Debora Parisi's Blog, page 11

June 7, 2021

Segnalazione "Alexander: le squadre della morte" di Ivan Rocca

 

Buongiorno a voi, splendide persone, oggi vorrei segnalarvi "Alexander: le squadre della morte", primo voluem della saga fantasy di Ivan Rocca.

Prezzo Kindle 4,99 EuroPrezzo Cartaceo 10,90 EuroLunghezza 395 pagine
Link Amazon https://www.amazon.it/dp/B08WZH54RNSito internet www.ivanrocca.com
      

             TRAMA

 

Pochi decenni sono trascorsi da quando il Grande Regno si è frantumato. In un mondo dove le nazioni si stanno ancora riprendendo dalle devastazioni della guerra, la brama di conquista di alcuni è ancora viva. Il giovane Alexander, cresciuto tra le fila del Male, viene chiamato a fare parte della diciannovesima Squadra della Morte, un'elite di combattenti scelti per compiere una serie di missioni delicate. Tra inganni e intrighi di Palazzo, Alexander cercherà di far luce sull'origine del misterioso Oggetto che porta sempre con sé. 

 

  

 

            ESTRATTO 

 

Qualcuno entrò nel corridoio delle celle. Il prigioniero udì una serie di passi. Provò a calcolare in quanti potessero essere. Chiuse gli occhi e si concentrò. Uno… due… tre… e ce n’è anche un quarto. Ma altri rumori li accompagnavano. Il primo era il classico sferragliare di catene trascinate, un suono comune in una prigione. Il secondo era un cadenzato colpo secco, come di legno su pietra.

Ecco svelato l’inghippo, pensò il prigioniero. Due guardie scortavano un carcerato. Un druido li accompagnava.

Quando furono in prossimità della sua cella, credette la ignorassero come se non fosse mai esistita. Invece si fermarono. Il prigioniero udì il tintinnare delle chiavi e poi lo scatto della serratura. Le guardie non si erano nemmeno degnate di dare una sbirciata preventiva dallo spioncino. Come biasimarle, pensò. Legato com’era al muro, non poteva spostarsi dalla parete nemmeno di una decina di pollici. Per quattro lunghe notti aveva dormito appeso ai ferri e per tre giorni aveva urinato nei pantaloni.

Il chiavistello prese a scorrere nella corsia e la porta della cella fu aperta. Attraverso le croste di sangue rappreso che gli appesantivano le ciglia, il prigioniero si accorse di aver indovinato. Uno dei guardiani era entrato nella cella buia, subito seguito da un druido anziano, come indicava la pregiata fattura del bastone nodoso su cui stringeva il palmo. La guardia gli avvicinò malignamente una torcia accesa al viso, ben sapendo che l’individuo lì recluso era accecato a causa dell’assenza di luce degli ultimi giorni.

Sfidando il bagliore, il prigioniero guardò in faccia il suo aguzzino. Si trattava di una di quelle guardie che l’avevano pestato a sangue al momento della cattura. Gli sorrise beffardo pensando a quanto sarebbe stato utile come cavia vivente nei suoi esperimenti per far rivivere parti del corpo amputate e ancora sanguinolente.

“Trovi la cosa divertente, mostro?” chiese la guardia avvicinandogli ancora di più la fiaccola al volto. Poté sentire il calore della fiamma fargli evaporare il sudore sulla fronte.

Il carceriere stava masticando forsennatamente una foglia di tabacco. Senza sapere perché, proprio confermando le parole dell’altro, il prigioniero lo trovò divertente. La guardia s’imbufalì e gli sputò in faccia. Poi, con un pugno lo colpì alla bocca dello stomaco.

“Calma, calma” intervenne il druido. “L’accusato deve ancora subire il giusto processo.”

La guardia non si arrese, anche se si acquietò un poco. “Perché, serve un processo a questo bastardo? Tutti noi siamo stati testimoni dei sacrilegi che ha compiuto. Se ripenso a tutti quei cadaveri…”

“Sarà lo Spirito della Collina a emettere il verdetto. Chi siamo noi semplici umani per giudicare un nostro pari?”

“Lui non è… umano” insinuò la guardia arricciando il naso.

“Lo è, almeno per metà. Te lo garantisco. Portiamolo fuori. La cella puzza come un letamaio.”

Il prigioniero fu slegato dai ceppi agganciati al muro. Gli furono applicate delle catene ai polsi e alle caviglie. Le maglie erano poche e fu costretto a camminare facendo piccoli passi. 

Uscendo dalla cella, diede una fugace occhiata al compagno di sventura. Era un uomo tutto pelle e ossa. Le vesti strappate pendevano flaccide, i lunghi capelli unti sparsi attorno alla testa gli davano le sembianze di un salice piangente. L’aspetto smunto rivelò che doveva essere rimasto in cella per molto più tempo rispetto a lui. Forse un mese.

I due prigionieri furono scortati fino a una scala di pietra. Le guardie li spronarono con dei calci. Salire venticinque ripidi gradini di pietra era una vera impresa per chi aveva passato giorni e giorni immobilizzato al muro e scarsamente nutrito.

I prigionieri furono tenaci. In superficie c’era qualcosa che ciascun essere vivente avrebbe desiderato dopo tutto quel tempo in gattabuia. Non si trattava della fragile speranza di un’assoluzione – la loro condanna alla pena di morte era certa – ma semplicemente di rivedere la luce del sole, sentirne i caldi e dorati raggi sulla pelle.

Un tale piacere non fu loro concesso. Le guardie li incappucciarono sul pianerottolo e li caricarono su di un carro parcheggiato sotto a un portico.

Il prigioniero ascoltò i futili discorsi tra il conducente e un membro della scorta. Il guidatore sosteneva che la moglie lo tradisse con il fabbricante di selle. Comunque, ribadì, ciò non aveva alcuna importanza. Lui la tradiva con la consorte del sellaio almeno da un paio d’anni.

Il druido doveva essere lì con loro, dentro il tendone del carro. Il prigioniero ne percepì la presenza al suo fianco. Il druido sapeva di muschio e di erba fresca e di corteccia d’albero. Tutti odori a lui così familiari.

Un’ora di viaggio fu sufficiente per arrivare a destinazione. Incappucciarlo non era servito a molto. Il prigioniero sapeva già dove sarebbero stati condotti.

Qualcuno lo scaraventò giù dal carro con una pedata. Il malcapitato riuscì a girarsi durante la caduta e atterrò su di una spalla, lussandosela. Sempre meglio che cadere di faccia e rompersi il naso, pensò.

“Ha ha ha! Guardatelo poverino, il mostro è inciampato nelle sue stesse gambe” lo canzonò una guardia.

Il prigioniero non si scompose. Sin dalla più tenera età era abituato a essere insultato e malmenato. Lo chiamavano mostro, orecchione a punta e bambino con la faccia da vecchio.

D’improvviso gli levarono il cappuccio e fu costretto a socchiudere gli occhi. La luce del sole era accecante ma confortevole. Faceva dimenticare tutti gli spiacevoli avvenimenti accaduti dalla sua cattura fino a quel momento.

Quando le pupille si furono abituate al chiarore, si rese conto che aveva centrato il luogo di destinazione.

Qualcuno lo chiamava ‘il Santuario’, altri semplicemente ‘la Collina’. Per la Congrega dei Druidi era la loro casa madre, il territorio di origine della stirpe, il luogo di nascita e di formazione di Yluruam, il primo leggendario druido. Agli occhi di un profano sarebbe sembrata un’anonima bassa collina sprovvista di vegetazione e circondata da centinaia di ettari di fertili boschi. Il bosco era conosciuto con il nome di ‘Anello’ per via della sua forma circolare.

 

 

 

 

    BIOGRAFIA 

 

 Ivan Rocca nasce nella provincia di Padova, ai piedi dei Colli Euganei e circondato da stazioni termali. Si trasferisce a Nottingham nel 2011. Attualmente risiede a Sherwood e lavora in un ristorante. Da sempre amante dei generi fantasy e horror, Ivan comincia a scrivere i suoi primi racconti a dodici anni. La sua storia editoriale inizia nel 2014, dopo aver ricevuto un contratto di pubblicazione per la prima edizione di Alexander - Le Squadre della Morte dal Gruppo Editoriale Armenia.

