Pierre’s
Comments
(group member since Sep 19, 2016)
Pierre’s
comments
from the Reading Challenges group.
Showing 161-180 of 305

Letto il giorno 01/01/2018
***
Romanzo datato 1960, è l'upgrade di un racconto scritto dallo stesso Dick alcuni anni prima. Siamo nel 2012 e Jim Parsons, trentaduenne affermato medico, saluta la dolce e bella moglie e parte per una giornata di lavoro con la valigetta degli strumenti della sua professione (un po' più tecnologici del medico nostrano, più simili a quelli del dr. McCoy di Star Trek). Un brutto incidente occorsogli in autostrada lo catapulta nel 2405, dove si trova invischiato nella consueta partita a scacchi tra un governo autoritario tecnocratico eugenetista (i maschi sono sterilizzati e le femmine possono concepire solo secondo una programmazione che mantiene il numero totale di individui costante) e un gruppo di ribelli che spera di cambiare il passato per migliorare il futuro. Parsons è una pedina del gioco, ma certamente assumerà importanza con il progredire della partita.
Come sempre, Dick mescola in eguali parti intuizioni geniali, audaci colpi di scena, trite banalità e svarioni allucinanti (il protagonista sembra considerare coevi Drake e Cortés). Il gioco dei viaggi tra passato e futuro funziona fino a un certo punto poi, come nella serie Lost, deraglia totalmente ingenerando paradossi a non finire. Abbastanza interessante tuttavia come Dick cerca di giustificare una possibile soluzione per il paradosso del nonno. Più affascinante è invece la parte dedicata alla società totalitaria divisa artificialmente in tribù, con tutti i riferimenti ai nativi americani che tentano di impedire la colonizzazione delle Americhe (riallacciandosi alle responsabilità che Dick attribuisce alla società euro-americana) e con una nuova dimensione della professione di medico (trasformata in modo analogo a quella del pompiere secondo Bradbury). Tema veramente forte è l'impossibilità di giudicare una cultura completamente diversa dalla nostra, un messaggio molto attuale, a mio giudizio.
Insomma, una lettura piacevole e con un buon ritmo, se non ci si sofferma troppo sulle fallacie logiche della trama.
PS Deludentissima l'edizione Fanucci, infarcita di errori di stampa, fra i quali l'identificazione dell'anno in cui Parsons va a finire, il 2045 invece che il 2405...

Anche accarezzare un piccolo amico peloso che fa le fusa può aiutare... Buon 2018!

@ Ladygiodesi: concordo con la valutazione del 2017... speriamo che il 2018 non ce lo faccia rimpiangere...

Chantal e Jean-Marc, coppia in crisi, affrontano un labirintico ballo in maschera per cercare di ritrovarsi e di ritrovare il proprio sé, decostruito da un processo di spersonalizzazione legato all'evoluzione del sentimento amoroso ed erotico.
Ho letto alcuni libri di Kundera diversi anni fa, e poi più niente. Riprovo con questo, ma è quasi come reincontrare un vecchio amico di cui si conosco virtù e difetti. Tra i primi c'è una prosa asciutta ed efficace, un senso profondo dell'intimità dei sentimenti e una vena analitica piena di empatia verso i suoi personaggi, dei quali si chiede continuamente cosa provano e come reagiscono di fronte al caso che costituiscono la cifra dell'universo umano.
Tra i secondi c'è il fatto che il nostro pecca di scarsa originalità. Il libro è una riedizione in chiave franco-normanna di Doppio sogno, a cui assomiglia davvero troppo nei personaggi, nelle situazioni e persino nella conclusione... comunque è sempre un piacere estetico leggere la prosa kunderiana, così leggera, ma anche così insostenibilmente profonda (anche se Schnitzler è indubbiamente più deliziosamente morboso).
Il romanzo è ambientato per gran parte in Normandia, poi ci si sposta a Parigi e infine a Londra, dove ha luogo l'epilogo.


Edit: non me ne vogliate, ma forse sarebbe meglio togliere la nota "vorrei che fossero letti dei romanzi non dei saggi", visto che alcuni titoli già accettati sono saggi e non romanzi.


Ho visto che tu l'hai letto, quindi sarai in grado di rispondermi agevolmente.
Da quello che so io nel romanz..."
Cara Teresa, per quanto ti possa consigliare di leggere sicuramente il libro di Potocki perché è favoloso, tuttavia i riferimenti alla matematica in esso contenuti sono, appunto, "contenuti"... ci vuole qualcosa di più...


https://www.ibs.it/numeri-immaginari-...
è proprio un saggio sul rapporto cinema/matematica e non un'autobiografia in senso proprio. Perciò dovrai ripiegare sull'altra proposta.
Comunque io me lo segno!

Il romanzo della Woolf è citato nella lista di Kasman, ma come puoi vedere tu stessa, si dice che tutto sommato l'accenno all'interesse della protagonista per la matematica è poco significativo. Ho trovato qui:
http://www.mantex.co.uk/2015/06/01/ni...
che "The problem is that this private passion is never dramatised or expressed in any way. Indeed, it is simply not mentioned again after its first appearance in the text."
Puoi ripiegare su Smilla? ;)
Non sono l'unico, certamente, però quasi tutti gli autori citati (con la vistosa eccezione di Calvino) sono stranieri...


