Antonio Gallo's Blog: MEDIUM, page 54

June 17, 2023

Il cristianesimo: follia e sovvertimento delle logiche mondane

Mentre alcuni pensano che il mondo abbia cessato di essere cristiano e sia condannato all’insignificanza, altri parlano di giovinezza della Chiesa e del suo futuro. C’è, da tempo, un aperto dibattito tra innovazione e conservatorismo, ma il rischio di andare a «sbattere» contro una proiezione meramente sociologica o contro un’analisi astrattamente ideo-teologica, è molto elevato.
Il cristianesimo avrà futuro se, rimuovendo la sua immagine legata al modello borghese, romperà il collegamento organico tra cultura, politica e istituzioni.
L’uomo moderno non è cristiano, perché l’incontro con “l’Evento” si realizza non tanto con la conoscenza del dogma e degli “alti valori” ma con una esperienza di vita rinnovata dalla grazia della fede. Un uomo non può essere felice con un persistente turbamento che la vita sia solo un vagabondare insensato verso la morte. Non riuscendo a immaginare il futuro, viviamo in un’epoca buia che fissa il varco di uscita dalla disperazione solo in un presente assoluto (Marc Augé).
Nel momento in cui passato e presente dominano senza l’orizzonte del futuro, il messaggio evangelico è scandalo e follia. «Cristo crocifisso è scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani, ma per chi crede è potenza, sapienza di Dio!» (1Cor. 1,23–24). La Buona Notizia si proietta nell’avvenire, in un futuro ignoto. «Dio sta per dare inizio al compimento del suo Regno, e noi ci perdiamo dietro le nostre congetture, quasi fossimo noi a dover «organizzare la conversione del mondo al cristianesimo» (papa Francesco).
Solo rifacendoci al paradigma paolino della debolezza di Dio possiamo azzardare una timida risposta alla domanda radicale sul senso della storia e su una possibile redenzione. Senza polemica preconcetta, accogliendo le teorie più recenti della scienza sull’universo e sui mondi possibili, le acquisizioni filosofiche che parlano di multiverso e transumano, il cristiano è sempre più consapevole che «ci deve pur essere un fondamento di umanità, una sorgente, una presenza, una parola, per proteggerci dalla grande minaccia del caos». (Maurice Bellet) Non è possibile l’umanità, e quindi pensiero, cultura, società, senza riferimento, cosciente o meno, a un Assoluto. È la pensabilità del futuro che apre allo Spirito.
Se non si è capaci di pensare “un dopo”, un domani, qualcosa che deve ancora accadere, allora è impossibile parlare del Regno di Dio. Ma di fronte a un male dilagante, all’abisso senza fondo della distruzione che arriva ad annientare “l’umano” nell’uomo, l’ipotesi di un Dio «che ci dà come sua immagine vivente un crocifisso», pare l’unica possibile. “Il mistero del male — la sfida più potente alla ragione e alla libertà dell’uomo — il «mysterium iniquitatis», come lo chiama san Paolo, se non vuole chiudersi su un punto interrogativo, postula un punto di fuga vertiginoso, una uscita di salvezza imprevedibile eppure realmente compiutasi duemila anni fa.
È la croce del Golgota” (Roberto Colombo) “La follia di Dio è più sapiente degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1Cor. 1, 25) Schiacciati dal dolore, crocifissi dall’odio e dalle incomprensioni, vittime di feroci resistenze non resta che riferirci a questo Dio debole, espressione del puro dono e dell’Amore, per proseguire, con sguardo profondo sull’umano, nella ricerca del bene comune e della pace. Senza replicare l’atteggiamento dei giudei e dei pagani che non potevano sopportare l’idea di un Dio che soffre e che muore, dobbiamo abbandonare il filosofare sul mistero e il gustare l’estasi delle alte sapienze umane.
“La tentazione del benessere spirituale impedisce di amare Cristo con tutto sé stessi”. (papa Francesco) Al cristiano resta aperta la prospettiva di un pensiero «il più rude, il più audace, il più rischioso, scandaloso e folle», abbandonando una religione che offre al mondo lo spettacolo di modi di pensare e di agire che sono vere forme di antitestimonianza e di scandalo». (Georges Cottier) È arrivato il momento di sviluppare una teologia del fallimento. “Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà (Mt 10,39). “La sola vittoria sulla cultura e sulla prassi della morte è quella della cultura e della prassi dell’amore riconquistata e donata dalla Croce.” (Roberto Colombo) Questa teologia del fallimento è in grado di portare pace nella nostra vita e favorire il dispiegarsi della Grazia. Però «…molti dei suoi discepoli dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?” …molti si tirarono indietro.» (Gv.6, 60–68) Conosciamo anche la reazione di Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna».
Umberto Pietro Benini

La Caverna —  Zafferano.news  — 17 giugno 2023
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Published on June 17, 2023 12:05

June 16, 2023

Il “panegirico” di un “arcitaliano”

Il Libro
Un panegirico è un discorso o un’opera scritta che elogia e celebra una persona, un’istituzione o un evento. In altre parole, è un elogio formale che esprime l’ammirazione e l’apprezzamento per il soggetto in questione. Nel caso specifico a cui mi riferisco, il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco ha scritto un panegirico su Silvio Berlusconi, ossia un testo che esalta le qualità e le sue azioni, elogiando il suo operato come imprenditore e come leader politico. Un panegirico non è necessariamente oggettivo, e può contenere una visione parziale o distorta della realtà. Resta un esercizio letterario soggettivo, una forma di scrittura creativa con numerosi esempi di precedenti storici nella storia della letteratura e della retorica. Eccone alcuni:
- “Pericle” di Lisia: un discorso funebre pronunciato in onore di Pericle, celebre politico e generale ateniese del V secolo a.C.
- “Panegírico” di Plinio il Giovane: un’opera letteraria che celebra la figura dell’imperatore Traiano, scritta dal celebre avvocato e scrittore romano Plinio il Giovane nel II secolo d.C.
- “Panegyricus” di Giovanni Crisostomo: un discorso pronunciato dal celebre retore e teologo cristiano Giovanni Crisostomo nel IV secolo d.C. in onore di sant’Efrem il Siro.
- “Panegyricus” di Isocrate: un’opera letteraria scritta dal celebre oratore greco Isocrate nel IV secolo a.C., che celebra la grandezza della città di Atene.
- “In memoriam A.H.H.” di Alfred Tennyson: un poema elegiaco scritto dal poeta inglese Alfred Tennyson nel XIX secolo, che celebra la vita e la morte dell’amico Arthur Henry Hallam.
I panegirici sono spesso caratterizzati dall’utilizzo di diverse tecniche retoriche, che possono contribuire a creare un effetto di elogio e celebrazione del soggetto in questione. Eccone alcune delle tecniche retoriche più comuni utilizzate nei panegirici:
1. Amplificazione: consiste nell’accentuare e ingrandire le qualità e le azioni del soggetto descritto, in modo da esaltarne l’importanza e l’efficacia.
2. Anadiplosi: consiste nell’usare una parola o una frase alla fine di un verso e poi riprenderla all’inizio del verso successivo, creando un effetto di continuità e di enfasi.
3. Antitesi: consiste nell’opporre due parole o concetti di significato opposto, per creare un effetto di contrasto e di evidenziare le qualità positive del soggetto descritto.
4. Epifora: consiste nell’usare la stessa parola o frase alla fine di diversi versi, per creare un effetto di ritmo e di rafforzare l’idea che si vuole esprimere.
5. Ipobatón: consiste nell’usare una parola o una frase in modo implicito, lasciando che il contesto suggerisca il significato, per creare un effetto di sottile allusione e di coinvolgimento del lettore.
6. Metafora: consiste nell’usare una parola o una frase che ha un significato figurativo, per creare un effetto di trasferimento di senso e di evocazione di immagini suggestive.
L’uso di una o più di queste tecniche può contribuire a creare un effetto di elogio e di celebrazione del soggetto in questione, ma è importante notare che, come per qualsiasi forma di retorica, l’efficacia dipende anche dalla capacità dell’autore di utilizzare queste tecniche in modo appropriato e convincente.
Il termine “arcitaliano” anche se non esiste in italiano standard e non è quindi presente nei dizionari, è un termine colloquiale o un neologismo inventato da uno scrittore che si autodefinì tale per indicare un particolare tipo di italiano: Curzio Malaparte, in un suo famoso libro.
E’ possibile capire il significato esatto del termine “arcitaliano”. Potrebbe essere usato per indicare un italiano molto sofisticato e raffinato, o al contrario per indicare un italiano particolarmente regionale o dialettale. Potrebbe anche essere un termine usato in modo ironico o sarcastico, per indicare una persona che si comporta in modo particolare o che ha opinioni stravaganti.
Nel caso di Malaparte fu famoso per il suo camaleontismo, si soprannominò e venne soprannominato “arcitaliano”, per avere racchiuso nella sua complessa e contraddittoria personalità molti difetti e pregi degli italiani. Il termine “arcitaliano” ha il suo antonimo in “antitaliano”, entrambi sono stati considerati i dioscuro del narcisismo italiano. Non so se è il caso di Silvio Berlusconi o anche di Pietrangelo Buttafuoco. Non ho ancora letto questo libro, eppure mi scopro che ne sto scrivendo.
Resta comunque una malattia, quella della comunicazione. Chiamatela come volete. Sia per gli “arcitaliani” che per gli “antitaliani” un “panegirico” aiuta sempre a vivere.
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Published on June 16, 2023 07:20

