Andrea Zanotti's Blog: InfinitiMondi, page 11

March 14, 2021

Recensione: Il bestiario di Lovecraft di Antonella Romaniello [Rating 7] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 


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Titolo: Il bestiario di Lovecraft
Autore: Antonella Romaniello
Editore: Delos Digital
Collana: I Coriandoli 
Genere: Saggio horror/mitologia/fantastico
Rating: 7

Sinossi:

 Gettando lo sguardo oltre gli abissi insondati dello spazio, è possibile dare una forma agli incubi più impenetrabili? 

Questo è quanto il “Bestiario di Lovecraft” tenta di fare: descrivere le creature della mitologia del solitario di Providence a partire dai suoi scritti. 

Attenzione a quello che leggerete, perché non esiste mente che non si smarrisca una volta messa a parte del Mito.


Recensione:

Il bestiario di Lovecraf di Antonella Romaniello, edito da Delos Digital e con le illustrazioni di Pietro Rotelli è un libello agile, comprensivo delle diverse entità che popolano l’immaginario di  H.P. Lovecraft. Una per una, ognuna in una paginetta di questo pregevole tascabile. Ecco, la recensione più breve della storia, eppure semplicemente di questo si tratta, né più né meno.

Le mie impressioni? Difficile dirlo. Al prezzo di Euro 9,5 non era certo lecito attendersi molto di più, ma almeno qualcosina di più forse sì. 

110 paginette striminzite con una sintesi ipotrofica delle diverse creature che francamente mi pare eccessiva. Diamine, almeno ai grandi protagonisti la si sarebbe potuta dedicare qualche paginetta di più. Soprattutto, a mio avviso, sarebbe stato utile dare qualche indicazione e riferimento sui racconti nei quali le creature si sarebbero potute approfondire. 

Intendiamoci, il libricino è ben fatto, le illustrazioni gradevoli, l’impaginazione elegante, ma quanti fiumi di parole ci sarebbero da spendere su un Hastur o su Yog-Sothoth? D’accordo, sicuramente l’obiettivo dell’autrice non era quello di creare un compendio esaustivo e approfondito, quanto di fornire una giuda rapida, giusto per cogliere lo spunto. Il lampo dell’illuminazione della citazione che precede ogni descrizione dell’entità presa ad esame è di certo molto utile a riguardo. Rimane il fatto che mi sarei atteso qualcosa di più. 

Testo utile per chi non ha avuto esperienze con il Solitario di Providence, così da potersi impratichire con il suo immaginario, giusto per capire se tali entità possano o meno risvegliarne l’interesse e il desiderio di essere approfondite.

Voto 7


Andrea Zanotti

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Published on March 14, 2021 00:16

March 9, 2021

Disfida nr. 134: Il Mistero del Principe di Giuseppe Chiodi VS Brian Selznick

 



Titolo opera: Il Mistero del Principe
Autore: Giuseppe Chiodi
Editore: Pubblicazione indipendente
Genere: fantasy, mystery, clockpunk
Prezzo: ebook 4,99 €
Sinossi: Eulalie, una ragazza di Grenoble, indaga sui misteri del Principe di Sansevero alla ricerca della Palingenesi, così da resuscitare il suo amato papà. 

A Napoli, la giovane incontra Pasquale, che lavora come guida presso il museo della cappella Sansevero. I due fanno un’incredibile scoperta che li conduce su un cammino irto di trappole, enigmi, rivali e, al contempo, meraviglie dimenticate. A volte il dolore è insopportabile e rischiamo di perderci. A volte è sufficiente una luce per ritrovare la strada, voltare pagina e rinascere. La coppia riuscirà nell’impresa, o il loro sarà un viaggio senza ritorno?   Link Acquisto Amazon

Note/commenti/finalità dell'Autore: Per questa storia ho sudato un bel po'. Ho inventato una timeline alternativa che vede Raimondo di Sangro e Jacques de Vaucanson, il padre delle "anatomie mobili", coinvolti in un progetto segreto. Ho elaborato degli enigmi; ho ricreato passaggi, laboratori e rifugi nascosti; ho ideato automi settecenteschi e formule alchemiche... il tutto racchiuso in una storia avventurosa, di amore e rinascita. Non è stato facile, ma sono molto soddisfatto del risultato. Credo che il sense of wonder permei questo romanzo e, al contempo, spero di invogliare i lettori a visitare i posti da me descritti.
BIG da sfidare: 

