Emanuela Navone's Blog, page 37

May 8, 2018

Beta reader cercasi: chi sono e perché potrebbero servirti

A.A.A. Beta reader cercasi

Di certo avrai già sentito parlare di questo termine, oppure è la prima volta e ti sembra una cosa astrusa tipo la sequenza di Fibonacci… quale che sia il tuo rapporto con questa misteriosa figura, oggi dipanerò i tuoi dubbi in merito.


Sì, oggi parliamo proprio di loro: i beta reader, fedelissimi compagni di ogni autore che voglia una mano nella valutazione del suo manoscritto.


Il beta reader è uno “strumento”, passami il termine, da custodire con cura, perché (ovviamente trovando persone competenti e affidabili) è la classica marcia in più.


Ma chi sono i beta reader? A cosa servono? Dove trovarli? Quanto costano?


Lo vediamo in questo articolo, quindi mettiti comodo e continua la lettura.


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Makunin/Pixabay


Chi sono i beta reader?

Il beta reader è un lettore qualificato (come scrive Storia Continua nel suo articolo) che ti aiuta a migliorare il tuo romanzo nel complesso, dalla trama ai personaggi, dall’ambientazione ai buchi di sceneggiatura.


Il beta reader NON è un editor o un correttore di bozze, né tanto meno qualcuno che redige una scheda di valutazione.


Ci tengo a specificarlo perché spesso leggo di richieste per beta reader che aiutino a correggere un romanzo o un saggio: la correzione (refusi, errori grammaticali, sintattici, eccetera) non è l’attività principale del reader, anche se alcuni, se trovano una svista, te lo fanno gentilmente sapere.


Il beta reader è un lettore accanito (o più correttamente lettore forte), con una grande passione per la lettura (ma va!) e una certa affinità con il genere che “beterà”. In altre parole, una persona che legge esclusivamente, o quasi, fantasy, avrà più dimestichezza ad “analizzare” un romanzo di questo genere anziché un thriller.


Riassumiamo brevemente le caratteristiche del beta reader:



Lettore forte
Concentrazione e attenzione ai dettagli
Dimestichezza e affinità con uno o più generi
Voglia di mettersi in gioco

L’ultima caratteristica suona un po’ da “ricerca di personale”, ma è così: il beta (lo vedremo fra poco) di solito non è pagato e lo fa per passione, quindi deve avere voglia di ritagliarsi una cornice del suo tempo per impegnarsi nella lettura di un libro e spesso si mette in gioco, perché inizia ad avere dimestichezza con il settore per, magari, in un futuro, decidere di continuare la “carriera” con un lavoro vero e proprio, come l’editor.


Il beta reader ha un costo?

In genere, a parte lettori professionisti, il beta reader svolge questo lavoro aggratis. Un po’ come se facesse volontariato, ma nel campo letterario.


Bada a non storcere il naso, perché nessuno obbliga il beta a leggere qualcosa, bensì è lui che lo fa di sua spontanea volontà.


Come scrivevo prima, “betare” un libro è un’ottima base di partenza per una professione vera e propria; un po’ come la classica gavetta nell’ufficio, quindi ci sta anche se lo si vuole fare gratis.


Tanti beta reader sono anche blogger e/o scrittori e hanno familiarità con il panorama letterario; altri, magari, lavorano già nell’editoria ma si offrono comunque per questo tipo di attività senza farsi pagare.


Il fatto che il “betaggio” sia gratis non vuol dire ricorrere a dieci reader e sperare di bypassare la fase dell’editing e della correzione di bozze: come ti ho già detto, sono attività diverse, distinte e qualsiasi altro aggettivo di questo tipo.


Quando posso ricorrere a un beta reader?

L’anno scorso, quando ho terminato la prima stesura del mio thriller, tanto per lasciarlo maturare un po’ e staccarmi dalle sue atmosfere (processo che, come sai, è utile per poi riprendere in mano il libro con occhio più critico), ho deciso di avvalermi di qualche beta che mi aiutasse a trovare incongruenze, situazioni poco chiare o inutili.


Ho contattato sei o sette beta che, nel giro di due-tre mesi, hanno letto il libro in anteprima e mi hanno dato un sacco di consigli su come migliorarlo e su quali parti tralasciare perché superflue. I beta reader mi hanno aiutata tantissimo e, quando ho ripreso in mano il romanzo per correggerlo, i loro consigli sono stati come manna dal cielo.


Questo per dirti di cercare un beta reader nel momento in cui termini la prima stesura del tuo romanzo. Mentre tu ti “riposi”, lui lo leggerà e ti aiuterà, con i suoi consigli, a migliorarlo dove necessario. Se decidi per il self-editing, quando riprenderai in mano il romanzo sarai avvantaggiato perché saprai già dove correggere e cosa inserire o togliere. Se vuoi affidarti a un esterno (editor freelance o agenzia), puoi comunque migliorare il testo prima di inviarlo.


Insomma, avrai già capito che ricorrere a un beta reader è fondamentale.


Ma dove trovarlo?


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Dove trovo un beta reader?

Esistono tanti luoghi virtuali dove chiedere l’aiuto di un beta reader, i social network prima di tutto.


Su Facebook, ad esempio, sono attivi numerosi gruppi di “Cerco/offro” beta reader, dove puoi contattare chi ti aiuti nella lettura critica del tuo libro o dove puoi offrirti come beta.


Ecco i due principali del panorama italiano (in inglese ce ne sono molti di più):



Beta Readers Italia
Beta reader group

Ho bazzicato in entrambi i gruppi e devo dire che ho trovato persone molto disponibili ad aiutarmi.


In alternativa a Facebook, puoi visitare il forum di Goodreads Italia dedicato ai beta:



Beta Readers Italia Group

Infine, sul forum di Writer’s Dream trovi una sezione apposita dedicata ai beta.


Conclusioni: alcune buone prassi

Trovare un beta che faccia bene il suo lavoro è semplice ma difficile: oggi ormai tutti si improvvisano “tuttologi”, quindi vi è sempre il rischio di beccare una ciofeca.


Prima di mandare il tuo libro a uno sconosciuto affinché lo legga, sincerati della sua serietà, onde evitare un furbetto che te lo piazzi su qualche sito pirata o, peggio, lo spacci per suo. Sì, sembrano cavolate, ma mai fidarsi del tutto.


Inoltre cerca di essere sempre paziente: il beta reader lo fa per hobby nella maggioranza dei casi, come il blogger, quindi non dargli tempistiche troppo strette o non accetterà il tuo libro o lo leggerà ma in maniera superficiale. E poi il parere: i beta reader più cazzuti sono anche pignolissimi (a volte sono più pignoli loro che gli editor!), quindi non ti offendere se troveranno il famoso ago nel pagliaio o se si attaccheranno al dettaglio. Più elementi del tuo libro salteranno a galla, più potrai migliorarlo

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Published on May 08, 2018 23:00

May 2, 2018

Blogtour “Un giro di giostra e altre storie” – 5° e ultima tappa

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Di recente ho deciso di aprire sul mio blog una sezione dedicata ai blogtour per aiutare autori e case editrici a promuoversi… ed ecco il primissimo articolo in assoluto.


