ma ci da proprio una vibe da “trovi queste versioni in un walmart negli USA”, perché somigliano un poco ad alcuni libri di Stephen King... comunue, per noi sono tutte da bocciare: un libro per giovani, soprattutto uno favoloso come questo, si merita di meglio di una serie di cover tutte identiche che sembrano più quelle di un giallo (“il movente del delitto? Impadronirsi della preziosa bussola d'oro, che sul mercato nero vale migliaia di dollari...”) che di un urban fantasy steampunk metafora della vita umana.
3. La splendida copertina originale:
Ti inseguiranno oltre la fine della Terra...La bussola d'oro, mirabilmente disegnata, probabilmente proprio come nella mente di Philip Pullman, campeggia al centro di questa che è la copertina originale del libro. Una curiosità: lo sapevate che il primo titolo era "Northern Lights" (Luci del Nord), ma che per meglio accompagnarsi ai titoli dei due sequel, entrambi dedicati a due oggetti magici e centrali per la trama.
4. Quella con l'orsetto coccoloso:
Nasone bello di mamma! Pucciolone!
Quell'orso ci sta fissando negli occhi. Vuole un pezzettino di prosciutto?
Cover della trilogia. L'orso ci guarda attraverso un buco.Tre versioni in cui si da particolare enfasi a Iorek, l'orso polare guerriero che diventa amico di Lyra. E che invece di sembrare un guerriero feroce, dalla forza prorompente, serio e nobile, sembra un peluchone adorabile... ma ci piace tanto, tantissimo, perché a ben vedere è proprio questa la faccia che i veri orsi polari hanno.La "tenerezza" delle cover sembra poi nascondere efficacemente la magia che permea questi libri: ha qualcosa da Harry Potter e qualcosa da The Polar Express, perciò ci piacciono tantissimo. Forse le nostre cover preferite! E poi c'è un piccolo Pantalaimon a forma di topolino di campagna che è coccolosissimo.
5. Quella "moderna":
Patronus che escono da una bussola?Una di quelle copertine che per ora piacciono tanto, molto stilizzata, con piccoli elementi, decorativa... ma ahinoi, il titolo nel mezzo di sembra un po' confusionario in mezzo a quella bussola. Niente di irreparabile, è comunque una copertina davvero bella! Solo un po', ecco, impersonale... e non esattamente perfetta per il tipo di storia.
6. Quella trendy, per la tv:
"Pan, perché siamo in prigione in questa cover?"Dalla saga è stata tratta una serie tv, che non abbiamo ancora mai visto, anche perché non abbiamo sky, e ovviamente non mancano le cover (sempre della Salani, fateci caso, ha fatto un casino di cover diverse) con immagini tratte dal telefilm. Ma hanno fatto Lyra castana? Pure qui? Ma perché? Dovrebbe essere bionda, BIONDA, è importante, perché in questo modo non si può confondere con i bambini gyziani. Però Pantalaimon è carinissimo... ciò non toglie che questa cover nun se po' guardà, non cattura lo spirito della narrazione e sembra un mero oggetto di marketing (cosa che, in effetti, è... ma nella maniera sbagliata, perché noi NON siamo invogliati a comprarlo solo per via di questa copertina).
7. Quella bella:
Sempre della Salani (ovviamente), ma complessa, più "adulta" e al contempo intrigante anche per i più piccini, da piccoli avremmo ammazzato qualcuno per possedere questa edizione. Non l'abbiamo mai vista dal vivo, chissà se capiterà mai... Cosa ci è piaciuto:E ora vi sorbite il nostro entusiastico discorsone su tutte le cose fantastiche che ci sono in questo libro, ecco. Immaginateci saltellanti, sorridenti e gesticolanti. Immaginateci felici.Bambini belli... bambini, il worldbuilding voi non potete capire... o meglio sì, potete capire. Ed è questo il bello! Un mondo simile al nostro, ma nel passato, ma con i daimon, ma con la corrente elettrica (o meglio, ambarica come la chiamano loro) nell'epoca Vittoriana ed è scritto benissimo. È plausibile. Ci sono superstizioni, modi di fare, distinzioni geografiche, modi di parlare, creature, un sacco di roba diversa da quella del nostro mondo, ma che si incastra bene bene bene.Voi lo saprete ormai che una delle cose che amiamo di più in assoluto in un fantasy è il worldbuilding, ovvero come un mondo è costruito, con le sue ambientazioni e le sue creature. Ecco, Philip Pulman è stato bravo... non come J.K. Rowling, va bene, non vi fa sentire l'odore della burrobirra e non vi fa venire voglia di accoccolarvi sotto le coperte del dormitorio di Grifondoro in una notte piovosa mentre leggete Storia di Hogwarts alla flebile luce della vostra bacchetta, ma vi fa comunque provare una bella immersione. E vi fa venire voglia di possedere un daimon.I daimon, questi pezzi di anima che prendono forma di animali, sono una delle cose più riuscite del libro, un'idea azzeccata, ben descritta e assolutamente fantastica. Dopo che avrete letto questo libro, una delle cose che desidererete di più sarà un daimon, per non sentirvi mai, mai, mai più da soli. E poi, proprio come dopo la lettura della saga di Harry Potter tutti abbiamo finito per chiederci quale sarebbe il nostro patronus, allo stesso modo ci chiederemmo quale potrebbe essere il nostro daimon, per poi risponderci che, probabilmente, avrebbero la stessa identica forma.Abbiamo trovato delle sottili somiglianze, effettivamente, fra patronus e daimon, ma questo lo capirete anche voi leggendo, sebbene il concetto di base dei due sia molto differente.E poi c'è la protagonista, Lyra, che è un punto di forza assoluto del libro: la ragazzina più sveglia, forte, intraprendente che possiate immaginare, senza però essere scritta come se fosse un'adulta! Conosce i propri limiti di bambina, sa di essere debole, e proprio per questo gioca d'astuzia, un'astuzia finissima, ben congegnata, che le permette di cavarsela da sola anche quando sembra che non ci sia nessuna via d'uscita.La narrazione è potente, ricca di una bellezza selvaggia che esprime appieno la forza dei fenomeni naturali, tanto quelli grandi, enormi, visibilissimi (valanghe, aurore boreali, tempeste di neve) tanto quelli piccoli, intimi, sottili eppure importantissimi (come i pensieri stessi che avvengono dentro di noi, la solitudine, il battito d'ali di una farfalla, il muoversi delle antenne di una falena) e questo è senza dubbio una cosa che ci piace.Ben lontano dallo scanzonato e dal leggero, tutto qui è intriso di epicità, caratteristica quest'ultima che potrebbe essere tanto buona quanto cattiva, tutto dipende da chi sta leggendo il libro. Però una cosa c'è da dirlo: mentre leggi, non ti senti solo, ma ti senti piuttosto come se il mondo intero fosse alle tue spalle, come se la tua storia, la tua ricerca, la tua avventura siano paralleli a quelli di Lyra, e puoi quasi sentire il tuo daimon.
“ Dietro di loro c’erano dolore, morte e terrore; davanti dubbio, pericolo e misteri insondabili. Ma non erano soli.”
Quanto poi alle metafore di cui questo libro è zeppo... non le citeremo. Non ne parleremo. Non diremo se ci sono piaciute o no, se le condividiamo o no, perché è come addentrarsi in una selva, una foresta che meriterebbe un luogo più comodo e onorevole in cui parlarne, una pagina di blog tutta dedicata o qualcosa di simile, perché si tratta di qualcosa di estremamente complesso. E non ci va di parlare di religione, ecco, che sennò finiamo in pastoni teologici complessissimi e pesanti che allungherebbero questa recensione di venti pagine. Finireste per sbadigliare come scimmie (lo sapevate che gli scimpanzé hanno sbadigli più lunghi di quelli degli esseri umani? Riescono a farlo per circa sei secondi. Ecco, e al solo pensarci stiamo sbadigliando anche noi) quando invece sarebbe molto più divertente per voi leggervi direttamente il libro ed assorbire piano piano i concetti di cui parla.Viva l'avventura! Viva l'esplorazione! Viva, ora e sempre, il libero arbitrio!
Cosa non ci è piaciuto:Partiamo dal presupposto che si tratta di un libro davvero, davvero buono... ma non è perfetto. O meglio, potrebbe essere reputato perfetto da una bella fetta di popolazione, solo che noi ci abbiamo trovato un difettino... non preoccupatevi, è roba da niente. Quasi ci dispiace che non abbia più difetti, perché trovarli è una delle nostre cose preferite nelle recensioni e di solito quelli nei libri fantasy sono assolutamente esilaranti, come buchi di trama, creature impossibili, leggi della fisica buttate nel cesso o peggio ancora reazioni dei personaggi casuali e non credibili.La Bussola d'oro non ha nessuna di queste cose, essendo un libro davvero buono, e l'unico difetto sta nello stile di scrittura... e neanche in tutto, eh! Solo nella prima parte, quando ancora non ci si è abituati e in più la storia va (probabilmente in maniera voluta) a rilento.Insomma, tutto questo papello di roba (da voi si usa dire “papello”?) per dire che la prima parte è lenta. Sarà lo stile molto “austero” che non prende subito, abituati come simo alle letture scanzonate e fuori di testa che strizzano l'occhio al puro intrattenimento, sarà che fin da subito ci vengono date informazioni che ci interessano poco su cose che ci interessano poco, le prima cento-centocinquanta pagine scorrono piano, non viene voglia di correre veloci, di andare avanti, e bisogna fare un piccolo sforzo... che però viene pienamente ricompensato andando avanti. Ad un certo punto della lettura ci è persino venuta voglia di ritornare indietro, al primo capitolo, dove ci vengono date informazioni che avranno una rilevanza solo verso la fine del libro. Insomma, è una cosa ben strutturata, con un suo perché, ma che poteva essere fatta ancora meglio di così. Fa sbadigliare.Molti pezzi vanno velocissimi invece e vorremmo saperne di più (ma sempre nella prima parte del libro). La Bussola d'oro sembra vagamente uno di quei libri iniziati così, tanto per, senza particolare ispirazione (ma con un solido piano alla base), che lo scrittore ha preso a scrivere perché doveva e non perché voleva, ma che durante la scrittura ha preso gradualmente il volo man mano che Philip Pullman si divertiva sempre di più