La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, di Brian Selznick - Link Acquisto Amazon
Andrea Zanotti


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Published on March 09, 2021 23:34

March 7, 2021

Recensione: Re Rosso di Roberto Saguatti [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 


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Titolo: Re Rosso
Autore: Roberto Saguatti
Editore: Plesio Editore
Genere: Librogame fantasy
Rating: 7,5
Sinossi:
Sei il Re Rosso, il gatto del signore del castello, ma stai per affrontare la giornata più avventurosa della tua vita e solo le tue scelte potranno salvarti. Un viaggio emozionante fra cani, gatti, draghi, pericoli, tranelli e tradimenti, ma anche aiuti inaspettati. Sarà la rovina o sarà gloria? Sei il padrone delle tue azioni, lancia il dado e comincia la sfida. Riuscirai ad arrivare in fondo senza perdere le tue sette vite? Età di lettura: da 10 anni.

Recensione:
Re Rosso di Roberto Saguatti è un libro game edito da Plesio Editore (già, Plesio si occupa anche di altri librigame, nonché di romanzi per giovanissimi) e destinato a baldi giovanotti e  avventurose fanciulle. Un gioco in un libro, per chi non lo sapesse, ossia un percorso a scelte multiple con l’aggiunta dell’utilizzo di un dado a 20 facce per risolvere gli scontri presenti sul nostro cammino. Già, noi, e i nostri bimbi, nel mio caso una birbante di 9 anni con scarsa propensione alla lettura, vestiremo i panni del Re Rosso, il gatto del Re e saremo destinati a sventare il piano diabolico del Duca di Dogville, intenzionato a spodestare il nostro umano.Che dire, per valutare un testo del genere credo il parametro migliore sia proprio il coinvolgimento ottenuto con i giovani lettori. Ci sarà riuscito il nostro prode Saguatti? Ebbene, con la mia bimba sì. É la prima volta che l’ho vista seduta, composta addirittura, sul divano con un libro in mano, intenta a leggermi il prosieguo della storia. Il tutto di sua spontanea volontà, ci tengo a sottolinearlo. Preciso che per lei è stata la prima esperienza con un libro game e devo dire che ha apprezzato parecchio la possibilità di influire attivamente sull’evoluzione della vicenda. Una modalità sicuramente utile per coinvolgere i piccoli furfantelli, soprattutto quando accompagnata da una storia coinvolgente come quella narrata dall'autore.Un paio di appunti, giusto per spazzar via il dubbio che il Saguatti mi abbia pagato una lauta gabella. O la mia birba è stata particolarmente fortunata a imbroccare sempre la via giusta, ma mi è parso sia finito tutto un po’ troppo in fretta. Mi riservo di approfondire la cosa, visto che è possibile rigiocare e credo proprio che la piccoletta abbia questa intenzione. Altra cosa, i capitoli iniziali sono un po’ troppo lunghi e rischiano di far perdere la motivazione, consiglio quindi agli adulti di seguire i piccoli avventurieri e magari dare loro una mano con la lettura. Capisco la necessità di creare l’ambientazione, ma il rischio con i frugoletti impazienti come la mia è che, se non coinvolti sin da subito in scelte, perdano l’appetito. Nulla da ridire sulla prosa dell’autore, sempre all’altezza e di qualità, così come il prodotto realizzato da Plesio, disegni inclusi, capaci di far calare ancor più nell’ambientazione.Consigliatissimo. Voto 7.5A conclusione non posso che ringraziare l'autore per aver contribuito a far avvicinare con maggior entusiasmo la mia birbante alla lettura.
Andrea Zanotti


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Published on March 07, 2021 00:22

March 2, 2021

Recensione: Cose fragili di Neil Gaiman

 