Questa è la quinta e ultima tappa dedicata al blogtour di Andrea Stella e del suo libro “Un giro di giostra e altre storie”.


La mia tappa riguarderà un approfondimento sull’ambientazione e i personaggi.


Lascio quindi la parola ad Andrea e… buona lettura!


Personaggi e ambientazione

I personaggi all’interno del libro sono tutti di fantasia, nessun accadimento richiama cose che ho realmente vissuto. L’unico che vuole rendere omaggio ad una persona a me vicina è Caterina, nel primo racconto dal titolo “Un giro di giostra” che dà il titolo all’intera raccolta. Scrivendolo non mi sono voluto ispirare alla mia compagna, per la quale ho scritto questa storia, ma  ne ho voluto omaggiare alcuni aspetti: per esempio il modo di affrontare la vita e di accogliere le nuove sfide.


Chiara invece, la protagonista del racconto “a debita distanza dal mare”, è più una metafora che un personaggio con caratteristiche vere e proprie. Il mio intento era quello di racchiudere nelle sue vicende una sequenza di possibili difficoltà che riguardano più che altro la vita sentimentale.


A volte, ancor più del modo di essere, ci può unire il condividere un vissuto simile, una simile passione o magari un richiamo, come in quel caso è quello del mare.


In “Caro Dottore” la protagonista è una di quelle donne spigolose ma sensibili, segnate dalla vita, e credo che ogni donna abbia sia un lato spigoloso che una sensibilità da coltivare. Alcune donne vengono sopraffatte dalla troppa sensibilità, altre dalla loro spigolosità. Questo racconto vuole far conciliare i due aspetti, nell’auspicio di un’equilibrata convivenza.


Un contrasto voluto, invece, l’ho creato per Lucia e Greta con le quali mi sono divertito facendole avvicinare e scambiandole di ‘ruolo’, come fossero poli opposti di un magnete. Questo perché un essere umano secondo me porta dentro di sé una moltitudine e non solo poche caratteristiche che lo contraddistinguono.


In “Chi cerca trova” emerge l’ambientazione che ho lasciato meno definita negli altri racconti. La storia inizia a Barcellona, città che ho trovato meravigliosa; in particolare ho amato descrivere Parc Guell che ritengo abbia qualcosa di magico. I personaggi sono stati ispirati da quelli degli scritti di Neil Gaiman, le cui storie mi hanno sempre affascinato e influenzato.


Nello “Strano caso della città universitaria” i luoghi sono quelli dei miei studi di laurea, quindi ho attinto al mio passato per ambientare l’intera storia. I personaggi s’ispirano a quelli dei gialli che leggevo da ragazzo che non ho voluto caratterizzare in maniera troppo precisa come in altri racconti affinché spiccasse di più la storia.


Viola è nata spontaneamente; si muove all’interno di un percorso che tocca luoghi a me cari. Le ho affidato un viaggio particolare da compiere, alla ricerca di qualcosa che è molto più simbolico di quanto appare scritto tra le pagine del libro. Tra tutti i personaggi, lei è l’unica alla quale ho regalato e attribuito anche un po’ del mio essere.


L’autore

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37 anni, piedi saldi per terra e testa tra le nuvole.


L’incoscienza di chi crede nei sogni e ha voglia di condividerli.


Sente forte la passione per la scrittura e porta avanti un percorso cominciato con la sua compagna.


Prova amore per il mare, per la fotografia e per il cinema.


 


 


LINK AL SITO DELLA CASA EDITRICE – CHANCE EDIZIONI – DOVE POTRETE TROVARE MAGGIORI INFORMAZIONI SUL LIBRO.


INOLTRE A QUESTO LINK POTRETE ACQUISTARE IL LIBRO SCONTATO DEL 20% DAL SITO DELLA CASA EDITRICE INSERENDO IL CODICE:


” Blogtour ”


SOLO PER GLI UTENTI CHE SEGUIRANNO IL BLOG TOUR. 


UN GIRO DI GIOSTRA E ALTRE STORIE – CHANCE EDIZIONI –


http://chanceedizioni.it/books/10-un-giro-di-giostra-e-altre-storie.htm


Il libro è disponibile sugli store online e nelle maggiori catene di librerie e sarà presente al salone del libro di Torino dal 10 al 14 maggio 2018 presso lo stand 25 di Chance Edizioni nel padiglione 2!


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Published on May 02, 2018 06:52

April 29, 2018

Che cos’è la scrittura per me (guest post)

Che cos’è la scrittura per me?

Rispondere a questa domanda è facile ma al contempo difficile. E soprattutto è soggettivo.


Che cos’è la scrittura per un autore, emergente e con decenni di esperienza alle spalle?


Fai questa domanda e ogni volta ti verrà risposto in modo diverso.


Perché, appunto, la scrittura è un fatto soggettivo.


Nel guest post di oggi, Alfonso Pistilli, scrittore emergente, ci racconta che cos’è la scrittura per lui.


Gli lascio quindi la parola.


Che cos’è la scrittura per Alfonso?

È una domanda che mi pongo continuamente, ogni giorno direi. Ogni giorno c’è una risposta diversa a questa domanda, ma il bello è proprio questo. È innanzitutto passione e, come qualsiasi passione, che sia per la musica o per lo sport o per i viaggi e per qualsiasi altra cosa, nasconde in sé un aspetto ludico.


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rawpixel/Pixabay


La passione

Se mi dovessero chiedere un aggettivo che mi descriva in pieno, non esiterei a rispondere: passionale. Non ovviamente nel senso più sdoganato del termine legato ai sentimenti  per una persona, ma intesa come quel moto che accende la voglia di fare, di mettersi in gioco, di impiegare il proprio tempo.


È in questo che ritrovo quell’aspetto ludico. Se si segue una passione il tempo non sarà mai sprecato. Un bambino non penserebbe mai che giocare vuol dire sprecare del tempo. Per questo credo che se ci si impegna in qualcosa che piace è quasi come tornare bambini e giocare.


Scrivere per me è un gioco e come in ogni gioco ci si impegna per vincere. Quell’impegno implica ricerca, attenzione e tanta sensibilità.


Quando penso a una storia da raccontare me ne studio i riflessi reali, i luoghi in cui si colloca, i periodi storici. A meno che non ci si addentri nel mondo del “Fantasy”, questo lavoro di preparazione credo sia fondamentale per dare alla storia quella credibilità che il lettore vuole incontrare. È dietro questa credibilità che trovano posto i personaggi, anche i più strani, i più ben costruiti come ad esempio Silas, il monaco killer del Codice da Vinci. Ritengo Dan Brown un genio nella creazione dei personaggi.


Io amo assegnare ai miei personaggi qualche caratteristica che rubo alla quotidianità, un modo di starnutire, uno sguardo, una reazione particolare a una sollecitazione. Nei miei personaggi faccio il mix della mia vita, ma questa è l’unica cosa di mio che entra nei miei romanzi. Scrivo viaggiando con la fantasia, non sul mio vissuto, del resto se si dovesse scrivere di fatti o di sensazioni già vissute, il ventaglio di opzioni si limiterebbe di molto non potendo sempre vantare un cumulo di esperienze tali da spaziare nel vasto mondo della narrativa.