 



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Published on June 07, 2021 04:00

June 2, 2021

Segnalazione "Il ritorno oscuro" di Simone Chialchia

 

 

Buonasera mici ed amici, oggi vorrei segnalarvi il terzo capitolo di un libro fantasy che avevo precedentemente citato, ovvero "Le sette pietre magiche" di Simone Chialchia. 


- Titolo: James Biancospino – Ritorno Oscuro

- Autore: Simone Chialchia

- Editore: Aporema Edizioni

- Genere: Fantasy

- N° di pagine: 370

- Link per l’acquisto/download: https://www.amazon.it/Ritorno-oscuro-Biancospino-Simone-Chialchia/dp/8832144824/

- Copertina flessibile: 14,90 euro – Ebook: 2,79 euro

- Preview online o scaricabile: https://jamesbiancospino.com/scarica-contenuto-gratuito/

- Sito web: https://jamesbiancospino.com/

- Pagina Facebook: https://www.facebook.com/jamesbiancospino/

 

 

                                                                            TRAMA

Le forze che dovrebbero contrastare il Male, invece di creare un fronte comune, sembrano destinate a scontrarsi tra loro e all’orizzonte si profila il trionfo della Setta degli Oscuri. L’unica speranza di riscatto è affidata a James Biancospino. Travolto dalle precedenti battaglie, gravato dal fardello della maledizione, deve misurarsi col proprio passato e la propria coscienza. Tra nuovi incontri e inattese rimpatriate, continua l’epopea del coraggioso ragazzo di Cividale, alla scoperta di se stesso e dello strabiliante potere delle pietre magiche.  

 

                                                                              ESTRATTO

«Anche io ho avuto paura, Victor» disse James, abbassando la voce. «E sai come è andata a finire? Ho bruciato la mia vita per una causa in cui neanche credevo. Ho visto i miei affetti più cari morire, ho perso la mia anima... e per chi? Perché sono ancora qua? Non lo so nemmeno io, ma stai pur certo che non mi fermerò fino a che non avrò tolto di mezzo Wilburn. Lo farò, che tu lo voglia o no.» 

                                                                    BIOGRAFIA AUTORE

Simone Chialchia classe ’91 vive a Cividale del Friuli. La voglia di inventare e raccontare storie per trasmettere emozioni lo spinge alla scrittura. Tra le cose che ha fatto, ciò che lo rendono più orgoglioso sono le sue figlie. La Saga delle Pietre Magiche è il suo primo libro nato proprio durante una passeggiata col suo cane Briscola.


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Published on June 02, 2021 09:00

Segnalazione "Scheggie di parole" di Maria Cristina Buoso





Buongiorno a voi, splendide persone, oggi andrò un po' fuori dagli schemi, segnalando un libro di poesie. L'autrice è Maria Cristina Buoso, scrittrice dei libri "Anime" e "Vernissage". La struttura delle poesie mi ricorda molto quelle futuristiche o surrealistiche,  insomma questo libro è adatto per coloro sempre pronti a sperimentare nuovi stili.
Titolo: SCHEGGE DI PAROLE Autore: Maria Cristina BuosoCopertina flessibile: 54 pagineISBN-13: 979-8724855846Peso articolo: 68 gDimensioni: 12.7 x 0.36 x 20.32 cm https://www.amazon.it/dp/B08ZBJFYD3


                                                                    QUARTA COPERTINA


Si muove in bilico recuperando stilemi ed atmosfere della poesia futurista, della poesia visiva, delle avanguardie e delle sperimentazioni letterarie che hanno caratterizzato i primi decenni del ‘900, la silloge poetica di Maria Cristina Buoso: “Schegge di parole”.

I versi si insinuano, si disgregano, prendono spesso possesso dell’intera superficie della pagina del libro, chiedono spazi e pause di volta in volta diversi; gli stessi segni di interpunzione, le onomatopee, i fonosimbolismi, il raddoppiamento delle consonanti (a creare neologismi), ad esempio, divengono protagonisti fondamentali delle varie liriche, creando così un nuovo rapporto tra lo scritto, l’immagine e di conseguenza il lettore.

Nonostante ciò, le poesie… “Non uccidono alcun chiaro di luna”, come invece tuonava Filippo Tommaso Marinetti nel manifesto programmatico del Futurismo, con lo specifico intento di rompere con la tradizione classica della poesia e della letteratura, esaltando negli scritti ben altri valori come il dinamismo, l’energia, la velocità, l’uso di determinate parole a scapito di altre.

Certamente, le poesie di Maria Cristina Buoso non si perdono in rivoli e descrizioni dettagliate ma conducono all’essenza, al vigore della parola, all’essenzialità anche di una sola parola che diviene verso isolato redatto in maiuscolo oppure in minuscolo rispetto magari al resto della composizione.

A modo loro, anche le poesie contenute in “Schegge di parole” gridano una sorta di indipendenza, una loro voglia “ribelle” di esistere, di non stare alle consuetudini di un margine che le vuole relegate ed allineate a sinistra della pagina.

Ci catapultano perfettamente nel caos di un nuovo mondo contemporaneo che è oggi fatto di tante parole (a volte forse troppe), che ci piovono addosso da più parti: dai mass-media come dalle piattaforme social, eppure in questo caos Maria Cristina Buoso riesce a porre l’accento esattamente su quelle parole che oggi ancora sono importanti e determinanti nel farsi veicolo di sentimenti, di interiorità ed anche di denuncia delle ingiustizie del vivere quotidiano.

Le tematiche infatti affrontate in queste poesie sono le più varie (ed anche in questo senso non rispondono ad un susseguirsi e ad una didascalia precisa): si va dal concetto di bellezza e di anima, agli stati d’animo di donna e dell’essere umano: (“Invidia”, “Rabbia”, “Solitudine”, inadeguatezza nel riconoscersi parte di questo mondo), fino ad assumere i toni della lucida denuncia sociale nel mettere nero su bianco i mali, le storture, i dissidi della società contemporanea: (“Guerra”, “Politica”, “Mafffia”, “Europa”, “Patria”).

Questo libro può considerarsi a tutti gli effetti un breve campionario ma anche un prontuario per riconoscere e per salvare quelle parole che oggi appaiono o che rischiano di rimanere “senza senso e senza futuro”.

Al lettore l’arduo compito di farsi carico, di proteggere ma anche di lasciare andare quelle parole che maggiormente riterrà indispensabili o non indispensabili alla propria vita. 

Buona lettura.

                                                                           BIGORAFIA AUTRICE

Scrive le prime cose quando era giovanissima, inizia con fiabe e poesie, crescendo amplia la sua scrittura con racconti brevi, copioni, romanzi e gialli. 

La poesia “Aiutami” è stata inserita nell’Antologia Multimediale “Una poesia per Telethon”, a scopo benefico (2004). La poesia “Pace in Guerra” nel concorso indetto da A.L.I.A.S.  (Melbourne – Australia), ha ricevuto la Menzione D’Onore. La poesia “Bugie” (Stones of Angles) è stata inserita nel Vol. 6 – In Our Own Words: A Generation Defining Itself - Edited by Marlow Perse Weaver U.S.A. (2005). 

Ha vinto il terzo premio nel Concorso Letterario “Joutes Alpines” dell’Associantion Rencontres Italie Annecy (Francia) per la Sez. Prosa (Italia) con il racconto “Il vecchio album” (1997). Questi sono solo alcuni dei vari riconoscimenti che ha ricevuto.

Ha pubblicato alcuni libri, tra cui nel 2017 “Anime” e “Vernissage” nel 2021.



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Published on June 02, 2021 06:00

Recensione "Endora il tempo degli inganni" di Fernanda Romani. Il trono di spade tra matriarche

 

Buonasera, mici ed amici, siamo arrivati finalmente al terzo episodio di Endora. Che dire, credo che gli amanti dei complotti lo adoreranno.

