Emanuela Navone's Blog, page 33
October 13, 2018
2 errori + 1 dello scrittore emergente
2 errori + 1
dello scrittore emergente
In tanti pensano che basti scrivere qualcosa e pubblicarlo per vendere.
Magari anche una storia di poco conto, banale, l’importante è riuscire a “piazzarla”.
Tanti, invece, scrivono perché hanno qualcosa da dire, un messaggio da trasmettere, o perché semplicemente sanno che la storia va narrata.
Quale che sia il tuo caso (ma spero per il secondo), se sei uno scrittore che è appena entrato in questo fantastico mondo, fai attenzione ad alcuni errori che molti commettono quando iniziano a scrivere.
E non te lo dico “tanto per”, te lo dico perché sono errori che riscontro in quasi ogni romanzo che correggo.
Ma quali sono questi errori?
Lo vediamo nell’articolo di oggi.
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2 errori + 1
Attenzione! Questi errori non riguardano ortografia, grammatica o sintassi, bensì il “come” è strutturata una storia.
Sono errori di chi ha scarsa conoscenza di scrittura creativa, magari, o di chi legge poco e non sa mettere su carte le sue idee; o se lo sa, lo fa in modo confuso.
Sto parlando di:
Punto di vistaIo narrante
… che si collegheranno al terzo errore, che vedremo fra poco.
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Il punto di vista
Sai, per reminiscenze scolastiche o perché lo hai letto da qualche parte, che il punto di vista sono gli occhiali attraverso i quali si osserva una storia, o una scena.
Puoi farlo dall’alto, accanto a un personaggio o nella sua testa.
In genere, una volta adottato un punto di vista, esso rimane tale per tutta la storia, anche se per ragioni di trama o creatività può variare a seconda del personaggio (esempio: il protagonista A è l’io narrante, ma abbiamo esigenza di parlare anche dell’antagonista B, e per farlo e rimanere più estranei, usiamo la terza persona).
L’errore più frequente di uno scrittore esordiente è confondere il punto di vista o saltellare qua e là.
Nel primo caso parliamo, appunto, di confusione; nel secondo c’è un termine inglese che è l’head hopping, ossia “saltellare da una testa all’altra”.
Ne ho già parlato in due articoli (qui per la confusione e qui per l’head hopping), ma cercherò di farti un breve riassunto.
Si ha la confusione del punto di vista quando, in uno stesso paragrafo, salti dalla prima alla terza persona o alla seconda e viceversa.
Si ha l’head hopping quando, sempre in uno stesso paragrafo, il punto di vista saltella da un personaggio all’altro, creando confusione nel lettore, che non capisce più da che prospettiva vedere la scena.
Come ben avrai capito, sbagliare il punto di vista dà fastidio e crea difficoltà di comprensione.
E se un lettore non comprende, si arrabbia e abbandona il tuo libro.
L’altro errore riguarda sempre il punto di vista, ma più nel dettaglio.
L’io narrante
Scrivere in prima persona è difficile.
Mettitelo bene in testa.
Sì, a prima vista può sembrare semplice ed è un po’ come scrivere un diario segreto…
… e proprio qui è lo sbaglio!
Il secondo errore dello scrittore emergente è di usare un io narrante banale, non caratterizzato, e di “proiettare” la sua visione della vita nel personaggio.
Quando scrivi in prima persona (a meno che non sia un’autobiografia), devi annullare te stesso ed entrare nella testa del protagonista: devi insomma pensare, agire e parlare come lui.
È il personaggio a proiettare la sua visione della vita, e non tu.
Proprio per questo scrivere in prima persona è difficile, e farlo in modo banale, senza caratterizzare il personaggio, è uno degli errori che si trovano più spesso.
Questo ci porta al terzo errore, che in un certo senso li include entrambi.
La comprensione.
Scrivere per gli altri e non per se stessi!
Questa frase a prima vista potrebbe suonarti strana.
Ma come, Emanuela. Io scrivo per me, non per gli altri! Non voglio scrivere quello che mi chiedono gli altri ma quello che voglio!
Certo, è ovvio. Tutti devono scrivere quello che vogliono e non quello che dicono gli altri, sennò la scrittura non sarebbe più una creatività ma qualcosa dettato a tavolino.
Certo, c’è anche chi scrive solo quello che “vende”, ma questa è un’altra storia.
Quello che sto cercando di dirti, il terzo errore, è che va bene scrivere per se stessi, ma bisogna farlo in modo che gli altri capiscano.
Mi spiego meglio.
Uno scrittore emergente (ma anche già “rodato”, a volte) quando scrive non guarda in faccia a nessuno. Scrive, scrive, scrive… qualsiasi cosa gli venga in mente.
Segue una trama, sì, o una scaletta, ma dimentica un elemento fondamentale: la comprensione.
Il terzo errore è scrivere dimenticando che di fronte avrai dei lettori, che dovranno capire la storia.
E quindi: spiegare poco, ripetere concetti e frasi più volte, girare intorno all’argomento, usare costruzioni arabeggianti e poco chiare, e così via.
Quale che sia la storia, o l’argomento, quando scrivi devi sempre pensare: il lettore capirà? Mi seguirà? Si annoierà?
Fidati, all’inizio non è facile, ma con un po’ di palestra riuscirai a compensare la tua voglia di creatività con il bisogno che il lettore capisca.
