La zia marchesa Quotes

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La zia marchesa La zia marchesa by Simonetta Agnello Hornby
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“La dignità si deve mantenere, sempre, ma l'orgoglio porta male.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa
“La vita è come una treccia, ogni ciocca è importante e ha un significato. La prima è quella del dovere, che abbiamo tutti e che significa obbedienza; la seconda è quella della roba – chi l'ha deve stare attento a non farsela arrubbare e chi non l'ha ha soltanto la fame nelle budella e la vulissi assai – e la terza è quella dell'amore. E se una ha tutte e tre le ciocche belle forti, la treccia è bellissima e vive felice. Ma assai fimmine hanno la prima ciocca bella folta, mentre le altre due sono sottili. Se riescono a intrecciarsi la treccia bella non è, ma tiene, e la vita continua. Se invece la ciocca dell'amore addiventa troppo forte e quella del dovere è debole, la treccia non regge e si disfa: tre devono essere le ciocche, così è”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa
“Belle sono le mani di quelle che hanno amato, anche se soffrono, loro hanno conosciuto la cuntintizza. Vale la pena innamurarsi.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa
“Cuntintamuni di ’stu re, ca chiddu chi veni ’un si sapi com’è.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa (La famiglia Modicano)
“Così era la vita, le cose capitano, e non sempre sono come devono capitare.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa
“Il tempo stava cambiando. Nuvoloni grigi spuntavano minacciosi dietro la cerchia dei monti alle spalle della città; lì il cielo era livido. Una grossa nuvola coprì il sole e la terrazza si oscurò all'improvviso. Il barone sollevò gli occhi malati e li puntò su Monte Pellegrino. Lo vedeva sfocato in lontananza, stagliato contro il cielo: ma il monte aveva già cambiato colore. Nuove sfumature - blu, viola - lo rendevano austero e minaccioso. Quella montagna dalle proporzioni perfette e dalla solida bellezza era il guardiano del golfo: una mitica fiera accovacciata e immersa a metà nel mare - groppa e gambe emergevano nelle loro forme angolose -, ma pronta a trarsi dal sonno e a drizzarsi contro chi osasse avvicinarsi alla città. Domenico Safamita amava Palermo d'una passione quasi fisica. "Si distruggono monasteri, palazzi, si sventrano quartieri. Non importa che manchi l'acqua, che le fognature siano rudimentali o inesistenti, che il popolino viva in tuguri e muoia di fame e malattie: i palermitani vogliono un nuovo grandioso teatro lirico. Sempre più bella e più abietta, mai come ora Palermo si rivela magnifica e compiaciuta di aver mantenuto la sua identità di città superlativamente cortigiana. A Palermo anche le pietre sudano sensualità." Sulla sinistra la nuova strada, larghissima, finiva a mare.
Lì sembrava essere calata la notte e l'acqua era cosparsa di puntini luccicanti: le prime lampare dei pescatori. La nuvola scivolò dal sole e tutto ritornò come prima: il mare era una macchia scura senza bagliori, Monte Pellegrino, appena rosato, si stagliava netto e benigno.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa
“Si può chiamare anche zito, ma uno zito particolare, che marito non ci diventa mai. Non è cosa per tutti, ma a noi due basta e avanza così com'è: un tipo di innamurato che dà cuntintizza ed è questo che importa, la cuntintizza.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa
“Costanza non capiva sino in fondo, ma non poneva domande, tanto le piacevano quelle passeggiate in carrozza, seduta orgogliosa accanto al fratello maggiore, su e giù per il lungomare. Da un lato c'erano i grandi palazzi nobiliari con le loro terrazze lussureggianti. Sul marciapiede gremito di gente benvestita per la passeggiata si aprivano i caffè della Marina, davanti ai quali si fermavano le carrozze per il gelato. La strada costeggiava il mare limpido, tranquillo, su cui si rifletteva a occidente, magnifico, il lare protettore: Monte Pellegrino. I camerieri li servivano in carrozza. Si facevano strada in mezzo ai clienti seduti ai tavolini e alla gente che passeggiava davanti a loro tenendo in bilico sul braccio teso in alto, sulle teste dei passanti, grandi vassoi rotondi con sopra bicchieri d'acqua e coppette di metallo argentato piene di gelato rasato al bordo. Su ognuna era infilzato un biscotto tubolare, croccante. Costanza era golosa: assaporava con voluttà persino l'acqua dolce e rinfrescante, che sorbiva a piccoli sorsi dopo il gelato.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa
“Al sorgere del sole le ombre umide della notte si ritiravano dal le falde deserte, lasciandovi pennellate azzurre; le messi ristorate frusciavano e gli uccelli vi svolazzavano in cerca di cibo. Il cielo acquisiva profondità e diventava blu intenso. Poi sbiancava, incandescente. Il sole a picco dominava e folgorava ogni cosa, inesorabile. Gli uccelli, stanchi e accecati dalla luce sfavillante, si rifugiavano dietro le pietre; erbe e piante ai bordi dei sentieri tratteneva no i profumi e abbassavano le foglie arse. Le ombre assetate della sera - lunghe, nette, rosse - risvegliavano insetti, uccelli e odori campestri. Il sole tramontava dietro le colline in una fantasmagorìa di rosso, giallo, amaranto, violetto. Poi la calma.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa
“Amai tua madre assai, ma lei non fu mai il mio grande amore,il più importante. Quello non mi abbandona ancora e alleggerisce il peso degli anni. Quando avverrà sarà il momento di morire......L'amore per se stessi. Il rispetto per se stessi. Tu devi amarti. Piacerti. Soltanto allora gli altri ti ameranno. A casa tua l'ospite migliore sei tu, prima di tutti gli altri. Quelli vengono dopo.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa
“c'avissi a cadiriri 'a lingua a quelli che dicono la parola "diverso!" esclamò Maria. "Tutti uguali siamo, ricordatelo, a anessuno capita quello non è già capitato agli altri, non c'è mai niente di nuovo a questo mondo vecchio assai, ma i cristiani non lo capiscono.”
Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa