Cactus di Fuoco's Blog, page 17

December 5, 2022

Domanda e risposta: Da chi sono ispirati i personaggi del Cammino delle Leggende

@Im_just_a_weeb: Sappiamo già che Mark e Paul Grimm sono ispirati rispettivamente da The Undertaker e il suo manager Paul Bearer. Ma da quante altre figure avete preso ispirazione per i vostri personaggi (almeno nel Cammino)?

Risposta:

Questa è una di quelle domande che solo apparentemente sembra poter avere una risposta breve. Ecco. Perché in realtà quasi tutti i nostri personaggi hanno ispirazioni, prestavolto, e ci sono volte in cui non sono ispirati solo da una celebrità/personaggio fictional/persona vera che conosciamo, ma da un mix di persone/personaggi con in aggiunta il nostro twist personale.
Per parlare di questo, vogliamo accennare qualcosa del nostro processo creativo, e in particolare riguardo a come vengono creati i "players" delle nostre storie: - Esistono alcuni personaggi che nascono completamente dal nulla, per riempire un vuoto narrativo, per necessità, e si sviluppano da zero, raccogliendo caratteristiche nuove e profondità durante la narrazione. Insomma, nascono da un concetto (facciamo un esempio: l'idea che abbiamo bisogno di un cattivo di una certa specie e con una certa capacità) e crescono in sinergia con il resto dell'ambiente. Di solito questi personaggi hanno un design che viene creato da zero, ma che può avere alcuni elementi ispirati a creature mitologiche/eroi storici.- Esistono poi personaggi che sono, volutamente, "rubati" alla storia e alla mitologia. È ad esempio il caso di Fenrir, che è proprio il Fenrir della mitologia norrena. Il Cammino delle Leggende, come saga, è nata proprio come modo per infilare le mani nella pasta della mitologia del mondo! La domanda che hai fatto, se ci sono altri personaggi da cui abbiamo preso ispirazione, è interessante in questo caso perché... è chiaro che si tratta del concetto base della saga stessa!- Esistono personaggi che nascono da altre persone, reali o fittizie, che hanno caratteristiche interessanti che ci piacerebbe sfruttare nelle nostre storie. Nella maggior parte dei casi si tratta solo dell'aspetto fisico e di alcune minuscole componenti caratteriali che troviamo divertenti, ma per il resto vengono sviluppate in modo da allontanarsi tantissimo dalle originali (volente o nolente, perché tanto comandano i personaggi, mica noi).- Esistono poi i "cloni": personaggi copiati direttamente da persone, a cui è stato cambiato il nome e poco altro. Di solito, comunque, dopo tre capitoli iniziano ad avere un passato completamente diverso ed entro la fine di un libro si sono adattati al nuovo universo narrativo in modo da essere quasi irriconoscibili. Eh, è proprio vero che le condizioni in cui viviamo ci cambiano! Non usiamo mai il processo di "clonazione" prendendo come base i personaggi di qualcun altro, non importa quanto famoso sia, perché ci da proprio fastidio l'idea di rubare dalla creatività di qualcuno. E poi perché il clone deve essere sempre ispirato ad una persona vera! Uno dei nostri esempi più eclatanti è Manuel Karas.
- Infine ci sono i rarissimi, nell'ordine di poche unità: persone vere e proprie che si traspongono nella storia. E non saprete mai chi sono, perché altrimenti capireste chi siamo noi e capireste come mai questi personaggi hanno un'influenza particolare sulla narrazione. Questo rimarrà per sempre (forse) un segreto!
Per finire, ecco un minuscolo elenco di alcuni personaggi del Cammino che sono stati ispirati da altre persone/personaggi, con specificate anche le caratteristiche che li accomunano. Ovviamente NON è una lista completa, perché altrimenti questa risposta non finisce più:
 - Lilith: ispirata da (ovviamente) Lilith, prima moglie di Adamo, presente nelle antiche religioni mesopotamiche, madre dei demoni. Hanno in comune i lunghi capelli rossi, la fiera non-sottomissione agli uomini e l'essere antichissime. Lei è una figura chiave, fra le più potenti di tutto il Cammino delle Leggende! - Vlad Dracula: ispirato da (anche qui non ci vuole un genio), Vlad III di Valacchia Hagyak Dracul. Hanno in comune la storia familiare e l'esere stati Voivoda (principi) di Valacchia. Non hanno, ovviamente, in comune l'essere vampiri (anche se si è sparlato tanto di Vlad III, che come saprete ha anche ispirato il Dracula di Bram Stoker!) - Sheridan Grimm: ispirata (anche lei) da the Undertaker, in particolare dalla sua versione d'esordio "l'original deadman", quello che non parlava mai. Molti ministri oscuri sono ispirati da Undertaker, con caratteristiche diverse ovviamente, ma lui ci ha ispirato l'intero concetto tantissimo tempo fa. Insomma, Sheridan è l'Original Deadman, ma femmina e un pochetto (tanto) più selvatica. Si nota, l'ispirazione?

- Sir Mikhail Esuriens: di base abbiamo visto una foto di Mika (il cantante) con i capelli pettinati all'indietro e abbiamo pensato: questo sarebbe un design formidabile per un demone. E così ci abbiamo fatto un demone.L'ispirazione finisce più o meno qui, visto che da quel che ne sappiamo Mika non ha sei tentacoli, non è alto più di due metri (anche se è altissimo, eh), non ha la voce cavernosa, non ha la bocca enorme e non mangia le persone. Ma non vogliamo parlarne troppo per non rischiare spoilers!
Lui ci porta fortuna! Vinciamo ogni cosa a cui lo facciamo partecipare!
 -  John Fox: il caro amico di Mark McWoodland, è ispirato da un altro wrestler: JBL.Se c'è una cosa che di certo ha mantenuto, rispetto alla sua ispirazione, è l'iconico cappello bianco da cowboy. E poi sono ricchi, tutti e due.
Di solito John porta gli occhiali, ma abbiamo trovato un disegno senza così si vede meglio la somiglianza!
 - Thomas Wolf: il licantropo divino, ancora quasi sconosciuto nelle storie che abbiamo pubblicato su internet, ma destinato ad avere una parte importantissima nella trama, è ispirato da Will Graham/Hugh Dancy. Così quando faranno un film della nostra roba, avremo un pretesto per infilare Hugh Dancy nel cast di forza bruta, ecco.
Tutti amano Thomas Wolf, anche se non è ancora comparso da nessuna parte.
 -September Aster: non è ispirato assolutamente a nessuno, ma ci sembra degno di nota dire che dopo tanti anni dalla sua creazione abbiamo visto la faccia di un uomo che è identico a come l'abbiamo immaginato: Ed Sheeran. Cioè, è una cosa strana, ma ci sta, no?
Ovviamente September ed Ed Sheeran, a parte la faccia, non hanno niente in comune. Niente, neanche la condizione fisica, neanche l'altezza, neanche la provenienza. Solo la faccia.
- Irata Argenti: personaggio ispirato da Filippo Cavicciuoli, conosciuto anche come Filippo Argenti o Argente, persona realmente esistita che compare all'interno della Divina Commedia di Dante Alighieri e del Decamerone di Boccaccio, ma anche (in un mix psico-fisico) alla cantante Emma Marrone. Giuriamo che la storia dell'Accademonia esiste. Per ora però è scritta su carta.

- Emilio Pietro Lino: l'impiegato germafobico che combatte i vampiri non è ispirato a nessuno in particolare, ma sappiamo da chi dovrebbe essere interpretato: Michael Emerson. Così il livello generale del cast salirebbe di tipo... cento punti. Michael Emerson è il miglior attore dell'universo. Se non lo conoscete, conoscetelo.
 - Ludo e Ludia, il preside/presidi (lunga storia) dell'Accademonia, è ispirato (solo fisicamente) a Ludovico Tersigni. Fine dell'ispirazione. Neanche siamo fan di Ludovico Tersigni, ci è parso solo che avesse l'aspetto giusto (e abbiamo anche fatto la versione femminile). E poi c'è anche un altro dettaglio sul perché dovesse essere Tersigni, ma per ora lo teniamo segreto ;).(E non sappiamo neanche se vogliamo che sia Tersigni ad interpretare Ludo in un'ipotetica versione televisiva/cinematografica, pur avendo la faccia perfetta. Ci basterebbe chiunque gli somigli).

Ludovico Tersigni, ma sdoppiato, metà donna e metà uomo e che gioca d'azzardo.
 - Falco, l'adorabile burocrate de "Lo Spazioporto", è ispirato (proprio come Sir Mikhail) a Mika! Ma fra loro le cose in comune sono di più: per esempio hanno un accento e sanno cantare. Sono entrambi espansivi ed eccentrici.Falco è un po' più piccolino di Mika, per quanto riguarda l'altezza, ma sotto le giacchette firmate nasconde un corpo fortissimo e muscoli d'acciaio!Con Sir Mikhail possono fare la scala: Sir Mikhail è magrissimo e altissimo, Mika è alto e slanciato, Falco è normale ma muscolosetto.
Falco NON è Mika, questo perché Mika invece è un personaggio segreto dello Spazioporto. Ops, spoiler? Naaah. Esistono tutti e due nello stesso mondo. E la gente trova strano che si somiglino.
 - Emmanuel Sigismondo Brambilla , detto Manuel Karas: è Manuel Agnelli leggermente più grasso e con una passione malsana per le uova, che ha realizzato il suo desiderio di diventare archeologo (una cosa che al vero Manuel piacerebbe), si è tatuato sulla gamba un elvisauro (Cryolophosaurus ellioti) e che va ad insegnare in una scuola infernale. Non è un demone, non è un personaggio magico, è un umano, è Manuel Agnelli. Vostro onore, non abbiamo nient'altro da aggiungere.
Ha pure una storia tutta sua: La Cattedra del Giocatore


Ce ne sono altri come avrete capito (alcuni moooolto ovviamente presi dalla mitologia), ma questi sono quelli che ci siamo immediatamente ricordati!

 


 

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Published on December 05, 2022 06:43

Domanda e risposta: mitologia norrena

ArtistaFrancescoTerr: Ci sono alcune parti delle storie che avete creato prendendo ispirazione anche dalla mitologia norrena like Fenrir e i nani e poi gli elfi di J.R.R.Tolkien? 

