Andrea Zanotti's Blog: InfinitiMondi, page 13
January 6, 2021
Recensione: Il paese dello Yann di Lord Dunsany
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"Nel nostro secolo di noti scrittori impegnati o di cospiratori che ansiosamente ricercano il proprio cenacolo e vogliono essere gli idoli di una setta, è insolita l'apparizione di un lord Dunsany, che ebbe molto del giullare e si affidò con tanta felicità ai sogni. Non evase dalle circostanze. Fu un uomo d'azione e un soldato; ma anzitutto fu l'artefice di un beato universo, di un regno personale che fu per lui la sostanza intima della sua vita."
J.L.Borges
Recensione:
Oggi vi parlo di un’antologia comprensiva di otto racconti di Lord Dunsany, curata niente meno che da Jorge Luis Borges: Il paese dello Yann.
Lord Dunsany, personaggio controverso e amante dell’azione, ci offre otto storie di pregevole fattura, che alternano luoghi e ambientazioni del fantastico capaci di assurgere a protagonisti incontrastati della trama. Il potere evocativo delle parole dell’autore è innegabile, e il testo, pur nella sua brevità riesce nel non facile compito di trasmettere ben oltre quanto appare a una prima lettura.
Ho trovato la penna del Dunsany molto particolare, elegante e come detto, soprattutto evocativa. Pochi periodi capaci di catapultarci in “mondi altri”, in luoghi lontani e affascinanti quanto possono essere quelli mai esplorati prima dall’uomo.
Un racconto su tutti mi ha colpito maggiormente: Il “Bureau d’Echange de Maux”. L’idea è semplice quanto geniale, come altrettanto profonde le implicazione che ne conseguono.
Assolutamente consigliato, così come l’intera antologia, composta da poco più di un centinaio di pagine da leggere tutte d’un fiato.
Oppure potere direttamente optare per l'incantevole edizione Oscar Draghi Mondadori. Splendida come tutta la serie. E' intitolata Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie.
In tempi di clausura imposta, almeno facciamo viaggiare la mente!
Come affermato da Dunsany, “non scrivo mai sopra ciò che ho visto; scrivo sopra ciò che ho sognato” e questa è la miglior garanzia della bontà del risultato finale.
January 3, 2021
Recensione: Zaineb Tehrani di Lorenzo Davia [Rating 7] - recensione a cura di Andrea Zanotti
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Titolo: Zaineb Tehrani
Autore: Lorenzo Davia
Editore: Watson Edizioni
Genere: weird western
Prezzo: € 14
Rating: 7
Sinossi:
Zaineb Tehrani è nata nella Persia del 1800 ed è cresciuta nel rispetto dell'Islam. Da giovane dimostra un'insaziabile curiosità e suo padre, un ricco commerciante, le insegna a leggere. Zaineb impara anche l'inglese e grazie ai contatti di suo padre s'innamora e divora le dime novels con protagonisti cowboy e fuorilegge degli Stati Uniti d'America. Ma, nella chiusa e tradizionalista Persia, una ragazza non ha speranza di trovare le stessa libertà delle praterie americane. Per tenerla lontano dai fanatici religiosi, suo padre la porta con sé in un viaggio d'affari in America. Si realizza così il sogno della giovane: visitare il Far West. Divenuta sceriffa di Doomtown per un suo capriccio, scopre di credere veramente nei valori dell'Ordine e della Legge. Ma nella violenta Frontiera popolata da mostri e stregoni, quale giustizia può prevalere? La Sceriffa Velata deve decidere tra la Legge degli Uomini, quella di Allah e la sua coscienza.
Recensione:
Il weird western non è mai stato così bizzarro. Già, perché non solo ci troveremo innanzi ai classici sciamani nativi dai poteri sbalorditivi, ma avremo a che fare con un ordine massonico penetrato così a fondo nel nuovo mondo, da spingersi sino ai confini del vecchio west. Per non parlare poi della protagonista, la Zaineb Tehrani ritratta nella splendida copertina, una ribelle fedele alle Sacre Scritture, ma non disposta ad accettare di essere relegata al “semplice” ruolo di moglie e sposa predestinata.