Conclusioni
In questo articolo hai visto quali sono i 2 errori + 1 dello scrittore emergente, l’ultimo che comprende i primi.
Sono errori che supererai nel corso del tempo, scrivendo e leggendo.
Una cosa devi tenere a mente: il lettore.
Solo dopo che avrai capito che è lui il fruitore finale delle tue creazioni, ed è anche il giudice, riuscirai a elaborare uno stile di scrittura tuo, sì, ma anche comprensibile e fluido.
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L'articolo 2 errori + 1 dello scrittore emergente proviene da Emanuela Navone Editor Freelance.
October 7, 2018
“Philofobia” – recensione
Alessia è bloccata dal passato, trincerata dietro un muro di insicurezze e
paure, un passato che le impedisce di lasciarsi amare.
Damiano la vuole, farà di tutto per averla, anche abbattere uno ad uno i
muri che lei ha costruito intorno al suo cuore.
Una storia intima, carnale, fortemente attuale, vi regalerà ore di
divertimento alternate in modo sapiente a momenti più difficili, una girandola
di emozioni.
La mia recensione
“Philofobia – la paura dei sentimenti” di Alex è un romanzo con un tema di fondo molto attuale: il rapporto morboso tra un uomo e una donna.
Alessia, la protagonista, è una ragazza che ha paura di lasciarsi andare, dopo una feroce storia durata due anni con Michele, un giovane geloso e possessivo.
Spronata dall’amica Catia, Alessia decide di rivolgersi a una psicoterapeuta, che l’aiuti a uscire dalla prigione che si è costruita. Piano piano inizierà ad aprirsi e a rendere pubblico il dolore che troppo a lungo ha celato.
Nel frattempo Damiano, amico e collega di Alessia, farà di tutto per ghermirle il cuore e aiutarla a superare, una volta per tutte, il suo passato.
Se da un lato questo breve romanzo mi è piaciuto molto, soprattutto perché tratta di un tema sensibile, forte e spesso poco considerato, dall’altro mi ha lasciato alcuni dubbi.
Il primo dubbio riguarda la lunghezza: l’ho trovato troppo breve, in certi punti solo un abbozzo, come se fosse più una scaletta. Avrei preferito un maggior approfondimento di alcune situazioni, e soprattutto di ambientazione e personaggi.
A parte Alessia e Michele, che sono discretamente tratteggiati, gli altri mi sono sembrati troppo stilizzati, senza spessore. Di Damiano sappiamo poco o nulla, idem per Catia.
L’ambientazione è pressoché inesistente: sappiamo solo che il romanzo è ambientato a Cecina, ma non c’è nulla che ci ricordi la città. Per me, che adoro immergermi al cento percento in una storia, questa mancanza mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.
E dire, però, che ho letto il romanzo in davvero poco tempo, non solo per la lunghezza, ma anche e soprattutto per la trama, che mi ha coinvolta fin da subito e ho voluto sapere sin dalle prime pagine qualcosa in più sul passato della protagonista, che prontamente l’autrice ha svelato.
Forse, e questo è il mio secondo dubbio, se il romanzo fosse stato più lungo si sarebbe potuto migliorare la parte del flashback e integrarla meglio con la narrazione (il flashback avviene ogniqualvolta che Alessia racconta alla psicoterapeuta il suo passato). Tuttavia questa è una mia opinione non inficia il giudizio complessivo.
Un romanzo, quindi, che se da un lato potrebbe essere migliorato (anche con una rilettura per eliminare alcuni refusi), dall’altro è molto attuale, e il mio plauso va all’autrice per aver avuto la voglia di parlare di temi così difficili.
Non lo collocherei proprio nei romanzi d’amore, piuttosto in una narrativa mista tra il mainstream e la formazione.
Lo consiglio comunque a tutti, soprattutto a chi vuole leggere qualcosa di diverso e impegnativo.
L'articolo “Philofobia” – recensione proviene da Emanuela Navone Editor Freelance.
October 6, 2018
Come autopromuoversi in modo vincente (senza essere molesti)
Come autopromuoversi in modo vincente (senza essere molesti)
5 libri pubblicati, 4 ore in media al giorno di promozione su internet, 10 copie vendute al mese.
Questo, nella più fortunata delle ipotesi, è il bilancio di uno scrittore che cerca di sopravvivere nell’era dell’editoria 2.0.
Purtroppo sappiamo che tanti scrittori faticano addirittura a vendere una copia, e mai arriveranno a cinque libri pubblicati, perché lo scoramento li avrà bloccati prima.
Ma sappiamo anche che tanti scrittori, al contrario, sono riusciti a emergere e si sono fatti un nome.
Gabriele Dolzadelli, autore della fortunata saga di Jolly Roger, che è arrivata al quinto libro, ha venduto più di tremila copie, tutto da solo, grazie a una promozione mirata attraverso Facebook.
Cathlin B (che ho avuto il piacere di intervistare lo scorso Salone del libro a Torino) è un’assidua frequentatrice delle fiere del libro, grazie anche alla collaborazione di S.E.U. e del nuovissimo Collettivo Scrittori Uniti.
Maria Teresa Steri (della quale ho recensito “Come un dio immortale“) usa soprattutto il suo blog, Anima di carta, inserendo ad esempio anticipazioni dei suoi romanzi.