Risposta:Per quanto riguarda Fenrir, sì, abbiamo preso ispirazione dalla mitologia norrena! Anzi, abbiamo cercato proprio di rimanere quanto più aderenti possibili al mito originale: il nostro Fenrir è nato dall'unione tra il dio Loki e la gigantessa Angrboða, è stato successivamente intrappolato sull'isola di Lyngvu con una catena magica, l'unica in grado di trattenere la sua potenza immensa. La cattura di Fenrir, Dorothy Hearthy (1909).Quando sarà liberato (e si riunirà con la sua anima vagante ed incarnata di generazione in generazione in un licantropo diverso, dettaglio che invece non proviene dalla mitologia norrena), avrà inizio il Ragnarok. (E secondo noi vi piacerà, leggere del nostro Ragnarok)
Insomma, è molto "canonico". Con i nani e gli elfi, invece, abbiamo preferito discostarci moltissimo dal modo classico di dipingerli, non perché quelli di J.R.R. Tolkien non siano fantastici (ehi, giochiamo a Dungeons&Dragons e amiamo interpretare quel tipo di elfi e di nani!), ma piuttosto per necessità di trama e di worldbuilding. Insomma, avevamo in mente delle idee abbastanza fighe su come sono nati elfi e nani, perciò abbiamo dovuto necessariamente fare qualcosa di nuovo.I nostri elfi sono estremamente diversificati fra loro (anche se, ovviamente, hanno tutti le orecchie a punta!) e nascono da simulacri di drago che sono stati resi fertili da tecniche estremamente avanzate di magia e biotecnologia. Insomma, gli elfi sono figli dei draghi! Proprio questo dona loro una vita estremamente lunga.A seconda dei draghi da cui derivano, hanno aspetti e caratteristiche diverse tra loro: ad esempio gli elfi dei boschi, allegri, snelli, esperti della natura silvestre, sono figli dei simulacri dei draghi verdi. Ma ci sarà tempo per parlare degli elfi, è una cosa a cui vogliamo dedicare un po' di spazio. I nani, invece, non hanno origine da chissà quale nobile specie magica, né tantomeno possono incrociarsi con tutte le altre specie umanoidi senzienti, in quanto si sono evoluti dalle... talpe! O meglio, da uno dei tanti mammiferi fossori antichi, che avevano caratteristiche talpoidi.Filogeneticamente è difficile capire esattamente dove si collocano, visto che anche oggi le talpe dimostrano una convergenza evolutiva impressionante: le talpe eurasiatiche e nordamericane, le talpe dorate sudafricane e le talpe marsupiali australiane, pur appartenendo ad ordini differenti ed essendosi evolute in zone geografiche molto distanti tra loro, hanno occupato la stessa nicchia ecologica, sviluppando caratteri anatomici e meccanismi di adattamento fisiologico estremamente simili. Insomma, ordini diversi, animali non imparentati, ma che sembrano tutti uguali esternamente!
Ed è da una di queste specie che si sono evoluti i nostri nani, che quindi hanno caratteristiche completamente diverse da quelli dei tolkieniani o della mitologia norrena: - Mani adattate alla vita fossoria, con grandi unghie- Corpo ricoperto di pelo setoso- Una gran quantità di sensibilissime vibrisse che spuntano dalla faccia- Occhi piccoli e scuri.
Anche per quanto riguarda i nostri nani ne esistono specie diverse, ognuna di loro derivata da un tipo diverso di talpa primitiva!


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Published on December 05, 2022 04:21

December 4, 2022

+Archivio delle domande!+

Avete domande per i Cactus di Fuoco? Domande sui loro personaggi, sulle loro storie, sul worldbuilding?
Qui trovate le risposte. E se le risposte non ci sono... fate le domande! 

Non abbiamo potuto fare a meno di notare che i nostri lettori hanno MIGLIAIA di domande. E, per fortuna, noi siamo in grado di rispondere! Dopotutto siamo o no i creatori?
E così abbiamo deciso di creare questo archivio delle domande, dove potete chiedere quello che volete. Qual'è il colore preferito di un personaggio? Come funziona un certo incantesimo? Il vostro favorito possiede animali domestici? Qual'è il segno zodiacale del vostro supercattivo del cuore?

Ovviamente non potremo rispondere a tutte le domande in maniera diretta, rischiando di fare spoiler troppo importanti per la trama, ma proveremo a fare del nostro meglio!

 Indice:
 Saga: IL CAMMINO DELLE LEGGENDE

Saga: NUOVO MONDO OSCURO

Saga: BELARDA E I MONDI
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Published on December 04, 2022 03:10

December 1, 2022

Novembre 2022 - Cosa abbiamo creato?

Novembre 2022 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!



+++DISEGNO++++ Il Cammino delle Leggende (The Way Of Legends) / Nuovo mondo oscuro (New Dark World) OCs Catcus | Whistle & Chatterbox | Big buff Osvald | Narbok Profile | First sketch of Osvald | Osvald and Florio | Puck + Rural Puck | Briscola | Bite behind the head | Looking at you | Osvald wearing a tie | Osvald profile | Honey fun-guy | The Throne of the Hunter | Pale king of roses |
 Commissions   

A supernatural battle | New trio in an old castle | Heroic wolf | Garmr transformation | Golden Armor | Diving into the adventure | Garmr reference sheet | Family men's charm | Commission - Two transformations (Black and white) | Double Fullmon Madness |

Other[Gargoyles] Reading and warming | Xanatos with his hair down | [Gargoyles] Taming a Fox | [Gargoyles] Owen and Owen and Owen | [Gargoyles] Monsterlover? | Sexy Goliath waiting | [Gargoyles] Villain with son | [Gargoyles] Trick or treat with your Gargoyle friend | A bet's a bet | [Gargoyles] Owen Burnett Ballet Dancer | [Gargoyles] The width of the shoulders of Owen | Flower crown crafters | [Gargoyles] Bronx chewing a drone | [Gargoyles] Dancing with your boss | [Gargoyles] New styles for Owen and Xanatos |
 Patrons Only! Supernatural battle (pack for patrons) | The Hero with Star Knives (pack for patrons) | Chibi Gargoyles sketches (WIP) | Gargoyle pinups 1 (WIP) | Two transformations (WIP) | Studying dark magic (WIP) | Come at me bro (WIP) | Double Fullmoon Madness (pack for patrons) | Study on a fairy dragon (WIP) | Bone Wolf (WIP) |

+++SCRITTURA+++

L'Inverno delle Rose

5. La promessa di Leon | 6. Leone in gabbia | 7. Se vuoi vivere | 8. Rendersi preda inerte dei pericoli del mondo! | 9. La prima violenza | 10. Nascondino con Jeanine | 11. Non è il corpo, è la mente | 12. Il Malessere | 13. Sogno di stelle, un licantropo, un pezzo di carne | 14. Birky | 15. Coming out | 16. Quel che fanno i genitori | 17. L'Osvald perduto | 18. "Hai fatto esplodere il mio tipo?" | 19. Il momento che arriva | 20. Felpa-Rossonera e Camicia-da-Boss | 21. La strada no, la strada sì |


+ Altro +


Totale dei lavori pubblicati:68

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Published on December 01, 2022 08:34

November 1, 2022

Ottobre 2022 - Cosa abbiamo creato?

Ottobre 2022 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!



+++DISEGNO++++ Il Cammino delle Leggende (The Way Of Legends) / Nuovo mondo oscuro (New Dark World) OCs Mark McWoodland frontal sketch | Mythober - Day 1: Phoenix | Mythober - Day 2: Dragon | Mythober - Day 3: Gargoyle | Naked Falco sketch | Mythober - Day 4: Werewolf | Suffering inside | Serious portrait | Read and grow | Deschutes (*nods and points* a baby) | SafiJiva (a little gentleman) | Mythober - Day 5: Sphynx | Flint (Spooky, and yet a child) | Sitting Lilith sketch | Profile of a lingering beast | Sitting Ninive sketch | Baby Halloween Squad | Ábharrach | Dining demons sketch | Striped suit demon | Feral Furia | Leon Call |

Furry, anthro and animals (not commissions)  Minis 288 - Selene | Minis 289 - Flint | Morrighan sketch |
 Commissions   

Candlelight monster fight (black and white) | Gargoyle snuggles | Garmr human form | Garmr's eyes | Garm's expressions | Gargoyleween (It's not a costume on a costume) | The Hero with Star Knives (black and white) | Amber Armor | Furry seance | Full of candies |

OtherSketch : Fountain of the Narcissus | A friend preparing guacamole | "I don't think it's the right time, boss" | Monster whisperer | Fuhria Focuiforgia sketch | Brooklyn sketch | [Gargoyles] I brought you flowers (with cocaine) | Glamgoyle Indiana | Someone is going to die... of fun! | Goliath roaring sketch | Sexy evil tango | Garmr's lycan body | Even Death May Die | [Gargoyles] Indispensable | Leashed Macbeth | Enjoying your personal giant warrior | The comfort of a hand of stone | [Gargoyles] Killer style |  Patrons Only! Garmr Human + werewolf form (WIP) | Gargoyle family (WIP) | Garmr expressions (WIP) | The Hero with Star Knives (WIP) | Walk-With-Snakes (WIP) | Gargoyles WIPs 1 | Spikes-in-head golden armor (WIP) | Garmr transformation (WIP) | Growing up (pack for patrons) | Lovecraftian adventures (WIP) | Garg dad and garg sons (WIP) | A dragon in the reef (WIP) |


+++SCRITTURA+++

L'Inverno delle Rose

2. Soffrire | 3. Valutazione 1 | 4. Meoalvario |


Iris letalis  

8. Celle e gabbie [Blog][Wattpad] | 9. Il finale giusto [Blog][Wattpad] |


Blog posts  

New York Hall City Station |


Totale dei lavori pubblicati:71

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Published on November 01, 2022 05:03

October 26, 2022

Iris Letalis 9. Il finale giusto

+INDICE+
<Capitolo precedente
 

Cattelan si grattava una guancia guardando lo schermo del portatile. Il finale per il suo nuovo libro, “Timmy e l’orsetto bordeaux”, non ne voleva sapere di venir fuori.
Lo scrittore aveva provato a rimescolare gli eventi della narrazione, a riscrivere Timmy come un alieno, a far diventare l’orsetto una femmina, ma niente, nessun finale funzionava. Si spettinò i capelli, sbuffò, chiuse il documento, lo riaprì. Poi ebbe una folgorante idea che, avesse voluto il dio della scrittura, forse era proprio quella giusta. Le sue dita iniziarono a digitare freneticamente:

“Timmy e l’orsetto bordeaux erano finalmente insieme nel giardino, dopo tante peripezie. Il peluche era un po’ sporco, un piede era un pochino strappato, ma si poteva riparare! E anche pulire, certo.
«Imparerò a cucire per te» Disse Timmy «Anche se ho sempre pensato che fosse una cosa da femmina, ora ho capito che è solo una delle tante cose che si fanno per gli amici! E io imparerò perché ti voglio tanto bene!».
L’orsetto bordeaux abbassò lo sguardo. Non era proprio triste triste, ma qualche cosa non andava.
«Quanto dovrò aspettare per essere cucito?» Disse
«Solo un po’, amico mio! E poi sarai come nuovo!».
In quel momento arrivò un altro bambino, più vecchio di Timmy. Era proprio lui, il bullo Tommy, che Timmy non aveva mai sopportato!
«Lascia stare quel Timmy!» Disse Tommy «Io so cucire già adesso, me lo ha insegnato mio papà che è un sarto famoso che fa i completi per i motociclisti tosti e per i lottatori di wrestling! E poi ti darò anche un nome, perché quello scemo di Timmy non te ne ha dato uno anche se vi conoscete da due mesi!».
L’orsetto bordeaux guardò Tommy, poi Timmy, e gli si leggeva sul musetto che lui avrebbe voluto essere riparato adesso, non aspettare che qualcuno imparasse come farlo, e che voleva anche un nome.
Però disse: «Timmy, tu sei il mio padroncino e io non ti tradirò per il bullo Tommy!».
Timmy però era un bambino buono e intelligente, che voleva davvero bene all’orsetto bordeaux, perciò capì una cosa molto importante: che l’orsetto sarebbe stato meglio insieme a Tommy, che era ricco, aveva un papà sarto e sapeva cucire. Fu per questo che Timmy disse:
«Caro il mio orsetto bordeaux, io ti voglio un mondo di bene! E sono contento che sei fedele a me, ma devo dirti una cosa molto importante: devi andare insieme a Tommy. Tommy è cattivo con me, è vero, ma non con te! Lui voleva che tu fossi il suo orsetto fin da quando ti sei animato alla Piazza delle Magie! Se ti romperai, lui ti ricucirà, se ti sporcherai lui ti laverà, se ti perderai lui manderà le sue guardie a cercarti e poi sono sicuro che ti darà un nome bellissimo, perché è molto creativo a dare soprannomi buffi a tutti quanti a scuola. Starai bene con lui, meglio che con me».
L’orsetto bordeaux abbracciò Timmy forte forte, stringendolo fra le morbide zampette, e gli disse all’orecchio:
«Il più buono di tutti sei sempre tu, però».
Tommy non credeva alle sue orecchie! Finalmente il bellissimo orsetto bordeaux, l’unico giocattolo parlante della città di Arcobalenia, era suo! Non disse grazie, perché era pur sempre un bullo, ma diede la mano a Timmy.
«Ora non siamo più nemici» Dichiarò «Perché io e te vogliamo bene allo stesso orsetto»
«Sì, non siamo più nemici» disse Timmy.
Tommy prese per mano l’orsetto bordeaux e se ne andò. Timmy era un po’ triste, ma più ancora che triste era felice, perché sapeva che l’orsetto sarebbe stato davvero bene. Aveva imparato una lezione molto importante, il bravo bambino: che a volte, quando ami qualcuno, devi lasciarlo andare via.
FINE.”
Soddisfattissimo, Cattelan ricontrollò velocemente il documento, poi lo allegò ad un’e-mail e lo inviò al suo editore. Attese qualche istante, fissando ancora lo schermo come in trance, poi si alzò e fece un balletto di vittoria, canticchiando a mezza bocca una melodia che credeva di aver inventato in quel momento, ma che in realtà aveva sentito una notte nel lontano 1999.
Decise che avrebbe stampato e rilegato una copia da sé e l’avrebbe regalata a Mika quando sarebbe andato a vederlo al torneo.
«E vedremo se anche questo non ti piacerà!» Esclamò, parlando al vuoto «Vedremo se anche qui manca il pathos, come dici tu!».
Sentì che gli occhi gli si inumidivano un poco. Si disse che era per colpa delle ore passate davanti al computer, ma stava mentendo a sé stesso.
Dall’angolo un peluche a forma di orsetto, bordeaux, lo guardava senza vederlo con i suoi occhietti di plastica neri. Aveva uno strappo su una zampa, da cui si intravedeva l’imbottitura ormai ingiallita.
Cattelan non aveva mai imparato a cucire.<span style="font-family: times;"><font size="5">&lt;span style="font-family: times;"&gt;p { margin-bottom: 0.21cm; background: transparent }a:link { color: #000080; so-language: zxx; text-decoration: underline }&lt;/span&gt;</font></span>
  Capitolo successivo>
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Published on October 26, 2022 13:36

October 22, 2022

New York City Hall station

Oggi vi portiamo a spasso per gli Stati Uniti! Beh, non proprio a spasso, d'accordo, ma diciamo che vi teniamo per mano mentre esploriamo qualcosa di nuovo.

Il capitolo "La Stazione Fantasma" del nostro libro "Deus Ex Machina" (che, gaudete gaudete, è già fra i finalisti dei Wattys di quest'anno) è ambientato in un posto molto particolare. Alcuni credono che quel posto non esista, ma in realtà... c'è! E ne approfittiamo per farvi vedere com'è fatto nella realtà. Benvenuti alla New York City Hall Station, la più bella stazione abbandonata della Grande Mela:

https://furiarossa.tumblr.com/post/698809368930664448/magicalandsomeweirdhometours-welcome-to-the
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Published on October 22, 2022 04:58

