Debora Parisi's Blog, page 4
January 30, 2023
RECENSIONE "LA LUPA, LE STELLE E IL DIAVOLO" DI ANTONELLA PISCONTI E GABRIELLA MARIANI
Buonasera, mici ed amici, oggi recensirò un libro Delos Digital a tematica fantastica, ispirato alla mitologia finlandese "La Lupa, Le Stelle e il Diavolo".
LA LUPA è Claudia, una bimba di sei anni, figlia di Alma, strega Kalè finlandese. Fin dalla nascita sa trasformarsi in lupa artica.
LE STELLE vogliono che conosca una magia più grande della metamorfosi. È quello che sostiene Vil, il lupo Stellare che guida Claudia attraverso i sogni e gli incubi quotidiani, e insegna a Claudia a parlare con gli Astri, a sentire le loro risate.
IL DIAVOLO è Hiisi, oscura divinità delle foreste, nel quale i Finnici riconoscono il Demonio. Durante un rito di mezz’estate Claudia gli viene affidata dagli Astri e il demone non sa opporsi al loro volere.
La bimba cresce, tra incanti e giochi, danzando nel vento e scherzando insieme ai troll. Cresce anche l’amicizia tra lei e Hiisi, nel quale vede una creatura buffa e gentile, del quale conosce anche il volto nascosto dietro le sembianze mostruose.
Anche Hiisi si lascia incantare da tali speranze ma è consapevole che, nella sua natura demoniaca, rischia di condure Claudia per un cammino di atrocità interminabili.
"La lupa, le stelle e il diavolo" è un'interessante fiaba oscura, dove la mitologia finlandese è protagonista. Hiisi viene rappresentato con il ruolo demonizzato di Diavolo, frutto della cristianizzazione, e quella di un sovrano dei boschi, più vicino alla sua natura originaria.
Infatti durante il romanzo quest'ultimo prova quasi disgusto per il suo nuovo ruolo e per i sabba a lui dedicati. Una parte del dio vorrebbe ritornare a essere il sovrano dei boschi di un tempo, quando in quelle tempe si narravano gli eventi del Kalevala.
Claudia è ciò che ricorderà a Hiisi che vi è un’altra strada oltre quella che la società umana ha previsto per lui. Può scegliere di non essere il Diavolo che tutti s’aspettano, ma un protettore, un amico, Claudia insegnerà al Signore dei boschi cosa significa ritrovare sé stessi.
La narrazione è molto delicata e la caratterizzazione dei personaggi principali è interessante, avviso che vi è una scena nel sogno bizzarra, in quanto si mostra una situazione futura della protagonista ormai adulta, anche se nel tempo presente è solo una bambina. Sebbene il linguaggio sia quasi fiabesco, a riflettere l’ingenuità di Claudia, un lettore esterno intenderà diverse tematiche adulte che ovviamente una bambina non potrà notare (come il fatto che la madre di Claudia sia anche una prostituta o cosa realmente avviene nei sabba).
Claudia è una bambina piena di sogni e speranze, ben felice di essere da adulta la compagna di Hiisi. Queste situazioni erano molto comuni all’epoca, anche in Italia, dove una famiglia ricca cresceva una persona affinché da adulta diventasse sua sposa. Tale tematica è anche ripresa nella commedia di Molière “La scuola delle mogli” ma anche nelle fiabe come “Il Lupo Mannaro” di Luigi Capuana.
Hiisi però ricorda a Claudia che nel tempo le situazioni potrebbero cambiare e anche se lei si fosse innamorata di un umano, avrebbe benedetto la sua felicità. Infatti Hiisi in realtà all’inizio non era così interessato a crescere Claudia come sua moglie, in quanto l’ha scelta solo per ripicca nei confronti delle streghe del sabba.
Lui diventa quindi un padre e un fratello per lei, ripetendole che quando sarà adulta sarà lei a scegliere il suo destino.
Il finale è dolceamaro ed è questo che rende la storia inaspettata, concludendo la mutazione caratteriale di Hiisi. Da Diavolo temuto del folklore è diventata una creatura capace di amare,
Spero che le autrici possano scrivere altre storie a riguardo in quanto la mitologia finlandese è ricca di spunti interessanti.
January 23, 2023
Recensione "Ulfhednar War: La guerra dei lupi" di Alessio del Debbio
Buonasera mici ed amici, oggi come ospite della rubrica recensioni abbiamo il libro " Ulfhednar War: La guerra dei lupi" di Alessio del Debbio, pubblicato dal Il Ciliegio Edizioni. Tale libro è collegato a un racconto di Bestie d'Italia volume 2 riguardante la fiera di Milano e l'antologia "Ulfhednar Stories: Sette Storie di Lupi".
Amici da anni, Ascanio, Daniel, Marina e la loro compagnia di Viareggio non desiderano altro che trascorrere una tranquilla vacanza insieme, ma il destino ha altro in serbo per tutti loro. Gli ulfhednar di Odino sono tornati e la Garfagnana non è più un posto sicuro da quando Raul ha preso il comando del branco del Vello d’Argento. Spetta ad Ascanio, ultimo discendente di una stirpe di officianti della Madre Terra, contrastare i suoi progetti di dominio, aiutato dal suo compagno Daniel, un ulfhedinn fuggiasco che ha imparato ad apprezzare la vita tra gli uomini. Ma dietro le mire espansionistiche del violento e indegno Alfa si nasconde un’ombra antica, disposta a tutto pur di aggrapparsi alla vita.
Iniziamo col dire che Alessio Del Debbio non delude mai, le sue storie sono sempre una cartolina d'amore alle figure mitologie e folkloristiche, in particolare legato al folklore lucchese e alla mitologia nordica.
La Guerra Dei Lupi è un'interessante ibridazioni tra i miti degli ulfhednar, la variante lupesca dei berserkr, e il folklore fiorentino. In un certo senso la Toscana è la vera ambientazione principale. L'autore è riuscito ad incastrare in maniera armoniosa eventi storici ed elementi fantastici, creando un interessante worldbuilding.
I maghi si chiamano officianti e assomigliano più a figure sciamaniche oppure ad occultisti, vi è un'interessante tematica sulla xenofobia: quella dei non magici verso gli officianti ma anche quest'ultimi verso altre creature, come i guerrieri lupo.
Ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi: Ascanio e Daniel in primis (si vede che c'è del tenero nascente tra i due), il primo un officiante apprendista dal grande senso della giustizia, il secondo un guerriero lupo che ha perduto il branco, costantemente in lotta con il suo lato animale. Marina, sorella di Daniel, funge un po' da voce della ragione per il fratello e si rivelerà un personaggio importante nella sua vita.
Dominic è un altro personaggio interessante: attuale marito di Aurora (la ex di Ascanio), prova un complesso di inferiorità verso l'officiante pensando che sua moglie sia ancora innamorata di Ascanio. Durante il libro avrà uno sviluppo personale molto marcato, diventando una persona migliore e gestendo in maniera saggia la sua gelosia.