Tante, quindi, sono le tecniche di promozione che puoi usare, ma qual è quella giusta per te?
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La giusta strategia di autopromozione
Uno neoscrittore, che ha appena pubblicato un libro, di solito si muove così: spam a raffica su siti, forum, blog e social media, qualche post qua e là e tanta speranza di vendere.
Lo so per certo perché anche io, agli inizi facevo così.
Risultati: zero vendite, poca diffusione e magari ti etichettano anche come “molesto”.
Il più delle volte, dopo un approccio deludente, lo scrittore si scoraggia e smette di promuoversi, lasciando i suoi libri al destino, o peggio, smette addirittura di scrivere.
Se adori scrivere, e magari vuoi fare della scrittura un’attività a tempo pieno, smettere di scrivere o di promuoversi non è mai l’opzione giusta.
Bisogna armarsi di tanta pazienza e, soprattutto, trovare una giusta strategia.
Bisogna pianificare.
Un po’ come quando decidi di scrivere un libro e stendi una scaletta.
Sempre per esperienza, so che scrivere di getto il 99% dei casi condurrà a un vicolo cieco; pianificare la propria storia, invece, porterà a esiti positivi.
Stessa cosa per la promozione: pianificarla è sempre la scelta migliore.
Pianificare cosa, però?
Innanzitutto, devi definire i tuoi obiettivi.
Vuoi ottenere almeno cinquanta recensioni nell’arco di un anno? Vuoi avere 1000 fan sulla tua pagina Facebook? Vuoi raggiungere 10.000 followers su Instagram o per la tua newsletter?
In base a ciò che deciderai, dovrai elaborare la tua strategia.
Non esiste LA strategia, ma esiste quella giusta per te.
La strategia che più si adatta alle tue esigente.
Lo so, scritta così può sembrare semplice ma, credimi, non lo è.
Dovrai innanzitutto capire quali sono le tue esigenze, e come sfruttarle.
Se hai appena costruito un sito autore, ad esempio, sarebbe meglio concentrarsi su quello, creando una mailing list volta a ottenere lettori. Un esempio è quello di Victoria Queen (che ho conosciuto grazie alla mailing list di Emanuele Properzi di Scrittore Vincente): ha un sito autore costruito a regola d’arte, dove offre un’anteprima gratuita del suo libro se ti iscrivi alla sua newsletter.
Se vuoi concentrarti, invece, su una fanpage di Facebook, ad esempio Andrea Cantone ha creato una pagina dedicata al suo romanzo “Un giorno alla volta”, dove inserisce le presentazioni che fa e le foto dell’evento, oltre che recensioni e video.
Insomma, per prima cosa devi decidere lo strumento che vuoi usare per la tua promozione, e da lì elaborare una strategia.
Il mio consiglio è di elaborare una strategia alla volta: usarne due o tre insieme è dispersivo e controproducente.
Ti posso raccontare, a titolo di esempio, come io e Alfonso Pistilli abbiamo elaborato la strategia di promozione del suo romanzo “L’ultimo sorriso“. Quando è uscito, abbiamo chiesto a un numero nutrito di blogger di ospitare sul loro sito una presentazione o una recensione in anteprima. Terminato l’evento, ci siamo focalizzati sulle recensioni, chiedendo agli stessi blogger che avevano ospitato il Release Blitz di recensire il romanzo. Adesso ci stiamo focalizzando sulla pagina Facebook, gestita dalla social media manager Sara Piccardo. Nel frattempo, Alfonso sta organizzando alcune presentazioni nella sua zona, e io sto ospitando sul mio blog, settimanalmente o bisettimanalmente, alcuni approfondimenti sul romanzo.
Una strategia alla volta, quindi, e concentrandoci su un singolo canale di promozione.
Ma, Emanuela, se io non so quale canale è quello giusto per me, come posso fare?
Ci arriviamo subito.
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Il canale giusto: come trovarlo?
Anche in questo caso, non esiste IL canale ma quello giusto per te.
Tuttavia, se sei ancora alle prime armi e non sai come muoverti, è difficile trovare quello che fa per te.
Come consiglio, posso dirti di iniziare da ciò che conosci meglio: se bazzichi su Facebook, ad esempio, è utile aprire una fanpage, e sarebbe inutile lambiccarsi il cervello nella costruzione di un sito internet se non sai da dove partire. Allo stesso modo, se vorresti aprire un blog ma sai già che hai poco tempo per starci dietro, sarebbe inutile farlo.
Parti da quello che conosci e che più ti piace.
E soprattutto parti con qualcosa di cui hai la certezza che riuscirai a seguire.
Quante pagine Facebook silenti ci sono? Come anche profili Twitter, Google+ o Instagram?
Ecco, evita anche tu di finire così.
Altro aspetto: non esiste un canale che ti porta più lettori di altri. Ogni canale, a modo suo, se sfruttato al meglio può portarti lettori.
L’importante è sfruttarlo, quindi.
Okay, Emanuela. Ho trovato il mio canale ed elaborato una strategia. E ora?
Adesso è tempo di strutturarla!
Strutturiamo la tua strategia
Una volta elaborata la tua strategia e deciso il canale, occorre strutturarla.
Attenzione! Anche in questo caso non è così semplice come sembra.
