Rob Himmel's Blog, page 10

July 31, 2018

Anima di drago, di Roberto Saguatti, recensisce Le Lame Scarlatte

Potete trovare la recensione sul seguente sito: Anima di drago di Roberto Saguatti


Per facilitarvi la lettura ho copiato e incollato il testo direttamente qui, poiché il sito del recensore non permette di mettere un link diretto alla recensione, ma solo quello alla home page. Buona lettura!


[image error]


Passione: 9,5 “Infiamma”


Originalità:  7  “Nulla di innovativo”


Creazione del mondo: 6 “Faticoso”


Caratterizzazione personaggi: 8 “Lodi e punti oscuri”


Trama e Intreccio: 9 “Geniale ma necessitava di basi più solide”


Incidenza del Fato: Bassa.


Copertina: 9 “Semplicemente accattivante”


Finale: 8,5 “In linea con il libro”



Stupidincipit (l’inizio del romanzo riscritto in maniera ironica)



Foltrop è una strana città, c’è un Re con le sue guardie poi ci sono le congreghe in cui si dividono tutti gli altri abitanti  il 50% fa il ladro e vive nelle fogne, il 20% sono assassini, un 10% sono prostitute, un 10% sono maghi e l’altro 10% sono paladini e/o inquisitore. Non si capisce bene chi faccia le cose comuni come il pane o le pulizie o costruisca le case (probabile si facciano i doppi lavori: di giorno faccio il muratore e di notte l’assassino, oppure di notte presiedo l’inquisizione ma di giorno faccio il mercante oppure, che so, si uniscono le due professioni tipo costruisco case con la magia…) Fatto è che queste percentuali sono in perfetto equilibrio fino a quando Lynx, l’assassino pensionato, torna in città ed inizia un massacro con il suo bastone da passeggio scarlatto e tutto perché non trova nessun cantiere aperto! Decide quindi di sfogare la sua rabbia contro il Re che voleva solo chiedergli consiglio su dove costruire la casa di riposo per assassini benemeriti.



Recensione:


Le lame scarlatte è un bel libro, un libro che vale la pena di leggere e lo scrivo subito prima di elencare tutti i MA che quest’opera si porta come fardello. Mai come in questo caso scindere tutte le categorie di giudizio è indispensabile perché in alcune cose ci sono eccellenze in altre un pasticcio completo.



“È meglio che non parli. Malgrado tutto, è stato bello lavorare assieme. Con rammarico, devo chiudere qui il nostro accordo”



Partiamo dalle cose buone: la passione è elevatissima. Le prime pagine sono uno degli incipit più accattivanti che abbia mai letto che catturano subito il lettore e lo trasportano in questo mondo pieno di cospirazioni e assassini. Il libro prosegue forte fino alla fine, tavoletta del gas pestata in pieno e motori che rombano, ci si lascia trasportare dagli avvenimenti e dai ragionamenti dei protagonisti da un gioco di politica e morte molto complesso e pieno di soprese. Purtroppo, a motori spenti, quel che innesca tutto questo ballare è abbastanza debole e fa scricchiolare tutta la struttura. I combattimenti sono ottimi precisi, ben descritti e veloci come per lo stile “assassino” devono essere, impeccabile.



“Fuggi da Foltrop come una ladra, potrei persino prendere in considerazione il tuo reclutamento fra le mie fila, ma ahimè sei troppo ambiziosa per i miei gusti”



I personaggi sono perlopiù molto belli, si passa da qualche stereotipo del fantasy come Regina o Rat a qualche “pezzo” molto originale come lo stesso Ferret, Il camaleonte o Eel passando per qualche toppata come Bear (no un assassino buono e amato da tutti non lo digerisco). Lynx è valido ma l’immedesimazione è solo superficiale causa del fatto che non si capisce perché avesse abbandonato il mestiere il decennio precedente. Il Re non è un giocatore adeguato alla scacchiera ed è un vero peccato. Ottimo comunque che non ci sia un unico vero cattivo ma tutti tirino acqua al proprio mulino.



