Andrea Zanotti's Blog: InfinitiMondi, page 21

March 1, 2020

Recensione: Wunderkind di G. L. D'Andrea [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti


Link Acquisto Amazon
Titolo: Wunderkind. Una lucida moneta d'argento

Autore: G.L. D'Andrea

Editore: Mondadori

Genere: werid, urban fantasy

Prezzo: 4,87 Euro cartaceo

Rating: 7,5

Sinossi:
Parigi, autunno. È una lucida moneta d'argento a sconvolgere la vita di Caius Strauss. Perché è il dono di un orribile uomo dalla faccia di luna, e perché di lei è impossibile liberarsi: gettata nella Senna o sepolta tra i rifiuti, la lucida moneta d'argento torna sempre. La moneta è lo strumento con cui il male scritto nel destino di Caius ha scelto di manifestarsi, e la chiave per accedere al Dent de Nuit, il quartiere che nessuna mappa ha mai segnalato. Un mondo di tenebra in cui si annidano uomini dotati di un potere letale e luoghi misteriosi come la libreria Cartaferina, che vende oggetti capaci di realizzare desideri oscuri a prezzo del sangue. Nel cuore infetto di una Parigi lunare e apocalittica, una terribile rivelazione attende Caius: lui è il Wunderkind, il ragazzo per cui gli abitanti della città nascosta sono disposti a morire e l'uomo dalla faccia di luna è disposto a uccidere. Potente come un romanzo di Gaiman e inquietante come il Barker più efferato, "Una lucida moneta d'argento" è il sorprendente esordio di un autore dallo stile visionario e innovativo.
Recensione:Oggi sono lieto di presentarvi un testo di una decina di anni fa. L’autore è un mio illustre concittadino. Non è da tutti accasarsi presso Mondadori, e chi ci riusce desta sempre la curiosità (e un pizzico d’invidia, non possiamo negarlo) fra tutti gli aspiranti/emergenti/esordienti e diversamente autoprodotti. Ecco a vuoi quindi Wunderkind – Una lucida moneta d’argento, cerchiamo di capire l'origine di questo successo. Non voglio credermi così meschino da aver lasciato passare quasi dieci anni per prendermi la briga di leggerlo. Tutta colpa dell’invidia succitata? Il mio raziocinio mi impedisce di credere a questa versione, ma il subconscio alla fine è quello che decide. Come sia andata non saprei oggettivamente dirlo, sta di fatto che ora ho letto il testo di D’Andrea e posso affermare senza patemi che l’ho trovato godibilissimo. Si tratta del primo volume di quella che ho scoperto essere una trilogia, per cui il finale risulta “tagliato con l’accetta”, ma ora che lo sapete non avete più scuse, per il resto potete andare sul sicuro. L’autore scrive bene, il testo scorre che è una meraviglia. Mai banale si concede qualche spunto sopra le righe e il risultato è sempre ottimo, confermando una verve creativa supportata da una prosa ispirata ed efficace.  Già perché l’originalità è quello che maggiormente contraddistingue questo lavoro che si pone in scia a quel fantastico/bizzarro tanto caro a Neil Gaiman e magistralmente riproposto da D’Andera. Scenario per questa vicenda del tutto particolare è un quartiere ombra della città di Parigi, un non-luogo dove avvengono eventi del tutto fuori dall’usuale, ma capaci di destabilizzare la realtà che tutti noi conosciamo. Le idee riversate dall’autore per dipingere questo angolo di mondo e renderlo unico sono una marea, uno sferzare continuo di caos organizzato, in senso buono. Quasi troppe, invero. Intendiamoci, ben venga tanta originalità, ma forse avrebbe necessitato di maggior “volume” per potersi esprimere appieno. Forse le esigenze editoriali hanno costretto a rimanere entro certi paletti, quindi probabile che nei volumi successivi troverà modo di esplodere in tutta le proprie indiscutibili potenzialità.Non mancheranno azione e scene truculente, capaci di rendere impossibile, o perlomeno assai impegnativo, riporre il libro sul comodino. Altro aspetto ben riuscito sono i personaggi, così come i dialoghi, sempre frizzanti, naturali e capaci di caratterizzare ancor più le diverse figure presenti sul palco.Quello che manca un po’ di spessore è paradossalmente proprio il Wunderkind, ma forse questo, guardando alle vicende che il piccolo ha vissuto, non dovrebbe far storcere il naso, anzi, si tratta della reazione più razionale agli eventi. Vedremo come, e se, riuscirà a superarli con il prossimo volume.Bando all'invidia quindi, ottimo romanzo, assolutamente consigliato! Voto 7,5  
Andrea Zanotti
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 01, 2020 01:09

February 23, 2020

Recensione: Malasacra di Francesco Corigliano [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti


Link Acquisto Amazon Titolo: Malasacra

Autore: Francesco Corigliano

Editore: Kipple Officina Libraria

Genere: raccolta racconti weird

Prezzo: 3,11 Ebook – 15 Euro cartaceo

Rating: 9

Sinossi:
Echi di teologie bislacche, metafisiche del male, riflessioni sul fascino e il terrore del vuoto permeano un po’ tutti i racconti ma senza appesantirli:l’autore sa bene che non c’è alcun bisogno di aggiungere stampelle allotrie a un genere che ha sempre avuto la sua nobiltà; che poi i benemeriti critici della seriosa penisola se ne siano accorti a secoli di distanza è problema loro, o delle claudicanti ideologie che erano intenti a incensare invece che di porsi al servizio del testo e della sua diffusione tra i lettori.Nelle solitudini mentali dei luoghi bizzarri e inquietanti, i personaggi di Francesco Corigliano muovono la loro ricchezza, lessicale e sensoriale, verso il profondo di abissi disumani, mostrando quanto siano indifesi di fronte ai misteri del mondo che li ospita, ma che forse li considera corpi estranei, nella deflagrazione dei limiti che, in qualche occasione, appaiono per quello che sono: un invito alla modestia, finché non si è riusciti a trascendere le miserie umane.
Recensione:
Oggi trattiamo una raccolta di racconti che spaziano dal moderno allo storico, dal surreale al poliziesco, insomma un'antologia perfettamente calata in ambito weird. Racconti che formano un potpourri di fiori preziosi, da inanellare per realizzarne una collana esotica e pregiata. Una collana che si spera possa valere come un talismano atto a tenere lontani i fantasmi evocati dalla penna fastosa di Francesco Corigliano.  Link Acquisto Amazon L’antologia Malascara è un chiaro omaggio allo straordinario immaginario regalatoci dal Solitario di Providence e dai suoi sodali, primi fra tutti Clark Ashton Smith e Robert Howard. In questa raccolta sono presenti tutte le tematiche loro care e solo la mia memoria vacillante mi impedisce di proseguire facendo un parallelo fra ogni singolo racconto con il corrispettivo di Lovecraft e compagni. A questo punto si potrebbe aprire la diatriba fra chi sostiene sia quasi sacrilego andare a reinterpretare quelle cosmogonie tirandole in ballo in modo così diretto e chi invece ritiene il sincretismo fra originale e mutazioni derivanti dallo “spirito dei tempi” non faccia che arricchire un immaginario capace di influenzare non solo i lettori, ma anche moltissimi autori.  Link Acquisto Amazon A tal proposito ho da poco letto un testo che non posso che consigliarvi, del preparatissimo Sebastiano Fusco. Chiusa la parentesi, io sono dell’avviso che un universo immaginario non possa che beneficiare di ogni aggiunta che ad esso si possa apportate nel corso del tempo, soprattutto quando fatta con la capacità narrativa ed evocativa dell’autore. Corigliano è capace di suscitare angosce profonde, toccare corde sopite da strati e strati di giustificazioni razionalistiche, pronte però a vacillare sotto le sferze del Caos sempre presente e disposto a deflagrare da mondi lontani, così come a resuscitare da una Natura oramai schiavizzata e stuprata, ma mai doma.Uno dei racconti che ho maggiormente apprezzato e che mi ha portato alla mente due romanzi che ho molto amato, quali Cuore di Tenebra di Joseph Conrad e Wendigo di Algernon Blackwood, è quello nel quale un reduce della campagna di Druso nelle foreste germaniche narra ai propri cari l’esperienza allucinata vissuta durante gli scontri con i barbari, ma soprattutto con l’inospitale natura, incompatibile con la vita dell’uomo in quanto culla e al contempo figlia di forze primeve incomprensibili e indifferenti, quando non ostili agli esseri umani.  Link Acquisto Amazon L’ho trovato veramente profondo e capace di trasmettere sensazioni forti. Complimenti.Ad ogni modo non sono qui per indagare sui singoli racconti, vi basti sapere che si vaga fra spazi e tempi differenti, ma sempre ben gestiti e gravati da carichi d’angoscia intensi ed emozionanti. Che dire, quando ci si imbatte in una classe così cristallina non si può far altro che levarsi il capello e rendere omaggio. Nel mio caso, da artigiano della scrittura, aggiungo anche l’andare ad affilare la punta dei lapis e rimettersi a scrivere nel folle tentativo di poter un giorno raggiungere tali virtuosismi. Che state aspettando ancora? Che vi devo dire di più? Cliccate su quel dannato link e immergetevi nei mondi di Malasacra, non ve ne pentirete. Io mi appunto il nome Francesco Corigliano sull'agenda, perché questo è un giovane autore da non perdere d'occhio.
Voto 8 
Andrea Zanotti
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 23, 2020 00:24

February 16, 2020

Recensione: L'Opificio dei Colori di Stefano Amadei [Rating 10] - recensione a cura di Hagar Lane