Poniamo, ad esempio, che tu abbia deciso di aprire una pagina Facebook.
Mancano i contenuti.
Che cosa scrivere?
Anche in questo caso, è inutile pubblicare di tanto in tanto (o, peggio, ogni ora) il link d’acquisto del tuo libro. Al lettore non interessa. Al lettore interessa conoscere meglio il libro, ma anche l’autore. E all’autore interesse anche entrare in contatto con l’autore.
Quindi: pianifica i contenuti che andrai a pubblicare sulla tua pagina. Puoi farlo, ad esempio, settimanalmente, con un bel calendario davanti dove scriverai ogni giorno cosa vorrai pubblicare. Esempio: il lunedì è il giorno delle recensioni, il martedì degli estratti, il mercoledì degli approfondimenti… e così via.
Quanto pubblicare?
Una pagina Facebook ha bisogno di un po’ di contenuti, soprattutto agli inizi. Quindi pubblicare una-due volte alla settimana non porterebbe a molti risultati. Meglio, forse, una o due volte, o anche tre, al giorno, magari scegliendo l’ora in cui i tuoi fan sono più connessi e interagiscono meglio con te (le analytics di Facebook sono un grande aiuto).
Una volta che la tua pagina è attiva e ha un po’ di pubblico e interazioni, vedi quali post attirano più gente e regola la tua strategia di conseguenza.
Come ben saprai, Facebook privilegia contenuti a immagine o video rispetto a lunghi post di solo testo.
Un esempio di fanpage Facebook a mio avviso ben strutturata è quella di DeA Planeta: dai un’occhiata e scopiazza 
October 2, 2018
Approfondimento: i protagonisti de “L’ultimo sorriso” di Alfonso Pistilli
Lo scorso luglio è uscito il primo libro della collana Policromia, che gestisco in collaborazione con PubMe.
Si tratta de “L’ultimo sorriso”, il primissimo romanzo di Alfonso Pistilli, un autore meritevole che ha deciso di intraprendere la via della scrittura con un libro che tratta temi difficili, quali droga, prostituzione, scommesse calcistiche.
Nel mio articolo di presentazione del libro ho parlato della sua trama e ho inserito un estratto; oggi, invece, dedico questo spazio a un approfondimento sui personaggi che popolano “L’ultimo sorriso”.
Lascio quindi la parola ad Alfonso, che ci svelerà qualcosa in più sui suoi protagonisti.
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Alfonso Pistilli
Di solito quando creo un personaggio rubo un po’ in giro, cerco aspetti particolari delle movenze o del carattere delle persone. Ho la fortuna di avere la dote naturale di riuscire a cogliere alcune cose apparentemente insignificanti, ma che invece rivelano molto delle persone, soprattutto della loro personalità.
Vi parlo un po’ dei personaggi che hanno popolato “L’ultimo sorriso”, che si sono incazzati, hanno pianto, hanno riso, hanno vissuto.
Quando ho iniziato a scrivere non sapevo nemmeno io di averla, semplicemente non facevo caso a tante cose. Quando poi ho iniziato a mettere su carta mi sono reso conto che quei particolari erano nella mia mente così forti da liberarsi immediatamente, bastava solo farci veramente caso.
Faccio una premessa: nessuno dei personaggi presenti nel romanzo è interamente ispirato a una singola persona, li ho creati mixando gli ingredienti come si fa con un frullatore.
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Cominciamo da Alessandro, che è protagonista e narratore della storia. Alessandro è nato assieme alla storia, quindi mi sono sentito un po’ libero di disegnarlo. Gli altri invece sono stati tutti costruiti per servire alla storia.
La caratteristica fisica principale è la folta chioma di capelli ricci, che nasce da un’innegabile invidia, visto che sono calvo da almeno vent’anni. Ma se chiedessi anche a chi ha già letto “L’ultimo Sorriso” sono sicuro che non hanno una immagine definita di Alessandro. Questo perché io ho voluto tratteggiarlo con alcune caratteristiche identificative, ma poi ho lasciato che ognuno lo definisse nella sua mente a seconda dei propri schemi mentali.
Ciò che mi ha catturato senz’altro più tempo e attenzione è stato il suo aspetto psicologico caratteriale. Non anticipo nulla se dico che l’ho disegnato come un ragazzo comune, con le sue insicurezze che lo fanno apparire lo “sfigato” del gruppo. L’intenzione era quella di lanciare un messaggio, che ognuno di noi può, e aggiungerei deve, giocarsi le sue opportunità, possibilmente abbattendo le proprie difficoltà.
C’è qualcosa di me in Alessandro? Ecco forse qualcosa sì. La voglia di lottare e non abbandonare mai.
Chi è invece Alessandra? Ho volutamente dato lo stesso nome al femminile per accomunarli anche caratterialmente. Non c’è una vera descrizione fisica di Alessandra per lo stesso motivo precisato per Alessandro, piuttosto ho voluto dare evidenza a un aspetto molto comune nelle coppie di ragazzi che, crescendo insieme, finiscono per dover necessariamente tracciare delle tappe imposte da ciò che la società ritiene essere “normale”.
Mi serviva un personaggio femminile che desse l’idea di una storia solida contrapposta all’amicizia tra Alessandro e Halina, un’amicizia non propriamente nei canoni, tra un ragazzo e una prostituta.
