Francesco Troccoli's Blog: My website's Blog, page 13

May 4, 2013

Commenti dei lettori: Francesca, su Goodreads

"L'autore ha creato un'intera nuova ambientazione, evolutasi probabilmente dall'attuale umanità, ma della quale ha ormai perso memoria. Anche la situazione economica e politica è stata curata con intelligenza, per rafforzare i segmenti narrativi e senza mai appesantire la trama.
Molto molto carino."Commento originale: qui.
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on May 04, 2013 01:37

May 1, 2013

Ferro Sette: un breve estratto per celebrare il 1 maggio.




Ferro Sette è un romanzo che nasce, anche, per difendere l'idea di un'Umanità libera e non fatta schiava della cultura della produzione. Per questo mi pare che pubblicarne un estratto, proprio oggi, abbia un senso.
Buona lettura e buon primo maggio.



«Quando l’umanità fece della produzione la sua legge fondamentale, la rovina ebbe inizio. Perdemmo interesse per tutto ciò che non fosse oggetto di scambio e di guadagno. E da allora, tutte le nazioni umane si diedero a una competizione esasperata al solo scopo di rendere sempre più produttivo il tempo trascorso in vita».
«Tutto cominciò molti millenni prima di oggi, amico mio. Quando ancora vivevamo su un unico pianeta, così piccolo, così felice. Il terzo di un sistema orbitante intorno a una stella solitaria e lontana».
Cercai di rimanere impassibile. C’erano molte leggende sull’origine dell’umanità e quelle sulla vecchia Terra, madre di tutti gli uomini, si sprecavano in decine di versioni diverse.
«Dapprima proibirono le arti figurative e posero limiti alla musica. Poi irreggimentarono la cultura. Ci furono stermini di massa. Poi la scienza venne addomesticata alle esigenze dell’industria. Il tempo divenne funzione dell’economia del possesso e del commercio. Il valore dell’uomo fu ridotto a merce. Il principio dell’essere sostituito con quello dell’avere. E poi…».
Si fermò e mi guardò dritto negli occhi.
«Poi qualcuno ebbe l’infausta idea di subordinare la vita a tutto ciò. La nostra vita, Tobruk Ramarren. Anche la tua vita. Quella che oggi tu vivi. O credi di vivere».
Quella parte mi suonò nuova.
«Loro abolirono il sonno».
Non capii quella parola. Finalmente mi decisi a parlare.
«Cosa cazzo è il sonno?».
«Guardati intorno, Tobruk Ramarren».
Hobbes indicò la caverna e i suoi occupanti, con un’ampia escursione del braccio, poi si soffermò sull’uomo disteso accanto a noi.
«Questo è il sonno!».
Mi fissò ancora, e riprese.
«L’essere umano ha gradualmente perso questa funzione primaria, e di conseguenza la sua evoluzione è stata distorta. I meccanismi biologici dell’esistenza sono stati lentamente e inesorabilmente piegati al volere di coloro che dominavano la storia.
Il tempo trascorso in stato di sonno iniziò a diminuire e parallelamente la vita si accorciò. C’è stato un tempo, Tobruk Ramarren, in cui donne e uomini potevano vivere fino a cento anni e anche oltre. Ed era solo grazie al sonno».(...)«Dopo che furono riusciti a eliminare il sonno, tutto fu più semplice per loro. La vita media si accorciò e così il periodo giudicato meno utile e produttivo dell’esistenza, la vecchiaia, scomparve, contraendosi in quella fase veloce in cui oggi l’uomo arriva alla sua morte. Ogni individuo poteva così dedicare ogni singolo minuto del proprio tempo al loro imperativo collettivo: la produzione».
Continuavo a chiedermi chi fossero loro. Nella sua teoria, Hobbes si riferiva probabilmente ai governi, ai potenti, ai dominanti di turno della storia dell’umanità. Non so se ipotizzasse una intenzione precisa, premeditata, di controllo totale della vita delle masse umane, o se invece parlasse di un meccanismo perverso che era iniziato in quel modo e che poi era continuato spontaneamente e del quale i carnefici stessi, in quanto esseri umani, furono infine anche vittime. Probabilmente la verità che Hobbes voleva vendermi stava da qualche parte nel mezzo.