“Per vincere a questo gioco, devi saper muovere bene le tue pedine. Devi fare vedere al tuo avversario quello che vuoi che veda, affinché resti nell’ombra quello che conta. Anche a costo di farsi ferire, di sanguinare”.



Creazione del mondo. Il mondo è racchiuso in una città che, come scherzavo sopra, sembra più popolata da gente speciale che persone comuni. Fatico molto a digerire una congrega di assassini alla luce del sole e persino riconosciuta. I soldati del Re per un tale livello di pericolosità sono dei veri inetti. Il resto è funzionale e sacrificato per il ritmo che il libro richiede (vedi Araldo, i nobili e altre figure che rimangono troppo sullo sfondo).



“Era stata una mossa magistrale, un capolavoro di astuzia e manipolazione. Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, ma l’allievo aveva sorpassato di gran lunga il maestro. Era portato per quella vita, era il suo vero erede”.



L’intreccio è preciso, ben pensato e causa una cascata di eventi, reazioni e contromosse che sono degne di applauso e mantengono l’incidenza del Fato bassa, mi piace che dietro ad ogni mossa ci sia una “pensata” di un personaggio.



“Il braccio passò sotto quello della donna e la lama le perforò il petto, l’altra arrivò qualche istante dopo, dritta alla tempia. Morì sul colpo, soddisfatta, con uno strano sorriso sotto la maschera”.



La copertina è interessante nella sua semplicità e mi piace molto la frase riportata: La stupidità uccide più di una spada.



“Le armi erano identiche, con l’elsa di metallo nero e le lame scarlatte”.



Il finale è coerente, molto dinamico e credibile. Tutte le trame si chiudono e questo è un bene. Solo rimane molto misteriosa questa Ruby di cui ci si scorda nella lettura.



Non sono solito giudicare un libro da errori e refusi, qualcosa scappa a tutti e normalmente non è un dramma. Ho sempre chiuso un occhio senza problemi. Questa volta due righe sono necessarie perché il limite è stato superato in quantità e qualità tanto da risultare, purtroppo, fastidioso per la lettura. Mi hanno assicurato che molto è stato  “messo a posto” per la nuova versione quindi consiglio a tutti di accertarsi che il libro che comprerete sia una SECONDA EDIZIONE o l’Ebook perché, ripeto, il libro merita di essere letto.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on July 31, 2018 10:00

L’ascesa della chimera recensito da Altea Alaryssa Gardini per il blog “Cultura al femminile”

Il mio primo volume della saga Epic Fantasy “Il tempo dei mezzosangue” viene recensito da Altea Alaryssa Gardini per il blog “Cultura al femminile”. Che cosa ne pensa? Be’ date un’occhiata da voi al seguente link: Recensione di Altea su L’ascesa della chimera


[image error]


Nel caso vi fosse più comodo, vi copio e incollo qui il testo della recensione:


Il tempo dei mezzosangue – l’ascesa della chimera è il primo volume della nuova saga di Rob Himmel ed è edita per Dark Zone.

Alcune avventure sono già scritte in una profezia e, si sa, il destino è quel che è: nulla si può fare per sfuggirgli, puoi solo scegliere l’atteggiamento con il quale fronteggiarlo. Puoi prepararti per l’avvenire che ti si parerà davanti ma ti troverai comunque a doverti specchiare nelle acque del tuo animo, quale strada sceglierai futuro eroe? La picchiata del falco o placide acque marine?


Poi, ci sono esistenze che stanno cercando la propria strada. Alcuni hanno bisogno di essere spinti fuori di casa per mettere un piede davanti l’altro e poter, infine, capire se stessi.


E quando il tuo sangue ti dice che, agli occhi degli altri, non sei né carne né pesce? Se la tua gente ti rifiutasse? Se fossi tu a non sapere cosa sei?