Così come mi serviva un gancio per l’evoluzione del protagonista, quindi è cose se avessi plasmato Alessandra alle sembianze di lui e alle necessità della trama.
L’intento era quello di creare nel personaggio un paradosso di fondo, l’aspetto di chiusura e gelosia infantile delle coppie nate quando si è ragazzini, alla maturità, che poi assume, da persona intelligente, nel prosieguo della storia.
Ho accennato all’amicizia tra Alessandro e la escort, Halina.
Halina è una ragazza lituana in Italia per fare la prostituta. Fisicamente non corrisponde a nessun personaggio vivente, ma rispecchia nelle descrizioni la tipica bellezza del nord-est europeo, con lineamenti non troppo marcati e colori chiari.
Ho costruito volutamente un personaggio entro i canoni, se vogliamo anche banali, del comune pensiero, prostituzione, calciatori, droga e bella vita. L’ho fatto perché a questi aspetti volevo contrapporre un’umanità e una sensibilità di persona che anche una donna che fa la prostituta potrebbe avere, coltivando un’amicizia vera e sincera con un uomo, senza che mai questo rapporto sfociasse in nulla più che quello. La domanda che mi ha mosso in questa scelta è stata: Perché no?
L'articolo Approfondimento: i protagonisti de “L’ultimo sorriso” di Alfonso Pistilli proviene da Emanuela Navone Editor Freelance.
October 1, 2018
Cover Reveal: Philophobia
Cover reveal: Philophobia
Il cover reveal è la pubblicazione in anteprima della copertina di un romanzo.
Primissimo cover reveal per il mio blog, e sono felicissima di aver aderito a questa iniziativa.
Come scrivevo in un post dedicato alla promozione, tra le tecniche che un autore può usare per autopromuoversi c’è anche il cover reveal. Strumento interessante perché serve a catturare l’attenzione.
Si sa, molto spesso è la copertina di un libro a catturare la nostra attenzione, e una copertina fatta bene non solo incuriosisce, ma può spronare anche il lettore ad acquistare il libro.
Bene, allora; è tempo di lasciar spazio alle immagini… Buona visione e buona lettura!
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Alessia è bloccata dal passato, trincerata dietro un muro di insicurezze e
paure, un passato che le impedisce di lasciarsi amare.
Damiano la vuole, farà di tutto per averla, anche abbattere uno ad uno i
muri che lei ha costruito intorno al suo cuore.
Una storia intima, carnale, fortemente attuale, vi regalerà ore di
divertimento alternate in modo sapiente a momenti più difficili, una girandola
di emozioni.
L'articolo Cover Reveal: Philophobia proviene da Emanuela Navone Editor Freelance.
September 29, 2018
Angelo mio
Le Brevissime è la rubrica dedicata ai miei racconti brevi o brevissimi.
Stralci di deliri, sogni, incubi; o racconti creati per gioco.
Angelo mio
Anche questo raccontino è frutto di un’esercitazione durante il laboratorio Scrittura e Narrazione del Gruppo di Supporto Scrittori Pigri. E anche qui dovevamo parlare di un’emozione senza usare concetti astratti. Ammetto di averla sbagliata clamorosamente, ma come sempre quando sono preda di deliri creativi, ho prestato poco attenzione a cosa scrivevo e ho cercato di concentrarmi su che cosa VOLEVO raccontare.
Mentre sto scrivendo queste poche righe, sento già che le forze mi stanno per abbandonare. Ma voglio prima spiegare il mio gesto, prima che l’oblio mi accolga tra le sue braccia e che di me non resti che un guscio secco.
La mia vita è sempre stata scandita da piccole perle che conservo gelosamente nel mio cuore: lei con la mia camicia mentre preparava la colazione, i suoi occhi zaffiro che si illuminavano, la sua mano tra le mie mentre passeggiavamo per le viuzze del Valentino, le sue labbra sottili che si aprivano in un sorriso quando indicava il primo bocciolo di rosa.
Ora che non c’è più, le mie giornate sono scandite dal tic-tac dell’orologio che avanza inesorabile, le sue lancette che si avvicinano come una sentenza alla mezzanotte della mia vita.
Lei era ciò per cui mi alzavo al mattino, ciò per cui con fatica lavoravo, e ciò per cui con ancora più fatica mi trascinavo a casa tutte le sere.
Lei era un pezzo del mio cuore che custodiva tra le sue mani, un cuore che piano piano sta rallentando i battiti.
Lei mi aspettava.
«Sarò sempre al tuo fianco» mi aveva sussurrato un giorno.
E invece adesso non c’è più.
Perdonatemi, se potete. Io non potrò farlo.
Capite, io non potevo lasciarla andare. Come avrei potuto lasciare andare una parte di me? È come chiedere a dei polmoni infettati di tumore di continuare a respirare.
Così l’ho fatto. E adesso lei non mi abbandonerà più.
Perché lei sarà sempre parte di me.
Mi volto a guardarla: è bellissima anche nel sonno eterno.
Angelo mio, sto arrivando. Saremo di nuovo insieme, questa volta per sempre.
L'articolo Angelo mio proviene da Emanuela Navone Editor Freelance.
September 25, 2018
Perché ho scelto l’autopubblicazione
Perché ho scelto l’autopubblicazione
La domanda alla quale, prima o poi, ogni scrittore autopubblicato dovrà rispondere è: perché diamine hai scelto il self-publishing? Cos’hai contro l’editoria tradizionale?
Purtroppo anche io non sono stata esente da questo quesito che a tratti assume connotati filosofici.
Autopubblicazione o editoria tradizionale? Essere o non essere?
E soprattutto: perché self sì e casa editrice no?
Perché, dai, diciamocelo: in fondo tutto si risolve lì, in questa battaglia infinita tra autopubblicazione e editore.
E il povero scrittore self-published si trova di fronte a questa gigantesca domanda che, il più delle volte, lo fissa dall’alto dei suoi cento metri, imponente, maestosa e terribile come un Morannon dell’editoria (non sai cos’è il Morannon? Be’, leggi Il signore degli anelli).
Sì, perché la maggior parte delle volte la domanda viene posta in tono polemico. Come se tu, scrittore autopubblicato, avessi osato profanare un’inviolabile legge che impedisce di guardar oltre l’editoria tradizionale.
Diciamocelo, dai, ormai il self-publishing fa parte dell’editoria. Un po’ come un’evoluzione della stessa, un’editoria 2.0.
Non voglio dilungarmi in queste noiose ma interessanti questioni, ma raccontarti perché io ho scelto di autopubblicarmi – e sì, magari mettere a tacere tutti quelli che si ostinano a pensare che il self-publishing sia l’ultima spiaggia.
È iniziato tutto tanto tempo fa…
… in una galassia lontana lontana, direbbero i fan di Guerre Stellari.
Quando mi avventurai nella foresta magica dell’editoria, neanche sapevo cosa fosse ‘sto benedetto self-publishing. A dir la verità, per me esisteva solo una cosa: i libri. Poca importanza aveva se li avesse editi la casa editrice Pincopallo o se li fosse autopubblicati l’autore Ermenegildo Mario.
Un libro è un libro, giusto?
Che poi, a ben pensarci, non è nemmeno corretta la critica annosa che posso riassumere così: “Se ti pubblica una casa editrice il tuo libro è scritto bene, se ti pubblichi tu fa cacare”.
No, perché sempre per esperienza, ho letto libri editi da case editrici che fanno cacare (anche sotto il profilo della grammatica), come pure libri autopubblicati che fanno cacare; e, viceversa, ho letto anche tanti libri editi belli e ben scritti, come anche libri self belli e ben scritti.
Quindi, giusto per dirlo una volta per tutte: un libro è un libro, ed è bello sia se edito o self-publishing, e fa cacare sia se edito o self-publishing.
Ma torniamo a noi… che mi sono di nuovo persa.
Dicevo, io subito neanche sapevo cosa fosse l’autopubblicazione, poi, piano piano, anche recensendo molti libri self, mi sono detta: “Ohibò, ‘sta cosa dell’autopubblicazione mi piace assai. Cioè, posso fare tutto da sola? Tutto tutto? E guadagno puliti puliti anche venti miseri euro? E posso scegliere copertina impaginazione formato editing promozione? Ammazza, ‘sta cosa mi piace assai”.
Ecco, ti ho riassunto in poche righe perché ho scelto di autopubblicarmi.
La mia è stata una scelta legata soprattutto alla mia avversità verso il padrone.
Sì, ho sempre detestato chi mi dà gli ordini: chi mi dice fa’ questo e non fare quello, mettilo così e non colà, non muoverti adesso ma tra un minuto…
MOBBASTA!, come si dice in un famoso (o forse no) film italiano.
Io voglio decidere, io voglio prendermi le mie responsabilità, io voglio metterci la faccia. E non voglio gente che mi dica come farlo o voglia farlo al posto mio.
La decisione di autopubblicarmi è stata quindi dettata da questa voglia di fare le cose a modo mio, quando voglio io e come voglio io.
Attenzione, però, perché so che qui il più maligno certamente penserà: “E facendo così fai la figura del solito autore autopubblicato rompiscatole che scrive boiate senza curarle e per di più si arroga il diritto di importi il tuo libro come ogni Autore Autopubblicato Molesto fa di solito”.
Posso aver anche scritto boiate e possono anche far cacare il 99% dei pochi che lo leggeranno, ma so per certo che ho curato ogni minima parte dei miei libri, dall’editing alla copertina e quant’altro.
Mi dispiace deludere i detrattori dell’autopubblicazione: esistono anche tanti scrittori indie che si impegnano seriamente in quello che fanno (e, infatti, l’autopubblicazione dovrebbe SEMPRE essere fatta in modo serio e consapevole, non smetterò mai di dirlo).
Il self-publishing, quindi, non è…
… non è l’ultima spiaggia.
… non è qualcosa che fai “tanto per”.
… non è un rifiuto secco dell’editoria tradizionale “perché mannaggia io le CE le detesto e quindi mi autopubblico”.
Il self-publishing è semplicemente una scelta (consapevole) da parte di uno scrittore (consapevole) che decide di metterci la faccia, di mettersi in gioco e di prendere ogni cosa nella sua totalità (cento euro o cento schiaffi che siano).
Niente più e niente meno.