                                                                            TRAMA

Sul confine ovest del regno di Endora gli attacchi dei selvaggi Qanaki si fanno sempre più audaci. Naydeia si trova a fronteggiare un nemico molto pericoloso con un reggimento stremato e pieno di reclute, mentre il suo matrimonio con Killiar continua ad essere un’incognita, colma di troppi silenzi e incomprensioni.
Tra Daigo e l’ex libero-amante è nata un’amicizia ambigua, basata sull’inganno e sulla solitudine, perché l’Aldair vuole avvicinarsi sempre di più al marito di Naydeia, in cerca della propria vendetta.
A sua volta, Killiar è molto vulnerabile; troppo solo e tenuto a distanza anche da sua moglie che, pur amandolo profondamente, non riesce a credere al suo interesse verso di lei.
Ma il destino è in agguato, pronto a sconvolgere il gioco astuto di Daigo e a mettere alla prova amori e amicizie. La ferocia dei barbari porterà sangue e morte, e i disegni del fato metteranno allo scoperto verità dolorose e segreti antichi.

Nella capitale, Omira, spie e sicarie si muovono in una guerra d’intrighi altrettanto pericolosa, portando avanti la congiura per schiacciare gli aneliti di libertà dei maschi del regno. Yadosh e Rainna devono difendere non solo se stessi e le loro alleate, ma anche la famiglia. Gylia, la figlia maggiore, milita nelle Jamirie, ignara della loro corruzione, ma decisa a difenderne l’onore. Invece Nhavi, la figlia minore, si prepara a combattere al fianco della madre e dell’uomo che considera un padre.
Com’è possibile fare ciò che è giusto quando questo divide la tua famiglia?

Infine, la lotta tra le Sacerdotesse di Katra e le Sciamane di Alcheria si fa sempre più violenta, la magia dello Spirito Guerriero acquista energia e si prepara a reclamare il proprio posto nella società di Endora. Solo un tributo di sangue può fermare la sua corsa verso la verità, e chi è disposta a pagarlo va incontro a un destino di morte.
Rimane ancora una speranza per mutare il destino degli uomini di Endora: l’Ultimo Erede di Innho, anche se di lui si sono perse le tracce. Come e dove trovarlo?

Beh, finalmente si sta scoprendo di più sull'ambientazione e la storia di Endora. Sebbene la saga sia progettata come un low fantasy, un fantasy con pochissima magia in pratica, finalmente si ha una manifestazione del terribile potere dei Guerrieri, bandito da Endora. E i guerrieri paiono proprio la chiave per scoperchiare il vaso di Pandora, la grande congiura che permise alle donne di instaurare un matriarcato invece che una società paritaria.
Se pensavate che il secondo avesse intrighi politici, questo libro vi supererà e scopriremo quanto le Jamire siano corrotte e quanto Yodosh e sua moglie debbano lottare per sopravvivere alla corte. Si avrà una resa dei conti con la maggiore delle loro figlie, ingannata da illusioni di gloria, che non accetta che le sue compagne Jamire non siano un Ordine così rispettabile come dicono. E quando finalmente scopre la verità, non è capace di accettarla così come sia troppo orgogliosa per dire "avevi ragione mamma". Quante famiglie distrutte per l'orgoglio!


Abbiamo anche scontro tra la società patriarcale degli uomini grigi e quello matriarcale di Endora, così come quello Aldair, società patrilineare ma al contempo più libera di entrambe. Gli uomini grigi e le endoriane sono più simili di quel che credono, due facce della stessa medagli perché entrambe le società concentrano il potere su un solo genere. Credo che l'autrice abbia voluto sottolineare come non importa quale genere vada al potere, quando si tratta di dominio e corruzione si è molto simili. Credo sia interessante il fatto che la società Aldair rappresenti un tentativo di società paritaria, anche se imperfetta (le loro donne non combattono, ma si intuisce possano avere ruoli più liberi degli uomini di Endora).


I personaggi sono ben delineati, Yodosh rimane il mio preferito, un uomo senza potere che ha il coraggio di combattere un sistema sessista e pericoloso tanto quanto il nostro. Yodosh è un uomo in bilico tra i suoi ideali e i suoi affetti, frustrato per non poter combattere come sua figlia (e lo capisco bene, nella sua situazione anche io lo sarei se fossi incapace di aiutarla nel combattimento).


Unica pecca è il rapporto tra Daigo e Killiar: è un tira e molla, dove Killiar non riesce ad accettare la propria natura bisessuale. Comprendo che Daigo sia una persona che non accetti un rifiuto, lui è un conquistatore, orgoglioso, quindi comprendo che possa starci il suo comportamento troppo aggressivo, ma avrei preferito alcune situazioni meno forzate, inoltre alcune scene sono poco approfondite, come quella della fuga dell'accampamento, troppo veloce e che si è concentrata poco sulla collaborazione dei due per uscire da una situazione critica.


In conclusione, penso sia migliore del secondo, in quanto presenta più scene d'azione a approfondimento culturale.Sconsiglio questo libro agli uomini che hanno paura delle donne dominatrici munite di spade e fruste e alle matriarche asintomatiche che hanno paura di rivedere sé stesse nel libro (mi raccomando, matriarcato e femminismo sono due cose diverse perché il primo è la supremazia di un genere su un altro, il secondo vuole la parità). Attendo con ansia il quarto libro, anche perché vorrei sapere di più sulla società di Endora prima della terribile Congiura.

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Published on June 02, 2021 05:00

May 24, 2021

Segnalazione "Polvere Z" di Roberto Risso

 

   Buongiorno a voi, splendide persone. Oggi vorrei segnalarvi un romanzo distopico tutto italiano, della Delos Digita.  Ma di cosa parla "Polvere Z?" Beh, scopriamolo assieme!
EDIZIONE EBOOK
Data di uscita: 13 aprile 2021Editore: Delos Digital srlCollana: Dystopica n. 6Pagine (stimate): 61Formati: epub, kindlePrezzo: Euro 2,99Tutte le informazioni: https://delos.digital/9788825414844/polvere-zSu Amazon: https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_nos... 9788825414844Visita Delos Digital: sul web https://delos.digital - su Facebook https://www.facebook.com/delosbooks/ - su Twitter https://twitter.com/DelosBooksScrivi a Delos Digital: lettori staff@delosdigital.it - giornalisticomunicazione@delosdigital.itPubblica con Delos Digital: https://delos.digital/pubblica
                                                                                       TRAMA



C'è un piano per combattere la fame, ma si rivelerà un completo disastro. Torino, 2032. Le autorità predispongono un piano per sopperire ai crescenti disordini legati alla crisi economica e alla conseguente malnutrizione dei cittadini. Una polvere sintetica, in grado di integrare la dieta degli abitanti, potrebbe essere la soluzione. Viene scelto un quartiere come luogo per una prima sperimentazione su larga scala, su cavie inconsapevoli che non hanno più nulla da perdere. I risultati sono catastrofici, il sangue dei civili inonda le strade ammantate di follia. I superstiti dovranno unirsi per fuggire e combattere chi è determinato a cancellare tutte le prove dell'accaduto.

                                                                                                                                                                   ESTRATTO

 

– No, Dottore. No. Non ci siamo. – Il Generale esitò, pallido, le occhiaie scure di un uomo che ha perso troppe ore di sonno. La voce era ferma ma gli occhi lo tradivano. Arrossati, mobili. Incerti.

– Ha idee migliori, Generale? – La voce del Dottore sembrava una sfida. Lievemente curvo, con la

barba e i capelli ricci spolverati di grigio, sorrideva senza traccia di allegria.

– Calmatevi. Temo che non si tratti di avere idee migliori. – La Deputata era intervenuta per evitare

uno scontro di potere – dobbiamo risolvere un problema la cui gravità è oltre ogni possibilità di

speranza.

– La soluzione proposta è peggiore del problema! – La voce del militare aveva riacquistato

durezza. – Non possiamo combattere questa minaccia aggrappandoci alla follia.

