Giovanni De Matteo's Blog: Holonomikon, page 55
July 1, 2011
Terre rare
E' interessante notare come il nostro stile di vita nel 2011 dipenda da materiali di cui la maggior parte della gente ignora l'esistenza. Occorrerà presto un fondo per gli elementi in via di estinzione? Prima di proiettarci verso la frontiera spaziale, a caccia di berynium nell'orbita di Sirio o di illirio direttamente nel cuore di una supernova…
June 25, 2011
Odissea 2011: Umano 2.0
Questo pomeriggio alle 17 (e domani in replica alle 20.30) Radio 24 trasmetterà una puntata di Odissea 2011 dedicata all'Umano 2.0. Il conduttore Maurizio Melis mi ha intervistato ed è stata l'occasione per parlare di postumano, nanotecnologie, genetica e Sezione π². Da una prospettiva connettivista. Buon ascolto!
June 15, 2011
The Tree of Life
Palma d'oro al Festival di Cannes 2011, The Tree of Life è l'ultima impresa di Terrence Malick, oggetto volante non identificato del cinema americano. Sfuggente al pari di Stanley Kubrick, il cineasta texano ci regala un'opera impressionista di forte impatto visivo, che ha proprio nel sontuoso 2001: Odissea nello Spazio l'unico termine di paragone possibile nel cinema che la ha preceduta. A onor di cronaca va detto che il confronto, ripetuto da più parti, nuoce soprattutto alla pellicola di Malick, non rendendo appieno giustizia a un'opera con l'ambizione di raccontare l'origine della vita e, forse, condensare in 138 minuti di proiezione un tentativo - uno dei tanti possibili, ma qui con esiti sicuramente efficaci - di definizione del suo senso.
Le domande alla base del film sono le stesse che rincorrono l'uomo dalla notte dei tempi: chi siamo? cosa ci facciamo al mondo? cosa ci aspetta dopo? Quesiti filosofici contro cui ben più di un liceale (e se è per quello anche di un pensatore) ha sbattuto la testa, ma a Malick va riconosciuto l'indiscutibile merito di riproporli con un garbo che scongiura ogni rischio di dogmatismo, risparmiando all'autore la trappola della retorica e allo spettatore quella della noia. Se 2001: Odissea nello Spazio può essere letto, tra le altre cose, come la storia della comparsa dell'intelligenza nel cosmo, proiettando la celebrazione della ragione verso un orizzonte transumano di fronte al quale l'uomo non può che uscire annichilito, The Tree of Life propone delle origini e del senso della vita una lettura che mi sento di definire più "empatica".
Se a Kubrick poco interessava degli aspetti emotivi dell'evoluzione della vita senziente, delegando il trasporto agli effetti psichedelici oltre l'orbita di Giove e alle partiture sinfoniche della colonna sonora, Malick si cimenta nell'operazione opposta: la parabola familiare degli O'Brien nella profonda provincia degli anni '50 (Waco, Texas) è il microcosmo che focalizza la sua attenzione. Tra complicità, scoperte, dispetti, incomprensioni, conflitti, castighi, punizioni, frustrazioni, delusioni e disastri piccoli e grandi, perdite e lutti, la sua camera è l'occhio attentissimo di un osservatore che interagisce con i destini dei protagonisti, seguendone i movimenti a ogni passo con piena e incondizionata partecipazione. Le voci fuori campo del trio dei protagonisti (il Signor O'Brien, la sua consorte e il loro primogenito Jack, a cui Sean Penn presta le fattezze da adulto) evidenziano l'importanza delle emozioni individuali come chiave interpretativa delle situazioni vissute. Lo spirtualismo panteistico di Malick risulta in questo modo proposto in maniera tutt'altro che invadente: il tema della fede - rappresentato attraverso la sua maturazione, la crisi, la riscoperta - si tinge perfino di sfumature laiche quando il tocco sapiente del regista, nelle sequenze oniriche che s'intensificano verso il finale, sembra ribadire che dopotutto l'atto di fede più grande che si possa chiedere a un essere umano è fidarsi - fino in fondo, fino all'ultimo - di un altro essere umano.