Quale sentiero imboccherai per dare pace al tuo cuore?


Questa è l’inizio della storia di giovani che, come in ogni inizio di un’avventura che si rispetti, si troveranno l’uno sulla strada dell’altro e daranno vita ad antiche parole che potrebbero cambiare la loro via e, forse, cambiare il mondo.


Si ha sempre una scelta con il destino: puoi assecondarlo o importi su di esso. Puoi provargli che si sbaglia su di te e costringerlo a solcare una via diversa.

«Le cose non saranno più le stesse tra di noi, non è vero?» chiese, calmo, il mezzelfo. Raistlin lo fissò per un istante e Tanis colse un fugace lampo di rimpianto negli occhi del mago, un desiderio di fiducia e amicizia e di ritorno ai giorni della loro gioventù.


«No, ma questo è il prezzo che ho pagato»


«Prezzo a chi, e per cosa?»


«Non posso darti una risposta, Tanis, perchè neppure io la conosco»


(DragonLance – I draghi della notte di inverno)


Rob Himmel, l’autore di questo preludio, ha messo su carta la storia di questi personaggi che era nata attorno ad un tavolo da gioco e io, da giocatrice, non posso far altro che ringraziarlo. Intorno al tavolo, seppur con schede che subiscono il calcolo numerico e la sorte dei dadi, i personaggi prendono vita, spesso imponendosi sulle volontà di coloro che li interpretano e Rob Himmel ha deciso di donargli giustizia donando ad altri la gioia di conoscere l’avventura corale di un gruppo e dei suoi personaggi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on July 31, 2018 09:00

July 25, 2018

Prima recensione per “L’ascesa della chimera” a cura di Alessandra Micheli del blog letterario Les Fleurs du Mal

Arriva la prima recensione per “L’ascesa della chimera. Il tempo dei mezzosangue: 1” a cura della bravissima Alessandra Micheli del blog letterario Les Fleurs du Mal. Qui sotto il link per dare una sbirciata e scoprire cosa è emerso dalla sua analisi approfondita…


Recensione “L’ascesa della chimera” di Alessandra Micheli


[image error]


Qui, per comodità, ho copiato la recensione dal blog:


Rob Himmel è capace di sorprendere sempre.


Il primo libro che ho avuto l’onore di recensire era una totale, fantastica innovazione che, partendo dal fantasy, spaziava nella modernità toccando anche in maniera precisa e strabiliante il genere distopico. Il suo era un mondo speculare al nostro, pertanto critico e sarcastico. Quando mi ha proposto il testo de “Il tempo dei mezzosangue”, ho avuto la netta sensazione che avrebbe totalmente cambiato genere. Questo perché la sua creatività non si adatta a essere contenuta in rigidi canoni e Rob rifugge ogni caratterizzazione troppo limitante: non sarà mai il re del distopico o il re del fantasy, ma sarà sempre e soltanto uno scrittore, colui che crea immagini, il demiurgo che modella i mondi rendendoli terribilmente veri e vivi.


Ne “Il tempo dei mezzosangue” siamo di fronte a un apparente fantasy epico, con la lotta tra due poli opposti (ordine e disordine) con eletti dotati di stupefacenti capacità, con un crudele re assetato di potere e personaggi che sembrano ricalcare gli eroici cavalieri di Artù. Potrei raccontare ogni elemento partendo dalle lontane ma sempre necessarie gesta dei cercatori del Graal, a loro volta identificati da Campbell come simboli dell’eterno tema dell’eroe.


Ma appunto… ho detto apparente.


E adesso andiamo a capire perché ho detto “apparente”.