a scrivere di Lyra. E lo capiamo, eh! È un problema anche nostro, di certi nostri scritti, che decollano piano piano, mentre altri ti catapultano nel meglio sin da subito. Ci è capitato, ma riconosciamo che è un problema, tanto nostro quanto di Philip... speriamo che questa cosa non si presenti nel sequel, la Lama sottile, che non vediamo l'ora di leggere appena potremo (cioè, dopo che avremo ri-letto e recensito Eragon. Oppure anche prima)!Nel complesso, avremmo anche voluto che in certe cose si andasse più a fondo, che si parlasse di più di certi concetti che sono solo accennati, ma in questo caso non si tratta di un errore: è che a noi piacciono gli spiegoni. Sì, quelli che fanno schifo a tutti. Se potessimo infilare delle pagine di informazioni, a mo' di guida (tipo le schermate dell'anime di Attack on Titan, quelle informative che compaiono a metà puntata) in tutti i romanzi, lo faremmo.Anzi, perché non ci abbiamo pensato prima? Nella saga dello spazioporto potremmo infilare pagine di informazioni fra un capitolo e l'altro, magari non fra tutti i capitoli, però... ci avete capito, no? Così evitiamo gli spiegoni noiosi, ma vi diamo comunque informazioni sul worldbuilding che vi possano permettervi di orientarvi meglio in quello che è letteralmente un universo intero. Grazie Philip Pullman per averci ispirato questa idea! (Anche se in realtà l'idea è tutta nostra e avremmo voluto ispirarla noi a lui. Ma vabbè. Ma è mica morto Philip Pullman? Dobbiamo ancora controllare, ma secondo noi è vivo. Boh, probabilmente è immortale).
Voto complessivo: 89 su 100. Complimenti, sei promosso, libro bello! E con soli due punti in meno del libro che fino ad ora ha preso il punteggio più alto, ovvero La Nave dei Sogni.
A chi lo consigliamo: Grandi e piccini! Adulti e bambini! Adolescenti, prebuperali, anziani e chiunque voglia scoprire un mondo nuovo. Non lo consigliamo invece ai bigottoni che si scandalizzano se qualcuno gli tocca la chiesa, visto che il Magisterium (ovvero la chiesa) è praticamente il grande cattivo di questo libro. E poi ci sono anche alcune scene spaventose: noi vi abbiamo avvertiti.
Dove potete comprare il libro?
Ma un po' dove vi pare, visto che è uno di quei classici che trovate anche nei centri commerciali, nelle mini-librerie indipendenti, probabilmente nei vecchi magazzini polverosi vicini ad un porto o nella soffitta di vostra nonna.
Caso vuole che abbiamo anche un’affiliazione con Amazon, perciò se vi salta il ghiribizzo di volere in casa un libro con una bambina bruttissima in copertina, potreste dare un’occhiata all’inserzione dal link che vi lasciamo qui! Voi pagate proprio gnente in più, quindi a voi non cambia nulla tranne che è più comodo perché vi basta far click dal link che vi lasciamo, mentre noi ci guadagniamo un paio di centesimi. Consideratelo. Ecco il link!
Se volete leggerlo prima di comprarlo, invece di piratarlo, non dimenticate di provare a fare un salto in biblioteca! Date amore alle vostre biblioteche!
Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!
P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio se sono gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto). Nota: un sacco di gente si limita a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo.
Per fare un esempio: "Ehi, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate".
Vi aspettiamo ;)
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July 28, 2021
Urban Legends #1, il mago e la donna lupo
Guardate, guarda' che roba, ah. Figa la nuova copertina!*Insert here musica epica*
Anzi. La inseriamo per davvero. La nostra musica epica preferita. Mettete play e poi continuate a leggere:
Sono passati anni da quando abbiamo scritto Urban Legends. Prima si chiamava la Voce della Notte, poi Il Cammino delle Leggende (è proprio questo titolo che ha dato il nome all'intera saga) e infine il titolo finale, "Urban Legends". Non l'abbiamo chiamato Leggende Urbane solo perché se avessimo cambiato ancora il titolo qualcuno avrebbe iniziato a tirarci i sassi.
Urban Legends. Era un mostrone di oltre mille pagine, impossibile da pubblicare tutto in un volume solo, così l'abbiamo spezzato in due. Oggi annunciamo, finalmente, di aver pubblicato la prima parte. Urban Legends #1: il mago e la donna lupo.
La seconda storia mai scritta a far parte della saga del Cammino delle Leggende (la prima è "Il Drago Bianco", che ristruttureremo, riscriveremo e amplieremo per voi molto presto) è questa: Furiadoro, un'immensa e feroce donna lupo, personaggio quasi più malvagio che moralmente grigio, che fa questo viaggio insieme a September Aster, un giovane mago quasi-innocente, ma sicuramente più buono che moralmente grigio, e alla lunga lo contagia... non con la sua licantropia, ma con le sue idee. Con il suo affetto, cambierà lentamente l'allineamento morale di September. Il piccolo Set era già predisposto a questa oscurità? È tutta colpa di Furiadoro? Questo lo potrete dire voi.
