Key Genius's Blog, page 243

June 23, 2015

#heartofflesh #woman #men #mask #art #fashion





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Published on June 23, 2015 08:10

#underwear #hotboy #Dsquared2



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Published on June 23, 2015 07:31

June 22, 2015

#CaosdiCarne - estratto cp12 La stella danzante (Giorgio)

Finalmente un pomeriggio tutto per lui e Marta
all’aria aperta; è mercoledì ventuno maggio, ma sabato Marta dovrà
supervisionare un set pubblicitario di persona perché viene il super modello
Jon Kortajarena e la sera ci sarà un evento con gli sponsor.

Comunque anche Giorgio dovrà lavorare e uscire di
mercoledì ha i suoi vantaggi come la poca ressa nei negozi e soprattutto al
parco di Porta Venezia per la passeggiata.

Evviva!

È euforico all’idea che faranno la coppietta
d’innamorati subito dopo un po’ di shopping e l’aperitivo. Una normalissima relazione
che tutte le coppie hanno ma non lui, che l’ha sostenuta di facciata ma mai col
cuore.

Passa a prendere Marta con la moto verso le tre
del pomeriggio e lei si fa trovare splendida e pronta con i jeans aderenti e i
tacchi alti, la camicia chiara con una giacca che le definisce i fianchi
stretti.

«Vieni al parco con quelle scarpe?» le chiede
preoccupato, lui indossa le sue nere da chilometraggio illimitato con jeans e
diversi strati tra maglia, camicia aperta e giacca visto che il tempo è infame.

Marta porta il dito alla bocca. «Dici che potrei
avere problemi?» resta a riflettere mentre lui ammira la sua chioma castana morbida
sfiorarle le spalle. «Però, potrei incontrare qualcuno e io porto sempre i
tacchi.»

Giorgio sbuffa. Il problema sembra serio…

«Portati delle scarpe di ricambio, le tengo nel
bauletto della moto» le propone.

«Ottima idea.» Gli da un bacio giocoso e rientra in
casa trotterellando come una bimbetta felice. Torna da lui con un sacchetto che
mette nel baule.

«Principessa, il suo cocchio è pronto» le dice
orgoglioso degli ennesimi aggiustamenti fatti alla Ducati, sperando che siano
gli ultimi.

Giorgio le fa indossare il casco e si assicura che
sia ben allacciato, poi indossa il suo e monta in sella. Toglie il cavalletto e
mette in moto. «Sali.»

Marta s’inerpica con l’agilità di una gatta e lo
stringe strusciandosi come fosse in calore. «Miao…» scherza.

Giorgio si gira e sorride. «Attenta. Se mi eccito,
poi non riesco a guidare.»

Lei abbassa le mani e le pone intorno alla sua
vita. «Faccio la brava.»

Giorgio s’incurva e ingrana la prima per partire,
non corre molto visto che lei è ancora spaventata, ma va meglio della prima
volta dove gli sembrava di trasportare un tronco d’albero da tanto che era
rigida. Ora invece è rilassata, ma solo perché non supera i cinquanta; una noia
mortale, ma con lei dietro sono altre le emozioni che sente.

Il traffico è feroce, ma zigzagando arrivano in
centro in mezz’ora. Trovano un posticino in una via laterale di corso Monforte
e parcheggiano.

Che caspita ci fa tutta ‘sta gente in giro di
mercoledì?

«C’è qualche manifestazione?» le chiede dopo aver
riposto i caschi e essersi avviati in piazza San Babila. La grande piazza con
la fontana è davanti a loro con le aiuole ricurve che sono orlate dalle
panchine di pietra, ovviamente non c’è un posto libero nemmeno a supplicarlo.

«C’è sempre movimento qui» sorride Marta
prendendolo sotto braccio. «Siamo nel quadrilatero della moda.»

Già!