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Sinossi:
Un circo misterioso terrorizza il pubblico con una performance straordinaria prima di svanire nella notte, portando con sé uno spettatore... Due anni dopo American Gods, Shadow va a visitare una vecchia villa scozzese e si trova intrappolato in un gioco pericoloso di mostri e omicidi... In un'Inghilterra vittoriana appena un po' alterata, Sherlock Holmes si trova alle prese con il più inquietante delitto della corona mai registrato dalla storia... Due ragazzini si intrufolano in una festa e incontrano le ragazze dei loro sogni e dei loro incubi... I membri di un esclusivo club epicureo si lamentano perché hanno ingerito qualsiasi cosa gli fosse possibile ingerire, tranne il leggendario, rarissimo ed eccezionalmente pericoloso uccello d'Egitto... Un incalzante succedersi di invenzioni - compresa un'avventura ambientata nel mondo di Matrix - affolla questa raccolta che contiene esattamente il tipo di storie che ci si aspetta da Neil Gaiman: brillanti, originali, fantasiose, capaci di fare un salto dall'horror al gotico, di mettere un piede tra i fantasmi e le paure dell'infanzia. Mescolando mitologia e filosofia antica con l'umorismo più pop, queste storie raccontano mondi dove niente è come sembra e c'è sempre il rischio di inciampare in qualche imprevisto, di imbattersi in una vecchia conoscenza, per poi ritrovarsi a casa, confortati dal riconoscere il più puro Gaiman in ogni pagina.


Recensione:

Neil Gaiman è una autore che ho adorato in American Gods e ne I Ragazzi di Anansi. Oggi sono andato a scovare l’antologia Cose Fragili, pur conscio del mio solito problemino con i racconti. Quest’opera, complice anche il fatto di presentarne alcuni di veramente molto brevi, non mi ha particolarmente entusiasmato, lo dico subito. Certo, alcune trovare alla Gaiman sono come al solito brillanti, altre a dir poco geniali, ma nel complesso mi ritengo piuttosto deluso. A dirla tutta il racconto migliore è quello che vede coinvolto Shadow Moon, il protagonista di American Gods. Conoscendolo già, ed avendolo trovato veramente ben fatto, è stato più facile entrare in sintonia con lui e con il narrato. Un altro paio di racconti mi sono piaciuti molto, così come una poesia. Già, perché all’interno della raccolta trovano spazio anche questo genere di composizioni. Penso di poter affermare, pur non sapendolo con certezza, che quest’antologia contenga opere molto distanti nel tempo, racconti che Gaiman ha estratto dal cassetto, alcuni dei quali risalenti probabilmente a quando era alle prime armi. Forse sbaglio, ma la qualità degli stessi mi pare molto disomogenea. Detto questo ho apprezzato molto il racconto “Come parlare con le ragazze alle feste” e sono ben deciso a scriverne una versione rivista e personalizzata. Molto evocativo. In complesso quindi, per chi non conoscesse questo splendido autore, consiglio di dirigersi direttamente verso il romanzo American Gods, a mio avviso su un altro livello. Per chi invece già conosce il genere di Gaiman e intende ampliare la propria conoscenza su questo scrittore di certo può investire un po’ del proprio tempo su questa raccolta. Qualcosa di buono salta fuori sicuramente, miti e leggende antiche ci sono, il magico che sconfina  nell’ordinario c’è, lo spazio per sognare pure, quindi può comunque valerne la pena, pur non trattandosi di un’antologia omogenea legata da un comune tema o filo narrativo. 

Andrea Zanotti

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Published on March 02, 2021 00:09

February 27, 2021

Recensione: Ghost hunters: Il villaggio maledetto di Dominik G. Cua [Rating 6] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Titolo: Ghost Hunters - Il villaggio maledetto (volume I°)
Autore: Dominik G. Cua
Editore: Pubblicazione Indipendente
Genere: Dark fantasy paranormal
Target: Yong/adult
Rating: 6
Sinossi:Una e-mail inviata da nessuno porta quattro giovani cacciatori di fantasmi a indagare sui segreti di un antico villaggio irlandese tormentato da una maledizione da oltre 500 anni, segreti celati all’interno di un bosco oscuro dal quale nessuno ha mai fatto ritorno.TramaIrlanda, anno 1450.All’interno dei boschi del monte Carrantuohill, nella contea del Kerry, sorge un piccolo villaggio senza nome che conta poche centinaia di abitanti. La gente conduce una vita tranquilla e pacifica, del tutto ignara dell’esistenza di un oscuro segreto che si cela nelle profondità di una vecchia cripta in cui nessuno mette piede da innumerevoli anni. E quando tre giovani donne a conoscenza di tale segreto giungono alle porte del villaggio, cominciano a verificarsi strani avvenimenti: la notte porta con sé fitti manti di nebbia al cui interno si muovono ombre sinistre, gli animali del bosco spariscono nel nulla e la gente inizia a morire nei modi più spaventosi e incomprensibili, tanto da far sospettare che il villaggio sia caduto vittima della stregoneria.Chi sono quelle donne? E cosa si nasconde all’interno della cripta?