October 21, 2022

Iris Letalis 8. Celle e gabbie

   +INDICE+ <Capitolo precedente

Erano le nove di mattina. Mika fu ricondotto nella sala d’aspetto dopo aver passato la notte in cella.
«Sei fortunato che il tuo ragazzo non ha voluto sporgere denuncia» Gli disse la poliziotta che lo stava scortando «È pure venuto a pregare di liberarti, che era colpa sua, che non c’è reato»
«Achille non è il mio ragazzo» grugnì Mika, cupo
«Già, immagino che non lo sia più, dopo quello che è successo. Ma senti a me: devi imparare a contenere la rabbia e a gestirla. Non va bene questa cosa che picchi la gente. Ti inguai soltanto. E poi se grande e grosso, fai male a qualcuno»
«Pure Achille è grande e grosso»
«È vero. E infatti hai visto che lividi che ti son venuti fuori?».
Passarono di lato ad un agente che stava conducendo un criminale in manette nella direzione opposta, giù nelle carceri. Il pregiudicato, un uomo di mezz’età con la mascella quadrata e gli occhi iniettati di sangue, si girò a guardare il retro dei pantaloni lucenti di Mika, fischiò e fece un commentaccio. Il pugile diventò rosso e strinse i denti.
«Non vuoi picchiarlo» Gli ricordò la poliziotta, severa
«Voglio ucciderlo» sibilò Mika
«Benvenuto nel mondo di noi donne. Noi non ce ne andiamo in giro ad uccidere tutti i maschi che fanno qualcosa del genere, altrimenti il mondo sarebbe spopolato»
«Forse dovete. Così smettono»
«Facile parlare per te: sei grosso e forte. E sei un maschio»
«Una volta non ero grosso e forte» commentò Mika con amarezza.
Il corridoio terminò. Ad aspettare Mika c’erano Cattelan, Emma, Marracash e persino Achille Lauro, con indosso un’elaborata e costosa camicia di Versace su attillati pantaloni a zampa d’elefante di colore fucsia.
«Non ucciderlo» Raccomandò la poliziotta «Sei libero. Ma vedi di non farti più segnalare a disturbare la quiete pubblica. Vai».
Mika si avvicinò al gruppetto, senza togliere gli occhi di dosso ad Achille. Il pugile biondo si stava guardando le unghie perfettamente curate, ignorandolo in maniera deliberata, ghignante.
«Perché hai fatto vincere me?» Domandò duramente Mika
«Amico, tu hai vinto» rispose Achille, finalmente guardandolo
«No. Tu potevi, ancora, combattere»
«Secondo te sono scemo che mi faccio massacrare da te» Achille gli diede due schiaffetti leggerissimi «Te sei matto, amico mio. Hai vinto, sei stato bravo, ma col cavolo che ci metto tutto l’impegno a prende’ cazzotti ‘n faccia, senza manco il paradenti, senza manco una posta in palio, in un incontro clandestino. Sali su un ring vero e poi ne riparliamo».
Mika si girò verso Cattelan.
«Ciao» Gli disse, con un entusiasmo quasi aggressivo
«Oh, ciao» replicò Cattelan, mettendo avanti le manicomio«Ciao a tutti. Ciao Emma!»
«Ciao tesoro» rispose la donna, alzando un pugno chiuso «Qui per supportarti»
«Grazie, Emma!» il sorriso effimero che era comparso sul volto di Mika scomparve quando lui si rivolse di nuovo a Cattelan «Fammi arrivare su un vero ring»
«Sì, vabbè, senza neanche passare dal via» rise Alessandro «Non è facile, lo sai?»
«È facilissimo» lo interruppe Marracash «Partecipa al mio torneo, il Luna Loca, e io ti iscriverò ad una palestra di pugilato, poi all’albo dei professionisti, e ti seguo fino a farti decollare la carriera. Ti rendo un pugile vero… ovviamente devi firmarmi un contratto, ma non sarebbe neanche il primo grande pro che scopro. Guarda Achille: lui era un dilettantino che ho seguito fino alla grandezza. Non è vero, eh?»
«Vero sì» confermò il biondo, appoggiandosi con il gomito alla spalla di Marracash «Questo qui m’ha tirato fuori da un giro brutto brutto, m’ha aiutato a darmi una ripulita e m’ha fatto pugile. Ti ci puoi fidare Mika, te c’hai il potenziale, ti fa campione mondiale».
Mika guardò Cattelan, che faceva “no no” con la testa, lo sguardo spiritato, poi guardò Achille e Marracash, con le loro facce piene di promesse, e infine Emma.
«Che faccio?» Le chiese «Mi fido?»
«Ah, beh…» disse la donna «… Marra è il disonesto più onesto che conosco. Io sono forse dieci anni che lavoro con lui e mi sono sempre trovata bene. Mollalo a quel Cattelan, che ti tratta pure male, e fatti una bella carriera come Cristo comanda, amore».
In quel momento, Alessandro Cattelan si rese conto che quelli lì avevano ragione: che carriera poteva garantire a Mika lui, in quell’esatto momento? Solo una traballante, effimera, e anche se lo avesse effettivamente iscritto all’albo dei professionisti, non sarebbe stato in grado di procurargli match prestigiosi come quelli che gli avrebbe dato Marracash. E poi quello lì aveva scoperto Achille Lauro! Ecco perché un professionista di quel livello aveva accettato di partecipare ad un incontro a sorpresa organizzato in maniera un po’ approssimativa: c’era conoscenza fra i due, forse affetto, e probabilmente un contratto legalmente vincolante. D’altronde però, perché si preoccupava così? Lui voleva liberarsi di Mika, no? Era un piantagrane istintivo ed infantile che faceva a botte con chiunque, difficile da gestire, e che fin dall’inizio Alessandro aveva pensato di mollare a Marracash per fare qualche soldo facile e poi dimenticarsene…
«Giusto» Disse Cattelan, congiungendo le mani a pugno «Era pure nel contratto. Mika, da adesso in poi il mio lavoro con te è finito: il tuo nuovo manager è Marracash. Buona fortuna»
«Grazie» rispose il pugile bruno, sorpreso «Ehi, aspetta, dove… dove vai?»
«A casa. Ho tantissime cose da fare, davvero. Ti verrò a vedere al Luna Loca, te lo prometto! Ma ora devo finire un libro, altrimenti il mio editore mi ammazza… ciao Mika! E arrivederci a tutti quanti!».
Alessandro Cattelan non attese la risposta di nessuno, fece dietro-front e se ne andò a passo di marcia.
«Secondo me mo’ va a casa e piagne» Tirò ad indovinare Achille Lauro
«Non curatevi di lui» disse Marracash «Ad Alessandro non importa che dei soldi. Il dio denaro! Ma ora, Mika, sei dei nostri. Fai parte della nostra famiglia. E noi ti renderemo famoso» mise una mano sulla spalla del pugile dai capelli bruni, stringendo gentilmente le dita «Come hai passato la notte in carcere, amico mio? Stai bene?»
«Eh, infatti» rincarò Emma, stringendosi a loro.
Mika alzò gli occhi al soffitto per radunare ricordi ed idee, seguendo per un po’ il profilo fluttuante di una vecchia ragnatela disabitata che pendeva fra due crepe. Poi aprì la bocca ed iniziò a raccontare.
«Era quasi buio quando sono venuto qui. Mi hanno chiuso in una, una…»
«Cella?» suggerì Emma
«Sì, cella, da solo. Sembrava che avevano paura. Io ero arrabbiato, ma non avevo paura… mi succede spesso, passo la notte in cella. Per le botte, è sempre per le botte. È venuto il buio poi, e si è accesa, fwum! Si è accesa questa lampada gialla e poi ha iniziato a fare un po’ di freddo, perché avevo solo i pantaloni» si strattonò l’elastico dei calzoncini «E avevo anche fame e sete ma ero solo, non c’era nessuno. Dopo un poco, forse tre o quattro ore, che fuori era molto buio, è arrivato un altro nella mia… nella mia cella. Ho chiesto all’agente se potevo avere dell’acqua e poi che avevo freddo e lui mi ha dato una botta con il mazzo delle chiavi sulle dita e se n’è andato»
«Chi è questo?!» domandò Emma, arrabbiatissima «Se lo acchiappo gli faccio sputare pure la parmigiana che ha mangiato nel novantaquattro»
«Uno con l’anello» lo descrisse Mika, mostrando l’anulare della sinistra «Anello da marito, d’oro»
«Vuoi dire la fede, tesoro?»
«La fede, sì. E poi una faccia bella, gli occhi blu, i baffi»
«Bella, sì, come no. Gliela spacco appena lo vedo»
«Non metterti nei guai per me» la pregò Mika «Ci sono già io che finisco in prigione, tu non va bene»
«Amore, non ti preoccupare per me. E poi cosa è successo?»
«Quello nuovo, dentro la cella con me, mi ha parlato. Mi ha detto che lui era innocente, che dovevo aiutarlo… forse era un poco drunk… ehm…»
«Ubriaco?»
«Ubriacco, sì»
«Ubriaco. Una c sola, amore. E che ha fatto questo ubriaco?»
«Niente, cioè, ha pianto. Sua figlia non voleva che lui andasse in prigione di nuovo e se lo scopriva, mi ha detto lui, non gli voleva più bene. Gli ho detto io che sua figlia non smette di volergli bene solo per quello, che se lo ha detto è per spaventarlo, per tenerlo lontano dai guai. Quando si è ripreso un poco, che stava meglio, lui mi ha dato il cappotto perché era piena notte e io stavo tremando» Mika si poggiò i palmi aperti sulle spalle, incrociando le braccia sul petto, e finse un brivido «Ed era caldo, perché c’era stato lui dentro, e sono stato un po’ meglio. Poi ci siamo messi vicini e abbiamo dormito e poi è venuto il giorno e mi hanno detto che era venuto Achille e non c’era denuncia, che ero libero perché non c’era reato. Me l’hanno detto tre volte» alzò tre dita della mano sinistra «E mi hanno portato da voi»
«Oh, amore… quindi hai ancora sete?» indagò Emma
«Sì, molta. Ho la bocca asciutta come il deserto».
Achille Lauro frugò in una borsa di pelle (costosa, come il resto del suo vestiario) che stava appoggiata su una delle sedie di plastica e ne estrasse una lattina verde di Monster, una bevanda energetica ipercaiffeinizzata.
«Tiè, bevi fratello» Disse, lanciandola a Mika che la afferrò al volo «Questa qua te rimette ar monno, tipo che ti svegli dopo otto ore di sonno continuate».
Il pugile bruno si rigirò la lattina fra le mani, poi tirò la linguetta metallica per aprirla.
«Grazie, Achille» Disse, poi iniziò a tracannare la bevanda
«St’attento che è frizzante» lo mise in guardia il biondo «No tutta a ‘na vorta, che te la senti pure dentro ar naso!».
Mika staccò la bocca dalla lattina e fece un verso acuto, prolungato.
«It’s sparkly! Damn, it’s sparkly!» Si lamentò, ma dopo un attimo stava già bevendo il resto.
Marracash e i suoi lo portarono a fare colazione al Suave, dove gli servirono un cornetto caldo al cioccolato, un cappuccino, un bicchierone di spremuta di succo d’arancia e alcune paste fresche.
Mentre Mika mangiava di gusto, Nicky il cameriere arrivò portando i suoi vestiti ben piegati.
«Signore» Disse «Li ha lasciati nell’arena. Fra ieri sera e stamattina il suo cellulare, nella tasca dei suoi pantaloni, ha squillato innumerevoli volte».
Mika si strozzò con il succo d’arancia, tossì dieci volte (con Emma che gli batteva la schiena) e poi, con gli occhi spalancati e ancora lacrimanti, guardò Nicky.
«Il mio telefono?» Domandò, con una voce rasposa da fumatore
«Sì signore» il cameriere gli tese tutti i vestiti.
Mika afferrò il malloppo, se lo mise sulle gambe ed iniziò a rovistare nelle tasche dei pantaloni finché non ne estrasse lo smartphone.
«Mamma!» Esclamò, componendo il numero più in fretta che poteva.
Emma rise. «Oh, hai perso le chiamate di tua madre? Sono guai adesso, bello mio».
Mika si portò il telefono all’orecchio, osando timidamente dire: «Mamàn?».
Dall’altoparlante dell’apparecchietto venne fuori una sequela di parole in francese, vomitate fuori a volume altissimo.
«Meno male che sono orfano» Commentò Nicky, sollevato
«Naaah, la cosa migliore è avere genitori chill come i miei» gli disse Emma «Loro sono super rilassati qualsiasi cosa faccio perché si fidano di me»
«I miei mi tenevano chiuso in gabbia, quand’ero piccolo»
«Per davvero?» Emma aggrottò le sopracciglia, scostando la sedia alla sua sinistra per invitare Nicky a sedersi, così avrebbe potuto ascoltarlo bene anche se a destra Mika stava animatamente parlando con sua madre «Vieni qua, non lo sapevo…».
Il piccolo cameriere dai capelli verdi prese posto accanto alla pugilessa.
«I miei erano iperprotettivi» Spiegò «Mi tenevano sempre chiuso. Non sono andato all’asilo e non ho mai incontrato i miei cugini. Una volta ho cercato di raggiungere dei bambini che giocavano in strada, perché li avevo sentiti ridere dalla finestra, e sono uscito sulle scale del condominio. I miei se ne sono accorti prima che potessi scendere le scale… mi hanno fatto fare su misura una grande gabbia, sei metri per tre, e mi ci hanno chiuso dentro. Per la mia sicurezza. Avevo sei anni circa, mi facevano uscire solo per andare in bagno»
«Erano veramente matti i tuoi genitori» commentò Emma, allibita «Mi dispiace un sacco, Nick»
«Oh, non preoccuparti. Un giorno sono usciti per andare a fare la spesa e sono morti, quando avevo otto anni. Io sono rimasto due giorni chiuso in gabbia, ma avevo da bere e qualcosina da mangiare, poi i miei zii sono entrati nell’appartamento e mi hanno trovato, quindi tutto okay. Sto bene adesso, è da quando avevo otto anni che nessuno mi chiude più in gabbia… il mio psichiatra dice che l’ho superata bene»
«Oh tesoro» Emma gli prese la mano e la tenne stretta «I tuoi genitori non erano iperprotettivi, erano dei bastardi!»
«Non è che mi picchiavano o niente, avevano solo paura che mi facessi male»
«E quindi t’hanno fatto male loro, chiudendoti dentro una gabbia? Ma mandali a quel paese, no?»
«Non me la sento di giudicarli. Tutti facciamo i nostri errori»
«Tipo chiudere un bambino in una schifo di gabbia?»
«Al gruppo di supporto, quando ero piccolo, ho incontrato bambini che avevano genitori molto peggiori dei miei. Tu sei fortunata Emma, te lo devi ricordare… cioè… cioè, signora Marrone, lei è fortunata, lei» le guance di Nicky avvamparono di vergogna.
«Che te ne frega? Dammi del tu» Emma gli sorrise «E non è che perché c’è qualcuno che sta peggio non ti devi indignare. C’è sempre qualcuno che sta peggio di noi, Nicky, sempre! E allora che facciamo, ci facciamo mettere i piedi in testa da chiunque?»
«Ormai è passato»
«Hai ragione, è passato. Ma non significa che devi pensare mai di essertelo meritato, Nicky, o che fosse qualcosa di normale e gli altri sono stati solo fortunati. Tu ti meritavi quello che si meritavano tutti gli altri bambini».
Gli occhi del piccolo cameriere si fecero lucidi. «Devo… d-devo andare» Balbettò «Una cosa d-di là, in cucina».
«Sì, sì, vai. Vai nelle cucine» Emma gli lasciò la mano, lo guardò allontanarsi e aggiunse «Le cucine che non esistono, lo sai tu e lo so io».
Mika poggiò lo smartphone sul tavolo e prese a rivestirsi, cominciando dalla maglia.
«Che dice tua mamma?» Gli domandò Emma, appoggiandosi il mento sulle mani
«Che se non vado subito da lei, mi fa chiudere in una voliera per i pappagalli» rispose Mika
«E… pensi che lo farebbe?» indagò lei preoccupata.
Mika si bloccò, i pantaloni in mano, lo sguardo perplesso. «Certo che no!» Rispose.
Emma tirò un sospiro di sollievo.   CAPITOLO SUCCESSIVO >
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Published on October 21, 2022 01:49