La donna fece una smorfia. Il sorriso del Dottore si allargò. Divenne provocante.

La stanza era stretta, senza finestre, uno sgabuzzino riadattato. I tre erano seduti attorno a un

tavolo scheggiato, davanti a loro c’erano tre cartelline con dei fogli scritti a mano, calligrafia fitta,

inchiostro nero. C’era un forte odore di disinfettante, pungente ma non sgradevole. Il profumo

dolce della donna aveva abbandonato l’idea di prevalere e si era accontentato degli angoli.

Il Generale scosse il capo, l’uniforme era fresca di lavanderia, le piastrine erano state lucidate a

dovere, ma si vedevano ai gomiti dei punti usurati. – Dottore, non possiamo fare quanto ci ha

proposto.

– Se la proposta del mio gruppo di ricerca le pare peggiore del problema, aspetti di avere

novecentomila torinesi affamati che assaltano i depositi. Quale soluzione proporrà, allora? Mi

auguro nulla di simile al suo collega Bava Beccaris centoquarant’anni fa.

La stoccata era dura e colse nel segno.

– Siamo nel 2032, non nel 1898 – la Deputata si stropicciava nervosamente l’orlo della giacca – è

passato più di un secolo e mezzo, i tempi sono cambiati.

– Lo dica ai suoi colleghi giù a Napoli, o a Palermo, o a Roma.

– Adesso basta, Dottore! – l’urlo del Generale fece sobbalzare tutti. – I casi di Napoli, Palermo,

Roma e... – stava per dire Genova ma si fermò, la notizia degli assalti ai depositi alimentari non

era ancora stata diffusa – e... quello che è successo non sono in discussione. I soldati

obbediscono agli ordini, se lo stato di assedio lo richiede sono autorizzati a far uso della forza per

difendere le postazioni strategiche. Non spetta a lei giudicare ciò che è stato fatto.

– Cazzate! Sparare su poveracci che cercano cibo per non far morire di fame i loro figli è

disumano... – La voce del Dottore era spezzata dall’angoscia. – L’unica guerra che dobbiamo

vincere è quella contro la fame.

– Ma imbottirli di droghe allucinogene non peggiora le cose? – Laura Benati aveva svestito il suo

ruolo istituzionale, parlava con gli occhi lucidi, con gli occhi di una donna che pensa ai più deboli.

– Non lo so, ma non ho una soluzione migliore – sospirò l’uomo prima di rivolgersi al Generale. –

Mi creda, De Marco, capisco le sue riserve, ma le sostanze allucinogene, come le chiama lei, sono

solo una componente della Polvere 2HJ-32. Anche a me non piace l’idea ma non abbiamo altra

scelta.

Il Generale aprì la bocca per replicare, ma poi la richiuse. Non sapeva cosa dire, l’ira era passata,

si sentiva stanco come mai lo era stato prima. Pensò a sua figlia, l’aveva guardata mentre dormiva

nella sua tutina rosa, aveva i capelli della madre, color miele, lunghi, lisci. Si chiese in che mondo

sarebbe cresciuta. No, piuttosto... scosse il capo, infuriato che il pensiero fosse tornato, quel

pensiero assurdo e atroce. Basta.

                                                                                                        L'AUTORE
Roberto Risso (1978) torinese, laureato e addottorato in letteratura italiana, ha pubblicato numerosi saggi accademici e un racconto su Granta Italia nel 2012. Fra il 2006 e il 2013 è stato due volte finalista al Premio Italo Calvino con una raccolta di racconti e un romanzo. Dall'inizio del 2010 vive e lavora negli Stati Uniti dove è docente universitario. Si occupa prevalentemente di prosa narrativa italiana dal Cinquecento al Duemila. Appassionato di letteratura del disastro, ha ideato il progetto Universo Torino 2050, un luogo virtuale di storie e immagini ambientate nella Torino e nel mondo del futuro prossimo e remoto.
Dal 2015 risiede a Clemson, nella Carolina del Sud (USA) e sta scrivendo romanzi e racconti autoconclusivi e indipendenti, ambientati nel futuro (e nel passato) della sua città e dell' Italia.
Un modo efficace per colmare le distanze.


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Published on May 24, 2021 09:00

May 15, 2021

Recensione "Il risveglio del lupo" di Barbara Repetto

 


Salve a voi, splendide persone, oggi vi presenterò un fantasy che mi ha paicevolmente colpito. L'autrice è una nostra conoscenza, Barbara Repetto, e il suo libro, "Il risveglio del lupo", è il primo di una trilogia. A parte la copertina che trovo splendida, la storia è un buon fantasy classico e non ne leggevo di così da almeno qualche anni (e per fortuna non cita l'albero di Natale in un'ambientazione priva di cristianesimo, come un precedente libro che lessi).

Ma di cosa parla "Il risveglio del lupo"?

La Terra del Vespro è in guerra da anni, e la guerra non risparmia nessuno. Cederik, un ragazzo di nobili origini, dopo il massacro della famiglia verrà venduto come schiavo a un misterioso cavaliere errante, ser Nemo, che lo condurrà in un lungo viaggio attraverso boschi e foreste. Sulle prime, il giovane faticherà a sottomettersi e il nuovo padrone si vedrà costretto a imporgli l'obbedienza con severità e rigide punizioni. Ma ser Nemo è un uomo, oltre che di impareggiabile talento e coraggio, anche di buon cuore e, malgrado l'iniziale rifiuto, accetterà infine di esaudire il più grande desiderio di Cederik: diventare un guerriero. Avrà quindi inizio un rigoroso addestramento fisico e mentale, che metterà la volontà del ragazzo a dura prova. Soltanto risvegliando il lupo sopito in lui, egli potrà riscuotersi dalla propria condizione e forgiare un nuovo destino.                                                     


                                                                           

 
Nonostante sia un fantasy classico, la trama l'ho trovata avvincente e lo stile scorrevole, così tanto che a momenti me lo mangiavo come un pacchetto di patatine. Il suo punto forte risiede proprio nel rapporto tra il protagonista, Cedrik, e Ser Nemo, il cavaliere che lo assumerà come servo. L'intero libro può essere considerato un romanzo di formazione, dove Cedrik da nobile viziato diventerà una persona matura e responsabile. Inizialmente lui è un personaggio sgradevole eppure molto umano: si è creato un guscio arrongante per non far avvicinare nessuno, mentre dentro di sé soffre per il lutto della sua famiglia e la sindrome del sopravvissuto. Ser Nemo è un uomo burbero, pare un orso sotto pelle umane, eppure è capace di grande saggezza e slanci di generosità, è un uomo onorevole e giusto in un mondo di prepotenti e deboli. Una coppia atipica eppure così ben combinata. Ho apprezzato il capitolo dedicato alla coppia di contadini, tramite loro Cedrik comprende che non ci sono differenze tra lui e loro, solo questioni di classe e pregiudizi. Nonostante si affizioni a loro, il desiderio di vendetta lo spingerà a proseguire il viaggio. Cedrik dopotutto rimane un lupo, uno spirito selvatico e non del tutto addomesticabile. L'intero andare della trama pare episodica, ogni evento porta via un po' dell'innocenza di Cedrik, forgiando l'uomo che diventerà. Il titolo infatti fa riferimento alla presa di coscienza di Cedrik su sé stesso e sulla sua missione. La storia inizia con lui, un cucciolo smarrito, e finisce con la sua trasformazione in un vero lupo.
Ho apprezzato anche  l'ambientazione, in particolare la questione della suddivisione dei mesi e degli anni.
Un romanzo che consiglierei agli amanti del genere.

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Published on May 15, 2021 12:30

April 18, 2021

Fantasy e diversità: Fantastico e intersex con MelyKurutta

 

                                        (Immagine di MelyKurutta per il progetto "Angry&Intersexy")

Micio scruta sospettoso il pubblico, sperando che qualcuno, soprattutto lo gnomo, non combinasse qualche guaio. In effetti, che fine aveva fatto lo gnomo? Non vuole saperlo, l'importante è che non avesse creato guai. Si siede sulla poltrona, mostrando un sorriso a trecentosessantagradi.