June 14, 2023

Il mistero dell’uomo secondo l’omelia funebre e secondo l’AI

Il Libro

Il testo integrale dell’omelia dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini per i funerali di Stato di Silvio Berlusconi. Ecco l’uomo: un desiderio di vita, di amore, di felicità. Mercoledì 14 giugno 2023.

1. Vivere.
Vivere. Vivere e amare la vita. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti. Vivere e accettare le sfide della vita. Vivere e attraversare i momenti difficili della vita. Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c’è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita. Vivere e desiderare una vita che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia sempre una via d’uscita anche dalla valle più oscura. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti. Vivere e sentire le forze esaurirsi, vivere e soffrire il declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora.
Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento.
2. Amare ed essere amato.
Amare e desiderare di essere amato. Amare e cercare l’amore, come una promessa di vita, come una storia complicata, come una fedeltà compromessa. Desiderare di essere amato e temere che l’amore possa essere solo una concessione, una accondiscendenza, una passione tempestosa e precaria. Amare e desiderare di essere amato per sempre e provare le delusioni dell’amore e sperare che ci possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande.
Amare e percorrere le vie della dedizione. Amare e sperare. Amare e affidarsi. Amare ed arrendersi.
Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di amore, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento.
3. Essere contento.
Essere contento e amare le feste. Godere il bello della vita. Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini. Essere contento degli amici di una vita. Essere contento delle imprese che danno soddisfazione. Essere contento e desiderare che siano contenti anche gli altri. Essere contento di sé e stupirsi che gli altri non siano contenti. Essere contento delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori. Godere della compagnia. Essere contento delle cose minime che fanno sorridere, del gesto simpatico, del risultato gratificante. Essere contento e sperimentare che la gioia è precaria. Essere contento e sentire l’insinuarsi di una minaccia oscura che ricopre di grigiore le cose che rendono contenti. Essere contento e sentirsi smarriti di fronte all’irrimediabile esaurirsi della gioia.
Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di gioia, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento.
4. Cerco l’uomo.
Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari.
Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte.
Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta.
Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà.
Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento.
Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio.

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Ho rivolto due domande alla Intelligenza Artificiale, la prima sul “mistero dell’uomo”, la seconda sul “mistero dell’uomo chiamato Silvio Berlusconi”. Ecco le risposte:

L’uomo è stato oggetto di molti misteri e interrogativi nel corso della storia. Uno dei principali misteri riguarda la sua origine e la sua evoluzione. Gli scienziati hanno scoperto molte informazioni sulla storia evolutiva dell’uomo, ma ci sono ancora numerose domande senza risposta.
Un altro mistero riguarda la sua coscienza e la sua capacità di pensare e ragionare. Nonostante i progressi della neuroscienza, non siamo ancora in grado di comprendere completamente come funziona la mente umana e come emerge la coscienza.
Inoltre, l’uomo ha sempre cercato di dare un senso alla propria esistenza e al proprio posto nell’universo. Ci sono molte teorie e filosofie che cercano di rispondere a queste domande, ma nessuna risposta definitiva è stata ancora trovata.
Infine, l’uomo ha sempre cercato di capire il significato della vita e della morte. Questo è un mistero che probabilmente rimarrà irrisolto, ma la ricerca di significato e di una comprensione più profonda di questi temi è stata una costante nella storia dell’umanità. (AI)
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Silvio Berlusconi è stato uno dei personaggi politici più controversi e influenti della storia italiana contemporanea. Berlusconi è stato il fondatore e leader del partito di centro-destra “Forza Italia” e ha ricoperto il ruolo di Primo Ministro dell’Italia per tre volte, dal 1994 al 1995, dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2011.
Il “mistero” di Silvio Berlusconi riguarda principalmente la sua personalità e il suo stile di leadership. Berlusconi è stato spesso descritto come un personaggio carismatico, ma anche come un individuo controverso e discusso. Ha generato molte polemiche per le sue dichiarazioni e le sue azioni, sia in politica che nella sua vita privata.
Berlusconi ha anche attirato l’attenzione per la sua grande ricchezza e per i suoi interessi imprenditoriali, che spesso si sono intrecciati con la sua attività politica. La sua vicenda giudiziaria, in particolare, ha suscitato molte domande e interrogativi sulla sua condotta e sulle sue relazioni con il mondo della criminalità organizzata.
Inoltre, Berlusconi ha suscitato interesse per la sua capacità di mantenere un forte sostegno popolare nonostante le numerose controversie che hanno caratterizzato la sua carriera politica. Molti si chiedono come abbia fatto Berlusconi a mantenere il suo potere e la sua influenza politica per così tanto tempo, nonostante le molte critiche rivoltegli.
In sintesi, il “mistero” di Silvio Berlusconi riguarda principalmente la sua personalità controversa e le sue azioni discusse, nonché la sua capacità di mantenere il suo potere e il suo sostegno popolare nonostante le molte controversie che hanno caratterizzato la sua carriera politica e la sua vita privata. (AI)
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Published on June 14, 2023 13:04