Link Acquisto Amazon Titolo: L'Opificio dei Colori
Autore: Stefano Amadei
Editore: Pubblicazione Indipendente
Genere: Fiaba, Fantastico
Prezzo: 0,99 Ebook – 5 Euro copertina flessibile
Rating: 10
Recensione: L’Opificio dei Colori è un romanzo per bambini e ragazzi, scritto e autopubblicato nel 2018 da Stefano Amadei , già autore di RaccontiSvolazzanti : un ebook illustrato comprendente dodici fiabe per bambini, anche tradotto in inglese, francese e spagnolo. Con L’Opificio dei Colori Stefano Amadei firma il suo primo romanzo, dedicato alla figlia, la piccola Ivana. Il libro, di quasi 150 pagine, è presente in Amazon in formato cartaceo (prezzo: € 5,00) ed ebook (€ 0,99), ma anche in altri store. La prima cosa che mi ha attratto del libro è stato il titolo , che ho trovato essere bellissimo. La parola “opificio” mi rimandava istintivamente a qualcosa di antico e magico insieme, sebbene l’opificio non sia altro che una fabbrica dove si trasformano delle materie prime per farne dei prodotti finiti. L’Opificio dei Colori mi ha evocato qualcosa di alchemico, dolce, fiabesco e potente insieme, come ogni libro per bambini e ragazzi dovrebbe essere. E lo dico subito: è un romanzo che mi sono goduta dalla prima all’ultima pagina.Proseguiamo con la descrizione delle prime sensazioni che mi ha suscitato il libro, e poi, addentrandomi nell’analisi del testo, capirete bene perché lo abbia trovato stupendo sotto ogni aspetto. Dopo il titolo sono stata attratta dalla copertina , che mi ha fatto sorridere. È spumeggiante di colori, e ha in primo piano un bel gattone che ti guarda. Ve lo presento subito: nella vita reale è Virgola , ma nella storia si chiama Cameriere , per via dei suoi colori – bianco e nero – e dei simpaticissimi baffetti che si ritrova. Vi riporto qui di seguito la quarta di copertina del libro: Cameriere è un bel gattone bianco e nero con un piccolo problema: il suo padrone si chiama Nereo Carbone e progetta di eliminare ogni colore dalla Terra diffondendo la Grigite, vera minaccia per il mondo e per il cuore di tutti gli uomini. Aiutato dal magico pennello di Dorando, fondatore dell’Opificio dei Colori, il nostro amico a quattro zampe si ritrova in un’avventura ricca di colpi di scena all’inseguimento della Coloressenza, unica risorsa in grado di dissolvere la Grigite. Ma sarà solo grazie all’amore che Cameriere troverà in sé la forza di reagire e di donare alla Terra una nuova speranza fatta di splendidi e rinnovati colori.Entriamo nel vivo della storia, soffermandoci sui significati pedagogiciche trasmette questo libro. Nel caso de L’Opificio dei Colori è un aspetto fondamentale da considerare, perché è un romanzo che si rivolge ai giovani lettori.Il libro è scritto in modo eccellente. La lingua italiana è usata in modo perfetto, sotto ogni aspetto. Faccio solo una segnalazione: vi sono presenti una decina circa di refusi che, se venissero corretti, porterebbe il testo ad una stesura perfetta. Ma basta questo per dire che una storia è scritta in modo impeccabile? Assolutamente no. La scrittura di Amadei è fluida, limpida, in una parola: armoniosa. La fantasia dell’autore è sorprendente, ed esce fuori ad ogni pagina, spingendo il lettore a leggere sempre più. Il linguaggio che usa è semplice e ricercato al tempo stesso, stiamo parlando, cioè, di quella “semplicità” che solo un grandissimo lavoro di ricamo delle parole ad una ad una può generare. Mai una sbavatura, né nella voce narrante né nei dialoghi. I dialoghisono così vivi, e le parole cucite così bene sui personaggi, che sono arrivata alla conclusione che, se questo libro giungesse nelle mani giuste, Cameriere starebbe a guardarci tutti dalle vetrine delle librerie, dove per me merita di arrivare quanto prima.L’originalità della trama, il ritmo, la fantasia, l’eleganza, la dolcezza e la cura che traspaiono in ogni dettaglio del testo fanno de L’Opificio dei Colori uno dei libri per ragazzi e bambini più belli che abbia mai letto. Questo detto da una che ama profondamente la letteratura per giovani, da leggere e da scrivere.La storia si apre con l’incontro tra due ex amici ed ex soci: Nereo Carbonee Dorando Pastelli. Nereo porge a Dorando degli occhiali da sole prima di entrare con lui in laboratorio, perché la vista dei colori è così abbagliante da danneggiare gli occhi. La storia ci parla, attraverso i colori, della necessità per l’uomo di riconnettersi alla fonte, simbolicamente rappresentata dal Sole. E chi non ricorda cosa succede nel mito della Caverna di Platoneall’uomo che, uscito dalla caverna, volge lo sguardo al Sole e vede per la prima volta la realtà per quello che è veramente? Link Acquisto Amazon Si scopre, infatti, quasi subito che si parla di colori per parlare “del tramonto, del rossore tra fidanzati, dei disegni dei bambini” , dice Dorando. Si scopre che senza le emozioni, rappresentate dai colori, si perde la voglia di vivere e non si ha più nulla in cui credere. Quando Nereo riprende la parola, sembra che parli della società di oggi, dove “non desideriamo altro che un pratico grigio NULLA con il quale riempire i propri cuori” , e questo grigiore “sta contagiando gli uomini come un virus” . Nereo accusa gli uomini stessi di ciò che sta avvenendo, perché ciò che vuol realizzare lui non è altro che il volere degli uomini, che “non vogliono più colori sgargianti e sono preda solo della paura di restare soli e in silenzio” . L’autore ci parla, dunque, di un pericolo che solo apparentemente è esterno, ma che in realtà è da noi stesso creato e del quale, successivamente, ne appariamo vittime.Mi ha sorpreso molto la frase che Amadei fa dire a Nereo con riferimento agli uomini che preferiscono una vita grigia, e cioè questa: “Ho pensato che se ci si trovano talmente bene, perché non dargli ciò che desiderano?” Lo stupore nasce dal fatto che io stessa faccio dire una frase molto simile ed esprimere un concetto identico alla protagonista del mio romanzo, a indicare che ogni cosa che accade, che ci piaccia o no, è frutto dei nostri desideri. Noi, cioè, siamo i creatori di tutto. Ecco che il tema che tratta Amadei è decisamente profondo e attuale: Cosa sta causando l’uomo a se stesso e al mondo intero? È proprio come se stesse sbiadendo.Altra simbologia potentissima si incontra dopo poche pagine, quando l’autore contrappone al BUIO TOTALE, fine di tutto, il Viola, e non a caso, dico io. Il viola, infatti, è il colore del settimo chakra, che completa il percorso evolutivo dell’uomo in termini di coscienza. È il colore dello spirito, della nostra essenza umana e divina insieme. Nel viola l’essere umano scopre la propria identità e completezza, frutto dell’unione armonica fra il rosso (materialità ed energia, propriamente maschili) e il blu (spiritualità, ed interiorità, propriamente femminili). Il viola è dunque il simbolo dell’androgino, dell’unione di yin e di yang, degli opposti, della pace divina. Jung lo definì “colore metafisico”, e quindi è il colore perfetto da contrapporre al Buio Totale.Ma introduciamo subito il gattone, Cameriere, che appare in scena immediatamente, assieme a Nereo e Dorando. Noi umani siamo esseri animali e spirituali insieme, ma ci stiamo così allontanando (leggi: distruggendo) dal mondo animale da aver perso la nostra dimensione spirituale. Paul MacLean ha creato la teoria dei tre cervelli, che è stata ormai ampiamente condivisa in ambito scientifico. Il cervello umano, cioè, si compone di tre parti: il cervello Rettiliano (tronco dell'encefalo),il cervello Mammifero(sistema limbico) e la Coscienza (neocorteccia). Con i cani e i gatti condividiamo il cervello Mammifero, che è l'evoluzione della parte rettiliana. Ed è in quel cervello che hanno sede i sentimenti e le emozioni, quelle che ci permettono di prenderci cura di altri diversi da noi. I mammiferi sono, non a caso, gli unici animali che si prendono cura della prole, che si proteggono nel branco con la vicinanza, etc. Questo cervello è la nostra parte più calda, umana, ci permette di emozionarci dinanzi a ciò che accade, è la nostra parte bambina, in una parola è IL CUORE. Con questo cervello si è sviluppato il senso di attaccamento, il legame affettivo-emotivo