Recensione:Il romanzo che ho recensito è il primo volume di un Dark Fantasy scritto dall’autore Dominik G. Cua.La trama di “Ghost Hunters - Il villaggio maledetto” si svolge su due dimensioni diverse, la prima storia viene presentata nell’anno 1450 in un villaggio irlandese dove fanno l’apparizione tre streghe e a cui subito dopo seguiranno vicende che porteranno le stesse a gettare una maledizione sul villaggio. La seconda parte si svolge nel qui e ora. Un gruppo di cacciatori di fantasmi (Ghost Hunter) si recano al villaggio per indagare e infine risolvere il mistero. Quello che scopriranno non piacerà affatto loro, ma ormai ci sono dentro e devono continuare la loro missione. La trama segue un percorso articolato ma ben delineato, grazie all’intreccio delle disavventure descritte. Per la prima volta, devo ammettere che non è stato facile recensire un romanzo di questo genere, anche se sono avvezza alla lettura dei vari generi letterari tra cui il dark/paranormal. Perché vi chiederete?Semplice da spiegare: perché non è facile seguire i continui sbalzi temporali o Flashback tra il passato, il 1400 e la narrazione contemporanea. A volte, proprio per questo il lettore potrebbe perdersi tra i meandri della narrazione suddetta, così come potrebbe perdersi l’autore. Cosa che in fondo è successa in alcuni passaggi. Incongruenze che non mi hanno del tutto convinta al cento per cento della validità della narrazione. Troppi facili passaggi poco spiegati. Ad esempio: Perché c’è qualcuno pronto ad aiutare le persone del villaggio senza però prometter loro alcun spostamento materiale quando stavano morendo di fame mentre questo personaggio poteva benissimo permetterselo? Una spiegazione logica l’autore avrebbe dovuto inserirla.Ma non voglio elencare quei passaggi incongruenzali del testo, non servirebbe al lettore e nemmeno all’autore, il quale credo sia in grado di capirlo da solo e porvi rimedio.Se devo dirla tutto, ammetto, che leggendo l’incipit non mi ha dato l’impressione di avere davanti una storia da continuare la lettura. Sinceramente avrei voluto mollare, soprattutto per alcuni dialoghi puerili e ripetizioni, che se fossero state eliminate, avrebbe reso più fluida la lettura. A Parte la similitudine tra Blade e Black, ci sono riferimenti a film horror che sicuramente non sono ben accetti da alcuni lettori compresa la sottoscritta. Si tratta comunque di opinioni personali, niente di più.«Oh, porca miseria...» disse Blake, sospirando e portandosi una mano sulla fronte. «Mi rifiuto di assistere alla scena.» videro la piccola figura di una bambina rivolta verso il muro: piangeva. «Blake...» sussurrò Ashling, preoccupata.Tenendo ben salda la presa sull’asse, Allan corse verso quella bambina, la quale non fece in tempo a voltarsi, mostrare loro il viso scarno e spaventoso e lanciare un freddo urlo contro i ragazzi che si vide arrivare un colpo furioso in testa, che la fece sparire davanti agli occhi scioccati dei presenti. «Che c’è?» chiese Allan, voltandosi soddisfatto e vedendo le loro espressioni. «Ho visto abbastanza film horror da sapere che se c’è una bambina che piange nell’angolo buio di una stanza inquietante, devi prenderla a mazzate.»Ripetizioni di verbi, che a mio avviso potevano essere cambiati con sinonimi e, soprattutto, sono i continui pensieri ribaditi più volte che danno un certo fastidio alla lettura.   Ora vorrei passare agli aspetti positivi di questo fantasy, ossia, l’ambientazione ben descritta, le varie descrizioni dei luoghi dove si muovono i personaggi e si svolgono le azioni, tanto che il lettore riesce a essere coinvolto all’interno di esse. Per quanto riguarda la parte misteriosa, la suspense ci sta tutta fino alla parola fine. E ti prende togliendoti il respiro. Mi è piaciuto molto anche l’ironia che tinge di tinte divertenti alcuni passaggi e dialoghi. Sono propensa, sempre, a invogliare i giovani autori a scrivere, nel bene e nel male, perché scrivere fa parte della nostra esistenza, di tutti coloro che amano comunicare ciò che hanno dentro, e se lo fanno con la scrittura, in qualsiasi forma essa si esprima, ben vengano storie come questa.Voto 6 
PegFly