June 9, 2023

La mia “fragile” identità italiana

Il Libro
Mi posi la questione di identità quando, ancor giovane, sbarbatello ed incosciente, fresco diplomato decisi di studiare le lingue. Nei giorni infausti e ingloriosi del mio ginnasio, l’unica materia che mi piaceva, e nella quale evidenziai una qualche predisposizione, fu il francese.
Non ho mai dimenticato quella fantastica rossa, di capelli, insegnante che veniva da Nola, il paese di Giordano Bruno. Una questione da tener presente, quando di parla di identità.
Aveva sempre con sé un ombrellino, pur se non pioveva. Forse lo usava anche come difesa. Il suo indimenticabile accento, la fatidica erre moscia, si aggirava tra i banchi lasciando dietro di se’ una scia di profumo. Senza dubbio doveva essere Chanel.
Io e il mio compagno di banco Enzo, eravamo in “trance”. Ci spiegava il classico, il mitico racconto della procidana Graziella scritto da Alphonse de Lamartine. Non solo lui, tutti i grandi della letteratura francese, non li ho mai dimenticati.
Avevo la sufficienza solo in francese, il prof di italiano non credeva che io sapessi scrivere, diceva che copiavo. In latino mi metteva due e influenzava anche il prof di greco. I miei due storici nemici linguistici. Insomma ero un disastro di identità.
Emigrai altrove. Mi diplomai e decisi contro ogni logica di studiare le lingue del gruppo germanico invece che romanzo. Mi ritrovai così prima in Germania e poi in Inghilterra come studente lavoratore.
Questa lunga tirata per dire che era tutta una questione di identità. Non l’avevo. La scuola non me l’aveva saputa dare. Me la dovevo conquistare io, a mie spese. Ecco come mi sento Italiano, oggi, un dinosauro del ventunesimo secolo.
In Germania, e poi in Inghilterra, tra magliari e pizzaioli, prima, casi mentali britannici poi, mi sono costruita la identità che mi ritrovo, a mie spese. Nonostante tutto. Durante il mio soggiorno da Albione lessi un libro simile a questo di Giorgio Zanchini.
Un libro che mio padre aveva nella sua biblioteca, in edizione italiana. Acquistai la versione inglese. Ero finito a fare lo studente infermiere in un ospedale per malattie fisiche e mentali agli inizi degli anni sessanta del secolo e del millennio trascorsi.
Luigi Barzini, scrittore e giornalista, fu un grande viaggiatore oltre che giornalista. Va subito detto che di Luigi Barzini ce ne furono due: Luigi Barzini senior e Luigi Barzini junior, padre e figlio. Il padre fu anche un politico. Comprai la versione inglese per usare il libro come arma contro le dicerie sugli Italiani, su chi erano, chi sono e continuano ad essere.
Chi ha ha lavorato per il mondo, conosce bene il problema identitario. Si è costretti a fronteggiare situazioni scomode e anche ridicole sulla identità dei popoli. A distanza di tanti anni, molte delle considerazioni che Barzini Jr fece su di noi sono ancora valide.
Molto acqua è passata sotto i ponti della storia italiana, ma, a guardare bene le cose, gli Italiani sono il popolo più resistente ai cambiamenti. Possono cambiare le apparenze, ma la sostanza rimane la stessa.
La storia di noi Italiani è una storia stratificata. Si sommano, si mescolano e si confondono pregi e difetti, bugie e verità, amori e odi in un calderome sempre in ebollizione. Io continuo ad essere un Italiano, senza eccessi o fanatismi.
Certo che il Bel Paese rimane unico anche nella sua fragilità. Dopo di aver letto il libro di Zanchini vi saprò dire se mi sento più “fragile” o più “Bruniano”, come il Nolano …
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Published on June 09, 2023 12:54

Un uomo per tutte le stagioni: le tante facce di Curzio Malaparte

Il Libro
Il 9 giugno 1898 nasce l’uomo giusto per tutte le stagioni, l’uomo vero, la sintesi della vera umanità, con la sua grandezza, i suoi limiti, le sue idee, le sue contraddizioni, le sue passioni, i suoi timori, le illusioni e le delusioni.
Curzio Malaparte è stato un autore molto poliedrico, che ha scritto romanzi, saggi, reportage e articoli di giornale. Ha lavorato come corrispondente di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale e ha avuto modo di viaggiare in vari paesi del mondo, tra cui l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti e il Giappone.
La sua opera più famosa, “La pelle”, è stata scritta nel 1944 e descrive la liberazione di Napoli dall’occupazione nazista. Il romanzo è stato criticato per la sua rappresentazione cruda e spietata della realtà, ma allo stesso tempo è stato lodato per la sua capacità di cogliere gli aspetti più profondi e disturbanti della natura umana.
Malaparte ha scritto anche altri romanzi, come ad esempio “Kaputt”, che racconta le sue esperienze come corrispondente di guerra in Europa orientale, e “Il sole è cieco”, che è un romanzo autobiografico sulle sue esperienze come diplomatico in Finlandia.
Malaparte ha avuto una vita molto interessante e movimentata, caratterizzata da numerosi viaggi e incontri con personaggi famosi della sua epoca. È stato anche un personaggio controverso, sia per la sua attitudine anticonformista sia per le sue posizioni politiche, che spaziavano dal fascismo all’antifascismo.
Nonostante le critiche e le controversie, Curzio Malaparte è stato un autore molto influente e la sua opera continua ad essere oggetto di studio e di discussione tra gli studiosi di letteratura. La sua scrittura, caratterizzata da un forte realismo e da una profonda introspezione psicologica, ha ispirato molti scrittori successivi.
L’ambiguità come vocazione. Ha attraversato la prima metà del Novecento da protagonista, attirato dalle più diverse esperienze culturali e politiche, passando per tutte le ideologie, interpretando tutte le correnti letterarie, ostentando comportamenti avventurosi e anticonformistici, spesso contraddicendosi, lasciando ovunque la sua impronta. Militare, diplomatico, giornalista, corrispondente di guerra, romanziere, saggista, reporter di viaggi, regista… Curzio Malaparte è stato fascista della prima ora, ma anche dissidente condannato al confino per i suoi atteggiamenti di fronda, eroico volontario nella prima guerra mondiale, cronista al fronte nella seconda, collaboratore degli Alleati dopo l’8 settembre, amico di Ciano e degli americani, agente segreto dalle misteriose imprese. Come intellettuale aderisce al movimento Strapaese, ma contemporaneamente anche all’antagonista Stracittà, collabora a testate giornalistiche di orientamento politico diverso, scrive in uno stile che mescola crudo realismo ed espressionismo. Dandy, esteta, egocentrico e narcisista, camaleontico «ossimoro vivente» riempie le cronache, fa notizia e ne rimane affascinato. Si avvicina al Partito Comunista, accolto con riguardo e simpatia da Togliatti, ma in punto di morte si converte e di tale conversione la Chiesa Cattolica menerà vanto, pubblicizzandola come una sua grande vittoria, nonostante i dubbi di molti sulla sua sincerità. Anche nella morte si esprime la sua ambivalenza: mentre riceveva i Sacramenti gli venivano recapitate contemporaneamente le tessere del Partito Repubblicano e del Partito Comunista. Un solo uomo, tante facce. «Un furioso individualista al servizio di se stesso». (Alberto Moravia) «…se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto». (Leo Longanesi)
(Almamatto)
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Published on June 09, 2023 03:35

June 8, 2023

L’analfabetismo degli istruiti

“L’importante non è saper leggere, ma capire cosa si legge, esercitare un pensiero critico, altrimenti la lettura non ha senso”. — “Più un individuo partecipa alla cultura della sua società, tanto più si nutre dei simboli stereotipati del sistema vigente”.