e la coesione sociale. Ecco che Cameriere è sì un bel gattone, ma rappresenta anche e soprattutto questa parte di noi che abbiamo da troppo tempo dimenticato. Solo se l’uomo saprà recuperare il suo legame intimo e amorevole con gli animali potrà sperare di riconnettersi alla Fonte, e cioè a quel qualcosa di universale che ci vuole esseri felici e contenti e non tutti infermi, malati di Grigite.L’amore incondizionato, che gli animali ci insegnano come maestri di saggezza, è la risposta a tutto quanto l’uomo sta facendo di male, a se stesso e all’ambiente. Si scoprirà in questa storia come l’amore sia davvero l’arma più potente che esiste, capace di vincere qualsiasi brutalità umana, e questo è vero nelle favole come nella vita reale. Le parole d’ordine per vincere sono due a ben vedere: Amore e Perdono. Trovo perfetti i colori di Cameriere, bianco e nero, perché simboleggiano l’unione armonica degli opposti. In noi umani l’Ego ci forza a vivere continuamente nella dualità, bianco-nero, ed è questa la causa di tutte le nostre infelicità. Straordinario è un altro aspetto del romanzo, e cioè il fatto che l’autore non marchi come “mostro” Nereo, tutt’altro. Nereo, infatti, nel fondo è buono quanto Dorando e quanto me e te, tant’è che si scoprirà quanto profondamente amasse Cameriere. La nostra natura più profonda è fatta solo di luce e amore puro, esattamente come la Fonte dalla quale veniamo e alla quale ritorneremo. Nereo è semplicemente rimasto ipnotizzato da uno specchio magico, che per me simboleggia l’Ego che ciascuno di noi possiede. Se tale Ego non viene controllato e ridimensionato, può prendere in mano le redini della nostra vita e farci agire come burattini inconsapevoli, capaci di compiere i peggiori atti, verso noi stessi e verso gli altri.Della Fonteci parla espressamente l’autore quando dice: “Entrambi sapevano che quello che serviva alla Terra era ciò che si chiamava ‘una ricarica’. Saltuariamente, infatti, i colori del mondo dovevano attingere direttamente alla loro fonte per rigenerarsi, ricostituirsi, ricaricarsi” . E questo avveniva, dice ancora l’autore: “mediante la Matita di Dio: l’Aurora Boreale” .L’avventura di Harry Potter, ricordate tutti, comincia al binario 9 e ¾: un numero che ha un profondo significato nell’antica Kabbalah della quale la Rowling è grande studiosa. Ebbene, anche il viaggio dei protagonisti della nostra storia parte da un binario molto particolare: il binario n.7 . Il numero Setteè il simbolo per eccellenza della ricerca mistica, del viaggio alla scoperta delle parti più intrinseche dell’esistenza umana, per comprenderne il significato più profondo. Sette sono i colori che compongono l’arcobaleno, i giorni della settimana, le note musicali, i passi del Buddha, i Chakra, e questo solo per fare alcuni esempi per far capire l’importanza simbolica di quel numero.A metà storia incontriamo Valchiria, una maestosa gatta norvegese. Che nome straordinario ha scelto l’autore per quest’altra gattona! Quando uno scrittore scrive col cuore l’inconscio arricchisce la storia di simbologia che la mente, da sola, non saprebbe mai usare tanto abilmente. Ecco che “Cameriere” è il protagonista “eroe-servitore”che va in battaglia (ho detto servitore e non servo, perché il termine “servitore” ha un’accezione nobile, al contrario di “servo”), mentre “Valchiria” è la potenza divina che lo assiste in battaglia. Ricordiamo che le Valchirie sono le protettrici degli eroi in battaglia, figlie adottive di Odino e spose spirituali degli eroi che condurranno nel Valhalla. Seguendo le gesta eroiche di Valchiria si capisce come il nome che l’autore ha scelto per questa gatta norvegese non sia affatto casuale, ma intriso anch’esso di significato. Delicata, gioiosa ed emozionante è la scrittura, che lascia andare una fantasia solo per farcene subito afferrare un’altra, creando una storia che si vede mentre la si legge. Si vede benissimo Nereo in groppa all’orso bruno, poi volare col suo ombrello e, ancora, cavalcare un leone marino. Si vedono le pigne trasformarsi in ruote di slitta e gli aghi di pino in briglie di cuoio, solo per citare alcune delle magie alle quali si assiste ne L’Opificio dei Colori. Fantasiosa e pregiata la descrizione di come nascano i colori e si diffondano nel mondo, e altrettanto magico è il racconto di come anche i colori, dopo un po’, debbano tornare alla fonte. Impeccabile il punto della storia in cui l’autore parla di come ci ammaliamo quando perdiamo i colori, e cioè la capacità di emozionarci e la gioia di vivere. Dice che la Grigite si manifesta prima di tutto nel corpo, ed è vero. È stato ampiamente dimostrato dalle psicoscienze che il nostro inconscio parla direttamente attraverso il corpo e il corpo parla a sua volta all’inconscio.Mancano solo dei personaggi da citare: i poliziotti. In questa storia, eccezion fatta per Peter, non fanno una bella figura le forze dell’ordine, né in quanto a intelligenza né per sensibilità umana. Come mai l’autore ci mostra dei poliziotti imbranati e con un livello di intelligenza emotiva decisamente basso? Non perché le forze dell’ordine siano così in generale, ma perché, cosa importantissima, lo scrittore utilizza lo stratagemma della “divisa”per mostrare quella parte fredda, razionale, vincolata alle norme e schiava dell’immagine sociale che risiede in tutti noi e che si oppone al cambiamento, che ostacola la riuscita dell’impresa. Stiamo parlando di un nostro nemico interno, cioè, quello che in psicologia si chiama Super-Io , il quale è perfettamente simboleggiato nelle storie da uno o più personaggi in divisa.Ecco che leggiamo di Dorando che pensa tra sé e sé: “Poliziotto dei miei stivali. Cosa diamine gli è venuto in mente di ammanettarmi? Coi miei colori sarebbe stato facile liberarmi, ma così è molto più complicato” . Bellissimo! L’autore ci mostra perfettamente le parti di noi che escono fuori quando c’è in atto un radicale cambio di vita, perché tutti i personaggi sono, come sempre accade nelle narrazioni, parti della stessa persona. Una di queste parti è rappresentata dall’uomo in divisa – l’equivalente del Grillo Parlante in Pinocchio – e cioè dal giudice interno che dobbiamo mettere a tacere per tornare a colorare le nostre vite e guarire dalla Grigite. La Grigite, spiega l’autore, è quella malattia che annulla la volontà, la voglia di fare, ma anche le differenze fra noi umani, che sono ciò che fa di noi dei soggetti unici al mondo. Quando il giudice interno viene messo a tacere? Quando vediamo che inizia a remare dalla nostra parte. Nella storia non vediamo i poliziotti sempre contro Dorando, infatti, incapaci di capire cosa stesse succedendo davvero, perché ad un certo punto c’è una svolta e un poliziotto tenta di sconfiggere da solo il Globo Nero, lanciandosi coraggiosamente contro di esso.L’ultima nota la riservo ai Cromani, perché se la meritano tutta, mentre mi chiedo quanto certe perle siano frutto di studi e conoscenze pregresse dell’autore e quante, come io ritengo, siano invece sgorgate spontaneamente dal suo cuore mentre scriveva, da quell’inconscio onnisciente al quale attinge lo scrittore quando è deciso a creare una storia che lasci il segno.Ebbene, la descrizione dei Cromani nella formazione a quadrati saldamente uniti fra lororimanda al concetto di Matrix Divina, o Inconscio Collettivoche dir si voglia, di cui tanto si parla oggi. Questo è potentissimo, spiegano i fisici quantistici e gli psicologi junghiani insieme, e prima di loro le antichissime tradizioni sapienziali, e così giustamente appare ne L’Opificio dei Colori: una formazione perfettamente in grado di respingere il getto nero e che resisteva perfettamente ai venti di Giove.Azzeccatissimo il finale, stupendo, sia con riferimento allo specchio, che a Valchiria, Cameriere e Nereo. Che dire? È la prima volta in vita mia che scrivo una recensione ad un romanzo che in numero si traduce in 10 e lode. Con gioia lo recensirò con poche parole ma 5 stelle meritatissimeanche in Amazon, perché trovo che sia una favola-romanzo meravigliosa e dal grande valore pedagogico.
Hagar Lane
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 16, 2020 00:30