Detto della meravigliosa cover, prima di scendere nel dettaglio, segnalo invece la presenza di un numero eccessivo di refusi nel testo, che andrebbe senz’altro rivisto.
Ma partiamo con la storia, che è l’argomento di maggior interesse per noi lettori. Ve lo dico subito, Davia inserisce delle chicche nel corso della narrazione tutte da scoprire. Infatti non si tratta di un romanzo vero e proprio ma una serie di racconti, più o meno collegati, con Zaineb a fungere da perno attorno al quale farli ruotare. Una di queste storie è uno splendido omaggio allo spaghetti western di Sergio Leone. Ecco allora che i Rojo e i Baxter, le due famiglie in lotta fra loro per il possesso della città, ed alle quali il mitico Clint Eastwood scombussola i piani, vengono sostituiti da stirpi di vampiri e licantropi, in eterna lotta fra loro, con al centro Zaineb a farle impazzire. Godibilissimo, anche perché contiene delle belle variazioni al tema, non limitandosi a riproporre pedissequamente la trama della pellicola.
Fra mostri e magie perfettamente calate nell’atmosfera da frontiera sporca e polverosa fanno capolino rimandi a testi di lovecraftiana memoria, con tanto di citazioni per autori contemporanei nelle vesti di autori di pseudobiblia maledetti. Divertente e ben fatto.
Insomma un testo che nel complesso mi ha intrattenuto ben benino, essendo io un super appassionato dal genere, eppure mi è rimasto una sorta di retrogusto amarognolo. Finisco la lettura con la certezza che l’autore avrebbe potuto dare qualcosa di più, quasi si fosse limitato a svolgere un buon tema, senza volerlo effettivamente approfondire come avrebbe potuto. Avendo tirato in ballo addirittura una fedele di Allah mi sarei atteso un qualche tipo di approfondimento che andasse oltre alle quotidiane preghiere verso La Mecca, altrimenti l'espediente perde purtroppo di spessore. Idea del tutto personale, e forse neppure tanto razionale, ma la sensazione forte che ho avuto è stata questa. Un leggero rammarico per qualcosa che avrebbe potuto essere ancora migliore.
Voto 7. Un autore sicuramente da seguire.
December 30, 2020
Disfida nr. 129: Fuoco sotto la terra di Giulia Esse VS R. F. Kuang
Titolo opera: Fuoco sotto la terra
Autore: Giulia Esse
Editore: Pubblicazione Indipendente
Formato: ebook e cartaceo
Genere: Fantasy orientale
Prezzo: Ebook 2,99; Cartaceo 9,99.
Sinossi: Dopo la misteriosa morte di suo padre, Yoon-ah viene eletta generale dell'esercito. Per salvare il regno di Nadong da una terribile profezia, Yoon-ah è costretta a inghiottire l'orgoglio e perdere la battaglia: il suo destino è essere trascinata in catene nel regno nemico, dove sarà prigioniera di Kang-jo, lo stratega dal cuore di ghiaccio.
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Lui è l'acqua, lei il fuoco. Entrambi sanno che la guerra non è mai finita: il gioco di seduzione che si instaura tra loro è un nuovo campo di battaglia. Sola in una terra straniera, odiata dai suoi soldati, Yoon-ah ha come unico alleato l'astuto Namgil, principe in ostaggio e sua vecchia conoscenza. Lavorando nell'ombra, i due possono ancora risollevare le sorti del loro regno. L'inganno lega Yoon-ah allo stratega. La lealtà la unisce al principe. La scelta, però, è vicina: sacrificherà se stessa o i propri ideali?
Note/commenti/finalità dell'Autore: I generi che prediligo solitamente sono il romanzo storico e lo steampunk ma negli ultimi anni mi sono cimentata nel fantasy orientale, creando un filone di storie ispirate alla cultura coreana e cinese. Sono convinta che ogni cultura fornisca ottimi spunti per la creazione di un mondo fantasy. Il medioevo europeo si trova nella maggior parte degli high fantasy, con dinamiche ben precise, mentre la cultura orientale offre dinamiche a mio parere nuove e fresche, dando spunti sempre interessanti. Per questo ho deciso di intraprendere questo percorso, nella speranza di portare anche qualcosa di diverso.
BIG da sfidare:
La guerra dei papaveri di R. F. Kuang - Link Acquisto Amazon
Andrea Zanotti
December 27, 2020
Recensione: Azael - Le origini di Antonio Venezia [Rating 7] - recensione a cura di Dada Montarolo
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Titolo: Azael – Le origini
Autore: Antonio Venezia
Editore: Il Seme Bianco
Collana: Ranuncolo
Genere: fantasy
Formato: cartaceo
Prezzo: € 15,10
Sinossi:
Azael è un demone mezzosangue che si guadagna da vivere uccidendo mostri e creature infide per conto di vari signorotti e re. Durante le sue missioni si imbatte in pittoreschi personaggi che esaltano il suo ego e fanno affiorare in lui ricordi di tempi passati. Si ritroverà, suo malgrado, a dover combattere contro la sua stirpe per salvare i regni settentrionali dai temibili demoni reali.
Recensione:
Di solito siamo abituati a considerare i demoni come creature perfide, crudeli e mosse da istinti distruttivi. Li troviamo antipatici fin dalla loro prima apparizione in un romanzo o in un racconto e da lì, salvo rari casi eccezionali, non ci schiodiamo più fino all’ultima parola. Questo non succede con Azael, il protagonista del romanzo omonimo – primo di un serie, mi è sembrato di capire dal sottotitolo “Le Origini” – di Antonio Venezia.
Fin dalle prime pagine intuiamo che non è un demone qualunque e che a sua volta porta dentro di sé altri demoni, se mi passate il gioco di parole, che lo tormentano dilaniando ciò che, se fosse umano, chiameremmo coscienza. In verità Azael è un mezzosangue, mezzo demone e mezzo uomo e di entrambi ha preso la parte non peggiore o migliore ma quella più vulnerabile. Da sempre oscilla fra il desiderio istintivo di aiutare i deboli e i sopraffatti e quello di nutrirsi dell’essenza stessa dell’umanità, intrappolando e poi consumando le anime delle sue vittime in una sorta di cannibalismo che lui stesso si illude sia purificatore. Si aggira in un mondo barbaro dove rivalità, guerre e contrasti sono le costanti, mettendo la sua abilità di combattente al servizio mercenario di chi vuole qualcosa e allo stesso tempo si tiene il diritto di decidere se l’impresa per cui viene ingaggiato è giusta e merita di essere accettata o meno. Di contro, non esita a infilarsi in situazioni, talvolta disperate, di salvataggio senza chiedere nulla in cambio.
Bellissimo e tormentato ama, inganna e a sua volta viene ingannato: tutto gli sfugge e lo fugge e a poco valgono gli aiuti, i consigli dell’amico e alchimista Zakath nella cerca di una pace che non è nel suo destino. Perché proprio nella nascita di Azael si nasconde un segreto e come gli ricorda la maga Meralia “Il destino è un segreto che ognuno di noi si porta dentro, consapevole che prima o poi dovrà farci i conti”.
L’autore melfitano ha creato un personaggio complesso, dai tratti caratteriali contorti che sarebbero piaciuti a Egon Schiele per uno dei suoi ritratti. Crudele eppure generoso, Azael è in perenne conflitto con se stesso e imprigionato nella dualità quasi amletiana, in una non-identità che lo rende smarrito e gli impedisce di scegliere la propria via. Cosa che probabilmente avverrà nel sequel del lavoro. Per ora è un eroe incompiuto che si aggira in un labirinto di specchi deformanti, un diamante grezzo in attesa di essere sfaccettato.
Lo stile è abbastanza sciolto e vivace, penalizzato purtroppo da una manciatina di refusi, un po’ di confusione nella punteggiatura, qualche incongruenza nella narrazione (magari voluta, come la partita a poker, decisamente fuori contesto e comunque ardita nella collocazione, anche perché non supportata da altre situazioni atipiche per l’ambientazione) ma nel complesso un buon lavoro, retto soprattutto da una trama che acchiappa e fa desiderare di conoscere come andrà a finire.
Rating:7.
December 25, 2020
Buone feste, letture e riflessioni
Avevo altro in mente per questo appuntamento di auguri e scambi virtuali di brindisi e abbracci, ma dopo l'esperienza del cenone della Vigila forzatamente concluso per permettere ai parenti di rispettare il corpi fuoco delle 22.00 e togliere i balocchi appena ricevuti ai pargoli, per agevolarli all'uscita tra pianti e domande sacrosante, non ne ho le forze, né la voglia. Ma è solo l'ultima delle regole deliranti alle quali assistiamo colpevolmente in silenzio. Voglio ricordare che i centri commerciali sono aperti h24 mentre le fiere del libro sono soppresse fino a data da definirsi, anche quando avvengono all'aria aperta. Quindi l'unico augurio che posso fare, in quest'alba che vide la nascita di Gesù, è che queste festività ci portino il tempo per riflettere e trovare la forza di agire.
December 22, 2020
Recensione: La città & la città di China Miéville
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Sinossi:Immaginate due città, separate e unite allo stesso tempo, in un punto indefinito dell'Europa. Figlie della catastrofe post-sovietica. Due città sovrapposte, che condividono lo stesso spazio, ognuna con le proprie strade, i propri palazzi, i propri cittadini, la propria storia, la propria identità. Un'anomalia spazio-temporale, un capriccio tecnologico, un errore nella creazione, una scissione a un certo punto della storia? Tutto questo, o forse no. Per un cittadino dell'una il più grave reato è quello di vedere un cittadino dell'altra: sono due mondi vicinissimi, eppure incomunicabili, e la punizione per chi trasgredisce è certa e impietosa. Così tutti sono abituati fin dalla nascita a non-vedere, a sfuggire ogni forma di contatto con gli altri che pure sono lì, sotto i loro occhi e a portata di mano. Viene scoperto un delitto, in una delle due città, e le indagini portano fino all'altra città, e poi oltre, in un'altra realtà che nessuna delle due sembra conoscere, e che forse le trascende entrambe.
Recensione:
Quando si prende in mano un romanzo di China Miéville lo si fa per il desiderio di trovare qualcosa di nuovo, qualcosa di bizzarro, e anche questa volta, con La città & la città, il nostro campione del new weird non si smentisce.
Ammetto di averci messo parecchie pagine a calarmi in questa realtà fatta di due città che condividono il medesimo spazio fisico. Attenzione, a dividerle non c’è un muro di Berlino qualsiasi, ma la sola convinzione condivisa di trovarsi in due luoghi distinti, sorretta da una ridda di regole che obbligano gli abitanti dell’una a “disvedere” ciò che avviene nell’altra, e viceversa. Avete capito bene. Si cammina per strada e al vostro fianco potrebbe esserci un cittadino dell'alta città, nella sua città, e voi dovreste far finta di non vederlo, proseguendo per la vostra strada, nella vostra città. Spazi condivisi, regole diverse, mondi diversi. A vigilare su tutto, con occhio attento e braccio forte, c’è appunto la Vigilanza, uomini senza volto, ma dai poteri che appaiono illimitati e dalle decisioni presumibilmente infallibili.
In Perdido Street Station, Miéville mi aveva convinto in quanto ad originalità e trama, tuttavia mi era risultato piuttosto prolisso. In questo romanzo invece tutto scorre più rapido e piacevole. Una volta calati in questa realtà all’apparenza assurda, risulterà del tutto piacevole indagare i retroscena e i sottesi psicologico-sociali che essa comporta. Una sorta di poliziesco distopico molto ben caratterizzato, in un ambiente ricostruito con maestria. Il protagonista è il classico stereotipo del detective duro e puro, ma riesce a conquistare nel corso della narrazione anche se non viene approfondito particolarmente il suo di aspetto psicologico. L’analisi dell’autore è tutta rivolta all’esterno, alle istituzioni e alle situazioni di questo micromondo diviso e condiviso e anche l’attenzione del lettore è risucchiata in questa realtà. Nel mio caso è riuscito a coinvolgermi, non sono certo possa funzionare con tutti, quindi a livello di consiglio non saprei che dire. Qualche pennellata di mistero e qualche inseguimento a cavallo fra le due città sovrapposte sono quello che Miéville ha da offrirvi in quest’opera. Niente razze bizzarre e poteri sovrannaturali alla Perdido Street Station, vi avviso, siamo su un altro mondo, con le sue regole bislacche, ma molto più simile alla realtà quotidiana che sperimentiamo tutti i giorni. Forse anche più di quanto possa apparire a prima vista...
December 20, 2020
Recensione: Lo Skryun di Vincenzo Valenti [Rating 7] - recensione a cura di Andrea Zanotti
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Titolo: Lo Skryun: un altro giro di ruota
Autore: Vincenzo Valenti
Editore: Pubblicazione Indipendente
Formato: EPUB e cartaceo
Genere: Fantasy, weird
Prezzo: Euro 2,99 ebook, Euro 8,99 copertina flessibile
Sinossi:
La guerra tra elfi e nani infuria ormai da innumerevoli inverni. Ai fratelli Doerwer e Marx Aarvo, carristi dell'esercito imperiale nanico, viene assegnata una missione avvolta nel mistero: risalire in superficie con il loro Corazzato e raggiungere una zona di scarsa importanza strategica, non lontana dal confine con le Steppe Brune, il territorio di caccia degli orchi. Cosa nasconde quel remoto lembo di terra all'ombra delle Montagne Discarica? Ha forse qualcosa a che fare con il Sole Morto che da sempre incombe sul Sole Vivo?
Recensione:
Lo Skryun di Vincenzo Valenti è una saga di fantasy alternativo, come avremo modo di capire, della quale Un altro giro di ruota costituisce il primo episodio. Questo è il limite maggiore del testo in effetti, poiché si tratta in effetti di una introduzione all’universo immaginato dall’autore e poco più. Non parlerei infatti di romanzo vero e proprio, quanto di novella. Un tascabile di quasi 140 pagine scritte con un font molto grande, cosa peraltro che posso anche apprezzare, date le diotrie che mi mancano. Fatta questa doverosa precisazione, indispensabile per non tradire le aspettative dei potenziali lettori, la storia non è affatto male.
Il mondo immaginato da Valenti brilla per originalità e lascia molto ben sperare per il seguito. D’altro canto la sinossi ci aveva messi in guardia, così come il layout e la grafica di copertina. Breve inciso sull’oggetto libro in sé. Come detto si tratta di un formato tascabile, con una copertina del tutto “straniante”, soprattutto per chi è abituato a pegasi volanti e maghi con mantelli svolazzanti. Io l’ho trovata molto gradevole nelle sue geometrie precise e i rimandi alla simbologia massonica. Anche il contenuto è ben curato, pochi refusi e chiarezza nella breve esposizione della struttura dell’opera. Tutto ben fatto e professionale.