No, nessun sistema particolare, però, quando scrivo un messaggio lungo con tanti link, lo salvo anche su Blocco note, in questo modo i link vengono salvati per esteso. Avendo il messaggio su Blocco note, mi è bastato ricopiare la parte utile.
Il romanzo che citi purtroppo non è nemmeno citato nel sito di Kasman: penso riguardi più l'astronomia e la meccanica celeste, che non la matematica. Sorry!

@ Marina. Per me vanno bene entrambi.
Del libro di Albahari, Kasman dice che la figura del matematico che aiuta il protagonista è importante nell'economia del libro (e del giallo), quindi ok (nel medioevo sarebbe stato un mago come Merlino, in epoca moderna ci vuole un matematico ;) ). E la Kabbalah è piena di riferimenti ai numeri.
Musil è una garanzia. Non l'ho citato esplicitamente perché può non essere per tutti i palati, visto che mescola filosofia, matematica e filosofia della matematica con la letteratura, tuttavia va benissimo. A proposito, potresti anche leggere queste poche pagine del prof. Carlo Casolo dell'università di Firenze, dove viene citato anche il tuo amatissimo Canetti!
http://web.math.unifi.it/users/casolo...
A te la scelta!
@ Jessy.
Il libro di Robinson – un'ucronia - tratta della matematica soltanto in una delle dieci parti del libro, quindi non direi che la matematica è una parte importante della trama.
Il riferimento all'ultimo teorema di Fermat contenuto nel libro di Larsson penso non conti molto nell'economia del libro, quindi scarterei anche questo. Inoltre Larsson commette alcuni errori, come dice Kasman, che invalidano il riferimento.
La matematica che si trova nella Macchina del tempo è la geometria delle quattro dimensioni che, ammettendo il tempo come quarta dimensione, consente i viaggi nel tempo. Perciò si tratta di descrizione matematica della realtà fisica, piuttosto che di matematica. Il Newcomb citato da Wells è in effetti un astronomo, prima ancora che un matematico. Nel resto del romanzo, non si parla molto di matematica (l'ho letto). Quindi, anche questo non mi pare adatto.
Invece il libro di Peter Hoeg va benissimo. Valgono le stesse considerazioni che riguardano Musil: si parla di matematica nel corso del libro e la protagonista studia da autodidatta la matematica, per interpretare la realtà.

Fra le raccolte di racconti potete leggere Racconti matematici raccolti da Claudio Bartocci, oppure Storia umana della matematica, di Chiara Valerio, che raccoglie alcune biografie di matematici in forma narrativa.
Fra le opere di autobiografia in forma narrativa, potete leggere Apologia di un matematico di G.H. Hardy, Pasta all'infinito. Il mio viaggio matematico in Italia di Albrecht Beutelspacher, oppure Il teorema vivente di Cédric Villani.
Fra i romanzi dedicati a matematici veri e fittizi: Il teorema del pappagallo, Zio Petros e la congettura di Goldbach, La formula del professore, L'uomo che credeva di essere Riemann, La chioma di Berenice, Il matematico che sfidò Roma etc.
Ipazia e la notte di Caterina Contini e Ipazia: Vita e sogni di una scienziata del IV secolo sono romanzi dedicati alla figura della matematica (filosofa e astronoma) Ipazia di Alessandria.
Fra i romanzi (e i racconti) fantastici o di fantascienza che contengono elementi di matematica: Flatlandia (e i suoi numerosi seguiti, come Sphereland: A Fantasy about Curved Spaces and an Expanding Universe e Flatterland: Like Flatland Only More So), Noi, Tutte le cosmicomiche, Il libro di sabbia etc.
Fra i romanzi in cui la matematica gioca un ruolo importante: Miele (la protagonista è una laureata in matematica e viene illustrato il problema di Monty Hall), Il codice Da Vinci (i numeri di Fibonacci), Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (il protagonista è un Asperger con una passione per i numeri primi) etc.
Ci sono anche opere teatrali dedicate alla matematica. Ad esempio, Arcadia di Tom Stoppard, o "Breaking the Code" di Hugh Whitemore.
Non so con quali risultati, ma ci sono scrittori specializzati in YA che si sono cimentati con trame matematiche. Un esempio è Teorema Catherine di John Green.
Per quanto mi riguarda leggerò un romanzo di sci-fi che è ritenuto un libro cult per il connubio fiction-matematica: Cryptonomicon di Neal Stephenson, e proverò anche a leggerlo in inglese, in ginocchio sui ceci.

@ Ladygiodesi. Ci penso un poco sopra, ho un'idea, semplice ed essenziale, ma vorrei cercare un po' di libri, prima di capire se è fattibile. Comunque, non preoccupatevi, sarà una cosa tranquilla.