Michele Orti Manara's Blog, page 4
July 30, 2023
sempre forse
Non so molto del comportamento rituale verso il Santo Padre. Ma mia madre, che conosceva l’etichetta ed è stata subito ricevuta in udienza, si sarà chinata, come ha cominciato a chinarsi davanti al destino. Al destino non troppo favorevole che stava insidiando la sua vita. La sua bellezza non era del tutto svanita, aveva ancora qualche bagliore che, per uno sguardo attento, poteva essere piuttosto affascinante e commovente. Sua figlia, che non ha la profondità della madre, ha sempre creduto alla superficie delle cose. Dunque alla bellezza. All’apparenza. Che le importa di ciò che è dentro? Dentro dove? E che cosa è il dentro? Intanto la figlia crede più alle fotografie che alle persone ritratte. Una fotografia potrebbe dire più della persona. Forse. Naturalmente forse. Sempre forse. Nessuna affermazione potrebbe trascinarla a dare un credito totale all’affermazione stessa.

Fleur Jaeggy, Il velo di pizzo nero
in Sono il fratello di XX
Adelphi, 2014
July 20, 2023
comportamento insolito
Per combattere la stanchezza, lavora di più. Non fermarti. Leggi cinquecento pagine al giorno. Leggi tutto. Leggi le note sui font in fondo a ogni libro. Impara a distinguerli. Decidi che preferisci il garamond e cerca testi stampati con quello. Rispetta di più le opinioni dei libri in garamond rispetto a quelli stampati con caratteri meno prestigiosi. Non considerare questo comportamento insolito finché non ne parli a tua sorella e prendi il suo silenzio impietrito per buon senso.
Rimani in biblioteca tutto il giorno, tutti i giorni. Non andartene finché non hai le dita grigie per l’inchiostro, finché non ti fa male l’osso sacro per le scomode sedie di design della biblioteca, finché le lettere delle parole non si sovrappongono, intrappolandoti in un groviglio di minuscoli serif. Quando non ne potrai più, e sarai pronta a cedere, saprai cos’è il senso di colpa.