La trama è lineare e scorrevole. Segue tutti i passi che il canone classico richiede e che riguarda la formazione dell’eroe. Ogni componente della fazione del bene segue un preciso percorso di crescita che lo porta a conoscere una parte del proprio destino, grazie al classico espediente della profezia, nonché a sviluppare le proprie potenzialità in vista di questo ruolo nel mosaico della creazione. Questo perché il mondo conosciuto è in pericolo, visto che un Re della menzogna rischia di stravolgere l’ordine e seminare caos. Anche il “cattivo” per eccellenza ha dei tratti caratteristici: oscuri e misteriosi, certo, ma improntati sulla brama di potere che mettono a rischio la terra. Il crudele sovrano è il Mordred di arturiana memoria, colui che rompe il patto sacro tra Signore e Popolo, rendendo desolata e arida la terra. Questo secondo un arcano principio religioso che vuole il re custode della creazione, rappresentante della giustizia e dell’armonia del cielo in terra. Emblema e simbolo dell’unione con le leggi sacre che devono regolare il rapporto tra lui e i sudditi e tra lui e il suo ambiente.


Una volta rotto il patto l’armonia cessa e il disordine avanza.


L’apparenza epica però finisce qua. Innanzitutto, i buoni non sono cosi perfetti. Essi vengono istruiti non come eletti e puri, ma come persone che devono poter conosce e domare la loro ombra. Senza questa capacità introspettiva, la loro eroicità non può pienamente svilupparsi. Senza il raggiungimento dell’equilibrio tra l’istinto e la ragione, non possono iniziare a realizzare il loro destino.


Jandar lo stregone, così come Ethan e Alak, affronta un duro insegnamento che gli dona sia le caratteristiche necessarie al compimento della profezia, sia la conoscenza dei propri limiti. Ogni elemento che pervaderà i personaggi sarà sia salvezza e redenzione che maledizione. Ed è quest’ombra il segreto del loro successo. Jandar dovrà affrontare e saper gestire l’elemento a lui congeniale, ossia il gelo.


E cosa comporta questo potere?


La capacità di unire due forze elementari utili e al tempo stesso distruttive: l’aria e l’acqua. Non a caso, la tradizione celtica ci viene in aiuto racchiudendo l’intera capacità di Jandar in una runa speciale, ossia Hagalaz. Hagalaz la grandine, l’acqua divenuta gelida, è al tempo stesso il simbolo della rottura degli schemi mentali (proprio quello che deve compiere lo stregone per poter possedere appieno la sua capacità magica) e indice della perdita del controllo. Perché la magia ghiacciata può congelare l’intera empatia che un essere umano prova per l’altro. Ci sono fiabe molto belle che raccontano questa difficoltà, come per esempio la Regina dei ghiacci. Il gelo è purificazione poiché permette alla terra di rinnovarsi, ma è anche devastazione perché se non regolata o modulata, la sua azione porta soltanto tempeste e distruzione. Allo stesso modo l’altra capacità del gelo, simboleggiata da Isa, può rappresentare sia la calma e la riflessione, sia il suo opposto: la stasi o la forza che sovrasta. Ed è quell’estremo che il nostro eroe dovrà dimostrare nel corso dei libri di poter cavalcare, e frenare.




Ghiaccio = corteccia dei fiumi

e tetto dell’onda

e distruzione dei suoi abitanti


Poema runico Islandese




L’altro eroe è Ethan.


A lui appartiene il simbolo della Salamandra d’acqua. E qua è molto intrigante la sua prova poiché se la salamandra è simbolo alchemico del fuoco, quella scintilla divina di cui gli stessi pensieri dell’uomo sono intrisi, il suo potere altamente distruttivo è quasi moderato dall’elemento acqua. Quest’ultimo porta all’adepto sia conoscenza e saggezza, indispensabili concetti dinamici in grado di ottemperare il vero cambiamento, ma anche un eccesso di emozioni inconsce tale da creare un gorgo in grado di divorare, letteralmente, ogni forza motoria della persona. La sua energia, se troppo immersa nell’interiore, perde il contatto con la realtà, divenendo vittima di paure sottili e segrete, appartenenti davvero al regno dell’ombra tanto venerato da Jung. Nelle regioni acquee possiamo trovare ossessioni, terrori, blocchi emotivi tali da deformare, distorcere e oscurare anche le migliori anime. E infatti, Ethan è in costante lotta contro la sua insicurezza, la sua indecisione e le paure più umane, come quella dell’abbandono. La sua estrema sensibilità è, dunque, un’arma a doppio taglio.


