Ella S. Bennet's Blog, page 39
December 24, 2019
Recensione di Insaziabili Letture a “Un libertino per marito”
Al link riportato qui sotto si può leggere la recensione al mio romanzo “Un libertino per marito” gentilmente pubblicata l’anno scorso sul blog Insaziabili Letture.
https://insaziabililetture.blogspot.com/2018/07/recensione-un-libertino-per-marito-di.html
December 23, 2019
Georgette Heyer – L’incomparabile Barbara * Le mie letture
(Titolo originale “An Infamous Army”, traduzione di Anna Luisa Zazo; originale pubblicato nel 1973; edizione italiana 1977)
Nella prima pagina, quella del titolo, c’è la seguente citazione:
“Ho con me un esercito sciagurato, debole e equipaggiato male, e uno stato maggiore del tutto privo di esperienza.”
Il duca di Wellington al generale Lord Stewart, 8 maggio 1815
Queste parole spiegano il titolo originale, che sarebbe stato meglio tradurre alla lettera, a mio parere, perché il romanzo tratta prevalentemente delle mosse dell’esercito inglese e di quelli suoi alleati dopo che Napoleone, fuggito dall’isola d’Elba, era tornato ad essere imperatore della Francia; le vicende narrate culminano con la sconfitta dei francesi a Waterloo, villaggio nelle vicinanze di Bruxelles (a meno di 20 km).
Moltissimi sono i personaggi, sia realmente vissuti che no.
Il duca di Wellington domina con la sua presenza tutto il romanzo, anche quando è assente. L’intreccio romantico occupa in realtà pochissime pagine, in quanto l’interesse della Heyer sembra concentrato sulla tattica di guerra, sui rapporti fra i comandanti dei vari eserciti e, soprattutto, sulla figura di Wellington.
Anche comprensibilmente, visto l’argomento, il consueto tono ironico è quasi del tutto assente, per sorridere occorre attingere alle note della traduttrice, Anna Luisa Zazo, che di quando in quando con la scusa di offrire una spiegazione o un chiarimento, aggiunge una sua pungente e a mio parere spesso condivisibile osservazione sul testo.
Fra i personaggi di fantasia ritroviamo i discendenti del duca di Avon (“La pedina scambiata”), ovvero i nipoti di Mary e Dominic Vidal (“Il figlio del diavolo”), il conte di Worth e Judith Taverner ormai sua moglie con il fratello di lei Peregrine e consorte e il fratello di Worth, Charles Audley (“Il dandy della Reggenza”), colonnello nello stato maggiore di Wellington.
Charles si innamora di Barbara Childe, un’affascinante e scandalosa vedova, nipote dei Vidal. A questa storia d’amore, che resta comunque nell’ombra rispetto alla narrazione della battaglia e dell’attesa di questa, se ne intreccia un’altra a cui viene dato ancora meno spazio. L’attenzione della scrittrice è sul comportamento della società inglese e non che risiede a Bruxelles e gravita intorno ai militari.
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Alla sera del giorno in cui hanno inizio le offensive francesi si svolge un ballo, a cui sul tardi presenzia anche Wellington, allo scopo di non gettare panico, che non può che confermare che la guerra è cominciata. La Heyer descrive così come muta l’atteggiamento degli ospiti della festa:
Ma da molti visi la maschera cortese della buona società era stata strappata. Gli ospiti avevano dimenticato che ai balli bisogna sorridere e nascondere dolori o ansie sotto lo schermo della spensieratezza. Alcuni alti ufficiali avevano l’aria grave; sul viso pallido di una madre era rimasto fisso un sorriso rigido, vuoto; una ragazza fissava con le labbra dischiuse e gli occhi spenti un’uniforme scarlatta. In molti visi si scorgeva un’emozione strana, quasi avida. La vita si era fatta di colpo qualcosa di ansante che correva verso la catastrofe, e l’ansia del piacere, l’attimo fatto di paura, dolore, esaltazione, quando la mente diviene più acuta e i sensi si tendono come corde di un violino, affiorava dalla vernice delle buone maniere e risplendeva dietro la paura in sguardi giovani e spauriti. Per quanto vivo fosse il desiderio di allontanarsi dalla tragedia imminente, pure vi era un’inconfessata ansia di correre incontro all’orrore ignoto che il futuro riservava; se le cose fossero tornate come prima, il sollievo si sarebbe accompagnato alla delusione e a un senso di frustrazione inquieta.