I conigli suonano la melodia d'introduzione, la luce viene inghiottita dalle tenebre, le fate s'illuminano, generando piccoli bagliori attorno al palco. 

Salve a voi, splendide persone, oggi come ospite d'onore abbiamo MelyKurutta, attivista per i diritti umani delle persone intersex e cofondatore, assieme a Stephan Mills, del progetto d'informazioni Angry&Intersexy, in collaborazione con intersexioni. Diamogli il nostro caldo benvenuto.

Il tendone si apre ed entra in scena una persona dai capelli ricci e voluminosi, di colore verde e nero, che saluta il pubblico con entusiasmo. Indossa un lungo cappotto nero che arriva fino alle ginocchia, anfibi di un lucido color anch'essi neri, borchie metalliche e cinghie di cuoio ricoprono la zona del petto, creando una figura esagonale, mentre il bacino è avvolto da quattro cinture, anch'esse in cuoio.

L'ospite si siede sulla poltrona accanto a Micio.

  

Ciao Mel, siediti pure, raccontaci un po' di te, della tua persona, chi è Mel?


Ciao e grazie per avermi invitato in questo posticino accogliente. Mi presento subito: sono MelyKurutta, uno studente come tanti che nel tempo libero si diverte a pasticciare fogli con disegni molto espliciti (e per espliciti intendo davvero espliciti, eh!). Sono una persona orgogliosamente intersex, ma anche bisex, neutrois, switch (kinkster) e molto altro. Come puoi ben vedere ho difficoltà a scegliere "da che parte stare" (tranne in politica, sia chiaro). Sarcasmo a parte, mi definisco un artista indipendente e da poco tempo anche attivista per i diritti umani delle persone intersex, come me.

 

   Com’è nata la tua scoperta sulla condizione intersex e soprattutto, per chi è profano, cosa significa essere intersex? E perché se ne parla così poco, quasi fosse un argomento da sottobosco?

    In una cultura estremamente binaria come la nostra qualsiasi cosa che non rispetta questo standard viene invisibilizzata e ciò avviene anche per le persone intersex. Per poter dare una risposta il più esaustiva possibile citerò un passaggio dell’introduzione di Michela Balocchi del libro "Intersex Antologia Multidisciplinare" da lei curato: "Intersex è un termine ombrello con cui si comprendono tutte quelle variazioni delle caratteristiche di sesso genetico/cromosomico, gonadico/ormonale, e/o anatomico (relativo alle caratteristiche sessuali primarie e secondarie) di una persona che non rientrano nelle tipiche nozioni binarie dei corpi considerati femminili o maschili". Michela è ricercatrice e co-fondatrice di intersexioni ed è stato il mio primo contatto nel collettivo di cui ora anche io faccio parte; sono membro anche del neonato gruppo giovani intersex di intersexioni.

Per quanto riguarda il concetto di intersex mi rendo conto che può essere difficile immaginare qualcosa di cui non si hanno esperienze dirette, quindi farò qualche esempio. Una persona intersex può avere: un pattern cromosomico diverso da 46 XX/XY (tipo 45 X0, 47 XXY, 47 XXX ecc.), genitali esterni atipici o non riconducibili ad un singolo sesso, compresenza di gonadi maschili e genitali esterni femminili, caratteristiche sessuali primarie femminili e virilizzazione ecc.

Spero che questi esempi abbiano aiutato a capire meglio il concetto. Al momento sono state riconosciute almeno 40 variazioni, che in ambito medico vengono indicate come DSD (disordini dello sviluppo sessuale) e che il mondo dell’attivismo chiama ‘intersex’ o variazioni nelle caratteristiche di sesso (VCS), termini che appunto le racchiudono tutte.

Per quanto riguarda la mia esperienza personale posso dire che ho scoperto da meno di 2 anni di essere intersex nonostante io abbia avuto una diagnosi (che non mi è stata rivelata, bensì fatta passare per altro) nel lontano 2015/16, ma francamente, diagnosi o meno, era una cosa che sapevo fin da piccolo: fin dalle scuole elementari, se non prima, mi rendevo conto di essere diverso dai miei coetanei, ma soprattutto coetanee (sono stato assegnato al sesso femminile alla nascita). Non mentirò: quando ho scoperto di essere intersex, a causa della nostra cultura, ho vissuto estremamente male la cosa tant'è che la mia depressione cronica peggiorò per diversi mesi. Attualmente vivo il mio corpo con gioia, anche se c'è ancora molta strada da fare.

 

     Nella comunità lgbt+ c’è ancora molta confusione su cosa sia esattamente l’intersessualità. Ad esempio durante le votazioni dell’anno scorso, alcune pagine queer davano l’impressione che fosse un’identità di genere non binaria oppure un orientamento sessuale, cosa non vera. Spesso ci si dimentica che le persone intersex possono essere anche cisgender o di identità binaria. Cosa ne pensi a riguardo?  Com’è stata la tua esperienza nella comunità?

Faccio parte della comunità LGBTQIAPK+ da quando avevo 14 anni, ormai sono passati quasi 7 anni e bene o male mi sono sempre sentito accolto. Quando ho scoperto di essere intersex ho iniziato a fare molte riflessioni che mi hanno portato a comprendere che, purtroppo, dentro la stessa comunità c’è una considerevole situazione di invisibilizzazione. Inoltre c’è una carenza di conoscenza e mancanza di studio, motivo per cui il termine intersex viene spesso incluso erroneamente nell’ombrello trans oppure viene considerato un orientamento sessuale (per questo il termine “intersessualità” può creare fraintendimenti, l’essere intersex non è una sessualità). La mia critica rispetto alla mancanza di studio può sembrare fuori luogo, ma per me è fondamentale: è importante studiare l'enorme lavoro dellз аttivistз, ricercatorз e identità queer che hanno lottato e stanno lottando tuttora, così com'è importante conoscere ed aiutare categorie più oppresse di noi. Sono convinto che se la comunità queer approfondisse il nostro argomento e le discriminazioni che viviamo costantemente, lasciandoci la possibilità di raccontarle e raccontarci, noi persone intersex non saremmo così tanto invisibili.

Concludo dicendo che una persona intersex può avere qualsiasi identità di genere che sia cisgender, transgender o non binaria, così come può essere o non essere queer. Inoltre ci sono alcune persone intersex che definiscono anche la loro identità di genere come intersex, è una scelta personale. Per diversi motivi non mi sembra corretto considerare l'essere intersex un'identità di genere (motivo per cui non identifico così la mia), ma francamente se ciò viene detto da una persona intersex non mi dà fastidio e non ci trovo nulla di male.

 

  Cosa differenzierebbe un’identità neutrois da una agender?

Sono entrambe due identità di genere incluse nell’ombrello non binario, in particolare con il termine "neutrois" ci si riferisce ad una persona che ha un'identità di genere neutra, mentre con "agender" ci si riferisce ad una persona senza identità di genere.

Nel mio piccolo mi ritengo una persona neutrois un po’ particolare: sono una persona con un’identità di genere neutra, ma allo stesso tempo sono dell’idea che il genere vada abolito. Giustamente qualcunə potrebbe chiedermi perché non mi definisco agender piuttosto che neutrois e per riassumere posso dire che non la vedo come una soluzione: il problema, ovvero l’esistenza del genere e l’obbligo di definirmi in qualcosa, rimane. Definirmi agender lo vedo come un tentativo impossibile di fuga perché, volendo o no, le altre persone mi collegheranno (anche inconsciamente) ad un genere. A questo punto preferisco continuare a definirmi, ma neutrale. Pensa che nell’ultimo periodo trovo difficoltoso sentirmi incluso nell’ombrello non binario siccome mi sembra, per vari motivi, un ricalco del binarismo di genere.

