Key Genius's Blog, page 242
June 24, 2015
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#CaosdiCarne - estratto cp 12 La stella danzante (Giorgio)
«O stiamo insieme o mi paghi. È semplice, invece»
replica serrando la mascella, ma arriva Daniela e per un attimo il suo Chanel
copre il cioccolato.
«Cara, eccomi» dice nel bianco del suo completo
con accessori neri.
«Ciao Dani’» la saluta Marta indossando il sorriso
di cortesia e lo show ha inizio.
Dopo i convenevoli, Giorgio fa l’accompagnatore
perfetto. Non solo è cortese e simpatico, ma per tutto il tempo stuzzica Marta
con leggere carezze dietro le spalle, piccoli baci sul collo, toccatine furtive
sulle cosce e non manca di esaltare le sue capacità e doti con leggere
sfumature maliziose che non mancano di farla arrossire, solo che non è per
eccitazione, ma per rabbia.
Marta detesta questi ammiccamenti e lui ci gode e
lo fa apposta.
Daniela è disorientata e, tra una risatina
isterica e un pasticcino, lo scruta per bene.
Conosce quelle come lei; donne votate alla
carriera che usano gli uomini più giovani credendo di controllarli, di solito
non escono con i coetanei con la scusa che sono dei frustati repressi e senza
palle. Loro hanno gli attributi e se non sono lesbiche, di solito noleggiano la
carne fresca.
Daniela è anche il tipo da shottino se capita.
Giorgio valorizza ancora di più la sua Marta e
comprende perché non sia riuscita a dirle di loro, ma quando Daniela gli fa
piedino, s’innervosisce. Allontana la gamba e si avvicina all’orecchio di
Marta. «Ti spiace se mi fumo una sigaretta?» le chiede poco prima di
mordicchiarle il lobo.
«Ovviamente no» replica lei.
«Scusa, Daniela, torno tra poco» l’avvisa.
«Anch’io fumo» e s’alza in piedi. «Marta, ci
aspetti qui, vero?»
Lei annuisce e loro escono insieme.
Non era pronto per una conversazione in solitaria,
spera solo non gli faccia proposte visto quel che sa. Cerca di mettersi nei
pressi della vetrata, ma le tende sono così spesse che dall’interno Marta vedrà
solo le sagome, forse.
Si arrotola una delle sigarette mentre Daniela lo
punta come un succulento bocconcino.
«Che dita svelte» ammicca poco prima di mettersi
in bocca una Vogue e Giorgio sospira accendendosi la sua appena fatta.
«Abitudine» replica facendo il primo tiro. Volge
lo sguardo altrove mentre sente gli occhi di lei sondarlo.
«Un’informazione» accenna e Giorgio la fissa di
striscio sentendo che sta arrivando la tanto fatidica domanda. «Quanto chiedi?»
Eccola! Giorgio sente le viscere rimescolarsi; se
di solito era una domanda d’obbligo, quando non era lui a mettere in chiaro la
tariffa, parlare di soldi in questa circostanza lo mette in crisi.
«Dipende dalla cliente e dalle richieste» precisa
con un colpetto di dita sulla sigaretta per liberarla dalla cenere. «Comunque,
al momento, sono a tempo pieno per Marta. Mi spiace.»
Daniela sgrana gli occhi. «La mia amica ti ha
preso in esclusiva?»
Lui annuisce.
«Sta spendendo una fortuna, allora?»
Lui fa spallucce. «Si vede che si trova bene con
me.»
«E cosa le fai per averle strappato un simile
accordo?» La bocca s’increspa e il corpo freme eccitato. Può quasi sentire il
suo umore che trasuda ora come fosse l’aroma della pasticceria.
«Ogni donna è un mondo da scoprire con le sue
regole e i suoi confini. Io cambio le mie prestazioni a seconda della cliente
proprio per farle oltrepassare i suoi confini.» Le regala un ghigno malizioso
per poi gettare in terra il mozzicone.