In questo cammino la mia ricerca assidua è quella della “autenticità”. Intesa non come veridicità di quanto scritto, una storia può anche non avere alcun fondamento nella realtà, sia sui fatti che sui luoghi o i personaggi.


L’autenticità è quella capacità dei grandi scrittori di scendere nel profondo dell’animo per trarne quelle sensazioni in grado di accomunare ogni singolo lettore, di sentirsi parte della storia o di ritrovarsi in questo o quel personaggio.


Cercare l’autenticità è cercare la verità

È in questo ambito che mi sento un dilettante, nonostante lo sia anche da un punto di vista editoriale visto che il mio primo romanzo non ha ancora visto la luce della pubblicazione. Sembrerà un’eresia, lo so, ma credo che uno che voglia fare lo scrittore, e io voglio farlo, viva in maniera sempre più distaccata la logica editoriale e del profitto. Scrivo perché mi fa star bene, nella speranza che ciò che scrivo possa piacere anche solo a una persona. Lungi da me la volontà di fare del moralismo, ogni scrittore lo fa anche per una forma di narcisismo e quando pubblica un libro vorrebbe incontrare il parere positivo dei lettori, ma credo che tutto questo sia un aspetto molto secondario quando si decide di mettere nero su bianco una storia. Lo si fa per il gusto di farlo, se piace tanto di guadagnato, in tutti i sensi…


Nei miei scritti spero di ritrovare la vita di tutti i giorni in cui ognuno di noi si riflette, credo che in fondo sia quello il segreto per uno scrittore, vedere dove gli altri non vedono, cogliere le sfumature e farle rivivere attraverso le parole suscitando nel lettore quella sensazione banale di averle sempre viste senza averci mai fatto caso veramente.


Chi è Alfonso

[image error]Mi chiamo Alfonso Pistilli e quest’anno, ahimè, compio 40 anni.

Vivo a Canosa di Puglia e lavoro in un’azienda della Distribuzione Organizzata come impiegato.

I miei studi sono stati prettamente scientifici, prima con il liceo, poi con la laurea in Economia.

Fino all’età di 27 anni non mi ero mai approcciato nemmeno alla lettura. Mi ci sono avvicinato per l’esigenza di risolvere il problema dell’insonnia. Da allora è stato amore a prima vista.

Ho scritto il mio primo romanzo giallo dopo aver frequentato tre corsi di scrittura creativa con lo scrittore Tommy Di Bari oltre ad essere stato affiancato e supportato da un professionista e un amico, il maestro Ruggero Ruggiero.

Spero sia solo il primo di altri che verranno in futuro.


 


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Published on April 29, 2018 23:00

April 26, 2018

Quando trema il cuore di Ilaria Grasso: recensione

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Scrivere è consegnare una traccia di sé al mondo, una traccia che sopravviva a noi, nel tempo: scrivere è dare un pezzo di anima al mondo e poi rinascere.


La trama

[image error]Cinque donne appartenenti a cinque generazioni differenti, cinque modi di vivere la vita, vite accomunate dalla solitudine e il dolore che si estrinseca, per ognuna, in maniera differente: sullo sfondo sta la terra che trema, madre e matrigna, e che rimette tutto in discussione, mentre la musica, linguaggio universale, le unisce e le conforta, quando ogni cosa scorre e lascia dentro il segno.

La prima è Teresa, che ha appena passato i quarant’anni, abita ancora con i genitori, ha un lavoro precario e mille insicurezze, probabilmente incapace di amare, rifugge ogni situazione che possa metterla in pericolo, sentimentalmente, e preferisce il conforto dei suoi anziani presso l’ambulatorio medico di cui è segretaria.

Antonia, trentenne, scampata al terremoto de L’Aquila, città dove studiava quand’era universitaria, è commessa in un grosso centro commerciale e nel pieno della sua solitudine in una città tutta nuova per lei trova conforto solo nel proprio lavoro e nei propri ricordi.

Elisa, ventunenne, sogna di diventare scrittrice, ora che ha sconfitto l’anoressia ed i suoi fantasmi interiori, ricomincia a vivere grazie all’aiuto di un suo amico editore che l’aiuta a realizzare la sua più grande aspirazione.

Giulia, alle soglie dei sessant’anni, si affaccia agli anni 80 con nuove consapevolezze, dopo mezzo secolo di incertezze e indecisioni, e di sottomissione, confortata solo dal ricordo di un amore clandestino che l’ha riscattata.

Elena, cinquantenne, medico, ha rinunciato a tutto per il suo lavoro, compreso il sogno sempre intimamente coltivato di essere madre, trova nel lavoro il suo motivo per vivere.


La recensione

È un libro breve, quello di Ilaria, ma ha portato con sé tanti sentimenti.


C’è voglia di scrivere, quella voglia, come recita la citazione a inizio articolo, di consegnare al mondo qualcosa di sé.


E si sa, quando scrivi e sei mosso da una mano superiore, la fantasia, la tua anima, l’immaginazione — ognuno di noi la chiami come meglio creda — tutto ciò non può non tradursi in qualcosa che non mi vergogno a definire “bello”.


La panna di Ilaria è veloce, fluida, scorre come scorrono le vite delle cinque protagoniste, cinque donne accomunate da qualcosa che è dolore, voglia di rinascita, caparbietà.


E sullo sfondo le note delle più importanti canzoni del panorama italiano, che allietano la lettura e la arricchiscono di nuove sensazioni.


C’è Teresa, che ama definirsi mediamente felice, perché “la natura umana esige che noi non siamo mai interamente contenti, perché dentro ci portiamo sempre un’ombra.” C’è Antonia, una “sopravvissuta vera”, al terremoto dell’Aquila, e poi c’è Elisa, giovane aspirante scrittrice che corre “sotto la spinta dei suoi sogni, del suo sogno fino allora anonimo e che tra un po’ avrà un nome, forse tra un mese, forse tra poco più”. E c’è la sessantenne Giulia e c’è la cinquantenne Elena, medico tra le macerie di Amatrice.


Cinque donne, cinque donne di età diverse e aspirazioni diverse, ma con il sogno di andare avanti, di essere uniche ed essere loro stesse.


Perché c’è un po’ di Teresa, di Antonia, di Elisa, di Giulia e di Elena in ognuno di noi, e le parole dell’autrice di spronano ad andare avanti, sempre e comunque… nonostante i terremoti, la guerra, le indecisioni, le inquietudini.


Un piccolo libro, quello di Ilaria, ma capace di grandi azioni.


Consigliato.


Dati

Titolo: Quando trema il cuore


Autore: Ilaria Grasso


Editore: StreetLib (Self-publishing)


82 pagine


Prezzo: 0,99 cent (e-book), 6,737 euro (cartaceo)



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Published on April 26, 2018 23:00

April 21, 2018

Come funziona il servizio Beta di Amazon per pubblicare i cartacei?

Pubblicare in cartaceo con Amazon: adesso puoi farlo anche con KDP!

Di recente, il servizio KDP di Amazon ha messo a disposizione la funzionalità beta per pubblicare anche la versione cartacea del tuo libro.


In precedenza si poteva fare solo usando CreateSpace, il che era un problema, soprattutto per chi non mastica l’inglese.


Con questo nuovissimo servizio, invece, pubblicare i cartacei con Amazon è semplicissimo.