Per semplificare il mio ragionamento con un esempio banale posso dire che sogno un mondo dove non si creano vestiti unisex (qua potremmo già parlare di quanto sia ambiguo come termine, siccome c’è ancora una sovrapposizione fra sesso e genere, quindi dovremmo dire unigender più che unisex) perché i vestiti, essendo degli oggetti inanimati, non possono autodeterminarsi. Non esistono vestiti enby, vestiti da donna o da uomo: esistono vestiti, punto. Ecco, sogno qualcosa di simile anche per gli esseri umani, voglio persone vestite come vogliono senza schemi artificiali imposti fin dalla tenera età e spacciati per naturali.

 

    L'essere intersex è stato fin dall’antichità un motivo di discussione e discriminazione. Cosa ne pensi della pratica della chirurgia forzata e dell’invisibilità della situazione intersex?

    Più che chirurgia forzata andrebbe chiamata chirurgia precoce non vitale e purtroppo le persone intersex non subiscono  solo questo, ci sono le mutilazioni genitali (riduzione per fini estetici e culturali del clitoride in bambinз assegnatз al sesso femminile), le dilatazioni vaginali in tenera età (ovvero bambinз di pochi anni sono sottopostз a dilatazioni per poter allargare il canale vaginale, talora creato precedentemente con una o più operazioni), terapie ormonali non consensuali (per poter nascondere quelle variazioni che sarebbero visibili dalla pubertà in poi), ecc. Nel momento in cui non c'è un consenso informato dellə direttə interessatə o un'emergenza di salute, modificare drasticamente un corpo non tuo è una violenza e come tale dovrebbe essere trattata. In Italia non c'è nessuna legge che protegga lз neonatз intersex, ma anche adolescenti e adultз dalle pressioni alla normalizzazione, da queste violenze, oltre al fatto che non abbiamo alcun riconoscimento legale o sociale: siamo invisibilizzatз, troppo spesso veniamo medicalizzatз senza il nostro consenso informato e talora riceviamo diagnosi molto superficiali, se non addirittura erronee. Personalmente sono ancora sofferente per le discriminazioni che ho subito (e continuo a subire) in quanto persona intersex, motivo per cui sono diventato attivista per i nostri diritti umani. Sono stufo di essere invisibile.

 

 (bandiera  intersex)

       

    L’inclusività sta conquistando da anni il fantastico, abbiamo diversi fantasy a tematica omosessuale, bisessuale, transgender ecc, ma a mio parere ci sono poche rappresentazioni di alcune categorie tra cui l'intersex. Spesso si confonde l’ermafroditismo con quest’ultimo. Un esempio è il fatto che la wiki riporta come intersex Satana di Devilman, quando canonicamente è considerato un essere ermafrodita così come tutti gli angeli. Un personaggio intersex invece è Sadako, del romanzo the ring, che è una donna AIS, ovvero con insensibilità agli androgeni. Un altro personaggio intersex è Stevonnie, di Steven Universe, che è anche di identità di genere non binaria. Ecco, quest’ultimo è stato oggetto di critica in quanto potrebbe rafforzare le convinzioni che le persone intersex siano per la maggior parte non binarie, cosa inesatta e che potrebbe spingere ad altra ignoranza a riguardo. Come accennato precedentemente, spesso  si confonde la condizione intersex con l’ermafroditismo, quest’ultimo è una condizione biologica dove un essere vivente può produrre sia gameti maschili che femminili. Per dire, le chiocciole sono ermafrodite, ma gli esseri umani no in quanto non possono riprodursi con entrambi i gameti. Qual è la tua opinione a riguardo?

    Secondo me e moltз attivistз per i diritti umani delle persone intersex, il termine “ermafrodita” è stigmatizzante perché viene utilizzata una parola mitologica per definire una persona reale, e inoltre è scientificamente scorretto perché un essere umano non può produrre entrambi i gameti o addirittura autofecondarsi. Ci sono, però, alcunз attivistз intersex che rivendicano questo termine: l’importante è che non venga imposto da altrз o utilizzato per stigmatizzare. Purtroppo termini come “ermafroditismo” e “pseudoermafroditismo” esistono ancora nella letteratura scientifica medica (sia italiana che non) e anche nelle classificazioni internazionali, motivo per cui questi termini vengono spesso utilizzati.

A parte ciò, non so esattamente cosa pensare dell'attuale rappresentazione delle persone intersex: in parte sono contento perché ho notato più personaggi (soprattutto in anime e manga), d'altro canto noto che tendenzialmente è una rappresentazione poco approfondita o concentrata sui genitali. Stiamo facendo piccoli passi avanti? Mi verrebbe da dire di sì, però si potrebbe fare molto di più. Con ciò non dico che voglio vedere un personaggio intersex per qualsiasi storia, semplicemente vorrei che ce ne fossero anche pochi, ma ben caratterizzati, interessanti, dove la loro condizione intersex non venisse costantemente medicalizzata e l'attenzione di questi personaggi non venisse posta ossessivamente sui genitali. Vorrei che noi persone intersex venissimo mostrate come persone, tutto qua.                                         

Il fatto che Satana di Devilman sia segnato come intersex sulla wiki credo che sia un problema di ignoranza (purtroppo non l'ho ancora visto) siccome dici che canonicamente è ermafrodita, quindi mi viene da pensare che i fan abbiano riportato l'informazione in maniera scorretta (magari anche in buona fede, pensando di dare visibilità alle persone intersex). Rispetto Sadako so che viene definita come "vera ermafrodita" (termine datato per descrivere l'ovotestis) e ovviamente la cosa non mi fa impazzire, però stiamo sempre parlando di un'opera di 30 anni fa: non piacevole, ma comprensibile.

 


Infine per quanto riguarda Stevonnie non ho ancora una forte opinione siccome ho guardato solo i primi episodi di Steven Universe, questo personaggio non era ancora presente e il poco che so l'ho visto da spezzoni su YouTube. Sono molto stimolato dal continuare questa serie, il suo personaggio è molto interessante. Seguendo le community statunitensi di alcuni social ho notato diverse persone intersex criticare la scelta del renderlo un personaggio non binario siccome rafforzerebbe l'idea che le persone intersex siano "naturalmente" non binarie e mi trovi in parte d'accordo con loro, ma allo stesso tempo non credo sia così tanto dannoso perché anche le persone non binarie sono molto invisibilizzate. Piuttosto sono dell'idea che possa essere confusionario a primo impatto, però se il tutto viene spiegato in maniera appropriata mi sembra un'ottima scelta! Sicuramente mi hai ricordato che vale la pena continuare questa serie, ti ringrazio!

 

 



 

 

Se una persona volesse parlare di questa tematica, ambientandola però in un periodo storico antecedente al nostro dove, purtroppo, non esisteva  il termine intersex e venivano utilizzati esclusivamente termini come “pseudoermarfroditismo” oppure “ermafroditismo”, a tuo parere potrebbe utilizzare tale espressione per fedeltà storica? E se sì come si potrebbe farlo senza creare confusione?

Secondo me, se l'opera vuole essere fedele al periodo storico, deve utilizzare quei termini. Anche perché ti dirò di più: a prescindere da come veniamo chiamate, siamo ed eravamo persone invisibilizzate, quindi è un problema che va oltre i termini. A parte ciò, apprezzerei moltissimo un disclaimer iniziale, essendo una cosa che richiede pochi secondi, mi sembra un ottimo compromesso.

 

    Quali sono gli stereotipi che proprio non sopporti in una narrazione?

Non sopporto quando un personaggio queer viene caratterizzato esclusivamente sul suo essere queer, soprattutto se viene fatto da persone che non lo sono: ciò crea inutili stereotipi che sono tutto tranne che positivi. Ad esempio, da persona poly sono felice di vedere opere che presentano relazioni eticamente non monogame, ma sono meno felice nel notare che sono quasi sempre triadi composte da un uomo etero cis e due donne bisessuali cis: le relazioni eticamente non-monogame non si limitano alle triadi e soprattutto non si limitano né alle persone cisgender e né all'avere unə unicə partner con il pene (oltre il fatto che è imbarazzante questa feticizzazione continua delle donne lesbiche o bisessuali). Questa scelta non porta alcun cambiamento per quanto mi riguarda, semplicemente cerca di rendere eterocisnormato qualcosa che non lo è. Inoltre, riprendendo la frase iniziale, vorrei vedere caratterizzazioni più argomentate che vadano oltre l'identità queer oppure vorrei vedere come le loro identità si intersecano con la vita di tutti i giorni: quali sono gli interessi di queste persone? sono studentз? appassionatз di teatro, fumetti o entrambi? le loro identità queer influenzano in qualche modo le loro relazioni esterne? ecc.