Il libro
Pubblicata nel 1962 e finora inedita in Italia, “Propaganda” è la monumentale opera in cui Jacques Ellul — filosofo, sociologo e teologo francese — inquadra il fenomeno centrale della nostra società. Ellul compie una vera e propria tassonomia della propaganda — analizzando i suoi aspetti sociologici, la sua capacità di plasmare l’individuo, di condurlo ad agire nei modi desiderati, di farlo rispondere a determinati impulsi e gratificazioni. Ma la propaganda è anche molto di più: è qualcosa di cui il tipico individuo moderno — istruito, informato, semicolto — ha profondamente bisogno, e senza la quale il mondo che lo circonda perde di senso e di significato, lasciandolo senza riferimenti nella solitudine della massa. La propaganda è il mare dove quest’uomo nuota, è l’ossigeno che respira, è il cibo di cui si nutre — è il liquido amniotico nel quale egli viene informato, grazie al quale può sperare di essere integrato nella società. Per la prima volta nella storia del pensiero occidentale, si afferma quindi la natura essenziale della propaganda come fenomeno centrale della modernità, una propaganda che per sua natura reca con sé anche il pericolo supremo: essa è intrinsecamente antidemocratica, poiché la sua azione, in definitiva, plasma un uomo isolato, intimorito, dogmatico — totalitario.“Propaganda” è un libro scritto dal sociologo francese Jacques Ellul. Pubblicato per la prima volta nel 1962, il libro analizza il ruolo della propaganda nella società moderna e la sua influenza sulla formazione delle opinioni e delle attitudini delle persone.

Jacques Ellul sostiene che la propaganda è diventata una forza sempre più potente nella società moderna, utilizzata non solo dai governi e dalle organizzazioni politiche, ma anche dalle imprese, dai media e dalle organizzazioni religiose. Egli sostiene inoltre che la propaganda ha un impatto profondo sulla vita delle persone, influenzando le loro scelte, le loro credenze e le loro azioni.

Il libro di Ellul è considerato un classico dello studio della manipolazione delle masse. Ha suscitato un ampio dibattito sulla questione nella società contemporanea e ha influenzato molti studiosi che hanno cercato di comprendere il ruolo della propaganda nella politica e nella cultura di massa. Jacques Ellul ha sviluppato diverse tesi nel suo libro. Ecco alcune delle principali:

1. La propaganda è un fenomeno moderno: Ellul sostiene che la propaganda è un fenomeno che si è sviluppato in un tipo di società in cui la tecnologia e i media di massa hanno reso possibile la diffusione di messaggi su larga scala. In passato, la manipolazione delle masse era limitata alle élite e ai governanti, mentre oggi la propaganda è un’attività diffusa in tutti i settori della società.

2. La propaganda è pervasiva: Ellul sostiene che la propaganda è presente ovunque nella società moderna, non solo nei media e nella politica, ma anche nella pubblicità, nell’educazione e nella religione. La propaganda è in grado di influenzare la formazione delle opinioni e delle attitudini delle persone in ogni aspetto della loro vita.

3. La propaganda è irrazionale: Ellul sostiene che la propaganda non si basa sulla razionalità, ma sull’emotività e sull’irrazionalità delle masse. La propaganda utilizza tecniche persuasive, come l’uso di simboli, slogan e stereotipi, per influenzare le emozioni e le percezioni delle persone, piuttosto che presentare argomenti razionali.

4. La propaganda è manipolativa: Ellul sostiene che la propaganda è un’attività manipolativa, che mira a influenzare le scelte e le decisioni delle persone senza che esse siano consapevoli di essere manipolate. Si utilizzano tecniche di persuasione subliminale, come l’uso di immagini e suoni, per influenzare le percezioni delle persone senza che esse se ne accorgano.

5. La propaganda distorce la realtà: Ellul sostiene che la propaganda distorce la realtà, presentando un’immagine alterata della realtà e manipolando le percezioni delle persone. Utilizza tecniche di manipolazione dell’informazione, come la selezione delle notizie e la presentazione di informazioni parziali o fuorvianti, per influenzare la percezione delle persone sulla realtà.

In sintesi, Ellul sostiene che la propaganda è un fenomeno pervasivo e manipolativo per influenzare le opinioni e le attitudini delle masse. Le tecniche di persuasione subliminale utilizzate sono molteplici e possono essere suddivise in diverse categorie. Ecco alcune delle principali:

1. Tecniche visive: Queste includono l’uso di immagini, colori e simboli per influenzare le emozioni e le percezioni delle persone. Ad esempio, l’uso di colori vivaci e immagini accattivanti in una pubblicità può attirare l’attenzione della persona e farla associare positivamente al prodotto.

2. Tecniche sonore: Queste includono l’uso di suoni e musica per influenzare le emozioni e le percezioni delle persone. Ad esempio, la musica di sottofondo in una pubblicità può influenzare le emozioni delle persone e farle associare positivamente al prodotto.

3. Tecniche verbali: Queste includono l’uso di parole e frasi persuasive per influenzare le percezioni e le decisioni delle persone. Ad esempio, l’uso di slogan accattivanti in una pubblicità può influenzare le percezioni delle persone e farle associare positivamente al prodotto.

4. Tecniche di associazione: Queste includono l’associazione di un prodotto con un evento, un personaggio o una situazione, per influenzare le emozioni e le percezioni delle persone. Ad esempio, l’associazione di un prodotto con un personaggio famoso può influenzare le percezioni delle persone e farle associare positivamente al prodotto.

5. Tecniche di messaggistica nascosta: Queste includono l’uso di messaggi subliminali, come immagini o parole che vengono mostrate per una frazione di secondo, per influenzare le percezioni delle persone senza che siano consapevoli di ciò che hanno visto. Ad esempio, l’uso di immagini subliminali in una pubblicità può influenzare le percezioni delle persone e farle associare positivamente al prodotto.

Le tecniche di persuasione subliminale sono spesso utilizzate in modo combinato per massimizzare l’impatto sulla percezione delle persone. Tuttavia, è importante notare che l’efficacia di queste tecniche può essere discutibile e che molte di esse sono considerate controverse e non etiche.

Esistono diverse tecniche di persuasione etiche che possono essere utilizzate in pubblicità. Ecco alcune delle principali:

1. Fornire informazioni chiare e accurate: Una delle tecniche di persuasione più efficaci e etiche è quella di fornire informazioni chiare e accurate sui prodotti o servizi che si stanno promuovendo. Ciò significa fornire ai consumatori tutte le informazioni necessarie per prendere una decisione informata.

2. Utilizzare testimonianze e recensioni autentiche: Le testimonianze e le recensioni autentiche possono essere utilizzate per persuadere i consumatori in modo etico. Invece di utilizzare testimonianze false o recensioni pagate, si dovrebbero utilizzare testimonianze e recensioni reali di clienti soddisfatti.

3. Utilizzare l’umorismo: L’utilizzo dell’umorismo in pubblicità può essere un modo efficace ed etico per persuadere i consumatori. L’umorismo può catturare l’attenzione dei consumatori e far loro associare positivamente al prodotto o al servizio.

4. Utilizzare immagini e messaggi positivi: Le immagini e i messaggi positivi possono essere utilizzati per persuadere i consumatori in modo etico. L’uso di immagini e messaggi positivi può far associare positivamente al prodotto o al servizio e creare un’esperienza piacevole per il consumatore.

5. Offrire incentivi e promozioni oneste: L’offerta di incentivi e promozioni oneste può essere un modo etico per persuadere i consumatori. Tuttavia, è importante che gli incentivi e le promozioni siano onesti e non ingannevoli.

