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BRB5, 2^ tappa, feb.-mar. 22: Victorian Age in Inghilterra. E altrove? - libri pubblicati dal 1850 al 1899
Marina wrote: "Squadra UK
Titolo: I negri del traduttore
Autore: Claude Bleton
Nazionalità: Francia..."
Me lo segno! Sarei tentata di consigliarlo anche a mio nipote che vorrebbe fare il traduttore e ogni tanto se la tiiiiiraaaaa terribilmente XP
Titolo: I negri del traduttore
Autore: Claude Bleton
Nazionalità: Francia..."
Me lo segno! Sarei tentata di consigliarlo anche a mio nipote che vorrebbe fare il traduttore e ogni tanto se la tiiiiiraaaaa terribilmente XP
Squadra Italia
Titolo: Il tulipano nero
Autore: Alexandre Dumas
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1850
Numero pagine: 360
Punti: 14
Voto: 8
Eventuali bonus: 12 punti bonus 4/4
Romanzo delizioso, che mi ha divertita molto.
La storia, ambientata nell'Olanda del '600, racconta le vicende di Cornelio Van Baerle, abile coltivatore di tulipani, ingiustamente accusato di tramare contro Guglielmo d'Orange. Van Baerle va in prigione, ma il suo sogno di creare il primo tulipano nero della storia e guadagnare un ricco premio continua anche dietro le sbarre grazie all'intervento della bella Rosa...
Non racconto il resto della trama, per non rovinare una lettura resa frizzante dalla sequenza di colpi di scena e trovate di Dumas.
Certo ci sono alcune ingenuità, alcune casualità davvero troppo convenienti ai fini dell'evoluzione della storia e i personaggi sono nettamente divisi tra buoni e cattivi, ma è stata una lettura davvero piacevole, che permette di "passare sopra" questi difetti
Titolo: Il tulipano nero
Autore: Alexandre Dumas
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1850
Numero pagine: 360
Punti: 14
Voto: 8
Eventuali bonus: 12 punti bonus 4/4
Romanzo delizioso, che mi ha divertita molto.
La storia, ambientata nell'Olanda del '600, racconta le vicende di Cornelio Van Baerle, abile coltivatore di tulipani, ingiustamente accusato di tramare contro Guglielmo d'Orange. Van Baerle va in prigione, ma il suo sogno di creare il primo tulipano nero della storia e guadagnare un ricco premio continua anche dietro le sbarre grazie all'intervento della bella Rosa...
Non racconto il resto della trama, per non rovinare una lettura resa frizzante dalla sequenza di colpi di scena e trovate di Dumas.
Certo ci sono alcune ingenuità, alcune casualità davvero troppo convenienti ai fini dell'evoluzione della storia e i personaggi sono nettamente divisi tra buoni e cattivi, ma è stata una lettura davvero piacevole, che permette di "passare sopra" questi difetti

Titolo: Lumen
Autore: Ben Pastor
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1999
Numero pagine: 432
Punti: 16
Voto: 8
Eventuali bonus: primo libro game
Cracovia, 1939. Nella citta' da poco occupata dalle truppe tedesche, una badessa in odore di santita' viene uccisa nel chiostro della Chiesa dove risiede. Martin Bora, neo nominato capitano della Wehrmacht, viene incaricato di svolgere indagini per conto delle truppe di occupazione tedesche. La badessa era molto amata dalla popolazione locale, e ai tedeschi preme incolpare la resistenza polacca cosi' da non inimicarsi ulteriormente i cattolici locali. Suo malgrado, anche padre Malecki, americano di origine polacca, si ritrova coinvolto nelle indagini. E' a Cracovia per conto della Santa Sede, per investigare i miracoli della badessa. L'autrice e' a mio avviso molto brava nel far vivere al lettore la cupezza di quei tempi oscuri...L'incertezza per la popolazione, le prime deportazioni degli Ebrei, le rappresaglie nei confronti sia dei civili che dei militari polacchi che si sono arresi alle truppe di occupazione, la manzanza di beni di prima necessita' e del carbone, in un inverno che contribuisce col freddo, la neve, e il buio delle brevi giornate invernali a rendere l'atmosfera ancora piu' opprimente. Un bel giallo.

Squadra UK/Irlanda
Titolo: Il mistero del Treno Azzurro
Autore: Agatha Christie
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1928
Numero pagine: 266
Punti: 10
Voto: 6
Tra i libri della Christie letti finora, è quello che mi è piaciuto meno. Ho letto che l'autrice stessa ritiene che sia uno dei suoi peggiori: non ne ho letti abbastanza per poter confermare l'affermazione ... però sicuramente non l'ho trovato brillante e ben congegnato come altri. Assegno comunque 3 stelline perché è scorrevole e piacevole, si lascia leggere, intriga, ma... manca qualcosa.
All'inizio mi ha spiazzata il fatto che Poirot sia comparso solo dopo pagina 60, perché, del resto, il delitto stesso avviene piuttosto tardi. L'ho trovata un'introduzione un po' troppo lunga, ma comunque i fatti e i personaggi raccontati mi hanno piacevolmente intrattenuta. Una volta che si compie il delitto e che si dà avvio alle indagini, però, ha iniziato a convincermi un po' meno: a mio avviso ci sono un pelo troppi personaggi e troppi e continui cambi di scena dell'azione. Dal momento che non tutti i personaggi e non tutti gli episodi hanno lo stesso peso (alcuni ne hanno veramente veramente poco) questa "trottola" mi è sembrata... "ingiustificata", ecco; non confusionaria, per fortuna, ma forse di troppo.
Se non altro posso essere contenta di aver capito una buona parte della soluzione... però nel complesso non mi ha lasciata completamente soddisfatta. Questo libro sembra essere "lo spunto di partenza" per il decisamente meglio riuscito (e giustificatamente più noto) Assassinio sull'Orient Express, ma manca di qualcosa, secondo me!

Squadra UK/Irlanda
Titolo: The Turn of the Screw
Autore: Henry James
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1898
Numero pagine: 271
Punti: 10
Voto: 8
Eventuali bonus: 3/4 (USA)
Commento: diciamo che, nonostante sia un grandissimo scrittore, io non lo amo come potrei. All’apparenza scrive nell’alveo della tradizione del romanzo vittoriano, ma lo scardina dalle fondamenta. Qui i bambini bellissimi sono nient’altro che apparizioni demoniache…
Titolo: Crossroads
Autore: Jonathan Franzen
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2021
Numero pagine: 580
Punti: 11
Voto: 8
Eventuali bonus: /
Commento: libro molto complesso; tristissimo. DI una famiglia agli inizi degli anni 70 dove, per dirla trivialmente, il più sano ha a lebbra. Sono tutti tristissimi, e non riescono ad uscire da questa depressione assoluta. Bello, scritto bene; ma forse anche per il mio periodo non facile non era il libro per me adesso…
Ilaria wrote: "@LaCitty - Carmen di Georges Bizet puo' valere come lettura francese per questa tappa?"
Va bene, Meilhac e Halevy, i due librettisti dell'opera sono francesi, quindi possiamo equiparare il libretto ad un testo teatrale
Va bene, Meilhac e Halevy, i due librettisti dell'opera sono francesi, quindi possiamo equiparare il libretto ad un testo teatrale

Titolo: Madame Bovary
Autore: Gustave Flaubert
Nazionalità: FRA
Anno di pubblicazione: 1856
Numero pagine: 341
Punti: 12
Voto: 9,5
Eventuali bonus: 2/4 di 4/4
un libro che all'inizio non ho amato, come non ho amato la sua protagonista, eppure Emma entra nel cuore, una ragazzina mai cresciuta, un'ingenua che si atteggia a femme fatale, che con il miraggio di una vita avventurosa sposa il mediocre dottor Bovary che la adora senza nemmeno vederla. Lei continua a cercare un senso, qualcosa che la faccia sognare, che sia l'amore, la religione, la passione poco importa ma una via di fuga è impossibile, la trappola della vita borghese si chiude inesorabile. Non c'è salvezza per Emma che non voleva essere moglie, madre, sposa, che forse voleva essere solo una donna. Ci lascia tanta tristezza e malinconia, per lei, per la piccola Berthe e per Charles.

Titolo: I Viceré
Autore: Federico De Roberto
Nazionalità: italiana
Anno di pubblicazione: 1894
Numero pagine: 509
Punti: 20
Voto: 8
L'impressione complessiva che mi ha lasciato il romanzo è... di immenso scoramento. La storia della famiglia Uzeda (e della Sicilia con loro) è piena di brutture e di ipocrisie: non ce n'è uno che si salvi in questa famiglia, e più in generale... quanto poco è cambiato, in Italia, negli ultimi 150 anni? La constatazione di questa verità è il pensiero che più mi torna in testa alla fine della lettura, ed è davvero, davvero sconfortante.
Tuttavia, reputo i Viceré un romanzo bellissimo, perché riesce ad immergerti completamente in questa realtà, in questa famiglia: anche se non si salva nessuno, anche se non si può non vedere le brutture di ciascun personaggio, De Roberto riesce comunque a farti sentire parte degli Uzeda e a empatizzare con loro; in certi momenti mi veniva anche da schierarmi per l'uno o per l'altro, salvo poi, a libro chiuso, riflettere sulla disfunzionalità assoluta dei rapporti familiari a cui assistiamo e sul fatto che, alla fin fine, non ha ragione proprio nessuno di loro, quelle liti sono sbagliate a monte. Però fintanto che leggi sei lì, con loro...
E questo credo sia anche merito di una scrittura che è davvero incredibilmente scorrevole per essere un testo della fine dell'800: privo dei preziosismi di altri romanzi italiani del periodo, è dotato di una naturale limpidezza; è una scrittura che è bella pur non essendo (e forse proprio per questo) per nulla artefatta. C'è della maestria nell'ottenere un risultato del genere, e a tratti quasi ci si dimentica che non è stato scritto ieri, ma 130 anni fa!
Un commento più lungo qui: https://www.goodreads.com/review/show...

Titolo: The Younger Sister
Autore: Catherine Anne Austen Hubback
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1850
Numero pagine: 688
Punti: 26
Voto: 8,5
Eventuali bonus: 3/4 (UK-Irlanda)
Commento: Era da tantissimo tempo che volevo leggere questo completamento del romanzo incompiuto di Jane Austen I Watson a opera di sua nipote Catherine. Il bello è che Catherine - l'ottava dei dieci figli di Francis Austen, meglio conosciuto come Frank - non conobbe mai la zia Jane, perché nata nel 1818 (mentre Jane Austen morì a luglio 1817), per cui doveva conoscere il romanzo da zia Cassandra o da Martha Lloyd, che nel 1828 divenne sua matrigna. E, quando suo marito, ricoverato in un ospizio, non poté più mantenere la famiglia, Catherine decise di vivere della sua scrittura, sfruttando la storia iniziata da zia Jane e utilizzando i suoi personaggi - con l'aggiunta di qualche nuova conoscenza - e portando la storia là dove aveva pensato di portarla Jane Austen, probabilmente per vie diverse.
La prima parte, quella in cui si compiono le vicende presenti nei Watson, sono tutte scritte ex novo, anche perché il manoscritto era custodito gelosamente dalle mani dei cugini del ramo di James Austen, che infatti, nella seconda edizione del 1871 della biografia della zia, A Memoir of Jane Austen di James Edward Austen-Leigh, pubblicano il testo originale della zia quasi a voler smascherare Catherine Hubback (ho sempre visto una grande rivalità tra i vari rami dei cugini Austen).
Se nella prima parte c'è una grande ironia con dei guizzi che fanno ripensare proprio a Jane Austen:
"I am not quite sure whether I should think any one improved by copying Mr. Tom Musgrove*, from his cravat to his shoe-buckles: but I have, I am afraid, a wicked prejudice, against any individual who is considered universally agreeable."
"Alas you discourage my young ambition; if to be universally agreeable is to be hated by you, I shall leave forthwith my attempts at pleasing. To how many individuals is it allowable to be friendly? to how many cold? to how many repulsive in order to win your good opinion."
Più avanti la storia diventa un po' priva di fantasia, con personaggi poco caratterizzati (Penelope e Sam Watson faranno solo delle brevi comparse a fine romanzo, per cui è molto difficile inquadrarli).
Dopo il ritorno da casa degli zii benestanti da cui era stata cresciuta a causa della morte dello zio e del nuovo matrimonio della zia - unica beneficiaria del testamento - con un irlandese, Emma Watson rientra a Winston**, nella canonica in cui abitano il padre e la sorella maggiore, Elizabeth. Emma ha altre due sorelle, Penelope e Margaret (entrambe succubi del fascino di Tom Musgrove) e due fratelli. Robert - avvocato a Croydon, sposato con Jane, con una figlia, Janetta,*** presso cui si trova per una visita Margaret, la terza sorella Watson - e Sam, che sta facendo praticantato per diventare medico in un'altra zona d'Inghilterra.
A un ballo, Emma entra in amicizia con il gruppo proveniente da Osborne Castle, cioè il giovanissimo barone, Lord Osborne, sua sorella e, in particolare, il suo tutore, il giovane reverendo Howard con la sorella vedova, Mrs. Blake, e il figlio Charles, di dieci anni.
Ma presto la sua vita viene sconvolta dalla morte del padre e dal trasferimento delle tre sorelle - Elizabeth, Margaret ed Emma - a Croydon dal fratello Robert e dalla cognata Jane, che è invidiosissima di Emma e la tratta come la sua schiava, facendola diventare la bambinaia non retribuita di sua figlia Janetta.
Qui Emma incontra il medico del paese, Mr. Morgan, una sorta di Henry Crawford di mezza età, che si diverte per vanità a corteggiare e a far innamorare di sé tutte le giovani donne di Croydon, rovinandone la reputazione. La bella Emma cade nelle sue spire non perché si innamori di lui (il suo cuore è rimasto a Winston con Mr. Howard), bensì perché Mr. Morgan si comporta come un autentico stalker, e la povera Emma, sempre l'epitome della gentilezza e della buona educazione, non riesce ad allontanarsi dalle sue indesiderate attenzioni.
Per fortuna, Robert, quando non è impegnato a racimolare ricchi clienti, presta attenzione alla sorella, e, a volte, prende le sue parti più per far dispetto all'insopportabile Jane che per effettiva constatazione delle ragioni di Emma. Comunque, l'importante è che Emma riesca ad averla vinta almeno quando si tratta di proteggere la propria reputazione.
Ma le signore di Croydon, tutte infatuate del dottore, hanno già cominciato a malignare su Emma, che viene salvata prima dall'anziano parroco di Croydon, Mr. Bridge, che la manda a vivere con la sorella nubile, e poi da una visita a Osborne Castle, dove Miss Osborne la invita come sua amica particolare adesso che è diventata Lady Gordon (Sir William Gordon è una delle aggiunte di Catherine Hubback meglio riuscite). Qui Emma ritorna alle sue vecchie conoscenze e ritroverà l'uomo di cui è innamorata, anche se Mr. Howard ritiene di dover rinunciare a lei per cedere il posto a un partito migliore di lui. Il suo allievo, Lord Osborne, infatti, gli ha rivelato di essere innamorato di Emma, ma la sua timidezza e le circostanze avverse lo hanno fatto finora restare sulle sue.
Sicuramente ho trovato che per Catherine Hubback è stato molto difficile gestire tanti personaggi - sia di Jane Austen che suoi - per cui a volte ne manda qualcun in vacanza per un periodo di tempo infinito; inoltre, la sua fantasia nel creare colpi di scena convincenti mi è sembrata molto limitata e forse anche influenzata da letture sensazionalistiche ma piuttosto ingenue.
E se all'inizio ero davvero incantata dalla scrittura che mi sembrava molto vicina a quella della zia (forse perché aveva le fondamenta nella trama della zia), in seguito l'ho trovata ridondante e poco incisiva.
Però ringrazio Catherine Hubback per aver portato a termine I Watson seguendo le autorevoli linee guida di zia Cassandra.
* Chi conosce I Watson sa che il personaggio originale si chiamava Musgrave, segno che la piccola Catherine dovette conoscere la storia oralmente, essendole stata letta o raccontata da zia Cassandra, e non attraverso una lettura diretta. Musgrove, invece, è un cognome che Jane Austen utilizzò in Persuasione.
** Nell'originale di Jane Austen, la cittadina si chiamava Stanton.
*** Anche il nome della bambina è stato cambiato: nell'originale di Jane Austen la piccola - viziatissima - si chiamava Augusta, nome che poi Austen utilizzò per il personaggio di Mrs. Elton, che somigliava moltissimo a quello di Jane Watson, in effetti.

Titolo: La straduzione
Autore: Laura Pariani
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2004
Numero pagine: 205
Punti: 8
Voto: 7,5
Eventuali bonus: Game 2/2
Per soli tre anni, Laura Pariani e Witold Gombrowicz si sono mancati. Avrebbero potuto incrociarsi a Buenos Aires, dove lei, ancora ragazzina, era andata alla ricerca di un nonno emigrato di cui si erano perse le tracce, e lui, aspirante scrittore polacco, aveva condotto una vita di cruda, ostinata e dolente boheme, trattenendovisi ben oltre la fine della guerra.
La straduzione è il folle esperimento di tradurre il “Ferdydurke” dalla lingua madre polacca alla lingua posticcia spagnola, avvalendosi della collaborazione di un gruppo di argentini ignari del polacco, ma fortemente determinati a sostenere il progetto del loro amico.
La straduzione è la storia di immigrati destinati a una vita squallida, eppure a sprazzi felice, sganciata dalle responsabilità che vanno oltre il quotidiano. E’ soprattutto un capitolo dell’autobiografia dell’autrice, che legge se stessa attraverso la storia dell’esule Gombrowicz e attraverso le strade che, in momenti diversi, entrambi hanno percorso e ben conosciuto.
Titolo: Camminare
Autore: Henry David Thoreau
Nazionalità: Stati Uniti
Anno di pubblicazione: 1861
Numero pagine: 60
Punti: 2
Voto: 7,5
Eventuali bonus: ¾
Profeta ante litteram del vivere lento, del camminare, della comunione con la natura, Thoreau qui ribadisce i cardini della sua filosofia, a volte cadendo nello snobismo.
Titolo: Serenata senza nome: Notturno per il commissario Ricciardi
Autore: Maurizio De Giovanni
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2016
Numero pagine: 384
Punti: 7
Voto: 7,5
Eventuali bonus: -
Non posso dire che non mi sia piaciuto, ma questo episodio della serie del commissario Ricciardi presenta due intoppi: la ridondanza davvero straripante su luoghi, personaggi, avvenimenti dei libri precedenti e la facilità con la quale si anticipa la soluzione dell’enigma.
Titolo: Il maestro e l'infanta
Autore: Alberto Riva
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2021
Numero pagine: 272
Punti: 5
Voto: 8,5
Eventuali bonus: -
Strane coincidenze: ritrovo in questo libro alcuni dei personaggi del Memoriale del convento di Saramago, letto qualche mese fa: il re del Portogallo Joao V, sua figlia Maria Barbara e il maestro di musica Domenico Scarlatti. Ed è proprio il rapporto di affinità elettive che unì il musicista all’infanta il cuore di questo romanzo affascinante.
Titolo: Il mistero del Treno Azzurro
Autore: Agatha Christie
Nazionalità: Regno Unito
Anno di pubblicazione: 1928
Numero pagine: 216
Punti: 4
Voto: 7
Eventuali bonus: -
Letto con piacere, benché ritenga che non sia paragonabile ai suoi capolavori.
Alla soluzione non ero arrivata, come non arrivo mai (l'annotazione dei due mesi tuttavia avrebbe dovuto mettermi sull'avviso).
Mi ha colpito che la signorina Gray, aiutante di Poirot in questo episodio, provenga da St. Mary Mead, che successivamente sarebbe diventato il quartier generale di Miss Marple.

Titolo: Piccolo mondo antico
Autore: Antonio Fogazzaro
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1895
Numero pagine: 389
Punti: 14
Voto: 7.5
Eventuali bonus: 12 (4/4- Italia)
🔱🔱🔱🔱
” Correvano nelle viscere del mondo antico
fremiti e scricchiolii sordi,
come nelle viscere d’un fiume gelato alla vigilia dello sgelo.”
Pubblicato nel 1895, Piccolo mondo antico, è il primo di una serie di quattro romanzi con gli stessi protagonisti.
La storia svolge sulle sponde del Lago di Lugano nell’arco di circa dieci anni;
dal 1850 al 1859, vigilia della seconda guerra d'Indipendenza e dell'unità d'Italia.

Il vento lacustre (”Soffiava sul lago una breva fredda, infuriata di voler cacciar le nubi grigie, pesanti sui cocuzzoli scuri delle montagne.”) che apre la scena sembra avvertire il lettore di una tragedia all’orizzonte.
Io che mi aspettavo fin dall’inizio una lettura più cupa, rimango stupita dall’atmosfera anche comica dei dialoghi di cui, sicuramente, ne è complice la scelta del dialetto lombardo di cui tutti i personaggi si servono.
Il meccanismo dell’azione si muove dall’amore contrastato tra Franco, giovane di nobile stirpe, e Luisa, di più umili origini.
A mettere il bastone tra le ruote è la rigida nonna di Franco: la Marchesa Orsola Maironi.
C’è molto movimento e il carattere/temperamento dei personaggi non si deduce solo da ciò che dicono ma da come lo dicono.
L'effetto è quello di una prospettiva profonda: è’ come sel'autore ci facesse vedere il mondo con i loro occhi.
E’ un mondo variegato dove i discorsi non sono solo politici ma anche spirituali.
Il tema della religione, è difatti molto dibattuto e mette in evidenza grandi differenze di pensiero a partire, proprio dalla coppia protagonista.
Piccolo mondo è quello della provincia, fatta di pettegolezzi che diventando delazioni.
Segreti che si tramutano in macigni che pesano sulla coscienza.
Sono tempi dove ogni parola e ogni gesto è considerato sospetto.
Una storia piccola e antica che racconta esistenze comuni dove il dramma del destino si accanisce e s’interseca con i grandi eventi della storia.
Così mentre l’Italia s'ha da fare e vuole risorgere, anche nel privato di queste piccole esistenze s’intravede il desiderio di rinascita...
Lettura piacevole.
Tre stelle e mezzo abbondanti.

Titolo: La lunga attesa dell'angelo
Autore: Malania Gaia Mazzucco
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2008
Numero pagine: 417
Punti: 16
Voto: 8,5
Eventuali bonus: Libro game (uomini)
Commento: Una narrazione in prima persona, autobiografica. Tintoretto racconta la sua vita, e lo fa dal letto di morte, con una passione quasi delirante. Sicuramente un racconto non lineare. Un racconto che è come una confessione, perché Tintoretto si rivolge al suo Creatore, parlando delle opere che gli ha dedicato e della sua pittura, ma soprattutto dell'amore per i suoi figli, molti dei quali gli vengono strappati via prima del tempo, per le sue figlie legittime, tutte chiuse fin da giovanissime in convento ma, principalmente, per la sua primogenita, l'illegittima Marietta, anche lei pittrice e musicista, che cercò di ricalcare le orme del padre, malgrado le difficoltà di essere pittrice e donna. Il rapporto tra Jacomo e Marietta è strettissimo, morboso al punto da sfiorare l'incesto, ed è la storia d'amore che predomina la vita di Tintoretto più del suo rapporto con la moglie Faustina, che rimane sullo sfondo pur avendogli dato sette figli.
Volevo generare, con la virtù e non col seme, un mondo di luce e di figure, dare loro una vita non effimera - e non doverle crescere ogni giorno, sfamarle, curarle, angosciarmi per loro. Vedevo mio padre. Le preoccupazioni per i figli lo avevano prima incatenato e poi annientato. Non riconoscevo in quell'uomo, costretto a stentare come un cane, a sobbarcarsi viaggi pericolosi in cambio di una stabilità economica sempre minacciata - un uomo spento, precocemente invecchiato, grigio in viso - l'affarista intraprendente con cui ero cresciuto. Non era quello il mio destino.
Tutti gli scolari possono imparare a dipingere dal vero, e devono farlo, ma poi la verità e la bellezza devono ritrovarla dentro di sé. Perché l'arte non imita la natura, ma la crea. La verità e la bellezza non sono nelle cose, non sono nel mondo, ma nel profondo di noi, in quella parte nascosta che non sarà mai conosciuta, ma che deve essere liberata. Dipingere, dipingere davvero, e non per compiacere un cliente né per guadagnarsi la paga, è come sognare. Tutto è simile al mondo là fuori, quasi identico, e però non lo è. Solo in quello slittamento c'è la verità e la bellezza e il senso di ogni ricerca e rappresentazione. Devi arrivare a sognare ciò che ricordi. Questo significa creare. A quel punto la matita, il pennello, gli occhi - tutto diventa secondario. E per dimostrarle ciò che intendevo, soffiai sul lume e lo studio cadde nell'oscurità.

Titolo: Scrivere è un mestiere pericoloso
Autore: Alice Basso
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2016
Numero pagine: 348
Punti: 12
Voto: 7,5
Eventuali bonus: Libro game (donne)
Secondo incontro tra me e Vani Sarca, la cui personalità è così ingombrante che mette in secondo piano anche la trama del libro. Ero più interessata e divertita dalle sue uscite, dalle sue risposte pronte, il suo sarcasmo, piuttosto che all'esito dell'indagine.
Sembra uno Schiavone al femminile con la classifica delle rotture di palle e il suo essere grezzo.
Continua a piacermi perchè è grezza come me :) e perchè sa essere empatica soprattutto coi più giovani, i ragazzi, che le si affidano completamente adorandola come un idolo.
E mi piace perchè comunque ha le sue debolezze, che in questo caso si chiamano Riccardo e Berganza, sono proprio curiosa di vedere come continua la faccenda. :)

Titolo: I falò dell'autunno
Autore: Irène Némirovsky
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1957
Numero pagine: 238
Punti: 4 (punti nazione)
Voto: 8
Eventuali bonus: /
Non c'è luce nel mondo di Irène Némirovsky, non c'è speranza. In questo libro, uno dei suoi più cattivi, ancora meno: la catabasi di un ex soldato tornato dall'inferno della Grande Guerra, che rifiutando categoricamente il mondo piccolo borghese del suo io pre-bellico si dà tutto al vitalismo, al godimento più sfrenato, simbolo di quel capitalismo finanziario, faccendiero, criminale che nel periodo tra le due guerre ha fagocitato e maciullato la società francese. Fino alla catastrofe, collettiva per la Francia, intima per il protagonista.
La penna di Némirovsky non si è mai risparmiata, in nessuno dei suoi romanzi, nello scarnificare il mondo rapace e vorace dei capitalisti più ingordi, di quella classe dedita solo all'arricchimento e al lusso, allo sfrenato e folle impulso di avere, avere, avere. Un'avidità che brucia tutto e tutto consuma. Resta un unico, fievole barlume: quei falò autunnali "che rigenerano la terra", forse un simbolo dell'incendio che divampando innesca una palingenesi morale, prima ancora che fisica.
Un romanzo duro, devastante nel suo renderci il ritratto di una generazione, quella della Prima Guerra Mondiale, che si è vista derubata della stessa umanità, e poi ripiombata con entrambi i piedi nell'incubo di quel secondo ancora più terribile conflitto. Una voce preziosa, quella di Némirovsky, il suo cinismo, la sua onestà.

Titolo: The Fourteenth Letter
Autore: Claire Evans
Nazione: UK
Anno di pubblicazione: 2017
Numero pagine: 440
Punti: 8
Voto: 3
Eventuali bonus: -
Vorrei capire perché questo libro è pubblicizzato come un mystery, quando è piuttosto un thriller annacquato. La descrizione qui su Goodreads mi è parsa molto promettente: una donna viene uccisa alla propria festa di fidanzamento e l'assassino dice al fidanzato che lo ha "fatto per lui", per salvarlo. Fichissimo. Proprio quello che ci voleva per me in questo momento, stavo cercando un libro che fosse nella mia comfort zone per rilassarmi un po'.
Ebbene no, non è andata proprio così, anzi questo libro mi ha messo un'angoscia allucinante. (view spoiler) avrei voluto buttarlo dalla finestra urlando, cosa che è avvenuta più volte anche successivamente. Eppure l'ho finito, nonostante la lunghezza e l'orrore che provavo leggendo, sia per la tematica (soprattutto) che per il modo in cui è costruito, con un colpo di scena dietro l'altro e alcune cose che mi hanno lasciato perplessa. Faccio solo un esempio: verso la fine del libro (view spoiler) L'ho finito perché sinceramente volevo vedere come andasse a finire, ma ne sono stata davvero orripilata. Era tutt'altro che nella mia comfort zone, anzi direi proprio il contrario. E l'ho trovato scritto male.
Per me, una schifezza totale. Consigliato a nessuno.
@Marina, sposo completamente la tua valutazione. Un libro pessimo, La quattordicesima lettera, ma con una copertina bellissima... ecco cosa mi ha fregata, oltre alla sinossi 🙄

Sembra che sia piaciuto a tutti tranne che a noi due :D

Titolo: La notte di San Valentino
Autore: Elizabeth Westmore
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2020
Numero pagine: 294
Punti: 10
Voto: 10
Eventuali bonus: secondo libro game, 10 punti
Bellissimo. Una storia per lo piu' al femminile, ambientata negli anni 70, nel Texas occidentale, dove la scoperta di importanti giacimenti di petrolio e gas naturale ha favorito lo svilupparsi di piccole comunita' senza storia e senz'anima. Il clima inclemente, la mancanza di prospettive salvo un lavoro pericoloso nelle raffinerie per gli uomini, e qualche raro posto da cameriera per le donne, fanno di Odessa e delle cittadine satellite una specie di caldissimo (e polveroso) purgatorio terrestre, che per alcuni (in questo caso la giovane Gloria Ramirez) si trasforma facilmente in vero e proprio inferno. Ogni capitolo del libro racconta parte della vicenda principale dal punto di vista di una diversa protagonista, o co-protagonista. Veramente bello.
@Ilaria, evvabbè, facciamo ingrassare la wishlist, vah, che tanto alla dieta abbiamo rinunciato 😝😁

Titolo: Lo spleen di Parigi: piccoli poemi in prosa
Autore: Charles Baudelaire
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1869
Numero pagine: 121
Punti: 4
Voto: 9
Eventuali bonus: 3x4
Forse è un bene contemplare l'abisso vorticoso malheur di Baudelaire oggi, da adulta, dopo i colpi della vita, in un momento in cui si capisce davvero, nella carne, il rigetto del poeta per il mondo borghese, attivo, per le belle illusioni, per le finte speranze. Quando lo spleen è uscito dai banchi di scuola, dalle frasette sul diario, dai sospiri adolescenziali su amorucci e amorazzi, quando ha un corpo a sé stante: è adesso che davvero Baudelaire, lo si capisce, lo si esperisce.

Raramente mi permetto di consigliare ma questo merita veramente!

Titolo: Il richiamo del cuculo
Autore: Robert Galbraith
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 2013
Numero pagine: 550
Punti: 11
Voto: 8,5
Un vero page-turner.
Ambientato nella Londra dei giorni nostri, il libro racconta la prima indagine di Cormoran Strike, un investigatore privato, ex membro dei Servizi Investigativi dell'esercito inglese, reduce dalla guerra in Afghanistan, con una protesi alla gamba destra. Giovane, grosso, intelligente, con un'infanzia difficile e insolita alle spalle (la madre era una groupie, morta di overdose ancora giovane, il padre una famosa rockstar che non ha mai voluto interagire con questo figlio chiaramente non desiderato, che e' cresciuto nell'affetto degli zii, in Cornovaglia, in compagnia di una sorellastra), Cormoran sta cercando di rifarsi una vita, sia professionale che privata. E' appena stato scaricato dalla fidanzata storica, nella cui casa abitava, e quindi si ritrova temporaneamente a dover vivere in ufficio. Ha una nuova segretaria interinale, che si rivela efficiente, riservata e gentile. Viene contattato per il suo primo caso importante, il suicidio di una famosa modella. Che forse suicidio non e'?
Veramente bello.

Autore: Henry James
Nazionalità: Usa
Anno di pubblicazione: 1886
Numero pagine: 512
Punti: 20
Voto: 6
Eventuali bonus:
Sicuramento non è il mio preferito di James e almeno (se non oltre!) la prima metà si è trascinata pesantemente.
MA! Io consiglio di leggere questo libro perché lo strato di società analizzato è piuttosto particolare e non l'ho mai trovato prima altrove: le prime femministe americane, appena post Secessione, a Boston.
Per certi versi la storia è prevedibile, anche se sinceramente non capisco perché Verena e Basi si trovino reciprocamente attraenti e l'ultima pagina dice chiaramente che, almeno per lei, la loro relazione sarà tutt'altro che felice.
Sinceramente mi intriga molto la caratterizzazione delle due protagoniste:
Olive è una giovane femminista ricca e già orientata verso lo zitellaggio con orgoglio, odia gli uomini ferocemente per i loro soprusi e in particolare per chi tenta di allontanare Verena da lei, ma, sebbene sia ferventemente attaccata alla causa, molti dei suoi comportamenti sono decisamente classisti e possessivi fino all'estremo. E' un tipo di attivista che è più che presente nei giorni nostri, che vuole conoscere i poveri ma più per un senso di primato sugli altri che per vero altruismo.
Verena è tra l'ingenua e l'impostora, non fa una piega quando (view spoiler) .
E' di certo molto stimolante l'addentrarsi in questo gruppo, specialmente perché James presenta entrambi i lati ed è più che neutro verso entrambi, anzi, li critica senza risparmiarsi.
E' un ritratto molto moderno e ci ho ritrovato molti temi ed elementi attuali.
Titolo: Il segreto di Lady Audley
Autore: Mary Elizabeth Braddon
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1862
Numero pagine: 479
Punti: 18
Voto: 5,7
Eventuali bonus:
Questo libro è ottimo per tutti gli amanti di Collins: un polpettone con un segreto che si conosce dopo esattamente 5 pagine ma che influenza tutto il romanzo fino alla fine e una donna bellissima, con drammi famigliari a iosa.
Per me il bello di questo libro è che anche il protagonista/detective sa il segreto praticamente subito, ma l'intera storia è una ricostruzione degli eventi, un raccogliere traccia su traccia per poter smascherare la lady in questione, anche se più volte lui spera che scappi o comunque di non doverlo fare.
Purtroppo c'è stato un elemento che ha rovinato il finale (view spoiler) e anch'io sono della stessa opinione di Lady Audley (view spoiler) .
Mi ha fatto molto ridere che il protagonista sia attratto dalla sorella di un suo amico proprio perché è uguale sputata al suo amico e ciò viene ripetuto spesso.
Titolo: L'uomo che ride
Autore: Victor Hugo
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1869
Numero pagine: 684
Punti: 26
Voto: 9
Eventuali bonus:
Finalmente ho capito perchè Hugo piace così tanto!
Di storia magari non ce n'è tanta e non è nulla di nuovo o stupefacente ma la caratterizzazione dei personaggi e le riflessioni sulla politica dell'epoca (con sottintesa satira moderna) mi hanno davvero sorpresa.
Davvero, c'è un capitolo intero che descrive una dei personaggi ed è intensamente descrittivo e pieno zeppo di frasi memorabili, taglienti e liriche. Un capolavoro.
Aggiornamento di metà tappa con qualche giorno di ritardo 😅
Abbiamo un cambio in testa alla nostra classifica con la squadra Britannica che sfonda la parete dei 1000 punti e salta in testa alla classifica, ma la squadra francese la tallona.
Con un distacco che comincia a farsi importante seguono la squadra statunitense e per ultima la squadra italiana; tuttavia in entrambe le squadre ci sono persone che non hanno ancora dichiarato neanche una lettura quindi possiamo aspettarci evoluzioni e cambiamenti!
Squadra Gran Bretagna: 1099
Squadra Francia: 968
Squadra USA: 789
Squadra Italia: 732
Abbiamo un cambio in testa alla nostra classifica con la squadra Britannica che sfonda la parete dei 1000 punti e salta in testa alla classifica, ma la squadra francese la tallona.
Con un distacco che comincia a farsi importante seguono la squadra statunitense e per ultima la squadra italiana; tuttavia in entrambe le squadre ci sono persone che non hanno ancora dichiarato neanche una lettura quindi possiamo aspettarci evoluzioni e cambiamenti!
Squadra Gran Bretagna: 1099
Squadra Francia: 968
Squadra USA: 789
Squadra Italia: 732

Titolo: Il denaro
Autore: Émile Zola
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1891
Numero pagine: 616
Punti: 24 tappa
Voto: 8
Eventuali bonus: 12 4x4
Commento:
In questo corposo romanzo Zola, con la sua peculiare capacità di leggere i cambiamenti epocali che interessano la società, mette in scena il boom speculativo che ha interessato la Parigi di metà Ottocento. La peculiarità di questo volume del ciclo dei Rougon-Macquart è che per quanto il protagonista sia, dopo La Curée, ancora una volta Aristide Saccard, qui il vero perno del romanzo non è tanto la famiglia Rougon con i suoi lasciti; il fulcro del romanzo è, come da titolo, il denaro con tutta la bramosia, l'avidità e la sete di potere che da sempre si porta dietro.
Le formiche umane si erano moltiplicate, stavano cambiando la faccia della Terra.
Siamo dunque nella metà dell'Ottocento, nei primi decenni dell'età contemporanea. L'umanità cominciava a realizzare opere non solo faraoniche, come furono le Piramidi, ma capaci di impattare gli ecosistemi terrestri. Francesi e italiani costruiscono il canale di Suez, gli scambi economici e commerciali diventano sempre più veloci e globali. Si sogna il progresso che elevi l'umanità nei suoi bisogni materiali e spirituali. Ma il carburante per realizzare ogni progetto è il denaro che come un fiume scorre da una mano all'altra, invisibile sotto forma di azioni, nei grandi meandri e misteri della Borsa.
Nel mondo della Borsa parigina che, per legge, era tutto al maschile, Zola riesce a intagliare molti ruoli femminili. Su tutte spicca Caroline, una controparte o coprotagonista di Saccard. Lei, che sogna il progresso, idealista, che vuole giocare secondo le regole. Lui, che è perso nei sogni di potenza e di gloria, dove lo scopo non è il denaro in sé ma la sua aura di potere. Come in un moderno film su Wall Street, denaro, sesso e potere sono inestricabilmente intrecciati e avvitano chi li brama in una spirale senza uscita. Quasi tutti subiscono il fascino del denaro; Caroline, una personaggia interessante nella sua ambivalenza, ne è spaventata e attratta allo stesso tempo. E' la sua voce che riflette sull'impatto del denaro nella società, soprattutto nel confronto fra ricchi e poveri si domanda:
Il denaro equivarrebbe dunque all'educazione, alla salute, all'intelligenza? E, se al fondo di tutto vi era lo stesso fango umano, tutta la civiltà non consisteva, allora, nella superiorità di avere un buon profumo, di vivere bene?
Zola sembra quasi tirare le conclusioni del suo esperimento letterario naturalista in cui indaga sulla natura umana. In questo libro più che negli altri indaga la natura umana senza moralismi, mostrando quanto male e quanto bene possano scaturire dalla stessa persona. Mostrando quanto è difficile dividere le persone in buone e cattive. Si astiene dal giudizio, lasciando che sia il lettore a giudicare. Non disegna personaggi malvagi, ma espone i malesseri della società come l'antisemitismo diffuso che si sarebbe incancrenito purtroppo sempre di più.
Fra i tanti personaggi, memorabile è il marxista Sigismond che dedica la sua vita allo studio di una società ideale e perfetta, dove lo spaventoso denaro è superato da un sistema di benessere diffuso.

Titolo: The Suspicions of Mr. Whicher: or the Murder at Road Hill House
Autore: Kate Summerscale
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 2008
Numero pagine: 382
Punti: 14
Voto: 9
Eventuali bonus: 1x2 libro game
Nel 1860, in una famiglia della classe media inglese, si consuma quello che diventerà il prototipo di tutto il neonato filone della giallistica e del romanzo poliziesco: un atroce e inspiegabile delitto, una famiglia rispettabile ma che cela tremendi segreti, un detective scaltro e acutissimo chiamato a sbrogliare il caso.
Un saggio di true crime che si legge davvero come un classico detective novel. Non mento quando dico che mi ha quasi soggiogata, l'ho divorato. E sebbene il colpevole venga identificato abbastanza in fretta, ciò non toglie nulla al tensione costante che tiene il lettore avvinto al libro, all'affannata ricerca di risposte al come, al perché, al ma cosa è successo davvero.
Ma forse ancora più importante (e interessante) della narrazione del delitto e dell'investigazione in sé, è stato scoprire il ruolo simbolico, quasi mitopoietico, che questo crimine ha assunto antropologicamente, sociologicamente e soprattutto letterariamente. Quando parlavo di prototipo alludevo esattamente a questo: l'assassinio del piccolo Kent avviene in un frangente storico in cui sta nascendo e si sta affermando la figura professionale del moderno detective, anche dal punto di vista semantico (da ex linguista ho trovato gli excursus sulla nascita ed etimologia di espressioni correnti una vera chicca, dai nomignoli per i poliziotti ai lemmi usati per categorizzare i vari crimini o le tecniche di indagine). Il detective per antonomasia prende le fattezze di Jonathan Whicher, incaricato proprio di questo caso, e che poi ritroveremo in tantissima letteratura successiva, in primis Collins e Dickens (solo per citare i famosi). Anche i Kent e avvenimenti chiave del delitto si trasfigurano in archetipi e topoi letterari che vanno a costituire la struttura stessa del murder mystery novel.
Il libro sovrabbonda di dettagli, sicuramente, ma fanno parte di una ricostruzione storica accuratissima (che arriva persino a discutere dei rimborsi spese degli agenti in servizio) che contribuisce a creare quell'atmosfera febbrile in cui siamo catapultati già dalle prime pagine e che non ci abbandona fino all'ultima nota nell'ultima pagina.

Titolo: Il treno per Istanbul
Autore: Graham Greene
Nazionalità: GB
Anno di pubblicazione: 1932
Numero pagine: 352
Punti: 7
Voto: 8,5
Eventuali bonus: /
” Avanti e indietro, avanti e indietro nel corridoio,
lei aveva visto il medico camminare,
avvinghiandosi a quella solitudine e preferendola ad uno scompartimento con altri viaggiatori.”
Un libro pieno di speranze disattese.
Immagini dolorose per quella solitudine umana che condanna tutti ad essere chiusi nei propri pensieri, limitati dalla propria prospettiva e costruttori di certezze a cui ci si aggrappa come disperati, finchè le crepe diventano baratri in cui si scivola.
.
Un treno è un luogo dove, inevitabilmente, s’incrociano gli sguardi.
Se quel treno è, però, a lunga percorrenza gli sguardi diventano dialoghi e la possibilità di relazioni aumenta.
Se quel treno poi si chiama "Orient Express" entra in gioco la dimensione storica.
Da Ostenda ad Istanbul.
Dal cuore dei rancori europei( i cui umori agitati presagiscono una realtà fatta di odio e violenza che sta per tracimare) alla capitale turca così bifronte nel suo essere contemporaneamente Occidente ed Oriente.
Greene non solo accompagna il lettore gradualmente a conoscere le storie private ma ci fa intravedere il doppio fondo che può esserci in ognuna di esse.
Colpisce il sottotitolo:" Un Divertimento".
C’è poco da ridere: la vita che scorre dietro ai finestrini s’intravede a malapena tra il ghiaccio che copre i vetri.
Scorre ed è già dimenticata se non fosse per una malinconia costante che non abbandona i passeggeri.
Ecco, mi viene da pensare che forse questo divertimento ha più un significato etimologico piuttosto che letterario.
Forse è da recuperare nel suo uso latino e quindi:
divèrtere, ossia, “volgere altrove deviare”.
Il destino è, infatti, qualcosa che si compie in modi, tempi e luoghi inaspettati come la fermata ad un’innocua stazioncina di un villaggio serbo...
”Ma nel rimbombare del treno in corsa il rumore era così regolare da equivalere al silenzio, il movimento era così continuo che dopo un po’ di tempo la mente lo accettava come immobilità. Soltanto fuori del treno era possibile la violenza dell’azione, e per tre giorni il treno avrebbe tenuto al sicuro lui e i suoi progetti”

Abbiamo un cambio in testa alla nostra classifica con la squadra Britannica che sfonda la parete dei 1000 punti e salta in testa alla cla..."
Grazie per gli aggiornamenti 🌹

Titolo: I Viceré
Autore: Federico De Roberto
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1894
Numero pagine: 702
Punti: 28
Voto: 9,5
Eventuali bonus: 4x4 (Italia) 12 punti
Commento: Rilettura di questa meravigliosa saga familiare degli Uzeda di Francalanza, degli autentici parenti serpenti, in cui assolutamente nessuno riesce a essere vincitore ma, soprattutto, nessuno riesce a essere felice. E se anche ne avesse la possibilità, arrivano subito le rivalità familiari, i veleni e gli intrighi a rovinare tutto. Persino le persone più belle vengono abbrutite dal clima di cupidigia e di cattiveria tra fratello e fratello (o sorella) e, quel che è peggio, tra padre e figli.
Il tempo passa, la Sicilia cambia, i titoli nobiliari perdono di importanza, ma gli Uzeda sono sempre lì, sempre con gli stessi mezzucci, via via più meschini attraverso le generazioni, a cercare di tirare un colpo al cerchio e uno alla botte.
Un capolavoro, la saga familiare per antonomasia.

Titolo: Lo Zar non è morto. Grande romanzo d'avventure
Autore: I Dieci
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1929
Numero pagine: 442
Punti: 8 (nazione in gara)
Voto: 6,5
Eventuali bonus: --
Interessante esperimento collaborativo "orientato".
I Dieci sono stati capaci di creare una trama avvincente e intrigante, ricca di colpi di scena, effettivamente avventurosa.
Peccato però che lo stile sia eccessivamente barocco, pomposo, talvolta un tantino logorroico, frequentemente propagandistico.
Titolo: Vento dell'Est: vento dell'Ovest
Autore: Pearl S. Buck
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1930
Numero pagine: 220
Punti: 4 (nazione in gara)
Voto: 8,5
Eventuali bonus: --
Tre racconti per descrivere uno spaccato di vita tradizionale cinese che si scontra con la modernità. La donna in Cina, fino a pochi anni fa, era relegata alla posizione di schiava del marito o del padre, senza diritto alcuno, nemmeno quello di parola, priva di istruzione e di libertà, chiusa nelle stanze più interne delle mura domestiche a crescere figli e cucinare. Quando l'uomo di casa (marito o figlio) si converte al progresso, la donna non sempre riesce a tenere il passo, più spesso si lascia travolgere dalla disperazione, incapace di trovare un posto nel nuovo mondo. Libro bellissimo e tristissimo, scritto con uno stile fatto di immagini, colori e profumi. Consigliatissimo per chi ama la cultura orientale.
Titolo: Il mostro
Autore: Stephen Crane
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1898
Numero pagine: 192
Punti: 6 (lettura di tappa)
Voto: 5,5
Eventuali bonus: --
Ho letto una bella storia scritta con uno stile che non mi è piaciuto per niente.
Uno stile antiquato, con tante, troppe figure retoriche e tanti dettagli inutili lontani dal cuore della novella, ossia l'animo profondamente razzista della provincia americana e il senso del dovere del Dr. Trescott, coinvolto personalmente nella tragedia del "mostro" Henry. Ho apprezzato però la caratterizzazione dei personaggi, anche delle comparse, che con pochi tratti vengono messe sotto la luce voluta dall'autore per rispondere ad una tipologia di essere umano precisa.

Completo finalmente il 4x4 :)
Titolo: Il giro del mondo in ottanta giorni
Autore: Jules Verne
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1872
Numero pagine: 298
Punti: 10
Voto: 8
Eventuali bonus: 4x4: 12 punti
Un buon inglese non scherza mai, quando si tratta di una cosa seria come una scommessa.
La coppia Phileas Fogg-Passepartout, i loro scambi, il contrasto dei loro caratteri, è ciò che davvero tiene insieme questo romanzo, fa voltare le pagine l'una dietro l'altra e lascia un ricordo indelebile nella memoria. A Passepartout, adorabile ed energico pasticcione, è impossibile non voler bene; Phileas Fogg è invece l'imperturbabilità fatta persona, ritratto esemplare (e caricaturale) del gentlemen britannico di epoca vittoriana, che col suo modo di comportarsi e di reagire nel corso dell'intero viaggio si erge - nel bene e nel male - a simbolo e rappresentazione dell'intero Impero Britannico (interessantissima a tal proposito l'analisi che si trova nella postfazione di questa edizione Feltrinelli). E chissà che, a questo punto, Passepartout non sia invece rappresentazione dell'estro francese... Sono entrambi personaggi-macchietta, vero, ma di quelli irresistibili.
La trama, tolta la brillante idea iniziale dell'improbabile scommessa (anche questa squisitamente e ironicamente britannica) e l'equivoco che fa entrare in scena Fix a movimentare le cose, è poi tutto sommato una ripetitiva iterazione dello stesso schema: imprevisto che interrompe il viaggio e mette a rischio la scommessa - idea di Fogg o Passepartout per risolvere il problema (e quelle di Fogg sono, nel 90% dei casi, "tiro fuori i soldi e pago qualcuno che mi darà ciò di cui ho bisogno") - recupero del ritardo accumulato. Tuttavia, grazie all'ironia e alla leggerezza che permea il tutto, al modo perfetto in cui interagiscono e si alternano sulla scena i vari personaggi e alla varietà degli imprevisti e delle ambientazioni, lo schema riesce a non annoiare mai.
Letto oggi, il romanzo pecca inevitabilmente di occidentalismo, con le tradizioni dei popoli e dei paesi visitati guardate e descritte dall'alto verso il basso, e i tecnicismi che Verne sfoggia nel parlare dei mezzi e delle reti di trasporto sono un po' noiose e pedanti, ma sono aspetti che si lasciano perdonare: nel complesso il romanzo scorre rapido e divertente tra un colpo di scena e l'altro, fino a quello (prevedibile eppure così sorprendente nel momento in cui viene svelato) risolutivo del penultimo capitolo, ed è un'avventura assolutamente godibile ancora oggi, da grandi e piccini.
Visto che, a parte il secondo libro-game, non credo riuscirò a leggere altro per questa tappa, mi prendo anche un punticino da La leggenda di Sleepy Hollow, letto a fine febbraio.
Titolo: La leggenda di Sleepy Hollow
Autore: Washington Irving
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1810
Numero pagine: 80
Punti: 1
Voto: 5
Un racconto carino, ma nulla di più. Mi sono molto piaciuti i suoi tocchi ironici, che però purtroppo un po' si perdono in mezzo noiose e inutili descrizioni. E' un peccato, perché la storia è simpatica e diverse pagine sono molto ben scritte, ma il ritmo e il brio della narrazione sono proprio azzoppati da quelle descrizioni: a una pagina interessante possono seguirne anche quattro completamente superflue; il che, in un racconto così breve, non è proprio un pregio. Nel complesso mi ha lasciato piuttosto tiepida, purtroppo.

Titolo: Ventimila leghe sotto i mari
Autore: Jules Verne
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1870
Numero pagine: 488
Punti: 18
Voto: 7,5
Eventuali bonus: 2/4 tripletta tappa
Dopo un incidente in nave, il professor Aronnax, il suo domestico Conseil e il fiociniere Ned Land pensano di essere ormai spacciati: chi li potrà salvare dal mostro marino che sembra essere pronto ad attaccarli ancora? E invece...invece non esiste nessun mostro: si tratta del Nautilus, il sottomarino del capitano Nemo, sul quale i tre finscono e, passando quasi un anno come ospiti/prigionieri, vivranno delle avventure da farmi invidia.
Il libro è ricco di descrizioni dettagliate e minuziose: è strabiliante pensare che ha più di cent'anni. L'unica pecca, a mio parere, è che la storia è abbastanza "piatta": se si escludono le avventure che i vari personaggi hanno visitando diversi fondali marini sparsi in giro per il mondo, la storia in sè non regala molto altro.
Titolo: Dracula
Autore: Bram Stoker
Nazionalità: Irlanda
Anno di pubblicazione: 1897
Numero pagine: 534
Punti: 20
Voto: 7,5
Eventuali bonus:3/4 tripletta tappa
Non sono un'amante del genere horror ma, complice la copertina un pò pop e la pubblicazione del testo nel periodo di tappa, ho provato a leggere il libro. Il piacere di leggere dei testi classici è quell di riuscire a collegare nomi famosi a opere altrettanto famose: Van Helsing è un personaggio che non avrei mai creduto che potesse ricollegarsi a Dracula. Inoltre mi è particolarmente piaciuta la figura di Mina: un personaggio femminile forte.
Titolo: C'era due volte
Autore: Franck Thilliez
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 2021
Numero pagine: 472
Punti: 9
Voto: 9
Eventuali bonus: /
Un thriller davvero inquietante ma che non riusciva a farmi staccare.
Gabriel Moscato è un tenente alla disperata ricercs di sua figlia scomparsa qualche mese prima. Le sue indagini lo portano alla consultazione del registro visitatori del piccolo albergo dove sua figlia, l'estate appena passata, ha lavorato. Si addormenta e viene risvegliato da un rumore continuo: stanno piovendo uccelli morti. Qualcosa non torna e va alla reception dove scopre che sono passati più di 12 anni. Come è possibile? In una sola notte?
Inizia così una storia fatta di tanti piccoli brevi capitoli che mi hanno portata ad appassionarmi alla storia.
Nonostante il disturbo provocato da alcuni passaggi, consiglio vivamente a chi piace il genere di non perderlo.
Piccolo suggerimento: ho scoperto leggendo oltre la fine del libro, che il libro è collegato ad altri due testi (Il manoscritto e Il sogno). La chicca che lo fa scoprire è un potenziale spoiler, quindi vi avviso. Ho chiesto all'editore sabato al Pride Book se mi sono rovinata "la trilogia" non sapendo che ci fosse un ordine di pubblicazione ma lui mi ha detto che sono testi a sè stanti.
Titolo:Parla una donna
Autore: Matilde Serao
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2020
Numero pagine: 277
Punti: 10
Voto: 6
Eventuali bonus: 1 libro game (donna - donna)
Ci sono rimasta davvero malissimo. Ho comprato questo libro dopo aver visto la presentazione della casa editrice su Instagram. L'editrice parlava in maniera entusiasta del testo, di quanta forza ci fosse nella figura e nelle parole di questa donna. Ecco io l'ho trovata fastidiosa: sentenzia troppo, giudica troppo le donne, gli uomini, le altre nazioni. No, davvero una lettura ostica che si salva solo in alccuni momenti
@Claudia, il bonus tripletta c'era fino a due edizioni fa della sfida, quando le nazioni in gara erano solo tre.
È stato sostituito dal bonus 4x4 che prevede la lettura di 4 libri, uno per stato in gara ed è di 12 punti. Devi correggere il tuo punteggio 😁
È stato sostituito dal bonus 4x4 che prevede la lettura di 4 libri, uno per stato in gara ed è di 12 punti. Devi correggere il tuo punteggio 😁

Titolo: Le avventure di Pinocchio
Autore: Carlo Collodi
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1883
Numero pagine: 214
Punti: 8
Voto: 9
Eventuali bonus: 3/4
Seconda rilettura e, se possibile, amato ancora di più. Ogni personaggio è delineato a tutto tondo, anche quelli che occupano uno spazio ridotto nell'economia del romanzo (mi riferisco in particolare al pescatore che vuole friggere pinocchio, alla domestica lumaca, al compratore di ciuchini, al cane poliziotto, al tonno che porta in salvo Pinocchio e Geppetto). Su Pinocchio pesa sempre il giudizio negativo di chi lo accusa di essersi integrato nel sistema, ma alla fine in qualche modo bisogna trovare un compromesso: è quello che facciamo tutti crescendo, percorrendo percorsi diversi. Come non amare Pinocchio?
______
Titolo: Thérèse Raquin
Autore: Émile Zola
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1867
Numero pagine: 286
Punti: 10
Voto: 4
Eventuali bonus: 4/4 (12 punti)
Ho amato Germinale tanto quanto ho detestato Therese Raquin; la lettura si è rivelata di una noia mortale e proprio per quei motivi che lo stesso Zola enuncia nell'appassionata difesa che fa del suo romanzo contro i vari critici.
Dice il nostro che il suo è romanzo è l'anatomia di due temperamenti differenti tra loro (quelli dei due protagonisti), che il suo intento era descrivere quello che accade quando sin incontrano e come reagiscono di fronte a eventi che li sconvolgono.
Il linguaggio datato tipico della fisiologia ottocentesca (uguale a quello di certi classici della storia della psicologia che ho studiato all'università), lo scarso ruolo dell'ambiente e la ripetitività (secondo me) delle situazioni rendono l'intera vicenda monotona e priva di interesse.
Non faccio fatica, comunque, a capire che si tratta di un romanzo che ha un peso notevole nella storia della letteratura e nell'evoluzione dell'opera di Zola; questo però non lo rende meno noioso.
______
Titolo: Il gioco del rovescio
Autore: Antonio Tabucchi
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1981
Numero pagine: 174
Punti: 3
Voto: 8
Non sono un'estimatrice di racconti e di mia spontanea volontà non ne leggo; per fortuna esistono i GdL e le Sfide che mi fanno uscire dalla comforte zone! (preciso comunque che nonostante questa continua smentita del mio pregiudizio contro i racconti, non inizierò a leggerli di mia iniziativa...)
Tra tutti i racconti di questo libro, ho amato soprattutto I pomeriggi del sabato, Dolores Ibarruri versa lacrime amare, Una giornata a Olimpia.
Squadra Italia
Titolo: Kathleen Winsor
Autore: Amber
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1944
Numero pagine: 880
Punti: 34
Voto: 5
Eventuali bonus: 1/2 game
Amber è un polpettone sentimentale ambientato alla corte di Carlo II d'Inghilterra, in piena restaurazione. È scorrevole, però alla lunga, almeno per me, stancante.
L'autrice segue l'ascesa della protagonista da ragazza di campagna ad attrice a Londra, da moglie di un mercante a contessa e favorita del re. È un'ascesa in cui la protagonista dimostra pochi scrupoli e una ferrea volontà di raggiungere i suoi obiettivi. Accanto a questo, viene raccontata anche la storia del suo amore nei confronti di Bruce, l'affascinante nobil'uomo con cui fugge dal paese nativo e che, a fasi alterne, sta con lei o parte per l'estero. Questo aspetto della storia è quello che mi ha dato più di un mal di pancia: insomma, i due si promettono amore eterno più volte, vivono momenti drammatici insieme, per esempio durante l'epidemia di peste nel 1665, ma poi non esitano a piantarsi reciprocamente delle gran corna, a sposarsi con altri, ad avere più amanti in contemporanea. Lo so che è un modo per aggiungere pepe alla storia, ma, per favore, non chiamatelo amore!!!
Titolo: Kathleen Winsor
Autore: Amber
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1944
Numero pagine: 880
Punti: 34
Voto: 5
Eventuali bonus: 1/2 game
Amber è un polpettone sentimentale ambientato alla corte di Carlo II d'Inghilterra, in piena restaurazione. È scorrevole, però alla lunga, almeno per me, stancante.
L'autrice segue l'ascesa della protagonista da ragazza di campagna ad attrice a Londra, da moglie di un mercante a contessa e favorita del re. È un'ascesa in cui la protagonista dimostra pochi scrupoli e una ferrea volontà di raggiungere i suoi obiettivi. Accanto a questo, viene raccontata anche la storia del suo amore nei confronti di Bruce, l'affascinante nobil'uomo con cui fugge dal paese nativo e che, a fasi alterne, sta con lei o parte per l'estero. Questo aspetto della storia è quello che mi ha dato più di un mal di pancia: insomma, i due si promettono amore eterno più volte, vivono momenti drammatici insieme, per esempio durante l'epidemia di peste nel 1665, ma poi non esitano a piantarsi reciprocamente delle gran corna, a sposarsi con altri, ad avere più amanti in contemporanea. Lo so che è un modo per aggiungere pepe alla storia, ma, per favore, non chiamatelo amore!!!

Titolo: Il baco da seta
Autore: Robert Galbraith
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 2014
Numero pagine: 560
Punti: 11
Voto: 8
Secondo libro della serie di Cormoran Strike, il detective privato, reduce di guerra, residente a Londra e figlio fuori dal matrimonio di una rock star. In questa seconda opera, ci addentriamo nel mondo dell'editoria, quando uno scrittore di scarsa fama viene trovato brutalmente ucciso. Cormoran, aiutato dalla sua segretaria Robin, riuscira' a scagionare la neo vedova e ad assicurare il colpevole alla giustizia. Bello, ma meno del precedente a mio avviso. Conosciamo in questa seconda opera alcuni amici storici di Cormoran, e viene dato piu' spazio anche a Robin e alla sua famiglia.

Titolo: Il drago di sua maestà
Autore: Naomi Novik
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2006
Numero pagine: 408
Punti: 16
Voto: 6,5
Eventuali bonus: -- (libro game 1/2)
Di questo romanzo, ho apprezzato l'abilità dell'autrice di inserire un elemento così spiccatamente fantasy (i draghi) in un contesto storico reale e preciso: la politica di conquista di Napoleone, la rivalità fra Nelson e Villeneuve, la battaglia di Trafalgar. Ho apprezzato lo stile spigliato e fluente della narrazione. Ho apprezzato l'inizio veloce e la caratterizzazione dei personaggi, anche del quella del drago Temeraire, cui viene attribuita una personalità molto particolare. Poi però ho perso un po' di interesse per la trama, da una parte perché prevedibile, dall'altra perché non si è discostata quasi mai dalla dicotomia drago-capitano del drago. Quest'ultima caratteristica non mi ha ancora permesso di decidere se continuare o meno la serie.

Autore: Giovanni Verga
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1871
Numero pagine: 168
Punti: 6
Voto: 6,5
Eventuali bonus: 12
Breve romanzo epistolare, in cui si esplora il momento più importante di una semplice ragazza indirizzata/costretta a diventare suora e le conseguenze di tale evento.
Avrei preferito Verga si concentrasse di più sull'esplorazione emotiva di Maria tra il momento in cui si inizia a sentire strana e non sa perchè e il momento in cui prende coscienza dell'innamoramento, che invece non sono nemmeno a una lettera di distanza e un po' meno sulla sua "pazzia", perché tanto è sempre la stessa solfa. Sinceramente è una storia già vista e già sentita, il fatto che Maria addirittura impazzisca per uno che alla fine non solo non le ha mai promesso nulla ma non ha mai fatto segno di provare qualcosa per lei, mostrando un po' di galanteria en passant oggi fa scuotere solo la testa.
Titolo: Mastro-Don Gesualdo (https://bur.rizzolilibri.it/libri/mas...)
Autore: Giovanni Verga
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1889
Numero pagine: 480
Punti: 18
Voto: 7
Eventuali bonus:
Ho molto amato i suoi racconti e I Malavoglia all'epoca, anche se la mia parte preferita è quella in cui la famiglia non compare proprio, per cui ho deciso di leggere anche il resto delle sue opere.
Con Mastro-Don Gesualdo ritroviamo l'atmosfera del villaggio ma da outsiders, perché il protagonista, ricco ma di povere origine, si ritrova tagliato da tutti, nonostante si sia sposato principalmente per acquisire parentame vario.
Questa è una storia un po' ESH, perché nessun personaggio è al 100% puro nelle sue intenzioni, ma spesso, nel caso delle donne soprattutto, le scelte fatte sono abbastanza obbligate da chi li circonda.
Purtroppo mi sono persa con i vari personaggi, davvero troppi, e ci sono tali ondate d'odio e d'invidia in questo libro che davvero sfiorano il raccapricciante.
La fine di Gesualdo è davvero tragica e, se si pensa al trattamento che ancora oggi si riserva agli anziani, alcune volte ancora troppo realistica.

Ma cosa vuol dire EITA???😅"
Ahahah, è una sigla chr ho imparato su reddit!
In pratica, c'è questo enorme settore che si chiama Aita, cioè am i the asshole? In cui la gente racconta di certe situazioni della proproa vita e chiede se si è comportata bene o no (stile forum)
Una delle sigle dovrebbe essere ESH, cioè tutti fanno schifo, e i personaggi di MDG sono così, fanno tutti il loro tornaconto senza pensare molto alla solidarietà o agli affetti
Ho corretto, non è Eita ma ESH

Titolo: Assassinio sull'Orient Express
Autore: Agatha Christie
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1934
Numero pagine: 278
Punti: 10
Voto: 10
Eventuali bonus: GAME
Commento
Cos'è un buon giallo se non un libro che si rivela una splendida sorpresa? Questo allora è un ottimo giallo, un altro magnifico capolavoro dalla geniale penna di Agatha Christie. La sua grande bravura non è neanche poi la trama in sé, quanto la sua capacità di dirti come stanno le cose per poi sviare la tua attenzione, portarti da tutt'altra parte, farti pensare "che ci sarà mai di nuovo in questo giallo?". E invece ecco come ti stupisce! Uno dei migliori libri di Poirot, quasi un manifesto con il suo metodo spiegato passo passo.

Titolo: Middlemarch
Autore: George Eliot
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1871
Numero pagine: 829
Punti: 32
Voto: 8
Eventuali bonus:
Romanzone vittoriano che studia la vita in una piccola cittadina inglese, con tutti i conformismi e i pettegolezzi, ma che lascia la speranza che non tutti sono uguali, che alcune persone riescono a liberarsi dalle pastoie di una vita secondo convenienza e volare alto. I personaggi sono caratterizzati alla perfezione, con l'evolversi dei loro pensieri, la loro maturazione e crescita personale. Ho apprezzato molto che non dipinga solo la ricerca dell'amore che corona ogni sogno ma anche la disillusione delle aspettative tradite.
L'unica pecca è l'atteggiamento troppo didattico dell'autrice che pontifica e spiga dilungandosi troppo e interrompendo il flusso narrativo altrimenti perfetto.

Titolo: A Curious Beginning
Autore: Deanna Raybourn
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2015
Numero pagine: 339 (edizione cartacea corrispondente)
Punti: 6
Voto: 7
Eventuali bonus: -
Metà giallo metà romance, ho deciso di leggerlo perché i libri di Deanna Raybourn che ho letto finora mi sono piaciuti molto. Questo l'ho trovato carino, ma la parte romance è davvero troppo preponderante per i miei gusti, inoltre non siamo al livello di Lady Julia Grey, molto più interessante perché mischia in pari misura giallo e romance. Tuttavia l'ho trovato gradevole, per quanto non riesca a capire se il personaggio di Veronica Speedwell sia minimamente verosimile nell'Inghilterra vittoriana (a occhio no, è davvero troppo indipendente e indifferente alle regole). Irresistibili i personaggi di Lord Rosemorran e sua sorella Lady Cordelia. Leggerò il secondo libro della serie di sicuro.

Titolo: Il mago
Autore: Ursula K. Le Guin
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2006
Numero pagine: 248
Punti: 8
Voto: 9
Eventuali bonus: -- (libro game 1/2)
Il libro che appena concluso, volevo leggerlo da tantissimi anni, tornando indietro nel tempo addirittura all'epoca dell'infanzia e mi ricordava sempre i librogame, chissà poi perchè? Il mago è uno dei personaggi più frequenti da scegliere, insieme al guerriero per iniziare un'avventura dove il protagonista sei tu, appunto con i librogame.
Ora, dopo averlo letto, posso affermare che "Il mago" di Ursula K. Le Guin non ha quasi nulla a che fare con i librogame e questo non vuol dire per forza in senso negativo, anzi. Questo romanzo ha una connotazione sociologica molto forte, in ogni capitolo si viene a conoscenza del percorso personale del protagonista, direi un romanzo di formazione a tema fantasy.
Le prime pagine mi sono risultate un po' lontane, leggevo come con una patina di plastica davanti agli occhi, scorgevo in modo approssimativo le immagini che le pagine mi evocavano, non mi coinvolgevano come volevo. Ora che ho concluso la lettura, posso affermare che il problema non era il libro, ma il fatto di aver appena concluso un libro, "La vegetariana" di Han Kang, che mi aveva sbalordito e disorientato allo stesso tempo e quindi avevo ancora, vaganti nei meandri delle mie sinapsi, le immagini e le impressioni scaturite dalla lettura.
Finalmente dalla parte centrale fino alla fine, la lettura ha preso sempre più una rotta a me congeniale e mi sono sentito coinvolto e sballottato allo stesso tempo, come un piccolo e fragile natante che incappa nella burrasca e cerca di barcamenarsi come meglio può.
Molto belle le riflessioni sulla Natura:
Da allora si convinse che l'uomo saggio è colui che non si isola dagli altri esserei viventi, dotati di parola o no. Da allora sempre, negli anni seguenti, si sforzò di capire e apprendere tutto ciò che si può imparare, in silenzio, dagli occhi degli animali, dal volo degli uccelli, dai grandi, lenti movimenti degli alberi.

Titolo: Orlando
Autore: Virginia Woolf
Nazionalità: GB
Anno di pubblicazione: 1928
Numero pagine: 307
Punti: 6
Voto: 9
Eventuali bonus: /
”Era giovane, era ricco, era ben fatto”
Finzione e verità duellano tra queste pagine.
Virginia Woolf si finge biografa a scrive un romanzo;
Orlando protagonista di questa storia è frutto di immaginazione eppure è vero nel ricalcare la figura dell’amante Vita Sackville West.

Vita Sackville West nei panni di Orlando nella prima edizione del libro
Anche i tempi narrativi vivono in una dimensione che gioca sui due poli del vero/falso.
Si comincia in epoca elisabettiana (e quindi nel ‘500) a raccontare di un giovane e ricco nobiluomo, Orlando, per l’appunto e si arriva al 1928.
Fenomeni atmosferici trasportano il/la protagonista da un’epoca altra;
sonni fiabeschi trasformano il suo corpo da uomo a donna.
In mezzo c’è un po’ di tutto ma spicca la Letteratura verso cui Orlando non perderà mai propensione.
La Woolf adotta una lingua aulica e un tono divertente e sarcastico.
La punta di diamante è l’ironia con cui colpisce sia lo stile di vita nobiliare così ligio a gli inutili cerimoniali, sia l’ambiente letterario così farcito d’invidia in ogni epoca.
Mi ha sorpreso un pensiero così lucidamente moderno rispetto alla distinzione di genere ed orientamento sessuale, in passaggi come questo:
” I sessi, per quanto diversi, si mescolano. Non c’è essere umano che non oscilli da un sesso all’altro, e spesso sono solo i vestiti a serbare l’apparenza maschile o femminile, mentre il sesso profondo è tutto l’opposto di quello superficiale.”
Una lettura che fa sorridere per i tanti sassolini nella scarpa che la Woolf riesce a togliersi non senza, tuttavia, lasciare quella traccia amara che inesorabile l’attrae verso la morte:
"Siamo dunque fatti in modo tale da dover prendere la morte a piccole dosi, giorno per giorno, per continuare ad affrontare l’impresa di vivere?"
.
Squadra francese
Titolo: Viaggio intorno alla mia camera
Autore: Xavier de Maistre
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1794
Numero pagine: 137
Punti: 2
Voto: 5
Eventuali bonus: /
Un militare di carriera, di buona casata ed appassionato di pittura, ecco chi era Xavier de Maistre.
E’ il 1794.
In seguito ad una punizione viene confinato nella sua camera per 42 giorni.
Tranne che per la presenza del fedele domestico, Joannetti, e per la cagnolina Rosina, trascorrerà questo tempo da solo.
Isolamento, termine che rimastichiamo da ormai più di due anni è quello a cui de Maistre è costretto.
Per non soccombere alla noia o a qualche forma di paranoia, comincia a scrivere descrivendo la sua condizione come fosse un avventuroso viaggio.
Così intraprende il cammino verso il letto e l’immaginazione descrive altri luoghi, il pensiero tocca altri lidi. I quadri che adornano la camera diventano spazi da occupare.
Bella idea, insomma, ma, sinceramente, ciò che è stato definito «finissimo ed arguto» io l’ho trovato noioso.
de Maistre espone la sua filosofia con un’immagine un po’ infantile:
ognuno ha in sé la Bestia e l’Anima ossia una parte più pratica e razionale e una più sensibile ed emotiva.
Così ci racconta di come distribuisce i compiti della sua giornata a queste due entità (!)
Un po’ dissociato il signore..

Titolo: Cuore
Autore: Edmondo de Amicis
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1886
Numero pagine: 384
Punti: 14
Voto: 7,5
Eventuali bonus: 12 punti 4x4
E' un diario di un bambino che fa la 3 elementare, intervallato da racconti patriottici e lettere (sempre indirizzate al bambino). La cosa che più mi ha lasciata spiazzata è la tenerezza/giustizia dei vari episodi che capitano ad Enrico, il protagonista, nei suoi momenti di vita (sia scolastici che non) che viene contrapposta alla durezza dei "racconti mensili", racconti patriottici che quasi sempre hanno per protagonisti bambini che, quasi mai, se la passano bene.
In generale, forse, la prefazione di De Amicis che consiglia il libro ai ragazzi, può ancora considerarsi attuale: gli episodi raccontati vedono un susseguirsi di tematiche sociali (povertà contro ricchezza, bullismo, la morte di una persona cara ad esempio) che, tutto sommato, sono attualissime; certo, sperare che la giustizia possa sempre trionfare forse è un'utopia, in ogni caso il libro non diventa mai melenso.

Titolo: Il mulino sulla Floss - libro tappa
Autore: George Eliot
Nazionalità: Regno Unito
Anno di pubblicazione: 1860
Numero pagine: 630
Punti: 24
Voto: 9
Eventuali bonus: 4/4
Un villaggio di campagna e, in particolare, una famiglia piccolo-borghese, descritti con una lucidità implacabile e un’ironia perfida: pagine fitte fitte di citazioni citabili nella storia di una ragazzina, poi giovane donna, dall’intelligenza vivace, immersa tra parenti gretti o stupidi e intransigenti, dunque la perfetta catalizzatrice da mane a sera di critiche feroci e pettegolezzi. Di tutta la numerosa schiera dei persecutori dell’eroina (prevedibile capro espiatorio), tre personaggi si contendono il podio: l’amatissimo fratello, tanto acuto nello scorgere la pagliuzza nell’occhio altrui quanto inetto nel notare la trave nel proprio; la madre, appositamente selezionata dal marito per la sua mente debole (ipse dixit) e l’aspirante fidanzato, pericoloso narciso irresponsabile, incapace di incassare un rifiuto, tanto meno per amore.
La noia
Titolo:
Autore: Alberto Moravia
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1960
Numero pagine: 362
Punti: 7
Voto: 7,5
Eventuali bonus: -
“La coscienza di Dino”, si potrebbe intitolare questo romanzo, che tuttavia non dimostra le doti di leggerezza di Svevo. Dopo le prime splendide pagine esplicative del concetto di noia come incapacità di riconoscere la realtà delle cose e delle persone, buona parte del romanzo è proprio l’esplicitazione di ciò che – secondo il protagonista - è noia per la maggior parte della gente: l’incapacità di trovare divertimento, in questo caso in pagine e pagine di stringenti interrogatori amorosi e di rovelli esistenziali non corretti da quell’ironia che forse li avrebbe resi meno ombelicali e più digeribili.
Titolo: Radici bionde (11° libro)
Autore: Bernardine Evaristo
Nazionalità: Regno Unito
Anno di pubblicazione: 2008
Numero pagine: 314
Punti: 3
Voto: 9
Eventuali bonus: -
Non radici nere, ma radici bionde, perché questa è la storia della schiavitù rovesciata: i bianchi razziati dai conquistatori di Ambossa, la grande potenza nera. Consigliatissimo, nonostante il finale frettoloso.
Titolo: Jazz (12° libro)
Autore: Toni Morrison
Nazionalità: Stati Uniti
Anno di pubblicazione: 1992
Numero pagine: 238
Punti: 2
Voto: 7
Eventuali bonus: -
Così come “Ragtime” di Doctorow non tanto parla di musica quanto di questa musica intende imprimere il ritmo alla narrazione di eventi degli anni Dieci, così “Jazz” prova a tradurre in parole il ritmo che ha caratterizzato gli anni Venti.
Apprezzo molto la progettualità della scrittrice, ma la sua musica – pur tanto virtuosa – mi ha lasciata piuttosto fredda.
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Titolo: I negri del traduttore
Autore: Claude Bleton
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 2004
Numero pagine: 128
Punti: 2
Voto: 8
Eventuali bonus: -
Aaron Janvier è un traduttore, o meglio lo era: ora è un alcolizzato che vive sotto un ponte. Questo libro è il racconto della sua vita che, tra una sorsata e l’altra, fa alla compagna di sventure Gilda, che lo ascolta senza capirlo. La cosa che Aaron preferisce è parlare di sé. Ma come ha fatto a passare dall’essere un traduttore acclamato a un senzatetto?
Aaron ha cominciato a scrivere a 10 anni, ma poi si è reso conto che sarebbe stato più semplice tradurre e si è avviato alla carriera di traduttore dallo spagnolo. Si è fatto rileggere la sua prima traduzione da un filosofo e, dietro consiglio di questi, ha adattato il libro per il pubblico francese. Successivamente ha continuato questa opera di “adattamento” con tutti gli altri libri che ha tradotto. Ma non è un semplice adattamento, sono vere e proprie riscritture. Per Aaron il pubblico francese è stupido e bisogna dargli quello che si aspetta. Per cui, i protagonisti pagano in franchi, l’azione si svolge a Parigi, e così via. Sarebbe troppa fatica per un lettore francese immergersi pienamente in atmosfere spagnole, no? Di conseguenza, la traduzione non ha più assolutamente niente a che vedere con l’originale.
Ma Aaron non si ferma qui: un giorno scrive un libro, ma crede che, piuttosto che pubblicarlo a suo nome, sia un’idea migliore pubblicarlo come traduzione. Da qui inizia il suo percorso: per anni scriverà delle traduzioni che poi sottoporrà ai suoi autori spagnoli, convincendoli a scriverne l’originale. Non vi torna? Già, il normale fluire editoriale si è sovvertito: prima Aaron traduce, poi l’autore scrive in base al suo canovaccio. Ma le cose non potranno sempre andare avanti per bene e senza problemi… Però non svelo altro per non rovinarvi il piacere della lettura, ho già detto fin troppo.
La cosa bizzarra di questo libro è per me lo status di grande intellettuale che Aaron ha sia in patria che in Spagna: lo chiamano per presentazioni di libri, tutti conoscono il suo nome, sembra essere quasi più famoso degli autori che traduce. Non so come siano le cose in Francia, ma qui in Italia uno status del genere lo raggiunge forse un traduttore su un milione, e di certo non arriva al punto in cui tutti conoscono il suo nome, se non nei circoli letterari.
Claude Bleton è un traduttore dallo spagnolo e questo è il suo primo romanzo. Ci parla qui della hybris del traduttore, hybris che ho visto varie volte all’opera nei circoli di traduttori che frequento, quando novelli traduttori editoriali arrivano lancia in resta a chiedere consiglio su come “migliorare l’originale”, perché magari una certa cosa (semplicissima) “non sarebbe compresa” da un lettore italiano. Aaron vuole fare il traduttore o lo scrittore? Ecco la terribile hybris del traduttore che in realtà vorrebbe essere scrittore ma si accontenta di tradurre, pur pensando di essere perfettamente in grado di fare meglio dell’autore da lui tradotto.
Mi è piaciuto molto questo libriccino di appena 120 pagine, forse perché l’ho letto da traduttrice, per quanto non essendo io una traduttrice editoriale sia (spero) in salvo da quella hybris. Consigliato ai traduttori ma non solo.