February 12, 2020

Recensione: Spettri di frontiera di Ambrose Bierce



lovecraft Link Acquisto Amazon
SINOSSI:Ambrose Bierce scrisse numerosi racconti dell'orrore e del soprannaturale, generi che riflettevano il suo profondo tormento interiore. Questa raccolta contiene molte tra le sue più suggestive storie di fantasmi e di case infestate: morbose, ciniche, inquietanti, capaci di trascinare il lettore nelle regioni crepuscolari dello spirito e nei più oscuri recessi della mente. Opere cariche di terrore ma, al contempo, pervase di tetra ironia, con echi di Poe, del romanzo gotico e dei racconti romantici, dotate dell'impronta inconfondibile di un autore che ha conosciuto di persona gli spettri che da sempre tormentano l'umanità. I personaggi di Bierce - poeti posseduti, vili aristocratici, professionisti abbietti, corpi rianimati, malfattori perseguitati - vivono in un mondo misero e perverso. Che si tratti di omicidi, vendette dall'oltretomba, sparizioni inspiegabili, dimore infestate o anime inquiete, le storie di Bierce rappresentano uno dei migliori esempi di narrativa soprannaturale di tutti i tempi e hanno ispirato autori come Robert W. Chambers e H.P. Lovecraft.

RECENSIONE:Oggi ci dedichiamo ad un lavoro della Adiaphora Edizioni, Spettri di frontiera di Ambrose Bierce.Inizio subito col dire che l’operato di questa casa editrice di Verona ci ha convinto sin dal primo testo che abbiamo avuto per le mani, per poi confermarsi di volta in volta. 
La collana dedicata alla riscoperta dei grandi classici della letteratura gotica, arricchiti dal testo originale, è veramente ben fatta e offre l’opportunità di ridare slancio a opere difficili da recuperare sul mercato italiano, grazie alle traduzioni di Matteo Zapparelli Olivetti. Editing e cura del prodotto libro sono ai massimi livelli, comprese le cover di collana che trovo molto azzeccate. Dopo questa doverosa premessa, ci piace un sacco vedere come fanno passi avanti le piccole realtà di qualità nell’editoria, passiamo all’opera di Ambrose Bierce. Si tratta di un’antologia di racconti, alcuni dei quali brevissimi, incentrati per lo più sul soprannaturale e sul tema delle case infestate. Preciso subito di avere grossi limiti quando affronto racconti brevi. Amo decisamente di più concedere alle storie la possibilità di ritagliarsi i suoi spazi e non vederle ridotte a poche battute, seppur folgoranti nella loro efficacia. Per questa mia predisposizione, ammetto candidamente che molti dei raccontini di Bierce non mi abbiano trasmesso molto. Certo, sicuramente ben scritti e congegnati, non sono tuttavia riusciti a prendermi, anche perché erano già finiti ancor prima di poter entrarci in sintonia. Molto meglio invece quelli più corposi, dove la costruzione letteraria del Bierce, sempre supportata da una prosa elegante e dalle atmosfere aristocratiche e importanti, è riuscita a dispiegarsi in tutta la sua potenza, riuscendo a coinvolgermi e a regalarmi le promesse incursioni “nelle regioni crepuscolari dello spirito e nei più oscuri recessi della mente”.Indubbiamente si tratta di un autore capace di far scuola, innovativo per il suo tempo e “formativo” per chiunque ami il genere e voglia approfondirne le origini. Una raccolta di racconti gotici che mi sento di consigliarvi, a patto che non nutriate la mia stessa innata antipatia per la brevità dei racconti.   

Andrea Zanotti
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 12, 2020 05:05

February 9, 2020

Recensione: Il leopardo silenzioso di Mita Fumagatti [Rating 6] - recensione a cura di Fantom Caligo


Link Acquisto Amazon Titolo: Il leopardo silenzioso: le indagini della criminologa dr.ssa Macciò
Autore: Mita Fumagatti
Editore: Pubblicazione Indipendente
Genere: Giallo
Prezzo: 2,99 Ebook – 12,29 copertina flessibile
Rating: 6
Sinossi: Non accettava di dover sempre prendere le distanze fino a scomparire. Ma era quello che faceva quando non veniva presa sul serio dal momento che, su certe cose, lei era serissima. Entrava in punta di piedi e se ne usciva sempre con lo stesso passo silenzioso La dottoressa Marilena Macciò, introversa psicologa quarantenne (“e con un master in criminologia che non le era servito a nulla, come tanti altri titoli appesi al muro”) vive, solitaria e indolente, col suo inseparabile compagno canino, Roy, in una placida città ligure. Sta attraversando un periodo di crisi specialmente sul piano lavorativo ed economico che la rende stanca e forse depressa. “Forse” perché non accetta di venire etichettata senza poter spiegare la complessità di ciò che sente dentro. Viene però risvegliata dal suo torpore dall'inflessibile e granitico procuratore Riccardo Castori che la contatta per una consulenza su un misterioso ed insolito omicidio. La tranquilla cittadina sta per essere sconvolta dalle imprese di un feroce serial killer? L'assassinio di un diciottenne, fragile ed isolato, la condurrà ad inoltrarsi tra le insidie del mondo virtuale dove chiunque può crearsi una doppia vita, dimenticando la differenza tra realtà e finzione, ed entrare a far parte di comunità per intrattenere relazioni pericolose. Per indagare in questo mondo parallelo dovrà trasformare sé stessa in qualcosa di inaspettato. Chi è l'assassino? Chi è veramente Marilena?
Recensione:Come moriremo in questo giallo? Mita Fumagatti riesce ad inventarsi una setta dove gli adepti devono scoprire il loro vero Physis, ossia l’animale che li rappresenta. Fin qui, niente male, se non che la dott.ssa Marilena Macciò non comincia a notare dei collegamenti tra la morte di un ragazzo e questa setta.Il romanzo è raccontato principalmente dal punto di vista di Marilena. Saremo attaccati a lei in questo giallo. Ci sono numerosi colpi di scena ed anche un bel numero di personaggi che però l’autrice non delinea benissimo. Lo stile di scrittura è semplice e diretto, quindi il libro si sfoglia bene.Esistono però alcuni punti migliorabili. Ad esempio, ci sono un po’ troppi refusi e ciò non piace ad alcuni lettori. Troviamo inoltre pochi dialoghi. Siamo sempre nei pensieri di Marilena, nelle sue congetture, e ogni tanto ho sentito con forza l’esigenza di una bella chiacchierata con qualche personaggio. Non che non ce ne siano, ma sono molto rade. Alcune scene sono un po’ confuse e vanno lette due volte.Il punto cruciale però per me rimane l’eccesso del “raccontato” sul “mostrato”. Spesso le emozioni dei personaggi vengono spiegate e non fatte vivere, togliendo così quel senso di mistero che in un giallo è fondamentale. Inoltre, il fatto di sapere per filo e per segno le emozioni dei personaggi, li snatura, facendoli sembrare meno realistici. Tutto sommato il Leopardo Solitario rimane una lettura godibile. L’intreccio della storia è sicuramente la parte più interessante del libro, dove pian piano si scopre che la setta ha delle ramificazioni con…Il voto finale al romanzo è 6. Pesa il poco rispetto del principio del show don’t tell che in un romanzo giallo è fondamentale.
Fantom Caligo
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 09, 2020 05:39

February 6, 2020

Disfida nr. 111: Malasacra di Francesco Corigliano VS H. P. Lovecraft


miti di cthuluh

Titolo opera: Malasacra
Autore: Francesco Corigliano
Editore: Kipple Officina Libraria
Formato: Ebook e cartaceo
Genere: antologia weird
Prezzo: 3,99/15 euro
lovecraft e machen Link Acquisto Amazon Sinossi: 
Dieci racconti (più un racconto/saggio) che ruotano attorno ai temi del soprannaturale e dell'indescrivibile.Le ambientazioni spaziano dalla taiga russa alle coste dell'oceano Atlantico, da ville abbandonate in Sicilia a oscure città calabresi. 

Note/commenti/finalità dell'Autore: 
Mi interesso di letteratura del soprannaturale dall'università, e lo scorso anno ho concluso un dottorato totalmente incentrato sulla lettertaura weird.In questa antologia sono presenti alcuni racconti con cui ho partecipato a concorsi dedicati, perlopiù diverse edizioni del premio Hypnos (con qualcuno sono arrivato in finale).La raccolta contiene testi scritti in momenti diversi, alcuni risalenti anche a 4-5 anni fa, altri più recenti.
BIG da sfidare:


Le influenze principali sono senz'altro Lovecraft, Machen e Blackwood. In un caso ho tentato di rifarmi a Ligotti.
Cthulhu. I racconti del mito
Link Acquisto Amazon



Andrea Zanotti
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 06, 2020 03:46

February 4, 2020

News: Scritti dello staff in promozione





Oggi, tanto per cambiare argomento, siamo lieti di segnalarvi alcuni dei lavoretti dei membri dello staff attualmente in offerta nei diversi negozi online.

Iniziamo subito con il romanzo fantasy Cavalier Hak di Hagar Lane. Lo trovate in download gratuito fino al 5 febbraio. Eccovi qualche dettaglio:

 Cavalier Hak è un fantasy storico, ambientato in parte nel Medioevo e in parte nel Rinascimento, dove fantasia, storia e realtà si intrecciano sapientemente. Link download gratuito  Nel Libro Primo (La Nascita dei Draschi) i Regni, fatti di uomini liberi, spariscono uno dopo l’altro per lasciare il posto ai Draschi, fatti di padroni e schiavi. È Hak, un cavaliere errante donna, che prova a sconfiggere il male, lottando contro un Governatore del Regno dei Folli che vuol trasformare il suo Casato del Pellame in Drasco, certo che “possedere le persone” fosse l’unico modo possibile per arricchirsi velocemente senza render conto a nessuno. Nel Libro Secondo (Sapere aude) Hak diventa Re del Drasco delle Scienze. Affiancata da una saggia strega di nome Mercuria e da quattro validi e fidati cavalieri, Hak trasforma il suo Drasco in un luogo senza caste e privilegi, dove si ama e si prega liberamente, si studia e si lavora con gioia, ridando lentamente vita al culto degli Dèi pagani. Questa volta lotterà contro i Giusti: il potente Organismo Religioso Sovranazionale a capo dei Draschi. Da cavaliere come da Re, il viaggio di Hak è l’incessante ed eroico tentativo di spezzare con le proprie mani le maglie dell’inconscio collettivo, intriso di dolore per i pregiudizi e le ingiustizie sociali sedimentatesi nei secoli, ma c’è solo un modo per riuscire nell'impresa, ed è scritto in dei fogli di pergamena custoditi in un prezioso scrigno di faggio rosso.