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Published on February 27, 2021 23:32

February 23, 2021

Disfida nr. 133: Il gioco degli scacchi di Chiara Barbieri VS Marco Venturino

 


Titolo opera: Il gioco degli scacchi

Autore: Chiara Barbieri

Genere: Giallo, Thriller

Editore: Segreti in Giallo Edizioni

Prezzo: 2,99 ebook, 13.00 cartaceo

Sinossi:


Un rumore sommesso nella notte. Uno sparo da una pistola di piccolo calibro. L’ispettore Francesco Bianco si risveglia in un letto di Rianimazione, ferito alla testa; si troverà ad attraversare un mondo sconosciuto, fatto di sofferenza, riflessioni e incontri, in un viaggio immobile che lo porterà ad una profonda riscoperta di sé. Nel frattempo i suoi colleghi, guidati dal burbero commissario Bruni, cercano di far luce sull’accaduto; man mano che procedono con l’indagine, tuttavia, le domande si moltiplicano e il mistero sembra non fare altro che infittirsi.

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Note/commenti/finalità dell'Autore:

In questo romanzo si intrecciano due storie diverse, entrambe con tematiche per me molto importanti: la vicenda poliziesca, in cui particolare attenzione viene riservata alle conseguenze dei crimini sulle vittime, e uno spaccato del mio mondo professionale (sono medico pneumologo e mi interesso soprattutto di Terapia Intensiva Respiratoria), che ho scelto però di raccontare mettendo al centro della scena il paziente, con le sue sensazioni e le sue riflessioni.

BIG da sfidare:


‘Cosa sognano i pesci rossi’ di Marco Venturino 
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Andrea Zanotti

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Published on February 23, 2021 23:59

February 21, 2021

Recensione: Rodi - il sorriso del Colosso di Andrea Guido Silvi [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 


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Titolo: Rodi - il sorriso del Colosso

Autore: Andrea Guido Silvi

Editore:   Italian Sword&Sorcery Books

Formato: ebook

Genere: fantasy storico, dark fantasy

Prezzo: Euro 4,99 ebook

Rating: 7.5

Sinossi:

Nel 226 a.C., anno del grande terremoto, nella ricchissima e decadente Rodi s’intrecciano ambizioni e desideri di uomini e demoni. Filosofia, scienza e stregoneria sono una cosa sola, che dà la padronanza di potenti tecnologie oggi perdute; il clero di Elio-Apollo mira all’egemonia, sradicando tradizioni antiche e il credo negli altri Dèi; divinità con menti e fini inumani giocano con le vite dei mortali, che possono solo illudersi di cambiare il loro destino… e quando le spade si scoprono inutili, ben pochi sono gli eroi. In tredici racconti tra weird e sword and sorcery, il terremoto che distruggerà il Colosso, divenuto simbolo d’un mondo incomprensibile, s’avvicina sino a compiersi.

Recensione:

Oggi mi occupo di un altro testo targato Italian Sword & Sorcery Books, una casa editrice indipendente fondata dall’Associazione Culturale Italian Sword & Sorcery. In questi anni abbiamo imparato ad apprezzarla per la qualità dei testi e ancor più per l’originalità delle ambientazioni, frutto della commistione fra mito, ricostruzione storica accurata ed elementi fantastici. Una caratteristica pressoché costante, capace di rendere le ambientazioni fortemente caratterizzate e a mio parere degne di nota.

Il testo di oggi, intitolato Rodi – Il sorriso del Colosso, di Andrea Guido Silvi si inserisce perfettamente nella matrice base che tanto mi fa apprezzare questo editore.

Si tratta infatti di un’antologia molto particolare, all’interno della quale le speculazioni filosofiche e le digressioni a carattere mitologico si intrufolano con una certa costanza. Per quel che mi riguarda posso dire di aver apprezzato molto questi stralici di “alti pensieri” e gli spunti di riflessione conseguenti. Certo, è bene sapere a ciò che si va incontro. Sono interventi che spezzano il ritmo della narrazione, per cui a qualcuno potrebbero non esser graditi. 