Urban Legends è un libro strano, mooolto vecchio (e si nota un po', rispetto ai nostri libri più recenti), ma che abbiamo voluto tenere così com'era: l'ambiguità di Furiadoro, la confusione che crea nel lettore, che spesso non riesce a capire fino a che punto lei sia o non sia l'antagonista della sua stessa storia, la sua peculiare prima persona, ci affascinano. Vogliamo rifare qualcos'altro con lo stesso stile, ma temiamo che di Furiadoro ce ne sia solo una e che solo lei possa permettersi una storia del genere.
Comunque, il primo libro è gratis. Abbiamo deciso di regalarvi l'e-book, che avrà alcune piccole differenze rispetto alla prima parte della storia che avete letto (se l'avete letta) su Wattpad.
[LO POTETE SCARICARE GRATUITAMENTE QUI SU KOBO].
E se invece preferireste tenere fra le mani una versione cartacea, una bestia da più di seicento pagine... beh, c'è anche quella! L'abbiamo caricata su Amazon, ma ovviamente quella si paga perché, beh, costi di stampa. A noi comunque viene in tasca pochissimo: rimane un regalo per voi. E poi c'è anche la versione ebook a pagamento su Amazon, ma solo perché gratis non ce lo faceva mettere, quindi se vi va potete ignorare la cosa.
[COMPRATE IL BESTIONE CARTACEO QUI SU WATTPAD]
E niente. Godetevelo.
E se apprezzate particolarmente questo regalo, sapete cosa potete fare? Lasciateci una bella recensione.
P.S.: E la seconda parte di Urban Legends? Dobbiamo ancora aggiungere alcune scene. Correggere alcune cosettine. Poi arriverà anche quella ;)
Illustrazioni: speciale Death Trio!
2. Mister Hawk Storm, con la sua passione per le cravatte (e i completi, anche se questo è abbastanza normale...) originali, fa la sua entrata in scena a cavallo di... cos'è quella cosa? Se lo guardate bene, ovviamente, non è un equino! Si tratta infatti del suo sidekick, il suo aiutante, Valder Philippus, dallo straordinario potere di cambiare forma (solo se sua sorella glielo ordina però!). Valder viene spesso trasformato in cose spaventose, soprattutto sul campo di battaglia, perché un aspetto capace di atterrire i cuori degli uomini è di sicuro un vantaggio nella lotta contro il crimine. Ci sono però anche degli svantaggi in questo, come per esempio il fatto che in questa forma si fa un po' schifo da solo. E vabbé: basta evitare gli specchi.Quanto a Hawk, lui pensa che Valder sia figo sempre. Sì, anche quando è un cavallo mostruoso.
3. Hawk Storm è un tizio ricco, e questo non è un segreto... ma lo sapevate che una delle sue cose preferite in assoluto è comprare regali per gli altri, soprattutto per i poveri? Anya e Valder, i fratelli Philippus, non lo sapevano e, ovviamente, erano sospettosi quando questo attraente milionario ha iniziato a fare loro un gran numero di regali costosi... "cosa vorrà mai da noi?" si sono chiesti.La risposta è più sorprendente di quella che possiate immaginare, ma qui mostriamo illustrazioni (in questo caso una a penna, in bianco e nero) e non facciamo spoiler ;)
4. Fra le altre cose, da bravo influencer, mister Storm fa anche il modello! Qui ce lo becchiamo in versione pubblicitaria per i Raji-Ben, i famosi occhiali per supereroi che permettono di schermarsi dagli attacchi psichici! (Beh, non proprio da tutti i tipi di attacchi psichici... però... vabbé, almeno quelli che passano dagli occhi). Fra l'altro anche nelle pubblicità Hawk ha la barba sfatta, ma sarà capace di tagliarsela a dovere? E voi come lo preferite, con le sue solite cravatte o con i rarissimi farfallini?
5. Cherry al centro di tutto! Ovviamente, visto che Cherry Gale è la protagonista del libro: la nostra spilungona con le lentiggini (e il coltello in mano) è in questa illustrazione circondata da tutto il Death Trio, ovvero i fratelli Philippus e Mister Storm. Ma perché mai il Death Trio è così interessato a lei? Forse per colpa del suo straordinario potere di nascita... o c'è qualcosa di più?
6. Anya e Valder Philippus sono praticamente inseparabili fin da quando erano bambini. Non significa che non litighino mai (anzi!) e sono pure un sacco competitivi fra loro, ma non riescono proprio a stare lontani: si proteggono dal mondo esterno (che, ammettiamolo, è stato molto duro con loro) e conoscendosi alla perfezione non possono che divertirsi un mondo. Qualunque cosa facciano insieme, che sia semplicemente pescare in un fiume, trasformarsi in sirene a vicenda (fa comodo potersi indurre reciprocamente delle metamorfosi, eh?) per appassionanti gare subacquee o solo fare gli scemi in giro, quello che conta per loro è passare del tempo di qualità insieme.Ed è proprio quello che è rappresentato in questa illustrazione a penna tutta piena di chibini: Anya e Valder (con l'aggiunta di qualche mister Storm, che è ormai una parte importantissima della loro vita) che fanno cose. Insieme, come sempre.