"Se non ami, la tua vita passerà in un lampo", sostiene la figura materna della Signora O'Brien, personaggio centrale, un po' musa e un po' angelo, quasi una madonna, interpretata da Jessica Chastain. L'amore è l'unica ragione in grado di rallentare lo scorrere del tempo. E grazie all'amore, Jack ormai adulto rivive la sua personale scoperta del mondo e della vita da bambino attraverso il ricordo del fratello scomparso in guerra, contrastando quindi con la memoria il flusso inesorabile dell'universo. Le digressioni cosmiche fotografate da Douglas Trumbull (il genio degli effetti speciali che da 2001 fino a Blade Runner ha dato forma, colore e sostanza al nostro immaginario fantascientifico), dal Big Bang alla comparsa della vita sulla Terra al procedere delle dinamiche siderali, inesorabili e incuranti delle disgrazie umane, riescono così ad amalgamarsi alla perfezione nell'ordito della narrazione, offrendo delle parentesi in cui il microcosmo individuale esplode nel macrocosmo, suggerendo infine un'ascendenza del macrocosmo sulle vite dei singoli.
"Esistono due vie per affrontare la vita", annuncia sempre la voce fuori campo della Signora O'Brien nelle prime battute del film: "la via della natura e la via della grazia". Lei sceglie quella della grazia e plasma la sua esistenza su questo stampo. Non c'è dubbio su quale sia stata la scelta dello stesso Malick, che percorre dal primo all'ultimo minuto questo film escatologico che potremmo definire, con un po' di audacia, come il primo di un'ipotetica era post-connettivista, capace di tirare ponti e connessioni tra immaginario, scienza e metafisica senza lasciarsi imbrigliare dagli schemi di nessun genere in particolare. Ma andando oltre, ancora una volta al di là anche delle orbite dei satelliti di Giove.
June 10, 2011
A case of coscience
June 9, 2011
Referendum 2011
Scommetto che una parte di voi si aspettava da me questo post, anche se con il ritmo di aggiornamento dello Strano Attrattore che è invalso negli ultimi tempi nessuno si sarebbe sorpreso se avessi lasciato correre l'occasione. E invece, alla luce del becero spettacolo che ci hanno offerto gli organi d'informazione nazionali (TV in primis, altra cosa che non dovrebbe sorprendere nessuno), per me questa sortita sui referendum è diventata fondamentale. Le campane filogovernative dei sostenitori del NO, vale a dire degli oppositori ai quesiti referendari, hanno suonato ancora una volta a lutto: il corpo da piangere, ovviamente, era quello della democrazia.
Non ricordo che mai prima si era toccato come in questi ultimi anni un simile disprezzo per l'intelligenza e i diritti dei cittadini italiani. Ma d'altro canto, come insegnò l'esperienza dei referendum sull'impiego delle staminali nella ricerca e sulla procreazione assistita, questo è un Paese che ha già dimostrato di saper dare il peggio di sé in occasione simili. Non credo sia un caso. Dopotutto, il referendum è la vera arma che la Costituzione ha messo nelle mani dei cittadini per delegittimare i loro rappresentanti politici: se le elezioni politiche ci consentono di scegliere un candidato, il referendum ci consente di farne bellamente a meno, mettendoci in condizione di pronunciarci direttamente su un tema specifico e, nel caso dei referendum abrogativi (come questi per cui saremo chiamati alle urne domenica prossima 12 giugno e lunedì 13), di esprimere implicitamente un giudizio sull'operato del legislatore, confermando o rimuovendo dall'ordinamento le disposizioni stabilite dai nostri rappresentanti stipendiati. Consistendo in uno strumento di democrazia diretta, il referendum costituisce il momento più nobile, importante e gratificante nella vita politica del cittadino.
Anche e soprattutto per questo, più che per il merito dei quesiti per cui siamo chiamati a pronucniarci, rabbrividisco di indignazione davanti al consueto, deplorevole invito dei nostri rappresentanti eletti a disertare le urne. Evidentemente ci vogliono a loro immagine e somiglianza, modellati sullo stampo di schiavi del potere, capaci unicamente di asservire la propria coscienza alle direttive del padrone di turno, salvo poi risollevare prontamente la testa quando si tratta di avanzare pretese nella spartizione del bottino del momento… La notizia buona, per quanto mi riguarda, è che in giro si vede ancora gente disposta a non tollerare lo stato delle cose, in grado di condannare lo spettacolo e di ragionare liberamente con la propria testa.