Per tornare al contenuto, siamo al cospetto di un fantasy con le sue razze classiche, ma reinterpretato, per fortuna aggiungo io, in modo del tutto personale. I protagonisti, due fratelli nani, uno dei quali porta l’impegnativo nome di Marx, sono due carristi dell’impero formato da questa razza, all’interno del quale i soldati si chiamano fra loro compagni… capite bene che l’ambientazione suona bizzarra al punto giusto, soprattutto perché supportata da una scenografia che sa molto di mondo post-apocalittico, con ampi territori destinati a discariche e catene montuose costituite da rifiuti di ogni risma. Anche gli elfi si allontanano dai canoni classici mantenendo in pratica solo le odiate/amate orecchie a punta. Volano su alianti che fanno dell’unione fra magia e tecnica il loro segreto, nonché arma migliore. Sono muti e parlano solo con la forza del pensiero. Hanno strane appendici simili a proboscidi e non vado oltre per non rovinarvi il fascino della scoperta.
La prosa del Valenti è buona e fa della semplicità un marchio di fabbrica. Una semplicità non certo banale, con l’utilizzo appropriato della terminologia tecnica quando occorre, ad esempio nella descrizione dei marchingegni bellici nanici, aumentando notevolmente lo spessore e la credibilità delle sua opera narrativa. La trama si avvale di numerosi flashback, utili per la caratterizzazione dei protagonisti, pur mantenendosi del tutto lineare e ben gestibile. Purtroppo la brevità del testo non ci consente di approfondire più di tanto la vicenda, troncando il finale con l’accetta come si può tranquillamente dire in senso figurativo. Insomma, i presupposti per una bella saga ci sono tutti, staremo a vedere come riuscirà a portarla avanti l’autore, anche dal punto di vista della cadenza delle uscite dei volumi successivi.
Al momento il mio voto è un bel 7 pieno, in attesa di conferme. Un testo che mi sento di consigliare agli amanti del popolo dei nani e a tutti coloro che amano letture rapide e “in serie”.
December 18, 2020
Disfida nr. 128: La fila di Simone Perazzone VS Franz Kafka
Titolo opera: La fila
Autore: Simone Perazzone
Editore: Pubblicazione indipendente
Formato: Strano. Pdf su telegram o drive, oppure qui (sito malgrado le mosche)
Genere: Fantascienza
Prezzo: Gratis
Sinossi: C'è una lunga fila di persone. Si chiamano Camminanti, trasportano carichi. Carichi inutili.Li portano alle Navate, dove verranno valutati dai Cassieri. Se sono fortunati, i loro carichi verranno esposti sull'arcata delle navate e otterranno dei bonus per comprarsi la Pappa. Altrimenti otterranno solo lo scherno dei compagni e l'indifferenza della Mente.
Link lettura gratuita
Un giorno, lungo la strada del ritorno, Erik scompare dalla fila. Il suo Dietro, un tipo nuovo che prima faceva il Soldato, è costretto a mettersi sulle sue tracce. Così dice il protocollo. Ma scoprirà che ci sono tante altre cose che il protocollo non dice...
Note/commenti/finalità dell'Autore: La fila è un racconto di fantascienza in 12 brevi capitoli, diffuso gratuitamente tramite un canale Telegram. L'intento è quello di proporre un'onesta lettura da bagno, un feuilleton a puntate progettato per essere letto da smartphone. Si tratta di un progetto indipendente, senza fini di lucro e libero da copyright. Se vi piace, e vi va di aiutarmi a diffonderlo, sentitevi liberi di condividere i link con qualsiasi mezzo e qualsiasi persona o gruppo.