Complessivamente questo è un romanzo storico nel vero senso della parola, somiglia davvero poco a un romanzo della Heyer; per me è anche un po’ noioso; ho comunque resistito alla tentazione di saltare i brani in cui si parla della guerra ma non li ho letti con grande attenzione. Certo è un libro che fornisce interessanti informazioni sulla vita delle nobiltà inglese a Bruxelles durante le settimane precedenti la battaglia di Waterloo e sulla preparazione da parte di Wellington della controffensiva.
Questa ambientazione, intesa come luogo e periodo, si ritrova anche nella prima parte de “La tentatrice”, romanzo di Mary Balogh, il quarto della saga Bedwyn.
December 22, 2019
Almack’s – da Georgette Heyer * Il dandy della reggenza
Le rigide regole da rispettare per essere ammessi nella sala da ballo dell’Almack’s sono riportate anche nel romanzo “Il dandy della Reggenza” di Georgette Heyer.
Judith Tavernier, una ricca signorina e Peregrine detto Perry, il fratello, un poco più giovane, giungono a Londra dalla loro residenza in campagna, con l’intenzione di entrare a far parte del bel mondo. Ad aiutarli, benché senza troppo entusiasmo, il loro tutore, il conte di Worth, e una parente di lui, la signora Scattergood.
I due fratelli ottengono l’invito per una serata da Almack’s e mentre sono in carrozza.
La signora Scattergood, troppo occupata dalla propria toletta e da quella di Judith, non ebbe la possibilità di pensare a Peregrine; e soltanto quando la carrozza era già a metà strada, si accorse che questi indossava calzoni lunghi trattenuti da una striscia sotto le scarpe. Diede in un gridolino soffocato: “Perry! Bontà divina, si è mai visto nulla di altrettanto esasperante? Peregrine, come avete osato mettervi quella roba! Oh, bisogna fermare immediatamente la carrozza! Nessuno – nessuno, capite? neppure il reggente! – può venire ammesso da Almack’s con calzoni come quelli! Calzoni al ginocchio, sciocco, impossibile ragazzo! Rovinerete tutto. Fate fermare immediatamente la carrozza! Dovete scendere”.
Inutilmente Peregrine protestò; non comprendeva quanto fossero inflessibili le regole di Almack’s; doveva andare a casa e cambiarsi d’abito – e neppure questo sarebbe stato sufficiente se si fosse presentato alla porta un solo minuto dopo le undici: lo avrebbero rimandato indietro.
Oltre a non transigere sull’orario, infatti, anche l’abbigliamento doveva rispettare determinati canoni.
E poi ancora:
Quando infine le due signore giunsero da Almack’s, non parve a Judith che il club meritasse tanto trambusto. Non c’era nulla di notevole; le sale erano spaziose, ma non di particolare bellezza; i rinfreschi, tè, orzata e limonata con dolci e pane imburrato, parvero alla signorina Taverner incontestabilmente poveri. Lo scopo del club era la danza, non le carte; non venivano permesse puntate alte, sì che la sala da gioco racchiudeva soltanto venerande matrone e sobri gentiluomini che si accontentavano di giocare al whist per sei penny a punto. Lady Sefton, la principessa Esterhazy e la contessa Lieven erano le sole patronesse presenti. La moglie dell’ambasciatore austriaco era una signora grassoccia e vivacissima; la contessa Lieven, che veniva considerata la dama più elegante e più informata della città, aveva un aspetto intelligente e orgoglioso quasi quanto quello della signora Drummond-Burrell.