Diverso è il fratello Alak, l’aquila splendente, simbolo di elevazione e di potere. Ed è il potere nutrito dalla rabbia espressa dalla luce, ossia dal fuoco, che dovrà combattere il coraggioso monaco, affinché la spavalderia sia temprata dalla calma e il potere dalla compassione. Se l’eccesso di libertà da un lato può portare a una crescita e una modifica necessaria ai valori, dall’altro può tramutarsi in totale rifiuto degli stessi, come se l’unica base su cui cementare le proprie azioni sia solo il bene personale.




Devi essere te stesso, convogliando le tue qualità verso ciò che è bene. Ma sta attento ragazzo mio, attraverserai diverse tentazioni pronte a ostacolarti. Smarrirsi è semplice quindi bada a ciò che brama il tuo cuore.




Come notate, il fantasy diviene una sorta di manuale psicologico che affronta i drammi umani, quelli che in fondo creano le basi per i disastri sociali e politici che portano allo scontro invece che all’incontro.


Ed è qua, su questo tema, che Rob si distacca profondamente dall’epicità, immergendosi nel cosiddetto romanzo sociale.


Eh, sì. Perché il suo romanzo ha un lato di analisi che lo rende quasi una profezia e un racconto del nostro di mondo, così sconvolto dall’incapacità di provare empatia per l’altro e di staccarsi da luoghi comuni e da tradizioni spesso stantie.


E tutto il segreto sta nel titolo: il tempo dei mezzosangue.


Cosa devono dunque affrontare questi eroi?


Non solo il potere scelto dell’uomo menzognero, colui che farà credere al mondo di operare per la salvezza della realtà e non per oscuri fini. Ma anche l’incapacità dei vari paesi, delle varie razze di unirsi contro le minacce. Ognuno perso nelle proprie convinzioni, ognuno così ossessionato da salvare le proprie specificità, rischiando, in fondo, di divenire semplicemente stati morti. Quando un’entità sia umana sia statale si chiude in sé stessa, rischia di collassare perché non accetta, anzi, rifiuta terrorizzata le nuove energie che sono alla base dell’evoluzione. E queste energie possono… anzi, devono anche far crollare il vecchio per far posto al nuovo. Siano essi valori, siano esse consuetudini. Nel mondo immaginato (ma lo ha davvero immaginato?) da Rob, ogni porzione del regno è totalmente aliena dalla collaborazione. Si mantiene una pace di facciata, memori dei disastri passati, ma non si combatte la diffidenza e il pregiudizio. E invece, il vero perno di evoluzione è nei mezzosangue, coloro che possono apportare nuova energia a un mondo in preda ai miasmi del caos.


Ecco il senso del titolo; solo una nuova generazione capace di unire ogni specificità potrebbe contrastare la chimera.


E sapete che simbolo è la Chimera?


Semplice.


Nell’antica Grecia essa era la manifestazione di una somma di vizi, la violenza del leone, la perfidia e l’oscurità del serpente e la lussuria della capra. E non solo.


La chimera è divenuta simbolo di illusione, quelle fantasie azzardate, senza freno che si rivelano trappole pericolose.


Ogni elemento è perfettamente incastonato, dunque, in una trama apparentemente classica, e se ne distacca perché Rob è profondamente impregnato di una responsabilità etica che fa della sua scrittura non solo un bellissimo esercizio di arte, ma anche una incredibile e nobile capacità di raccontarci, di incidere con le parole sul nostro pensiero. Perché è esso che giorno dopo giorno, plasma la nostra realtà.


Ultima considerazione.