Secondo me troppi personaggi queer vengono limitati ad una visione mainstream della loro identità queer quando sono molto altro. Come per le persone intersex, che sono molto di più delle loro diagnosi, penso la stessa cosa per le persone queer: se tutta la mia narrazione si basa, ad esempio, su con chi vado a letto mi viene da pensare che questa cosa venga ancora vista come anormale, quindi percepita come negativa. A parte questa riflessione sono fiducioso per il futuro! Ci sono moltissimз attivistз e artistз che si stanno dando da fare per portare una giusta narrazione e questo non può che essere un ottimo segnale.

  

   Sei anche un artista, ho visto i tuoi disegni e devo dire che hanno uno stile molto particolare, gli elementi predominanti paiono la sessualità e la morte, in un certo senso mi riporta alle miniature e ai quadri di Clive Barker. Ecco, perché la scelta di queste tematiche? La tua condizione intersex ha influenzato la tua arte?

    Ho passato la mia intera adolescenza a combattere contro molteplici disturbi psichiatrici e l'arte è diventata un'ottima valvola di sfogo, anche perché ho sempre fatto fatica ad esprimere le mie emozioni. Nelle mie opere parlo principalmente di depressione, impulsività e sessualità, argomenti ricorrenti anche nella mia vita: i miei disegni sono estremamente personali. Non mi piace quando la mia arte viene etichettata con l'argomento morte, io parlo dell'esatto opposto, semplicemente lo faccio in un modo ambiguo (l'ho detto che faccio fatica ad esprimere le emozioni). Inoltre non ritengo che le tematiche menzionate siano una scelta, ne parlo perché sento il bisogno di farlo, è un impulso che devo sfogare e dopo averlo fatto mi sento estremamente bene, tutto qui.

Non so se possa esserci una correlazione, ma credo che la mia condizione intersex abbia influenzato notevolmente l'argomento sessualità, sia nella mia vita che in quello che disegno, e ho scoperto precocemente i miei lati più kinky. Inoltre ho sofferto tanto di bullismo per via del mio corpo, quindi sì, la mia condizione intersex ha decisamente influenzato, in questo caso indirettamente, anche se, per un bel po' di anni, non in maniera positiva.

Attualmente disegno quasi sempre corpi simili al mio, quindi corpi intersex 46 XX virilizzati, oppure futanari (nella pornografia giapponese ci si riferisce a donne ermafrodite) che ritengo artisticamente bellissimi. Francamente non credo che la mia arte sia una buona rappresentazione delle identità intersex siccome spesso ricalco l'idea di ermafroditismo, ma onestamente non lo è mai voluta essere. Se in futuro farò delle opere che hanno quell'obiettivo saranno ben diverse: giusto qualche giorno fa ci stavo pensando e chissà, col tempo potrei fare qualcosa di interessante.

 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

A parte il voler finire gli studi che ho appena iniziato non ho molti progetti, essendo una persona ansiosa è meglio che non penso troppo al futuro anche perché ho imparato che é abbastanza inutile: la vita è imprevedibile. Sicuramente però posso dirti che mi piacerebbe continuare a sviluppare la mia arte ed impegnarmi nell'attivismo, oltre che passare bei momenti con le persone a cui voglio bene. Il desiderio più grande che ho è sconfiggere definitivamente la depressione cronica.

 Grazie Mel per averci dato un po' del tuo tempo per parlare della tematica intersex, se per caso foste interessate, qui trovate la pagina Angry&Intersexy e la pagina instangram di MelyKurutta per dare un'occhiata alla sua arte.

I conigli suonano per la chiusura, Micio sgrana gli occhi, riconoscendo lo gnomo tra di loro, vestito da coniglietto bianco, intento a suonare il basso. Alza lo sguardo al cielo, sperando che la situazione non peggiori. Il sipario si chiude, inghiottendo Micio e MelyKurutta dietro il drappo di tela, mentre l'applauso del pubblico si mescola alle note di Another Bite to Dust.


Grazie ancora per aver letto e partecipato a questo episodio di "Fantasy e diversità". Per maggiori approfondimenti, ecco la bibliografia sulla tematic intersex:


-        M. Balocchi (a cura di), Intersex. Antologia Multidisciplinare, ETS àltera. Politiche e teorie della sessualità, Pisa, 2019.

-        M. Balocchi, “Intersex. Dall’ermafroditismo ai ‘disturbi dello sviluppo sessuale”, in Zapruder. Il nome della cosa. Classificare, schedare, discriminare, n. 29, Sep-Dec. 2012, 76-84.

-        http://www.aisia.org/wp-content/uploads/2016/11/Braida_Nicole_tesi.pdf

-        Hiort O., Proceedings of the 4th international symposium on disorders of sex development. Glasgow: University of Glasgow; 2013. “I-03 DSDnet: Formation of an open world-wide network on DSD”, p. 13.

-       A. Lorriaux, L'histoire de M., première personne intersexe au monde à porter plainte pour mutilations, 2019

-       InterACT, What is intersex surgery?, What is intersex? Frequently Asked Questions and Intersex Definitions


 

 

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Published on April 18, 2021 14:14

April 7, 2021

Segnalazione "Huntermoon - L'inganno di Ogmareth" di Pablo Ayo

 

  

Ciao a tutti, mici ed amici, oggi vi presenterò il fantasy ospite di questa giornato, scritto da pablo Ayo, "L'inganno di Ogmareth". Ma di cosa parla questa storia? Scopriamolo assieme.


"Da quando gli Dei Alasheers sono entrati nei loro 100 anni di sonno, le Lande di Kennar sono in pericolo. Ora nessuno difende i contadini dai troll e orchi che infestano i boschi, neppure le armate di Re Albion Löwenräu, mandate in oriente a reprimere l’insurrezione dei Vizerath, i discendenti degli Elfi Neri. Gabriel Huntermoon si è unito ai crociati, deciso a scoprire il mistero sulla morte del padre e ad evitare l’accusa di alto tradimento: ignora di essere al centro d’un complesso intrigo di potere, nato dal timore di Re Albion che lui sia a conoscenza del suo più oscuro segreto. Nel suo viaggio Gabriel incontrerà Yasshira, una giovane strega orientale che condivide con lui un legame telepatico e dei sentimenti forti e contrastanti che sembrano risalire a un’altra vita.
Valisha Venmaliatus è la figlia illegittima del conte Oren, da cui viene trattata come una serva: cresciuta nel rancore e divorata dalla sete di vendetta e di potere, decide d’imparare le oscure arti magiche delle sue antenate, le sacerdotesse del clan Draghalia.
Rhiannon è una giovane apprendista maga che deve imparare a controllare le sue fiamme e il suo temperamento. Le lezioni del saggio Hammerkunin però non sono sufficienti a placare l’angoscia che prova per le azioni commesse in un’altra vita, in cui era la compagna del crudele Re degli Dei: Ogmareth.
Reincarnati in forma umana, agli Alasheers lentamente tornano i ricordi della loro vita precedente, assieme a poteri incontrollabili e desideri proibiti, scatenati da un sentimento che gli Dei non conoscono: l’Amore."

 


 

Link acquisto:  https://www.amazon.it/Huntermoon-Linganno-Ogmareth-Pablo-Ayo-ebook/dp/B08WRH5DWD/ref=mp_s_a_1_1?dchild=1&keywords=Huntermoon&qid=1615212069&sr=8-1

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Published on April 07, 2021 06:30

April 6, 2021

Recensione "Terra Nova" di Caterina Franciosi

 

Mi piacciono le distopie perché mostrano come anche il più puro e giusto dei sogni e degli ideali si corrompe inevitabilmente davanti alle emozioni degli esseri umani.

