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Libro 22?Il dolce domani
Questo libro conferma che tra me e la Yoshimoto non c'è feeling. Le sue opere non mi dicono assolutamente nulla.
Libro n.15Giorni senza fame
Questo libro è riuscito a farmi entrare nella testa di un'anoressica, a farmi capire cosa prova e quanto sia dura la lotta contro questa malattia. Mi sono resa conto di quanto sia distorta l'immagine che può avere un'anoressica di se stessa. La percezione del suo corpo è completamente differente da ciò che è in realtà. Laddove lei vede grasso in eccesso non ci sono che ossa sporgenti e una magrezza che fa paura.
E poi c'è fortissima la mania del controllo, la volontà malata di lottare contro la fame per affermare se stessi, per sentirsi forti.
Ancora una volta la de Vigan dimostra un grande coraggio nel parlarci di una sua tragica esperienza, anche se lo fa in terza persona. Tutto il romanzo è una sorta di flusso di coscienza che ricostruisce tre mesi di degenza necessari a Laure per passare da 34 a quasi 50 kg e, soprattutto, per riprendere ad amarsi.
Posso agganciarmi con Giorni senza fame per stessa parola nel titolo (senza)? Oppure "senza" è una parola non valida?
Libro n.3La ragazza dell'altra riva
Un romanzo che non mi lascia niente e che ha un finale che mi ha lasciata assolutamente insoddisfatta. Mi è sembrato che la storia non facesse altro che arrotolarsi su se stessa senza svilupparsi mai.
Libro n.9Leggere questo libro in tempo di Covid fa pensare che, nonostante siano passati secoli, le reazioni di fronte a un'epidemia sono sostanzialmente sempre quelle.
Dapprima c'è una sorta di rifiuto del problema, si sa che altri Paesi sono stati colpiti, ma si pensa che non toccherà mai a noi e anche quando si verificano i primi casi, si tende a negare il problema.
Poi si realizza che la questione non può più essere ignorata e così si corre ai ripari: l'isolamento delle persone malate e dei loro conviventi, i tentativi di fuga di chi si ritiene sano, ma probabilmente non lo è e diffonderá il contagio, la limitazione della vita sociale.
Ne consegue una restrizione del commercio, la perdita del lavoro per molte persone, l'aumento del numero degli indigenti e il conseguente svilupparsi di iniziative caritatevoli per aiutare chi non ha da mangiare.
E quando i numeri dei decessi iniziano a calare e l'emergenza sembra essere meno pressante che succede? Che la gente, sollevata dal miglioramento della situazione, si lascia andare abbandonando la cautela ed esponendosi nuovamente al rischio contagio.
Che si parli della Londra del 1665 o della pandemia mondiale del 2020 poco cambia, le dinamiche sono sempre le stesse.
Scusa Pierre, ma non ti conveniva giocare sulla parola "pace" come contrario di "guerra" e fare un aggancio più facile?
Visto che l'aggancio di Monica va bene, mi aggiungo con Diario dell'anno della peste. Stesso genere: non fiction.
Libro 54American Widow
Questa graphic novel fa riflettere su come situazioni già estremamente pesanti vengano ulteriormente aggravate da chi, in teoria, ci dovrebbe aiutare.
Alissa perde il marito nell'attentato alle torri gemelle. Tra l'altro il marito lavorava lì da soli due giorni e questo, oltre a rappresentare un tremendo segno del destino, è stato un problema per Alissa che doveva dimostrare che il marito era realmente dipendente di quell'azienda per poter avere un risarcimento. Purtroppo tutta la documentazione era andata persa e c'è voluto del tempo per risolvere la questione.
E Alissa versava in condizioni economiche critiche, soprattutto dopo la nascita del suo bambino, avvenuta a due mesi dall'attentato.
Mi ha colpita il fatto che per tutto il libro non si dica mai il nome del bambino. Penso che per Alissa sia stato difficilissimo dover gestire il proprio dolore di vedova e la nuova condizione di mamma. Accettare una nuova vita quando un'altra se n'era appena andata via in modo del tutto inaspettato.
Le difficoltà burocratiche, poi, hanno appesantito ancora di più la situazione costringendo Alissa a fare lunghe code appesantita dal peso della gravidanza e spesso inutilmente perché poi veniva rimpallata di sportello in sportello.
Leggendo questa graphic novel mi è venuto da pensare che tutto il mondo è paese. Spesso ci lamentiamo della burocrazia italiana, ma ho potuto constatare che in America le cose non sono molto differenti.
Complimenti all'autrice per aver saputo raccontare una storia così dolorosa e così intima e complimenti anche a Sungyoon Choi per i disegni.
Visto che non ci si può agganciare a se stessi, mi aggiungo io con American Widow, stesso genere graphic novel.
Commento libro n.45La paura in Occidente. Storia della paura nell'età moderna
Un testo davvero carico di informazioni. Si indaga il sentimento della paura nella società occidentale nel periodo del medioevo e dell'illuminismo. Sinceramente pensavo che sarebbe stata presa in considerazione anche l'era moderna, ma purtroppo non è stato così.
In ogni caso vale la pena di leggere questo saggio per individuare l'origine delle paure che ancora oggi condizionano il nostro agire e tante scelte politiche. Si parla della paura del mare, dello straniero degli ebrei, delle pestilenze, delle donne e molto altro. Di ogni paura viene approfondita anche la sua rappresentazione artistica e culturale.
Mi aggancio al libro di Monica con La paura in Occidente. Storia della paura nell'età moderna, analogia terrore/paura.
Libro n.36Anima
Non mi è piaciuto. Mi ha attirato verso questa lettura il fatto che la storia fosse narrata dal punto di vista dei vari animali che, di volta in volta, assistono agli accadimenti.
Però questo espediente dopo un po' diventa ripetitivo e stancante.
Mi è piaciuta la svolta quando si è passati a parlare del massacro di Sabra e Shatila, episodio di cui non sapevo proprio nulla tra l'altro.
Però le pecche sono tante: l'eccessiva insistenza sui dettagli truculenti e su atti di una violenza inqualificabile e il poco spessore conferito ai vari personaggi che ci scorrono davanti senza suscitarci emozioni.
Libro n.26Piccoli crimini coniugali
Scritto come se fosse un testo teatrale questo brevissimo libro parla delle difficoltà della vita di coppia, soprattutto dopo molti anni di matrimonio.
Trattandosi di Schmitt non poteva mancare la vena umoristica che serve a camuffare lo spietato cinismo delle riflessioni dei due protagonisti. Ma insieme a tanto disincanto verso l'amore ci sono anche dei pensieri profondi e affettivamente potenti.
È come se Schmidt ci dicesse che la vita matrimoniale non è facile, ma c'è comunque qualcosa per cui vale la pena affrontarla e perseguire tenacemente questa strada.
Libro 24In un chiaro gelido mattino di gennaio all'inizio del ventunesimo secolo
Un romanzo che ha una struttura molto strana. Di fatto è una raccolta di racconti, ma sono talmente concatenati fra loro da formare un romanzo.
Il tutto prende l'avvio con l'avvistamento di un lupo che fa un po' da fil rouge di tutte le vicende narrate.
Non mi è piaciuta molto questa lettura, soprattutto per lo stile troppo scarno dell'autore. Mi è parso di osservare una serie di sequenze senza emozione.
Mi aggancio con In un chiaro gelido mattino di gennaio all'inizio del ventunesimo secolo. Contrario fine/inizio