7. Valder trasformato in Anya e Anya trasformata in Valder! I due sono in grado di imitare perfettamente le sembianze dell'altro... peccato che (a parte per gli stili d abbigliamento, che qui sono scambiato) l'occhio mancante e il dente d'oro tradiscano le loro vere identità! AH!
8. Da-da-da-dan! Cos'è quello che mister Storm ha addosso? Sangue? SANGUE? Eh beh, Hawk Storm è il capo del Death Trio, e il nome "Death Trio" non glielo hanno appioppato mica perché sono tre simpatici influencer che fanno i video su Instagram, non pensate?Cioè, in realtà Hawk, Anya e Valder non uccidono la gente (sono supereroi, non supercattivi, ricordiamolo), però... hanno sicuramente qualcosa a che fare con le stragi, considerato che vengono chiamati all'azione solo ed esclusivamente quando qualcuno è già morto.Quindi eccoli qui! In questa versione con i loro costumi d'azione: tuta tattica aderente, con i "rinforzi", per mister Storm e... simil-costumi da bagno per Anya e Valder, che essendo dei mutaforma hanno bisogno di molta pelle scoperta per poter cambiare forma senza strappare (o strapparsi) niente.
Prossima (???)>
July 26, 2021
Recensione: Cari mostri (Stefano Benni)
Oggi parliamo di Cari Mostri, opera di un autore che abbiamo già affrontato ben altre due volte in passato. Tanto avete già letto il titolo di questa recensione, vero?
Sì. È ancora Stefano Benni.
Aspettate, però stavolta abbiamo la giustificazione, la giustificazione scritta! Infatti, questa è una recensione che ci è stata richiesta circa una vita fa da @Abgrund_ ; ora che abbiamo trionfato e messo le nostre spinette avide su una copia di Cari Mostri (ovviamente aggratis come nella più classica tradizione di noi Cactus Senza Soldi), possiamo finalmente esaudire la tua richiesta. Grazie del consiglio!
Prima di iniziare, vi diamo una curiosità su questo libro.
Nel primissimo racconto appare una creatura chiamata Wenge, descritta da Benni pressapoco come un animale ““domestico”” brutterello con una testa strana dagli occhi di pesce e il corpo da cane, una bestia misteriosa in grado di turbare i più, legata all’evoluzione ed alla natura selvaggia insita nei viventi. Quando Cari Mostri fu pubblicato per la prima volta nel duemila e quindici, la Feltrinelli lanciò una curiosa iniziativa per promuoverlo: furono fabbricati dieci pupazzi a forma di Wenge, che furono nascosti in sole dieci librerie Feltrinelli in giro per l’Italia. I lettori furono sguinzagliati per dare la caccia a questi pupazzi, e chi fosse riuscito a fotografarsi insieme alla creatura avrebbe potuto vincere uno dei Wenge e una copia di Cari Mostri con dedica.
Tutt’ora, se siete curiosi, potete trovare le varie foto e saperne qualcosa di più risalendo all’hashtag #CacciaAlWenge. A proposito, qualcuno di voi è riuscito a partecipare all’iniziativa? Fateci sapere e fateci vedere le foto del We.
O commentate dicendoci dei vostri animali domestici strani, se proprio non avete un We. La sete di conoscenza di bestie strane non si placa mai.
Okay, okay, ora sappiamo che c’è un canepesce brutto in questo libro. Ma di cos’altro parla?
1. La trama:
Cari Mostri è una raccolta di racconti, una sfilza di venticinque storie narrate senza ordine. Non sono consecutive né unite da una cornice comune, ma possono essere tutte lette a parte, bocconcini insaporiti di orrore e commedia.
L’unica cosa che condividono è il tema della paura, dello strano, del mostruoso. Attenzione, però, perché il “mostruoso” non si limita ad essere il diverso o l’inspiegabile, anzi. Siam bravi tutti a scrivere come spaventose le cose brutte che non capiamo, a far sembrare pericolosi gli alieni che ti rapiscono di notte zitti zitti, i demonietti che vengono a morderti i piedi mentre dormi, le donne che di botto ti scrivono con un rossetto viola “Benvenuto nell’AIDS” sullo specchio (chissà se quelli delle generazioni più recenti la capiranno questa?).
Queste storie pullulano di vampiri, mummie, animali strani, eppure spesso non sono loro ad essere sotto i riflettori. Tutte, in maniere diverse, parlano degli istinti oscuri insiti dentro gli esseri umani; parlano di ciò che è brutto, che non vogliamo vedere nell’umanità perché ci rende inaffidabili, pericolosi verso noi stessi (l’ultimo racconto della raccolta in particolare vi farà provare una sensazione simile al voler guardare in basso quando ti dicono di “non guardare giù”, è un solletico al cervello) e verso gli altri. I mostri ci sono cari, perché i mostri siamo noi.
Le storie sono brevi, alcune sono lunghe una cosa come tre pagine. Per questo motivo vi risparmieremo le trame delle storie singole, che a dirvi la trama finiamo per dirvi tutto, e piuttosto vi diremo in ordine sparso alcune delle cose che potrete trovare nel libro:
- Gatti, tanti gatti, un paio sono anche morti. Consideratevi avvisati.
- Un vampiro triste che non riesce a pagare le tasse.
- Visto che lo conoscete già, vi diciamo che c’è il canepesce più amato d’Italia, il Wenge. Bello dei Cactus, noi gli vogliamo bene anche se è un coso puntuto di un racconto dell’orrore.
- Due dei racconti sono spudorate fanfiction su persone realmente esistite. E se può Stefano Benni possiamo anche noi, che cavolo! Ora vogliamo scrivere spudorate fanfiction.
- Una ricercatrice che empatizza con una mummia (una mummia a cui un po’ abbiamo voluto bene pure noi)
- La statua di una madonnina che ride invece di piangere (e fa ammattire un prete. Ma non letteralmente, non è mica un mostro lovecraftiano).
- Una creatura luminosa, sfortunata ed eroica, da cui un giorno potreste essere salvati e che vi farà inumidire gli occhietti.
- Fantasmi che ballano in un hotel.
Senza la possibilità di dirvi altro, vi lasciamo con una citazione dal libro come stuzzichino:
“La paura è una grande passione, se è vera deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L’abisso non ha comodi gradini”.
2. La copertina:
Cari Mostri ha una sola copertina, che è questa qui:
Giallo: il colore del maleLa copertina è senz’altro azzeccata, rappresentando a contrasti forti un pugno di personaggi che sembrano essere apparentemente normali, ma le cui ombre mostrano una natura nascosta molto più sinistra.
Tranne la bambina. Lei sembra un mostro di suo, la sua ombra è molto più rassicurante di lei: ha una cavolo di bambola tentacolata in mano, il naso tra gli occhi (che sono fuori fuoco) e la faccia di una spacciatrice uscita dalla scuola di Educazione Cinica. Probabilmente vuole anche mordere le caviglie del tizio in primo piano. Se ci fossimo accorti che una cosina del genere ci sta pedinando, anche noi saremmo circospetti.
Comunque ci sentiamo di promuovere la copertina, perché ha rispettato il tema del libro e ha uno stile tutto suo che la rende difficilmente dimenticabile. Ben fatto!
3. Cosa ci è piaciuto:
La varietà dei racconti. Siccome avevano protagonisti e trame diverse, ogni raccontino si crea una sua propria atmosfera e dona una bella panoramica varia di personaggi, posti, situazioni e anche ogni “conflitto” attorno a cui nasce il racconto è completamente diverso dagli altri. E poi, anche se tocca spesso sulla parte oscura dell’animo umano, Cari Mostri non è la solita solfa de “gli umani sono gli animali più cattivi, sono senza speranza, fanno tutti schifo gne gne”, ma una serie di istantanee su delle situazioni specifiche… alcune neanche malvagie.
Lo stile è un altro punto a favore: sempre vivace, il registro linguistico scivola dal terra terra all’altolocato all’inventato di sana pianta per rimanere al servizio dell’autore.
E poi vogliamo citare un racconto in particolare… allora, come fare questa cosa senza spoiler? Diciamo così: c’entra qualcosa con Wattpad. No, non si tratta di un racconto in cui una scrittrice di romanzi trash sulla piattaforma di scrittura più amata dalle adolescenti (e pure da noi, che adolescenti non lo siamo più da un po’…) che si trasforma in una serial killer, anche se l’idea è stuzzicante. La mettiamo da parte quest’idea, chissà che non ci venga un bel racconto. Ma cosa stavamo dicendo… ah, sì! Ha qualcosa a che fare con Wattpad. In maniera molto trasversale. Diciamo che è una fanfiction sul fandom di una band estremamente popolare e adesso avrete capito tutti chi sono, no? Ecco, c’è una storia che parla di loro, delle fans scatenate, di quelle che morirebbero per un concerto, e questo racconto ci ha piacevolmente turbati perché, beh, nella sua demenziale plausibilità è un tipo di orrore che esiste, ma di cui nessuno scrive. Chapeu! Chapeu alle fanfiction di Stefano Benni!
4. Cosa non ci è piaciuto:
In contrasto con i più frizzanti, che sono in grado di farsi gustare e ricordare con piacere, alcuni dei racconti sono un po’ dimenticabili e/o più prevedibili. Non sgradevoli, ma meno intensi, tanto che di alcuni abbiamo avuto memoria solo rimettendo insieme delle informazioni per questa recensione.
Voto complessivo: 75 su 100. Complimenti, sei promosso, libro bello!