Per tornare alla peculiarità di questi racconti parto con l’ambientazione: tutti ruotano attorno al glorioso passato dell’isola di Rodi. Ce la presenteranno passo dopo passo, racconto dopo racconto, approfondendone culti e personaggi di spicco, commerci, usi e costumi. E non ci sarà spazio solo alla ricostruzione storica, ma alla deliziosa fantasia dell’autore. Avremo a che fare con filosofi contaminati dalla bramosia di conoscenza sino al punto da diventare dei veri e propri maghi neri. Incontreremo tecnologie bizzarre e invenzioni “fuori dal tempo”, automi e macchine strappa anima, trovandoci catapultati quindi in un passato ancor più affascinante in quanto ben ricostruito ma con semidei, maghi filosofi e tecnologie destabilizzanti capaci di rendere l’ambientazione del tutto particolare e ben riuscita. Complimenti all’autore quindi. La figura stessa di Memnone, in qualità di vero e proprio Genius loci, mi ha molto affascinato così come la rivisitazione della genia dei Telchini. Insomma, non c’è da annoiarsi, tutt’altro. 

Prosa scorrevole e naturale, dialoghi calzanti e personaggi ben costruiti rendono l’antologia adatta a tutti coloro che amano dell’ottimo intrattenimento accompagnato da solide basi storiche e che prediligano ottenere anche qualche spunto di riflessione con cui dilettarsi, magari fra uno scontro all’arma bianca e una lite fra semidei. 

Nulla da eccepire neppure sulla qualità del prodotto libro: ottimo editing e impaginazione, cover spettacolare e gradevole la trovata del commento finale a ogni racconto da parte dell’autore con qualche pillola storica, o sagaci commenti relativi alle scelte intraprese per “riadattare” storia e leggende. Veramente piacevole. 

Che dire il voto finale è sempre difficile da attribuire. Direi un 7,5, non vado oltre per il mio solito problema con i racconti e la difficoltà che riscontro dell’empatizzare con i personaggi nei ristretti spazi della tipologia narrativa, preferendo di gran lunga gli ampi margini concessi da novelle più corpose e romanzi. Non oso immaginare quanto bello sarebbe stato un intero romanzo messo in opera sullo stesso palcoscenico. Speriamo l’autore ce lo conceda. Andrea Guido Silvi è sicuramente uno scrittore da seguire. Antologia assolutamente consigliata!

Andrea Zanotti


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Published on February 21, 2021 00:32

February 17, 2021

Disfida nr. 132: Ghost hunters di Dominik G. Cua VS Barbara Baraldi

 



- Titolo opera: Ghost hunters: Il villaggio maledetto (Vol. 1)
- Autore: Dominik G. Cua
- Formato: ebook (anche su KU) e cartaceo. 
- Genere: Dark fantasy paranormale 
- Prezzo: 2.99€ ebook - 13.00€ cartaceo
- Sinossi:Irlanda, anno 1450. All’interno dei boschi del monte Carrantuohill, nella contea del Kerry, sorge un piccolo villaggio senza nome che conta poche centinaia di abitanti. 

La gente conduce una vita tranquilla e pacifica, del tutto ignara dell’esistenza di un oscuro segreto che si cela nelle profondità di una vecchia cripta in cui nessuno mette piede da innumerevoli anni. E quando tre giovani donne a conoscenza di tale segreto giungono alle porte del villaggio, cominciano a verificarsi strani avvenimenti: la notte porta con sé fitti manti di nebbia al cui interno si muovono ombre sinistre, gli animali del bosco spariscono nel nulla e la gente inizia a morire nei modi più spaventosi e incomprensibili, tanto da far sospettare che il villaggio sia caduto vittima della stregoneria. Chi sono quelle donne? E cosa si nasconde all’interno della cripta?    Link Acquisto Amazon

- Note/commenti/finalità dell'Autore:Dominik G. Cua è nato a Palmi, in Calabria, il 14 gennaio del 1996 ed è tuttora residente in un piccolo paese dell'Aspromonte in provincia di Reggio Calabria. Il suo amore per il paranormale è nato nel giorno in cui, controllando una foto scattata per caso in un angolo di campagna, ha scoperto di aver immortalato delle figure evanescenti dalle fattezze umane. Pochi anni dopo è nata in lui la passione per la scrittura, una passione che, unita a quella per il mondo paranormale, ha dato vita al romanzo d'esordio Ghost hunters - Il villaggio maledetto.
- BIG da sfidare: Ho ancora molto da imparare, non mi sento degno di sfidare un big. Ma, se proprio devo (e posso scegliere qualcuno che non rispecchia il mio genere)... partirei con