Tornando a bomba sul discorso del rispetto che sarebbe dovuto dalle istituzioni del Paese verso tutti noi, cittadini della Repubblica, e verso i nostri diritti di elettori e persone, spero davvero che a questo punto si sia ormai toccato il minimo storico, perché troverei difficile riuscire a scendere più in basso senza oltrepassare l'orlo della dremokratura e precipitare in scenari da dittatura di fatto.
Gli oppositori del referendum hanno giocato le loro carte fino all'ultimo, senza risparmiare nessuno dei fronti possibili:
• provando ad affossare politicamente la consultazione attraverso le solite scappatoie all'italiana (cosa non si è inventato il Governo? Moratorie, ricorsi, lifting… con l'unico risultato dell'effetto boomerang che adesso rischia di assestare l'ennesimo colpo al morale e alla tenuta dell'esecutivo);
• tentando l'arma dell'oscuramento: tant'è che fino a una settimana fa la parola veniva rigorosamente censurata nei palinsesti televisivi, salvo occasionali concessioni in cui mi è capitato di imbattermi durante la programmazione notturna;
• rincalzando con il sostegno della disinformazione, come dimostra il deprecabile caso del servizio pubblico, con i suoi due principali telegiornali reclutati per il lavoro sporco di generare confusione nell'elettorato, specie nelle sue fasce più "deboli": e se il beneficio del dubbio si può concedere al peggior telegiornale in circolazione, di fronte alla replica del TG2, altrettanto grossolana ma aggravata dalla reiterazione dell'accaduto, il sospetto che sia in atto una campagna sistematica si fa più che legittimo;
• battendo, per restare nell'ambito della disinformazione, su argomenti vecchi, stantii e con lo stesso potere di acquisto di una banconota da 500 lire custodita in un barattolo del caffè: l'efficienza del privato, il deficit energetico dell'Italia e le preoccupazioni istituzionali delle alte cariche dello Stato sono, come prevedibile, i temi più gettonati, che vanno a incastrarsi nella litania scialba ma arrogante degli intellettuali e degli opinionisti schierati sul fronte del NO, alimentando con falsi miti le convinzioni artefatte di una buona fetta di popolazione.
Non dobbiamo dimenticarci che viviamo ancora in un paese a bassissima penetrazione di nuove tecnologie tra le fonti di informazione (per chi volesse approfondire, rimando ai risultati di uno studio dell'Università di Urbino). E sicuramente chi si informa sul web è mediamente capace di raccogliere un maggior numero di pareri critici da un maggior numero di fonti potenziali, fino alla definizione di un'opinione personale. Dunque chi naviga, come presumibilmente fa chi legge questo blog occasionalmente o abitualmente, dovrebbe essere tra quanti hanno meno bisogno di delucidazioni. Ma nonostante questo avverto l'importanza di fare, per quanto possibile, un po' di chiarezza nel merito delle questioni. Per comodità espositiva, ci provo passando in rassegna i quattro quesiti (formulazioni prese da referendum-2011.info).
1. Quesito sulla privatizzazione della gestione dell'acqua: modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. L'abrogazione di questo articolo vieterà gli affidamenti di gestione del servizio idrico a società di capitali, concedendo tale gestione ad enti di diritto pubblico con la partecipazione di cittadini e comunità locali.
I sostenitori del NO insistono sulla non privatizzabilità dell'acqua come bene comune e sul miglioramento del servizio che produrrebbe l'entrata in campo dei privati. Credo che tutti abbiamo ben presenti i benefici portati dall'ingresso del privato nella gestione di servizi di utilità pubblica. Ricordate le Ferrovie dello Stato, prima e dopo la privatizzazione? Provo a rinfrescarvi la memoria. Prima: treni pensati per servire i cittadini, nei loro spostamenti sulle tratte brevi come su quelle lunghe, con ricadute specifiche sui territori più marginali, in specie quelli rurali, slegate dall'effettiva ampiezza dei bacini di utenza; dopo: treni e tratte ridisegnate a tutto vantaggio del bilancio dell'azienda, stazioni chiuse, intere linee cancellate. Ne faccio una questione di sensazioni personali? Allora proviamo a sentire cosa afferma la Corte dei Conti. Da Wikipedia:
Con un documento pubblicato il 10 febbraio 2010, ormai ultimata la stagione delle privatizzazioni che prese il via quasi 20 anni prima, la Corte dei Conti ha reso pubblico uno studio nel quale elabora la propria analisi sull'efficacia dei provvedimenti adottati. Il giudizio, che rimane neutrale, segnala sì un recupero di redditività da parte delle aziende passate sotto il controllo privato; un recupero che, tuttavia, non è dovuto alla ricerca di maggiore efficienza quanto piuttosto all'incremento delle tariffe di energia, autostrade, banche, etc ben al di sopra dei livelli di altri paesi europei. A questo aumento, inoltre, non avrebbe fatto seguito alcun progetto di investimento volto a migliorare i servizi offerti. Più secco è invece il giudizio sulle procedure di privatizzazione, che:
« evidenzia una serie di importanti criticità, che vanno dall'elevato livello dei costi sostenuti e dal loro incerto monitoraggio, alla scarsa trasparenza connaturata ad alcune delle procedure utilizzate in una serie di operazioni, dalla scarsa chiarezza del quadro della ripartizione delle responsabilità fra amministrazione, contractors ed organismi di consulenza al non sempre immediato impiego dei proventi nella riduzione del debito. »
Eccoli dunque quantificati, gli effetti positivi delle privatizzazioni.