“Il dandy della Reggenza” è, a ragione, uno dei romanzi più famosi di Georgette Heyer; fra i personaggi figura anche il dandy per eccellenza, George Beau Brummell.
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Saint-Jean-Cap-Ferrat – Villa Ephrussi de Rothschild #2 * interni
Altre immagini della villa, sia di stanze che di oggetti e anche di un particolare del pavimento.
Per foto migliori e per sapere tutto sulla villa potete andare sul sito ufficiale di Villa Ephirussi.
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December 21, 2019
Versione su WordPress
Questo è il link del nuovo blog:
https://ellalestorie.home.blog/
Venite a dare un'occhiata...
December 14, 2019
Via dalla pazza folla - Thomas Hardy * citazione #2
L’espediente dimostrava che la donna, grazie a un misterioso intuito, aveva afferrato la verità paradossale che la cecità può essere più forte della preveggenza, e la miopia più efficace della presbiopia; che per colpire nel segno, insomma, c’è bisogno dell’intralcio del limite e non di una visione ampia e a tutto campo.

December 13, 2019
Via dalla pazza folla - Thomas Hardy * citazione #1
In ogni innamorato c’è sempre una forza enorme che non ha finché è un uomo libero; ma nell’uomo libero c’è un’ampiezza di vedute che cercheremmo invano in un innamorato. Dove c’è molta parzialità ci sarà sempre anche una certa ristrettezza mentale, e l’amore, sebbene comporti maggiori emozioni, comporta anche minore perspicacia.
December 11, 2019
Georgette Heyer * Il figlio del diavolo
Il romanzo narra le vicende del marchese Dominic Vidal, figlio del duca di Avon e Leonie, protagonisti de “ La pedina scambiata ”. Il termine Cub significa in realtà cucciolo ed è così che talvolta nel romanzo ci si riferisce al marchese. Dominic fa onore al proprio soprannome, essendo dedito, fra le altre cose, ai duelli. Tanto per rendere l'idea del personaggio il romanzo si apre con l'uccisione da parte del marchese di un bandito che, con altri complici, ha avuto la pessima idea di assalire la carrozza su cui il nobile viaggiava. Dunque abbiamo un protagonista libertino, elegante, ricco, affascinante, abituato a seguire solo la propria volontà.
E la fanciulla di turno? È naturalmente all'opposto, se si eccettua la caratteristica di possedere anch'ella una notevole dose di volontà, tanto da scontrarsi più volte con quelle di Dominic.
Le strade del marchese e di Mary (la fanciulla) si incrociano e si uniscono quando lei si sostituisce alla sorella, ragazza leggera e incosciente, per proteggerne la reputazione. A quell'incontro seguono varie avventure e scontri fra i due. Intorno alla storia principale si muovono vari altri personaggi, alcuni dei quali, come è costume della Heyer, portatori della vena più ironica, come il signor Hammond (un prete) e lord Rupert Alastair di cui il duca di Avon apprezza quasi esclusivamente l'abilità nello scegliere i vini.
Quindi anche in questo romanzo, naturalmente, il divertimento non manca.

A “La pedina scambiata” si ispira il primo romanzo della saga della famiglia Roxton di Lucinda Brant, dal titolo “Nobile satiro” (ambientato tra Francia e Inghilterra nel 1740); il sesto e ultimo episodio della saga ha come protagonista e come titolo “Il figlio del satiro” (ambientato in Inghilterra nel 1780). Ho letto tutta la serie e mi è piaciuta, comunque, a parte qualcosa della trama del primo romanzo, non ci sono cose in comune, a mio parere, con gli scritti di Georgette Heyer.