October 1, 2022

Settembre 2022 - Cosa abbiamo creato?

Settembre 2022 è finito: Ecco cosa abbiamo postato online questo mese, grazie anche al supporto dei nostri beneamati patrons!



+++DISEGNO++++ Il Cammino delle Leggende (The Way Of Legends) / Nuovo mondo oscuro (New Dark World) OCsAster | Little Robot | Somnus (design) | Chibi spooky night | Asdrubale dress up | Sara Barker frontal sketch |
 

Carnalis (webcomic) 

Page 3 |

Furry, anthro and animals (not commissions)  Tito's expressions (black and white) | Tito's expressions |
 Commissions   

Too brave little adventurers | Gargoyle family | Hunting the White Boar | Refreshing lemonade | Purple Ice Cream | Raccoon hunting (black and white) | Raccoon hunt | Love song on the rooftops |

OtherRosie Pearl (adopted) |
Two Red CatsStrip 96 - How many lives do you have left? | Strip 97  - A new enemy is coming |
 Patrons Only! Sing with your heart (WIP) | Little robot [Pack for patrons] | Hunting the white boar [Pack for patrons] | Gargoyle kiss (WIP) | Raccoon hunt [Pack for patrons] | Halloween furry stampede (WIP) | Gargoyle cuddles (WIP) |

+++SCRITTURA+++

L'Inverno delle Rose

1. Caro Diario |


Iris letalis  

7. Il Pugile tradito |


Schede dei personaggi, specie, luoghi e varie (Blog) September Aster [English] | Draghi angelo | Angel dragons | Arboreal pircio |

Totale dei lavori pubblicati:33

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Published on October 01, 2022 11:26