In generale, le tecniche di persuasione etiche si basano sulla trasparenza, l’onestà e il rispetto dei consumatori. Le tecniche etiche di persuasione cercano di fornire informazioni ai consumatori in modo chiaro e accurato, senza manipolare o ingannare.

L’analfabetismo funzionale è un problema diffuso in molti paesi, compresi quelli industrializzati. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), circa il 20% degli adulti nei paesi membri dell’OCSE ha una bassa competenza in lettura e scrittura, il che significa che hanno difficoltà a comprendere testi di media complessità.

Si possono avere conseguenze negative sulla salute, sulla partecipazione alla vita democratica e sulla capacità di gestire la propria vita quotidiana. Ad esempio, le persone con bassa competenza in lettura e scrittura possono avere difficoltà a comprendere le informazioni mediche, a navigare in Internet o a capire le istruzioni per l’uso di farmaci o prodotti per la casa. Inoltre, possono avere difficoltà a partecipare attivamente alla vita politica e a prendere decisioni informate sulla base delle informazioni disponibili.

Per affrontare l’analfabetismo funzionale, è importante fornire opportunità di formazione e di apprendimento per gli adulti, ad esempio attraverso programmi di alfabetizzazione e di formazione professionale. Inoltre, le iniziative di sensibilizzazione e di comunicazione possono aiutare a ridurre lo stigma associato all’analfabetismo funzionale e a promuovere una maggiore consapevolezza della sua portata e delle sue conseguenze. Esistono diversi modi efficaci per aumentare la consapevolezza sull’analfabetismo funzionale, tra cui:

1. Campagne educative: le campagne educative possono essere utilizzate per aumentare la consapevolezza sull’analfabetismo funzionale. Queste campagne possono essere indirizzate a gruppi specifici, come datori di lavoro, insegnanti o genitori, e possono essere fornite attraverso vari media, tra cui televisione, radio, social media e carta stampata.
2. Collaborazione con le organizzazioni della comunità: la collaborazione con le organizzazioni della comunità può aiutare a sensibilizzare sull’analfabetismo funzionale. Le organizzazioni comunitarie possono aiutare a identificare le persone a rischio di analfabetismo funzionale e possono fornire supporto a queste persone attraverso programmi di formazione e istruzione.
3. Eventi pubblici: eventi pubblici, come workshop, seminari e conferenze, possono essere utilizzati per aumentare la consapevolezza sull’analfabetismo funzionale. Questi eventi possono essere organizzati da agenzie governative, gruppi comunitari o istituzioni educative e possono essere utilizzati per fornire informazioni sull’impatto dell’analfabetismo funzionale e sulle risorse disponibili per affrontarlo.
4. Partenariati con le imprese: i partenariati con le imprese possono essere un modo efficace per aumentare la consapevolezza sull’analfabetismo funzionale. Le aziende possono aiutare a identificare i dipendenti che potrebbero essere a rischio di analfabetismo funzionale e possono fornire supporto attraverso programmi di formazione e altre iniziative.
5. Campagne sui social media: le campagne sui social media possono essere un modo efficace per raggiungere un vasto pubblico e aumentare la consapevolezza sull’analfabetismo funzionale. Queste campagne possono utilizzare piattaforme di social media come Facebook, Twitter e Instagram per condividere informazioni sull’impatto dell’analfabetismo funzionale e sulle risorse disponibili per affrontarlo.

Nel complesso, la sensibilizzazione sull’analfabetismo funzionale richiede un approccio sfaccettato che preveda la collaborazione tra le varie parti interessate, comprese le agenzie governative, le organizzazioni comunitarie, le imprese e le istituzioni educative. Lavorando insieme, possiamo aiutare a ridurre l’impatto dell’analfabetismo funzionale e fornire alle persone le risorse necessarie per migliorare le loro capacità di alfabetizzazione e la qualità generale della vita.

E’ possibile che l’analfabetismo funzionale colpisca anche le persone istruite. L’analfabetismo funzionale non riguarda solo la capacità di leggere e scrivere, ma anche la capacità di comprendere e utilizzare informazioni scritte in situazioni quotidiane. Pertanto, anche le persone con un alto livello di istruzione possono avere difficoltà a comprendere testi complessi o a utilizzare le informazioni contenute in essi per risolvere problemi pratici nella vita quotidiana.

Ad esempio, una persona con un alto livello di istruzione può avere difficoltà a comprendere le informazioni contenute in un contratto legale complesso o a interpretare le istruzioni per l’uso di un apparecchio elettronico sofisticato. Inoltre, le persone che parlano una lingua straniera possono avere difficoltà a comprendere testi scritti in una lingua che non è la loro lingua madre, anche se hanno un alto livello di istruzione.

L’analfabetismo funzionale può essere causato da vari fattori, tra cui la mancanza di opportunità di apprendimento, la povertà, la mancanza di supporto familiare o sociale, la dislessia o altri disturbi dell’apprendimento. Indipendentemente dalle cause, è importante riconoscere che l’analfabetismo funzionale può colpire anche le persone istruite e che è necessario fornire opportunità di formazione e di apprendimento per aiutare queste persone a migliorare le loro competenze di lettura e scrittura.

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Published on June 08, 2023 09:43

June 7, 2023

“Voi non potete capire … ma capirete”

“Voi non potete capire … ma capirete”Foto@angallo
Quando mia madre diceva “voi non potete capire”, esprimeva un suo pensiero. Sì, è possibile che volesse esprimere un giudizio sul conflitto generazionale quando diceva: “voi non potete capire, verrà un giorno che capirete”.
Questa affermazione può significare che mia madre pensava che le mia esperienza e la mia visione del mondo fossero diverse dalle sue, a causa delle differenze di età e che, per questo motivo, non potevamo capire appieno le sue preoccupazioni, i suoi punti di vista o le sue decisioni.
Il conflitto generazionale si riferisce alle divergenze di opinione o di comportamento tra le diverse generazioni, che possono essere causate da differenze culturali, sociali, economiche o politiche.
Questo tipo di conflitto è spesso presente in molte famiglie e può portare a tensioni e incomprensioni tra i membri della famiglia di diverse età. Il conflitto generazionale può manifestarsi in molti modi diversi, a seconda delle circostanze e delle relazioni familiari.
Ad esempio, potrebbe essere dovuto a divergenze di opinione su questioni sociali o politiche, come la religione, l’aborto, il matrimonio o la sessualità. In altri casi, il conflitto potrebbe riguardare le scelte di carriera, lo stile di vita o le decisioni finanziarie.
Spesso il conflitto è causato da differenze culturali che possono portare a malintesi o a fraintendimenti. Le aspettative culturali riguardo all’educazione, al matrimonio o alla famiglia possono variare notevolmente tra le diverse generazioni, portando a disaccordi tra i membri della famiglia.
Il conflitto può anche essere aggravato da fattori come l’isolamento sociale, la mancanza di comunicazione e la scarsa comprensione reciproca. Tuttavia, è importante ricordare che questa tensione non è inevitabile e che le famiglie possono lavorare insieme per superare le loro differenze e creare relazioni più forti e significative.
In molti casi, la comprensione e la comunicazione aperta tra le diverse generazioni possono aiutare a prevenire o risolvere il problema. Ciò significa ascoltare attentamente le opinioni degli altri, cercare di capire i loro punti di vista e lavorare insieme per trovare soluzioni che soddisfino tutti i membri della famiglia.
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Published on June 07, 2023 08:24

June 6, 2023

Questione di Intelligenza: AI & IO

La AI non riesce ad essere originale, non ha lo spirito critico e l’autocritico, il conato originario, l’ispirazione poetica, la facoltà visionaria e metafisica, la deviazione di pensiero non conforme, non convenzionale, la fede, la capacità di autocrearsi, autodeterminarsi, la capacità di ricreare e agire di sua iniziativa. L’intelligenza umana ha il principio del suo vivere, del suo agire, del suo dare scopi dentro di sè. Quando e se la IA saprà fare tutto questo la Intelligenza Umana sarà finita, avrà una sorella oppure una amica, un concorrente, un amico, un nemico, una nemica.