Il punto nevralgico del lusso e del design; si
passa dai negozi di gioielleria agli atelier delle griffe più famose fino alle
showroom dell’arredamento. Tutto questo concentrato tra via Monte Napoleone,
via della Spiga, via Manzoni e corso Venezia.

Lui le afferra la mano e la sfiora con un bacio.
«Prima tappa, dove vuoi andare?»

Marta lo guarda con gli occhi acquosi. «E tu dove
vuoi andare?»

Giorgio la bacia lentamente stringendola a sé.
Marta mugola e il suo corpo diventa gelatina calda. Si lasciano un attimo e si
sorridono, ancora emozionati dal bacio.

D’improvviso il telefono di Marta squilla e lei lo
prende dalla borsetta. «Scusa un attimo.»

Giorgio annuisce, con le responsabilità che ha,
certo non può ignorarlo.

«Ciao Dani» dice restando stretta a lui.

Non è per lavoro.

«No, oggi sono fuori con Giorgio, facciamo
shopping» risponde mentre lui si domanda la necessità di riferire i fatti loro
all’amica. Sospira in attesa che finisca, ma il volto di Marta si contrae poco
dopo e lo fissa disorientata.

Che succede?

Giorgio solleva le sopracciglia sperando che non
ci siano problemi perché è un periodo già difficile per conto suo. Dorian ha
rimandato ancora il volo per l’Italia non solo facendo precipitare Marta in uno
stato d’allarme rosso continuo, ma creando in Andrea uno stato d’animo
schizofrenico; è depresso da morire e passa da momenti di euforia a momenti di
agonia, non sa più che scuse inventare per sentirlo e andarlo a trovare senza
innervosirlo.

È talmente preoccupato per entrambi che spera nel
ritorno di Dorian il prima possibile.

«Volentieri, certo cara» dice Marta poco dopo e
ripone via il telefono.

«Tutto bene?»

Lei lo fissa da capo e piedi e sospira. «Devo
chiederti un favore» gli dice con gli occhioni caramello e lui annuisce. «Dobbiamo
incontrarci con Daniela, non posso dirle di no.»

Giorgio sbuffa. «Se proprio dobbiamo» borbotta
scontento.

«Grazie» lei sorride e lo tira per la mano.
«Vieni, andiamo a fare due compere.»

Si lascia trascinare diretto in via Monte
Napoleone che prende il nome dall’omonima istituzione finanziaria sorta sotto
Napoleone. Qui il grande Verdi compose il suo Nabucco. Qui vissero grandi
scrittori come Porta e Grossi. Fu teatro delle Cinque Giornate di Milano come
sede per il coordinamento delle forze cittadine. Per non parlare del fatto che
c’è una parte di via dove il Seveso tombinato scorre sotto il manto stradale,
ma tutti nel mondo sanno solo che qui si spendono un sacco di soldi perché ci
sono i brand più cool.

Un susseguirsi di vetrine dove l’unica
protagonista è l’eccellenza che sublima per eleganza e cura del dettaglio la
moda prêt-à-porter Made
in Italy oltre che quella straniera, soprattutto quella francese.

Ci sono gruppi di turisti giapponesi, cinesi e
americani che vengono qui per avere il capo con l’etichetta “Made in Italy” perché
di maggior prestigio.

Giorgio ha visto tutti gli stilisti dal vivo,
almeno una volta, soprattutto Dolce & Gabbana con cui ha lavorato spesso e
rappresentano il suo look preferito.

Marta va con passo spedito; dire che conosce il
quartiere meglio di casa sua è poco.

Entra e esce dai negozi veloce come una scheggia e
ogni volta ha un sacchetto in mano.

Ma i suoi dubbi s’impennano quando compra capi
maschili e si fa fare il sacchetto col fiocco per poi entrare da Prada, dove
prende un borsello sempre da uomo e così dentro La Bottega Veneta, dove acquista
un maglione stile serafino nero davvero favoloso.