Appresso, in offerta a Euro 1,99 per tutto il mese di Febbraio la trilogia completa Mondo Uno di Andrea Zanotti:
Il cofanetto “Mondo Uno”, primo tassello del progetto “InfinitiMondi”. Comprende la trilogia composta da:-Forze Ancestrali-La Regina Nulla-I Pretoriani BianchiUn fantasy cupo, epico e violento, rivolto ad un pubblico maturo. Niente vampiri e adolescenti diafani dai poteri straordinari. Niente eroi classici tanto buoni e belli, quanto stucchevoli. Un fantasy che strizza l'occhio al romanzo storico e alla cruda realtà della natura umana.Maggiori dettagli sul sito dell'autore.
Link Amazon

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 04, 2020 08:24

February 2, 2020

Recensione: L'ascesa della chimera di Rob Himmel [Rating 7] - recensione a cura di Fantom Caligo


dark zone editore Link Acquisto Amazon Titolo: L’Ascesa della Chimera
Saga: Il Tempo dei Mezzosangue
Autore: Rob Himmel
Editore: Dark Zone
Genere: High Fantasy
Prezzo: 4,99 Ebook – 12,66 copertina flessibile
Rating: 7
Sinossi: Alak ed Ethan, due monaci dal carattere opposto, sono scelti per rispondere all’appello del sovrano di Kernak e contrastare una minaccia imprevista e terribile. Intanto Jandar, giovane stregone, si cimenta in un duro addestramento per conoscere il suo potere e capire il proprio ruolo nel mondo. Il suo intervento, infatti, sembra indispensabile nel momento in cui l’Imperatore Kedrax si prepara a conquistare l’intero continente, aiutato dalla maga Lenara, a cui affida anche un incarico più pericoloso e segreto: reclutare sei individui dalle abilità uniche, necessari per compiere ciò che nessuno ha mai fatto prima… 
Recensione:Comincio con una domanda: vi piace l’high fantasy classico? Alla fine di questa recensione, capirete perché ve l’ho posta.L’Ascesa della Chimera è un romanzo complesso, in cui gli avvenimenti sono visti principalmente dal punto di vista dei fratelli Alak ed Ethan, l’uno opposto all’altro, dallo stregone Jandar e la bella maga Lenara. I personaggi non sono certo finiti qui e durante la lettura appaiono diversi punti di vista secondari. Sicuramente c’è da affermare che Himmel ha saputo gestire bene quest'abbondanza di soggetti, evitando dei doppioni.I dialoghi sono realistici e la storia ha comunque un buon ritmo. Ci sono molte descrizioni di luoghi e personaggi (alcuni apprezzano, altri no). Ogni tanto l’autore eccede, descrivendo con dettaglio persino le comparse. Ciò rallenta artificialmente il romanzo.Il punto critico è la poca innovazione presente nel romanzo. Ci sono elementi triti e ritriti del fantasy come la predestinazione, le profezie e l’immancabile orda d’orchi. Gli eroi hanno il classico percorso di crescita con il tutore che poi li consiglia d’utilizzare il loro potere con cuore puro. L’unico elemento innovativo è la tensione etnica con i mezzo sangue, con i quali Himmel affronta il tema della discriminazione.La questione principale da porsi nell’acquistare il libro è questa: vi piace l’high fantasy classico? Se state cercando questo tipo di libro, vi consiglio d’acquistare Himmel. Il voto sarebbe un 7,5. Considerando la complessità della trama e i temi trattati lo consiglierei per un pubblico New Adult.Se siete convinti, come il sottoscritto, che il fantasy abbia un disperato bisogno d’innovazione e volete storie fuori dalle righe, il voto al romanzo sarebbe 6, in quanto è ben scritto, ma un po’ troppo scontato.La media tra la due valutazione, più il bonus per la gestione della trama e personaggi, fa sì che il romanzo possa ricevere 7.
Fantom Caligo
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 02, 2020 02:19

January 29, 2020

Recensione: L'anello di Salomone di Stroud Jonathan

fantasy demoni jinn Link Acquisto Amazon
SINOSSI:Re Salomone ha tredici maghi e un'infinità di demoni ai loro ordini, tra questi c'è Bartimeus, incaricato di scovare inestimabili tesori. Nel frattempo, la Regina di Saba invia a Gerusalemme una giovane guerriera con una doppia missione: uccidere il re e impadronirsi dell'anello magico, l'amuleto più potente di tutti, perché chi lo possiede può distruggere un intero mondo solo con il pensiero. Ecco allora dispiegarsi biechi intrighi e spettacolari battaglie, mirabolanti trasformazioni, e un'incredibile caccia al tesoro.
RECENSIONE:Oggi vi parlo de L'anello di Salomone di Stroud Jonathan, un romanzo fantasy edito da Salani Editore ambientato nella città di Gerusalemme, retta dal nobile Re Salomone grazie al potere concessogli dal suo anello. Un artefatto magico capace di evocare schiere di demoni pronti ad esaudire ogni suo volere. Ovviamente un potere così straripante ha delle controindicazioni, ma questo lascio a voi scoprirlo. Ad ogni modo, respirare le atmosfere mediorentialeggianti dell’antica Persia e della città sacra di Gerusalemme è un piacere. L’aroma di spezie dai mille colori, le distese di sabbia assolata, le oasi e i jinn che infestano ogni anfratto delle splendide mura della capitale, così come dei luoghi più impervi ed inaccessibili, sono tutti elementi che l’autore tratta in modo leggiadro, offrendoci una lettura snella e filante senza mai perdersi in descrizioni inutili e fini a se stesse. E poi ci sono i personaggi, che per quanto piuttosto prevedibili nelle loro caratterizzazioni, riescono a imbastire scene cariche di azione e, grazie al demone Bartimeus, cariche di ironia. La narrazione infatti avviene per bocca del Jinn ribelle. Un  personaggio ben costruito e al quale sarà impossibile non affezionarsi data la sua caparbietà e la sua voglia di libertà. Nonché il fatto che riesca sempre a cacciarsi nei guai e a dover affrontare creature che sulla carta gli sono immancabilmente di molto superiori. Dovrà quindi usare la sua proverbiale astuzia per avere la meglio, regalandoci di volta in volta siparietti esilaranti anche quando le scene si fanno più oscure e macabre. Stroud riesce nella non facile impresa di costruire un romanzo adatto un po’ a tutti, una storia indubbiamente adatta ai più giovani, ma che altrettante ore di svago può garantire agli appassionati del fantastico con più stagioni sulle spalle che siano in cerca di una narrazione leggera, senza impelagarsi in vicende troppo complesse, ma col solo fine di lasciar briglia sciolta alla fantasia. Una piacevole sorpresa. Consigliato.
Andrea Zanotti
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 29, 2020 00:30