Ho provato e in questo articolo ti illustrerò passo passo come fare.


Iniziamo!


Il servizio Beta di Kindle Direct Publishing

Pubblicare un cartaceo con Amazon usando KDP è semplicissimo.


Il procedimento è lo stesso di quando carichi un e-book, fatta eccezione, ovviamente, per il caricamento del file cartaceo e la copertina.


Vediamo come creare la versione cartacea del tuo romanzo passo per passo.


I dettagli della versione cartacea

Innanzitutto, nella homepage di KDP, vai sul titolo per il quale vuoi caricare il cartaceo e clicca sull’apposito link.


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La prima schermata riguarda i dettagli della versione cartacea. A meno che tu non abbia modificato qualcosa, sono gli stessi di quella digitale, e quindi:



Titolo del libro
Sottotitolo
Collana
Numero di edizione
Autore
Collaboratori
Descrizione
Diritti di pubblicazione
Parole chiave
Categorie
Contenuti per adulti

Amazon inserisce già i campi precedentemente compilati per la versione e-book.


Merita un cenno l’ultimo campo: libri CreateSpace. KDP ti domanda se il tuo libro è già stato stampato con CreateSpace o no. Se hai già pubblicato il tuo libro su CreateSpace, nella pagina successiva ti verrà richiesto di inserire il codice ISBN, il nome della casa editrice (o self-publishing), e soprattutto, ti verrà richiesto di confermare la proprietà del libro accedendo al tuo account Create Space.


È possibile anche trasferire il proprio libro da Create Space ad Amazon KDP. Ne parlerò in un prossimo articolo, ma ti lascio, intanto, il link delle FAQ di KDP, così da farti un’idea.


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Il contenuto della versione cartacea

Questo secondo passaggio merita più attenzione, soprattutto per quanto riguarda il caricamento del file per il cartaceo.


Innanzitutto, dovrai decidere se farti assegnare un codice ISBN gratuito da Amazon, o, se lo hai acquistato per conto tuo, di inserirlo.


Vi è una differenza sottile tra i codici assegnati dalle piattaforme di autopubblicazione e quelli acquistati sul sito dell’agenzia: dai un’occhiata a questo articolo.


Dovrai poi inserire la data di pubblicazione (ossia quando il tuo libro è stato pubblicato per la prima volta; non potrai cambiarla in seguito), e scegliere le opzioni di stampa.


La funzione Beta di Amazon non offre tantissima varietà di scelta per la stampa del tuo libro; tuttavia, se non hai grandi pretese, le opzioni sono già buone.



Tipo di contenuto interno e carta. Qui puoi scegliere se stampare in bianco e nero o a colori e il tipo di carta, se bianca o crema. Per un romanzo, l’opzione classica è bianco e nero con carta crema.
Dimensioni gabbia (ossia il formato del libro). La versione che Amazon inserisce di default è quella che più si avvicina all’A5 (ossia 15,24 X 22,86 cm). È il formato in cui viene stampata la maggioranza dei libri autopubblicati, perché il più semplice da preimpostare. Puoi, però, scegliere anche una dimensione differente, come, ad esempio, 13,34 X 20,32 cm o un formato ancora più piccolo come il 12,85 X 19,84 cm. Vi sono anche formati più grandi, come l’A4 (21 X 29,7), anche se Amazon avvisa che, essendo formati non standard per i cartacei, avranno opzioni di distribuzione più limitata. Ecco riassunte le dimensioni proposte da Amazon.

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Smarginatura. Secondo Amazon, la smarginatura “si verifica quando le immagini, i colori di sfondo o gli elementi di design si estendono fino al bordo della pagina. L’impostazione del contenuto interno su “smarginatura” consente di stampare fino o oltre il bordo di una pagina. Viene usata per le immagini e le illustrazioni.” Di default questa opzione è disattivata, ma, attivandola, non influenza sul costo di stampa.
Rifinitura della copertina: puoi scegliere una copertina lucida o opaca, a seconda delle tue esigenze.

Caricare il manoscritto cartaceo e la copertina

La parte più importante di pubblicare un cartaceo con Amazon è il caricamento del file del testo e della copertina.


Ogni elemento dovrà essere perfetto, sennò KDP blocca automaticamente il processo di pubblicazione.


Il formato di file preferito è il PDF, ma vanno bene anche testi in .doc, .docx, .rtf., .html.


Se sei abile con l’impaginazione, usando Word o un altro software, non credo avrai troppi problemi. In caso contrario, KDP mette a disposizione alcuni modelli per formattare un cartaceo come si deve, e che puoi vedere qui.


Una volta caricato il file di testo, è tempo di pensare alla copertina. Anche in questo caso, puoi caricarla tu, oppure affidarti ai modelli preimpostati offerti da KDP — che però a mio avviso non sono bellissimi, quindi ti consiglio, se proprio non sei capace, di contattare un grafico.


Dopo che sia testo sia copertina sono stati caricati, è necessario visualizzare l’anteprima (ossia come sarà il cartaceo) per risolvere eventuali errori e approvare il file.


La schermata si presenta così:


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Nella sezione a sinistra troverai i controlli richiesti e gli eventuali errori, che dovrai risolvere prima di poter approvare il file. Gli errori possono essere, ad esempio, immagini fuori dai margini o un numero di pagine bianche superiore a due. Per risolvere gli errori dovrai lavorare sul tuo file e successivamente ricaricarlo su KDP.
La sezione centrare è come si presenta il tuo libro una volta stampato: molto utile per vedere se hai rispettato i margini, se il testo si vede o se vi sono altri errori di impaginazione.
Una volta risolti gli errori e visualizzato tutto il file, puoi approvarlo. L’approvazione non è definitiva: potrai in seguito, anche dopo la pubblicazione, caricare un file nuovo del tuo libro.

Qui troverai le linee guida per la pubblicazione in cartaceo su Amazon.


Diritti e prezzo della versione cartacea

Per quanto riguarda i diritti, è la stessa cosa della versione digitale: puoi decidere se vendere il tuo libro solo in Italia o in tutto il mondo.


Un discorso a parte merita la questione prezzo.


Per ogni copia venduta su Amazon, tolti i costi di stampa, riceverai il 60% di guadagno.


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I costi di stampa, invece, vengono calcolati in questo modo:


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Influiscono sul costo di stampa il numero di pagine e il tipo di inchiostro usato. Non influiscono smarginatura e rifinitura copertina.


Ad esempio, se decidi di vendere il tuo libro a 12 euro, il tuo costo di stampa sarà 3,67 euro, e il guadagno per ogni copia venduta di 3,53 euro.


La copia di bozza e le copie per l’autore

Ti consiglio vivamente, prima di procedere con la pubblicazione del cartaceo, di farti inviare una copia della bozza del tuo romanzo, così da toccare con mano com’è venuto e vedere se vi sono altri errori.


I costi dell’invio della bozza (che avrà sulla copertina la dicitura “non destinata alla vendita”) sono bassi. Per il mio romanzo ho speso circa 7 euro, tra costo di stampa e di invio.


Puoi ordinare fino a cinque copie per volta.


Sempre a prezzo di favore, diciamo così, potrai anche acquistare le copie per te senza dover pagare il costo pieno.