Giorgio non fa domande e la lascia fare, ma quando
arrivano in fondo alla via nello store Armani, che occupa un palazzo intero, e
gli chiede di cambiarsi in camerino con i jeans e le maglie appena comprati,
non ha più dubbi e la fissa serio.

«Stai spendendo tutti ‘sti soldi per l’incontro con
la tua amica?» bisbiglia per non farsi sentire dal commesso.

Lei unisce i palmi delle mani davanti al viso. «Ti
prego, non ho tempo di spiegarti ora. Fallo per me» lo supplica e lui non sa
dirle di no, anche se il suo buon umore sta precipitando sotto terra.

Ora è vestito con lo stile casual precedente, ma
con la notevole differenza sui costi; dopo al parco non potrà certo stare
seduto sulla panchina di legno sentendosi a suo agio con jeans da quattrocento
euro sotto le chiappe.

Arriccia il naso.

Però, pensa che potrà cambiarsi; dopo tutto, è
solo un’oretta con Daniela e poi se la svigneranno.  

Escono dall’Emporio e qualcosa in lui cambia;
sente di aver perso sicurezza. È come se una parte di lui fosse d’improvviso
divenuta vulnerabile e Marta ne avesse preso il controllo. Sente il guinzaglio
attorno al collo, come un cagnolino da portare a passeggio e come tale lei lo
trascina per via della Spiga a testa alta.

Lui stringe le maniglie di tessuto dei sacchetti
tenendoli col braccio piegato dietro la schiena, mentre l’altra mano è
insolitamente in tasca. Tiene sempre Marta cingendole la vita o le spalle, ma
ora è lei a stringergli il polso in un modo diverso dal solito.

Sente gli occhi di tutti poggiarsi addosso al suo
nuovo atteggiamento da toy boy, da mantenuto.

Cavolo!

Nasconde il fastidio dietro gli occhiali nuovi,
grandi e scuri con la grande A dorata e cerca di mantenere il ruolo, che a
quanto pare è per la sua amica Daniela.

Ecco cos’è, allora.

Quando al Just Cavalli Club le aveva detto di loro
due credeva poi le avesse detto che era una relazione sentimentale e non a
pagamento o con i regali, ma a quanto pare Marta ha ancora problemi per la
differenza d’età tra loro ed è solo per questo che lui non esplode lasciando
sfogare la rabbia che monta istante dopo istante. Se lei ha bisogno di tempo,
glielo darà.

È passata un’ora dalla chiamata e con otto
sacchetti in mano entrano da Cova, la pasticceria più celebre del centro di
Milano, dove dovrebbe arrivare presto Daniela.

Appena vede la vetrina colma di dolci e torte,
Giorgio sente una morsa allo stomaco: odia i dolci. O meglio, era talmente grasso
da bambino che non li tollera più. Ha una repulsione.

Per lui la pasticceria è come buttare sale sulle
ferite sempre aperte sugli atti di bullismo che ha patito a scuola. Cerca di
sopportare il disagio però, lo fa per Marta.

Vanno a sedersi in fondo alla sala, un salotto
dalle calde tonalità crema con i lampadari a grappolo e le vetrine di legno che
espongono le prestigiose e raffinate produzioni Cova; dal panettone alle
praline di cioccolato fino ai dolci con mandorle e morbide creme.

Un inferno alla rovescia.

Giorgio sente il grasso accumularsi sul suo corpo
solo con i sublimi profumi che il suo naso non può trattenere. È tutto
dannatamente invitante.

Ci sono poi delle miniature ai frutti di bosco che
lo stanno seducendo come le sirene con Ulisse, solo che lui non ha l’albero
maestro della nave a cui farsi legare e bendare.

«Non ti piace qui?» gli chiede Marta prendendo
posto al tavolino, sulla tovaglia crema ci sono i piattini pronti per essere
riempiti.

Giorgio fa un respiro profondo. «È bellissimo.»

Lei sorride e perde quel velo di preoccupazione
appena sorto. «Mi sembravi teso» spiega.