September 30, 2022

Iris Letalis 7. Il pugile tradito

  +INDICE+ <Capitolo precedente

Elodie e Marracash sedevano in attesa, su un divanetto del Suave.
«Secondo te Cattelan verrà?» Domandò la donna, accavallando le lunghe gambe
«Verrà. Credo» rispose l'uomo «Ho parlato con Mika al telefono e sembrava lui. Aveva l'accento»
«Bene».
L'uomo diede un bacio leggerissimo sulle labbra della donna, poi raccolse le gambe sul divanetto e appoggiò la testa sul grembo di lei, che prese ad accarezzargli i capelli.
«Quest'anno il Luna Loca sarà un successo» Disse Elodie
«Aspettiamo, amore, prima di cantare vitoria. Se quelli dell'X-Factor dovessero venire a saperlo troppo in anticipo potrebbero avere il tempo di organizzarsi e metterci i bastoni fra le ruote»
«Ormai manca troppo poco. Ce la faremo»
«Io ho un po' di timore...»
«Non devi averne. Mai. Stiamo diventando più forti amore mio, siamo il futuro che avanza»
«A proposito del futuro che avanza, se mettessimo un juke-box nell'angolo vuoto? Uno con un mix di canzone nuove e canzoni vecchie, sai...»
Elodie rise e arruffò i capelli dell'uomo.
«Siamo nell'era di internet» Rispose «Se vogliono sentirsi una canzone basta solo che si connettano ad internet, per questo i juke-box sono diventati obsoleti»
«Lo so. Ma è solo che mi piacciono i juke-box».
In quel momento si udì bussare alla porta.
«Ecco Cattelan» Commentò Marracash «Vado io».
Elodie lo guardò alzarsi, prendere un cipiglio serio ed andare ad aprire alla porta.
«Cucù!» Disse Cattelan «Ehi, ciao gran bastardo capo! Posso entrare?»
«Vieni avanti» sbuffò Marracash, facendosi da parte
«E guarda chi ti ho portato! Eh!» Alessandro fece il gesto delle pistole con entrambe le mani, poi lasciò che Mika entrasse.
Il pugile si guardava intorno, quasi annusando l'aria, esplorando il nuovo ambiente.
«È un onore averti qui» Disse Marracash, con le mani dietro la schiena ed un tono vagamente formale.
Mika spostò la testa come un serpente, le pupille fisse e ferme sul proprietario del locale. Sembrava che avesse visto un fantasma.
«Sei alto» Disse Marracash, accennando un sorriso
«Lo so. Tu sei quello con cui ho parlato col telefono?» domandò Mika
«Sì. Io sono il proprietario del locale in cui ci troviamo. Puoi chiamarmi Marracash. O Marra, se preferisci»
«That's okay»
«Entra, tranquillo. Fai come se fossi a casa tua, feel at home, please».
Mika lo superò e si accasciò di lato ad un tavolino per esaminarlo.
«Ehi!» Esclamò Cattelan, schioccando le dita «Fai il bravo!»
«He said that I can» sibilò Mika «Posso»
«Siamo ospiti qui. Fai il bravo» Alessandro scosse la testa e si rivolse a Marracash «Non so se sono le botte che ha preso in testa o se è un po' matto così, naturale... è selvatico, il ragazzo»
«Me lo aspettavo più basso» commentò il proprietario del locale «Ma effettivamente sembra lui».
Mika andò a sedersi sul divanetto, accanto ad Elodie.
«Ciao!» La salutò, agitando una mano
«Ehi! Non disturbare la signora!» gli gridò Cattelan
«Va tutto bene» assicurò la donna, lanciando un'occhiataccia al manager «Io mi chiamo Elodie. Tu sei...?»
«Mika. Michael Holbrook Penniman Junior» si presentò il pugile
«Vuoi qualcosa da bere, Michael?»
«Mika. Mika va bene»
«Vuoi qualcosa da bere, Mika?»
«Una birra, per favore».
Elodie schioccò le dita. «Nicky!» Chiamò.
Il giovane cameriere comparve servizievole. «Sì, signora?»
«Una birra per il nostro ospite» ordinò lei «Hai qualche preferenza, Mika? Una bock? Un'IPA? Doppio malto?».
Il pugile si grattò il collo, un po' a disagio.
«Una... una birra» Disse «Gialla. Normale»
«Sì signore, arriva subito» garantì Nicky, facendo un piccolo inchino e poi allontanandosi a passo svelto.
«È un bel ragazzo, vero Marra?» Commentò Elodie ad alta voce
«Non l'ho guardato bene» rispose l'uomo, in tono un po' assente
«Guarda che occhi: grandi, scuri. Ciglia da cervi. Elegante, giovane».
Mika divenne di una delicata sfumatura a metà fra il gamberetto e la buccia di pesca, le orecchie in fiamme e un sorrisetto imbarazzato che metteva in mostra gli incisivi. Marracash gli si avvicinò.
«Guarda me, per favore» Gli disse, sollevandogli il mento con due dita, lentamente «Di dove sei, eh Mika?»
«B-Beirut» rispose il pugile, ancora più rosso «Papà però è americano e... e...»
«Sì» Marracash annuì, le labbra pressate in una sottile linea «Ha gli occhi da mediorientale».
Cattelan si avvicinò al divanetto sbracciandosi per farsi notare, facendo su e giù sulle punte dei piedi
«Potete cercare di mettere un po' di pepe alla vostra vita di coppia più tardi?» domandò ironico «Quando non ci sarò potete farci quello che volete, ma ora possiamo, per favore, parlare di affari?».
Elodie si alzò in piedi e quasi istintivamente Alessandro fece un passo indietro. Avanzò verso di lui.
Alle sue spalle arrivò il cameriere, che servì una corposa birra bionda alla spina a Mika e poi sgattaiolò via.
«Cattelan» Disse la donna «Tu vuoi sempre affrettare le cose quando non ce n'è bisogno e per contro vai lento quando c'è bisogno di andare veloce»
«Ma, non so, ma ho come l'impressione che volete portarvi a letto il mio pugile» scherzò Alessandro
«Il tuo pugile» ripeté lei, minacciosa
«No, aspetta, insomma, sono il suo manager, eh...»
«Il tuo pugile?»
«Sono il suo manager, è il mio pugile, aspetta, non capisco cosa c'è di sbagliato, ne possiamo parlare...»
«Non era questo l'accordo, Cattelan. Forse tu non ti ricordi le cose, ma io sì»
«Ero in ospedale, avevo preso un pugno in faccia, certo che non mi ricordo le cose»
«Il patto era chiaro: tu ci portavi Mika, ti prendevi il sette percento del ricavato e ti scordavi di lui. Te lo ricordi questo? Sei stato tu a proporlo. "Porterò Mika al Suave, ma da lì in poi dovrete essere poi a vedervela con lui", hai detto così, testualmente»
«Caspita, ti ricordi tutto tu, eh! E ora che me lo citi sì, potrei iniziare a ricordare qualcosa...»
«Visto che hai fretta, ora portiamo Mika giù, fino al ring, dove lo metteremo alla prova. Da lì te ne potrai andare a casa. Quando ci sarà l'incontro di Mika ti faremo avere il sette percento degli introiti, stanne certo, ma tu a lui te lo devi scordare: è il nostro pugile, non il tuo».
Cattelan deglutì, sfregandosi le mani come se avesse avuto freddo.
«Va... va bene» Disse «Vi piace proprio questo Mika. Tenetevelo. Tanto è un piantagrane che vi farà diventare matti».
Fece per girare sui tacchi e andarsene quando Marracash lo afferrò per un braccio.
«Vieni ad assistere all'incontro dimostrativo» Sussurrò il proprietario del locale «Poi, se vuoi, te ne vai al diavolo».
Cattelan rabbrividì, ma non aveva altra scelta che accettare: scese con loro nel sotterraneo.
Lo stanzone in cui si sarebbe svolto il torneo era praticamente una piccola arena, con spalti di cemento, due file di sedie di plastica blu attorno al ring, il quale campeggiava al centro del locale, ed enormi luci alogene che in quel momento erano spente, lasciando ad illuminare la stanza solo alcuni tubi al neon a parete.
Cattelan vide che c'era qualcuno sul ring, ma c'era troppo buio per capire chi fosse: doveva trattarsi del pugile che avrebbe messo alla prova Mika... da quanto tempo li stava aspettando laggiù, nell'oscurità?
Qualcuno strinse la mano di Alessandro.
«Sant'Iddio!» Sobbalzò l'uomo «Oh, sei tu Mika!»
«Vuoi lasciarmi da solo perché sono stato cattivo?» chiese il pugile in un sussurro, senza lasciargli le dita «Ti ho fatto diventare matto?».
Cattelan sospirò. Si sentiva come un cattivo di serie z, scritto male, interpretato male e comunque malvagio.
«No» Rispose a voce altrettanto bassa «È che se non ti lascio a loro mi fanno sparire dalla circolazione. Non preoccuparti: tu sei stato bravo e loro avranno cura di te»
«Ma tu sei il mio manager!»
«Shh! Sh, per favore Mika, per favore, loro sono pericolosi più di quello che sembrano, loro sono...»
«Che cosa confabulate lì dietro?» li interruppe Elodie
«Niente» rispose prontamente Mika, con un sorriso smagliante «Catellan ha dimenticato i miei guanti e gli stivaletti nella macchina. Io gli dicevo "vai a prenderli"»
«Sì, infatti» si affrettò a confermare Cattelan «Corro a prenderli e arrivo!».
Mentre il manager si precipitava su per la sale, Mika fu accompagnato in un piccolo tour dell'arena
«Aspetta, ora accendiamo la luce» Disse Marracash, camminando adagio verso un grande pannello di controllo
«Questo è tutto vostro?» volle sapere Mika
«Sì, certo. Noi siamo appassionati della nobile arte, il pugilato, e abbiamo voluto creare un nostro... tempio, possiamo chiamarlo tempio, dove mettere in scena scontri che altrimenti non potrebbero esistere»
«Bello»
«Ovviamente c'è un prezzo da pagare per tutte le cose belle, che nel nostro caso è la segretezza» Marracash fece un gesto con la mano aperta, mostrando l'intera stanza «Quello che facciamo qui dentro non lo raccontiamo fuori, e saremmo felici che anche tu non lo facessi».
Mika non disse niente, guardando verso la persona che stava sul ring, gli occhi stretti nel tentativo di mettere a fuoco qualche dettaglio.
«La temperatura è di tuo gradimento?» Chiese Elodie
«Eh?» fece Mika, battendo le palpebre
«Hai caldo oppure freddo? Stai bene?»
«Sì. Io non ho freddo»
«Puoi toglierti la maglia, per favore?»
«Io... sì. Devo?»
«Vuoi combattere vestito?»
«Ah, è per la boxe!» Mika sorrise, cominciando a sbottonarsi i pantaloni, sotto cui aveva indossato i suoi nuovi calzoncini arcobalenati «Mi preparo subito!».
Mise i pantaloni da parte, su una sedia, poi si sfilò anche la maglia. Le luci bianche dei neon sembrano tagliare, scolpire brutalmente il suo torso asciutto, gli addominali lunghi e stretti, i muscoli dorsali guizzanti, le belle spalle rotonde. Aveva una spolverata appena di peli neri sul petto.
«Poca massa» Commentò Marracash «Asciutto e funzionale: hai l'aspetto di un vero pugile».
Mika, contento, mostrò i bicipiti flessi. In quel momento, alcune persone iniziarono ad entrare nel sotteraneo; erano un gruppetto e alcuni di loro avevano in mano pacchetti di pop-corn.
Facendosi spazio fra di loro arrivò anche Cattelan, con una busta di carta grande che recava stampato il logo di una profumeria.
«Permesso... scusate, scusate... Marra!» Alessandro si avvicinò trotterellando «Ma che, ci sono anche spettatori?»
«Sì» ghignò Marracash «Ci sarà qualche spettatore»
«Tu non me la stai contando giusta per niente, perché me lo dici con quella faccia lì?».
Un altro gruppo di persone, questa volta ragazze ridacchianti con al seguito un paio di preadolescenti truci, era appena entrato.
«C'è il pubblico? Marra?! Elodie?! Perché c'è il pubblico?» Domandò allarmato Cattelan
«Abbiamo venduto i biglietti per l'evento di oggi pomeriggio» spiegò serafica Elodie «Prezzo ridotto speciale, solo un euro. Tanto ci rifacciamo con le consumazioni»
«Quindi alla fine credevate in me! Eravate sicuri che avrei portato Mika!»
«Per niente, Cattelan»
«Allora cos'è che la gente è venuta a vedere? Cioè, con solo un euro di biglietto lo capisco che chiunque sia anche solo un minimo assetato di sangue si precipiti qui, ma se il match è scarso voi non vi fate buona pubblicità, no? E questa cosa del biglietto a un euro mi sa di trovata pubblicitaria, tipo che volete convincere qualcuno a tornare anche per il Luna Loca, esatto?»