Ho raccontato di fazioni che si fronteggiano. Vi comunico che il mio plauso va a una scelta degna di rispetto, ossia di non definire nettamente e rigidamente le suddette categorie, in omaggio a quello che ritengo essere il substrato filosofico di Rob: l’elogio alla sfumatura. I suoi cattivi sono vittime di circostanze di quella stessa mentalità che adombra, come una cappa oscura, la vita emotiva di quel mondo che è cosi terribilmente simile al nostro.


Ed è sull’educazione, sulla capacità di apprendere dalle esperienze che, sono certa, il nostro Rob ci stupirà, facendo diventare suoi personaggi emblemi di una verità universale.




“L’educazione dovrebbe inculcare l’idea che l’umanità è una sola famiglia  con interessi comuni. Che di conseguenza la collaborazione è più importante della competizione.”


Bertrand Russell


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on July 25, 2018 04:06

Promo estiva della DZ Edizioni

La mia casa editrice, la DZ Edizioni (anche nota come DarkZone), lancia la nuova promo estiva! Soltanto un folle non ne approfitterebbe! Ovviamente entrambi i miei romanzi sono disponibili per la promozione, cogliete la palla al balzo! Qui sotto tutte le info.


[image error]


ESTATE COL BOTTO! 

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on July 25, 2018 03:54

“Le lame scarlatte” premiato al Trofeo Cittadella 2018

Come un fulmine a ciel sereno mi è arrivata la notizia da parte del Trofeo Cittadella, il concorso letterario più importante al livello nazionale per il fantasy. Il mio romanzo d’esordio, “Le lame scarlatte“, sì è classificato in terza posizione donandomi tanta gioia e soddisfazione inaspettata. Alla luce di tanti retroscena, difficoltà e dispiaceri, questa per me è stata una vera e propria rivincita e sono felicissimo di condividerla con voi! Spero siate tra i lettori che hanno letto il romanzo ma soprattutto che lo abbiate apprezzato.


[image error]


La premiazione è avvenuta durante la Deepcon 19, a Fiuggi il 21 aprile 2018. Con me c’erano anche l’editrice Francesca Pace, il collega Alessio Del Debbio che si è aggiudicato la seconda posizione con il suo urban fantasy, e Giacomo Ferraiuolo, social management della DZ Edizioni.


[image error]


L’emozione è stata tanta, così come la voglia di crescere e migliorare ancora per dare ai lettori storie sempre più belle ed emozionanti! Per questa ragione continuerò a partecipare al Trofeo Cittadella per arrivare al primo posto… ci rivedremo nel 2019? Io lo spero!


[image error]


Qui potrete leggere l’articolo sulla premiazione del Trofeo Cittadella 2018 della testata giornalistica Fantasy Magazine

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on July 25, 2018 02:43

July 24, 2018

Le foto dei miei lettori

Ecco una raccolta di foto inviatami dai miei lettori. Tutte con uno dei miei romanzi, tanto per farmi emozionare!


[image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error] [image error]

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on July 24, 2018 15:19

I miei due romanzi sono entrambi best sellers della DZ Edizioni nelle librerie

La notizia è arrivata all’improvviso, quando la DZ Edizioni, la mia casa editrice, annunciando i suoi best sellers nelle librerie cita entrambi i miei romanzi assieme ad altri quattro. Felicissimo del risultato non posso che ringraziare i lettori che hanno ordinato o preso i libri dalle librerie.


[image error]


Le lame scarlatte continua a uscire a quasi un anno dalla sua pubblicazione, con costanza appagante. L’ascesa della chimera, primo volume della saga il tempo dei mezzosangue, sta letteralmente andando a ruba. Già andato in ristampa dopo poco l’uscita. Insomma tanta gioia e soddisfazione e non posso che continuare a ringraziare i lettori che lo rendono possibile! Grazie!


[image error]


Anche Dodo approva la scelta dei lettori! Ha detto: “è davvero un buon romanzo, lo mangerei tutti i giorni!” Ahahah

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on July 24, 2018 12:42