James Poissant, Come aiutare tuo marito a morire
in Il paradiso degli animali
Traduzione di Gioia Guerzoni
NN editore, 2015
July 9, 2023
avvertenze
Stavo cercando le sigarette nel cruscotto e l’ho visto solo quando ho tirato su la testa, una macchia scura che mi si stava infilando sotto le ruote.
Dopo, ci ho messo un po’ a capire che fosse un tasso.
La ruota gli aveva spalmato il corpo sull’asfalto, ma la testa era ancora integra e aveva uno sguardo molto vispo. Uno sguardo che avrei voluto avere anche io, nei miei ultimi secondi di vita.
Il pelo bianco era imbevuto di sangue e interiora, quello nero lucidissimo di luna.
Stavo per chiudergli gli occhi, poi mi è venuto in mente quello che si dice delle malattie e degli animali selvatici, così ci ho rinunciato. Ho rinunciato anche a prendere quello che restava del tasso e spostarlo fuori dalla carreggiata. Non che volessi seppellirlo, ma almeno mi sarebbe piaciuto evitare che la prossima macchina gli fracassasse anche la testa.
Avevo ancora in mano il pacchetto di sigarette, ne ho tirata fuori una e sono rimasto ancora un po’ lì, a fumare chino di fianco a lui.
Mi sembrava doveroso, un modo per chiedergli perdono, una specie di piccolo funerale.
Sul pacchetto di sigarette c’era scritto: Il fumo causa cecità.
Sull’altro lato, c’era scritto: Il fumo uccide.
June 1, 2023
teoria dell’ohilà!
«Per deliziarci di quella magia, da lettori saggi, leggeremo l’opera di un genio non con il cuore, e tantomeno con il cervello, ma con la spina dorsale perché è lì che si manifesta il fremito rivelatore».
Questo è Nabokov, in un celeberrimo passaggio delle Lezioni di letteratura. Da quando l’ho letto ho provato a farci caso e tracce del fremito rivelatore, pero ora, niente. Una volta mi sembrava di sì, stavo leggendo Controcorrente di Huysmans, e più che un fremito era una specie di prurito, proprio in fondo alla spina dorsale. Dopo un paio di giorni ho scoperto che non era il genio di Huysmans, bensì il fuoco di sant’Antonio. Brutta giornata, quella – e pure quelle dopo.
Ho ripiegato quindi su una teoria tutta mia, che ho battezzato la Teoria dell’Ohilà! Certe volte mentre leggo mi pare di sentire una voce che dice proprio così: Ohilà! È una vocina, anzi, per nulla fracassona, che prende la parola con timidezza e solo quando ci tiene davvero a sottolineare qualcosa. Mi è successo anche oggi, leggendo su una rivista online il racconto di un autore che non conoscevo – e che a quel che mi risulta non ha pubblicato nulla al di fuori dalle riviste. Ohilà!
Quello che risveglia la vocina, di solito, è un particolare.
May 31, 2023
morire per primo
Non avevamo mai discusso le ragioni del declino che papà sembrava essersi andato a cercare, e che era durato vent’anni. Forse il prossimo Natale sarebbe toccato a me aprire e chiudere un argomento gigantesco con una battuta. Forse mentre attaccavo cartoline sul sughero e sul caminetto, e lei disponeva i cracker ai lati del piatto, le avrei detto: «Senti, tu lo sai cos’è successo a papà, vero?».
Perché in realtà non era cosi misterioso. Quando il giorno delle nozze papino si era alzato in piedi, e aveva giurato di restare con sua moglie fino a che morte non li avesse divisi, doveva aver pensato che l’esito fosse scritto. Avendo undici anni più di lei, si sentiva al sicuro. La morte si sarebbe presa lui, e lei avrebbe continuato da sola. Il caso contrario non era contemplato.
Poi, quando nel 1975 mamma era stata ricoverata, doveva aver pensato che forse tutto scritto non era, una rivelazione da cui non si era più ripreso. Da li in poi, era stato un uomo diverso. Non che avesse deciso di morire, non in questi termini, ma di andarsene per primo sì. Quindi si era messo al riparo dal rischio di dover affrontare la vita senza di lei. E pazienza se avrebbe fatto di peggio, prima di lasciarla sola.
Con un po’ di fortuna mi sarebbe bastato dire: «Lo sai cos’è successo a papà, vero?». E lei, senza neanche alzare gli occhi, mi avrebbe risposto: «Certo, ha deciso di morire per primo».

Adam Mars-Jones
Box Hill (2020)
Traduzione di Matteo Codignola
Orville Press (2023)
May 26, 2023
bambini
Il sensitivo disse che avrei avuto due figli.
Scuoto la testa. So che i bambini non devono essere lasciati soli. Neanche per un minuto. Ma dopo un po’ penso: cosa può succedere a un bambino nel tempo che impiego per correre all’angolo a prendere un cappuccino da asporto? E così lo faccio, corro all’angolo e prendo il cappuccino. E poi penso che lì accanto c’è quel negozio che ha in saldo i guanti di pelle. Davvero, penso, sono solo un paio di isolati. Così vado al negozio e compro i guanti. E poi mi viene in mente: da quanto tempo non vado al cinema! Uno spettacolo pomeridiano! Così faccio anche quello. Vado al cinema. E quando esco, mi rendo conto che sono passati anni dall’ultima volta che sono stata a Parigi. Anni. Cosi vado a Parigi, torno tre mesi dopo e trovo uno scheletro nella culla.
Nessuno mi ha mai detto che ci so fare con i bambini.