«Esatto. Dovresti lavorare in un'agenzia pubblicitaria»
«Ci ho provato, non è che non ci ho provato, eh»
«Il pubblico è venuto a vedere lui» Elodie indicò il ring, dove il misterioso pugile riposava all'angolo, appoggiato sulle corde mollemente «Di Mika non ne sanno niente. Si aspettano un incontro in cui il loro beniamino schiaccerà qualunque avversario gli si metta contro, perciò anche se ci avessi portato un Mika finto andrebbe bene».
«E se non vi avessi portato nessuno?»
«Avremmo fatto combattere direttamente te, cocchino»
«B-beh, l'ho scampata direi... questa settimana ne ho presi pure troppi di pugni in faccia. E comunque, chi è il tizio sul ring?»
«Non lo hai ancora riconosciuto?»
«Dovrei mangiare più carote e mirtilli, perché ho una visione notturna davvero terribile. No, chi è?».
Altra gente continuava ad arrivare in un flusso continuo, vociando e prendendo posto sugli spalti.
«Fai preparare Mika» Ordinò Marracash «Guanti e stivaletti, su, su Cattelan!»
«Non si è neanche riscaldato!» si lamentò Alessandro
«E allora riscaldalo. Un paio di jumping jacks, un bel massaggio, ma lo voglio pronto in cinque minuti»
«Okay, tiranno!».
Cattelan posò a terra la busta, fece sedere Mika e iniziò tirando fuori gli stivaletti.
«Ascoltami» Disse, inginocchiandosi per sfilare le converse al pugile «In questo ring ho visto succedere di tutto. E non intendo cose belle, non cose brutte, terribili. Non tutte le persone che partecipano a queste cose sono brave persone, anzi, la maggior parte non lo sono, mi capisci?»
«Sì» sussurrò Mika, spingendo un piede in uno degli stivaletti che il manager gli teneva fermo
«Ora, fra meno di cinque minuti salirai su quel ring. Non è importante che tu questo incontro lo vinci o lo perdi, conta solo che ne esci vivo e tutto intero, mi capisci?»
«Sì»
«È molto importante che, quando sei lassù, tu mi ascolti. Io posso vedere dall'esterno che cosa sta succedendo e posso aiutarti. Ma tu mi devi ascoltare, perché questa situazione è pericolosa, capisci?»
«Sì»
«Anche il tuo avversario riceverà dei consigli» Cattelan iniziò a bendare con cura la mano sinistra di Mika «Tu pero li devi ignorare. Devi sentire solo quello che ti dico io, non quello che ti dice l'avversario, non quello che ti dice il manager dell'avversario e neanche il pubblico. Non devi ascoltare nessuno, solo me. Capisci?»
«Sì»
«Hai fatto pipì? Prima che ti metta i guantoni devi averla fatta»
«L'ho fatta»
«Altre cose di cui hai bisogno? Caffè?»
«No. Voglio solo... solo salire sul ring» gli occhi del giovane pugile brillavano
«Okay, tigre. Sono contento che almeno tu sia pronto a questa cosa. Sai cosa?»
«Cosa, cosa?»
«Sei davvero una persona... un pugile...»
«Prima guardami combattere» lo interruppe Mika, determinato.
Cattelan annuì, i denti stretti, finendo di preparare quello che lui ancora considerava il suo pugile. Sì, lo sapeva che era ridicolo essersi affezionato in quel modo ad un piantagrane che conosceva da così poco tempo, che per giunta lo aveva insultato e picchiato, ma non poteva farci proprio niente: si sentiva come Filottete con il suo Ercole.
«Vai e stendilo, tigre!» Esclamò, poi ci ripensò «No, aspetta, prima sciogliti un po' il collo e saltella, non vogliamo che ti fai male così, okay?».
Mika si alzò e sciolse i muscoli, fece scrocchiare il collo (e rabbrividire Cattelan), alcuni piegamenti sulle gambe e cinque flessioni, poi saltellò sul posto facendo cozzare un guantone contro l'altro.
«Sono pronto, ready as I'll ever be!» Disse con energia.
Il suo avversario continuava a non fare niente, come un gatto morto all'angolo.
«Mika!» Esclamò una donna, alle spalle del pugile e del suo manager (facendo sobbalzare quest'ultimo)
«Emma!» gridò Mika, girandosi di scatto
«Lo sapevo che questo incontro a sorpresa puzzava di te!» commentò lei
«E sei qui per vedermi!»
«E come no. Per vedere come ti farà il culo a strisce, tesoro».
Emma indossava un giubbotto di pelle nera quella sera, e intorno agli occhi esibiva un trucco nero, sfumato, come due vecchi ematomi.
«Senti» Si intromise Cattelan «Se sei qua per distrarmelo e fargli ridurre la faccia come quella che hai tu, meglio che te ne vai subito»
«Neanche un "ciao" tu, eh» Emma si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Comunque ciao, Alessandro»
«Ciao e arrivederci, allora»
«Ma fa sempre lo scemo così, anche con te, Mika?».
Il pugile, saltellando, si strinse nelle spalle. «Sì» Disse.
Cattelan alzò un indice ammonitore «Ma come sì? Ma da che parte stai tu?» Ringhiò
«Dalla nostra» rispose Mika «Di me e di te»
«Sì, di me e di te... guarda in "nostra" dovrei esserci anch'io!»
«Vabbé» Sussurrò Emma, afferrando Mika per un polso «Sta arrivando un sacco de gente e non mi lasciano il posto, che voglio vederti dalla prima fila. Io vado»
«Okay» il pugile si chinò verso di lei, gli occhi quasi allo stesso livello «Dopo ci vediamo, sì?»
«Certo» lei gli diede un bacio sulla guancia, poi si defilò per occupare uno dei pochissimi posti in prima fila che non erano ancora occupati.
Cattelan sbuffò. «Vi baciate anche adesso, Michael?» Chiese ironico.
Per tutta risposta, Mika raddrizzò la schiena e si massaggiò la guancia.
Un faretto a occhio di bue si accese ed illuminò la figura di Elodie che stava in piedi al centro del ring, con in mano quello che sembrava un microfono da annunciatore vecchio stile, di metallo argentato e con il filo.
«Signore, signori e ogni declinazione della razza umana» Disse con voce alta e chiara, che si diffondeva in ogni angolo amplificata dalle casse «Benvenuti tutti all'incontro di pugilato di stasera, una gemma del combattimento che potete ammirare solo qui, al Suave!».
Il pubblico, gasato, rumoreggiò. Qualcuno, nelle ultime file, gridò: «Sei bellissima! Voglio i tuoi figli!».
Dopo qualche istante si sentì un suono di pugni, un grido soffocato e un rumore di trascinamento nel buio. Elodie continuò ad annunciare:
«Un metro e novantatré centimetri di altezza per ottantasei chilogrammi di peso, all'angolo rosso del ring abbiamo un vero campione, il beniamino del popolo, il multiforme, il sorprendente. Direttamente da Roma, fra Glam e provocazione, torna ACHILLE LAURO!».
Cattelan boccheggiò. «Oh no» Riuscì solo a gorgogliare.
Tutte le luci dell'arena sotterranea si accesero contemporaneamente. Il pugile all'angolo del ring si drizzò in tutta la sua altezza, abbandonando le corde su cui era stato appoggiato fino ad ora, e si esibì in un inchino elaborato a favore del pubblico, che urlava il suo nome ad intervalli regolari.
Aveva capelli lisci, spettinati, rasati corti ai lati e tinti biondi, le braccia coperte di tatuaggi, tatuaggi in faccia e l'enorme disegno di un drago e di una tigre che si sfidavano sul suo petto. Quando si rialzò dal suo inchino, Cattelan poté notare il trucco rosso sangue intorno ai suoi occhi.
«E ora lo sfidante!» Annunciò Elodie, facendo con la mano un cenno in direzione di Mika
«Vai, sali, sali sul ring!» si affettò a dire Cattelan, spingendo il suo protetto
«Un metro e novantadue centimetri di altezza per ottanta chili di peso...»
«Ma quand'è che ti hanno misurato? Tirando ad indovinare così, a occhio?»
«... All'angolo blu del ring abbiamo una leggenda vivente, o forse dovremmo dire una leggenda metropolitana! Il Rivoluzionario Parigino!».
Il pubblico scoppiò in un urlo collettivo di sorpresa e gioa.
«Il Pazzo Londinese!» Rincarò Elodie.
Un altro urlo, più forte, più accorato ora che altra gente stava intuendo.
«Il Fulmine di Beirut!».
Qualcuno strillò come se gli avessero sparato, fra il pubblico si levarono canti confusi e ansiti animaleschi.
«Per la prima volta sul ring del Suave, Mika!».
Cattelan afferrò una caviglia del suo pugile per non farlo avanzare subito.
«Stai attento» Disse rapidamente, persino più del solito «È un professionista vero, fa pugilato vero, non dovrebbe essere qui, è il prossimo sfidante per una cintura. Ora vai, forza!».
Mika avanzò fino a fronteggiare Achille, al centro del ring. Fra di loro, a separarli, Elodie.
«Non c'è un arbitro sul ring» Spiegò la donna «Ma voglio un match pulito. Sono solo tre round da dieci minuti. Il pubblico decreterà a votazione chi ha vinto. Siete pronti?»
«So' nato pronto» rispose Achille, strascicando le parole con accento romano
«Sì» fece Mika, annuendo
«Bene. Toccate sportivamente i guantoni per salutare. Oppure no, imbruttitevi, fate un po' quello che volete, basta che aspettate il suono della campanella prima di darvele».
Elodie scese dal ring, portandosi via il microfono.
«Io so' Achille, piacere» Disse il biondo, rilassato
«Io Mika» risposte il brunetto
«T'ho visto in un filmato raro amatoriale che gonfiavi tutti in una rissa in Francia, cioè, fighissimo»
«Grazie. Io ti ho visto in televisione, versus Hell Raton»
«Aò, so' onorato».
La campanella suonò tre volte. Achille istantaneamente alzò la guardia e indietreggiò. Al contrario di Mika non saltellava vigorosamente, ma molleggiava quasi pigramente sulle gambe, stando sollevato sugli avampiedi. I guantoni, viola e tempestati di glitter, luccicavano lasciando piccole scie di luce nell'aria.
Mika partì all'attacco, furioso, inaspettato, costringendo Achille a parare e indietreggiare ad ogni colpo, rendendo le schivate troppo pericolose.
«Smettila di martellarlo così!» Gli gridò Cattelan «Ti stanchi Mika, poi quando reagirà non avrai fiato!».
Il pugile bruno indietreggiò, la guardia ben alzata.
«'Tacci» Ansimò Achille «M'hai già sfracagnato le bracci, oh!»
«Vuoi arrenderti?» ghignò Mika, tirando un paio di jab all'aria
«Neanche per sogno, teso': io so' una vecchia pazza e tutti sanno che le vecchie pazze so' irriducibili!»
«I-rri-du-ci» non fece neanche in tempo a provare a ripetere quella parola che Achille gli girò intorno con un passo repentino, muovendosi come una donnola, e lo colpì alla parte bassa del fianco con un colpo micidiale.
Mika approfittò dello spiraglio nella guardia dell'avversario per assestargli un gancio alla testa così violento da scaraventarlo a terra. Tutto il pubblico trattenne il fiato.
Mika zoppicò indietro, piegato: il fianco colpito pulsava dolorosamente, le ramificazioni di quella sensazione che gli si infilavano fra muscoli e ossa fino alla schiena.
«Bravo Mika! Bravo Mika!» Gridava Cattelan, aggrappato al bordo del ring.
Il pugile bruno notò che anche all'angolo del suo avversario c'era un uomo, un ragazzo magro, dai lineamenti scavati, con le occhiaie e i capelli corti tinti di blu elettrico, che batteva i pugni al tappeto.
«Achille! Achille, eddai Achille!» Gridava costui, a ritmo con le percussioni delle sue mani.
Il biondo, sfidando il conto di dieci (che Marracash stava facendo ad alta voce) si alzò con flemma. Aveva la bocca sporca di sangue, il labbro inferiore arrossato come se fosse stato truccato. Alzò la guardia.
«Viecce» Disse, cupo.