Lui appoggia i sacchetti alle loro spalle, vicino
al muro e si accomoda levando gli occhiali da sole, che poggia vicino al
piccolo porta fiori di ceramica colmo di roselline rosse.

«È che non vado matto per i dolci» accenna
solamente.

Marta gli si avvicina per un bacio, ma lui resta
rigido e glielo da sulla guancia. «Caro…» accenna col tono amorevole.
«Guardami, Giorgio.» Tenta di fargli girare la testa.

«Ero una palla di lardo, va bene?» sentenzia rude.

«Mi spiace, cambiamo posto» gli dice facendogli
una carezza.

«Senti» la scansa piano. «Fatti questo giro con la
tua amica e lasciami stare» le dice stringendo i pugni. «Ho capito tutto. Me ne
sto qui e faccio il mio lavoro» la fissa duro di lato.

Marta sobbalza e sbatte gli occhi. Annuisce
stringendogli la mano, ma lui la tiene chiusa. «È complicato, dopo ti spiego.»

«O stiamo insieme o mi paghi. È semplice, invece»
replica serrando la mascella, ma arriva Daniela e per un attimo il suo Chanel
copre il cioccolato.

«Cara, eccomi» dice nel bianco del suo completo
con accessori neri.

«Ciao Dani’» la saluta Marta indossando il sorriso
di cortesia e lo show ha inizio.

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Published on June 22, 2015 19:32

#LuigiFicarelli  By #CristianoMadureira #malemodel



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Published on June 22, 2015 10:31

Cuore di Ferro - estratto cp 15 - Casini all’Hollywood

Mentre Giorgio confeziona una scusa, Andrea si
leva la giacca e la blocca tra le gambe. Poi, tenta di levarsi la maschera che
si stacca piano lasciando una scia di bava collosa lungo il bordo. Una volta
tolta, l’avvolge nella giacca e indossa quella di Giorgio.

«Okay!» annuisce lui sentendo la voce dell’altro
nell’auricolare. «Lo porto in ufficio. Chiudo.»

Si fissano in silenzio un attimo.

«Allora? Chi è?» gli chiede ravvivandosi i ricci
scuri.

«È il tipo di una mia cara amica. Si stava facendo
una dentro e non c’ho visto più. Tutto qui. Non volevo.» Si afferra la testa in
un misto di ansia per tutto il casino combinato in soli cinque minuti, forse
sei. «Merda» dice a denti stretti. «Sono nella merda.»

Giorgio fa l’ultimo tiro e getta il mozzicone a
terra vicino a Matteo che ora è svenuto.

«Perché? Dorian giocherà col tuo culo più del
dovuto?» sorride divertito.

Andrea lo guarda rabbioso. «Piantala! Credevo di
averti già detto-»

«Scherzavo. Vai» lo dice come se fosse un ordine
con un gesto della testa. «Ci sentiamo domani.» Gli da un buffetto sulla
guancia. «Tranquillo, lo convincerò che è meglio mettersi tutto alle spalle se
non vuole davvero finire nei guai.»

Giorgio è capace di mettergli della roba in tasca
e dire che gliel’ha trovata, o chiedere a qualche sua amica di dichiarare che è
stata molestata. Può mettersi davvero male per Matteo, visto che ha parecchi
agganci.

«Appena mi vedranno così conciato, che racconto?»

«Le telecamere avranno filmato tutto.» Giorgio
sbuffa e scuote la testa. «Potresti dire che credevi fosse una tua amica e che fosse
in difficoltà perché lui t’è sembrato strano, e quando hai fatto per parlargli,
ha reagito male. Come ti sembra?»

«Buona.»

«Così torna tutto. La tua versione coincide con la
mia e il video.» Giorgio gli mette le braccia sulle spalle e s’avvicina lento.
«Eri così bravo con le scuse, prima» gli sussurra a un soffio da lui e inclina
la testa mentre Andrea la incassa all’indietro. «Ti sei un po’ rammollito, eh?»
Poi, lo afferra per le spalle di scatto e lo fa girare rapido. «Corri, Forrest,
corri» ridacchia dandogli una spinta.