"Ferro Sette" è disponibile al 15% di sconto su AMAZON: clicca qui.
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on May 01, 2013 05:03

April 26, 2013

Happy birthday!



26 aprile 2012 - 26 aprile 2013: buon compleanno, Ferro Sette !   
Vuoi fare un regalo? Lascia un commento a questo post, grazie in anticipo!
...e se vuoi partecipare alla prossima estrazione di una copia in regalo, clicca qui.
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 26, 2013 03:39

April 2, 2013

Ferro Sette finalista anche al Premio Italia.

Lieto di apprendere che, dopo il piazzamento come finalista in occasione del Premio Vegetti 2013, il romanzo Ferro Sette è anche finalista al Premio Italia nella categoria "Miglior romanzo professionale". A ciò si aggiunge la presenza, ancor più inattesa, di Stelle della notte, un racconto scritto nel 2010 e pubblicato solo lo scorso anno su il magazine degli amici dell'Associazione Yavinquattro, come finalista per la categoria "Miglior racconto su pubblicazione amatoriale". Tutti i finalisti sono visibili a questo link.
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 02, 2013 05:03

March 24, 2013

Commenti dei lettori: Antonio, in Anobii

Francesco Troccoli è un'ottima penna: Ferro Sette è un romanzo d'azione le cui pagine sono impregnate dall'odore di una fantascienza classica di cui l'Italia ha davvero bisogno. Salvo la parte iniziale, fondamentale per dare un orientamento al lettore, il romanzo è fluido e si fa leggere. La storia è avvincente e originale. Sono convinto che Troccoli può vestire i panni del pionere dello sci-fi italiano, creare nuovi sentieri nella squallida scena editoriale italiana.Commento originale: qui.
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 24, 2013 09:00

March 11, 2013

Un marzo intenso!

Come si può facilmente vedere... 
Si parte giovedì 14 marzo, quando inizieremo a parlare anche di "Falsi Dei", il secondo romanzo edito dall'Armando Curcio, che vedrà la prosecuzione delle avventure di Tobruk Ramarren e che uscirà nei prossimi mesi. Saremo in quel di Fiuggi (FR), ospiti come lo scorso anno degli amici della Deepcon , alle ore 17.45 presso l'Hotel Ambasciatori in Via dei Villini, 8. A presiedere l'anteprima sarà Lanfranco Fabriani, l'autore due volte Premio Urania. 
Inoltre, come promesso, ecco i dettagli della presentazione milanese del precedente romanzo "Ferro Sette" (attualmente finalista al Premio Vegetti 2013) e della raccolta "Domani forse mai" a cura dell'Associazione Culturale Oblò, con la preziosa collaborazione di Chiara Bertazzoni: venerdì 15 marzo, alle ore 21.15 presso la Cooperativa METAFORA in via Aldo Moro, 28 a Rho (MI). 
Il giorno successivo, sabato 16 marzo, Ferro Sette e il sottoscritto saranno anche allo stand dell'associazione Galaxy in occasione del Salone Cartoomics, sempre a Rho (nuova fiera Milano), insieme ad altri autori fra i quali l'amico e organizzatore Diego Bortolozzo. Nella settimana successiva saremo invece a Grottaferrata, bellissimo paese alle porte di Roma, con due distinti appuntamenti (martedì 19 e sabato 23 marzo) nel corso della Festa del Libro della 413° Fiera Nazionale di Grottaferrata. Alla fine del mese saremo infine anche ospiti del Vigamus, il nuovo museo del videogioco di Roma.Su questi ultimi eventi... seguiranno i dettagli!

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 11, 2013 05:07

March 4, 2013

Ferro Sette finalista al Premio Vegetti!


Apprendiamo in questo istante che Ferro Sette è fra i romanzi finalisti del Premio Vegetti, intitolato a uno dei più grandi esperti della FS italiana. La notizia è stata appena pubblicata su Fantascienza.com, precisamente: qui .
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 04, 2013 16:43

February 20, 2013

Un'intervista particolare...

Come riportato nel sito, si scrive "Zebuk" e si legge "the book". Basta una presentazione simile a ispirare la simpatia che ho ritrovato personalmente in Silvia, l'autrice dell'intervista pubblicata nel portale (Zebuk, appunto), che ringrazio insieme alla mia amica Claudia che ci ha fatti incontrare.Il link all'intervista, decisamente insolita e altrettanto divertente e gradita a chi vi scrive, è qui .
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 20, 2013 13:57

January 22, 2013

L'intervista a "Il Futuro è Tornato".