January 26, 2020

Recensione: Black Hills di Luca Mazza [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti


Link Acquisto Amazon Titolo: Black Hillsù

Autore: Luca Mazza

Editore: Moscabianca Edizioni

Genere: Weird Western

Prezzo: 11,81 Cartaceo, 3,99 Ebook

Rating: 7,5

Sinossi:
Nord America, 1876. Tra le ombre della frontiera e i falò di rivolta dei nativi, il veterano della guerra civile Giuseppe Garibaldi invecchia nella sua leggenda. La visita inattesa del pistolero-stregone Ofiuco riporterà l’eroe dei Due Mondi a imboccare il sentiero tortuoso della sua ultima, grande avventura.Al seguito del Settimo Cavalleggeri del colonnello Custer, Garibaldi e Ofiuco affronteranno la lunga marcia verso Little Bighorn e un’antica maledizione che dalle riserve indiane minaccia di travolgere la civiltà. Una storia di “nostrano” West, polverosa e onirica, dove anche i grandi eroi abbandonano l’epica per morire da uomini.
Recensione:Primo romanzo edito da Moscabianca Edizioni che mi capita per le mani e si tratta di un weird western. L’ultimo appartenente a tal genere che mi rimane da leggere in italiano, a quanto mi risulta. Le aspettative sono a dir poco elevate, anche grazie a una sinossi capace di esaltarmi. Rischio delusione per cui segnalato ai massimi livelli.  Il libretto si presenta molto agile nella bella tenuta allestita da Moscabianca, 160 pagine circa in formato portatile (simile a un A5 per capirci). La prima notizia ancor più scioccante della scoperta che il coronavirus cinese non derivi da serpenti o pipistrelli quanto da un laboratorio dell’animale più stupido presente sul nostro pianeta, è che il testo Moscabianca è lindo, sì, avete capito bene, ZERO refusi. Un nota di pregio assoluto. Credo sia la prima volta che mi capita una cosa del genere, o forse, più semplicemente ero troppo intento a godere della romanza magniloquente (in senso buono) di Mazza per accorgermi di altro. Tanto di cappello all’editore, un gran bell’inizio e un indicatore di qualità da non trascurare. Link Acquisto Amazon Ma passiamo al contenuto che è quello che ci sta a cuore. Una bomba. Ok, non siamo innanzi a una trama particolarmente innovativa e originale, ma dannazione, la galoppata al fianco di Custer e Garibaldi è epica e colma di sorprese, così come lo sono i diversi personaggi che affiancheranno i due ufficiali. Su tutti Ofiuco (colui che domina il serpente), che mi ha riportato alla mente il palero messicano Pantera di Evangelisti e soprattutto l’immagine della copertina del libro Antracite.Detto questo, scordatevi Evangelisti, perché Mazza ha uno stile agli antipodi. L’autore di Black Hills deve essersi ingozzato di tomi di Alan Altieri, di Caleb Battiago e chissà quali altri testi proibiti, perché l’andazzo è quello, ed è proprio ciò che ci voleva. In un weird western trovo che questo stile di scrittura sia azzeccatissimo, capace di donare lustro e caratterizzare un genere già ricco di suo. Il risultato finale è una miscela esplosiva, una narrazione che procede spedita come un caterpillar appena rubato da un cleptomane imbottito di psichedelici e in deliquio da estasi mistica. Una prosa potente e soprattutto coraggiosa, capace di strozzare a suon di palate di aggettivi, similitudini e metafore, desuete, cariche e azzardate, chiunque osi patrocinare il pavido mantra dello scriver semplice.  Frasi brevi e sferzanti come schiocchi di frusta. Nulla viene lasciato al caso, ogni vocabolo cesellato quasi fosse un mattone destinato a costruire la dimora definitiva degli Dei Antichi. Insomma, che dire, mi è piaciuto parecchio. Ora mi toccherà andare a scovare altri testi non solo dell’autore (gli interessati potranno iniziare a buttare un occhio qui), ma anche di Moscabianca, perché nel pubblicare quest’opera ha mostrato altrettanto coraggio. Sulla mia personale scala di valutazione che prevede l’8 come massimo dei voti, attribuisco a Black Hills un 7,5 e solo perché in questa sede devo mantenermi il più possibile obiettivo, andando oltre al mio gusto personale. Lo stile è di certo molto particolare e potrebbe non piacere a tutti. Il classico caso letterario capace di far germinare odio oppure amore, niente vie di mezzo, o stucchevoli compromessi. Bene così!  

Andrea Zanotti
  
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 26, 2020 01:01

InfinitiMondi

Andrea Zanotti
Di cosa si occupa scrittorindipendenti.com? Qual è la sua ragion d'essere, la sua mission?
Semplice, scovare testi di qualità. Letteratura d'evasione con la L maiuscola insomma.
Siamo lettori esigenti e
...more
Follow Andrea Zanotti's blog with rss.