A chi lo consigliamo: Lo consigliamo agli appassionati di storie dell’orrore vecchio stampo, come Dracula, Frankenstein o le storie del vecchio Poe. Abbiamo l’impressione che potreste imbattervi in qualcosa che vi piace anche aprendo questo libro! È un tipo di orrore che scaturisce dalla psicologia e per questo ben si sposa con il racconto scritto. In un certo senso, è un Piccoli Brividi per grandi.
È una bella scelta anche per chi, per un motivo o per un altro, è alla ricerca di un libro che si può sbocconcellare invece di mandar giù tutto in una volta. Le pagine complessive del libro sono poco meno di duecentocinquanta (anche se non sono scritte in piccolo), ma il fatto che siano divise in una serie di pratici raccontini può costituire un bel vantaggio per alcuni. Hai una soglia dell’attenzione bassa? Hai poco tempo per leggere e non vuoi fermarti sempre nel mezzo di un’azione interessante? Hai voglia di leggere tante storie diverse senza dover prendere cinquanta libri diversi?
Se sì, puoi provare a dare una chance a questa raccolta.
Occhio, potrebbe fare storcere il naso ad alcuni fan dei primi lavori di Benni, perché la sua classica ironia a nostro avviso qui passa un po’ in sordina e il suo stile è meno sciolto e demenziale.
Dove potete comprare il libro?
È un libro ad alta reperibilità, perciò non vi sarà difficile trovarlo di persona in una libreria abbastanza fornita, soprattutto se sapete che porta regolarmente libri editi da Feltrinelli.
Se avete interesse nell’acquistare quest’opera online, potete trovarlo su quasi qualunque sito che venda libri, con un prezzo che si aggira tra i sedici euro e cinquanta e i diciassette euro. Fa eccezione Amazon, che oltre al libro regolare offre sia il Kindle a sette euro che la versione con copertina flessibile a nove euro e du’ spicci.
Caso vuole che abbiamo anche un’affiliazione con Amazon, perciò se vi salta il ghiribizzo di volere in casa un libro con una bambina bruttissima in copertina, potreste dare un’occhiata all’inserzione dal link che vi lasciamo qui! Voi pagate proprio gnente in più, quindi a voi non cambia nulla tranne che è più comodo perché vi basta far click dal link che vi lasciamo, mentre noi ci guadagniamo un paio di centesimi. Consideratelo. Ecco il link!
Se volete leggerlo prima di comprarlo, invece di piratarlo, non dimenticate di provare a fare un salto in biblioteca! Date amore alle vostre biblioteche!
Che cosa ne pensate del libro? Siete d'accordo con noi su tutto, siamo stati troppo cattivi (perché un po' cattivi lo siamo sempre, è normale nelle recensioni spinose) o siamo stati troppo indulgenti? Fateci sapere, e alla prossima recensione!
P.S.: Suggeriteci libri da recensire! (Meglio se sono gratis, che siamo senza soldi. Ma accettiamo di tutto). Nota: un sacco di gente si limita a dirci il titolo del libro da recensire, o addirittura a scrivere un sacco di titoli in fila, e non abbiamo davvero il tempo di andare a controllare una ad una tutte le trame per decidere se ci interessano o no, perciò per favore potete scrivere un piccolo abbozzo di cosa parla il libro? Così possiamo decidere se controllare la trama ed eventualmente leggerlo.
Per fare un esempio: "Ehi, Cactus! Vi consiglio La Magia del Lupo di Michelle Paver perché è un fantasy diverso dal solito, ambientato nella preistoria, ed è molto avventuroso!" oppure "Ciao, vi consiglio Nina, La Bambina della Sesta Luna, perché è un libro per bambini davvero brutto e mi piacerebbe leggere una recensione scritta da voi per spanciarmi dalle risate".
Vi aspettiamo ;)
July 22, 2021
Il primo capitolo di Shadowfawn... narrato a voce in un video!
Salve a tutti, germoglietti! Abbiamo una notizia un po' particolare, oggi... LaPonto (una persona che stimiamo, tra l'altro, perché gestisce il bellissimo blog Té, biscotti e arte) ci ha fatto una bellissima sorpresa, narrando il primo capitolo di Shadofawn in un video!
Bellissimo. Potremmo essere più felici di una sorpresa? (Spoiler: sì... ma solo se fossero un sacco di soldi all'improvviso... o un contratto di pubblicazione con una grossa casa editrice, che comunque sarebbero un sacco di soldi all'improvviso XD). Se ancora non sapete se vale la pena di iniziare a leggere Shadowfawn, provate a darci un’occhiata (e se siete fans di vecchia data, potete sempre deliziarvi di una narrazione che da un’interpretazione nuova, diversa dalla vostra e dalla nostra) ;)
Ecco il video:
Vi è piaciuto questo primo capitolo? Siete curiosi su come potrebbe andare a finire una storia del genere? E allora andate a leggere il resto di Shadowfawn!
[Prima stesura che potete leggere gratis QUI SU WATTPAD]
[Oppure potete comprarlo QUI SU AMAZON (ebook / cartaceo)]
(Hey, e i patrons più affezionati, quelli da +$30, potranno scaricare senza costi aggiuntivi gli ebook di Bloodhound e Shadowfawn QUI! In formato .epub, .odt, .doc and .pdf! Figata, eh?)