BIG da sfidare:
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Andrea Zanotti
December 15, 2020
Recensione: Dannati di Glenn Cooper
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SINOSSI:
Lo chiamano Oltre. Alcuni sono appena arrivati in quel mondo così simile al nostro eppure così diverso. Altri invece sono lì da secoli e sono ormai indifferenti alla perenne coltre di nubi che nasconde il sole e all'atmosfera cupa che li circonda. Ma ognuno di loro condivide lo stesso destino: dopo essere morti, sono stati condannati per l'eternità. Sia che abbiano scritto a caratteri di fuoco il loro nome nel grande libro della Storia - tiranni sanguinari, sovrani spietati, criminali di guerra - sia che nel corso della loro oscura esistenza si siano macchiati di colpe incancellabili, adesso sono tutti relegati in quel luogo maledetto. Tutti, tranne John Camp. Lui è "vivo", ed è lì per sua scelta. Perché ha giurato di salvare la donna che ama. Durante un audace esperimento di fisica delle particelle, la dottoressa Emily Loughty è scomparsa nel nulla e, quando si è deciso di ripetere il procedimento per capire cosa fosse successo, John si è posizionato nel punto esatto in cui lei era sparita e... in un attimo è stato catapultato nel mondo chiamato Oltre. E ora deve affrontare il male assoluto per ritrovare Emily e riportarla indietro. Ma il tempo a sua disposizione è poco, e tutti e due rischiano di rimanere per sempre prigionieri nella terra dei Dannati...
RECENSIONE:
Io ancora ci caso alle volte. Questo giro è il turno di Dannati di Glenn Cooper. Leggere un best seller moderno, sperando di trovare qualcosa di originale è proprio fuori luogo.
Ok, l’idea dell’inferno così strutturato è carina, ma tutta la realizzazione della seguente trama è piuttosto monotona. Nonostante si tirino in ballo un sacco di personaggi storici, dal Caravaggio a Himmler, da Stalin a Robespierre e Garibaldi, il nocciolo del racconto rimane quello di una sorta di risiko, a blando contenuto strategico, giocato sul tabellone della terra-inferno. A parte le celle di putrefazione, nessuna chicca e trovata particolare capace di arricchire la vicenda. Insomma, una mezza delusione.
Anche la prosa dell’autore non ci regala particolari slanci, rimanendo piatta e lineare e dal ritmo cadenzato e costante. Intendiamoci, Dannati non è un brutto libro, si lascia leggere, la storia scorre liscia senza incappare in ostacoli, ma per la mole di pagine di cui è costituita poteva di certo regalare qualche approfondimento maggiore. Ci troviamo innanzi a un sacco di big della storia, ma nessuno di essi viene valorizzato a dovere. Certo, non sono loro i protagonisti, ma dato il loro lignaggio avrebbero meritato una maggiore considerazione. Non è sufficiente sparare il nome per caratterizzare la figura storica. Ad ogni modo un romanzo che può andar bene per chi legge un paio di libri l’anno, giusto per portarselo in spiaggia, senza dover neppure accendere il cervello, lasciando che le pagine scorrano in modo naturale (e anestetizzante) come le onde della risacca. Personalmente non è riuscito a convincermi a proseguire nella lettura dei rimanenti tomi della trilogia.
December 12, 2020
Recensione: La grande casa bianca di Maurizio Gramolini [Rating 7,5] - recensione a cura di Dada Montarolo
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Titolo: La Grande Casa Bianca
Autore: Maurizio Gramolini
Editore: Cavinato Editore International
Formato: EPUB e cartaceo
Genere: Paranormale
Prezzo: Euro 4,19 ebook, Euro 15,30 copertina flessibile
Sinossi: Una grande casa sulla sommità di un colle a picco sul mar Tirreno, teatro dell'epopea di una famiglia, custode inconsapevole dei segreti di un'antica leggenda, attraverso anni e generazioni, in una Toscana misteriosa e incantata. Dall'era degli etruschi, un varco aperto per il passaggio delle anime dei morti. Un potente medium che catalizzerà le forze nel tentativo di chiudere il varco. Una lotta epica tra il Bene e il Male, al termine di un terribile viaggio in una dimensione parallela. "Colle Nitti, silenzioso custode di antichi segreti di vita e di morte".