2. Quesito sulla remunerazione del capitale investito in servizi idrici: determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma. La parte che si vuol modificare con questo referendum riguarda il comma che permette al gestore del servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% senza collegamento a reinvestimenti per il miglioramento del servizio. Significa che le tariffe dell'acqua possono essere aumentate arbitrariamente, giustificandole con investimenti.
Secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, in merito alla tariffa del sistema idrico integrato, garantisce al gestore del servizio un profitto in misura pari fino al 7% del capitale investito e senza alcun collegamento con la necessità del reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. In altre parole, si svincola il profitto dall'intervento di adeguamento, ottimizzazione ed "efficientamento" che dovrebbe invece bastare a giustificare l'entrata in campo dei privati (si veda il punto precedente). Non servono titoli specifici per fiutare puzza di bruciato nella contradditorietà dei presupposti che regolano questa norma e quelle previste dal Decreto Legislativo n. 112 del 25 giugno 2008 e successive modifiche e integrazioni.
3. Quesito sul nucleare: nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme. Con questo quesito referendario si chiede l'abolizione una parte del decreto legge ("disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge "con modificazioni" il 6 agosto dello stesso anno) che permette la costruzione e l'utilizzo di nuove centrali per l'energia atomica in Italia.
La storiella che ci raccontano da decenni è che l'Italia dipende dall'estero per soddisfare il suo fabbisogno energetico. Il che è vero per quel che riguarda la disponibilità di materia prima (dobbiamo infatti importare gas e petrolio), ma completamente falso per quanto riguarda la capacità di generazione installata. Come abbiamo già visto, il parco di centrali (termoelettriche, idroelettriche, geotermiche, eoliche, fotovoltaiche) installato in Italia è più che sufficiente per far fronte al carico massimo previsto dagli scenari del gestore della rete di trasmissione nazionale. Dunque la necessità di importare energia elettrica dall'estero è una balla colossale. L'importazione di elettricità dall'estero è legata esclusivamente a motivazioni di convenienza economica. NON E' VERO che l'energia viene importata dalla Francia ad alto costo (come affermano i sostenitori del NO, in malafede o semplicemente disinformati).
Soprattutto di notte, importare l'energia prodotta dalle centrali nucleari francesi e svizzere costa meno che produrne dalle centrali nostrane (come spiega bene ancora Wikipedia), e questa importazione notturna può essere sfruttata in un meccanismo sostanzialmente speculativo per caricare i bacini di pompaggio in maniera da fare margine sulla produzione diurna delle nostre centrali idroelettriche. Grazie a questo meccanismo, numerosi operatori di mercato italiani ed europei hanno tratto vantaggio negli ultimi anni dallo sviluppo del trading dell'energia.
Non sono un oppositore del nucleare a priori, ma per il momento non posso riporre fiducia e speranze nella fissione nucleare per due ragioni fondamentali: in generale, lo smaltimento delle scorie, che pone una seria ipoteca sul pianeta e sulle generazioni future; nell'ambito più particolare del nostro Paese, per l'inaffidabilità già dimostrata da un sistema incapace di sviluppare e gestire adeguatamente le sue infrastrutture in modo da garantire servizi minimi come lo smaltimento dei rifiuti e il consolidamento idrogeologico del territorio. Piuttosto che sperperare denaro pubblico in iniziative buone solo ad arricchire le tasche dei soliti investitori e gruppi di interesse (il link ve l'ho già dato), sarebbe cosa buona e giusta investirli come si deve: sviluppando le fonti energetiche rinnovabili come hanno deciso di fare Germania, Svizzera e, a quanto pare, lo stesso Giappone; saldando i debiti e continuando a finanziare la ricerca sul nucleare negli istituti comunitari e internazionali sparsi in Europa e nel resto del mondo.