Splendide persone, micetti e amici, oggi ritorno in carica con una nuova recensione. "Terra Nova" è un romanzo breve di Caterina Franciosi, genere fantascientifico distopico.

Ma diamo un'occhiata alla trama: 

Una "Terra Nuova": sì, ma quale?

Emel vive a New Beacon: pianeta trovato nel cosmo, terraformato e ripopolato dai superstiti del disastro ecologico terrestre. Qui vige un nuovo benessere, non esistono carceri e tutti sono felici e prosperi, salvi dall'anarchia dei progenitori. Ma se è davvero così, perché ai confini ci sono i ribelli? E perché la giornalista Victoria, moglie del funzionario di propaganda Emel, è sparita senza che il Governo abbia fatto altro che insabbiare tutto?

Alla ricerca di risposte, Emel si trova presto in un gioco più grande di lui, verso un altro pianeta, molto più antico e molto più vero, che forse non è affatto nuovo… ma che ospita risposte, resistenze, rinascite. E la verità di cui si ha bisogno per vivere.

 

Meglio vivere una vita piena di emozioni, ma in costante pericolo, oppure vivere nella sicurezza, ma con la sensazione di non aver assaporato appieno ogni opportunità che ci è stata offerta?

Terra Nova gira attorno a questo dilemma. Come l'America è stata l'illusione dei coloni europei, il pianeta è uno specchio per le allodole per la popolazione umana. Pare che ci sia la pace, ma le persone sono obbligate a sposarsi e figliare, pena l'intromissione del governo nella vita privata ( mi ricorda tanto le sanzioni fasciste a chi non era ancora sposato), e la sparizione misteriosa di certe persone ad opera, secondo le fonti ufficiali, del gruppo dei ribelli.

Pur essendo un romanzo breve, Caterina Franciosi è riuscita a rappresentare bene le problematiche di questa utopia, perché del resto è proprio questo il problema: anche l'ideale più buono e inclusivo può trasformarsi in uno strumento di potere politico perché siamo noi che corrompiamo le nostre stesse idee.

Vi è una forte contrapposizione tra la vecchia Terra, rozza, pericolosa, eppure così viva, e Terra Nova, "civilizzata", altamente tecnologica eppure così soffocante. Potrebbe essere la metafora della nostra società: reputiamo barbari chi vive un vita diversa dalla nostra, con tecnologie diverse e strutture sociali diverse, eppure non ci rendiamo conto di come la nostra stessa vita ovattata possa nascondere insidie e infelicità. Terra Nova si reputa la portatrice della civilizzazione, eppure paiono più onesti i terresti che sopravvivono in un ambiente difficile, piuttosto che la colonia umana.

Passiamo a i lati negativi: a parte il protagonista, gli altri personaggi non mi sono parsi molto approfonditi, cosa giustificata in parte dalla brevità del romanzo. Avrei però preferito una maggiore caratterizzazione  

Si accenna a una crisi demografica che quasi estinse Terra Nova, ultimo baluardo della civiltà umana e credo sia stato proprio questo fatto ad irrigidire il governo. Purtroppo la brevità del romannzo non ha offerto una maggiore analisi di questo elemento.

Nonostante ciò, Terra Nova è un distopico molto interessante, capace di portarci in un'ambientazione opprimente, quasi claustrofobica, e nell'incessante ricerca della verità e libertà.



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Published on April 06, 2021 08:21

March 29, 2021

Segnalazione "Anime" di Maria Cristina Buoso

 

Salve a voi, splendide persone, oggi sponsorizzerò il secondo libro di Maria Cristina Buoso : "Anime", pubblicato da lettere animate.

Scheda

Titolo:  Anime

Autrice:  Maria Cristina Buoso

Anno:  2017

Numero di Pagine: 84


Link Acquisto 1: https://www.amazon.it/Anime-Quando-scelta-sconvolge-vita-ebook/dp/B076MMV27Z/ref=sr_1_16?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1510138533&sr=1-16&keywords=lettere%2Banimate%2Beditore

Link Acquisto 2: https://www.youcanprint.it/fiction/fiction-generale/anime-quando-una-scelta-ti-sconvolge-la-vita-9788871122007.html

Isbn: 9788871122007

Asin: B076MMV27Z

 

                                                                             SINOSSI


Questa storia racconta di come nulla è mai definitivo e per sempre. Un uomo per tutta la vita combatte contro la sua vera natura, soffrendo e cercando di uniformarsi a quello che gli altri si aspettano da lui. Fino a quando un incontro gli apre gli occhi, obbligandolo a prendere coscienza di se stesso e di quello che deve fare per essere finalmente felice. Questa scelta lo porterà a sconvolgere la vita delle persone che lui ama di più, la moglie e la figlia. Tre Anime a confronto con reazioni diverse che attraverso un percorso difficile e doloroso le porterà di nuovo ad essere una famiglia, anche se non più nella versione classica, ma non per questo meno vera e reale.  Ognuno di loro dovrà  confrontarsi con  le proprie  insicurezze e  l’amore che prova verso le due persone importanti nella propria vita e dovrà capire  una cosa   difficile per tutti,  riuscire a mettere la felicità di chi si ama davanti alla propria,  per cui non essere egoista ma,  altruista.

Amare vuol dire anche questo, lasciare libertà di scelta a chi si ama,  e solo in questo modo la propria felicità avrà un sapore diverso.

 

 

ESTRATTO

 

OGGI

 Tutti vogliamo essere amati. Essere amati per quello che siamo e

non per come ci vorrebbero, è un’altra cosa.

Ancora più difficile è amarci per come siamo veramente, con la pelle che

aderisce alla nostra anima, alla nostra essenza di persona. Spesso non ne

siamo capaci, e ci facciamo del male nell’illusione di conquistare un po’ di

serenità, in una vita che non ci permette neppure di sognare.

Ma la parte più difficile è scoprire che la nostra pelle è come un vestito

sbagliato, che ci ostiniamo a indossare perché ci è stato donato tanti anni

prima. Prima che sapessimo veramente chi siamo. Prima di capire che la

nostra anima ha bisogno di cambiare modello, se questo ci va stretto. Quando

finalmente ci riconosciamo per quello che siamo, e impariamo ad accettarci e a

volerci bene, ecco la parte più faticosa. Fare in modo di essere accettati e

amati con il nostro nuovo vestito senza essere giudicati.

Che non abbiano paura di vederci come noi ci vediamo, in fondo la nostra

anima è solo venuta in superficie e finalmente non abbiamo più paura di dire:

“Io sono questa!”

 

 

BIOGRAFIA

Scrive le prime cose quando era giovanissima, inizia con fiabe e poesie, crescendo amplia la sua scrittura con racconti brevi, copioni, romanzi e gialli. 

La poesia “Aiutami” è stata inserita nell’Antologia Multimediale “Una poesia per Telethon”, a scopo benefico (2004). La poesia “Pace in Guerra” nel concorso indetto da A.L.I.A.S.  (Melbourne – Australia), ha ricevuto la Menzione D’Onore. La poesia “Bugie” (Stones of Angles) è stata inserita nel Vol. 6 – In Our Own Words: A Generation Defining Itself - Edited by Marlow Perse Weaver U.S.A. (2005). 

Ha vinto il terzo premio nel Concorso Letterario “Joutes Alpines” dell’Associantion Rencontres Italie Annecy (Francia) per la Sez. Prosa (Italia) con il racconto “Il vecchio album” (1997). Questi sono solo alcuni dei vari riconoscimenti che ha ricevuto.

Ha pubblicato diversi libri,    nel 2017 “Anime” e nel 2021 Vernissage.

https://mcbuoso.wordpress.com/

https://www.instagram.com/mcbmipiacescrivere/?hl=it

https://www.facebook.com/groups/366743647118908/

 

 

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Published on March 29, 2021 10:00