Poi, sì, le scelte sono soggettive: c’è chi viene da esperienze disastrose con editori-squalo o peggio e decide di autopubblicarsi perché non ce la fa più; c’è chi dopo aver sperimentato una CE vuole provare il self-publishing; chi non è stato cacato da nessun editore e sceglie la via indie; e via di seguito.
Quello che voglio farti capire (e farlo capire soprattutto ai più critici) è che chi si autopubblica, e lo fa seriamente, non ha nulla di meno rispetto a chi ha dietro le spalle una realtà editoriale.
Ha solo deciso di fare le cose in proprio, come un libero professionista.
L’autopubblicazione, però, spaventa!
Eccome, se spaventa.
Voglio dire, sei solo di fronte a tutti, e se non ha un po’ di seguito corri il rischio di rimanere confuso nel vasto oceano del self-publishing.
Per fortuna in tanti aiutano gli scrittori emergenti a, appunto, emergere, e per fortuna molti di loro non si sono fatti spaventare dalla vastità dell’oceano del self-publishing, hanno stretto i denti e sono andati avanti.
Per essere dura, è dura, te lo dico per esperienza diretta. Farsi conoscere è una continua battaglia ma, come dice un famoso mistico di cui sto curando proprio in questi giorni il suo prossimo libro: macchissenefrega!
Se ti piace scrivere e lo fai seriamente e vuoi rendere partecipi gli altri dei tuoi libri, perché fermarti? Se l’idea di autopubblicarti ti stuzzica, perché accantonarla nella speranza (molto vana, visto il mondo delle case editrici tradizionali odierne) che qualche editore decida di cacarti e puntare su un perfetto sconosciuto come puoi essere tu?
La mia scelta, e qui concludo, di autopubblicarmi è stata consapevole. Nessuna casa editrice mi ha cassato perché non ho mai cercato un editore. Né vengo da esperienze bellicose con editori-squalo o altro.
Ho deciso di autopubblicarmi perché mi harba così, voglio tutto per me il poco guadagno che avrò e voglio gestire tutto io.
E spero che questa mia solfa, se stai decidendo per l’autopubblicazione ma ancora qualcosa ti turba, ti sia di aiuto a decidere.
L'articolo Perché ho scelto l’autopubblicazione proviene da Emanuela Navone Editor Freelance.
September 22, 2018
La barriera
Le Brevissime è la rubrica dedicata ai miei racconti brevi o brevissimi.
Stralci di deliri, sogni, incubi; o racconti creati per gioco.
La barriera
Ho scritto questo racconto durante un’esercitazione del laboratorio “Scrittura e Narrazione” organizzato dal Gruppo di Supporto Scrittori Pigri. Dovevamo mostrare un’emozione senza menzionarla.
Sapete scovare qual è l’emozione principale di questo racconto?
Alessandro guardò il cancello di
fronte a lui e si morsicò le labbra. Infilò le chiavi nella serratura, che scattò
con un clock. Aprì il cancello quel
tanto che bastava da oltrepassarlo. Lo accostò dietro di sé.
Era fuori. Finalmente.
Pescò nella tasca del parka una
torcia e fece per accenderla. Un rumore lo bloccò e il respiro gli si spezzò in
gola.
Proveniva dall’oscurità alla sua
destra. Dei passi? No, sembrava piuttosto che qualcosa pestasse il terreno.
E si avvicinava.
Alessandro deglutì, e la voce del
nonno gli ritornò in mente.
“La barriera li tiene fuori. Qui
siamo al sicuro.”
Il nonno si accendeva sempre una
pipa mentre, seduto sul divano a dondolo, osservava il fuoco crepitare nel
camino.
“A nessuno è concesso oltrepassare
la barriera, perché loro sentirebbero subito il nostro odore.”
Alessandro chiuse gli occhi. Una
gocciolina di sudore gli solleticò il sopracciglio. La mano che teneva la
torcia tremava.
I colpi erano sempre più vicini.
Quasi a un passo da lui.
“E se sentono il nostro odore,
diventano affamati.”
Alessandro accese la torcia e la
puntò davanti a sé. Un gemito gli scappò dalle labbra.
Un enorme occhio lo fissava.
La torcia cadde a terra e si
spense.
L'articolo La barriera proviene da Emanuela Navone Editor Freelance.
September 18, 2018
Nel cuore dei lettori: il Festival del Romance italiano
Festival Romance Italiano
29 Giugno 2019 presso NH Congress
(Strada 2A, 20090 Assago-MILANO)
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Questo evento made in Italy nasce
dall’idea di far riscoprire il fascino del Romance Italiano. In collaborazione
con il Rumore dei Libri, blog letterario, Kinetic Vibe, agenzia
nazionale e internazionale di eventi, e la sponsorizzazione del comune di
Milano, con la presente vi presentiamo e vi informiamo che il festival si
svolgerà il 29 giugno dalle 10:00 alle 18 presso Nh Congress di
Assago-Milano.
Il Festival si svolgerà con la
presenza di oltre 150 autori alcuni tra i più famosi in Italia, editi da grosse
case editrici, e autori noti nel Self Publishing. Questi autori svolgeranno firma copie, interviste
e molto altro. All’evento parteciperanno editori di medio livello, un libraio
che fornirà i libri, modelli presta volto delle copertine delle autrici
confermate, alcuni volti noti della Tv (reality).