Lei apre la borsa di Prada e afferra un biglietto
da visita. «Prima o poi finirà. Anch’io vorrei superare certi confini. Chiamami»
glielo pone sotto il mento per poi leccarglielo con quel cartino bianco con
arroganza; se solo potesse, ne farebbe coriandoli anche di lei.
Glielo infila in tasca e non manca nemmeno della
mano morta sul suo “attrezzo da lavoro”.
Giorgio le afferra il polso. «Non farlo più, non
ti conviene.»
«Interessante» replica lei schiudendo la bocca.
Giorgio la lascia e s’avvia dentro, ma si ferma
per tenerle la porta aperta. «Prego, dopo di te.»
Daniela getta via il suo mozzicone e gli va in
contro, strofina le sue forme approfittando della vicinanza e gli lancia
un’occhiata furtiva. «Ci divertiremo molto, io e te» gli dice facendogli
l’occhiolino e poi entra.
Per salvare l’apparenza da donna in carriera di
Marta, si ritrova costretto a fingere una relazione materialistica perché una
come lei non può davvero stare con uno come lui: il mondo fa schifo!
Tornano al tavolo, dove Marta ha il respiro
affannato e non certo per colpa dell’aria intrisa di cacao. C’è ancora il
vassoio di praline speziate rimaste, non ne ha mangiate altre.
«Eccoci» dice Daniela.
Giorgio le si siede accanto e le afferra il viso.
«Mi sei mancata» le dice poco prima di un lungo e profondo bacio che la fa
sussultare. Lei tenta di fermarlo, ma lui la cinge e la blocca come una morsa.
Affonda nella sua bocca sentendo tutti i dolcetti, anche se il sapore dominante
diventa presto il suo, la sua lingua timida che Giorgio non esita a far danzare
frenetico.
L’eccitazione cresce e non si ferma.
Quando la lascia, lei ha il respiro ancor più
alterato e gli occhi sono liquidi. «Se avete finito, che ne dici se andiamo a
casa?» le chiede facendosi sentire anche da Daniela. Si gira e butta lo sguardo
in basso, tra le sue gambe per farle osservare l’anteprima dello spettacolo che
ancora deve iniziare.
«Andate pure» sbotta Daniela colta da improvviso
attacco di calore, a quanto pare, visto che è arrossata.
Marta lo fissa seria ora e gli getta il tovagliolo
sulle gambe mentre lui sorride divertito. Alza poi il braccio per chiedere il
conto. «Scusa, Dani’.»
«E di cosa?» replica lei maliziosa. «Non sai come
t’invidio in questo momento.» Si lecca il labbro e mangia un pasticcino.
«Comunque, anch’io devo andare. S’è fatto tardi e ho una cena di lavoro.»
Il cameriere arriva e porge il conto a Giorgio che
lo liquida con un semplice gesto della testa che fa ruotare il braccio verso
Marta; il cameriere lo fa con una classe e disinvoltura che solo alla scuola
alberghiera insegnano.
Marta paga, per la prima volta da che stanno
insieme, visto che Giorgio le ha sempre offerto le loro uscite, e si preparano.
«Allora, ci sentiamo cara» dice alla sua amica.
Se sapesse quel che si sono detti fuori, chissà se
la chiamerebbe ancora “cara”.
Si baciano le guance e tutti insieme escono. Fanno
un tratto di via Monte Napoleone insieme per poi separarsi in piazza San
Babila.
«È fatta» dice Marta. «Ora mi faccio perdonare.»
Giorgio annuisce. «Quello è il progetto, sì.»
«Andiamo al parco?»
Lui scuote il capo. «No, ora tocca a me» le dice
serio tirandola a passo spedito verso la moto. «Vuoi il toy boy, dottoressa?»
accenna mentre lei s’affanna per stargli dietro. «Hai conosciuto Giorgio, ora
ti faccio conoscere Jojo, il tuo giocattolo di carne.»
«Cosa?»
«Hai pagato e avrai le
prestazioni adeguate. E visto che hai pagato molto, ci divertiremo parecchio.»
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June 23, 2015
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