Amy Hempel
Ragioni per vivere
Traduzione di Silvia Pareschi
SEM, 2019
May 22, 2023
festa in maschera
So che nel 1746 il governo svedese rese illegale possedere ogni accessorio del caffè, inclusi piattini e tazzine, per la convinzione di re Gustav III che tè e caffè facessero male. Il re ordinò addirittura uno studio su due fratelli gemelli condannati a morte: per entrambi il giudizio fu convertito a condanna all’ergastolo, a patto che uno dei due bevesse tre tazze di tè al giorno, per sorvegliarne la condizione, e l’altro tre di caffè. Per la cronaca, il primo a morire non fu quello del tè, che morì a ottantatré anni, né quello del caffè, che morì ancora dopo, sopravvivendo a tutti i dottori; ma il re, assassinato nel 1792 durante una festa in maschera.

Ivano Porpora
Nero & bollente
UTET, 2023
May 5, 2023
la pecora nera
In un lontano paese visse molti anni fa una Pecora nera.
Fu fucilata.
Un secolo dopo, il gregge pentito le innalzò una statua equestre che stava molto bene nel parco.
Così, in seguito, ogni volta che apparivano pecore nere, esse venivano rapidamente passate per le armi, perché le future generazioni di pecore comuni potessero esercitarsi anche nella scultura.

Augusto Monterroso
La pecora nera e altre favole
Traduzione di Maria Teresa Marzilla
Sellerio, 1980
April 28, 2023
collezioniste di sacrifici
Guarda in su e sputa il fumo della sigaretta verso un cielo grigio come i cagnolini che si chiamano Briciola o Fiocco e accompagnano le vecchiacce che quando la incontrano per strada la fermano e le chiedono Come sta la mamma? Come sta papà? E Teresa cantilena delle aritmie materne e descrive le nuvolaglie mentali paterne, e dai cagnolini sale una puzza di rancido che s’intuisce già a vederli da lontano e da vicino ti prende la gola. Le vecchiacce annuiscono e invidiano: com’è brutto diventar vecchi, i tuoi son fortunati, meno male che ci sei te, che li guardi e li aiuti. Ma gli occhietti all’ingiú delle vecchiacce subito si spalancano e luccicano, non è per disgrazia se loro vivono da sole con Briciola o Fiocco, o addirittura con un marito svaporato e tuttavia in grado di sfondare il divano, piú un corredo di malattie a maggioranza finte, no no no. Loro sono da sole perché Dio le ama, le tiene in pieno riguardo, ricompensa senza economia il loro martirio di madri-collezioniste di sacrifici ben visibili, ben riconoscibili, tutti li hanno visti i loro sacrifici, perché i loro, di figli, sono lontani e di successo, a Londra, a Berlino, uno persino a New York. Come fanno, poverini, a occuparsi dei genitori? Lavorano tantissimo. Hanno famiglie internazionali. Invece tu, Tére. Lo dice sempre la tua mamma, che a te certe cose non interessano, che stai bene cosí, sei una personcina tranquilla, riservata, hai preferito cosí, hai scelto cosí, non avevi voglia di sposarti, certe cose non ti interessano, non avevi voglia di andar via, sei per le cose semplici, ti accontenti, sei modesta, sei tanto sensibile, Tére. E quando le vecchiacce sono di buonumore, piene di energia e la voglia di vincere spurga come lacrime viscose, cavano il cellulare dalla borsa e scorrono le foto, a beneficio di Teresa: foto di figli incravattati, foto di figlie con i tacchi, foto di nipoti che più intelligenti di cosí non si può. Bon, si è fatto tardi, vieni Briciola, vieni Fiocco, lascia stare il cadavere di Teresa…

Marta Cai
Centomilioni
Einaudi, 2023
March 30, 2023
ridere
Su una panchina al parco c’è un vecchio che ride.
Non riesce a fermarsi, si guarda attorno e ride.
Quando gli passa fa un gran respiro, si dà uno schiaffo sulla guancia.
E ricomincia.
(un racconto brevissimo che potrebbe – o potrebbe non – essere vero)


