Fabrizio Ulivieri's Blog, page 32
October 2, 2024
I Maestri del Nulla

C'è chi vuole il male in questo mondo.Questi io chiamo, i cooperatori
del male che del genio hanno l'aura
e la morte di Dio loro proclamano.
Che è preliminare, perché l'uomo sia.
Bisogna Dio uccidere e la storia
tacere deve quel nome bannare
- il saeculum dell'uomo sol parlare.
Far di se stesso Dio per prodigioso
statuto acquistare - il corpo deve
odiare rinnegare disprezzare -
che dal nulla venuto al nulla torni.
È l' Eterno Ritorno, così chiamano
di morte il desiderio, che i poeti
scrittori e filosofi - pur nella
loro sì breve vita nulla amato
hanno - come un dio sempre il Nulla
cercato e nella tecnica indiato.
Io così imbevuto di parole
Che destra e sinistra han sposato
E propagato, la chiesa di dentrofiltrato, oh idiota!, io son cascato.
Published on October 02, 2024 23:23
Tutta colpa di Nietzsche e affini

C'è chi vuole il male in questo nel mondo.
Questi io chiamo, i cooperatori
del male che del genio hanno l'aura
e la morte di Dio loro proclamano.
Che è preliminare, perché l'uomo sia.
Bisogna Dio uccidere e la storia
tacere deve quel nome bannare
- il saeculum dell'uomo sol parlare.
Far di se stesso Dio per prodigioso
statuto acquistare - il corpo deve
odiare rinnegare disprezzare -
che dal nulla venuto al nulla torni.
È l' Eterno Ritorno, così chiamano
di morte il desiderio, che i poeti
scrittori e filosofi - pur nella
loro sì breve vita nulla amato
hanno - come un dio sempre il Nulla
cercato e nella tecnica indiato.
Io così imbevuto di parole
Che destra e sinistra han sposato
E propagato, la chiesa di dentrofiltrato, oh idiota!, io son cascato.
Published on October 02, 2024 23:23
September 30, 2024
Sulle labbra rimanete e sospese passate

Non so se sia il tempo circolare,
Se vada avanti e poi indietro torni.
Di sovrapposizioni però, io lo so, io vivo.
Nelle vostre parole e azioni mi vedogià vissuto, già tanti anni prima.
Oddio! è l'unica parola che tutti li congiunge - tutti.
Anche io una volta così vivevo e agivo.
E speravo quando con loro stavo, come tu ora
Con le tue figlie stai e vivi e speri.
Tutti, mio amore, speriamo e in avanti tendiamo - per istinto.
Io vi guardo e ricordo me nel vostro stesso e medesimo destino.
In voi, in voi, e in voi, io rivedo chi ero e come io, io, come voi tendevo.
Ed è un pianto senza lacrime. Di dolore. Un impensabile pianto.
E quando lei, tua figlia Elinga, ti viene leggera vicina
E ti bacia timida io mi vedo così lontano e giovane,e stanco ora - come tu vicina e giovane, e viva ora.
Anche io, allora, avevo figlie.
E per loro come te io vivevo. E in avanti tendevo e dove io non sapevo.
Ma ora sospeso resto. E loro remote. E non più tendo.
Esisto nel prima e nel dopo, in un gioco d' immaginiChe rammentano mordono e poi spente vanno.
E indietro tornano e non più avanti - non più tendono.
La parola manca, il cuore duole E perdóno, perdóno infinitamente chiedo.
Non so spiegare tutto l'amore cheper voi due - Silvia e Claudia -Io, in un urlo, vorrei dare.
Umana parola non trovo, e non so più dire.
Sulle labbra, morbide indugiate - voi due.Sorprese, incerte - e sospese passate.
Published on September 30, 2024 13:34
Sulle labbre rimanete e sospese passate

Non so se sia il tempo circolare,
Se vada avanti e poi indietro torni.
Di sovrapposizioni però, io lo so, io vivo.
Nelle vostre parole e azioni mi vedogià vissuto, già tanti anni prima.
Oddio! è l'unica parola che tutti li congiunge - tutti.
Anche io una volta così vivevo e agivo.
E speravo quando con loro stavo, come tu ora
Con le tue figlie stai e vivi e speri.
Tutti, mio amore, speriamo e in avanti tendiamo - per istinto.
Io vi guardo e ricordo me nel vostro stesso e medesimo destino.
In voi, in voi, e in voi, io rivedo chi ero e come io, io, come voi tendevo.
Ed è un pianto senza lacrime. Di dolore. Un impensabile pianto.
E quando lei, tua figlia Elinga, ti viene leggera vicina
E ti bacia timida io mi vedo così lontano e giovane,e stanco ora - come tu vicina e giovane, e viva ora.
Anche io, allora, avevo figlie.
E per loro come te io vivevo. E in avanti tendevo e dove io non sapevo.
Ma ora sospeso resto. E loro remote. E non più tendo.
Esisto nel prima e nel dopo, in un gioco d' immaginiChe rammentano mordono e poi spente vanno.
E indietro tornano e non più avanti - non più tendono.
La parola manca, il cuore duole E perdóno, perdóno infinitamente chiedo.
Non so spiegare tutto l'amore cheper voi due - Silvia e Claudia -Io, in un urlo, vorrei dare.
Umana parola non trovo, e non so più dire.
Sulle labbra, morbide indugiate - voi due.Sorprese, incerte - e sospese passate.
Published on September 30, 2024 13:34
September 29, 2024
Heraclitus on True Happiness