«Grazie.» Andrea inizia a correre, ma poco prima
di saltare sul cassonetto si gira un’ultima volta e vede Giorgio caricarsi in
spalla Matteo come un sacco di patate. Sta per bussare alla porta quando lui lo
guarda e lo saluta con un gesto della mano.

Andrea annuisce e balza oltre il muretto. Corre
disperato sotto il cielo notturno di Milano come un tempo quando fuggivano
insieme e la città era solo loro; due pazzi casinisti invasati.

Capitava spesso di dileguarsi rapidi con le sirene
della polizia in lontananza, ma mai come a quel rave. Il rave che nessuno dei
due ha dimenticato per gli eccessi fatti, ma mentre Andrea ha buttato via tutto
compresa la sua pelle, Giorgio sembra rimproverarlo invece.

“Ti sei rammollito” riecheggia nella sua testa
mentre le scarpe di cuoio sbattono il marmo dei portici per fortuna deserti, a
differenza delle suole di gomma che stridevano e permettevano delle fughe con i
fiocchi.  

Non prende un taxi, preferisce tornare in agenzia
subito. Deve anche avvisare Maicol che ormai lo starà cercando ovunque nella
discoteca.

Fa il giro lungo per evitare la ressa nei pressi
della struttura dei palazzi di vetro e s’accuccia vicino a delle auto
parcheggiate. Appena nota l’ennesimo gruppo che s’allontana, si precipita al
vetro col fiatone e bussa frenetico mimando con la bocca: «Apri! Apri! Apri!»

La ragazza alla reception lo fissa allarmata e
subito fa gracchiare la serratura.

«Che è successo?» balza in piedi e lascia la
postazione.

«Fammi salire, prima che mi veda qualcuno.» Va
diretto all’ascensore e preme il pulsante lasciando un’impronta insanguinata
che lo turba.

Cosa dirò a
Ian?
Pensa disperato. A lui devo dire
tutto…
si dice entrando nel vano. Ma
come faccio se c’è Marta?

«Stai bene?» gli domanda lei.

Andrea annuisce. «Sì, sì. Non ti allarmare.»

Non posso
mentirgli, non voglio anche se sarà deluso dal mio comportamento.
E mentre
lo pensa, sente che questo gli farà più male del suo corpo dolorante.

Entra nel vano metallico e sale.

Per tutto il tempo si osserva nel riflesso argentato.
I capelli sono sparati in aria e la faccia è un casino totale: ha la mascella e
il mento impastati di sangue, mentre il resto è un misto di colla e sudore. Il
vestito è strappato in diversi punti. Ha perso dei bottoni, il pantalone è graffiato,
la cravatta ribaltata all’indietro e sente che una manica è larga.

Solleva il braccio e nota che gli manca un
gemello.

Pure!

Le porte si aprono, entra in agenzia.

«Andrea!» grida Carlotta portando le mani al
volto.

Lui le fa cenno di quietarsi. «Non è così grave.
Sssh…» Ci prova, ma lei ha già la bocca alla radio e tutti arrivano nel giro di
un minuto.

«Oh! Mio Dio!» grida lo stylist.

«Tranquillo, è tutto a posto.»

«Che ti è successo?» chiede la sarta.

«Nulla di grave…»

«Marta!»

«Non disturbatela per una cosa da nulla.»

«Chiamate un’ambulanza e la polizia…»

No, no, no.
Andrea china la testa. Che casino…

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Published on June 22, 2015 09:30

#marlonteixeira #caosdicarne #GiorgioBorselli #underwear #hot 







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Published on June 22, 2015 07:46

#heartofflesh #eros #woman #mask



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Published on June 22, 2015 07:28

#heartofflesh #mask #eros



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Published on June 22, 2015 07:28