December 7, 2019
Georgette Heyer * Sophy la grande

Nella quarta di copertina Sophy, la protagonista di questo romanzo, viene avvicinata a Emma, l'eroina della Austen. A mio parere questo genere di confronti non ha molto senso: considerato il fatto che, come è noto, le possibili trame sono un numero molto limitato (poche decine) risulta piuttosto difficile scriverne di originali. Stesso discorso si può fare per i personaggi, o meglio per certi tratti principali. L'originalità sta dunque nel modo di narrare e in tutto ciò che oltre alla trama costituisce un romanzo. Perciò, se ogni ragazza che briga per concludere matrimoni delle amiche viene considerata una copia di Emma, secondo me si fa un torto sia ad Emma che alla ragazza.
Nel caso di Sophy e della Heyer, in particolare, l'accostamento mi pare piuttosto fuorviante. Le due figure femminili non hanno niente in comune (personalmente preferisco Sophy, Emma mi è sempre piaciuta poco come personaggio) e nemmeno le loro azioni. Emma immagina di avere un talento per combinare matrimoni, ma non è affatto così (Harriet lo scoprirà a sue spese), mentre Sophy opera per aiutare le persone che conosce, qualunque sia il loro problema, e vi riesce. E lo fa in modo tanto irruento e originale che chi la frequenta da tempo la considera “pericolosa” (e chi la frequenta da meno si renderà conto presto di quanto possa esserlo, anche se per un buon fine).
Tanto per rendere l'idea, ecco come le si rivolge un amico, incontrandola nel parco e non sapendo che fosse a Londra:
“Sono ragionevolmente certo, cara Sophy, che non possiate essere a Londra da molti giorni. Non ho saputo di alcuna catastrofe occorsa in città, e sapete quanto io sia veloce nel conoscere le notizie.”
Sophy, orfana della madre dall'età di cinque anni, ha vissuto sempre con il padre, da lei chiamato sir Horace, in varie parti d'Europa; ha vent'anni e il padre, che si deve recare in Brasile, non può portarla con sé e la lascia a Londra, ospite della sorella, lady Ombersley, la cui famiglia ha problemi economici, dovuti a debiti contratti dal capofamiglia e pagati, almeno in parte, dal figlio maggiore, Charles, che ha ricevuto un'eredità da un ricco parente e che pertanto amministra la proprietà al posto del padre (e in modo migliore). Quando Sophy giunge a casa della zia vi porta una ventata di novità e allegria e trova diversi problemi da risolvere: con il suo ingegno e impegno e una dose di incoscienza li risolverà tutti, in modi più e meno fantasiosi (sopratutto più, naturalmente).
Fra i vari personaggi ve ne sono alcuni dipinti con particolare ironia (esasperando le rispettive caratteristiche), come Augustus Fawnhope, un poeta di cui si è innamorata Cecilia, la bella cugina di Sophy; il giovanotto è sempre immerso nella creazione di un componimento, di continuo gli vengono in mente versi e immagini da riportare su un foglio... Tanto per far capire il tipo: quando lui accompagna Cecilia e Sophy ad acquistare una carrozza per quest'ultima...
Quando (le ragazze) si rivolsero al signor Fawnhope per avere una sua opinione, non lo videro accanto a loro e lo scoprirono seduto in estatica ammirazione di una berlina da cerimonia, non dissimile a una vasta tazzina da prima colazione in equilibrio su molle allungate. Era coperta da un tetto a cupola, era sovraccarica d’oro e aveva la cassetta per il cocchiere, inalberata sulle ruote davanti, ricoperta di velluto azzurro a frange d’oro. “Cenerentola!” disse con grande semplicità il signor Fawnhope. Il direttore del magazzino disse che a suo avviso il cocchio, che teneva soltanto come pezzo d’arredamento, non era quelche la signora desiderava. “Il cocchio per una principessa,” proseguì il signor Fawnhope. “In questo, Cecilia, voi dovreste recarvi. Con sei cavalli bianchi dalle gualdrappe azzurre e il capo piumato.” A Cecilia l’idea pareva ineccepibile, tuttavia ricordò al suo diletto che erano là per aiutare Sophy a scegliere una carrozza sportiva. “Prenderò quel phaeton,” disse Sophy. “Ho deciso.” Il direttore parve sconvolto, poiché il veicolo che Sophy indicava non era il phaeton che egli pensava avrebbe scelto, una carrozza elegante, assai adatta a una signora, ma un modello a timone alto con il corpo a non meno di un metro e mezzo da terra.