E Mika, urlando, prese a martellarlo, un colpo dopo l'altro, guantoni contro guantoni, e poi sui fianchi, sulle braccia, un animale deciso ad abbattere la preda. Achille si difese per qualche istante, poi iniziò a colpire anche lui. Mika schivò, ma aveva un problema, un vizio di forma: quando evitava un pugno abbassava le braccia, quasi esse fossero d'ostacolo al movimento. Dopo tre prove, Achille se ne accorse e, uno-due, lo colpì con il sinistro per farlo schivare e con il destro al petto, quando Mika aveva le braccia basse. E poi ancora un pugno al volto, uno alla spalla, finché Mika non riuscì a riprendere il controllo spezzando la catena di colpi, così ben protetto da sembrare raggomitolato.
«Te so' piaciuti, bello de zia?» Lo punzecchiò Achille
«Sì» Mika annuì, nascosto dietro i guantoni
«Allora dài bello, che n'arrivano artri».
Iniziò in realtà una fase di studio, in egual modo difensiva da parte di entrambi. Achille sapeva, per quel colpo che aveva preso all'inizio e che ancora gli faceva fischiare le orecchie, che Mika era assolutamente in grado di reagire anche se era in svantaggio, anche se il nemico era oltre la sua guardia, e perciò gli usava cautela, mentre Mika stava cercando di recuperare dopo l'ultima serie di pugni.
La campanella suonò. «Fine primo round!» Annunciò Elodie.
Achille lasciò ricadere le braccia, la faccia sudata, arrossata e sorridente, poi trottò a parlare con l'uomo dai capelli blu al suo angolo.
«Mika!» Gridò Cattelan «Vieni qua!».
Il pugile bruno si inginocchiò al tappeto per guardare in faccia il suo manager.
«Che c'è, Alessandro?»
«Ascolta, hai fatto un primo round ottimo. Buono, davvero buono, specie contro uno come Lauro. Però quando schivi non devi tenere le braccia basse, lo capisci? No, le braccia basse no!»
«Non lo faccio apposta» il pugile si accigliò
«Lo so. Senti lo so, lo capisco, sei abituato così. Avrai tempo per levarti questo vizio, ma questo tempo ti serve e ora tempo non ne abbiamo. Quindi sai cosa devi fare?»
«No. Cosa?»
«Non schivare. Non schivare più, para soltanto per ora, va bene?»
«Sei...»
«Sì, sono sicuro. Basta schivare, così gli levi l'unico vantaggio che ha».
Mika guardò in direzione dell'altro angolo. Achille si era seduto per terra, a gambe larghe con la schiena appoggiata al paletto, e il suo manager gli parlava fitto fitto, tutto proteso verso di lui.
«Quello lì è uno forte» Commentò Cattelan «Non ti fare ingannare dai glitter. Non ho idea del perché sia qui, di quanto l'abbiano pagato per essere qui... non dovrebbe. Vuoi bere?»
«No» disse il pugile
«E ora bevi lo stesso» il manager estrasse una borraccia dalla busta di carta e si arrampicò a bordo ring per tenderla alla testa del suo protetto «Bevi!».
Mika fece una piccola smorfia di disappunto, ma obbedì, prendendo un paio di sorsi d'acqua.
«Secondo round tra dieci secondi! Pugili al centro!» Esclamò Elodie nel microfono.
Achille ritirò le lunghe gambe e si alzò in un balzo, scuotendo la testa come un cane bagnato. Mika avanzò, raggiungendolo al centro del tappeto.
«L'ho già visto da qualche parte il tuo manager» Disse Achille
«Io no. Solo da poco lo conosco» rispose Mika.
La campanella suonò. Il biondo alzò la guardia, facendosi repentinamente indietro per schivare un gancio di Mika. Iniziò una danza di affondi, schivate, parate, aprendo un secondo round molto più equilibrato del primo.
«AOUH!» Strillò all'improvviso Achille, in tono minaccioso.
Mika si coprì istintivamente la faccia, lasciando scoperti i fianchi. Pum pum! Si beccò due pugni, uno a destra ed uno a sinistra sulle reni. Indietreggiò barcollando fino alle corde, sibilando fra i denti serrati.
«Te piacciono?» Lo provocò Achille, molleggiando.
Mika si scagliò in avanti, ma il suo avversario schivò, si abbassò, con un pugno lo centrò sugli addominali, si fece di nuovo indietro.
«Che fai, Mika? Che diavolo fai?» Gridò Cattelan «Prima non ti saresti fatto beccare da colpi del genere! Ripigliati!».
Mika gli lanciò un'occhiata velenosa, ma bastò quella minuscola distrazione perché Achille mettesse a segno altri due colpi.
«Te sei rincretinito?» Domandò, una risata nascosta fra le parole «Che c'hai? Tutto questo era il grande Mika? Come te chiamano? Er Pallone Gonfiato dell'Iraq?»
«Fulmine di Beirut» ansimò Mika, strascicando i piedi all'indietro «Non posso schivare»
«Non ti mettere a parlare con lui!» ordinò Cattelan, secco
«Non puoi schiva'? Perché, sei un robot e ti s'è rotta la schivata automatica?» scherzò Achille.
Mika gli sferrò un colpo diretto al volto, ma il biondo lo parò senza troppa difficoltà.
«Gioco di gambe! Gioco di gambe, Mika!» Urlava Cattelan «Ora che ti serve non lo fai? Ti sei stancato prima? Forza, gioco di gambe, tu sei veloce, prendilo in contropiede!»
«Ecco, prendime 'n contropiede» ghignò Achille.
Mika sbuffò e torse il corpo intero in un gancio micidiale. Anche se Achille aveva parato, la forza del colpo fu tale da spingere il suo stesso guantone contro la sua faccia. Il biondo indietreggiò stordito, la bocca spalancata da cui non usciva alcun suono e Mika non perse neppure un millesimo di secondo, ma colpì ancora e ancora, mentre Achille teneva le braccia alte, così da alte da avere gli avambracci davanti alla testa.
Mika caricava e rilasciava, una molla d'acciaio con due pugni micidiali, poi abbassò la testa, in tensione come una lancia, e nel momento in cui entrambe le mani dell'avversario ricaddero ai lati del corpo, scagliò un affondo alla bocca del suo stomaco. Il rumore, un sordo "thomp!", riempì l'arena sotterranea nel silenzio del pubblico. Achille si piegò in due, poi come un albero tagliato, cadde rigido a terra.
«Uno!... Due!...» Iniziò a contare ad alta voce Marracash.
Mika, in piedi, continuava a tenere i guantoni alzati ed ansimava. Gli tremavano un po' le spalle per via dello sforzo così concentrato in poco tempo. Guardò a terra, cercando di capire se il suo avversario ci sarebbe rimasto oppure no. Achille mosse la testa, strusciando la guancia al tappeto, rivolse lo sguardo a lui e... gli fece l'occhiolino.
«Quattro!... Cinque!....».
Mika si guardò intorno, frenetico. Sembrava che nessuno avesse notato il gesto anomalo.
«Bravo Mika! Bravo! Vedi che se mi ascolti funziona? Dai che ci portiamo la vittoria a casa, dài, sì!» Esultava Cattelan.
Mika abbassò le braccia. «Alzati!» Gridò, rivolto ad Achille «Alzati, get up!».
Il biondo gli sorrise e si lasciò andare completamente al tappeto, chiudendo gli occhi.
«Otto!... Nove!... Dieci!».
La campanella suonò. Incredulo, Mika si guardò intorno, poi cercò di aprirsi un guantone con i denti.
«Il vincitore dell'incontro di stasera, per knock out, è Mika!» Annunciò Elodie.
Cattelan passò fra le corde, correndo ad abbracciare il suo pugile.
«Abbiamo vinto! Mika, hai vinto!» Esclamava, dando pacche sulla schiena sudata del giovane.
Mika riuscì a buttare a terra un guantone, poi a sfilarsi l'altro con la mano libera.
«Alzati! Get up, Achille!» Gridò, precipitandosi a strattonare l'uomo a terra «It's not over! It's not over, Achille! Not over!»
«Lascialo stare Mika, non ce la fa più» lo pregò Cattelan
«It's not over! NOT OVER!» ruggì il giovane pugile, girandosi solo un istante verso di lui, le pupille dilatate, prima di tirare in piedi Achille a viva forza.
Cattelan si morse un labbro. Non gli piaceva quello che aveva visto negli occhi del giovane, tanto quanto non gli piaceva la piega che stava prendendo la situazione.
Marracash era salito sul ring. «Lascialo, è finita!» Ordinò.
Mika sferrò un pugno a mano nuda al volto di Achille Lauro.
«Ma che sei matto?!» Strillò Cattelan, afferrando un braccio del pugile per tirarlo indietro, imitato da Marracash che agì sull'altro lato.
Achille ricadde a terra rotolando, con la testa buttata all'indietro, la gola esposta.
«It's not over!» Ruggì Mika, strattonando per liberarsi dai due uomini che lo tenevano fermo e riuscendoci dopo neanche due secondi.
Gli uomini della sicurezza salirono sul ring, tutti a cercare di fermare il pugile impazzito, poi arrivò un collaboratore del Suave, un cameraman e un fan, e alla fine c'era una piccola folla a spingere e trattenere Mika, il quale svettava su di loro schiumante, sempre più arrabbiato per ogni secondo che passava.
«It's not over, Achille! Achille, ACHILLE!»,
Il pugile bruno fu sollevato di peso da otto persone, mentre Cattelan cercava di tenergli a bada le mani e lo rassicurava.
«È finita Mika, hai vinto, è finita, tranquillo, è finita» Gli ripeteva, evitando ceffoni.
Poi un monito, un grido, lacerò l'aria: «GLI SBIRRI! GLI SBIRRI!».
La gente iniziò a riversarsi fuori alla rinfusa, a nascondersi nei bagni, a infilarsi dietro gli spalti.
Qualcuno fece sparire la campanella, qualcun altro smontò le corde, e in tutto quel trambusto Achille Lauro si alzò come se niente fosse e si allontanò con il suo compare dai capelli blu.
Sembrava che nella confusione nessuno se ne fosse accorto... tranne Mika, che non gli levava gli occhi di dosso.
«Achilleeee!» Strillò come un'aquila, scalciando abbastanza da rovesciare a terra due di quelli che lo tenevano sollevato, sgomitando con furia, liberandosi.
«Mika! MIKA!» Allarmatissimo, Cattelan provò ad afferrargli un polso, che però gli scivolò dalle dita «Non possiamo permettercelo! MIKA, pazzo di manicomio, torna qui!».
Ma il pugile aveva attraversato la sala in poche rapide e lunghe falcate, lanciandosi su per le scale, appresso al suo avversario... ma invece di raggiungerlo, si trovò di fronte a tre agenti di polizia, due maschi e una femmina, che parlavano con un Marracash serafico.
«Ah» Disse l'agente donna, indicando Mika «E che ci fa a questo DJ set questo qui, tutto sudato e in pantaloncini?»
«Pantaloncini arcobaleno» precisò Marracash, con un sorriso affabile «Ballerino, ovviamente. Cubista. Non sei un cubista, Mika caro?»
«Dov'è Achille?» domandò il pugile, guardandosi in giro
«Il tuo ragazzo? L'ho visto uscire con un altro, a dire il vero... uno con i capelli blu» Marracash si rivolse di nuovo alla poliziotta «Abbiamo fatto una serata gay. E come al solito ci sono quelli che vengono a rimorchiare e si dimenticano, ops, accidentalmente di avere un ragazzo. Achille era quell'altro che avete visto passare prima»
«Quello con i lividi in faccia e il labbro spaccato?» volle chiarire uno degli agenti maschi
«Già. Sono volate un po' di botte... c'è stata una piccola colluttazione, fra Mika e Achille. Achille si era anche truccato per farsi carino» Marracash scosse la testa come a dire "oh, agenti, con che gente devo vedermela..." «E il suo ragazzo non lo ha retto. Nessuno dei due sapeva che l'altro fosse qui. Credo che siano questi i "disordini" che vi hanno denunciato, ma abbiamo sedato la rissa sul nascere. Se però Mika vuole sporgere denuncia... Mika, vuoi sporgere denuncia? I nostri amici agenti possono aiutarti».
Mika scosse la testa, le narici dilatate.
«Voglio prendere Achille» Disse, a denti stretti «Lo voglio...»
«Ah, la passione!» scherzò Marracash, ridendo nervosamente
«... Ammazzare. Mi ha preso in giro. Anche tu, ti ha preso in giro. E io lo spacco».
Marracash fece un sorrisetto agli agenti, come per dire loro "siate indulgenti, è solo un ragazzo tradito".
Gli agenti non furono indulgenti.
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Published on September 30, 2022 14:39