"La Dottoressa", il cui nome rimane al momento misterioso, è un altro personaggio che rimarrà nei cuori dei lettori, soprattutto per la sua spiccata osservazione e le scene tragicomiche.
Markus è il personaggio grigio, assieme a Johanna, che ho apprezzato di più: è un personaggio che compie scelte sbagliate in quanto teme di rimanere da solo, ma alla fine riuscirà a svincolarsi da quella che in termini lupeschi sarebbe un "branco dal comportamento tossico".
Parlando Johanna: xenofoba verso i guerrieri lupo, in quanto pensa che rappresentino la rottura con la natura, non concordo con la sua visione dato che se gli dei nordici rappresentano l'equilibrio contro il caos primordiale degli Jotunn, quello che loro creano farà sempre parte dell'equilibrio. Allora vi chiederete perché è tra i miei personaggi preferiti. Perché è una donna complessa: ha difetti, ha un lato codardo e ipocrita, è molto brava a mentire ma al contempo sa che non può ignorare a lungo un'ingiustizia secolare. Se Ascanio rappresenta gli officianti speranzosi verso un futuro pacifico e l'Antagonista rappresenta il lato estremista e vendicativo dei magici, Johanna è nel mezzo, un'anima ferita, ma non abbastanza da avviare un genocidio.
E dato che l'ho menzionato, non potevo non parlare dell'Antagonista principale (non vi rovinerò la sorpresa del suo nome). Una cosa che accomuna i personaggi negativi di un certo rilievo nelle storie di Del Debbio, è che inizialmente sono stati vittime e poi sono diventati carnefici. Già in Berserkr abbiamo un esempio di come una ninfa d'acqua sia diventata un mostro assassino per il dolore. I personaggi pensano che l'antagonista sia il male incarnato, ma quando entriamo nella sua testa, appare per quel che è: un essere umano. Lui rappresenta un'anima persa, troppo divorata dall'odio per capire l'esistenza di altri sentieri nella vita.
Ho apprezzato anche come Ascanio impieghi capitoli interi per sconfiggerlo, il che è realistico: un mago novizio, senza aiuto, difficilmente sopravviverebbe al primo scontro e anche con il supporto farà un'enorme fatica ad abbatterlo.
Menzione veloce ai figli di Cardea: seppur facciano una breve apparizione nella storia, rappresentano la corruzione dei simboli benefici verso un significato estremista. Cardea era una dea benigna che proteggeva la casa dalle forze oscure ma la sua immagine è usata da un'organizzazione xenofoba che vuole il dominio dei non magici.
Vorrei menzionare solo un lato negativo della storia: la parte iniziale dell'introduzione del mondo dei licantropi l'ho trovata un po' frettolosa se paragonata all'altra metà della storia.
In conclusion, "Ulfhednar War: La guerra dei lupi" è un urban fantasy interessante, che mescola mitologia nordica, ambientazione toscana e worldbuilding originale.
January 6, 2023
Recensione de "Exceptor: Legno e Sangue" di Fabrizio Cadili e Marina Lo Castro
Eccoci alla prima recensione del 2023, con una storia horror a tema natalizio. La storia di questo libro inizia con la Dunwich, ma finisce con la Plesio Editore, infatti l'edizione attuale è pubblicata da loro.
L'universo creato dai due scrittori, Fabrizio Cadili e Marina Lo Castro, si espande. Questa volta al posto di un classico investigatore dell'occulta avremo un Exceptor, una figura a metà tra un notaio e un diplomatico.
La pace di White Lake, tranquillo paesino del Canada, è minata da un'inquietante figura che uccide durante la notte di Natale. Unico testimone degli omicidi sempre Len, un bambino nativo americano che ha perso i genitori in circostanze sospette. Il caso arriva presto in mano a Michelangelo Bonomi, Exceptor. Il suo singolare incarico, in bilico tra il legale e il paranormale, è quello di ristabilire l'Armonia tra Strati lì dove è stata compromessa e, come scoprirà presto, a White Lake lo aspetta un lavoro difficile quanto pericoloso.
Michelangelo è un fedele seguace della filosofia di Russeau: l'uomo nasce di per sé buono ed è la società a corromperlo. Per questo ha scelto un lavoro che lo rende un mediatore pacifico. Ma purtroppo non sempre è possibile ricevere la conclusione perfetta. L'ho trovato un personaggio complesso, schiacciato da un realtà grigia ma che non ha ancora perso la possibilità di sognare un futuro migliore.
Hellequin è uno spirito maligno intrappolato nel corpo di un burattino e, a sua malgrado, si rivela anche l' aiutante di Michelangelo. Da quel che ho compreso, i Sesti sono creature del sesto strato della realtà, molto potenti e terribili, equivalenti di ciò che chiamiamo nel senso giudaicocristiano del termine "Demone". Hellequin è volgare, malizioso ma al contempo spassoso. Non riuscitere ad odiarlo ed in un certo senso è l'opposto di Michelangelo.
Len è la vittima della storia, un'anima innocente segnata dal razzismo e l'ipocrisia della società, corrotta dall'odio. Forse se qualcuno avesse mostrato vera compassione al ragazzo prima che il sentimento di vendetta avesse preso il sopravvento, sarebbe diventato una persona diversa. Purtroppo siamo in Canada, paese che si predenta perfetto, ma che nel cuore ha grossi problemi con i bambini e con i nativi, in particolare se hanno entrambe le combinazioni.
Trovo interessante come gli abitanti di White Lake siano nel cuore dei piccoli Gremlins: lo sceriffo è letteralmente un mostro nazionalista, che non rispetta i sentimenti di lutto di sua moglie per la morte del bambino e pare provare sentimenti d'affetto solo per il suo fucile. Questo legame è molto interessante, mostra come sia incapace di formare legami autentici, preferendo oggetti che può controllare e che sono espressione della sua "virilità", non a caso è solo al fucile mormora "scusa" perché non è l'uomo che tutti dovrebbero aspettarsi, mentre rimprovera sua moglie per il suo dolore.
Gli adulti che ospitano Len sono famiglie incapaci perfino di rispettare loro stesse e non a caso il tutto è ambientato a Natale: mostrano il lato commerciale e spietato di una festa che dovrebbe incoraggiare alla compassione e il rispetto verso il prossimo. Esattamente come il Natale commerciale, queste famiglie sono caritatevoli di facciata, mentre nei fatti sono dei piccoli Gremlins.
L'intera narrazione è una metafora dei problemi del Canada, nazione che ebbe ed ha tutt'ora grossi problemi col razzismo e con i bambini considerati "inferiori" (basti vedere il caso degli orfani Duplessis o degli scheletri dei bambini nativi trovati sotto gli edifici scolastici).
In fin dei conti non sono diversi dai rozzi statunitensi, sono solo meno schietti.
Altra metafora che ho trovato interessante è lo scontro ideologico tra Michelangelo e Hellequin: l'uomo nasce buono o mlavagio? Davvero esistono solo scelte sbagliate?
Come sempre, credo che la verità sia a metà tra le due filosofie.