Nel brano appena riportato, oltre ad avere un tiepido esempio del carattere del poeta, si può avere anche un accenno a quello di Sophy, persona decisa e, per dirla con il padre:
“Ha la testa sulle spalle, la mia Sophy. Io non mi do mai alcuna pena per lei.”
Un romanzo davvero piacevole e una protagonista speciale, proprio una grande Sophy, che guarda la vita e il mondo intorno senza farsi illusioni ma con buon senso e usa la fantasia per superare gli ostacoli. I molti altri personaggi sono tutti perfettamente riusciti.
December 6, 2019
Georgette Heyer * Cotillon
(Titolo originale “Cotillion”, traduzione di Anna Luisa Zazo; originale pubblicato nel 1953; edizione italiana del 1978)
Un romanzo in cui prevale l'ironia e – per chi legge – il divertimento, inteso proprio come risata, di quando in quando, e sorriso, quasi sempre.
Kitty Charing, orfana, vive in campagna con il tutore, Mattew Penicuik, ricco e scorbutico. Anziano, decide che la ragazza debba sposare uno dei suoi nipoti se vuole ereditare il suo denaro e convoca i giovanotti presso la sua residenza.
Dei quattro nipoti disponibili (ce n'è un quinto già sposato) Foster ha un'intelligenza limitata ed è terrorizzato dalla madre che lo tiranneggia, Hugh è un reverendo, Freddy è un dandy elegante e Jack... è assente. Sembra che proprio su Jack sarebbe caduta la scelta di Kitty, se solo lui avesse accettato l'invito-ordine dello zio: mancando lui, Kitty chiede a Freddy di fidanzarsi con lei in modo fittizio e di portarla con sé a Londra con la scusa di conoscere la famiglia di lui, perché vorrebbe vedere la città, comprare abiti alla moda, andare a qualche festa (e, forse, suscitare la gelosia di Jack).
Il progetto va in porto e Kitty viene ospitata a Londra dalla sorella di Freddy, giovane donna un poco svampita. Nella capitale Kitty visita monumenti, partecipa a ricevimenti e conosce svariate persone. Ragazza dal carattere molto empatico, si ingegna di aiutare due coppie di innamorati a coronare i rispettivi sogni d'amore, ovviamente in modo anche un poco bizzarro.
Per tutto il romanzo si susseguono incontri e dialoghi fra i vari personaggi; tutti gli avvenimenti sono al limite del farsesco, pur senza scivolarvi mai, e il racconto risulta molto divertente. L'arguzia della Heyer è davvero inesauribile, anche in questa storia.
Per darvene un esempio: il cugino Foster (che è conte, lord Dolphinton), così descritto dall'autrice:
In verità, l'intelletto di lord Dolphinton non si distingueva per potenza, né per prontezza di intuito; ma quando gli accadeva di comprendere qualcosa, lo faceva con sorprendente tenacia.
è innamorato di una donna che incontra di nascosto alla madre e confida a Kitty che se non potesse più vederla si ucciderebbe ma...
«Ma il fatto è che so nuotare e non mi piacerebbe puntarmi una pistola alla tempia. Quanto meno» aggiunse con scrupolosa sincerità «non credo che mi piacerebbe. Una volta sono stato ferito alla gamba per errore. Non mi è piaciuto per niente.»
La logica di Foster è cristallina, no? E, vi assicuro, non solo la sua...