P.S.: Ci è pure venuta una piccola idea... e se facessimo degli audiolibri? Cioè, se narrassimo i nostri stessi libri, così potreste ascoltarveli ovunque, mentre lavorate, mentre disegnate, prima di andare a dormire? Non sarebbe figo? Fateci sapere.
July 19, 2021
Characters: Valder Philippus

Species: Human (Homo sapiens sapiens)Complete name: Valder Philippus
Gender: ManHeight/weight: 1,76 m / ?? kgBody Type: Very lean, but strong
Age at first appearance: 20 years
Zodiacal sign: SS:Cancer MS:Aries
Occupation: Professional superhero, rapper, influencer
Known also as: The Pale Horsep { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 115% }Smells like: Cherry energy drink, lime, sweat, synthetic fabric p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 115% }Nationality: USA
Appears in: Shadowfawn (book) | EmotionalLoyalBraveVainFashion victimProne to addictions
Known as half of the "Pale Horses" duo along with his sister Anya Philippus and as a third of the "Death Trio" with the add of mister Hawk Storm.
It looks like he cannot stay in the same room as Cherry Gale without them trying to punch each other's teeth out. Despite this they don't actually hate each other, but their personalities just don't mesh well at all.
He's a bit vain, and he spends a lot of time taking care of his hair and choose his next outfit.
He's a character in the book "Shadowfan - La ragazza ipnotica". You can read the book (only available in Italian, for now), here: Wattpad (first draft) | Amazon (e-book or paperback | Kobo (ebook only)
ShapeshifterHe can change shape, but only if... his sister wants it! His body adapts to the will of his sister Anya (and vice versa), so the two can transform each other. However, he has only limited flexibility and cannot transform into things that are too big or way smaller than him. Depending on the condition of his body, he can push himself into more and more extreme forms, such as those of animals, otherwise he can only imitate other human beings. If he has taken particular drugs (such as the infamous One Cup) his transformation flexibility becomes much greater and he can also help his sister transform more easily.
Anya&Valder
Valder is particularly fond of his sister Anya and the two are almost always together. It is very difficult to see them alone! Anya and Valder are always fighting and it might seem like they can't stand each other, but in reality they would sacrifice (almost) everything to see their sibling happy. Hey, and that's a secret, but ... they're even in love with the same person!
Rapper, influencer, heroValder is a rapper, influencer and would also like to become a stylist someday (maybe, who knows ...), but his main job is superhero. Yes, a true superhero! Along with his sister Anya, he is one of Death Rider's sidekicks. Alone, Valder is not a particularly powerful hero, but together with the other two he's pretty much ok and is quite respected in the superhero world! Of course, he is not one of the most popular heroes, and there is no official record of his captures and kills (his work, along with that of Death Rider and Anya, is confidential and well hidden by the authorities), but he doesn't care: being famous on social networks is enough for a young and vain hero like him.
Moodboard
He likes
He dislikes
❤ His sis Anya and mister Storm
❤ Rap music
❤ Videogames
❤ Acid green
❤ Sporty, expensive cars
❤ Manliness
❤ Coffee flavored ice cream
❤ One cup (a kind of drug)
❤ Haircare
❤ Showing loyalty and affection
💔 The villain Werhunter
💔 All of his blood relatives except for his sister
💔 Racist people
💔 Seeing Mr. Storm upset
💔 Anyone trying to mess with Anya or Hawk
💔 Ungrateful people
💔 Beans
Skills[Possible levels: disaster | beginner | mediocre | good | very good | excellent | master] Physical
- Dancing (good)
- Standing fight (very good)
- Bearing pain (very good)
- Hiding fatigue (very good)
- Stamina (very good)
- Running (good/very good)
- Running [When transformed, as quadruped] (excellent)
- Weightlifting (good)
- Weightlifting [With active power, with modified shoulder joints ] (very good/excellent)
Language
- Spanish (mediocre)
- USA English (good/very good in talking and writing, excellent in comprehension)
Music
-Singing (good)
-Rap (very good)
-Playing the drums (mediocre/good)
-Digital mixing / remixing (very good)
Magic- Inducing transformation in people of his own family (very good/excellent)
Varie
- Cooking (very good)- Managing social media (excellent)
- Hiding secretes (good/very good)
- Hiding tears (disaster)
- Managing money (very good)
- (very good/excellent)-
Gallery of images (Click to enlarge!)
With Anya, playing videogames (wereforms)
Anya, mr. Storm and ValderColonna 1Colonna 2colonna 3Colonna 1Colonna 2colonna 3
As pale horse (for Hawk)
With Anya and Mr. Storm
Superhero outfits
Wereform 1
With mr. Storm, Cherry and Anya
With mr. Storm, Cherry and Anya
Wereform (+ Anya)
Chibis!
With Anya and mister Storm
Anya and Valder imitating mister StormAll the drawings in this page (e probably in all the other pages, if not differently specified) were realized by our artists, Furiarossa e Mimma. You can see more of their works and support them on their Patreon page. Become patrons of the arts!