Internamente
ci saranno Giveaway, lotterie, contest, con premi associati alla letteratura.
Entro la fine di settembre saranno pubblicati i prezzi dei biglietti
e il link di vendita.
I biglietti saranno limitati.
Elenco dei primi
autori confermati (In aggiornamento).
Amabile Giusti Felicia Kingsley Patrisha Mar Virginia De Winter Diego Galdino Silvia Ciompi Sara Purpura Koraline L F Cassandra Rocca Adele Castellano Giorgia Penzo Veronica Scalmazzi Federica Alessi Adelia Marino Debora C. Țepeș Benedetta Cipriano Giovanna Mazzilli Marino Gioia De Bonis Laura Gay Laura Pellegrini Autrice Daniela Volontè Velonero Robin C Elisa Gentile Nicole Teso Alessandra Angelini Alessandra Cigalino Ella Gai Rhoma C Paoletta Maizza Giulia Ross Simona Liubicich Silvia Montemurro Alessia Coppola Cinzia La Commare Valentina C. Brin Livia Sarti Valentina Ferraro Veronica Pigozzo Daria Torresan Brunilda Begaj Chicca Francy Cominelli Zoe Black Vanessa Sobrero Bianca Ferrari Bianca Povolo Vera Demes Paola Garbarino Elle Eloise Lia Carnevale Melissa Spadoni Francesca D’Isodoro Deborah Fasola Edy Tassi Giulia Borgato Alessandra Fortunato Monique Scisci Michela Ray Aurora Ballarin Anna Loveangel Teresa Greco Lucy K T Leda Moore Sam P Miller Maura R A I Cudil Chiara Rametta Monica Valentini Angy El Tanja Mengoli Melissa Pratelli Chiara Venturelli Federica Leone Leila Awad Al Rose Kathleen Juls Julia A. Carter Lisa Ansani Flora Gallert Silvia Carboni Monica Lombardi Elena Rose Valeria Leone Ledra Rory Scorpiniti Deliu Deliu Dora L Anne Elena Russiello Stefania Bernardo Patrizia Iner Ruggero Michela Piazza Serena Bruccoleri Linda Bertasi Paola Chiozza Linda Lercari Lucrezia Falconieri Valentina Nazio Arianna Giorgi Emiliana De Vico Viviana Giorgi Alice Bianca Wincester Ester Ashton Anna G Alessandra Magnoli Gina Laddaga Andretta Baldanza Miriam Tocci Silvia Ami Chiara Messina Lucia Cantoni Sonia Gimor Jessica Guarnaccia Tiziana Lia Carlo Lanna Pitti Suchamp Debora Ferraiolo E P Silvia Anita S Mariangela Camocardi Lella Dellea Eleonora Mandese Samantha Lombardi Antonietta Maria T Erika Vanzin Veronica Deanike Baudelaire Federica Leva Angela D’angelo Monica Peccolo Simona Diodovich Natasa Ursic Alessia D’ambrosio Scarlett Reese Paolo Costa Marco Cannela Alessia D’Oria Teresa Di Gaetano Emily Pigozzi Viola Raffei Daniela Ruggero Manuela Paric’ Manuell Sgarella Cecilia K Erika Lenti Livy Snow Silvia Carbone Michela Marrucci Emma Altieri Catherine BC Viviana Berardinetti DanieLalela Sea
Leila Scivittaro Hellen C. Worth Rossella Gallotti
Case editrici (in aggiornamento)
Les Flâneurs Edizioni
Gilgamesh
Edizioni
LiterarynRomance
Darcy Edizioni
Dark
Love
Grafico:
Catnip Design
Emiliano Giorgi
Ospiti speciali: Giulia Segreti e
Mark Kheel Barone, noti youtuber e doppiatori.
Ospite speciale: Christian Mister
Valencia 2016, “Il Prince Albert”, noto modello spagnolo.
Ospiti speciali
in aggiornamento
Sponsor ufficiali (In aggiornamento):
Rocchia Desing;
Insaziabili Letture;
RFS Romanticamente fantasy
sito;
Opinioni Librose;
Le cercatrici di libri;
Romance and Fantasy
for cosmopolitan girl;
A spasso coi Libri;
Libri Magnetici.
Emai: festivalromance@hotmail.com
Gruppo Fb: Festival
Romance Milano 2019
Instagram: Festival
Romance
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September 16, 2018
Il C.S.U a Cantalupa (TO)!
CANTALUPA 2018 – 09/09/2018
Il C.S.U. si presenta alla sua prima fiera con uno squadrone di autori che vivono una giornata molto intensa e ricca di ottimi spunti. I fondatori quasi al completo coordinano le attività in modo eccellente intervistando gli autori e organizzando mini-presentazioni dei loro libri, e anche le vendite arrivano nel pomeriggio quando cominciano ad arrivare i visitatori. I dodici autori che si sono alternati come standisti, si sono confrontati con altri autori di altri stand ed hanno partecipato alle varie attività previste per la fiera. Il Collettivo è riuscito ad andare oltre le problematiche relative alla sovrapposizione di eventi che si sono verificati durante Canta-Libri allestendo uno stand strepitoso e senza dubbio ben fornito e accattivante. Le fiere del CSU continuano, appuntamento per il 14 ottobre a Sestri Levante (GE) per “Libri in Baia”.
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