Conclusioni

Ho usato la funzionalità Beta di Amazon e devo dire di essermi trovata molto bene, anche come copia fisica. La copertina (ho scelto la rifinitura lucida) ha bei colori e, pur essendo in brossura, è resistente. Anche le pagine interne sono belle e maneggevoli, poiché hanno una grammatura bassa. Non ho trovato grossi problemi, anche se la prossima volta sceglierò un formato più piccolo.


Anche il processo di caricamento su Amazon è davvero semplice e lo fai in pochi click.


Quindi, che dire, consiglio questa funzionalità a tutti, ma spero che Amazon implementi la sezione sulle opzioni di stampa, magari con più scelte sul tipo di carta e sulla grammatura (che non ho trovato da nessuna parte, quindi temo ve ne sia una di default e basta).


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L'articolo Come funziona il servizio Beta di Amazon per pubblicare i cartacei? proviene da Emanuela Navone Editor Freelance.

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Published on April 21, 2018 23:00

April 17, 2018

Quanti tipi di editing esistono?

Editing: ce n’è di tutti (e per tutti) i tipi

Il primo problema cui ti trovi di fronte dopo aver terminato la stesura del tuo libro, è la correzione.


Se mi segui, avrai già letto svariati miei articoli sull’editing, su come farlo e sulla sua importanza.


Tuttavia, scartabellando qua e là su internet, avrai già notato come molti editor e agenzie abbiano deciso di diversificare la loro offerta, proponendo servizi di editing differente.


Molti mi uccideranno per questo, ma l’editing non può essere uguale per ogni libro.


A differenza della correzione di bozze, che mira a pulire il testo da refusi e quant’altro, l’editing è un intervento più massiccio che, per forza di cose, deve essere diverso a seconda del testo.


Vi sono manoscritti già ben scritti in partenza, e non avrebbe senso stravolgere un testo già scritto bene con una trama solida. Al contrario, altri manoscritti hanno bisogno di un intervento invasivo, in cui l’editor affianca lo scrittore anche nella stesura di parti lacunose.


In questo articolo non starò a elencarti i vari tipi di editing offerti dalle agenzie, bensì ti parlerò dei miei; così che, se un giorno deciderai di richiedere i miei servizi, o una prova gratuita, saprai già in che cosa consisterà il lavoro.


Iniziamo!


Tre tipi di editing

Quando ho deciso di strutturare il mio sito e i miei servizi, e dopo aver a lungo valutato le possibilità (in termini di denaro e intervento sul testo), ho deciso di offrire tre tipi di editing.


Oserei dire che i miei servizi di editing hanno un prezzo crescente e proporzionale al tipo di lavoro svolto: ossia (brutto a dirlo, ma è così), più paghi, più il lavoro sarà massiccio.


Apro un piccolo cappello perché sul costo dell’editing se ne parla tanto ed è un dibattito che non finirà mai.


I fronti “caldi” sono due: da una parte gli editor, che dileggiano colleghi che offrono servizi editoriali a prezzi più bassi, considerandoli inetti, frettolosi o veri e propri truffatori. Dall’altra, gli scrittori: il loro parere è che l’editing sia troppo caro.


Non sto troppo a perdere tempo su questo argomento, poiché ne ho già parlato in un precedente articolo (qualche riga sopra trovi il link).


Un po’ come Giuda, ammetto di essermene lavata le mani e ho deciso di trovare un escamotage che soddisfacesse entrambe le parti: l’editor e lo scrittore.


Pertanto il costo dei miei servizi parte da un prezzo abbordabile fino ad arrivare a uno più “pesante”, sempre a seconda dell’esigenza — il che vuol dire: se sai che il tuo libro è scritto male, non puoi chiedere un editing poco invasivo perché sarà un lavoro che costerà poco, sì, ma non migliorerà di molto il tuo libro.


Ma quali sono i tre tipi di editing che offro io?


Li vediamo subito.


Editing leggero

È difficile capire quando si interrompe la correzione di bozze e inizia il lavoro dell’editing, quindi sono conscia che, parlando di editing leggero, possa trarre in inganno.


Tuttavia non vi è altro modo per definire questo tipo di intervento sul testo.


Posso dire, in poche parole, che l’editing leggero è uno step che successivo alla correzione di bozze e precedente all’editing “vero e proprio.”


Se la correzione di bozze, come hai visto, mira a correggere e pulire il testo dai refusi, il mio editing leggero avrà una marcia in più, controllando tempi verbali e verbi, la scorrevolezza del testo e l’efficacia dei dialoghi.


Non interverrò direttamente sul testo per quanto riguarda le scelte stilistiche, bensì consiglierò l’autore su come esprimere meglio un concetto, una frase o un paragrafo.


Si dà per scontato che, con questo tipo di editing, non vi sia da controllare trama o personaggi o ambientazione.


Un esempio di editing leggero può essere questo:


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Esempio di editing leggero.


Editing stilistico

Lo dice anche il nome: l’editing stilistico riguarda lo stile.


Passiamo, quindi, a un livello più “pesante” di correzioni ma non ancora troppo invasivo.


Ferme restando le correzioni apportate con un editing di tipo leggero, in questo caso entrerò nel testo e non mi limiterò soltanto a indicare all’autore le correzioni suggerite, bensì lo farò io stessa.


Tuttavia, in caso di interventi massicci, come ad esempio l’aggiunta di paragrafi o la cancellazioni di punti superflui, mi limiterò a informare l’autore e a richiedere un parere preventivo.


So già qual è la domanda che mi porrai adesso.


“Ma scusa, Emanuela, se l’unica differenza tra un editing leggero e uno stilistico è che in quello leggero suggerisci le revisioni e in quello stilistico intervieni sul testo, allora chiedo un editing leggero, così risparmio e le correzioni le apporto lo stesso, su tuo suggerimento.”


In effetti la differenza tra editing leggero e stilistico, a prima vista, può sembrare davvero sottile.


In realtà non lo è.


Oltre allo stile della scrittura, l’editing stilistico interviene anche sulla trama, aspetto che, nell’editing leggero, non avviene.


Quindi, se hai dei dubbi su fabula o intreccio, è meglio che tu scelga l’editing stilistico anziché quello leggero.


Un esempio di editing stilistico può essere questo.


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Un esempio di editing di stampo stilistico.


Editing affiancato

Ho voluto mettere l’enfasi sul concetto di affiancato per evidenziare l’importanza di questa parola per questo tipo di lavoro.


Se nel caso dell’editing leggero e di quello stilistico, diciamo, l’editor è da solo e si limita a correggere (“editare”) il testo, per poi rispedirlo all’autore (nell’editing stilistico è prevista una lettura di controllo in più, ma ne parliamo tra poco), con l’editing affiancato, l’ultimo step, quello “definitivo”, il lavoro si svolge insieme all’autore.


Mi spiego meglio. Di solito, quando svolgo questo tipo di lavoro, essendo più massiccio, correggo un blocco di capitoli a settimana, che poi spedisco all’autore per la sua visione. L’autore poi mi reinvierà i capitoli corretti per una lettura successiva, e così via, fino ad avere un prodotto completo e perfetto.


L’editing affiancato non è necessario se il tuo libro ha già una buona base di partenza e di scrittura, ma è fondamentale se, al contrario, presenta tante lacune a livello di scrittura, contenuti, impalcatura (trama, personaggi, ambientazione).


Una scrittrice per la quale sto svolgendo un lavoro di editing affiancato mi ha detto: “Emanuela, hai carta bianca”.


In effetti la carta bianca spiega benissimo questo tipo di intervento.


Con l’editing affiancato posso tutto e sì, ogni tanto mi sento un piccolo dio della scrittura.


Ovviamente, il “tutto” non comprende stravolgere il lavoro dell’autore o riscrivere da capo il libro. L’editor non si sostituisce mai all’autore, lo aiuta soltanto a creare un prodotto migliore.


E allora con l’editing affiancato diamo il via alle danze: cancelliamo le brutture, riscriviamo intere frasi, paragrafi, eliminiamo il superfluo e interveniamo sulla trama.


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Esempio di editing massiccio.


Quindi quali sono le differenze fra questi tre tipi di editing?

Per permetterti di comprendere meglio la differenza dei tre tipi di editing che offro, cerchiamo di stabilire le principali differenze.



Gli interventi. Ogni tipo di editing ha un intervento diverso. Si parte da un editing leggero, che mira a correggere l’essenziale e a intervenire il meno possibile sul testo; per poi passare a un editing stilistico, che interviene sul testo, controlla trama ma rimane sempre limitato; per arrivare infine all’editing affiancato, una vera opera di taglia e cuci, di aggiunte e rimozioni di testo.
Le letture. Più l’editing è massiccio, più occorrerà rileggere il testo. L’editing leggero prevede una sola rilettura una volta terminata la correzione, quello stilistico dalle due alle tre, quello affiancato dalle tre in su, fino a quando il testo non sarà perfetto.
Il prezzo. Può sembrare banale, ma ogni editing ha un prezzo differente. Quello leggero costa sui 2 euro a cartella editoriale, quello stilistico 4 euro e quello affiancato 6 euro.

Ecco uno schemino riassuntivo.


Emanuela Navone Editor Freelance.
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Published on April 17, 2018 23:00

April 12, 2018

Lonely Souls – diario di un futuro passato di Andrea Romanato: recensione a cura di Sonia Sottile

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La trama

[image error]Dopo la sconfitta di Arthur e i suoi alleati, un enorme paradosso materializzatosi sotto forma di gigantesco tornado blu e viola si abbatte su New Orleans. Thessa decide di sacrificarsi per salvare tutti ma, contrariamente a quello che pensa, si ritrova improvvisamente nella Scozia del 1947. Sperduta e confusa, si incammina per raggiungere un centro abitato ma le forze le impediscono di proseguire. In quel momento, un ragazzo misterioso la soccorre e le offre un riparo. Quel ragazzo rappresenterà per lei la salvezza e la possibilità di adempiere alla promessa fatta a Evaline nel futuro.


 


 


 


La recensione

Mi incuriosiva molto questa breve trama e cominciando la lettura mi sono accorta subito che per avere un quadro completo di storia e personaggi bisogna avvicinarsi anche agli altri due romanzi, che si trovano a questo link click.

L’incipit non ci fa rendere subito conto della complessità narrativa ideata dall’autore, ma quando le scene si chiariscono è un bell’impatto emotivo, almeno, per me lo è stato, anche se non ho letto gli altri lavori.


Ho apprezzato molto questa situazione di inserire un contesto storico realmente accaduto in una narrativa riguardante le streghe, e non parlo di streghe Fantasy, ma streghe storiche, con le loro capacità e debolezze da Donne: personaggi genuini e ricchi di sfumature. Anche i dialoghi sono piacevoli e piuttosto realistici.
Con la trovata/chicca storica, l’autore ci ricorda quanta poca libertà avevamo noi Donne e quando poco godiamo e approfittiamo davvero dell’epoca in cui viviamo ora.
 
Nel complesso è una lettura parecchio interessante che andrebbe affrontata dalla sua creazione.

Dati

Titolo: Lonely Souls – Diario di un futuro passato


Autore: Andrea Romanato


Genere: Fantasy


88 pagine


Prezzo edizione digitale: 0,99 euro (gratis con Kindle Unlimited)


Prezzo edizione cartacea: 7,99 euro




Chi ha scritto la recensione

[image error]Anno ’74, secondo il “personology” è l’anno dell’avventura fantasmagorica. Sono una lettrice accanita, special modo da quando posseggo il Kindle, sono anche una frequentatrice assidua dell’immenso bar di Internet. Sono pigra a ciabattara ma fortunatamente longilinea (anzi, vorrei ingrassare), non ho figli ma ho un fidanzato bambino ed un coniglio puffoso per peluche (che ovviamente tratto nel massimo rispetto) Amo fare shopping, ma solo nelle librerie, adoro andare a mangiare fuori. Amo il caldo e la natura.


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Published on April 12, 2018 23:00

April 7, 2018

Il self-publishing conviene? Ecco la mia esperienza

Self-publishing o casa editrice? Ardua scelta…

Ormai da qualche anno anche in Italia ha preso piede il fenomeno dell’autopubblicazione che, per chi magari non lo sapesse ancora, è


La facoltà di scavalcare l’editore tradizionale e pubblicare il proprio libro in autonomia.


Sempre più scrittori decidono di affidarsi a questa forma di pubblicazione, vuoi perché nessuna casa editrice li ha considerati, vuoi per scelta, vuoi per chissà quanti altri motivi.


In Italia, il fenomeno, se così si può definire, non sempre viene visto di buon occhio: tanta è la diffidenza nei confronti dell’autopubblicato, considerato di serie B, scadente, poco serio. Certo, non si hanno tutti i torti: da esperienza, sono ormai anni che bazzico nel mondo self italiano e mi duole ammettere che avrò letto sì e no due o tre libri scritti davvero bene.


Ma il self-publishing conviene davvero? O è meglio affidarsi all’editoria tradizionale?


In questo articolo cercherò di fare chiarezza in questa insidiosa questione, parlandoti anche della mia esperienza come scrittrice self.


Sei pronto?


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Pixel2013/Pixabay


La mia esperienza come scrittrice self

Ho autopubblicato il mio primo e-book quasi un anno fa (lo trovi qui). Si tratta di una breve guida su come revisionare il proprio romanzo. In seguito, dopo una lunga epopea, ho pubblicato il mio primo romanzo (qui) e un breve racconto (qui).


In tutti i casi mi sono trovata bene: sia per quanto riguarda l’iter di pubblicazione, sia per quanto riguarda le vendite. Non ho grandi pretese, quindi il traguardo raggiunto mi sembra già elevato.


Tante persone, leggendo i miei libri, mi hanno domandato:


Emanuela, ma perché ti sei autopubblicata?


Alcuni hanno “osato” un poco di più, chiedendomi se, per caso, non fosse stata una scelta di ripiego dopo essere stata scartata da qualche casa editrice.


Ho risposto a tutti così:


Ho scelto di autopubblicarmi consapevolmente. Non ho mai preso in considerazione l’idea di proporre i miei scritti a un editore per svariate ragioni; la prima è che, con l’autopubblicazione, ho potuto gestire al meglio ogni aspetto, dall’editing, alla grafica, alla promozione.