4. Quesito sul legittimo impedimento: cancellazione della norma che permette il legittimo impedimento. Il referendum chiede la cancellazione totale della legge che permette a premier e ministri di non presentarsi in udienza invocando il legittimo impedimento, ovvero l'impossibilità di presentarsi davanti ai giudici derivante da impegni istituzionali. In origine la norma consentiva al premier e ai ministri di autocertificare il proprio impedimento; dopo la sentenza della Consulta invece l'impedimento deve essere stabilito dal giudice, che tuttavia difficilmente può negarlo.
Questa norma, per finire, è il culmine emblematico della politica praticata dal Governo in carica: pensare, elaborare e attuare disposizioni che servano ad astrarre i suoi vertici dal quadro normativo che tutti gli altri cittadini sono tenuti a rispettare. Per fare un po' di poesia metaforica: di fatto, lo svilimento del ruolo del cittadino a quello di suddito e un passo avanti verso il ripristino degli assolutismi monarchici. Se volete che i vostri governanti siano al di sopra di voi, non avete che da starvene a casa e continuare a sguazzare beati nella vostra assenza di preoccupazioni, legittimamente disimpegnati.
Ma se avete a cuore il principio della democrazia, il vostro ruolo di cittadini e persone, il destino dei vostri figli e della vostra terra, non potete esimervi dal recarvi alle urne. Forse è questo il momento di alzare la testa e potrebbe essere l'ultima occasione che vi è data. Domenica e lunedì prossimi, apponete quattro belle croci sui SI che prevedono l'abrogazione delle norme infami che hanno voluto imporci contro ogni pudore e decenza. Non lasciatevela scappare… Date una bella lezione di stile alla manica di politicanti e mercenari che pretende di legiferare sulle nostre vite senza la minima cognizione di causa.
E chi si astiene è un servo della gleba.
Next Days
Niente condensa meglio di questa foto e delle parole di Zoon il residuo emotivo lasciatoci addosso dalla quattro-giorni dei Delos Days. Da sinistra a destra: il sottoscritto, Marco "Antares666″ Moretti, Sandro "Zoon" Battisti, Francesco Verso, Lukha Kremo Baroncinij e Giovanni Agnoloni.
Ringrazio ancora una volta tutti, dall'organizzazione ineccepibile agli amici ritrovati e a quelli nuovi, per le chiacchierate, le birre, i libri e tutto il resto. E per Next, che alla quinta candidatura vince un meritatissimo Premio Italia. Complimenti a Zoon e a quanti ci lavorano con passione, senza mai far mancare il loro apporto e il loro sostegno. E ovviamente ai lettori, che non hanno fatto mancare il loro appoggio nemmeno a Next-Station.org, visto che il pezzo di Salvatore Proietti su L'algoritmo bianco è risultato il migliore nella categoria articoli non professionali.
L'uscita di SuperNext sembra arrivare proprio alla perfezione, per coronare l'occorrenza. Grazie quindi ad Alex "Logos" Tonelli e Domenico "7di9″ Mastrapasqua per la tempestività e la dedizione.
Ormai può sembrare inflazionato, ma noi saremo tutto.
June 7, 2011
Editoria digitale
L'infaticabile - e indecifrabile - Lucius Etruscus ha curato per Thriller Magazine un'inchiesta sul tema del momento: l'e-book. E per l'occasione ha pensato di intervistare anche me, insieme ad altre firme più celebri, con pareri - come vedrete - anche piuttosto variegati ed eterogenei. Il risultato lo trovate qui. Se avete voglia di parlarne, ripetete il segnale o sfruttate lo spazio dei commenti.
May 27, 2011
Stati indotti di narcolessia [2]
Incontriamo Blicero in una piazzola panoramica, ai bordi della strada di montagna che porta alla Diga del Dipartimento Metropolitano di Ripartizione Acque. Sopra di noi, la Luna si concede progressivamente al cono d'ombra della sua sorella siderale e si lascia inghiottire dalla notte. In fondo alla valle s'intravede la ragnatela di luci della città, dispiegata come un mandala, nella sua geometrica precisione da circuito stampato.