Ringraziando Marco Stabile e tutto lo staff de Il Futuro è Tornato, dopo la recensione di Ferro Sette ecco anche il link all'intervista al sottoscritto. Il Blog in questione è a mio parere uno dei più curati e accurati nel settore fantascientifico.
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 22, 2013 15:21

January 10, 2013

La recensione di Fondazione.

Ringraziando l'amico Enrico Di Stefano per avermi fornito il testo, ecco la recensione di Ferro Sette apparsa sull'ultimo numero (il 20) della storica rivista di fantascienza, Fondazione.
Nel corso di un recente convegno accademico, riguardante il rischio desertificazione, si è parlato di come la Fantascienza potrebbe contribuire alla divulgazione scientifica. In quella sede si è sostenuto che il “valore aggiunto” che il genere ha portato alla modernità è stato l’affrontare problematiche ambientalistiche e sociologiche con le quali le comunità post industriali hanno dovuto puntualmente fare i conti. Concordo e cito, come esempio, il racconto Deep End di James Ballard del 1961 che sembra “profetizzare” lo scenario generato dalla scomparsa del Lago di Aral, effettivamente avvenuta negli anni ’70 – ‘80. Quando chi scrive ha avuto tra le mani il primo romanzo di Francesco Troccoli, Ferro Sette, non sapeva nulla di quanto vi avrebbe trovato. E’ stata una piacevole sorpresa lo scoprire che, con il progredire della lettura, dopo una prima parte decisamente d’azione, si parlava di ambiente e società, come nella tradizione della migliore SF per l’appunto. Ma andiamo con ordine. Il protagonista della storia, Tobruk Ramarren, è un ex miliziano in servizio sul pianeta Harris IV cui viene affidata una missione, tanto segreta quanto rognosa, mirante a sventare una congiura che potrebbe minacciare l’ordine costituito. Poiché la lettura è anche un esercizio di fantasia, mi è piaciuto immaginare il nostro eroe simile nell’aspetto al buon vecchio Jena Plinsken. La somiglianza però finisce qui perché mentre il personaggio creato da John Carpenter si colloca benissimo nella tradizione dell’eroe americano disilluso, ma dalla personalità strutturata, quello dell’autore nostrano si muove lungo un percorso iniziatico, sia pur tardivo. Tobruk non è totalmente cinico, come crede e vorrebbe far credere, e nonostante non sia più giovanissimo riesce a scoprire cose che, nascoste dalla nebbia di un’apparente banalità, non gli si erano mai palesate in tutta la loro importanza. Prende coscienza dei motivi che hanno spinto i potenti a limitare la terraformazione del pianeta; si rende conto che, sia pure in modo occulto, il sistema economico si regge su meccanismi di sfruttamento che rasentano la schiavitù; diventa consapevole di come perfino la biologia della specie umana sia stata stravolta per fini tutt’altro che nobili. E, soprattutto, stringe rapporti umani molto più profondi di quelli cui era abituato. A questo proposito, bisogna dire che le riflessioni del protagonista sono sempre pervase dalla malinconia di chi soffre della mancanza di qualcosa di indefinito. Ripensa spesso, ad esempio, alla sua ex compagna dalla quale è stato lasciato, ma non si capisce mai bene se risente della perdita affettiva o semplicemente del vuoto fisico che la donna ha creato allontanandosi. L’esplorazione dello spazio interno si accompagna in Tobruk a quella dello spazio esterno, il pianeta Harris IV, che lui ben conosce ma che ha sempre guardato superficialmente senza riuscire a vedere cosa si cela veramente sotto la superficie arida e riarsa. Ma grazie all’amicizia con il misterioso ed idealista Hobbes, il nostro eroe viene coinvolto in una rivoluzione che stravolge un po’ tutto: il mondo, le relazioni tra le persone, i ritmi biologici, l’ambiente e la sua stessa vita. Insomma in questo romanzo, davvero ben scritto ed avvincente, ci sono tutti gli ingredienti della buona fantascienza. 

Enrico Di Stefano
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 10, 2013 04:11