Confusing happiness with bodily pleasure, happiness with the satisfaction of instinct, is typical of animals, as Heraclitus explains in his fragments
Si felicitas esset in delectationibus corporis, boves felices diceremus, cum inveniant orobum ad comedendum (DK B4)
If happiness were in bodily pleasures, we would call oxen happy when they find vetch to eat
It seems to me that the majority, the masses, live in this confusion.
Published on September 29, 2024 21:33
Soggettità

La soggettità è lo stadio preliminare alla soggettività, in cui il soggetto non ha ancora la potenza di dominare le cose, ma vive nelle cose, davanti alle cose e sottoposto alla forza delle cose perché non ha ancora la potenza per dominarle.
Altro inverno di freddo, di neve, di gelo verrà.
Ghiaccio e grigio e bianco e cielo coperto infinito.
Voci che dentro derive i giorni di qua cresceranno.
Buïo grigio sarà e non luce mai gl'occhi vedrà.
Ma sopravviverò? Chiedo al corvo
nero che gracchia sull'albero secco
in questa terra avara a due passi
che dall'apocalisse tutti tiene
in sospeso nel gorgo del si dice
e dove i più vivono stregati.
Eppure questa terra ha bellezza
nell'asprezza del cielo di autunno
nel verde che acceso brilla al sole.
Nel dolore dei volti, che traspare.
Gettato vivo in un mondo non mio.
Lo vedo. E fo come il cuneo fa.
M' incuneo - entro - ma rimango estraneo.
Published on September 29, 2024 09:09
September 28, 2024
Overrated authors : Jacques Prévert

A long time ago, I started a column, which was later abandoned for reasons unknown, about boring and overrated books, and sometimes an authentic huge load of rubbish.
I would like to revive it now, given the enormous number of absolutely useless authors circulating.
I would like to bring the French poet Jacques Prévert and his book "Paroles" to the forefront.
I think that Prévert is responsible for significantly lowering the intellectual quotient of the masses.
My judgment is limited to this, probably his most famous book: Paroles. If this is what constitutes poetry, I am not surprised by the decline of contemporary poetry, which aligns perfectly with narrative.
It is said that people read little. People are right not to read if these are the authors they are expected to read. Below is the most illustrative example: Pay attention to the final, the conclusion of a great poet, for sure :- )
POUR TOI MON AMOUR
Je suis allé au marché aux oiseaux
Et j'ai acheté des oiseaux
Pour toi
mon amour
Je suis allé au marché aux fleurs
Et j'ai acheté des fleurs
Pour toi
mon amour
Je suis allé au marché à la ferraille
Et j'ai acheté des chaînes
De lourdes chaînes
Pour toi
mon amour
Et puis je suis allé au marché aux esclaves
Et je t'ai cherchée
Mais je ne t'ai pas trouvée
mon amour
Published on September 28, 2024 11:34
I mostri vivono

Io ho i mostri dentro.
Ogni volta che mangio.
Io cambio di essenza.
Ciò che ero poi non sono.
Mi trasformo in tutto
di quello che orribile
di cattivo me abita .
Lo vedo e lo sento
dopo e dopo, dopo
io cambio e poi fremo.
Veramente io sono
l'orribile presenza e
di cibo putrescenza?
Published on September 28, 2024 01:40
Libero arbitrio

Dici in una parola, "Oddìo", tutto.
Sta in quella parola di cambiare
Sta la disperazione, che non puoi
Nulla fare e nulla tu mutare.
Chiede il cuore, chiede un diverso
Vivere. Ma "Oddìo" ripeti, piangi
Quasi. E già lo sai che questa è la
Vita. Assurda, sì. E sol sperare
Puoi in Dio. O cader giù - tua follia.
Published on September 28, 2024 00:02
September 26, 2024
Il vento di Lituania

Quando la voce ascolto del vento
lituano che piega con sua forza
tenace gl' alberi - voglio tornare
a morire in Italia. È un vento
che parla, è il vento della morte
che annuncia la fine e mi rammenta
gli ultimi amori che ancor vivon
là nella terra ove nato sono,
la terra madre, e la voce allora
sofferenza si fa in me e l'ascolto
come se mi portasse via, lontano.
Ma non piega il cuore mio il vento
di Lituania. Ha un suo vigore
il cuore - una forza che di questo
mondo non è. Ma parla come dèmone
il vento: che fai qui? Non è il posto
tuo. Non è la natura tua - che figlio
di altra madre sei. Vattene. Tu
non a qui appartieni. E forse è
non il vento. Il vento, io lo sento,
scorre mobile, fruscia tra le foglie,
rapido piega l'albero , però
non lo rompe. L' abbraccia con amore,
quasi in un amplesso. E allora
la voce, quella voce che è dentro,
di una brama mai estinta è
il dèmone. Bisogno d' infinito
che non trova la pace e mai tace.
Published on September 26, 2024 22:52