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Libertà e guadagni dell’autopubblicazione

Lo scrittore autopubblicato ha in mano tutto. Può (e deve) far tutto lui.


A molti questo spaventa, per me è stata una grande opportunità.


Ho potuto finalmente decidere quale sarebbe stato l’aspetto grafico dei miei libri, come li avrei promossi, quale prezzo avrei fissato.


Per una come me, che difficilmente apprezza di “stare sotto padrone”, l’autopubblicazione è stata una libertà grandiosa.


Certo, non mi sono lasciata prendere dall’entusiasmo e ho lavorato scrupolosamente, stando attenta a ogni dettaglio; in fondo, il libro è un nostro prodotto e dobbiamo curarlo il meglio possibile.


Autopubblicarsi, però, non è solo essere liberi.


È anche guadagnare molto di più rispetto al vincolo con un editore — a meno di non parlare di scrittori famosissimi, ma non è lo scopo di questo articolo.


Una casa editrice medio-piccola (le big, ammetto, non so di preciso), dà un guadagno che oscilla tra il 6 e l’8% per ogni copia venduta. Ciò significa che se vendi un e-book a 4,99 euro, guadagnerai sui 40 centesimi. Se questo e-book vende duecento copie, ti avvicinerai ai 100 euro.


Piattaforme come Amazon, invece, a seconda del prezzo fissato offrono guadagni tra il 35 e il 70%. Un e-book venduto a 4,99 euro ti frutterà sui 3,50 euro. Calcola quanti ne guadagneresti se vendessi duecento copie!


È innegabile che con il self-publishing guadagni di più — sempre rimanendo nell’ipotesi di uno scrittore medio conosciuto e non parlando dei “big”. Conosco autrici che, con i loro libri, guadagnano davvero tanto.


Guadagni e libertà, quindi.


Non trovi siano già due ottimi motivi per scegliere il self-publishing?


Ma ce n’è un altro, forse più “sottile”, ma egualmente importante.


Professionalità

Il self-publishing conviene anche perché ti rende uno scrittore più consapevole e… maturo.


Pensaci: hai in mano tutto tu, non c’è nessuno che ti dica come fare, dove guardare, in che modo muoverti.


O ti arrangi, o rimani nel limbo degli scrittori s—conosciuti.


È una bella sfida, a mio avviso, non solo perché ti permette di conoscere il processo di pubblicazione dalla A alla Z, ma anche perché facendo tutto da te, acquisirai numerose competenze che aumenteranno la tua professionalità.


Lo scrittore, in fin dei conti, è un professionista, e deve conoscere a menadito il settore in cui lavora.


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Myriams-Fotos/Pixabay


Allora devo autopubblicarmi anche io?

Non è detto. Non tutti siamo uguali.


C’è chi preferisce la sicurezza di un editore che pensa a tutto lui — editing, grafica, promozione.


C’è chi non può permettersi di sostenere i costi del self-publishing e quindi cerca una casa editrice.


C’è chi, semplicemente, non vuole autopubblicarsi.


L’importante è che, nel momento in cui scegliamo il self-publishing, siamo consapevoli della nostra decisione.


Non fare come tanti “scrittori” che, visto che Amazon è gratis, cacciano il loro libro sullo store senza nemmeno averlo riletto e con un copertina che si vede lontano un miglio che è scadente.


Non mi stancherò mai di dirlo: il self-publishing deve essere una scelta consapevole e presa seriamente.


Quando scriviamo e pubblichiamo, diventiamo editori di noi stessi, siamo piccoli imprenditori che offrono il loro prodotto. E un prodotto scadente (in teoria) non lo compra nessuno.


Quindi: il self-publishing conviene? Assolutamente sì, se sei intrepido e vuoi la massima libertà. E se lo fai con serietà.


Sennò cerca un editore che ti sponsorizzi e… buona fortuna

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Published on April 07, 2018 23:00

March 23, 2018

Come un dio immortale di Maria Teresa Steri: recensione

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«Si fanno chiamare “Olimpo”», spiegò lei. «Ed è proprio ciò che sperano di diventare un giorno, un piccolo circolo di esseri superiori ai comuni esseri umani».


La trama

[image error]Aggredito in un parco cittadino, Flavio si risveglia nella baracca di una giovane senzatetto, Lyra. Dopo essersi presa cura di lui per tre giorni, la donna lo manda via in modo brusco.

Tornato a casa, per Flavio nulla è più come prima. Il rapporto con la fidanzata va a rotoli, mentre crescono la passione e l’ossessione per la misteriosa Lyra. Indagando, Flavio apprende che a sei anni è scomparsa da casa senza lasciare tracce. Il suo caso però non è l’unico in città. Negli ultimi vent’anni, altre sei persone sono sparite nel nulla, e tutte erano collegate a un noto scrittore dell’occulto.

Convinto che Lyra sia scappata da una setta, Flavio è deciso a liberarla dal suo oscuro passato. Ma quando scopre che dietro la sua storia si cela una verità del tutto diversa, comincia a capire di essere anche lui una pedina di un gioco più grande, iniziato cinquant’anni prima. Un gioco che si fa sempre più pericoloso e che lo costringerà a mettere in dubbio tutto ciò che sa della sua vita e della realtà che lo circonda.


La recensione

Quello di Maria Teresa è il classico romanzo che leggi dall’inizio alla fine, senza renderti nemmeno conto della sua lunghezza.


Ed è, a mio modestissimo parere, uno dei romanzi del panorama self-publishing più bello che abbia mai letto negli ultimi anni.


Dopo queste doverose premesse, addentriamoci di un poco nel mondo creato dalla Steri. Un mondo complesso, ma che, se ci ha aperto le sue porte, lo ha fatto per un motivo preciso.


Il protagonista, Flavio, è un uomo ordinario dalla vita ordinaria: impiegato e prossimo al matrimonio con Milena. Un uomo che, forse, a prima vista, sembra aver raggiunto gli obiettivi primari di una persona: lavoro e amore. In realtà, da subito, capiamo che Flavio non è soddisfatto della sua vita. E quando, dopo essere assalito in un parco ed essersi risvegliato in una baracca abitata dalla misteriosa Lyra, una senzatetto dagli indomabili capelli rossi e lo sguardo sfuggente, egli comprenderà a poco a poco che la sua vita sta per cambiare.


Lyra è entrata nel sangue di Flavio, ma non solo: di lì a poco, l’uomo si addentrerà in un mondo occulto che non credeva di conoscere e che stravolgerà le sue consuetudini.


Fino a dove ti spingerai per amore?


Del self-publishing italiano se ne dicono di tutti i colori, ma chi lo disprezza spesso si perde dei veri capolavori come il libro di cui vi sto parlando adesso. Ed è un peccato, perché certi titoli meriterebbero di stare al fianco dei big e, invece, vengono molto spesso snobbati ed etichettati come robaccia… senza nemmeno aver letto una riga.


“Come un dio immortale” è uno schiaffo in faccia a tutti i detrattori del self-publishing italiano: a partire dalla scrittura, curatissima e senza un refuso (e stiamo parlando di più di cinquecento pagine!), per passare poi a una trama davvero complessa e, anche questa, studiata nei minimi particolari. Ogni elemento non è lasciato al caso e, proseguendo nella lettura, tutti i tasselli andranno al loro posto.