E' Jim a farsi carico delle presentazioni.
"Il comandante Blicero" dice. Poi, con un cenno nella mia direzione, aggiunge: "La mia recluta".
Blicero si aggiusta il borsalino. Ha occhi di ghiaccio ed è questa la prima cosa che mi colpisce. Penetrano l'oscurità e ci riescono persino da sotto la tesa del cappello di feltro che porta schiacciato sulla fronte.
"Ho sentito parlare bene di te" dice al mio indirizzo. "Jim è uno dei nostri agenti migliori. Mi fido del suo giudizio. Per questo, quando si è presentata l'opportunità di questo lavoro, ho pensato subito alla vostra squadra".
"Bene" dico. "Di cosa si tratta?"
"I tempi sono tornati maturi per diffondere il Verbo".
Faccio un cenno alla borsa posata ai suoi piedi, nel terriccio e nelle pietre che pavimentano la piazzola. Mi immagino, stipato al suo interno, un assortimento di bibbie e vangeli.
"Staremo mica parlando di testimoniare la parola del Signore?"
Blicero non si scompone.
"In un certo senso, forse" risponde. "Si tratta di spargere consapevolezza. Le strade del mondo ne hanno bisogno. E' la realtà stessa a richiedercelo".
L'eclisse è totale.
Blicero si china, afferra la borsa e la solleva. La porge a Jim e dice: "Qui dentro c'è tutto il necessario. Abbiatene cura. E fate un buon lavoro, senza risparmiare un solo centimetro di spazio, né un solo secondo di storia".
Jim afferra la borsa con espressione grave. "Sarà fatto" assicura.
Lo scambio si compie sotto l'occhio segreto della Luna, che assiste non vista nel suo nascondiglio celeste.
"La nostra missione non conosce tregue" conclude Blicero. "E' una guerra psichica, che ci impone uno sforzo di coscienza e resistenza".
Senza attendere una risposta, risale sulla sua auto nera come la notte, mette in moto e riparte, allontanandosi dalla città su un tappeto di tenebre e di note meccaniche. In cielo, una falce d'argento taglia il velluto della notte. La Luna si avvia a uscire dal suo temporaneo canto di oblio.
Winter Solstice Lunar Eclipse from William Castleman on Vimeo.
Puntate precedenti
• Stati indotti di narcolessia [0]
• Stati indotti di narcolessia [1]
May 19, 2011
In the sky with diamonds
L'immensità e l'immediatezza della percezione matematica: ho sempre pensato che fossero questi i segreti della bellezza dello spettacolo che ci regala il cielo notturno. Da ex astrofilo (mai pentito, ma ormai occasionale), non posso che consigliarvi questa galleria di istantanee intrise di senso del meraviglioso. Le foto rappresentano nell'ordine: un'aurora boreale nel cielo di Jökulsárlón, il più grande lago glaciale d'Islanda (foto di Stephane Vetter), una panoramica nottura del lago Traunsee in Austria (foto di Thomas Kurat), il nucleo galattico fotografato sopra il deserto australiano (foto di Alex Cherney). Per vedere gli altri lavori che si sono segnalati allo Earth and Sky Photo Contest 2011 vi rimando alle pagine on-line del National Geographic.
May 17, 2011
La stella di Ratner: Esperimento sul campo numero uno: Flusso
«Per il momento è sufficiente che lei conosca le motivazioni generali dell'Esperimento sul campo numero uno. Si tratta di realizzare il sogno più antico dell'umanità.»
«Quale sogno?»
«La conoscenza» rispose Dyne. «Studiare il pianeta. Osservare il sistema solare. Ascoltare l'universo. Conoscere noi stessi.»
«Lo spazio.»
«Lo spazio cosmico e quello interiore. Che si fondono l'uno nell'altro. Già più di duemila persone vivono e lavorano qui. Altre ne arriveranno. I costi sono sostenuti da cento paesi. Coscienza planetaria unica. Approccio razionale. Visione del mondo. Quanti paesi sostengo i costi?»
«Cento.»
«Bene» disse Dyne.
Da La stella di Ratner (Ratner's Star, 1976) di Don DeLillo. Traduzione di Matteo Colombo.