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Published on February 17, 2021 05:20

February 14, 2021

Recensione: Oltre il padre di Mimosa da Vinci [Rating 8] - recensione a cura di Dada Montarolo

 


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Titolo: Oltre il padre

Autore: Minosa da Vinci

Editore: Pubblicazione indipendente

Formato: EPUB e cartaceo

Genere: Narrativa, romanzo culinario

Prezzo: Euro 2,99 ebook, Euro 8,00 copertina flessibile

Sinossi:

Nel pieno della realizzazione professionale ed economica un padre scopre di essere malato. Di una malattia dal movimento lento ma inesorabile, che solo la morte fermerà. Deve trovare una soluzione per il futuro del suo unico figlio, disabile fisico. Chi si occuperà di lui DOPO? Non certo la madre. La madre che non lo ha mai accettato. La madre che nasconde segreti inimmaginabili. Ignaro del tormento paterno, il giovane si compiace delle attenzioni di un altro uomo: il cuoco del ristorante sotto casa sua, a Milano. Tra un piatto di bucatini e un risotto allo zafferano tra i due nasce una storia di cui nessuno sembra accorgersi. Il cibo si fa messaggero di un amore insolito e inaspettato. La metafora culinaria sostiene l'intero romanzo, l'intreccio delle vite dei personaggi principali e di quelli secondari, ridicole macchiette di se stessi, posseduti da passioni e ossessioni. Come anime in transito dentro i propri inferni, raccontati dalla voce di un vecchio barbone di nome Jésus.

Recensione:

Già la copertina mi aveva incuriosita: un giovanotto messo bene a muscoli e chioma, torso nudo e villoso, drappo rosso ondeggiante sulle gambe, sguardo ispirato rivolto al cielo, una scatola di pizza in una mano e una fetta delle medesima nell’altra in un gesto verso l’alto a metà fra offerta e preghiera. Notevole.

Ma la vera sorpresa è stato il contenuto del libro, un romanzo culinario in cui ascesa e problematiche di una famigliola, emigrata dalle valli bergamasche verso Milano in cerca di fortuna, sono affiancate da un’importante comprimaria. La cucina, appunto. 

In letteratura non mancano esempi illustri di una simile impostazione: i romanzi di Rex Stout su Nero Wolfe sono resi succulenti fra un omicidio e l’altro - se mai ce ne fosse bisogno - da dotte dissertazioni su salse, condimenti e modi di cottura fra l’imponente investigatore e il suo chef Fritz; “Il cuoco gentiluomo” di Livio Cerini di Castegnate racconta i fasti di un’epoca lontana, fra ricevimenti e ricette sontuose (indimenticabile, seppure ingenuamente scorretta ma i tempi erano diversi, l’indicazione per un buon brodo, frutto di un quantitativo impressionate di carni e pollame: “… a fine cottura fatelo filtrare e regalate la carne alla servitù…”). E così tanti altri. Ma questo “Oltre il padre” non fa delle trenta ricette un corollario alla vita di Marco e Luisa Scandella e del figlio Andrea, le rende invece parte attiva: come animate di vita propria, interagiscono con i personaggi, li ispirano, addirittura li spingono dove vogliono loro, lungo i sentieri della seduzione, della consolazione, dell’inganno e della passione seguendo l’atlante delle vicende umane e della cucina italiana con l’eccezione di una puntatina in terra spagnola per una paella valenciana a dir poco regale e una cheesecake d’Oltreoceano che provoca salivazione solo a elencarne gli ingredienti. Sembra quasi di sentirli, i profumi, e di vedere i colori delle cappelle di porcini al taleggio, delle orecchiette alle fave bianche e finocchietto, del fritto misto alla milanese, del filetto in crosta di pane, del tiramisu.

Intorno a questa tavola imbandita di emozioni narrative e sensoriali si aggirano alcuni personaggi minori: due monache cuciniere, suor Pasticcio e suor Melanzana, incaricate con alterni successi di soddisfare gli appetiti fanciulleschi di Andrea; gli occupanti del palazzo dove abitano gli Scandella, variegato demi-monde che si affanna a cercar di sopravvivere in una Milano autocompiaciuta e distrattamente crudele, “città rizoma in continuo moltiplicarsi”; gli ospiti, diciamo occasionali, della vita di Luisa, costantemente impegnata in un’éducation sentimentale poco flaubertiana ma invece molto faidate; Alonso, cuoco di bell’aspetto e dalle moltiformi attività, seduttore per necessità.