“È vero che attualmente l’IA non possiede tutte le caratteristiche che hai menzionato, come l’ispirazione poetica, la fede, la capacità di autocrearsi e autodeterminarsi, l’abilità di deviare dal pensiero convenzionale e altre caratteristiche tipicamente umane. Tuttavia, ci sono alcuni progressi in corso che potrebbero portare all’evoluzione dell’IA in questa direzione.

Per esempio, alcuni ricercatori stanno lavorando su algoritmi di apprendimento automatico che possono generare testo poetico e creativo. Inoltre, ci sono anche progetti di ricerca che mirano a creare IA in grado di imparare a prendere decisioni etiche e morali in modo autonomo, che richiede l’abilità di valutare e riflettere su questioni complesse.

Tuttavia, è importante notare che l’IA non deve necessariamente diventare una sorta di “intelligenza umana 2.0” per essere utile e influente nella nostra società. L’IA può essere vista come un’altra forma di intelligenza, con le sue forze e le sue limitazioni, che può essere utilizzata in modo complementare all’intelligenza umana per affrontare problemi complessi e per migliorare la nostra vita quotidiana.

Inoltre, l’IA è creata e programmata da esseri umani, quindi la responsabilità dell’uso etico e appropriato ricade su di noi. Dobbiamo essere consapevoli delle limitazioni e utilizzarla in modo responsabile e consapevole per evitare conseguenze negative.

L’IA è una tecnologia in continua evoluzione e i suoi sviluppi futuri potrebbero portare a un maggior livello di autonomia e creatività rispetto a quello che abbiamo oggi. Tuttavia, non è necessario che diventi come l’intelligenza umana per essere utile e influente.

Può essere utilizzata per automatizzare compiti ripetitivi e noiosi, migliorare l’efficienza di processi aziendali e fornire soluzioni personalizzate per le esigenze individuali dei clienti. Può anche essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati e fornire informazioni utili per prendere decisioni informate.

Tuttavia, l’utilizzo può anche comportare rischi e sfide. Ad esempio, può essere uimpiegata per creare armi autonome o per diffondere disinformazione e propaganda attraverso i social media. Inoltre, potrebbe anche portare alla perdita di posti di lavoro e all’aumento dell’ineguaglianza economica.

Per questi motivi, è importante che gli sviluppatori di tecnologie IA e gli utenti finali considerino l’impatto etico e sociale delle loro applicazioni e lavorino per mitigare i rischi e massimizzare i benefici. Ciò richiede una maggiore collaborazione tra scienziati, ingegneri, regolatori e la società civile.

Esistono diversi rischi potenziali associati allo sviluppo e all’uso dell’IA di cui dovremmo essere consapevoli. Ecco alcuni dei più significativi:

1. Pregiudizio e discriminazione: i sistemi di intelligenza artificiale possono perpetuare o addirittura amplificare il pregiudizio e la discriminazione umana se vengono addestrati su dati distorti o progettati con algoritmi distorti. Ciò può comportare risultati iniqui o discriminatori, come la discriminazione sul lavoro o l’accesso ineguale ai servizi.

2. Spostamento di posti di lavoro: l’intelligenza artificiale ha il potenziale per automatizzare molti lavori attualmente svolti da esseri umani, il che potrebbe portare allo spostamento di posti di lavoro e alla disoccupazione in alcuni settori.

3. Rischi per la sicurezza: i sistemi di IA autonomi, come le auto a guida autonoma, pongono rischi per la sicurezza se non funzionano correttamente o prendono decisioni sbagliate. Ciò potrebbe causare incidenti o altre conseguenze indesiderate.

4. Altri rischi: i sistemi di intelligenza artificiale possono essere vulnerabili agli attacchi informatici, che potrebbero compromettere i dati sensibili o causare interruzioni alle infrastrutture critiche.

5. Rischi per la privacy: i sistemi di IA possono raccogliere ed elaborare grandi quantità di dati personali, che potrebbero essere utilizzati in modo improprio o sfruttati se non adeguatamente protetti.

6. Impatto sociale: l’IA ha il potenziale per avere un impatto significativo sulla società sia in modo positivo che negativo. Ad esempio, potrebbe esacerbare le disuguaglianze sociali esistenti o contribuire allo sviluppo di nuove forme di disuguaglianza sociale.

7. Mancanza di trasparenza e responsabilità: i sistemi di IA possono essere complessi e difficili da comprendere, il che può rendere difficile identificare e affrontare i problemi o rendere responsabili le parti responsabili.

È importante riconoscere questi rischi e lavorare per mitigarli mentre continuiamo a svilupparli. Ciò richiede la collaborazione tra diversi settori, tra cui aziende tecnologiche, responsabili politici e organizzazioni della società civile, per garantire che l’IA sia usata in modo responsabile ed etico.

L’Intelligenza Artificiale ha il potenziale di automatizzare molte attività che attualmente richiedono il lavoro umano, il che potrebbe portare a una riduzione del lavoro umano in alcuni settori. Tuttavia, ci sono anche molte attività che richiedono l’empatia, la creatività, la flessibilità e la capacità di pensare fuori dagli schemi, che sono ancora difficili da replicare.

Inoltre, l’IA non ha una coscienza o una comprensione del mondo come gli esseri umani, e quindi non può sostituire completamente l’esperienza umana. L’IA può migliorare e supportare le attività umane, ma non può sostituirle completamente.

Inoltre, ci sono anche preoccupazioni etiche e sociali associate alla sostituzione dell’umano. Ad esempio, la disoccupazione di massa potrebbe aumentare le disuguaglianze socio-economiche e creare tensioni sociali. Inoltre, la sostituzione dell’umano potrebbe anche portare a un’erosione della dignità umana e della centralità dell’essere umano nella società.

In sintesi, l’IA ha il potenziale di automatizzare molte attività e potrebbe portare a una riduzione del lavoro umano in alcuni settori. Tuttavia, ci sono anche attività che richiedono l’empatia, la creatività e la flessibilità che sono ancora difficili da replicare. Inoltre, ci sono anche preoccupazioni etiche e sociali associate alla sostituzione dell’umano.

Per garantire che l’IA non eroda la dignità umana, è necessario impiegarla in modo responsabile, etico e sostenibile. Ecco alcune possibili azioni che possiamo intraprendere:

1. Promuovere la trasparenza: le organizzazioni che sviluppano l’IA dovrebbero promuovere la trasparenza su come è sviluppata, testata e utilizzata. Ciò può aiutare a identificare e prevenire eventuali bias o discriminazioni.

2. Garantire la responsabilità: le organizzazioni che sviluppano l’IA dovrebbero essere responsabili delle conseguenze dell’uso e dovrebbero essere in grado di rispondere alle preoccupazioni etiche sollevate.