Recensione:“Chi crede solo in ciò che vede rischia di schiantarsi contro l’invisibile” è una delle frasi dell’esergo di questo libro. L’ho già scritto in un’altra recensione, gli eserghi mi attirano, sono la chiave da infilare nella serratura che apre la porta sul mondo segreto dell’autore, quello che neanche lui talvolta conosce e riconosce. Nel caso di Maurizio Gramolini la porta è quella della grande casa bianca del titolo: non solo luogo di villeggiatura della famiglia di Alberto, il protagonista, ma soprattutto universo di emozioni, affetti, ricordi e leggende che si amalgamano e si scompongono in un caleidoscopio in movimento continuo di “realismo magico” che tanto riporta alla memoria i temi cari a Marquez e a Borges: il visibile e l’invisibile. Passato e presente, presenze oscure, antiche profezie e la limpida forza dell’amore sono gli ingredienti alchemici della miscela lisergica che trascina i personaggi e il lettore lungo i bordi dell’abisso della predestinazione e del libero arbitrio, annullando i confini fra sogno e realtà, fra raziocinio e istinto.Le tende candide delle ampie finestre della grande casa bianca si muovono incessanti e silenziose al vento profumato che arriva dal Tirreno, e par quasi di vederle queste mute coreute, a loro modo accompagnatrici delle vicende che si susseguono incalzanti come le onde del mare lontano. Hanno il ritmo della narrazione stessa, scandita dal preciso metronomo di un’accurata costruzione della storia che non consente indugi né disattenzioni. Gramolini suona la chitarra in una rock band per passione e trasferisce ritmo e musicalità alle parole, sia nella dolcezza di certe descrizioni di rapporti famigliari, sia nella sanguinosità e crudezza di riti riaffioranti dalla memoria collettiva di tutti i personaggi del romanzo. Non credo che l’autore abbia voluto parlare dell’eterno conflitto fra Bene e Male in transito continuo nello spazio/tempo, sarebbe banale. Credo abbia avuto l’obiettivo (centrato appieno) di raccontare proprio come il Bene e il Male coesistano indissolubili dentro e intorno a noi per aiutarci a scoprire come diventare quello che il destino ci chiama ad essere. L’Etruria moderna, con le spiagge modaiole a contrasto con il passato misterioso e suggestivo è il palcoscenico ideale per questa rappresentazione di grande sacralità esoterica. Crederci o meno è un atto di fede, sta al lettore decidere in quale settore della platea sedersi.Non ho parlato della trama e l’ho fatto apposta. Al di là di quella facile da individuare e da seguire, se ne dipanano molte altre, complesse nella loro semplicità, che portano verso narrazioni interiori e che lascio da scoprire alla sensibilità di chi legge.In tanta seducente alchimia purtroppo una nota stonata, di quelle che da sempre mi fanno inalberare: possibile che un editore che si definisce tale non abbia la professionalità di consigliare un suo autore per aiutarlo a migliorare la veste tipografica? Passi qualche refuso e qualche ripetizione – errori veniali che comunque nella versione digitale possono essere corretti senza problemi e le scuse per non farlo sono patetiche – ma certe licenze grafiche sotterriamole sotto badilate di calce viva, dimentichiamole e facciamo finta che non siamo mai esistite. Per il bene del testo, dello scrittore e del lettore.Rating: 7,5 (il mezzo punto in meno è rimasto impigliato nella coscienza dell’editore).
Dada Montarolo
InfinitiMondi
Semplice, scovare testi di qualità. Letteratura d'evasione con la L maiuscola insomma.
Siamo lettori esigenti e Di cosa si occupa scrittorindipendenti.com? Qual è la sua ragion d'essere, la sua mission?
Semplice, scovare testi di qualità. Letteratura d'evasione con la L maiuscola insomma.
Siamo lettori esigenti e non ci accontentiamo di quanto ci vogliono propinare la grandi case editrici. Non siamo interessati alle mode passeggere.
Amiamo sperimentare e non abbiamo pregiudizi di sorta. Cerchiamo testi di valore, siano essi frutto del lavoro di autori che hanno scelto la via dell'autopubblicazione, sia che siano editi da piccole, così come dalle più rinomate case editrici.
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