L’autrice dimostra un’ottima capacità di costruire un’ambientazione da zero e di farvi vivere e muovere i personaggi come se esistessero davvero. Anche i temi trattati, senza dubbio molto difficili, come l’occultismo, vengono inseriti nella storia in maniera egregia, segno che la Steri non solo ha fatto i compiti a casa, ma ha anche voluto andare oltre.


Che dire, poi, del messaggio profondo che il romanzo reca con sé?


La costante ricerca dell’evasione da una realtà troppo stretta, che spesso ci conduce a intraprendere un cammino tortuoso e che non sappiamo dove ci condurrà. Ci vuole coraggio a lasciare la via maestra, la tranquillità di una strada dritta e senza ostacoli; ci vuole coraggio a ribellarsi ai dettami standardizzanti della società, che ci vuole “tutti uguali”, e soprattutto silenti.


E Flavio è l’emblema della volontà di cambiare, della lotta contro un vestito stretto che abbiamo deciso di stracciare. L’emblema di tante persone che, come lui, hanno deciso di gettarsi nell’ignoto. E lo hanno fatto senza guardarsi mai una volta indietro, certi che la loro Lyra li avrebbe condotti su strade non sicure, ma coerenti con i loro sogni.


In definitiva, consiglio “Come un dio immortale” a tutti gli amanti del thriller con sfumature horror e che non hanno paura di salti nel vuoto.


Non do stelline né punteggi, ma questo romanzo meriterebbe il massimo.


Brava, Maria!


Dati

Titolo: Come un dio immortale


Autore: Maria Teresa Steri


Casa editrice: self-publishing


Genere: Thiller


552 pagine


Prezzo: 2,99 e-book (gratis per Kindle Unlimited), 15,09 cartaceo



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Published on March 23, 2018 00:00

March 16, 2018

Lonely Souls – La guerra occulta delle streghe di Andrea Romanato: recensione a cura di Monica Gabellini

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La trama

[image error]Nel Quartiere Francese cinque streghe vengono inseguite da alcuni individui. Erik e il suo gruppo riescono a salvarne due in extremis, un uomo e una bambina di undici anni. In seguito si scopre che la bambina, Thessa, è una Matriarca e che qualcuno le dà la caccia. Erik decide di nasconderla temporaneamente nel Quartiere ma, tornando a casa dal secondo rifugio, il gruppo viene ostacolato da una strega in preda al delirio.

Qualcosa si nasconde dietro a questi eventi che scateneranno una guerra tra congreghe nella città di New Orleans. Sangue e terrore attendono la congrega di Erik ma, soprattutto, dovranno affrontare un nemico mortale quanto imparziale: il destino.


 


 


La recensione

Il gruppo di streghe, già protagonista del primo romanzo, si trova coinvolto in una scena del crimine.


Dopo una dura lotta, le ragazze riescono a salvare Thessa, una bambina che scopriremo essere molto importante, e Emris, l’uomo che si occupa di lei. Per proteggerli, li ospitano a casa loro e, mentre tentano di conoscerli meglio, affronteranno altre battaglie e avventure.


Anche questo secondo romanzo parte col botto. Quando leggi di un orgasmo e di un omicidio nelle prime pagine non puoi non pensare che “prometta bene” tutto il resto!


Non c’è il classico inizio lento, con la presentazione dei luoghi o dei personaggi. Qui si entra nel vivo della storia fin da subito (per questo motivo sarebbe bene leggere il primo romanzo prima di avventurarsi in questo).


Nonostante i personaggi siano davvero “cazzuti”, non mancano attimi di scoraggiamento, momenti in cui pensano di non potercela fare. L’autore è riuscito a rendere una potente strega più umana di tanti altri. Spesso ho pensato  (anche leggendo il primo romanzo) che Andrea deve essere una persona molto sensibile per come riesce ad affrontare certe tematiche nei suoi libri.


“Ma, c…, non riuscite mai a stare lontane dai guai voi?” Alzi la mano chi non l’ha pensato più di una volta.


I personaggi sono tutti ben delineati e diversificati l’uno dall’altro. Adoro la schiettezza di Tiffany (al suo discorso a scuola mi sarei alzata in piedi per applaudirla).


In questo secondo capitolo le scene d’azione sono molto più numerose, a scapito della storia vera e propria. Però, anche se all’inizio le varie lotte sembrano scollegate fra loro, facendo pensare a scene che non hanno un legame con la storia, a un certo punto, come tessere di un puzzle, il tutto viene collegato e si capisce che fa parte di un percorso che le streghe devono effettuare per giungere (anche se con perdite che mi hanno sconcertata) alla parte finale.


Un appunto, però, lo devo fare. A scuola, quando le streghe combattono contro la responsabile degli omicidi (non sapevo come altro dirlo, senza spoilerare il nome), c’è un non-so-che di sbagliato. Non so come spiegare bene la sensazione che ho provato: nella mia mente vedo svolgersi l’azione, molto movimentata e violenta, ma, mentre una tenta di difendersi, le altre streghe restano ferme a guardare.  Non avrebbe fatto male aggiungere particolari sulle sensazioni di chi non era coinvolto in quel momento nella lotta o sul fatto che fosse paralizzato per qualche motivo o altro.


Per il resto non posso che confermare quanto già detto per il primo romanzo: una bella storia che, unita alla bravura dell’autore, rende questo libro una piacevolissima lettura, con un finale che lascia a bocca aperta.


Dati tecnici



Titolo: Lonely Souls – La guerra occulta delle streghe


Autore: Andrea Romanato


Genere: Urban Fantasy


Casa editrice: Self-publishing


198 pagine


Prezzo: 2,99 euro e-book (gratis per Kindle Unlimited), 9,99 euro cartaceo


Chi ha scritto questa recensione

[image error]Mi chiamo Monica e sono nata nel 73 in Brianza, dove vivo ancora con il marito e due figlie ormai adolescenti. Grazie a un fratello più grande ho imparato a leggere prima di cominciare la scuola e non ho mai smesso. Leggevo e rileggevo le favole fino a che non le sapevo a memoria e, in mancanza d’altro, mi leggevo tutti i cartelli pubblicitari quando ero in macchina. Sono talmente fissata con la lettura che perfino quando guardo la tv e, sotto le immagini, scorrono dei testi, io bado solo a quelli. L’amore per i romanzi veri e propri è nato grazie a Stephen King che, con la sua raccolta “A volte ritornano” mi ha conquistata nel lontano 1987. Da allora ho voluto ogni suo libro e la fame di lettura è sempre andata crescendo, quindi ho pian piano ampliato la lista dei titoli, degli autori e dei generi. Mio marito spesso mi prende in giro, dicendo che non sono normale perché i miei autori preferiti sono King e Jane Austen, e la cosa si rispecchia anche sui film che mi piacciono: o polpettoni romantici o horror sanguinari.


L'articolo Lonely Souls – La guerra occulta delle streghe di Andrea Romanato: recensione a cura di Monica Gabellini proviene da Emanuela Navone Editor Freelance.

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Published on March 16, 2018 00:00