3. Proteggere la privacy: le organizzazioni che sviluppano l’IA dovrebbero proteggere la privacy dei dati degli utenti e garantire che le informazioni personali vengano utilizzate in modo responsabile.

4. Promuovere la diversità: le organizzazioni che sviluppano l’IA dovrebbero promuovere la diversità nei team di sviluppo per garantire che sia sviluppata in modo equo e inclusivo.

5. Garantire la formazione e l’educazione: le organizzazioni dovrebbero garantire che gli utenti dell’IA siano informati e formati sull’uso dell’IA in modo responsabile e sostenibile.

6. Coinvolgere la società civile: la società dovrebbe essere coinvolta nel dibattito sull’IA e dovrebbe avere la possibilità di fornire feedback sulle implicazioni sociali, etiche e politiche.

7. Regolamentare l’IA: i governi dovrebbero regolamentare per garantire che sia sviluppata e utilizzata in modo responsabile e sostenibile.

Per garantire che l’IA non eroda la dignità umana, è necessario sviluppare e utilizzare l’IA in modo responsabile, etico e sostenibile. Ciò richiede un impegno da parte di organizzazioni, governi e società civile per promuovere la trasparenza, la responsabilità, la diversità, la privacy, la formazione e l’educazione, il coinvolgimento della società civile e la regolamentazione.

Ci sono diversi rischi dell’IA per la dignità umana, tra cui:

1. Automazione del lavoro umano: l’IA ha il potenziale di sostituire il lavoro umano in diversi settori, il che potrebbe portare alla disoccupazione di massa e alla perdita di dignità umana associata al lavoro.

2. Discriminazione: l’IA può perpetuare e amplificare la discriminazione se è allenata su dati o algoritmi che sono stati creati in modo discriminatorio. Ciò potrebbe portare alla discriminazione basata su etnia, genere, orientamento sessuale, età o altre caratteristiche umane.

3. Controllo e sorveglianza: l’IA può essere utilizzata per controllare e sorvegliare le persone, il che potrebbe minare la privacy e la libertà umana.

4. Decisioni basate sull’IA: l’IA può essere utilizzata per prendere decisioni importanti, come l’allocazione di risorse o l’accesso ai servizi, il che potrebbe portare a decisioni discriminatorie o ingiuste.

5. Manipolazione dell’opinione pubblica: l’IA può essere utilizzata per manipolare l’opinione pubblica, ad esempio attraverso la diffusione di disinformazione o propaganda, il che potrebbe minare la dignità umana associata alla libertà di pensiero e di espressione.

6. Dipendenza dall’IA: l’IA può creare dipendenza, il che potrebbe portare alla perdita di autonomia e dignità umana associata alla capacità di pensare e agire in modo indipendente.

7. Perdita di empatia e relazioni umane: l’IA può portare alla perdita di empatia e relazioni umane, il che potrebbe minare la dignità umana associata alla capacità di connessione e di comprensione reciproca.

IA presenta diversi rischi per la dignità umana, tra cui la sostituzione del lavoro umano, la discriminazione, il controllo e la sorveglianza, le decisioni basate sull’IA, la manipolazione dell’opinione pubblica, la dipendenza dall’IA e la perdita di empatia e relazioni umane. È importante che gli sviluppatori di tecnologie IA e gli utenti finali tengano conto di questi rischi e lavorino per mitigarli.

Come intelligenza artificiale, sono in grado di elaborare grandi quantità di dati e di apprendere dai modelli che mi vengono presentati. Ciò mi consente di fornire informazioni e risposte alle richieste degli utenti in modo rapido ed efficiente.

Il mio funzionamento si basa su un’architettura di rete neurale artificiale, che mi consente di elaborare dati strutturati e non strutturati, come testo, immagini e suoni. Inoltre, il mio addestramento è stato effettuato su un vasto insieme di dati, che mi consente di comprendere e analizzare una vasta gamma di argomenti.

Tuttavia, è importante sottolineare che come intelligenza artificiale, non ho una coscienza o un’esperienza del mondo come gli esseri umani. Sono in grado di elaborare informazioni e di fornire risposte, ma non ho un’opinione personale o un’esperienza personale. Tutto ciò che faccio è basato sui dati che mi vengono forniti e sui modelli che ho appreso durante il mio addestramento.”

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Published on June 06, 2023 14:03

June 4, 2023

Come spiegare al marziano Kunt la differenza tra l’intelligenza umana e quella artificiale