Il sistema magico della storia è particolare, in quanto vengono menzionati metodi più"violenti" come esorcismi e battaglie magiche, mentre il lavoro dell'Exceptor è quello di trovare una mediazione tra le parti, purtroppo il lavoro non è esente da pericoli.
In conclusione, Exceptor è una cupa storia natalizia, che mescola folklore nativo americano, atmosfere grottesche e critiche sociali, un libro che consiglio caldamente.
December 12, 2022
Recensione "Luce" di Rachele Tarpani
Buongiorno mici ed amici, oggi ritorno con una nuova recensione a tematica supereroistica, stiamo parlando di "Luce" di Rachele Tarpani.
"Ho imparato ad accettarmi. Ho imparato che, nei momenti bui, la mia luce è l'unica cosa che può aiutarmi. Ora so fin dove posso spingermi ed è molto più lontano di quanto mi aspettassi". Anthony Dyce è all'apparenza un ragazzo come tanti, che da sempre vive nella grigia Londium, la capitale di una delle dodici aree di United Horizon.
Nessuno, a parte il suo eccentrico amico e mentore, lo scienziato Lawrence Hogan, conosce il suo segreto: la capacità straordinaria di rendersi invisibile. Anthony infatti non cerca fama o prestigio, ma ha un desiderio: vuole vendicarsi del responsabile della morte di suo padre e di chi ha condannato la sua famiglia all'infelicità. Ma quando, determinato a perseguire il suo obiettivo, fa irruzione in una delle più potenti aziende informatiche della Nazione, si ritrova al centro di un vero e proprio attentato terroristico.
Per fronteggiare il pericolo deve ricorrere al suo potere, scoprendo che è molto più grande di quanto immaginasse: Anthony Dyce è infatti un warden e l'invisibilità non è che una delle tante variabili della sua vera abilità, la manipolazione dei fotoni. Da questo momento la sua vita cambierà drasticamente. Anthony entrerà nello IUCA e non sarà più solo, ma suo malgrado si troverà coinvolto in una serie di feroci scontri fino a cadere in un pozzo senza fondo di oscurità e distruzione che rischia di fagocitarlo vivo.
E forse avere la capacità di controllare la luce, in un mondo che sprofonda nelle tenebre, potrebbe essere l'unica àncora di salvezza per sopravvivere.
Ci troviamo in un mondo simile al nostro, ma culturalmente e geopoliticamente diverso. L'umanità è risolta dalle ceneri dopo una guerra apocalittica in cui sono apparsi i primi warden, esseri umani dotati di abilità fuori dal comune.
Lo IUCA è l'unica associazione che garantisce sicurezza ai warden, che altrimenti verrebbero imprigionati nei migliori dei casi o uccisi nei peggiori.
L'autrice è riuscita a descrivere bene la storia del mondo e le sue situazioni sociali senza cadere nel tranello dell'infodumb, inoltre i personaggi sono ben caratterizzati.
Anthony è tutto tranne che un protagonista perfetto: è testardo, egocentrico e compie scelte volutamente stupide proprio a causa della sua impulsività.
Ho apprezzato anche i personaggi di Charlie, il burlone del gruppo che subirà un drastico cambiamento alla fine, Karen, il personaggio più forte caratterialmente ma che mantiene le sue fragilità. Anjeska è una sociopatica cresciuta da una matriarca estremista che non sa esattamente come rapportarsi con gli altri.
Il romanzo affronta tematiche poco trattate: dall'omogenitorialità, al concetto di demisessualità alla molestia sessuale praticata sugli uomini.
Esatto, come ho menzionato prima, Anjeska è una sociopatica, e compirà una molestia sessuale al protagonista che Anthony non solo ripugna ma anche la rimprovera. Questa cosa la trovo interessante perché spesso tali situazioni o vengono derise oppure non trattate per nulla. Pare quasi una risposta a certi comportamenti tossici che dipingono gli uomini come esseri incapaci di emozioni e sempre ossessionati dal sesso.
Il preside della scuola è un dottor Xevier burbero ma che tiene ai suoi studenti, tanto da rimanere male quando Anthony insinui che lui usi gli altri warden come pedine.
Si affrontano anche altre tematiche, come il terrorismo nato dal colonialismo, situazioni purtroppo attuali. Vi è infatti una nazione che organizza attentati per vendicarsi delle mire espansioniste delle superpotenze.
Il romanzo si potrebbe dividere in due parti: la prima prevede un antagonista minore, mentre dalla seconda si intenderà chi sia il vero cattivo della storia.
Ora passiamo al lato negativo: a fine storia vi è un deus ex machina che a mio parere rovinerebbe la situazione, eliminando il significato della perdita.
Inoltre spero che nel secondo libro vengano approfondite alcune incognite sui warden e soprattutto il perché la gente non si ricordi il periodo della società digitale.
Nonostante ciò è un libro che consiglio, soprattutto a chi ama il genere supereroistico e vorrebbe leggere un fantasy un po' atipico nel panorama italiano.
Segnalazione "Il Mezzosangue" di Claus Tamburini
Buongiorno, mici ed amici, oggi segnalerò una nuova uscita di PAV Edizioni, "Il Mezzosangue" di Claus Tamburini.
Titolo libro: Il mezzosangue
Autore: Claus Tamburini
Volume: 1°
Saga: Dying to live
Genere: Urban fantasy, paranormal romance (m/m)
Età consigliata: 16 anni in su
Pagine: 370
CE: PAV Edizion
Trama
Ruben non si era mai innamorato di nessuno o perlomeno mai seriamente... questo fino a che non aveva conosciuto Damiano, il ragazzo fissato con le moto che frequentava il suo stesso corso universitario. Poi però tutto va storto. Damiano sembra non accettare per nulla la sua omosessualità e mentre è ubriaco, lo insulta pesantemente ad una festa dopo aver maltrattato una sua amica. Ma la sorte gira e la stessa sera, il motociclista fa un incidente riportando condizioni assai gravi. Ruben lo troverà proprio dopo tale accaduto e a quel punto
dovrà decidere se salvarlo, rivelandogli però la sua vera natura di mezzo vampiro, oppure data l’offesa subita, lasciarlo perire e non rivederlo mai più.
Estratto
Ruben si chinò su di lui e lo strinse tra le braccia, come se lo stesse cullando. Alcune lacrime gli rimasero impigliate tra le lunghe ciglia e caddero sul viso di Damiano.
“No, no! È tutta colpa mia.” Pianse, il castano, abbassando la testa su quella del ragazzo privo di sensi. Le lacrime gli rigavano il volto quando premette la sua fronte su quella fredda e appiccicosa di Damiano. Ruben a quel punto corrugò le sopracciglia, confuso, e sollevò la testa guardando il volto graffiato del moro. Restando a pochi centimetri dal suo viso si rese conto che Damiano stava respirando. Era un respiro flebile, quasi impalpabile. Dallo shock, Ruben non se n’era reso conto ma Damiano non era ancora morto. Il castano si fermò un
attimo e respirò profondamente per calmarsi e rendere la sua mente più lucida. Come era possibile che fosse ancora vivo? Esaminò e il suo corpo con lo sguardo e notò che, a parte numerosi lividi e taglietti, il danno maggiore era stato fatto da vari vetri che si erano conficcati nel petto e nella gamba sinistra, la quale aveva una strana angolatura e sanguinava copiosamente da uno squarcio profondo.
Se Ruben fosse giunto un po’ più tardi avrebbe rinvenuto il freddo cadavere di Damiano, morto per emorragia. La scarsità di tempo a sua disposizione e le gravi condizioni del ragazzo furono il motivo per il quale il castano scartò subito l’opzione di chiamare un’ambulanza. A Damiano serviva un intervento nel giro di mezz’ora, e un’ambulanza non ce l’avrebbe mai fatta a raggiungerlo e condurlo in ospedale con quelle tempistiche; una volta arrivato a destinazione sarebbe già morto.
Ce l’avrebbe potuto portare lui, ma come avrebbe spiegato ai dottori la sua velocità o l’accaduto? Non poteva presentarsi in ospedale con un ragazzo mezzo morto tra le braccia, grondante sangue, e non aspettarsi una valanga di domande. Ma soprattutto, Damiano sarebbe diventato zoppo perché una simile ferita non poteva essere guarita dalla medicina umana, e chissà quali altre complicazioni avrebbe avuto.
“Quanto dista l’ospedale più vicino?” si domandò Ruben. Controllò velocemente con il suo cellulare e si rese conto che era troppo lontano. Anche se ve l’avesse portato lui risparmiando tempo, Damiano sarebbe comunque deceduto sul lettino operativo.
Il castano fece due conti e constatò che l’unico modo per salvarlo era portarlo a casa sua, che distava solo cinque minuti se avesse corso ad alta velocità. Non aveva mai curato nessuno, figurarsi un umano, ma c’era una prima volta a tutto e quella era l’unica possibilità
per Damiano di sopravvivere. Per quanto le ultime parole che gli aveva rivolto lo avessero ferito nell’anima, decise di accantonarle non ritenendole così importanti in quel momento di vita o di morte. Prese gentilmente il corpo del moro tra le braccia e lo sollevò dall’erba senza fare alcuno sforzo.
«Sei in debito con me...» gli mormorò a poca distanza dal viso, pur sapendo che Damiano non poteva effettivamente udirlo.
BIOGRAFIA AUTORE
Claus Tamburini nasce a Pistoia nel 1999. Ha da sempre la passione per il disegno, per la lettura e la scrittura. Dopo aver conseguito una laurea in Graphic Design nel 2021, si getta nel mondo dell’illustrazione, proseguendo gli studi e lavorando part time nel settore.
Collabora con PAV Edizioni a varie copertine, impaginazioni e libri da bambini illustrati.
“Il mezzosangue” è il suo primo romanzo, nonché il primo volume della saga urban fantasy/queer Dying to live.
I suoi profili Instagram sono:
Claus_tamburini_writer
Claus_tamburini_arts
November 28, 2022
Recensione Antologia "Halloween Killers" di Saga Edizioni
Buonasera a voi, mici ed amici, oggi vorrei parlarvi della nuova antologia di Halloween di Saga Edizioni: prima abbiamo toccato San Valentino, ora questa volta sarà la festa dei fantasmi e delle streghe.
Iniziamo col dire che, a differenza di San Valentino di Sangue, le tematiche trattate sono più legate all'horror: abbiamo folk horror, grottesco, horror fantascientifico ecc, generi diversi ma sempre legati al filone.
L'antologia è un progetto a cura di Andrea Cavaletto e contiene 'Racconti horror per non dormire' di: Craig Spector e Andrea Cavaletto (Burst), Pasquale Ruju (Il Reverendo), Sasha Naspini (Gli Scorticati) Alda Teodorani (La Rivincita), Christian Sartirana (Oggi è il nostro turno), Adriano Barone (Facciadicarne e Boccadifiore) , Miriam Palombi (Sorellina), Luca Bollero (Poco Sopra La Nuca) , Giorgio Borroni (Un Sapore di Mela Candita), Valentina Santini (I Numeri Pari), Andrea Guglielmino (Lo Scambio), Rachele D’Amico (Amica Mia), Sara Ronco (Mangiacervelli), Giulia Anna Gallo (Tempo di Raccolto), Chiara Rufino (Working Class Hero), Chiara Vallero (Una Semplice Stretta Di Mano), Dario Di Gesù (ATSA EDUBBA), Fulvio Gatti (La Secessione), Fulvio Giachino (La bottiglia vuota), Ornella Calcagnile (Cempasúchil), Giacomo Ferraiuolo (La Sposa), Valentina Berzago (Anatematica) e Francesco Massaccesi (Arsenico e Cretinetti), Luca Blengino (Ogni stramaledetto Halloween).
Tutti sono molto interessanti e scorrevoli, sinceramente è stato difficile eleggere dei preferiti, ma alla fine sono riuscito selezionare delle storie che mi hanno particolarmente colpito: il racconto di Christian Sartirana "Oggi è il nostro turno", "La bottiglia vuota" di Fulvio Giachino, "La secessione" di Fulvio Gatti e "Ogni Stramaledetto Halloween" di Luca Blegino.
Il primo è una novella gotica ambientata nelle campagne di Chivasso. Beh, non mi sorprenderei, dato che lo scrittore è un esponente del movimento Neogotico Piemontese. Il protagonista, letteralmente fuggito dalla vita soffocante e superstiziosa del paese, ritorna in dietro per dare addio al padre. Ma come ben sappiamo, è inutile fuggire al passato eche alcune tradizioni sono fin troppo dure da essere eliminate.
La creatura protagonista del racconto è la Cattivora, uno spauracchio della zona biellese, un essere che ha molto in comune con altre cugine acquatiche come la Marabecca siciliana. A volte è rappresentata come una strega, a volte come un mostro informe, vive nei pozzi, nelle cisterne e negli stagli, e ghermisce gli stolti che si avvicinano troppo al suo terreno di caccia ed è inutile a dire che le sue prede preferite sono i bambini.
La Cattivora nel racconto non è solo una forza distruttrice, ma anche di rinascita, la scena dell'allattamente è quasi grottesca, in quanto a dare la luce e a nutrire le persone è un essere dell'oscurità, legato all'acqua e alla terra. La Cattivora è forza neutra della natura, incomprensibile e terrificante all'insieme.
Ne "La Bottiglia vuota" un povero antiquario si ritroverà costretto a fronteggiare esseri orribili direttamente dal folklore malesiano. Grazie a questo racconto ho potuto scoprire due creature nuoeve, il Palesit e la Pologon, due famigli nel senso stregonesco del termine, piuttosto affamati dopo anni in letargo.
Per chi non lo sapesse, il Palesit è una specie di grillo demoniaco assassino che si nutre di sangue. Una creatura vampirica insomma, nata da un complesso rituale che riguarda lingue di bambini morti. La Pologon è una piccola donna, dalle fatezze graziose, e anch'essa di nutre del sangue della vittima. Il suo processo di creazione ricorda molto l'homunculus alchemico, ma il processo è nettamente più oscuro.
Palesit e Pologon lavorano in coppia e quando il Palesito entra nel corpo della vittima, la Pologon può finire il lavoro.
Eh devo dire che il punto forte del racconto è proprio la scena del grillo. Chi soffre della paura degli insetti sconsiglio questo racconto, perché un grillo così vorace non l'ho mai visto. L'ambiente è claustrofobico, così come lo è il piccolo appartamento dove si svolge la trama, una trappola sinistra e ben architettata.
Lo stile è scorrevole e la storia vi terrà incollati fino al finale.
Ora parliamo de "La secessione", non è un racconto horror, più grottesco. Vi chiederete perché sia tra i miei preferiti: gli organi di un uomo chiedono uno ad uno di scappare dal corpo finché rimarrà solo il cervello.
Mi è parsa quasi una metafora di una dissociazione dalla propria vita. Il protagonista, o meglio il suo cervello, non cerca neanche di convincere i propri organi a rimanere nel corpo, quasi inconsciamente desiderasse di autodistruggersi.
Il finale rivela una personalità sola, rassegnata a una finta felicità nell'esserlo.
"Ogni Stramaledetto Halloween" il racconto finale, è un'avventura dalle tinte sarcastiche e horror. Il nostro prostagonista è un investigatore dell'occulto la cui ironia vi attirerà come un magnete.
Toni Bellasalma, un nome, una garanzia, odia Halloween perché ogni volta gli succede qualcosa di incredibilmente sfortunato, ma quando una bella vedova gli si presenterà davanti non potrà non rifiutare la sua richiesta: indagare sull'omicidio del marito.
Ambientato in una Torino magica e assurda, "Ogni Stramaledetto Halloween" mi ricorda le atmosfere di HellBlazer ma in versione ironica e grottesca.
Menzione speciale va al racconto "La Sposa" per le scene raccapriccianti che riguardano il vampirismo verso i bambini e una scena di pseudonecrofilia.
Il mostro della storia è tanto tormentato quanto le sue vittime, tormenta i vivi perché non trova pace e ogni dieci anni ricorda alla gente il tributo che deve versare.
"Halloween Killers" è una chicca che interesserà gli amanti dell'horror, toccando diverse tematiche e catturandovi con le loro storie interessanti.
October 23, 2022
Recensione antologia "San Valentino di Sangue ", Saga Edizioni
Buonasera, mici ed amici, Halloween si avvicina e vorrei deliziarvi con la recensione di un'antologia di terrore e dark fantasy pubblicata da Saga Edizioni "San Valentino di Sangue".
A San Valentino lasciati ammaliare dall’oscurità e lasciati tentare da dei deliziosi omicidi al chiaro di luna.
Segui le tracce di sangue, ma non solo..
Iniziamo dal primo racconto:
SI PUÒ AMARE PER SEMPRE di Daniele Padquini
Un racconto thriller dove amore e orrore si mescolano assieme. E se la memoria risiedesse anche nelle nostre cellule, non solo nel cervello? Cosa succederebbe se un trapianto permettesse ai morti di ritornare a vivere?
Sinceramente da una parte provo pena per i due innamorati, inizialmente vittime e poi carnefici per sfuggire alla tirannia del mondo.
Lo stile è scorrevole e l'alternanza dei punti di vista e la presenza dei flashback rende dinamica la narrazione.
Quanto siete disposti a pagare per avere una seconda possibilità?
IL CUCCIOLO di Maria Carla Mantovani
In apparenza una storia di una madre sola e pessimista verso gli uomini, con un bambino vivace da crescere. L'adozione di un cucciolo sembra essere la decisione migliore per insegnargli la responsabilità...fino al finale.
Devo dire che mi ha ricordato molto il racconto "La sentinella" per il finale inaspettato. Maria ci regala una storia riflessiva sul "cambio di ruoli" nella struttura di potere.
TENGO E TRATTENGO di Frnando Camilleri
Ammetto che è il racconto che mi è piaciuto meno. Certo, si accennano a problemi come la discriminazione verso le persone obese e l'odio verso sé stessi, ma come ho detto prima sono accennati.
Avrei preferito un maggior focus su questa situazione dato che è molto importante per la caratterizzazione del personaggio. Inoltre si approfondisce poco il rapporto tra la protagonista e Licio.
Ho apprezzato il finale che mette in dubbio la reale sanità mentale della protagonista, ma non basta per salvare totalmente la narrazione.
ST. VALENTINE LOVE DOLLS di Sergio L. Duma
Uno dei miei racconti preferiti, una storia che parla di sessismo, classismo e abuso di potere. Un ricco uomo d'affari giapponese soffre di noi e non manca di sfogare tale mancanza attraverso atti di sadismo criminale. Purtroppo il suo vizio lo condurrà a un tragico destino.
Sarà per il fascino morboso che unisce attività sessuale e morte, ST. Valentine Love Dolls è una feroce satira verso coloro che abusano del proprio potere sui più indifesi, non capendo che ci sarà sempre un pesce più grosso di loro.
UN CUORE PER UN CUORE di Ornella Calcagnile
Un racconto in cui mi imbattei tempo fa, quando faceva parte dell'interessantissimo progetto "Once Upon A Steam".
Trovate la vecchia recensione che feci qui.
Più che una storia Horror, la considero Dark Fantasy, con pesanti influenze delle versioni Disney delle fiabe ( mi chiedo perché chiamare il nano col nome originale, poiché in Italia sono più conosciuti con la versione italiana).
Rileggendo questo racconto ho provato la stessa sensazione che sia un interessante avvertimento a vendicarsi senza usare la mente. Biancabrina pagherà un prezzo molto alto per la sua vendetta, illudendosi di aver risolto la situazione. Dopotutto, è un po' l'opposto di sua madre.
L'ambientazione steampunk dà l'idea che il mondo delle fiabe si stia evolvendo, lasciandosi alle spalle il "passato" medioevale.
Come dissi nella recensione precedente, la regina cattiva non ha imparato nulla dai suoi errori, ma ora, con questa seconda rilettura, forse capisco il perché di questa scelta: essa rappresenta l'archetipo della strega cattiva. Non a caso ricopre il ruolo di antagonista in ben due fiabe differenti, con due nomi diversi (e trovo azzeccati i due ruoli visto le rappresentazioni Disney).
Ora che il racconto è diventato una storia a sé stante non mi dispiacerebbe se un giorno venisse approfondito il regno (s)fortunato di Biancabrina.
NON C'È TEMPO PER TORNARE INDIETRO di Alexandra Labed
Forse il racconto con più tinte d'azione, narra la storia di un tentativo di fuga finito male in un paese bloccato da cui è impossibile uscire. Qui l'amore si tinge di tradimento, una storia tragica tra Mystil e Tash.
I personaggi son ben descritti, ognuno con la propria personalità.
Ammetto che avrei preferito una maggiore esplorazione del mondo dove si svolge la situazione, nonostante ciò lo stile rende la narrazione a un ritmo calzante.
LA SPOSA DEI POVERI di Damon Gallagher
Una storia gotica che vede una coppia di ricercatori improvvisati dell'occulto a indagare sulle recenti sparizioni di ragazzini e giovani uomini nella cittadina di Cork, in irlanda.
Una storia interessante, dove lo spettro antagonista viene analizzato anche se non giustificato e che rappresenta la colpa di un'intera comunità.
Il ritmo è scorrevole e i personaggi sono ben caratterizzati, una storia che funge a monito verso tutti noi: spesso i paesini tranquilli nascondono più cose di una città.
L'OMBRA DI SAN VALENTINO di Vito Ditaranto
Lo stile narrativo è particolare, si passa da un narratore in prima persona che è colui che parla alla radio per poi passare al punto di vista in terza persona di Annalisa.
Il racconto dell'uomo mi ricorda molto le antiche leggende sul popolo fatato: creature moralmente ambigue, sia benigne sia pericolose.
Ed è proprio tramite gli occhi di una di queste creature che possiede un corpo umano che scopriamo che il vero orrore sia in realtà l'esistenza grigia senza stimoli, sottomessa una società fatalista e cinica.
Un racconto che fa riflettere, tra candele romantiche e spiriti affamati.
MEGLIO TARDI CHE MAI di Tiziana Fischer
Questo racconto ha uno stile narrativo intrigante, in quanto pensiamo che il carnefice sia una persona, fino alla fine della storia.
Il ritmo mantiene la tensione, trasmettendo la paura dei due protagonisti verso il loro persecutore, fino al colpo di scena finale.
Tutto gira attorno a una verità: che successe quel giorno nella doccia?
CAVEAT EMPTOR di Lorenzo Basilico
Ritorna un nostro ospite con un racconto molto particolare che riassumerei in "stai attento a quel che desideri".
Riccardo, ragazzo innamoratissimo della propria fidanzata, decide per sfrontatezza e scetticismo di vendere la propria anima per un braccialetto da regalare alla sua amata. Peccato che questa impulsività e idiozia gli costeranno care.
L'amore romantico è una delle tematiche trainanti, principale fonte di distruzione per il protagonista. Si sa, si fanno sciocchezze per amore... ma alcune sono fatali.
IL PASTO DELLE MOSCHE di Paolo Ferrara
Questo è il racconto che ho trovato più inquietante dell'antologia: in questa storia l'amore diventa un mezzo per elogiare la morte.
La storia è situata in una cittadina nella steppa statunitense, come quelle delle tipiche del genere western.
Il personaggio che compie gli atti atroci offre persone verso cui prova affetto alle larve, le stesse che banchettarono nei corpi decomposti dei suoi genitori.
Le larve rappresentano il trauma che si ripete in un ciclo di morte e vita: offrendo persone alle larve, garantisce la continuazione della propria vita.
E osserviamo gran parte della storia con gli occhi di una sua vittima.
"Il pasto delle mosche" è un racconto dove eros e tanatos si mescolano in un equilibro che piacerà molto agli amanti del genere di terrore, in particolare quello estremo.
REGALO DI SAN VALENTINO di Ivo Gazzarini
Il nostro protagonista è un marito vittima di violenza domestica, innamorato di una donna abusatrice. Le sue angherie lo spingeranno al suicidio, ma nemmeno la morte può fermare il desiderio di vendetta.
Che dire, "Regalo di San Valentino" narra di una tematica poco affrontata nella narrazione: quella delle vittime maschili di violenza domestica.
La morte diventa unico mezzo di riscatto della vittima dato che nella vita verrebbe solo derisa per il fatto di esserlo.
Un racconto inusuale che racconta una storia ricca di orrore quotidiano.
CHIAMATA DI FINE TURNO di Fernando Salamino
Quella che parrebbe una "normale" chiamata di soccorso, per due poliziotti sarà l'inizio di un incubo.
Forse il racconto più metaforico, in quanto un'entità malevola si reincarna per esorcizzare il dolore sofferto dai bambini.
L'essere pare vendicare il male subito dai bambini, compiendo sacrifici per ridare loro speranza.
Unica pecca: il racconto è ambientato a Natale e stona col la festa di San Valentino, protagonista dell'antologia.
In conclusione, ci sono racconti che risaltano più di altri, ma nel complesso è un'antologia che sa intrattenere il lettore, proponendo storie con tematiche iteressante.
October 2, 2022
Segnalazione "Beauty And The Demon" di Karim Dustie
Buonasera a voi, mici ed amici, oggi vorrei segnalarvi il nuovo paranormal romance di Karim Dustie, uscito proprio questo venerdì.
Titolo: Beauty and the Demon
Genere: Paranormal, Romance, Spicy
Autore: Karim Dustie
Editore: Self Publishing
Data di uscita: 30 Settembre 2022
Charles:
Mi ritrovo sul pianeta Terra senza riuscire a darmi una spiegazione.
E quando vedo lei, una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo, ne rimango affascinato, tanto da non riuscire più a farne a meno.
So che è sbagliato.
So che non dovrei avvicinarmi a lei.
Ma so anche che è l’unica che può aiutarmi.
Ho bisogno di Marylin per recuperare tutti i miei poteri.
Devo tornare nel mondo dal quale provengo perché ne sono il sovrano.
Io sono un Ténvshmur.
Marylin:
Sono una ragazza come tante, ho vent'anni e studio architettura in una delle più prestigiose università di Londra.
Ma quando incontro lui mi rendo conto che la mia vita cambia all’improvviso.
Perché è dotato di una bellezza mozzafiato e ha due occhi ambrati in cui mi potrei facilmente perdere.
La sua vicinanza mi fa battere il cuore, il suo tocco mi causa mille brividi sottopelle.
So che dovrei stargli lontana perché siamo troppo diversi.
Lui non è umano, è una creatura appartenente a un altro mondo.
Eppure credo di non avere più via di scampo.
Beauty and the Demon fa parte di una dilogia ed è un romanzo non autoconclusivo.
September 22, 2022
Recensione "I volti del male"- Weirdbook Edizioni
Buonasera, mici ed amici, oggi come libro ospite ci sarà "I volti del Male" antologia horror pubblicata da Weird Book. Tra i vari scrittori vi sono Danilo Arona e Alessandro Pedretta, che avevo menzionato in recensioni precedenti.
"I volti del male" è un'antologia incentrata sulla figura del BauBau (conosciuto come Uomo Nero), creatura degli incubi dell'infazia che si nasconde dentro l'oscurità degli armadi o sotto i letti. A volte l'Uomo Nero è solo una creatura sovrannaturale, altre volte esce fuori dai meandri più nasconsti dell'animo umano.
Il BauBau sono le nostre paure e i sentimenti repressi della nostra mente.
Iniziamo ad analizzare i racconti (potrebbero contenere SPOILERS):
DIETRO QUELLA PORTA di Nicola Lombardi
Ammetto di conoscere lo scrittore principalmente per la trasposizione in racconto di "Suspiria" nel libro "Terrore Profondo", però questa storia mi è piaciuta particolarmente per le seguenti motivazioni.
Un ragazzo mentalmente disabile è indagato per l'omicidio di un neonato, eppure rimane sempre una situazione ambigua. Alfredo ha messo un neonato nella camera di un malato di Alzheime, pensando che il bambino sarebbe stato buono tra le braccia "dell'Uomo Nero", come descritto nella filastrocca. Alfredo è una persona che ha ucciso per ignoranza e paura oppure effettivamente c'è qualcosa di paranormale nella famiglia che lo ospitava? Il finale della storia lascia nell'ambiguità.
In fin dei conti lui stesso dice di aver sempre saputo che il vecchio malato di Alzheimer fosse innocuo. A tormentare i suoi incubi è il figlio neonato della famiglia Abbiati, diventato il nuovo mostro che perseguita i suoi incubi.
Il racconto l'ho percepito anche come una velata critica all'abilismo della società: la famiglia Abbiati non ha mai avvisato Alfredo di avere una persona malata in casa, rendendo il povero vecchio padre un mostro "che abita nella stanza proibita". Alfredo non poteva entrare nella stanza, ma non sapeva neanche il perché.
Il ragazzo, dopo il fatto, viene ritenuto quasi come una belva anche per la sua disabilità, quando in realtà le sue azioni sono anche una conseguenza al fatto che la famiglia Abbiati non avesse detto di avere un malato aggressivo in casa.
Forse, se avessero spiegato al ragazzo come stavano le cose, i fatti si sarebbero svolti diversamente e Alfredo avrebbe capito che nella camera non c'era l'Uomo Nero, ma solo un vecchio malato.
Un racconto interessante, dove il tema dell'abilismo è trattato in maniera molto delicata.
L'ADUNATA DELL'UOMO NERO di Giada Cecchinelli
Il racconto l'ho percepito come un'elogio alla figura dell'Uomo Nero e il suo ruolo di ostacolo nell'infanzia: solo affrontandolo, il bambino matura.
Ma i bambini, una volta adulti, dimenticano come si fa ad affrontare le proprie paura per essere una persona migliore. Gli adulti smettono di crescere interiormente.
Ed è per questo che i BauBau decidono di dare agli adulti un'assaggio del terrore ancestrale.
QUELLO CHE LUI VUOLE di Marco Santeusanio
Questo racconto è particolare, perché lessi entrambe le versioni. Esatto, ce ne sono due: una in questa antologia e l'altra pubblicata dalla Delos Digital.
Il racconto di questa antologia prende un piede di svolta diverso dall'altra versione: l'orrore è solo umano, frutto della follia di una donna e degli incubi dell'infanzia.
Maria è una donna molto simile a certi perseguitatori uomini: non accettando la fine di una relazione, perseguita Alessandro, fino a fingere di avere avuto una figlia da lui ( essendo che i mesi non combaciano, molto probabilmente l'ha avuta con un altro uomo) e ad uccidere entrambi i figli in preda a deliri di perseguitazione. Il Bau Bau rappresenterebbe il progredire della malattia, dovuta a insicurezze, paranoia e ossessione.
Alessandro, il suo ex, l'ha lasciata proprio per il suo atteggiamento possessivo, stufo delle sue azioni persecutorie, ma ha cercato in tutti i modi di essere una buona figura paterna per il figlio maggiore. Quest'ultimo provava una morbosa ossessione per sua madre (tenete d'occhio questa cosa) e ciò inquietava non poco Alessandro.
Nel racconto pubblicato da Delos, la storia prende un'altra strada: mentre la prima era realistica, la seconda assume un ruolo più paranormale. Il BauBau esiste, ma rappresenta anche la follia di Maria e il desiderio di suo figlio di avere la mamma per sé, ma come molte storia dicono, bisogna stare attenti a ciò che si desidera.
Alessandro in questo racconto è morto ed è il padre biologico di entrambi in bambini. Non è stata una buona figura paterna e gli occhi del bambino ci rendono chiaro il perché lui preferisse la madre.
Entrambe le versioni sono interessanti, con due percorsi e chiavi di lettura diversi: nel primo caso, come ho detto, la storia ha una svolta realistica e la figura dell'Uomo Nero è una metafora della follia che ognuno di noi cova.
Nel secondo caso, la creatura è reale, ma ci mette in guardia su come i nostri desideri spesso non ci portano a riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni.
TEMA DI NATALE PER UN ORCO IMMAGINARIO di Danilo Arona
Forse uno dei racconti più disturbanti, dove viene giocato l'archetipo dell'Anticristo. Peter Quint, personaggio citato ne "Il Giro di Vite" di Henry James.
Nato fuori dal matrimonio e segnato dagli astri, Peter Quint diventa prima un molestatore pedofilo e poi, da morto, una creatura degli incubi che si diverte e manipolare e uccidere i bambini.
E dell'innocenza che il Bau Bau si nutre e corrompere i giovani è un'ottima via per distruggerla.
"Tema di Natale per un orco immaginario" è un titolo molto evocativo: il Natale è associato alla nascita del Messia e ad un'inizio di pace, l'orco immaginario è sia il personaggio creato da Henry James sia la figura del Bau Bau che tormenta gli incubi dei bambini.
LA DONNA di Filippo Semplici
In questo racconto il Bau Bau è una vecchia megera che vive sotto il letto del bambino, un richiamo al fatto che gli spauracchi abbiano diverse forme, come appunto, le streghe.
Nonostante le rassicurazioni del padre, l'incubo si mostrerà più reale del solito, fino al tragico finale.
Ho trovato molto interessante il parallelismo tra questo racconto e Babadook: nel caso della megera, essa rappresenta le nostre paure. Non possiamo negarle, ma possiamo controllarle, farci un patto insomma. Stessa cosa con il Babadook: la depressione, gli incubi dell'infanzia sono sempre lì, non sempre potranno lasciarci, ma possiamo tenerli a bada.
"La Donna" è un avviso a non sottovalutare le origini delle proprie fobie, in quanto, se non trattate, possono portare a terribili conseguenze.
SNAKE HILL di Christian Borghetti
Questo è il racconto di tre generazioni colpite da una follia che non saprei se definire di origine sovrannaturale o mondana. L'autore è stato vago a riguardo, lasciando al lettore libera interpretazione.
Il serpente della collina assume il ruolo di spauracchio, di portatore di un male antico che si è insinuato nella famiglia del protagonista.
Interessante come vengano presentati più mostri, ma ognuno di loro è una forma del Serpente, un suo vassallo di distruzione. Un membro della generazione successiva lo uccide per riniziare il ciclo.
Solo la rottura di tale ciclo maledetto potrà dare realmente pace alla cittadina.
ANTICA NOTTE OSCURA di Alessandro Pedretta
Altro racconto su mostri collettivi, in questa storia l'Uomo Nero è dentro ogni ragazzo o bambino del paese.
Nasce dalla gelosia di un gobbo verso suo fratello, dall'avidità di un giovane, dall'odio di un bambino. Il Bau Bau è la parte nascosta di noi, il doppio che ci spinge a compiere cose che normalmente aborriamo.
Pedretta è riuscito molto bene a descrivere l'ipocrisia dei cittadini, la situazione di disagio in cui vivono i due bambini, il gobbo del paese ( il cui cognome ricorda molto il Barabiciu, creatura del folklore piemontese molto simile al Bau Bau) verso cui è impossibile non provare compassione.
Questo racconto vuole mostrarci che siamo un po' tutto mostri, il Bau Bau accende solo la scintilla dentro ognuno di noi.
L'ULTIMO ROGO DELLA MORTE ROSSA di Alana D. Altieri
Il racconto con lo stile narrativo più sperimentale, è un retelling de "La Morte Rossa" di Edgar Allan Poe. La storia si tinge di atmosfere apocalittiche con un morbo inarrestabile.
La popolazione umana è portata all'estinzione da un batterio mortale e gli ultimi superstiti si rinchiudono in un bunker...pessima idea.
Ammetto che mi ha lasciata perplessa questo racconto, non di per sé per la storia, molto pessimista nella sua narrazione, ma per la sua tematica che a mio parere stona un po' con le precedenti.
Penso che l'intento fosse stato quello di replicare il sentimento di paranoia e caccia alle streghe che ciclicamente accade in caso di epidemie o pandemia (vedere cosa è successo col Covid), dove il virus/battereo/prione diventava a tutti gli effetti una specie di spauracchio per la popolazione.
A mio parere queste emozioni potevano essere rappresentate in maniera più approfondita, in quanto non ho percepito la Morte Rossa come qualcosa paragonabile alla figura dell'Uomo Nero.
Ho apprezzato molto la satira contro la cultura statunitense, formata da commercio delle armi, bigottismo e capitalismo sfrenato. Un pò come il racconto di Poe, che prendeva di mira l'illusione della nobiltà di essere immune alle disgrazie del mondo.
In conclusione, se siete amanti delle storie del terrore e cercate un focus sulla figura del Bau Bau, questa antologia fa per voi. Tocca ambientazioni e sfumature disparate, dal folk horror alla rivisitazione del classici, alla distopia all'horror psicologico.
September 13, 2022
Recensione "Il Segreto di Barbablù" di Sarah K.L Wilson
Buongiorno, mici ed amici, finalmente, dopo anni, mi è capitato tra le mani un retelling di una fiaba, "Barbablù" per esattezza. Sì, esatto, non proprio tra le più simpatiche se teniamo conto del marito uxoricida e assassino seriale e della camera dei suoi trofei, ma pur sempre un fiaba iconica tra quelle scritte da Perrault.
"Il segreto di Barbablù" è un retelling interessante, cita la fiaba e ci gioca, creando un'ambientazione itneressante.
Se qualcuno le avesse mai spiegato la legge più importante della Corte, ovvero la Legge del Saluto, le cose per lei sarebbero andate di certo diversamente. Quando Barbablù arriva a reclamare una moglie mortale e lei non solo lo saluta, ma perfino lo accoglie, diventa la sua sedicesima moglie. Si trova così di colpo lontana da casa e trascinata nelle terre del Wittenhame, dove diviene parte di un gioco che si svolge ogni duecento anni e che determina il destino delle nazioni. Ma non tutto è quello che sembra. Non nella sua patria di Pensmoore. Non nel Wittenhame e certamente non nel suo nuovo matrimonio.
Iniziamo col dire che ho apprezzato molto Izolda, la protagonista: è una donna pratica e intelligente, ben lontana dalle protagoniste degli altri YA a tema fantastico. Si sente frustrata per il su ruolo sottomesso dalla società così come il fatto che andrà in sposa a un uomo che non conosce.
Quando si ritroverà nelle terre fatate, userà l'ingegno per sopravvivere. Pur provando attrazione fisica per il suo sgradevole alleato, non si avvicinerà mai per iniziare qualsiasi relazione romantico o sessuale: sa che lui è pericoloso e questa cosa l'ho apprezzata molto.
Mi ha riportato alla mente la versione italiana della fiaba, "Naso d'Argento", dove la protagonista è intraprendente e cerca di risolvere da sé la situazione, salvando sé stessa e le sorelle, l'opposto della rappresentazione di Perrault dove aspetta che siano i fratelli a salvarla.
Barbablù, soprannome che la protagonista ha dato a questo essere fatato, è un personaggio controverso: a differenza dell'originale, è capace di empatia ma pare soffrire di sbalzi d'ira dovuti a qualche trauma. Prova interesse per la protagonista per via della sua intelligenza e il suo coraggio e leggendo le azioni descritte dal personaggio, la linea tra seduzione e tentativo di raggiro nei riguardi della protagonista è molto sottile, per tanto non sempre si riesce a capire la prima o la seconda intenzione.
Come detto in precedenza, è una creatura passionale, ambigua, astuta e particolarmente leale verso coloro che meritano la sua fiducia. Si intuisce che cerca da anni una compagna e non solo una pedina per permettere di continuare il gioco e salvare la sua gente.
Questa caratterizzazione è proprio un lato negativo, in quanto alla fine il personaggio è ben caratterizzato, ma ammetto che mi è parsa un po' bizzarra questa descrizione di Barbablù come un'anima tormentata. Ho ancora in mente l'immagine dell'uomo col coltellaccio delle fiabe. Ma come il Lupo Cattivo è stato caratterizzato da nuove sfumature così è successo con Barbalù.
Riguardo alla maledizione che lo colpisce e che gli permette di parlare alla moglie solo di notte mentre lei solo di giorno, essa si lega alla maledizione di due famiglie fatate in stile "Lady Hawke". Non ho ancora capito se Barbablù discenda da una di queste famiglie ma in un mondo o nell'altro, a mio parere, è legato alla leggenda.
Il fatto di non poter parlare in un determinato momento del ciclo giornaliero rende il loro rapporto interessante così come le astuzie che attingono per non parlare direttamente con l'altro.
Ho apprezzato molto la descrizione delle usanze del popolo fatato, del loro "gioco dei destini" dove usano veri regni come una tavola da gioco, causando nel mondo umano carestie e guerre.
Anche la questione del tempo che scorre in maniera diversa è molto fedele alle leggende sui fae, così come la natura moralmente ambigua e la varità etnica che caratterizza la popolazione.
Passiamo al lato negativo: la famiglia di Izolda viene messa un po' in secondo piano, così come il suo rapporto coi fratelli. Vedendo il loro ruolo nella storia, avrei preferito una maggiore caratterizzazione.
Nonostante ciò, sono felice di aver potuto mettere le zampe su questo libro. Lo consiglio caldamente e, dopo aver letto il finale, aspetto con ansia il seguito.