Come in tante famiglie perbene, gli inevitabili segreti degli Scandella rimangono ben sepolti fino a quando una manciata di granellini (forse di pepe, visto l’ambiente) si insinuano nel meccanismo all’apparenza perfetto della loro esistenza e creano un tale scompiglio da travolgere ogni cosa. “Per vedere ciò che pochi hanno visto dovete scendere dove pochi sono scesi” conclude sibillina la voce narrante del barbone sudamericano Jesús mentre sgranocchia un pane dei morti, biscotto della tradizione lombarda.

Lo stile di Mimosa da Vinci è sciolto e ironico, profumato di un’elegante leggerezza che a tratti sfuma in amabile melanconia irrorando di sapori e odori una trama che di per sé non ha niente di speciale ma che nella ricetta (per restare in tema) della scrittrice si trasforma in storia golosa e succosa. Rigorosa e pressoché perfetta l’impostazione grafica e molto curato l’editing.

Rating: 8.

Dada Montarolo


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Published on February 14, 2021 07:56

February 11, 2021

Recensione: L'occhio della piramide di Robert Shea

 


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Sinossi:Malik, editore di una rivista controculturale americana, scopre involontariamente i progetti e le aspirazioni di alcune logge segrete e altre assurde organizzazioni che manipolano le sorti dell'intero globo. Si trova perciò coinvolto in guai molto, molto grossi. Tra droghe, sesso e violenza, sette magiche, manifestazioni politiche, perfidi sbirri e criminali idealisti, gruppi razzisti, città sommerse, delfini e filosofie cinesi, R. Shea e R.A. Wilson distillano tutto ciò che ci ha sempre sconcertato. Un vortice caleidoscopico di messaggi subliminali, un groviglio di cospirazioni e complotti che si sgretolano e si ricompongono senza intervalli in una spietata critica a ogni forma di potere esistente.


Recensione:

Libro particolare e bizzarro quello di oggi. L'occhio nella piramide di Robert Shea è il primo volume della trilogia Illuminatus! Dato il tema, molto in voga al momento, grazie anche alla questione covid/vaccino/controllo di massa/élite nascoste, ho deciso di affrontare questa lettura cercando di cogliere qualche interessante e originale spunto di riflessione… a cuor leggero. Ebbene, il testo invece mi è risultato piuttosto indigesto, sotto diversi punti di vista. (Volutamente) Confusionario, al punto da non staccare neppure i paragrafi quando cambiano le ambientazioni, e con la scelta di un’impaginazione del tutto discutibile, e a mio parere di certo rivedibile, non posso dire di essermelo goduto quanto mi attendevo. Il tema è quello promesso, ma viene trattato in modo più caotico del necessario, con viaggi psichedelici destabilizzanti fino all’esasperazione, con personaggi camaleontici e a propria volta destabilizzati dalle circostanze fino a perdere forma, sfumando in macchiette e annichilendo la presunta credibilità della vicenda. Segreto degli Illuminati, così come di chi si oppone loro da millenni, è proprio la maestria nel combinare verità a menzogne, sfumandone i confini, mentre nel testo di Shea, alla fin fine, tutto si risolve in due fazione opposte fra loro, o almeno questo è quello che ho capito, ma confesso che l’assenza dell’interlinea mi ha tormentato gli occhi dall’inizio alla fine, per cui potrei benissimo essermi perso più volte per strada, a causa delle imprecazioni che mi sgorgavano spontanee dalle labbra.Posso dire che, almeno sino a questo primo volume, non ho trovato nulla di particolarmente originale, tranne forse la storia delle focene. In estrema sintesi, un libro che può sicuramente piacere a chi è alla ricerca di qualcosa di “strano forte” e che possieda una gran buona vista… forse meglio se possiede direttamente il terzo occhio. Ad ogni modo se ciò che vi spinge all’acquisto è la curiosità di affrontare la tematica degli Illuminati, con ampie dosi di ironia, non posso che consigliarvi di gran lunga Il Pendolo di Foucault di Eco. Lì siamo su un altro pianeta, tutta un’altra storia.
Andrea Zanotti


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Published on February 11, 2021 00:09

InfinitiMondi

Andrea Zanotti
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