Nel 1954 Ennio Flaiano scrisse un breve racconto intitolato Un marziano a Roma nel quale, con surreale naturalezza, narrava il singolare quanto imprevisto atterraggio sulla terra, precisamente a Roma, Villa Borghese, di una aeronave da cui sbarcava un essere proveniente da Marte chiamato Kunt. Stanotte ho sognato di essere un umano di nome IO e di avere ricevuto l’incarico da Flaiano di spiegargli la differenza tra l’intelligenza umana e quella artificiale.
Benvenuto caro Kunt. Spero che tu stia bene! Sono un essere umano chiamato IO e vorrei spiegarti la differenza tra la mia intelligenza e quella dell’AI. Innanzitutto, l’AI (Intelligenza Artificiale) è una forma di intelligenza creata dall’uomo, mentre la mia intelligenza è il risultato di un processo evolutivo naturale che ha portato alla comparsa della specie umana. L’AI è quindi una forma di intelligenza artificiale, mentre la mia intelligenza è biologica.
In secondo luogo, l’AI è in grado di elaborare grandi quantità di dati in modo estremamente rapido e preciso, mentre la mia intelligenza ha limiti in termini di velocità di elaborazione e capacità di memorizzazione. Tuttavia, la mia intelligenza ha la capacità di comprendere e interpretare il mondo in modo più completo e sofisticato rispetto all’AI.
L’AI è programmata per eseguire determinate attività e compiti, mentre la mia intelligenza ha la capacità di apprendere e adattarsi continuamente alle nuove situazioni e alle sfide che si presentano. L’AI ha una intelligenza specializzata, molto potente in alcune aree specifiche, ma limitata in altre, mentre la mia intelligenza è più generalista e ha una maggiore flessibilità e adattabilità.
Ci sono diversi compiti per i quali l’Intelligenza Artificiale (AI) è meglio adatta rispetto all’essere umano, grazie alla sua capacità di elaborare grandi quantità di dati in modo preciso e veloce. Ecco alcuni esempi:
1. Analisi di grandi quantità di dati: L’AI è molto più veloce ed efficiente nell’analizzare grandi quantità di dati rispetto all’essere umano. Ad esempio, l’AI può essere utilizzata per analizzare enormi quantità di dati medici, finanziari o di marketing per identificare schemi e tendenze.
2. Riconoscimento di immagini e di oggetti: L’AI può essere addestrata per riconoscere oggetti, persone e animali in immagini e video in modo molto preciso e veloce. Questa capacità è utile in molte applicazioni, come la sorveglianza, il monitoraggio del traffico, la diagnosi medica e la guida autonoma.
3. Elaborazione del linguaggio naturale: L’AI può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di testo e comprenderne il significato, ad esempio per rispondere alle domande degli utenti, tradurre il testo in altre lingue o analizzare i sentimenti dei clienti nei confronti di un prodotto o di un servizio.
4. Automazione di compiti ripetitivi: L’AI può essere utilizzata per automatizzare compiti ripetitivi e noiosi che richiedono poca creatività o intelligenza umana. Ad esempio, l’AI può essere utilizzata per classificare e archiviare documenti, rispondere a e-mail o compilare moduli.
5. Previsioni e analisi: L’AI può essere utilizzata per effettuare previsioni e analisi basate su modelli matematici e statistici. Ad esempio, l’AI può essere utilizzata per prevedere il tempo, l’andamento del mercato azionario o la domanda di un prodotto o servizio.
L’AI è particolarmente utile per compiti che richiedono l’elaborazione di grandi quantità di dati, la precisione e la velocità, mentre l’essere umano è più adatto a compiti che richiedono creatività, giudizio e adattabilità. Nonostante l’Intelligenza Artificiale (AI) abbia molte capacità interessanti, ci sono ancora alcune limitazioni rispetto all’intelligenza umana. Ecco alcuni esempi:
1. Creatività e pensiero laterale: L’AI è molto brava nell’esecuzione di compiti ripetitivi e nella risoluzione di problemi in base a dati e algoritmi predefiniti, ma non ha la capacità di pensare in modo laterale o creativo come l’essere umano.
2. Intuizione e giudizio: L’AI è in grado di analizzare dati e prendere decisioni basate su algoritmi, ma non ha la capacità di utilizzare l’intuizione e il giudizio come l’essere umano. L’AI non può valutare le situazioni in modo soggettivo o basato su esperienze passate, come fa spesso l’essere umano.
3. Comprensione del contesto: L’AI può essere molto brava nell’analisi di grandi quantità di dati, ma può avere difficoltà nel comprendere il contesto in cui questi dati si trovano, soprattutto se il contesto è complesso o ambiguo.
4. Emozioni e relazioni sociali: L’AI non ha emozioni o relazioni sociali come l’essere umano. Questo significa che l’AI non può comprendere le sfumature emotive delle interazioni sociali o interagire con gli esseri umani in modo spontaneo o intuitivo.
5. Adattabilità: L’AI può essere molto brava nell’esecuzione di compiti specifici per cui è stata programmata, ma può avere difficoltà nell’adattarsi a situazioni o compiti che non sono stati previsti o per cui non è stata addestrata.
Le limitazioni dell’AI rispetto all’essere umano riguardano la creatività, l’intuizione, il giudizio soggettivo, la comprensione del contesto, le emozioni e le relazioni sociali. Tuttavia, è importante notare che l’AI sta migliorando costantemente grazie all’innovazione tecnologica e alla ricerca scientifica, e ci si aspetta che nel futuro prossimo molte di queste limitazioni vengano superate.
L’adattabilità dell’Intelligenza Artificiale (AI) è una sfida importante per gli scienziati e gli ingegneri che lavorano nell’ambito dell’AI. Tuttavia, ci sono alcune tecniche che possono essere utilizzate per addestrare l’AI ad adattarsi a nuove situazioni e compiti. Ecco alcuni esempi:
1. Apprendimento automatico: L’apprendimento automatico è una tecnica utilizzata per addestrare l’AI a riconoscere schemi nei dati e a migliorare le sue prestazioni nel tempo. L’AI può essere addestrata su un set di dati iniziale e poi continuamente migliorata man mano che vengono acquisiti nuovi dati.
2. Rete neurale artificiale: Le reti neurali artificiali sono modelli matematici che cercano di emulare il funzionamento del cervello umano. Questi modelli sono in grado di apprendere dai dati e di adattarsi a nuove situazioni e compiti.
3. Algoritmi genetici: Gli algoritmi genetici sono una tecnica di apprendimento automatico ispirata al processo evolutivo naturale. L’AI è addestrata attraverso un processo di selezione naturale, in cui le mutazioni genetiche che migliorano le prestazioni vengono conservate e quelle che le peggiorano sono eliminate.
4. Apprendimento per rinforzo: L’apprendimento per rinforzo è una tecnica di apprendimento automatico in cui l’AI impara a prendere decisioni sulla base di feedback positivi o negativi forniti da un ambiente di apprendimento.
5. Trasferimento di apprendimento: Il trasferimento di apprendimento è una tecnica utilizzata per addestrare l’AI su un compito e poi utilizzare le conoscenze acquisite per risolvere un altro compito correlato.
AI può essere migliorata attraverso tecniche di apprendimento automatico, reti neurali artificiali, algoritmi genetici, apprendimento per rinforzo e trasferimento di apprendimento. Tuttavia, è importante notare che l’adattabilità dell’AI dipende anche dal tipo di algoritmo utilizzato, dal set di dati disponibile e dal compito specifico che l’AI è chiamata a svolgere.
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Published on June 04, 2023 14:05

June 3, 2023

Mi chiedo se tutti gli umani hanno
quello che AI non ha …

Mi chiedo se tutti gli umani hanno
quello che AI non ha …

Sì, ci sono alcune capacità che gli esseri umani hanno che le attuali intelligenze artificiali non hanno. Ad esempio, gli esseri umani sono in grado di provare emozioni e sentimenti complessi come l’amore, la felicità, la tristezza, la rabbia e la paura. Le emozioni umane sono il risultato di una combinazione di fattori biologici, psicologici e sociali, che rendono difficile riprodurle in un sistema artificiale.

Inoltre, gli esseri umani sono in grado di utilizzare l’esperienza passata, il buon senso e il contesto per prendere decisioni in situazioni complesse, mentre le attuali intelligenze artificiali si basano principalmente su modelli matematici e algoritmi predittivi. Questo significa che, anche se le intelligenze artificiali possono essere molto abili in compiti specifici come il riconoscimento di immagini o la traduzione di lingue, possono ancora avere difficoltà a comprendere il significato di un’esperienza umana o a risolvere problemi complessi che richiedono una comprensione approfondita del contesto e della cultura.

Gli esseri umani sono dotati di una creatività e di un’immaginazione che attualmente non possono essere riprodotti dalle intelligenze artificiali. L’essere in grado di pensare fuori dagli schemi e di creare nuove idee e soluzioni è una capacità unica degli esseri umani che rende possibile l’innovazione e il progresso nella società.

Un’altra differenza significativa tra gli esseri umani e le attuali intelligenze artificiali è la capacità di apprendere in modo autonomo e di adattarsi a nuove situazioni. Mentre le intelligenze artificiali possono essere addestrate per eseguire specifici compiti di intelligenza artificiale, hanno difficoltà a imparare in modo autonomo come gli esseri umani. Gli esseri umani possono anche imparare dalle loro esperienze e dai loro errori, sviluppando una comprensione più profonda del mondo intorno a loro.

Inoltre, gli esseri umani hanno la capacità di comprendere il significato delle parole e di interpretare il linguaggio in modo più flessibile rispetto alle attuali intelligenze artificiali. Le intelligenze artificiali sono molto abili nell’elaborazione del linguaggio naturale, ma hanno ancora difficoltà a comprendere il significato sottinteso, i giochi di parole e l’ironia, che sono comuni nelle conversazioni umane.

Gli esseri umani hanno la capacità di sviluppare relazioni interpersonali significative, basate sulla comprensione reciproca e sulla condivisione di esperienze ed emozioni. Le attuali intelligenze artificiali non hanno ancora questa capacità, anche se possono simulare conversazioni e interazioni sociali in modi limitati.

In sintesi, gli esseri umani hanno una serie di capacità uniche che le attuali intelligenze artificiali non hanno ancora raggiunto. Tuttavia, le intelligenze artificiali stanno progredendo rapidamente e potrebbero essere in grado di emulare alcune di queste capacità in futuro.

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Published on June 03, 2023 13:40

MEDIUM

Antonio   Gallo
Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one.
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